Stato/Pennacchi

Laura Pennacchi – Democrazia economica. Dalla pandemia a un nuovo umanesimo – Castelvecchi (2021)

La stessa proprieta’ privata non esiste “in natura”, non e’ un’entita’ materiale ma un insieme di diritti e regole.
Questa e’ stata, del resto, l’intuizione degli illuministi David Hume e Immanuel Kant, i quali hanno concepito la proprieta’ come un’istituzione politica, assumente forme e tipologie modellate dalla societa’, dallo Stato e dagli apparati istituzionali.
Nelle societa’ senza Stato i poteri privati, spesso violenti, monopolizzano tutta la ricchezza disponibile […]
Non a caso l’affermazione della proprieta’ avvenuta nel Seicento e nel Settecento e’ servita a combattere la politica di confisca del potere assoluto, in un processo indistinguibile da quello che porto’ alla creazione di istituzioni rappresentative efficaci e che rimise in discussione la primogenitura e l’ordine della successione ereditaria, sgretolando le basi del potere dell’aristocrazia terriera europea […]
Il problema nasce quando […] mercato e proprieta’ privata, nati dalle lotte per la liberta’ contro il potere feudale e l’assolutismo, creano, con le rivoluzioni industriali e il successivo tumultuoso sviluppo economico, inedite forme di insicurezza […]
Dunque, anche l’ideologia della proprieta’ e’ cambiata nel tempo a mano a mano che cambiavano le fonti di insicurezza […]
Era «simbolo di sicurezza nei confronti dei capricci dell’autorita’ politica e della violenza degli attaccabrighe», ma quando altri capisaldi di sicurezza (per esempio, attraverso un sistema giuridico piu’ affidabile) furono messi a punto, «la proprieta’ privata perdette parte della sua responsabilita’ e comincio’ a essere vista essa stessa come fonte di insicurezza»

Info:
https://www.rivisteweb.it/doi/10.7384/101090
http://www.castelvecchieditore.com/2021/03/06/democrazia-economica-di-laura-pennacchi/

Stato/Azzara’

Stefano Azzara’ – Il virus dell’occidente. Universalismo astratto e sovranismo particolarista di fronte allo stato di eccezione – Mimesis (2020)

Nelle societa’ di classe, la cosiddetta sovranita’ dello Stato […] indica in realta’ sin dalla sua genesi la superiorita’ dello Stato sui cittadini e cioe’ essa “e’ l’alibi che consente ai rappresentanti dello Stato di esonerarsi da qualsiasi obbligo che legittima un controllo da parte dei cittadini”.
In questo senso, proprio la sovranita’ statale – come sovranita’ di uno Stato egemonizzato dai poteri privati – e’ stata la prima garanzia del meccanismo neoliberale. Un meccanismo che, al contrario di quanto molti pigramente ritengono, non oblitera per nulla il ruolo dello Stato ma “lo richiede” e lo ridefinisce, cosi’ che Hayek – del quale Dardot e Laval hanno minuziosamente ricostruito le posizioni – lo ripresenta come il “guardiano” dell’“ideale di una societa’ basata sul diritto privato”.
“Pubblico” invece, “e’ assolutamente irriducibile a ‘statale’”, perche’ rinvia “non alla sola amministrazione statale, ma all’intera collettivita’ in quanto essa e’ costituita dall’insieme dei cittadini”.
In questo senso, per loro, “i servizi pubblici non sono i servizi dello Stato nel senso che lo Stato potrebbe disporne a suo piacimento” e “non sono neppure una proiezione dello Stato”, ma “sono pubblici in quanto sono ‘al servizio del pubblico’”.
Essi “non costituiscono una manifestazione della potenza dello Stato, ma un limite del potere governativo”; sono “cio’ per cui i governanti sono i servi dei governati”.
Come tali, questi servizi “rientrano nel principio della solidarieta’ sociale” e non certo “nel principio della sovranita’”, il quale rimane “incompatibile con quello della responsabilita’ pubblica”.
Nonostante le previsioni dei suoi fautori, non e’ affatto detto, percio’ – e questo e’ giusto anche a prescindere dal pregiudizio di Dardot e Laval verso lo Stato e dalla loro teoria del Comune –, che il ritorno dello Stato coincida necessariamente con il ritorno del welfare, visto che il suo ritrovato intervento potrebbe tranquillamente limitarsi, come abbiamo gia’ visto in abbondanza, a “sostenere l’attivita’ delle imprese private” e a “garantire il sistema finanziario”, funzionando nel suo potere pubblico come semplice prosecuzione del potere privato.
Cosi’ come non e’ vero, reciprocamente, che la richiesta di una ricostruzione dei servizi pubblici sia o debba essere di per se’ sinonimo di “ripiegamento identitario sulla nazione” o sulla comunita’ […] dato che questa esigenza che spaventa i biopolitici puo’ esprimere anche “un senso dell’universale che attraversa le frontiere e ci rende tanto sensibili alle prove vissute dai nostri ‘concittadini in pandemia’, siano essi italiani, spagnoli e, infine, europei e non”.
Queste considerazioni ci aiutano a capire che un eventuale ‘ritorno dello Stato’ e della politica non garantisce automaticamente nulla, perche’ il suo reale significato dipende alla fine anch’esso dai rapporti di forza tra i gruppi sociali che si muovono al suo interno e che cercano, ciascuno a proprio modo, di condizionarne le scelte e di definire il carattere concreto del potere istituzionalizzato.
Dipende da chi, cioe’, nello Stato ha conseguito o sta conseguendo l’egemonia e da come lo Stato, a partire da queste spinte e controspinte che lo investono, si posiziona effettivamente nel conflitto sociale tra gli interessi in gioco. Lo Stato, infatti, non si esaurisce per nulla in quella macchina autonoma e impersonale descritta da Agamben e Di Cesare ma, pur avendo un proprio sviluppo interno che si muove per linee endogene, e’ anzitutto un campo di battaglia tra interessi diversi e la sua natura e’ definita in primo luogo proprio dalla risultante dei loro conflitti […]
Lo Stato puo’ essere dunque potere e autorita’ che esercita una “garanzia” generale a tutela di tutti i propri membri; oppure puo’ essere semplice autoritarismo mediante il quale i garantiti si tutelano tra loro amplificando i propri poteri a discapito di chi garantito non e’.

Info:
https://www.mimesisedizioni.it/rassegna/il-manifesto-virus-occidentali-e-le-aspre-contese-delle-due-destre-su-il-virus-delloccidente-di-stefano-g.-azzara-.pdf
https://www.lacittafutura.it/recensioni/il-virus-dell%e2%80%99occidente
https://sinistrainrete.info/societa/18241-stefano-g-azzara-il-virus-dell-occidente.html

Stato/Azzara’

Stefano G. Azzara’ – Il virus dell’occidente. Universalismo astratto e sovranismo perticolarista di fronte allo stato di eccezione – Mimesis (2020)

Per quanto le frontiere possano essere abbassate e i capitali e le merci possano circolare liberamente, avverte Aresu, rimane sempre anche nelle relazioni commerciali il caveat della “sicurezza nazionale”.
Non bisogna sottovalutare “il peso della sicurezza nella costruzione dell’economia” e di conseguenza non puo’ essere minimizzato “lo spazio politico di chi decide cos’e’ sicurezza e cosa non lo e’”, quel livello che da’ “forma alla decisione” e che, anzitutto “attraverso provvedimenti giuridici”, disegna le possibilita’ ma anche i limiti del commercio stesso.
Anche in un mondo aperto esiste un “primato della difesa sulla ricchezza” e questo assioma “accompagna anche i capitalismi contemporanei come un’ombra”, obbligandoli secondo le circostanze a un pragmatico “pendolo tra Stati e mercati”. […]
Questo fa si’ che rimanga centrale il ruolo “dello Stato” ma rende particolarmente rilevanti anche “le modalita’ con cui il potere statuale si declina in apparati burocratici, nei confini del politico e dell’economico”, oltre che “gli ordini giuridici con cui i mercati interagiscono” e dunque “la storia dello spazio in cui viene codificato il capitalismo” […]
Le relazioni economiche, all’esterno ancor piu’ che all’interno delle nazioni, “non sono estranee ai rapporti di potere” ma anzi “determinano le distinzioni tra soggetto e oggetto”. Commercio e societa’ commerciale mondiale, dunque, ripropongono a un diverso livello l’eterna questione della politica e cioe’ quella della sicurezza: con l’allargamento della sfera dei traffici, “la societa’ commerciale di Smith porta a una progressiva estensione della sicurezza” e non a un suo dissolvimento nello scambio, perche’ in essa rimane vivo il problema di un “impiego efficiente del capitale”, la cui espansione ha bisogno di “spazi in cui esiste una ‘tollerabile sicurezza’”.
E’ chiaro che tutto questo suscita immensi problemi di ordine politico e anche giuridico, ai quali le esigenze del commercio rimangono inevitabilmente subordinate […]
Bisogna prendere atto che “il mondo in cui viviamo è quello della ‘ambigua e inquieta continuita’ degli Stati nazionali’”, ciascuno con le proprie peculiarita’ sistemiche, i propri interessi e la propria strategia.
Nonostante tutti gli accordi transnazionali, dunque, “il presidio militare dei confini e’ tutt’altro che sparito”. E di questo deve sempre tener conto il mercato, il quale e’ una “creazione giuridica” che dagli Stati dipende e dunque “non e’ onnipotente ma subordinato rispetto alle esigenze della sicurezza nazionale”.
Sulla base della propria esigenza di sopravvivenza o rafforzamento, la grande potenza puo’ manipolare le forme dei mercati, i quali sono sempre “creazioni politiche scomposte e ricomposte dai conflitti e la cui stessa definizione determina “vincitori e vinti, ferite e tregue”.
E allora “fino a che punto vale, anche nella nostra epoca, una distinzione chiara tra Stati e mercati”?

Info:
https://www.mimesisedizioni.it/rassegna/il-manifesto-virus-occidentali-e-le-aspre-contese-delle-due-destre-su-il-virus-delloccidente-di-stefano-g.-azzara-.pdf
https://www.lacittafutura.it/recensioni/il-virus-dell%e2%80%99occidente
https://sinistrainrete.info/societa/18241-stefano-g-azzara-il-virus-dell-occidente.html

Stato/Mazzucato

Mariana Mazzucato – Missione economia – Laterza (2021)

L’ambizione dello Stato dovrebbe essere quella di fare da catalizzatore in tutta la societa’ e porsi innanzitutto come partner migliore per le imprese, aiutando a orientare il cambiamento affinche’ le sfide poste dalla societa’ vengano raccolte e vinte, offrendo incentivi chiari alle aziende che vogliono contribuire concretamente e mettendoci il denaro necessario per coprire i primi investimenti ad alto rischio da cui il mondo imprenditoriale tende a rifuggire.
Assumendosi parte del rischio, lo Stato si vedrebbe riconoscere il ruolo di investitore attivo – e non piu’ solo quello di prestatore di ultima istanza – e potrebbe partecipare di conseguenza alla condivisione dei guadagni […]
Il modo in cui il governo degli Stati Uniti ha condotto il programma Apollo non potrebbe essere piu’ lontano dal pensiero convenzionale dell’economia che giudica lo Stato incapace di offrirci gli strumenti per affrontare adeguatamente le grandi sfide del nostro tempo […]
Lo ha fatto con un senso di urgenza, con l’intento chiaro e ambizioso di raggiungere un obiettivo veramente straordinario: portare l’uomo sulla Luna e riportarlo sano e salvo sulla Terra in tempi brevi e precisi.
Fra le caratteristiche essenziali del programma Apollo, ne spiccano sei: (1) grande determinazione; (2) assunzione di rischi e innovazione; (3) dinamismo organizzativo; (4) collaborazione e ricadute positive in molteplici settori; (5) orizzonti a lungo termine e bilancio incentrato sui risultati; e (6) partnership dinamica fra pubblico e privato.
Riprendendo questi punti e applicandoli su piu’ vasta scala, possiamo trarre insegnamenti importanti per la politica e trasformarli in principi guida per un nuovo tipo di economia politica orientata alla sfida

Info:
https://www.laterza.it/2021/04/28/mariana-mazzucato-racconta-missione-economia/
https://francosenia.blogspot.com/2021/05/uneconomista-pericolosa.html
https://www.corriere.it/cultura/21_maggio_04/mazzucato-stato-innovatore-un-analisi-confortante-ma-discutibile-971fab64-acea-11eb-b89d-9c2f0a2ddccd.shtml
https://www.articolo21.org/2021/06/leconomista-mariana-mazzucato-in-missione-con-pietro-del-solda-al-festival-delleconomia-di-trento-4-giugno-2021/

Stato/Formenti

Carlo Formenti – Oligarchi e plebei. Diario di un conflitto globale – Mimesis (2018)

Il superamento dello Stato-nazione e’ un regresso storico, e non un progresso, come sostengono (quasi) tutte le sinistre che regalano stupidamente alle destre il monopolio della lotta per la riconquista della sovranita’
E’ vero che questa lotta rischia di mettere sullo stesso piano populismi di destra e di sinistra, ma le concezioni di sovranita’ degli uni e degli altri sono radicalmente diverse: da un lato, un immaginario etnico improntato alla endiadi sangue e suolo, dall’altro una visione della sovranita’ nazionale e popolare come mezzo di inclusione, di reintegrazione nello Stato di una cittadinanza che se ne sente sempre piu’ esclusa a mano a mano che vengono indebolite o spazzate via le istituzioni di partecipazione e rappresentanza politiche.
Info:

Stato/Barberis

Mauro Barberis – Come internet sta uccidendo la democrazia. Populismo digitale – Chiarelettere (2020)

Lo Stato nazionale, altro mantra della governabilita’, e’ per definizione inefficiente e corrotto: privatizziamo i servizi statali, possibilmente alle imprese multinazionali, ancor piu’ efficienti di quelle interne.
Il risultato del sogno neoliberista, fattosi incubo nel nuovo millennio, e’ che i servizi pubblici non ancora smantellati o resi inservibili oggi si pagano infinitamente di piu’.
Ma qui interessa solo lo svuotamento neoliberista della democrazia, chiamato spesso postdemocrazia dai politologi, ma anche 
«trasformazione dello Stato in un’azienda» dagli imbonitori televisivi.
Uno Stato che fornisce sempre meno servizi e sempre piu’ intrattenimento: la politica stessa, anzi, diviene un dipartimento dello spettacolo.

Info:
https://www.illibraio.it/libri/mauro-barberis-come-internet-sta-uccidendo-la-democrazia-9788832962741/
https://www.lankenauta.it/?p=18988

Stato/Mazzucato

Mariana Mazzucato – Missione economia. Una guida per cambiare il capitalismo – Laterza (2021)

La stessa Silicon Valley e’ il risultato di investimenti ad alto rischio da parte dello Stato il quale, nella prima fase dello sviluppo di determinate tecnologie ad alto rischio, e’ stato disposto ad assumersi quei rischi da cui il settore privato tende in genere a prendere le distanze.
E’ il caso degli investimenti che hanno portato a Internet, in cui un ruolo decisivo e’ stato svolto dalla Defense Advanced Research Projects Agency (Darpa), agenzia per l’innovazione del dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, e anche dal Cern in Europa, a cui si deve l’invenzione del World Wide Web.
A dire il vero, non solo Internet, ma praticamente tutte le altre tecnologie che rendono intelligenti i nostri prodotti «smart» sono state finanziate da attori pubblici, come il Gps (finanziato dalla Marina militare degli Stati Uniti), Siri (anch’esso finanziato da Darpa) e il display touch screen (finanziato inizialmente dalla Cia).
Lo stesso vale anche per gli investimenti ad alto rischio, in fase iniziale, canalizzati nell’industria farmaceutica da attori pubblici come il National Institutes of Health (Nih) e senza i quali la maggior parte dei cosiddetti farmaci «blockbuster» non avrebbe visto la luce.
E l’industria delle energie rinnovabili e’ stata notevolmente aiutata dagli investimenti effettuati da banche pubbliche come la Banca europea per gli investimenti o la KfW in Germania, visto che i finanziatori privati sono spesso troppo avversi al rischio e focalizzati sui rendimenti a breve termine.

Info:
https://www.laterza.it/2021/04/28/mariana-mazzucato-racconta-missione-economia/
https://francosenia.blogspot.com/2021/05/uneconomista-pericolosa.html
https://www.corriere.it/cultura/21_maggio_04/mazzucato-stato-innovatore-un-analisi-confortante-ma-discutibile-971fab64-acea-11eb-b89d-9c2f0a2ddccd.shtml
https://www.articolo21.org/2021/06/leconomista-mariana-mazzucato-in-missione-con-pietro-del-solda-al-festival-delleconomia-di-trento-4-giugno-2021/

Stato/Lazzarato

Maurizio Lazzarato – La fabbrica dell’uomo indebitato. Saggio sulla condizione neoliberista – Derive Approdi (2012)

E’ lo Stato che ha deliberatamente trasferito il proprio diritto assoluto di creazione monetaria al settore «privato».
In realta’, contrariamente a quanto sostiene la grande maggioranza degli economisti, degli esperti e dei giornalisti, non esiste concorrenza e conflitto tra la politica finanziaria e la politica monetaria dello Stato, ma una nuova alleanza neoliberista che raggruppa le banche, gli investitori istituzionali, le imprese private, i governi, interi settori dell’amministrazione, ma anche i media e i rappresentanti del mondo accademico.
Alleanza che, in forma sistematica, non smette di attaccare la logica del Welfare e le sue spese sociali.
Se esiste, appunto, un conflitto, esso si colloca tra due concezioni dello Stato e della politica monetaria e sociale dello Stato, ma e’ da tempo che il blocco neoliberista ha vinto e conserva una posizione egemonica all’interno dell’economia, delle amministrazioni, dello Stato, dei partiti politici, delle imprese e dei media.
Questo nuovo blocco di potere non sarebbe mai riuscito a emergere senza l’intervento dei poteri pubblici (senza l’intervento dei governi, tanto di destra che di sinistra, […] degli Stati e della banche centrali).

Info:
https://www.deriveapprodi.com/prodotto/la-fabbrica-delluomo-indebitato/
https://www.doppiozero.com/materiali/contemporanea/maurizio-lazzarato-la-fabbrica-dell%E2%80%99uomo-indebitato

https://www.alfabeta2.it/2011/12/05/la-fabbrica-dell%E2%80%99uomo-indebitato/
http://www.sifp.it/recensioni/m.-lazzarato-il-governo-dell2019uomo-indebitato.

Stato/Marsili

Lorenzo Marsili, Yanis Varoufakis- Il terzo spazio. Oltre establishment e populismo – Laterza (2017)

Esiste un’errata equivalenza fra abbandono dell’euro e recupero della sovranita’ monetaria.
In presenza di una banca centrale indipendente e, 
nel caso italiano, addirittura in buona parte privata – le quote sono detenute dalle principali banche private –, la politica monetaria non sara’ sovrana, meno che mai democratica, al di la’ del fatto che questa sia una banca nazionale o europea.
Disfare la Banca centrale europea per ricostruirla tale e quale in Italia non servira’ a nulla.
La via per recuperare sovranita’, invece, e’
democratizzare il sistema finanziario.
E si puo’ iniziare a farlo proprio a livello nazionale.
La Banca d’Italia puo’ tornare di proprieta’ pubblica.
Il suo direttore deve essere espressione del Parlamento italiano – con maggioranza qualificata, cosi’ come per le cariche istituzionali piu’ importanti quali i giudici costituzionali – e lo stesso Parlamento deve avere il diritto di esercitare un’influenza sulle politiche portate avanti dalla Banca.
Perche’ non si fa?
Perche’ una classe politica schiacciata sul pensiero unico non vuole.
Ed e’ ri
dicolo sentire tanti attaccare ‘l’Europa’ per le storture della BCE quando non riusciamo ad avere una maggioranza parlamentare nazionale neanche per ben piu’ timide politiche sulla Banca d’Italia.

Info:
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788858128282

 

 

Stato/AA.VV.

Facundo Alvaredo, Lucas Chancel, Thomas Piketty, Emmanuel Saez, Gabriel Zucman – Rapporto sulle disuguaglianze nel mondo – La Nave di Teseo (2019)

L’aumento della disuguaglianza nella distribuzione della ricchezza nei diversi paesi ha incentivato gli aumenti della disuguaglianza economica globale.
Ipotizzando che tale tendenza globale rifletta la combinazione di avvenimenti occorsi in Cina, Europa e Stati Uniti, si osserva che fra il 1980 e il 2006 la quota parte di ricchezza detenuta dall’1% dei soggetti piu’ ricchi del mondo e’ passata dal 28% al 33%, mentre quella detenuta dal 75% dei piu’ poveri e’ rimasta intorno al 10% […]
In uno scenario di “ordinaria amministrazione”, entro il 2050 la quota parte di ricchezza detenuta dall’1% dei soggetti piu’ ricchi potrebbe arrivare al 39%, mentre il gruppo dello 0,1% dei soggetti piu’ ricchi potrebbe possedere quasi la stessa ricchezza (il 26%) di quella posseduta da tutta la classe media (il 27%) […]
La riduzione della disuguaglianza economica e reddituale esige importanti modifiche delle politiche fiscali nazionali e globali.
L’istruzione, la governance aziendale e i regimi salariali devono essere ridefiniti in molti paesi.
Anche la trasparenza dei dati e’ fondamentale. Un regime di tassazione progressiva e’ strumento di documentata efficacia per controllare l’incremento della disuguaglianza dei redditi e della ricchezza al vertice della piramide distributiva […]
Il sistema fiscale e’ uno strumento fondamentale per controllare la disuguaglianza economica, ma deve rimuovere molti ostacoli potenziali. L’evasione fiscale e’ uno dei più pericolosi, come hanno recentemente documentato le rivelazioni dei Paradise Papers.
La ricchezza conservata nei paradisi fiscali e’ notevolmente aumentata dagli anni settanta e rappresenta attualmente circa il 10% del PIL mondiale.
La diffusione dei paradisi fiscali rende difficile, in un mondo globalizzato, la quantificazione precisa, nonche’ la tassazione dei patrimoni e dei redditi da capitale.
Il catasto dei terreni e degli immobili esiste da secoli, ma non comprende una quota significativa della ricchezza detenuta attualmente dai nuclei familiari, perche’ i patrimoni sono sempre piu’ spesso costituiti da portafogli di titoli finanziari. Ci sono molte misure tecniche che le autorita’ fiscali dei vari paesi potrebbero adottare per creare un’anagrafe finanziaria globale in grado di combattere in modo efficace le frodi fiscali.

Info:
https://www.lifegate.it/world-inequality-report-2018
https://www.ilsole24ore.com/art/disuguaglianze-26-posseggono-ricchezze-38-miliardi-persone-AEldC7IH?refresh_ce=1
https://www.ribalta.info/lanalisi-piu-completa-delle-disuguaglianze-nel-mondo/