Geoeconomia/Ferguson

Niall Ferguson – Occidente: ascesa e crisi di una cifilta’ – Mondadori (2014)

C’è qualcosa che, per il drago cinese, potrebbe andare storto? Circolano almeno quattro diverse ipotesi avanzate da chi si aspetta che prima o poi la Cina inciampi.
La prima e’ che analoghe previsioni di inesorabile ascesa si facevano un tempo anche per il Giappone, che pareva destinato a superare gli Stati Uniti e a diventare la piu’ possente superpotenza economica globale. Quindi, anche la Cina potrebbe andare incontro alla stessa sorte subita dal Giappone dopo il 1989. Proprio perche’ i sistemi economico e politico non sono realmente competitivi, una bolla del mercato immobiliare o di quello azionario potrebbe determinare fallimenti di banche crescita zero e deflazione, precisamente gli stessi problemi che gravano sul Giappone da ormai due decenni. Contro questa ipotesi si puo’ osservare che un piccolo arcipelago al largo delle coste dell’Eurasia ben difficilmente avrebbe potuto reggere il confronto con una potenza continentale come gli Stati Uniti. Era ragionevole supporre, persino un secolo fa, che il Giappone avrebbe raggiunto il Regno Unito (il suo omologo occidentale) – come puntualmente ha fatto –, ma non che avrebbe potuto scavalcare gli Stati Uniti. […]
Una seconda ipotesi e’ che la Cina venga sconquassata da disordini sociali, come e’ accaduto gia’ molto spesso in passato. Dopotutto, la Cina rimane un paese povero, all’ottantaseiesimo posto nella classifica mondiale del reddito pro capite, con 150 milioni di cittadini (quasi uno su dieci) che vivono con l’equivalente di un dollaro e mezzo al giorno, o anche meno.
La disuguaglianza e’ aumentata vertiginosamente dopo l’introduzione delle riforme economiche, tanto che la distribuzione del reddito e’ ora sostanzialmente di tipo americano (anche se non certo brasiliano). Si calcola che lo 0,4 per cento delle famiglie cinesi possieda attualmente circa il 70 per cento della ricchezza complessiva del paese. Se si aggiungono a queste disparita’ economiche cronici problemi di inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo, non appare affatto sorprendente che le parti piu’ povere dell’hinterland rurale cinese siano mature per l’esplosione di proteste. Tuttavia, soltanto una fantasia sovreccitata puo’ costruire uno scenario rivoluzionario su queste davvero esili fondamenta. La crescita economica puo’ anche avere reso la Cina una societa’ con piu’ forti disuguaglianze, ma il regime capitalista-comunista gode attualmente di una quasi assoluta legittimita’ agli occhi del suo stesso popolo. In effetti, i dati dei sondaggi indicano che oggi i cinesi sono piu’ attaccati al principio del libero mercato persino degli stessi americani. La vera minaccia sociale per la stabilita’ della Cina e’ di natura demografica. In conseguenza della politica del figlio unico introdotta nel 1979, la Cina, nel 2030,avra’ una popolazione significativamente piu’ anziana di quella della vicina India, che ha quasi lo stesso numero di abitanti. Gli ultrasessantacinquenni costituiranno il 16 per cento del totale, in confronto ad appena il 5 per cento nel 1980. E lo squilibrio nel rapporto numerico tra i due sessi in province come quelle di Anhui, Hainan, Guangdong e Jiangxi sembra gia’ senza pari in qualsiasi societa’ moderna (fra il 30 e il 38 per cento di maschi in piu’ rispetto alle femmine). La prossima rivoluzione cinese, se mai ci sara’, sara’ guidata da scapoli frustrati. Ma la storia dimostra che i giovani senza donne possono abbracciare tanto la rivoluzione quanto il nazionalismo radicale.
Una terza ipotesi prevede che una classe media in ascesa possa, come spesso e’ avvenuto nella storia occidentale, richiedere maggiore voce in capitolo nella vita politica. Un tempo la Cina era una societa’ rurale. Nel 1990 tre cinesi su quattro vivevano in campagna.
Oggi il 45 per cento della popolazione cinese vive in città e nel 2030 la proporzione raggiungera’ il 70 per cento. […]
La quarta e ultima ipotesi e’ che la Cina potrebbe assumere un orientamento cosi’ antagonistico nei confronti dei suoi vicini da convincere questi ultimi a gravitare, come contrappeso, verso una coalizione guidata dagli Stati Uniti, mossi a propria
volta da un’impostazione sempre piu’ realista. Senza dubbio, non c’e’ penuria di malcontento nel resto dell’Asia per il modo in cui oggi la Cina fa sentire tutto il peso della sua forza. I progetti cinesi per una diversione delle risorse idriche dell’altipiano tibetano di Qinghai hanno preoccupanti conseguenze per il Bangladesh, l’India e il Kazakistan. A Hanoi si sta ormai esaurendo la pazienza per la pratica cinese di utilizzare i propri operai nelle miniere vietnamite di bauxite.E le relazioni con il Giappone si sono così incrinate in occasione della controversia sulle minuscole isole Senkaku (Diaoyu) che la Cina ha imposto un embargo sulle esportazioni di terre rare come ritorsione per il sequestro di un peschereccio cinese finito in acque giapponesi.

Info:
https://www.anobii.com/books/Occidente/9788804635697/011d1cf5b02d09a991
https://www.qlibri.it/saggistica/storia-e-biografie/occidente.-ascesa-e-crisi-di-una-civilt%C3%A0/
https://www.ilfoglio.it/cultura/2015/12/02/news/ecco-come-loccidente-si-e-illuso-90208/

Geoeconomia/Khanna

Parag Khanna – Il secolo asiatico? – Fazi (2019)

La Russia e la Cina sono oggi strategicamente piu’ vicine di quanto non lo siano mai state dai tempi della loro alleanza comunista negli anni Cinquanta.
Dal 2014 hanno avviato quella che definiscono una «partnership strategica globale».
Due terzi delle importazioni di hardware militare cinese provengono dalla Russia, che ha fornito alla Cina i caccia Su-35 e i sistemi di difesa missilistica S-400 con cui la Cina esercita un controllo sempre piu’ stretto sul Mar Cinese Meridionale.
Le loro flotte hanno condotto esercitazioni congiunte nel Pacifico e persino alle porte della NATO nei mari del Mediterraneo e del Baltico, e stanno coordinando sempre piu’ la loro militarizzazione dello spazio.[…]
Anche i legami energetici sino-russi si stanno approfondendo. Anche se tradizionalmente i primi due importatori di energia dalla Russia in Asia sono il Giappone e la Corea, il gasdotto della Gazprom Power of Siberia e gli oleodotti della Transneft Eastern Siberia-Pacific Ocean (ESPO) oggi collegano la Jacuzia al Mar del Giappone e dal 2019 arriveranno direttamente in Cina.
Anche la geografia della regione artica della Russia e’ strategicamente di grande importanza per l’Asia orientale. Mentre la Norvegia e il Canada sono i principali intermediari diplomatici per le porzioni nordamericane ed europee dell’Artico, la Russia e’ la porta d’ingresso dell’Asia nell’Artico.

Info:
https://www.iltascabile.com/societa/secolo-asiatico/
http://www.mangialibri.com/libri/il-secolo-asiatico
https://www.repubblica.it/dossier/la-repubblica-delle-idee-2019/2019/06/03/news/parag_khanna-227854599/

Geoeconomia/Khanna

Parag Khanna – Il secolo asiatico? -Fazi (2019)

La maggior parte delle zone culturali del mondo – quella indu’, quella buddhista, quella sinica, quella islamica e quella giapponese –, cosi’ come gran parte del regno ortodosso, si trovano in Asia.
Nessuno di questi ha mai dominato gli altri se non per brevi periodi. Il sistema asiatico non e’ mai stato un blocco asiatico. Al contrario, per gran parte della storia, le sottoregioni asiatiche hanno intrattenuto rapporti stabili, improntati alla fluidita’ piuttosto che alla gerarchia. Pertanto non ci sara’ alcuna unipolarita’ cinese, né a livello globale né in Asia. Gli asiatici sono molto piu’ a loro agio con l’idea della multipolarita’ globale di quanto non lo siano gli americani, che per buona parte della loro storia recente hanno conosciuto (e studiato) solo ordini unipolari, a partire dal loro.
Ma piu’ il mondo diventa multipolare, piu’ il futuro globale assomiglia al passato dell’Asia.

Info:
https://www.iltascabile.com/societa/secolo-asiatico/
http://www.mangialibri.com/libri/il-secolo-asiatico

Geoeconomia/Khanna

Parag Khanna – Il secolo asiatico? – Fazi (2019)

L’Asia oggi rappresenta la forza principale che sta
rimodellando l’ordine globale.
Sta istituendo un sistema commerciale e diplomatico asiacentrico che si estende dall’Oceano Indiano all’Africa, riorientando le strategie degli Stati Uniti e dell’Europa, e incrementando l’appeal delle norme politiche e sociali asiatiche in tutto il mondo […]
Gli Stati Uniti sono ancora la prima potenza militare al mondo, nonche’ il primo produttore di energia e il paese con i mercati finanziari piu’ integrati.
L’Europa continua a guidare il mondo per dimensioni del proprio mercato interno, qualita’ delle sue istituzioni democratiche e standard di vita.
L’Asia in generale, e la Cina in particolare, vantano le popolazioni e gli eserciti piu’ grandi, i tassi di risparmio piu’ alti e le maggiori riserve valutarie al mondo.
Ognuno detiene diversi tipi di potere, quantita’ di potere e aree geografiche di potere.

Info:
https://www.iltascabile.com/societa/secolo-asiatico/
http://www.mangialibri.com/libri/il-secolo-asiatico

Stato/Khanna

Parag Khanna – La rinascita delle citta stato – Fazi (2017)

Nel pensiero occidentale e’ radicata una grave negligenza teorica, che confonde politica e governance, democrazia e servizi, processo e risultati.
Ma la “volonta’ del popolo” non significa soltanto lasciare che il popolo continui a ripetere i propri desideri senza risultato.
La spettacolare ascesa della Cina rispetto a quella di democrazie come l’India ha dimostrato al mondo che e’ meglio avere un sistema orientato sui servizi a scapito della democrazia che un sistema che concede tutto alla democrazia e nulla ai servizi.
Per essere ammirata, la democrazia deve realizzare qualcosa. Le elezioni sono un sistema di responsabilita’, non un modo per realizzare progetti.
La legittimazione procedurale (input legitimacy) della democrazia non puo’ mai sostituire del tutto la legittimazione dei risultati (output legitimacy) della fornitura dei servizi di base al cittadino.

Info:
https://www.ilfoglio.it/una-fogliata-di-libri/2017/12/15/news/recensione-la-rinascita-delle-citta-stato-parag-khanna-una-fogliata-di-libri-169078/
https://eastwest.eu/it/cultura/parag-khanna-intervista-governo-stato-democrazia

Capitalismo/Castronovo

Valerio Castronovo – Le rivoluzioni del capitalismo – Laterza (2007)

Stando alle previsioni della Banca Mondiale, dovremmo assistere, nello spazio di una generazione, all’ascesa dell’Asia in vetta alla classifica in termini di prodotto interno lordo a parita’ di potere d’acquisto, con la Cina al vertice (dinnanzi agli Stati Uniti), il Giappone e altri cinque paesi asiatici nel gruppo di testa (India, Indonesia, Corea del Sud, Thailandia e Taiwan).
E ciò segnerebbe una svolta epocale […] Ma quel che farà pendere il piatto della bilancia a favore dell’Estremo Oriente sara’ senz’altro l’ascesa della Cina.

Info:
https://www.anobii.com/books/Le_rivoluzioni_del_capitalismo/9788842047797/01e9a8dbdfb75d1edf

Geoeconomia/Jean

Carlo Jean – Geopolitica del XXI secolo – Laterza (2014)

Nello scorso decennio si sono registrate la crescita della potenza economica e militare della Cina e dell’India, la decadenza della Russia, l’incapacita’ dell’Europa di divenire un attore politico-strategico globale e le turbolenze dell’Islam, o, piu’ in generale, il ritorno dell’ideologia e della religione nella geopolitica. Secondo taluni si tratterebbe di una vera e propria «vendetta di Dio», cacciato dalla politica dalle ideologie secolari del XX secolo (comunismo, fascismo e liberalismo).
Religione e nazionalismo sono andati quasi sempre di pari passo. Entrambi sono infatti intolleranti delle diversita’ e mirano a imporre la propria verita’.
Il nazionalismo e’ in crescita ovunque. Il sistema westfaliano non e’ scomparso, anzi, e’ stato riscoperto e con esso l’ineliminabilita’ degli Stati.
A parte le esigenze di sicurezza e gli interventi economici, sia in campo normativo che per far fronte alle emergenze, gli Stati rimangono insostituibili, anche per realizzare un equilibrio tra liberta’ e uguaglianza, cioe’ tra crescita economica e solidarieta’ sociale e nazionale.

Info:
https://www.anobii.com/books/Geopolitica_del_XXI_secolo/9788842072973/0166982fc2d61bb961
https://www.ibs.it/geopolitica-del-xxi-secolo-libro-carlo-jean/e/9788842072973

Capitalismo/Calenda

Carlo Calenda – Orizzonti selvaggi.Capire la paura e ritrovare il coraggio – Feltrinelli (2018)

La liberalizzazione internazionale delle merci e dei capitali avrebbe dovuto essere accompagnata all’interno delle societa’ occidentali da un ruolo attivo dello Stato nella gestione delle trasformazioni necessarie ad affrontarla e nella cura degli sconfitti.
Piu’ ci si apre all’esterno, piu’ bisogna governare il cambiamento all’interno, e questo e’ un compito che solo le istituzioni nazionali possono assolvere.
Invece e’ accaduto il contrario.
L’applicazione delle stesse ricette liberiste all’interno e all’esterno ha moltiplicato l’effetto di “spiazzamento” di ampi strati della societa’.
Per gestire le ondate di cambiamento provenienti dall’innovazione tecnologica e dalla globalizzazione abbiamo bisogno di ripensare il rapporto fra Stato e mercato e tra crescita economica e crescita sociale in seno alle nostre democrazie.
Del resto i casi di successo della globalizzazione sono stati caratterizzati da una presenza forte dello Stato nell’accompagnamento a un’apertura condizionata.
La storia dello sviluppo di Giappone, Corea, Taiwan, Cina e India sta lì a dimostrarlo.

Info:
https://formiche.net/2018/11/orizzonti-selvaggi-recensione-al-libro-carlo-calenda/
https://www.anobii.com/books/Orizzonti_selvaggi/9788807173509/01492fb65e34e746eb