La nuova gestione pubblica ha due dimensioni: da una parte, introduce modalita’ di controllo piu’ fini, che rientrano in una razionalizzazione burocratica piu’ sofisticata; dall’altra, confonde gli obiettivi propri del servizio pubblico allineandoli formalmente sulla produzione del settore privato […]
La tensione tra la centralizzazione degli organismi di auditing e di regolamentazione e la presunta autonomia dei servizi sottomessi alla concorrenza, provoca effetti perversi non trascurabili, spingendo i servizi a concentrarsi ossessivamente sui meccanismi di prestazione senza preoccuparsi troppo del contenuto reale dei loro compiti: un tasso di riuscita per un esame, un tasso di occupazione di letti di ospedale, un rapporto casi trasmessi/casi risolti possono corrispondere a risultati effettivi molto diversi se non a deviazioni molto sensibili quanto alla realta’ del servizio erogato.
Il feticismo della cifra porta l’iperrazionalizzazione alla «fabbricazione di risultati» che sono lungi dal rappresentare miglioramenti reali, tanto piu’ che i dirigenti e i loro sottoposti sono tutti costretti a «fare buon viso a cattivo gioco» e a contribuire alla produzione collettiva di cifre.
Nulla prova che la realta’ coincida sempre con la retorica manageriale e commerciale. I criteri di valutazione quantitativa non sono quasi mai in accordo con i criteri qualitativi di attenzione ai clienti […]
L’importazione di logiche contabili venute dal mondo economico-commerciale non solo tende ad allontanare dalla realta’ le attivita’ e i loro risultati, ma priva anche del loro contenuto politico i rapporti tra lo Stato e i cittadini. Questi ultimi sono considerati acquirenti di servizi, preoccupati che i loro soldi siano «ben spesi» […]
Che si tratti del personale ospedaliero, di giudici o di pompieri, le molle e i principi della loro attivita’ professionale vengono concepiti ormai soltanto dal punto di vista degli interessi personali e corporativi, negando ogni dimensione morale e politica al loro impegno in un mestiere che si basa su valori propri.
Le tre “E” del management, «economia-efficacia-efficienza», hanno cancellato dalla logica del potere le categorie del dovere e della coscienza professionale.
La diffidenza, allo stesso modo, caratterizza i rapporti tra le istituzioni pubbliche e i soggetti sociali e politici, considerati anch’essi come «opportunisti» alla ricerca del massimo vantaggio possibile senza alcuna considerazione dell’interesse collettivo.
La ristrutturazione neoliberista trasforma i cittadini in consumatori di servizi che pensano soltanto alla loro soddisfazione egoistica.
Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/la-nuova-ragione-del-mondo-di-pierre-dardot-e-christian-laval/
https://ilmanifesto.it/la-trappola-del-capitale-umano
https://www.dianoia.it/public/rcs/rcs_21_34.pdf
https://www.leparoleelecose.it/?p=13014
