Economia di mercato/Wolf

La crisi del capitalismo democratico – Martin Wolf – Einaudi (2024)

Al pari di tutte le attivita’ imprenditoriali, le imprese sono incentivate a ignorare le esternalita’, per esempio i danni ambientali e sociali.
Se un’azienda scarica sostanze inquinanti, o scarica i suoi dipendenti, a pagarne le conseguenze sono altri, cioe’ le famiglie, le comunita’, lo Stato.
Esiste poi un problema intrinseco alla creazione di grandi imprese: il potere monopolistico. La societa’ di capitali e’ nata proprio per soddisfare il bisogno di creare imprese molto grandi. E le dimensioni conferiscono potere di mercato, accrescendo la probabilita’ che le imprese cerchino di incrementare il valore per gli azionisti sfruttando gli altri […]
Certe politiche, poi, hanno lo scopo specifico di accrescere il potere di mercato. Una delle piu’ importanti e’ la tutela dei diritti di proprieta’ intellettuale (soprattutto con il diritto d’autore e i brevetti). Se esistono diverse buone ragioni per offrirla, e’ innegabile che questo tipo di protezione e’ collegata alla creazione di monopoli.
Tra l’altro, le imprese sono istituzioni potenti, in grado di influenzare le leggi in materia di proprieta’ intellettuale, per esempio facendo pressioni perche’ il diritto d’autore sia esteso a tempo indeterminato […]
Altri problemi derivano dal fatto che le imprese hanno un forte interesse a internalizzare i guadagni ed esternalizzare i costi scaricandoli sul resto della societa’, e possono farlo ricorrendo a tutta una serie di strategie. L’esempio piu’ palese e preoccupante e’ l’inquinamento, a livello locale e su larga scala.
Ma neppure il comportamento delle imprese nel mercato del lavoro va sottovalutato: per esempio, le pratiche discriminatorie nei confronti dei dipendenti determinano costi sociali, esattamente come trasferire tutti i rischi legati alla gestione dell’incertezza sui lavoratori […]
Una trasformazione piu’ recente dell’economia di mercato, favorita in parte dalle innovazioni digitali, e’ la comparsa dei mercati winner-take-all [chi vince prende tutto]. Caratterizzato com’e’ da costi marginali pari a zero, economia delle piattaforme e big data, di fatto il mondo digitale permette alle imprese di maggior successo di dominare i mercati mondiali.
Tra le opportunita’ a loro disposizione, c’e’ quella di vendere agli inserzionisti i dati raccolti dai clienti […]
Qual e’ il risultato e’ presto detto: le imprese vincenti si accaparrano rendite monopolistiche che superano per diversi ordini di grandezza il costo opportunita’ dei fattori di produzione impiegati (terreni, capitale e capacita’ umane).
All’inizio del 2022, tra le dodici societa’ di maggior valore a livello mondiale si annoveravano ben otto imprese tecnologiche, vale a dire Apple, Microsoft, Alphabet, Amazon, Meta Platforms, Nvidia, Taiwan Semiconductor Manufacturing e Tencent Holdings, di cui sei americane, una cinese e una taiwanese. Sono tutte monopoli, o quasi.

Info:
https://www.ilfoglio.it/cultura/2024/08/05/news/il-mondo-di-oggi-si-e-rotto-a-margine-del-libro-di-martin-wolf-6818502/
https://www.ilmonocolo.com/post/la-crisi-del-capitalismo-democratico

https://www.editorialedomani.it/economia/libro-martin-wolf-bh9jht73

Societa’/Wagenknecht

Sahra Wagenknecht – Contro la sinistra neoliberale – Fazi (2022)

Il passaggio dalla societa’ industriale a quella del terziario e’ stato dunque favorito da tre processi: l’automatizzazione della produzione, la globalizzazione dei processi produttivi e l’outsourcing.
Mentre il primo processo ha reso l’economia piu’ produttiva ed efficace, per quanto riguarda gli altri due non si e’ trattato di tecnologie moderne, ma di una strategia aggressiva per una nuova distribuzione dei redditi all’interno degli Stati industrializzati: a favore dei proprietari di grandi capitali finanziari e industriali, ai quali e’ arrivata la gran parte dei guadagni delle multinazionali e delle banche, e ai danni del ceto medio, in particolar modo degli operai delle industrie, che hanno dovuto fare ricorso agli uffici di collocamento o si sono reinventati in qualche professione dei servizi malpagata e priva di tutele […]
Molti operai un tempo attivi nelle industrie hanno vissuto un drammatico crollo sociale con la perdita del posto di lavoro e il passaggio all’impiego in servizi poco qualificati: tutto cio’ per cui si e’ combattuto per due secoli – sicurezza, norme collettive, contratti di lavoro standardizzati, possibilita’ di avanzamento, tutto e’ andato perso nel giro di pochi decenni.
E sulla testa di quanti sono riusciti finora a conservare il posto di lavoro nell’industria, rimanendo dunque in un settore al momento piu’ protetto e meglio pagato, pende comunque la spada di Damocle, minacciosa e sgradevole, che possa finire male anche per loro o almeno per i loro figli. Anche perche’ lavoro occasionale e contratti a termine sono entrati prepotentemente pure nelle fabbriche e i salari minimi si sono fatti strada nelle professioni classiche dell’industria.
Continue riorganizzazioni dei processi produttivi e contratti diversissimi per attivita’ pressoche’ identiche minano il senso di coesione tra le maestranze. Anche le possibilita’ di avanzamento per gli operai specializzati ma privi di formazione accademica sono ormai praticamente pari a zero.
Colpisce vedere quanto oggi siano di nuovo diffusi nella classe operaia sentimenti quali la paura, l’angoscia e il senso di vulnerabilita’.

Info:
https://www.lafionda.org/2022/06/15/recensione-di-contro-la-sinistra-neoliberale-di-sahra-wagenknecht/
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2022/05/wagenknecht-lespresso.pdf
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2022/06/wagenknecht-domenica-il-sole-24-ore.pdf
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2022/07/wagenknecht-il-fatto-quotidiano.pdf
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2022/11/wagenknecht-lindice-dei-libri-del-mese.pdf
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2022/07/wagenknecht-avvenire.pdf
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-recensione_di_contro_la_sinistra_neoliberale_di_sahra_wagenknecht/39329_46608/
https://www.sinistrainrete.info/sinistra-radicale/27587-danilo-ruggieri-la-sinistra-alla-moda.html

Lavoro/Fana

Marta Fana -Non è lavoro, è sfruttamento – Laterza (2017)

Il settore della logistica emerge pienamente come risultato della trasformazione industriale che, negli ultimi trent’anni, ha frantumato i processi produttivi attraverso il meccanismo dell’esternalizzazione.
Nella maggior parte dei casi essa consiste nell’affidamento a terzi delle attivita’ di stoccaggio e trasporto delle merci attraverso le catene di appalto. In questo modo le aziende madri mirano a minimizzare i costi legati alla distribuzione dei propri prodotti, mentre le imprese che operano nel mercato della logistica agiscono per massimizzare i propri profitti.
La logistica diventa quindi un nodo nevralgico della catena di valorizzazione del capitale, da un lato abbattendo i costi di produzione e dall’altro aumentando l’estrazione di profitto. In mezzo troviamo i lavoratori, schiacciati tra queste due forze.
All’espandersi del settore in termini di volumi, la dimensione d’impresa e’ aumentata, cosi’ come la concentrazione di quote sempre piu’ rilevanti del mercato in mano a un numero ridotto di imprese […] Quel che conta e’ la soddisfazione dei clienti, i consumatori, noi, pronti a inviare un feedback negativo se l’ordine non arriva puntuale, pronti a ricercare in modo febbrile il prezzo piu’ basso.
In una societa’ in cui, non a caso, al consumo e’ stata affidata la funzione di autorealizzazione dell’individuo, i colossi della logistica si presentano come pionieri del soddisfacimento dell’appetito dei consumatori, da corteggiare per non perdere neppure un ordine, ma anzi per guadagnarne altri due.
Per stare dietro a questa narrazione, i diritti dei consumatori sono diventati il baluardo della civilta’, mentre quelli dei lavoratori arretrano fino a permettere che l’assalto del capitale, attraverso l’intensificazione dello sfruttamento, penetri non soltanto nei rapporti di produzione ma anche in quelli della riproduzione sociale dei lavoratori che la subiscono […]
Il settore della logistica con il suo espandersi rappresenta quindi una chiave di lettura utile per riconoscere le contraddizioni di fondo del progetto neoliberista che emergono nelle decine di conflitti e lotte che popolano stabilimenti, interporti e magazzini d’Italia. Nel giro di pochi anni si sono succedute le lotte dei facchini della Caat di Torino, della Mirror di Ferrara, della Sda di Bergamo e Roma, della Tnt di Roma, di Dhl e Gls di Piacenza e Verona, dell’Ikea di Piacenza, o dei carrellisti e dei facchini della Coca-Cola di Nogara, ecc. Situazioni molto simili emergono in Cina, Marocco, Francia, Corea del Sud, Stati Uniti.

Info:
https://sbilanciamoci.info/non-lavoro-sfruttamento/
https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/10/07/non-e-lavoro-e-sfruttamento-proletari-di-tutto-il-mondo-svegliatevi/3897477/
https://attac-italia.org/non-e-lavoro-e-sfruttamento/
https://www.lacittafutura.it/recensioni/non-e-lavoro-e-sfruttamento