Capitalismo/Franzini

Disuguaglianze. Quante sono, come combatterle – Maurizio Franzini, Mario Pianta – Laterza (2016)

[Il capitalismo] si e’ rafforzato in diversi modi.
In primo luogo per gli effetti delle politiche di liberalizzazione: ai flussi di capitale e’ stata concessa piena liberta’ di movimento; la deregolamentazione ha permesso che la finanza si espandesse, che i valori dei patrimoni si gonfiassero con le bolle speculative, che il potere di mercato crescesse e si moltiplicassero le posizioni di rendita, a vantaggio dei piu’ ricchi. Le privatizzazioni hanno permesso alle relazioni di mercato e alla disuguaglianza ad esse associata di estendersi a nuovi settori, in particolare a quello dei servizi pubblici, che sono stati cosi’ trasformati da diritti sociali, accessibili a tutti, in beni di mercato, il cui acquisto dipende dalla capacita’ di spesa di ciascuno.
In secondo luogo, il lavoro si e’ indebolito per effetto di scelte politiche riguardanti il commercio internazionale, gli investimenti e le tecnologie, che hanno permesso alla produzione di organizzarsi su scala internazionale e di fare ampio ricorso a innovazioni che risparmiano lavoro. La conseguenza e’ stata che molti posti di lavoro sono svaniti e i salari dei lavoratori nei paesi avanzati sono caduti.
Il lavoro e’ stato indebolito in numerosi altri modi: riducendo il potere dei sindacati, rivedendo le norme a tutela dell’occupazione, creando posti di lavoro non standard attraverso una pluralita’ di contratti di lavoro temporanei, part-time, ecc., caratterizzati da salari piu’ bassi e da minor protezione, limitando il ruolo dei contratti di lavoro nazionali e permettendo una crescente frammentazione delle retribuzioni.
Con queste nuove regole, il capitale e’ stato in grado di sottrarre al lavoro 10-15 punti percentuali del reddito nazionale e nel mercato del lavoro sono emerse gravi disuguaglianze, con forti differenziazioni anche tra i salariati.
In terzo luogo, in particolare in Europa, le politiche di liberalizzazione degli scambi commerciali e dei movimenti dei capitali hanno favorito la concentrazione della produzione e il rafforzamento del potere di mercato, con la conseguenza di accrescere le disparita’ tra settori e regioni in termini di attivita’ economica, occupazione e salari. Dopo la crisi del 2008 si sono affermate tendenze che hanno reso ancora piu’ forti alcuni protagonisti dell’economia – i centri finanziari, alcune grandi banche e grandi imprese –, indebolendo invece altri soggetti economici, in particolare i lavoratori, e aggravando gli squilibri all’interno dei vari paesi. In Europa, nel complesso, i redditi di mercato si sono ulteriormente divaricati e la distribuzione del reddito e’ peggiorata.

Info:
https://www.circolidossetti.it/le-radici-economiche-della-disuguaglianza-maurizio-franzini/
https://eticaeconomia.it/autore/maurizio-franzini/
https://www.ilperiodista.it/post/disuguaglianze-cause-e-soluzioni-intervista-a-maurizio-franzini
https://sbilanciamoci.info/disuguaglianze-unanteprima-dal-libro-di-m-pianta-e-m-franzini/

Stato/Franzini

Disuguaglianze. Quante sono, come combatterle – Maurizio Franzini, Mario Pianta – Laterza (2016)

Fino agli anni Settanta nei paesi avanzati lo Stato, attraverso una vasta gamma di attivita’ e politiche, ha svolto un ruolo fondamentale nella riduzione delle disuguaglianze.
La distribuzione del reddito era governata da politiche complessive che riguardavano i redditi, la tassazione, il controllo degli affitti, la regolamentazione della finanza e dei flussi di capitale. Le disparita’ che emergevano dai meccanismi di mercato erano contenute da un sistema di tassazione fortemente progressivo, da imposte specifiche sui beni di lusso, da elevate imposte di successione che colpivano le eredita’, da un’ampia fornitura di servizi pubblici fuori dal mercato, dal sostegno al reddito dei meno fortunati.
Dagli anni Ottanta in poi quasi tutte queste politiche sono state cancellate (come nel caso dell’imposta di successione in molti paesi) o sostanzialmente indebolite (come nel caso dell’imposizione progressiva sul reddito).
Le politiche hanno preso la strada della liberalizzazione dei mercati e della deregolamentazione. Sono state introdotte politiche per modificare una lista infinita di ‘regole del gioco’ in nome dell’efficienza di mercato e della riduzione degli ‘sprechi pubblici’.
L’impresa privata e’ stata incoraggiata, la finanza privata e’ stata favorita ancora di piu’, la regolamentazione e’ stata ridotta, molte attivita’ pubbliche sono state privatizzate e, a volte, consegnate a ‘capitalisti oligarchi’. Quest’orizzonte neoliberale si è progressivamente affermato in tutti i paesi avanzati […]
In molti paesi europei l’intervento statale riguardava anche le attivita’ economiche, con le imprese pubbliche che gestivano infrastrutture, acqua, energia, comunicazioni, e operavano in una serie di settori chiave, dall’acciaio alla chimica e all’elettronica. Quando le attivita’ economiche vengono svolte da organizzazioni di proprieta’ pubblica – enti pubblici o imprese – i profitti o non esistono o costituiscono entrate per lo Stato, riducendo la tassazione; la loro attivita’ non porta ad accrescere la quota del capitale nella distribuzione del reddito o l’importanza della finanza. La gestione da parte dello Stato deve puntare all’efficienza e all’efficacia, non al massimo profitto […]
Dagli anni Ottanta, la spinta verso la privatizzazione delle imprese pubbliche e dei servizi pubblici, e verso l’esternalizzazione a organizzazioni private della fornitura di servizi – imprese e organizzazioni non profit – ha collocato gran parte di tali attivita’ in contesti di mercato, rompendo tutte le condizioni che avevano limitato le disuguaglianze in tali settori.

Info:
https://www.circolidossetti.it/le-radici-economiche-della-disuguaglianza-maurizio-franzini/
https://eticaeconomia.it/autore/maurizio-franzini/
https://www.ilperiodista.it/post/disuguaglianze-cause-e-soluzioni-intervista-a-maurizio-franzini
https://sbilanciamoci.info/disuguaglianze-unanteprima-dal-libro-di-m-pianta-e-m-franzini/

Capitalismo/Franzini

Disuguaglianze. Quante sono, come combatterle – Maurizio Franzini, Mario Pianta – Laterza (2016)

Il problema dei ‘super ricchi’. Un fenomeno recente, di grande importanza in molti paesi, e’ la forte crescita della quota di reddito appropriata dai piu’ ricchi […]
Il 10%, l’1%, o addirittura lo 0,1% piu’ ricco della popolazione concentra quote molto elevate dei profitti e delle rendite finanziarie oltre che dei guadagni estremi dei top manager, dei professionisti piu’ famosi e delle ‘star’ dello sport e dello spettacolo […]
La crescente importanza della ricchezza ereditata ha serie implicazioni. Il passato tende a contare piu’ del presente e del futuro e percio’ si affermera’ un modello di distribuzione del reddito che ha poco a che fare con il merito, l’efficienza economica e la giustizia sociale.
Il divario tra coloro che vivono della ricchezza ereditata e coloro che vivono dei loro redditi da lavoro si allarga e a causa di cio’ l’eredita’ accresce ulteriormente le disparita’ di reddito. Infatti, la ricchezza ereditata e’ distribuita in modo molto disuguale e, se la sua importanza cresce, la disuguaglianza aumentera’ e tendera’ a trasmettersi sempre piu’ da una generazione all’altra.
Le forze che determinano queste tendenze possono essere facilmente individuate.
La prima e’ l’aumento del tasso di rendimento sulla ricchezza sottolineato da Piketty nel suo libro, che ha permesso di accrescere i valori patrimoniali trasmessi attraverso i lasciti ereditari.
Il secondo meccanismo e’ il trattamento fiscale: le imposte di successione possono essere uno strumento efficace contro la concentrazione della ricchezza.
In molti paesi il trattamento fiscale delle eredita’ e’ divenuto piu’ favorevole, e questa e’ una delle principali ragioni delle tendenze in atto […]
In un buon numero di paesi sono state introdotte modifiche che hanno reso piu’ facile trasferire la ricchezza dai genitori ai figli, alle figlie o ad altri parenti; in particolare, le aliquote fiscali sono state ridotte e le soglie di esenzione sono state innalzate […]
Il ripristino delle imposte di successione appare necessario per evitare che la disuguaglianza continui a crescere.

Info:
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Capitalismo/Franzini

Disuguaglianze. Quante sono, come combatterle – Maurizio Franzini, Mario Pianta – Laterza (2016)

Le prospettive liberali hanno a lungo sostenuto che l’uguaglianza delle opportunita’ e’ cio’ che conta e che le disparita’ nei risultati che seguono da tale condizione sono socialmente accettabili ed economicamente efficienti.
In altre parole, ‘questa disuguaglianza non importa’ da un punto di vista etico, politico o economico. C’e’ ampia evidenza che le economie avanzate negli ultimi decenni sono rimaste ben lontane dal concedere pari opportunita’ a tutti e, d’altro canto, vi sono poche prove che un’alta disuguaglianza sia associata a una maggior crescita e percio’ potrebbe essere giustificata.
Il punto che vogliamo sottolineare qui, tuttavia, va oltre tale argomentazione tradizionale e si concentra sulla novita’ della disuguaglianza di oggi.
La nuova natura della disuguaglianza contemporanea sta cambiando il quadro della discussione in almeno tre aspetti.
In primo luogo, la disuguaglianza di oggi e’ in gran parte prodotta dall’estremo aumento dei redditi dei ‘super ricchi’ – che ottengono profitti, rendite finanziarie e retribuzioni molto elevate – e da un sistema sempre piu’ polarizzato di distribuzione del reddito e della ricchezza. Tutto cio’ e’ associato a un crollo delle opportunita’ di mobilita’ sociale basate sull’istruzione e a una maggior persistenza delle disuguaglianze attraverso le generazioni. Il privilegio economico sta diventando sempre piu’ forte ed e’ sempre piu’ ereditato – un ritorno a una caratteristica della disuguaglianza che era tipica di un secolo fa […]
In secondo luogo […] i meccanismi che producono disuguaglianze nei paesi avanzati sono diventati piu’ complessi, e riguardano i processi di distribuzione del reddito, ma anche l’istruzione, la posizione nel mondo del lavoro, l’origine familiare, ecc. Questo porta a esiti economici e sociali caratterizzati da una maggiore frammentazione sulla base delle condizioni di classe, di status, di genere, e cosi’ via […]
In terzo luogo, le condizioni economiche e sociali alla base delle dinamiche delle disuguaglianze sono determinate da un quadro di riferimento che comprende le istituzioni – sovranazionali e nazionali – e i processi politici che definiscono le azioni dei governi e l’entità della redistribuzione […]
La disuguaglianza e’ evitabile, perche’ una redistribuzione potrebbe migliorare le condizioni dei piu’ svantaggiati senza peggiorare troppo quelle dei piu’ abbienti.
Un fattore chiave nel determinare tale disuguaglianza radicale e’ rappresentato dalle regole istituzionali globali, che, lungi dall’essere ‘neutrali’, sono il risultato dei rapporti di forza e del potere politico dei diversi attori coinvolti, con un ruolo dominante degli interessi dei paesi ricchi e delle elite dei paesi poveri.  

Capitalismo/Franzini

Disuguaglianze. Quante sono, come combatterle – Maurizio Franzini, Mario Pianta – Laterza (2016)

Una disuguaglianza che viene alimentata dal forte aumento dei redditi piu’ elevati presenta caratteristiche che ricordano l’ancien regime precedente alla rivoluzione francese.
La nuova ‘aristocrazia del denaro’ concentra la ricchezza in proporzioni che erano state a lungo dimenticate.
Il mantenimento e l’estensione della massa di questa ricchezza hanno la priorita’ sulla crescita dei flussi di reddito. Il risultato – come ha mostrato Piketty (2013) – e’ un crescente rapporto capitale/reddito e una maggiore concentrazione dei rendimenti del capitale, soprattutto in economie caratterizzate da una piu’ lenta crescita del Pil.
Il modo in cui tale ricchezza viene ottenuta e’ sempre meno il risultato di processi competitivi, innovazioni schumpeteriane, successi sul mercato. Ha sempre piu’ a che vedere con rendite monopolistiche, protezioni dalla concorrenza, bolle immobiliari e finanziarie.
I ‘super ricchi’ hanno sempre piu’ le caratteristiche di oligarchi, la cui ricchezza proviene dal potere e dal privilegio – protezioni politiche, posizioni monopolistiche, acquisizioni di imprese pubbliche privatizzate – piuttosto che dal successo economico.

Info:
https://www.rivisteweb.it/doi/10.7384/84410
https://www.pandorarivista.it/articoli/il-mercato-rende-diseguali-di-franzini-e-raitano/
https://www.ilperiodista.it/post/disuguaglianze-cause-e-soluzioni-intervista-a-maurizio-franzini
https://sbilanciamoci.info/disuguaglianze-quante-sono-come-combatterle/