Economia di mercato/Wagenknecht

Sahra Wagenknecht – Contro la sinistra neoliberale – Fazi (2022)

Ancora negli anni Settanta agli agricoltori andava quasi la meta’ di quanto pagava il cliente per fettine o salsicce vendute nel supermercato.
Chi nel 1972 spendeva 10 marchi per le cotolette, ne faceva guadagnare mediamente 4,80 agli allevatori, mentre dei 10 euro di oggi al contadino ne arrivano soltanto 2,20.
Se passiamo a considerare altri prodotti agricoli, come patate, zucchero o cereali, lo slittamento e’ ancora piu’ accentuato: per 10 euro di pane spesi dall’acquirente in negozio, il contadino che ha seminato, concimato e raccolto il grano riceve 40 miserevoli centesimi, mentre all’inizio degli anni Settanta arrivava ancora quasi a 2 euro.
Mettendo idealmente assieme tutti i prodotti agricoli, dalla meta’ circa degli anni Settanta la quota riservata al contadino rispetto al prezzo pieno al dettaglio e’ calata ad appena il 20% odierno […]
Con cio’, ovviamente, sono calate anche le possibilita’ che i contadini hanno di praticare un’agricoltura che non punti unicamente sulla massimizzazione degli utili con il minimo dispendio possibile. Il risultato e’ la tendenza a realizzare impianti agricoli sempre piu’ grandi e in grado di lavorare a ritmi industriali.
A questo si accompagna la morte silenziosa delle fattorie che non riescono a resistere in questa lotta dei prezzi o i cui proprietari non intendono parteciparvi con le loro bestie.
Soltanto dal 2005, in Germania ha chiuso un terzo delle aziende agricole, mentre imprese come il gia’ citato Tonnies e compagnia bella, ma anche i titolari delle grandi filiere di prodotti alimentari, sono diventati miliardari. Dunque il problema non sta nel prezzo finale, ma nel sapere a chi va e quanto di tale prezzo.

Info:
https://www.lafionda.org/2022/06/15/recensione-di-contro-la-sinistra-neoliberale-di-sahra-wagenknecht/
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2022/05/wagenknecht-lespresso.pdf
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2022/06/wagenknecht-domenica-il-sole-24-ore.pdf
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2022/07/wagenknecht-il-fatto-quotidiano.pdf
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2022/11/wagenknecht-lindice-dei-libri-del-mese.pdf
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2022/07/wagenknecht-avvenire.pdf
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-recensione_di_contro_la_sinistra_neoliberale_di_sahra_wagenknecht/39329_46608/

Green New Deal/Hickel

Jason Hickel – The divide. Guida per risolvere la disuguaglianza globale – il Saggiatore (2018)

Il suolo e’ il secondo grande serbatoio di carbonio del pianeta, subito dopo gli oceani.
Contiene quattro volte piu’ carbonio di tutte le piante e gli alberi del mondo. Ma attivita’ umane come la deforestazione e l’agricoltura industriale (con le arature intensive, la monocoltura e l’uso massiccio di fertilizzanti chimici e pesticidi) lo stanno degradando a ritmi vertiginosi, distruggendo i materiali organici che contiene.
Il 40 per cento dei terreni agricoli e’ attualmente classificato come «degradato» […] E degradandosi, il suolo perde la capacita’ di trattenere carbonio, rilasciando nell’atmosfera quantita’ enormi di anidride carbonica.
Per fortuna, una soluzione sta emergendo.
Scienziati e agricoltori, in tutto il mondo, stanno sottolineando che possiamo rigenerare i terreni degradati passando da coltivazioni industriali intensive a metodi piu’ ecologici: non solo fertilizzanti organici, ma anche semina senza aratura, compostaggio e rotazione delle colture. E qui viene la parte brillante: quando il suolo si ristabilisce, non solo riacquista la capacita’ di trattenere anidride carbonica, ma comincia a eliminare attivamente anidride carbonica dall’atmosfera […]
In altre parole, l’agricoltura rigenerativa rappresenta forse la nostra chance migliore per raffreddare realmente il pianeta […]
Naturalmente l’agricoltura rigenerativa non offre una soluzione permanente alla crisi climatica, perche’ i terreni possono trattenere solo una certa quantita’ di carbonio.
Dovremmo comunque liberarci dei combustibili fossili piu’ in fretta che possiamo, e soprattutto sbarazzarci della nostra ossessione per una crescita esponenziale senza fine, ridimensionando la nostra economia materiale per riportarla in sintonia con i cicli ecologici.

Info:
https://www.ibs.it/the-divide-guida-per-risolvere-libro-jason-hickel/e/9788842824961/recensioni
https://www.culturamente.it/libri/politica-economica-jason-hickel/
https://www.ilsaggiatore.com/libro/the-divide/

Lavoro/Harari

Yuval Noah Harari – Homo Deus. Breve storia del futuro – Bompiani (2018)

Nel corso della storia il mercato del lavoro e’ stato suddiviso in tre ambiti principali: agricoltura, industria e servizi.
Fino al 1800 circa la grande maggioranza degli individui lavorava in agricoltura e soltanto una piccola minoranza era occupata nell’industria e nei servizi.
Durante la Rivoluzione industriale gli abitanti dei paesi sviluppati abbandonarono i campi e gli animali. La maggior parte comincio’ a lavorare nell’industria, mentre un numero crescente di persone trovava lavoro nei servizi.
Negli ultimi decenni i paesi sviluppati sono stati investiti da un’altra rivoluzione: dopo che il lavoro nelle fabbriche e’ evaporato, il settore dei servizi si e’ espanso. Nel 2010 solo il 2% degli americani lavorava nell’agricoltura e il 20% era occupato nell’industria, mentre il 78% era costituito da insegnanti, dottori, web designer e cosi’ via.
Quando algoritmi privi di mente saranno capaci di insegnare, diagnosticare malattie e progettare documenti digitali meglio degli umani, che cosa faremo? […]
Nel XIX secolo la Rivoluzione industriale pose le condizioni per la formazione di un vasto proletariato urbano, e il socialismo si diffuse perche’ nessun altro sistema di valori riusciva a rispondere alle inedite esigenze, speranze e paure di questa nuova classe operaia. Alla fine il liberalismo ha sconfitto il socialismo soltanto adottando le parti migliori del programma socialista.
Nel XXI secolo potremmo assistere alla creazione di una nuova massiccia classe di disoccupati: la gente deprivata di qualsiasi valore economico, politico e persino artistico, che non contribuisce in alcun modo alla prosperita’, al potere e alla gloria della societa’.
Questa “classe inutile” non sara’ semplicemente disoccupata – sara’ inoccupabile […]
Per esempio, esiste un 99% di probabilita’ che dal 2033 i venditori telefonici umani e gli agenti assicuratori perderanno i loro lavori a causa degli algoritmi. Esiste un 98% di probabilita’ che lo stesso accadra’ ai cronisti sportivi, al 97% dei cassieri e al 96% degli chef. Camerieri: 94%. Assistenti paralegali: 94%. Guide turistiche: 91%. Fornai: 89%. Autisti di autobus: 89%. Lavoratori edili: 88%. Assistenti veterinari: 86%. Guardie di sicurezza: 84%. Marinai: 83%. Baristi: 77%. Archivisti: 76%. Carpentieri: 72%. Guardie del corpo: 67%. E così via

Info:
https://www.leggeredistopico.com/2022/06/08/recensione-homo-deus-breve-storia-del-futuro-di-yuval-noah-harari/
https://www.getstoryshots.com/it/books/homo-deus-summary/
https://claudiamorelli.it/innovazione-legale/recensione-homo-deus/