Green New Deal/Termini

Valeria Termini – Energia. La grande trasformazione – Laterza (2020)

I valori dell’Illuminismo che accompagnarono la rivoluzione industriale in Europa furono in larga misura responsabili dello scarso rispetto della natura dell’Occidente, nei due secoli passati; le risorse naturali diventarono un mezzo da adattare ai fini della crescita della ricchezza, materie prime da sfruttare per il ciclo della produzione e del consumo, in una visione della scienza che proseguiva lo spirito faustiano di dominio dell’uomo sulla natura.
La nuova era che si apre oggi con la grande trasformazione energetica inverte questa prospettiva, apre una nuova traiettoria scientifica e una ricollocazione dell’umanita’ nel pianeta.
L’energia rinnovabile autoprodotta localmente dai consumatori in piccoli impianti si sostituisce alle grandi centrali di combustibili fossili; l’eccesso non si spreca, puo’ essere rivenduto in rete, grazie al connubio con le tecniche digitali […]
In direzione opposta alla rivoluzione industriale, questa trasformazione e’ parte del processo che frammenta le grandi concentrazioni industriali in una moltitudine di centri produttivi; la filiera industriale si delocalizza e si decompone in mille segmenti nell’era post-fordista.
L’energia elettrica e’ prodotta localmente, sui tetti delle case, sui pannelli dei capannoni industriali, nelle distese di pale eoliche.
La maggior parte delle grandi aziende di servizi di pubblica utilita’ che hanno prosperato nel monopolio della produzione nel secolo scorso ne soffre […]
Il tema della protezione del pianeta e’ passato, cosi’, dall’attenzione degli ambientalisti a quella dei capi di governo, dei ministri delle Finanze e dell’industria: implica decisioni industriali strategiche, coinvolge il mondo della finanza e della politica.
Si trasforma da problema morale a obiettivo economico-politico. Diventa dominio degli economisti

Info:
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Economia di mercato/Termini

Valeria Termini – Energia. La grande trasformazione – Laterza (2020)

Emerge il ruolo centrale del gas, al posto del petrolio, e delle fonti pulite, ma anche il peso dei minerali pesanti e delle terre rare, per produrre batterie e strumenti di supporto al funzionamento delle fonti rinnovabili […]
Il mercato del gas e’ caratterizzato oggi da un’analoga abbondanza dell’offerta globale, altrettanto inaspettata e generata da due innovazioni radicali nella prima decade del 2000.
La prima e’ lo shale gas, estratto con le nuove tecniche dalle rocce bituminose, che ha portato al ritrovamento di immense riserve negli Stati Uniti; e’ utile notare che la scoperta dello shale gas e’ stata agevolata da una completa mappatura del sottosuolo da parte dell’amministrazione militare, mostrando ancora una volta che il governo e’ spesso protagonista occulto nelle innovazioni radicali e nelle strategie di lungo corso delle imprese americane, al di la’ dell’ideologia neoliberista.
In secondo luogo, la rivoluzione del trasporto via mare ha modificato il peso e il potere di mercato dei paesi produttori nel mondo, provocando la seconda rivoluzione del settore […]
La rivoluzione dei trasporti, invece, con lo sviluppo degli scambi via mare, ha avviato il tramonto dell’oligopolio del gas, prefigurando la fine del dominio incontrastato di pochi paesi produttori. Ha reso globale il mercato, poiche’ le navi possono percorrere qualsiasi distanza e garantire flessibilita’ agli scambi.

Info:
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Geoeconomia/Termini

Valeria Termini – Energia. La grande trasformazione – Laterza (2020)

Tre indizi mostrano la trasformazione politica che si sta preparando attraverso il gas e il nuovo quadro aperto dal GNL [gas naturale liquefatto], dopo il via libera di Trump alle esportazioni.
Gli Stati Uniti, resi piu’ indipendenti dalla produzione in Medio Oriente, possono esportare il loro gas per nave nei due principali bacini lontani della domanda, in Europa e nell’Asia-Pacifico.
Sfidano il predominio russo in Europa e i loro carichi di GNL raggiungono l’Asia attraverso i mari cinesi meridionali. Da cio’ nasce un ridimensionamento della centralita’ della regione del Golfo e del Mediterraneo nella strategia statunitense, se non in chiave di contenimento della potenza russa e di un pericoloso interesse militare per i mari cinesi meridionali.
Il secondo indizio e’ nella politica del Qatar, che lascia l’OPEC dopo la barriera politica eretta da Arabia Saudita, Bahrein ed Emirati Arabi nel grande conflitto per il dominio della regione del Golfo che contrappone il regno saudita all’Iran, cui il Qatar e’ legato da interessi comuni.
E’ un contrasto che non si esaurisce certo nelle differenze religiose e culturali tra sciiti e sunniti, ma vede coinvolte ancora una volta le due potenze mondiali: la Russia, con l’Iran insieme alla Turchia, e gli Stati Uniti, con l’Arabia Saudita e di recente, in parte, Israele.
Infine la Russia, posta di fronte ai nuovi scenari del GNL, si attrezza anche sul terreno delle infrastrutture per il GNL, costruendo nuovi impianti di rigassificazione e liquefazione. Cio’ mostra perche’ la Crimea e il Mediterraneo hanno assunto un ruolo centrale: sono necessarie a Putin anche per ospitare le infrastrutture per gli scambi di gas e contrastare l’arrivo degli americani che rischiano di indebolire il potere russo nella competizione sul gas, sul quale la Russia costruisce il proprio bilancio pubblico.
Nella nuova abbondanza di gas il Mediterraneo gioca un ruolo centrale anche per le scoperte di grandi riserve: il nuovo giacimento di Zohr, in Egitto, si affianca a quelli trovati nei primi anni Duemila nel Mediterraneo Orientale; essi offrono un bacino di risorse che ha superato le esigenze interne dei paesi produttori della sponda meridionale – Israele, Egitto, Giordania – ed e’ pronto per essere esportato […]
Il futuro del gas e’ centrale nella grande trasformazione energetica: il gas e’ il combustibile scelto nella transizione per garantire la continuita’ del servizio energetico, poiche’ le sue emissioni di CO2 nell’atmosfera sono le piu’ contenute tra i combustibili fossili e le fonti rinnovabili non sono ancora del tutto autonome.
Anche i costi relativi giocano a favore del gas tra le fonti fossili; i prezzi del gas sono divenuti estremamente convenienti nei nuovi scenari aperti dallo shale gas negli Stati Uniti e dal trasporto via mare del gas liquefatto, che ha aperto il mercato a una concorrenza globale.

Info:
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Geoeconomia/Termini

Valeria Termini – Energia. La grande trasformazione – Laterza (2020)

Nella filiera industriale della produzione di energia da fonti rinnovabili, invece, la Cina e’ all’avanguardia, forte in ogni fase.
In primo luogo per la disponibilita’ di terre rare, materie prime essenziali per la produzione di batterie, pannelli solari e altri prodotti intermedi, delle quali la Cina dispone nel proprio territorio (la maggiore quantita’ di terre rare nel mondo si estrae nella provincia di Jiangxi) e controlla larga parte dell’estrazione nel piccolo nucleo di paesi per lo piu’ in Africa – il Congo ha il 60% delle riserve mondiali di cobalto, concentrate nella regione meridionale di Lualaba, e la Cina ne controlla oggi la maggior parte grazie alla politica di lungo periodo impostata nel nuovo millennio […]
Scendendo poi a valle della filiera produttiva, la Cina dispone delle principali imprese che operano nel mondo nella tecnologia piu’ avanzata del digitale, indispensabile per la diffusione della generazione di energia elettrica distribuita attraverso reti e contatori intelligenti da innestare anche sulla telefonia mobile; tre di esse sono parte delle prime dieci imprese mondiali nella classifica di Bloomberg.
Infine, la Cina e’ sulla frontiera tecnologica della produzione di energia eolica e solare e della componentistica […]
Il tasso di crescita degli investimenti nelle fonti pulite e’ stato molto elevato: nel 2016 la Cina ha investito 78 miliardi di dollari in energie rinnovabili, superando gli Stati Uniti (46,5 miliardi) e l’Europa (59 miliardi). Al punto che nel 2018 il 40% dei nuovi impianti di produzione elettrica da fonti rinnovabili nel mondo e’ in Cina.

Info:
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Geoeconomia/Termini

Valeria Termini – Energia. La grande trasformazione – Laterza (2020)

“Gli Stati Uniti aprirono alla Cina negli anni Settanta (e’ del 1972 la visita ufficiale di Nixon e Kissinger a Mao) e lo fecero in funzione antisovietica, per rompere sul nascere un possibile fronte sino-sovietico durante la guerra fredda. E ottennero quel risultato strategico.
Ma all’inizio degli anni Ottanta l’economia cinese era ancora pari al 10% di quella americana dell’era di Reagan; raggiunse il 60% nel 2007, il 100% nel 2017, superando in quell’anno gli Stati Uniti (con un PIL di 19,6 trilioni di dollari a parità di potere d’acquisto) fino a raggiungere il 104% nel 2018.
La Cina e’ diventata la prima potenza economica mondiale in soli trent’anni di crescita straordinaria […]
Non e’ solo l’economia a contrapporre le due potenze.
La visione di Cina e Stati Uniti poggia su radici culturali opposte. In estrema sintesi, la maggior parte dei contrasti deriva da due fondamenti: il rapporto tra individuo e societa’, il primo, e quello tra umanita’ e natura, il secondo […]
Mentre il pensiero dominante dell’Occidente, degli Stati Uniti in particolare, si concentra sull’individuo (dopo l’Ottocento sull’utilita’ individuale), sulla liberta’ della persona rappresentata dai valori della democrazia, per la Cina le sorti individuali sono di scarso rilievo; e’ centrale invece la responsabilita’ dell’individuo nei confronti della comunita’, della societa’, dello Stato, dell’universo. Inoltre, secondo elemento di contrapposizione, il rapporto dell’umanita’ nella natura e nel cosmo. I fondamenti e le radici millenarie del pensiero di Confucio, rimasto dominante nelle sue diverse forme dal VI secolo a.C. al 1912 quando l’impero cinese si sgretolo’, si fondano sulla divisione del mondo tra “regno dell’uomo” e “regno della natura”; questa divisione attribuisce al cosmo l’equilibrio spontaneo del “regno della natura”, che si autoregola al suo interno e che l’umanita’ non deve scalfire, ma solo rispettare attraverso i suoi comportamenti individuali e collettivi.
Il “regno dell’umanita’”, al contrario, richiede regole di comportamento necessarie a costruire e tramandare nel pensiero comune il riconoscimento delle gerarchie, il rispetto e la sottomissione ad esse, allo scopo di ottenere un equilibrio sociale, nel quale la liberta’ dell’individuo ha scarso peso.
Questo insieme di regole garantisce infatti che sia rispettata l’armonia del cosmo, il cui equilibrio risponde alle leggi spontanee della natura, che non devono essere turbate. Questa visione e’ stata ripresa con forza oggi nella rivoluzione del pensiero cinese operata da Xi Jinping.
Ben diversa e’ la cultura economica maturata in Occidente. L’individuo e’ al centro dell’universo, i diritti e la liberta’ della persona sono al cuore della tutela delle istituzioni democratiche. Attraverso la tecnica, l’innovazione, la curiosita’ dell’individuo e la creativita’ innovativa, l’umanita’ si impadronisce delle risorse della natura e le sfrutta fino a modificarne gli equilibri in modo irreversibile, nell’era dell’Antropocene.
E’ una concezione del mondo che prende il sopravvento dopo la rivoluzione industriale, plasmando il pensiero che diventa egemone dopo la rivoluzione francese e le grandi scoperte dell’Ottocento […]
In estrema sintesi, la curiosita’ e il profitto individuale sono il motore della dinamica occidentale; l’armonia nel cosmo muove invece la dinamica della storia cinese.

Info:
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Geoeconomia/Termini

Valeria Termini – Energia. La grande trasformazione – Laterza (2020)

Il Novecento e’ stato il secolo del petrolio e del dollaro: entrambi hanno segnato il predominio degli Stati Uniti dopo la seconda guerra mondiale.
Il loro ruolo nel mondo ha corrisposto l’uno alla capacità delle multinazionali statunitensi di controllare la filiera petrolifera, per lo piu’ sostenute dal governo; l’altro alla guida valutaria americana, fondata a Bretton Woods nel 1944 intorno a regole globali costruite sulla centralita’ del dollaro. Entrambi sono stati alimentati da hard power (la forza militare) e soft power (l’egemonia del modello americano) degli Stati Uniti […]
Dopo i conflitti degli ultimi decenni, il petrolio ha iniziato a perdere terreno, via via affiancato dalle nuove fonti rese disponibili dall’innovazione tecnologica, efficienti, meno inquinanti ed economicamente convenienti; quanto al dollaro, si e’ iniziata a ridurre lentamente la sua centralita’ indiscussa e univoca a partire dalle transazioni commerciali, tra le quali i flussi di petrodollari avevano giocato un ruolo essenziale.
La grande crisi del nuovo millennio (2008-2009) con epicentro nei flussi finanziari in dollari, l’emergere di contrasti gestiti dalla presidenza americana in modo non cooperativo con potenze rivali – la Cina, fra tutte, che si pone al centro di un nuovo asse di sviluppo alternativo – e da ultimo ma di rilievo la riduzione del soft power statunitense fanno intravedere la possibilita’ di un futuro multipolare, rispecchiato anche nelle valute e nelle nuove risorse utilizzate

Info:
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Geoeconomia/Termini

Valeria Termini – Energia. La grande trasformazione – Laterza (2020)

Peso crescente del gas tra le fonti fossili di energia.
Oggi sul totale dell’energia consumata nel mondo, quasi 14 miliardi di metri cubi (mmc), il gas copre il 24% (3.848 mmc nel 2018), il petrolio il 34% e il carbone, in forte calo, il 27%.
Per dare una misura del lento ma continuo cambiamento globale, ricordo che in Cina il gas, nonostante sia oggi in forte crescita, copre solo il 7% delle fonti primarie. L’uso del carbone e’ ridimensionato per motivi ambientali e nel nuovo millennio il gas cresce anche a scapito del petrolio, perche’ il prezzo relativo dal gas e’ reso piu’ conveniente dalla grande abbondanza aperta con lo shale gas negli Stati Uniti nella prima decade del 2000, seguita dalle scoperte e dall’estrazione dello shale in Cina e in Australia. Da tre anni lo shale e’ estratto anche in Siberia, nonostante le dichiarazioni contrarie di Putin, e di recente e’ stata autorizzata l’estrazione nei grandi giacimenti dell’Algeria (2019) tra le proteste della popolazione, allertata per motivi ambientali […]
Ma e’ il GNL a rivoluzionare il quadro, a modificare il peso dei diversi paesi produttori e a porre le basi del cambiamento geopolitico che anche attraverso il gas sara’ un portato della grande trasformazione.
Mentre Stati Uniti e Russia continuano a contendersi il primato tra i produttori e il Canada mantiene una posizione stabilmente forte, negli anni Duemila compaiono con il GNL altri contendenti sul mercato globale – Iran, Algeria, Regno Unito, Norvegia, nel 2005  […]
Se i gasdotti avevano creato le condizioni di monopolio naturale per il trasporto e strozzature negli scambi, vincolando la distanza, tutto cambia con il trasporto via mare. I paesi che producevano per la regione limitrofa oggi sono sostituiti da altri e il gas viaggia ovunque, dall’Australia, dagli Stati Uniti, dal Qatar, verso i confini asiatici ed europei […]
La competizione sul gas si fa via via piu’ serrata.
La concentrazione del mercato rimane elevata, ma la concorrenza potenziale tra produttori fa abbassare il prezzo e rende competitivo il gas, combustibile della transizione, a beneficio dei consumatori

Info:
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