Europa/Habermas

Jürgen Habermas, Wolfgang Streeck – Oltre l’austerità. Disputa sull’Europa – Castelvecchi (2020)

L’unione monetaria costituisce un progetto non europeista, in quanto costringe forzatamente in un quadro istituzionale rigido economie fondate su significative differenze, nella struttura e nel funzionamento, che affondano in diversita’ tra «le strutture sociali e i modi di vita collettivi, sviluppatesi nel corso di un lungo periodo, politicamente condizionate e soprattutto niente affatto migliorabili in tempi brevi» […]
Appare «un programma di omologazione forzata dei modelli di vita e i modelli economici dei popoli europei, che li mette gli uni contro gli altri e li divide politicamente in Stati di prima e seconda classe».
Non solo, quindi, lo scenario politico-sociale piu’ probabile di questa costruzione sara’ sempre piu’ quello di un conflitto permanente tra gli Stati, «sia sulla quota di sovranita’ cui dovrebbero rinunciare i paesi meridionali che sull’entita’ della compensazione da parte di quelli del Nord, che risulterebbero in ogni caso sbilanciate in favore degli uni o degli altri»

Info:
https://open.luiss.it/2021/04/02/un-destino-comune-nel-nome-della-solidarieta/
https://www.lafionda.org/2021/03/30/quali-prospettive-per-la-solidarieta-europea-nello-scenario-post-covid/
https://www.reset.it/articolo/come-nasce-leuropa-streit-tra-jurgen-habermas-e-wolfgang-streeck
https://www.sinistrainrete.info/crisi-mondiale/19326-paolo-ortelli-capitalismo-e-democrazia-catastrofe-o-rivoluzione.html

Europa/Chomsky

Noam Comsky – Lotta o declino. Perché dobbiamo ribellarci contro i padroni dell’umanità – Ponte alle grazie (2021)

La percezione tra gli inglesi, anche nella sinistra, e’ che la Brexit li liberera’ dalle politiche reazionarie di Bruxelles, ma e’ una convinzione errata.
In primo luogo, perche’ e’ stato proprio il Regno Unito uno dei fautori di quelle politiche, non e’ stata l’UE a imporgliele. Sono stati gli inglesi a promuoverle e portarle avanti.
In secondo luogo, perche’ quanto e’ accaduto nel paese, prima con Margaret Thatcher e poi con Tony Blair e David Cameron, non e’ stato provocato dalle politiche dell’Unione europea ma e’ venuto dall’interno.
Di conseguenza, separarsi dall’UE e dalla burocrazia di Bruxelles non risolvera’ i problemi interni. Anzi, potrebbe aggravarli; potrebbe lasciare il Regno Unito, ancora piu’ di adesso, in balia dell’influenza statunitense.
Quanto all’ascesa dei partiti di destra in Europa, e’ molto preoccupante.
L’Europa e’ sempre stata molto piu’ razzista degli Stati Uniti, a mio parere. Finora il razzismo non si e’ palesato perche’ i popoli erano piu’ omogenei, ma via via che l’assetto demografico cambia, il razzismo viene allo scoperto.
L’ascesa dei partiti di destra e’ il risultato delle cattive scelte dei partiti centristi, compresi i socialdemocratici, i quali hanno avallato politiche economiche e sociali che si sono rivelate devastanti. Le misure di austerita’ imposte dalla troika sono state deleterie, e tutto lascia pensare che siano state progettate apposta per minare lo stato sociale. Come ho gia’ detto, scopo dell’austerita’ non era lo sviluppo economico; al contrario, essa e’ nociva allo sviluppo. Il vero obiettivo era lo smantellamento dei programmi di welfare state: pensioni, condizioni di lavoro dignitose, norme sui diritti dei lavoratori e cosi’ via.

Info:
https://www.ponteallegrazie.it/libro/lotta-o-declino-noam-chomsky-9788833313702.html
https://www.ibs.it/lotta-o-declino-perche-dobbiamo-ebook-noam-chomsky-emran-feroz/e/9788833317083?gclid=Cj0KCQiA4b2MBhD2ARIsAIrcB-T6LTxkHyOZ7PhIqesdLQ8CpBrHiapLocGukQwOMx77OWBPG3WDuCsaAv64EALw_wcB

Europa/Collier

Paul Collier – Il futuro del capitalismo. Fronteggiare le nuove ansie – Laterza (2020)

Le grandi aziende si sono globalizzate, trasformandosi in reti giuridicamente complesse di consociate che hanno reciproci rapporti commerciali ma sono controllate da una societa’ madre.
Per questo tipo di imprese, il pagamento delle imposte e’ diventato un’attivita’ volontaria.
In Gran Bretagna, l’esempio piu’ efficace e’ quello della Starbucks: nonostante abbia venduto miliardi di tazze di caffe’, nel corso di un intero decennio la sua consociata britannica non ha praticamente fatto registrare profitti tassabili. E’ trapelato che un’altra consociata, con sede legale nelle Antille olandesi, stava facendo profitti notevolmente elevati nonostante non vendesse affatto caffe’; vendeva invece i diritti di utilizzazione del marchio «Starbucks» alla consociata britannica. La compagnia ha annunciato con tono indignato di aver versato tutte le imposte dovute nelle Antille olandesi, sebbene abbia omesso di ricordare che li’ l’aliquota fiscale era pari a zero […]
Alla globalizzazione delle imprese non ha corrisposto la globalizzazione degli strumenti di regolamentazione.
I poteri fiscali e di regolamentazione sono rimasti saldamente ancorati al livello nazionale […]
I nostri meccanismi sovrannazionali di coordinamento – l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, il Fondo Monetario Internazionale, l’Unione Europea, il G7 e il G20 – hanno perso la capacita’ di creare obbligazioni reciproche vincolanti sostenute sull’interesse individuale illuminato.
Ogni nazione preferisce gareggiare in una corsa alla deregolamentazione fiscale. Questa sconfitta della governance e’ stata l’aspetto peggiore della globalizzazione contemporanea.

Info:
https://www.laterza.it/scheda-libro/?isbn=9788858131060
https://www.pandorarivista.it/articoli/il-futuro-del-capitalismo-di-paul-collier/
https://www.anobii.com/it/books/il-futuro-del-capitalismo/9788858131060/015fc8fc1b8b48e476/reviews

Europa/Brancaccio

Emiliano Brancaccio – Democrazia sotto assedio. La politica economica del nuovo capitalismo oligarchico – Piemme (2022)

Il problema e’ che nella sua struttura, potremmo dire nella sua genetica, l’Unione non ha ancora “mutualizzato” quasi nulla. Se ci pensiamo bene, l’Unione non ha pienamente mutualizzato nemmeno la Banca Centrale Europea.
In realta’, la BCE e’ organo di quello che si chiama SEBC, Sistema Europeo delle Banche Centrali, ovvero un sistema di banche centrali nazionali che restano tutte in piedi e operative, secondo procedure per molti versi ancora diversificate tra paese e paese […]
L’Unione non ha pienamente mutualizzato nemmeno la moneta unica.
Per verificarlo, ognuno puo’ prelevare una qualsiasi banconota dal proprio portafoglio. Osservando il codice della banconota si puo’ notare che comincia con una lettera. Senza farla complicata, possiamo affermare che, sia per le vecchie che per le nuove stampe, quella lettera indica la banca centrale nazionale che ha emesso la banconota: S sta per Banca d’Italia, X sta per Bundesbank, U per Banque de France, e così via.
Ebbene, di quella piccola sigla nazionale sulle banconote si discusse animatamente, nei giorni della nascita dell’euro […]
Spinsero per la sua introduzione soprattutto i paesi del Nord, che con l’inserimento di quella piccola sigla ottennero un risultato non trascurabile. In caso di tracollo del progetto europeo, sarebbe stato possibile riassegnare precisamente ogni credito e debito a ciascuna singola nazione emittente. Persino le mere banconote, che sono davvero poca cosa, sarebbero state riassegnate alle rispettive nazioni emittenti. Cosi’, almeno inizialmente, l’eventuale fallimento della moneta unica non avrebbe nemmeno richiesto una sua frettolosa sostituzione con le vecchie valute nazionali.
Il risultato e’ che oggi ci ritroviamo, senza saperlo, con euro italiani, euro tedeschi ed euro francesi, che circolano come se fossero un tutt’uno ma che esattamente la stessa cosa non sono.
Questa purtroppo e’ la storia dell’unione monetaria europea, fin dalle sue origini. Una storia in cui la mutualizzazione e’ andata avanti a passi microscopici e disordinati, con frequenti battute d’arresto e improvvisi arretramenti. Cio’ vale anche per il celebrato Recovery Plan europeo.
L’enormita’ della crisi pandemica avrebbe richiesto un progetto definitivo di mutualizzazione del debito europeo. Non e’ andata cosi’. Per adesso, il debito comune resta un’innovazione circoscritta, nel tempo e anche nelle dimensioni. E’ la riprova che nel Nord e nel Centro Europa i nemici della mutualizzazione dispongono ancora di un notevole potere di interdizione. Nel processo di integrazione capitalistica europea, le fratture tra nazioni restano ancora profondissime.

Info:
https://www.emilianobrancaccio.it/2022/01/03/democrazia-sotto-assedio/
https://www.ilponterivista.com/blog/2021/06/24/democrazia-sotto-assedio/
https://www.micromega.net/brancaccio-capitalismo/
https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/22123-sandor-kopacsi-su-democrazia-sotto-assedio-di-brancaccio.html
https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/democrazia-sotto-assedio-29606

Europa/Canfora

Luciano Canfora – La democrazia dei signori – Laterza (2022)


Lo scenario al quale man mano ci stiamo avvicinando e’ il seguente: votano soprattutto gli abitanti delle metropoli, pero’ essenzialmente quelli delle «zone a traffico limitato» (ZTL).
Nelle fasce di popolazione proletaria e sottoproletaria (tra loro sempre meno distanti) il non voto si afferma, via via, e diviene la scelta dominante. Di conseguenza, nell’ambito delle minoranze votanti, i partiti elegantemente progressisti hanno chance di essere finalmente maggioranza numerica.
Probabilmente sosterranno anche che e’ bene che la tendenza sia quella perche’ gli ancora votanti sono da ritenersi i soli cittadini consapevoli, consci dei loro doveri civici, oltre che meglio acculturati ecc. ecc. Una tale prospettiva, che nelle maggiori citta’ italiane e’ divenuta realta’ nelle elezioni amministrative dello scorso 3 ottobre, comporta l’autoesclusione dallo spazio politico dei gruppi sociali che si trovano ormai nella duplice condizione di socialmente deboli e politicamente non rappresentati.
Si viene cosi’ a realizzare una modernissima forma di «suffragio ristretto»: che era l’orizzonte ideologico, oltre che legislativo-costituzionale, del liberalismo nel secolo XIX. Un «suffragio ristretto» non piu’ imposto per legge ma realizzato per selezione ‘naturale’ ed autoesclusione.

Info:
https://www.laterza.it/scheda-libro/?isbn=9788858147405
https://www.marx21.it/cultura/la-democrazia-dei-signori-luciano-canfora/
https://www.pulplibri.it/luciano-canfora-la-vittoria-delle-oligarchie-la-reale-natura-della-nostra-democrazia/

Europa/Canfora

Luciano Canfora – La democrazia dei signori – Laterza (2022)

Sul nostro paese si sta giocando una partita di rilevanza internazionale.
Il quadro di riferimento, al di la’ delle prediche istituzionali e delle colate di retorica, e’ che l’UE puo’, a certe condizioni, continuare ad essere il giardino (culturale, tecnologico e finanziario) dell’«impero»: come la Grecia nell’ambito dell’impero romano ai tempi, tutt’altro che tranquilli, di Adriano o di Marco Aurelio.
Colossi decisivi quali il FMI (con epicentro in USA) e la comunque subalterna BCE sono i soggetti contraenti di questa intesa. Un’intesa del genere, ancorche’ sperequata, non comporta, per ora, rischi diretti, per il giardino europeo, sul piano militare: sempre che la politica imperiale non scelga di approdare ad un conflitto anche armato con Cina e Russia.
Con la presidenza Biden questo rischio sta diventando maggiore che sotto il suo predecessore

Info:
https://www.laterza.it/scheda-libro/?isbn=9788858147405
https://www.marx21.it/cultura/la-democrazia-dei-signori-luciano-canfora/
https://www.pulplibri.it/luciano-canfora-la-vittoria-delle-oligarchie-la-reale-natura-della-nostra-democrazia/

 

Europa/Canfora

Luciano Canfora – La democrazia dei signori – Laterza (2022)

Nell’ultimo ventennio l’UE ha avuto, sempre piu’ chiaramente, una guida tedesca. Per svariate ragioni, non soltanto di concorrenza economica, cio’ ha suscitato nervosismo crescente al vertice dell’«impero».
Merkel era troppo, e giustamente da un punto di vista europeo, interessata alla collaborazione con la Russia: anche se ha dovuto anch’essa ingurgitare la farsa autolesionistica delle ‘sanzioni’.
I segnali dell’insofferenza statunitense verso la Germania, e quindi verso una UE a trazione tedesca, erano eloquenti: dalla guerra dei dazi all’attacco frontale a Volkswagen. Ma non vi erano alternative: non era facile impartire disposizioni per un cambio al vertice dell’UE. Intanto, comunque, l’operazione Brexit era un vigoroso ammonimento: indeboliva l’UE e rinsaldava il patto anglo-americano (cioe’ il vero «patto atlantico»). Macron non significava quasi nulla per gli USA. Lo hanno anche umiliato nella vicenda dei sottomarini per l’Australia, coinvolta nel progetto di accerchiamento militare della Cina […]
Comunque la Francia non e’ mai stata totalmente ‘atlantica’[…]
Dunque bisognava guardare all’Italia […]
Si avvicinava la scadenza elettorale di gran lunga piu’ importante: le elezioni generali in Germania. Era prevedibile che stesse finendo «l’era Merkel» e, con essa, la trazione tedesca dell’UE. Quanto, poi, alla Francia, buio pesto sull’esito delle presidenziali della primavera 2022. Di qui l’opportunita’ di intervenire in Italia con l’operazione Draghi […]
Sul piano istituzionale, il trapasso e’ ormai consolidato: il potere legislativo e’ stato trasferito dal Parlamento al governo. L’esecutivo e’ definitivamente diventato legislativo. La Costituzione non ha piu’ valore su questo cruciale terreno, come del resto su altri piani. La smodata prosecuzione dello «stato di emergenza» (unico caso in tutta la UE) e’ la cornice che propizia tale modifica strutturale della Costituzione. La drammatizzazione del problema sanitario con provvedimenti muscolari non e’ che un elemento del quadro […]
La sostanza e’ – stanti e operanti le attinenze cospicue – l’adesione alle due fedi (atlantistica e, in subordine, europeistica) che, uscita di scena Merkel, fanno dell’attuale premier italiano il nuovo perno di una UE rimessa in riga. («Erdogan dittatore» faceva intenzionale eco a «Putin assassino»: in compenso buoni rapporti con al-Sisi, nonostante Regeni e Zaki, ed elogi pubblici alla guardia costiera, criminale, libica.) Le elezioni politiche – quando pur ci saranno – dovranno necessariamente confermare questo riassetto

Info:
https://www.editorialedomani.it/idee/cultura/democrazia-signori-luciano-canfora-laterza-ygcgot2n
https://left.it/2022/03/06/luciano-canfora-la-sinistra-e-il-popolo-tradito/
https://www.pandorarivista.it/podcast/luciano-canfora-democrazia-e-oligarchia/
https://www.vocerepubblicana.it/2022/01/28/la-democrazia-dei-signori-e-lo-stato-sociale/
https://forumcorriere.corriere.it/leggere-e-scrivere/2022/01/27/la-democrazia-dei-signori-1/

Europa/Piketty

Thomas Piketty – Una breve storia dell’uguaglianza – La Nave diTeseo (2021)

Il fatto che piu’ colpisce e’ la persistenza di un’iperconcentrazione della proprieta’.
In Europa emerge certo la comparsa sul lungo periodo di una “classe media patrimoniale”.
Nel 1913 il 40% della popolazione compreso tra il 50% piu’ povero e il 10% piu’ ricco possiede solo poco piu’ del 10% del totale delle proprieta’, e nel 2020 ne possiede il 40%, specie sotto forma di beni immobili.
Resta pero’ il fatto che nell’Europa del 2020 il 50% piu’ povero continua a non possedere nulla di tangibile (il 5% del totale), mentre il 10% piu’ ricco ne possiede il 55%.
In altre parole, i primi detengono un patrimonio medio che e’ 500 volte inferiore a quello dei secondi (la loro quota nel totale e’ piu’ di dieci volte inferiore, mentre sono cinque volte piu’ numerosi).

Info:
https://www.criticaletteraria.org/2021/11/thomas-piketty-una-breve-storia-dell-uguaglianza.html
https://www.doppiozero.com/materiali/thomas-piketty-la-storia-maestra-di-uguaglianza

https://www.repubblica.it/cultura/2021/11/17/news/l_anticipazione_cosi_il_clima_cambiera_la_nostra_vita-326752782/
http://www.lanavediteseo.eu/item/una-breve-storia-delluguaglianza/

Europa/Piketty

Thomas Piketty – Una breve storia dell’uguaglianza – La Nave di Teseo (2021)

[In Europa] se si esamina la differenza tra i fondi pubblici ricevuti (per esempio come fondi regionali d’investimento) e i contributi versati sul bilancio dell’Unione europea, si osserva che paesi come la Polonia, l’Ungheria, la Repubblica Ceca o la Slovacchia hanno ricevuto, tra il 2010 e il 2018, trasferimenti pubblici netti compresi tra il 2 e il 4% del loro PIL.
Il problema e’ che i flussi privati in uscita sotto forma di profitti, dividendi e altri redditi da proprieta’, sono stati due volte piu’ elevati nel corso del medesimo periodo: tra il 4 e l’8% del loro PIL.
A Est del continente si fa notare non senza ragione che gli investitori occidentali (tedeschi e francesi in particolare) si sono serviti dei nuovi Stati membri come di un margine di manovra a buon mercato in virtu’ del quale hanno realizzato immensi profitti, condannando i paesi stessi a una subalternita’ economica permanente.
Dal canto loro, Germania e Francia preferiscono tacere sui flussi privati in uscita: li si preferisce vedere come la naturale controparte degli investimenti realizzati, e si privilegia il fatto di guardare unicamente i flussi pubblici in entrata

Info:
http://www.lanavediteseo.eu/item/una-breve-storia-delluguaglianza/
https://www.criticaletteraria.org/2021/11/thomas-piketty-una-breve-storia-dell-uguaglianza.html
https://www.doppiozero.com/materiali/thomas-piketty-la-storia-maestra-di-uguaglianza
https://www.repubblica.it/cultura/2021/11/17/news/l_anticipazione_cosi_il_clima_cambiera_la_nostra_vita-326752782/

Europa/Habermas

Jurgen Habermas, Wolfgang Streeck – OltreOltre l’austerità. Disputa sull’Europa – Castelvecchi (2020)

E’ evidente che la capacita’ di azione degli Stati nazione, che vegliano gelosi sulla loro da tempo tramontata sovranita’, non e’ sufficiente a sottrarsi agli imperativi di un settore bancario disfunzionale e gonfiato oltremisura.
Gli Stati incapaci di associarsi in entita’ sovranazionali, e che solo possono contare su accordi internazionali, non hanno alcuna chance di far fronte alla sfida politica di riportare tale settore alle esigenze dell’economia reale e ridurlo ai dovuti limiti funzionali.
Gli Stati dell’Unione monetaria europea in particolare si trovano a dover fare i conti con l’arduo compito di ricondurre mercati definitivamente globali nella portata di una indiretta, ma mirata, azione politica. Di fatto, le loro politiche contro la crisi si limitano al rafforzamento di una tecnocrazia di esperti in misure sospensive.
Senza le pressioni di una volonta’ viva scaturita da una societa’ civile mobilitata a livello internazionale, l’autoproclamatosi esecutivo di Bruxelles non avra’ mai la forza ne’ l’interesse di regolamentare i mercati, sempre piu’ selvaggi, in direzione di una maggiore giustizia sociale.

Info:
https://open.luiss.it/2021/04/02/un-destino-comune-nel-nome-della-solidarieta/
https://www.lafionda.org/2021/03/30/quali-prospettive-per-la-solidarieta-europea-nello-scenario-post-covid/
https://www.reset.it/articolo/come-nasce-leuropa-streit-tra-jurgen-habermas-e-wolfgang-streeck
https://www.sinistrainrete.info/crisi-mondiale/19326-paolo-ortelli-capitalismo-e-democrazia-catastrofe-o-rivoluzione.html