Europa/Collier

Paul Collier – Il futuro del capitalismo. Fronteggiare le nuove ansie – Laterza (2020)

Le grandi aziende si sono globalizzate, trasformandosi in reti giuridicamente complesse di consociate che hanno reciproci rapporti commerciali ma sono controllate da una societa’ madre.
Per questo tipo di imprese, il pagamento delle imposte e’ diventato un’attivita’ volontaria.
In Gran Bretagna, l’esempio piu’ efficace e’ quello della Starbucks: nonostante abbia venduto miliardi di tazze di caffe’, nel corso di un intero decennio la sua consociata britannica non ha praticamente fatto registrare profitti tassabili. E’ trapelato che un’altra consociata, con sede legale nelle Antille olandesi, stava facendo profitti notevolmente elevati nonostante non vendesse affatto caffe’; vendeva invece i diritti di utilizzazione del marchio «Starbucks» alla consociata britannica. La compagnia ha annunciato con tono indignato di aver versato tutte le imposte dovute nelle Antille olandesi, sebbene abbia omesso di ricordare che li’ l’aliquota fiscale era pari a zero […]
Alla globalizzazione delle imprese non ha corrisposto la globalizzazione degli strumenti di regolamentazione.
I poteri fiscali e di regolamentazione sono rimasti saldamente ancorati al livello nazionale […]
I nostri meccanismi sovrannazionali di coordinamento – l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, il Fondo Monetario Internazionale, l’Unione Europea, il G7 e il G20 – hanno perso la capacita’ di creare obbligazioni reciproche vincolanti sostenute sull’interesse individuale illuminato.
Ogni nazione preferisce gareggiare in una corsa alla deregolamentazione fiscale. Questa sconfitta della governance e’ stata l’aspetto peggiore della globalizzazione contemporanea.

Info:
https://www.laterza.it/scheda-libro/?isbn=9788858131060
https://www.pandorarivista.it/articoli/il-futuro-del-capitalismo-di-paul-collier/
https://www.anobii.com/it/books/il-futuro-del-capitalismo/9788858131060/015fc8fc1b8b48e476/reviews

Stato/Harvey

David Harvey – Cronache anticapitaliste. Guida alla lotta di classe per il XXI secolo – Feltrinelli (2021)

Il Trattato di Vestfalia del 1648 mise un po’ di ordine su questo caos in tutta Europa, ponendo fine al lungo periodo di guerre di religione, guerre tra etnie, guerre tra clan, guerre di tutti contro tutti.
Si fondava sostanzialmente sull’idea che dovesse esserci una cosa chiamata stato, uno stato nazione, all’interno del quale esisteva una forma di sovranita’. L’idea generale era che ogni stato dovesse rispettare quella sovranita’, l’integrita’ e i confini di ogni altro stato.
Non sempre e’ stato cosi’ nella storia successiva, ma si e’ trattato di un accordo importante. Ha chiarito e reso stabili le strutture territoriali del potere in Europa. E’ stato accompagnato dalla diffusione di una logica di potere politico ed economico contenuto e chiuso all’interno di una struttura territoriale stabile […]
Sono nate istituzioni statali con determinate strutture gerarchiche che esercitavano il controllo sulla popolazione all’interno dello stato […]
Esistono dunque due logiche del potere. Da un lato, una logica territoriale che e’ collegata allo stato e alle sue istituzioni; dall’altro una logica capitalista, che deriva dalla circolazione e dall’infinita accumulazione di capitale in gran parte attraverso le azioni di interessi privati […]
Questo potere si innesta in un contesto in cui agiscono anche le forme territoriali del potere. Spesso la relazione fra miliardari capitalisti e potere territoriale dello stato e’ problematica. I capitalisti piu’ potenti e le loro fazioni sovente cercano di fare dello stato un agente dei loro interessi; il potere dello stato pero’ e’ piu’ complicato, perche’ lo stato deve rispondere ai desideri e ai bisogni di una popolazione molto varia di cittadini ed e’ possibile che i miliardari non siano poi cosi’ amati da quella popolazione.
Il grande interrogativo riguarda la legittimazione di chi ha il potere nello stato […] Le forme monetarie del potere non sono stazionarie o statiche, ma costantemente in movimento. Una delle questioni piu’ difficili per uno stato e’ prevenire, controllare o addirittura contenere quel movimento perpetuo. Le forme del potere dello stato, piu’ statiche e vincolate in senso spaziale, sono messe continuamente alla prova dal movimento del capitale.

Info:
https://www.idiavoli.com/it/article/cronache-anticapitaliste
https://www.kulturjam.it/editoria-narrazioni/david-harvey-cronache-anticapitaliste/
https://www.marxist.com/david-harvey-contro-la-rivoluzione-la-bancarotta-del-marxismo-accademico.htm
https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/21563-guido-maria-brera-cronache-anticapitaliste.html
https://www.doppiozero.com/materiali/david-harvey-laccumulazione-come-spoliazione

Geoeconomia/Arrighi

Giovanni Arrighi – Adam Smith a Pechino – Mimesis (2021)

Uno dei grandi miti delle scienze sociali occidentali e’ quello che vede nella nascita degli stati nazionali e nella loro organizzazione in un sistema interstatale due invenzioni europee.
In realta’, con l’eccezione di pochi stati creati dalle potenze coloniali europee (soprattutto Indonesia, Malaysia e Filippine), le principali formazioni politiche dell’Oriente asiatico (Giappone, Corea, Cina, Vietnam, Laos, Thailandia e Cambogia) erano gia’ degli stati nazionali quando ancora in Europa non esisteva alcuna struttura del genere.
Inoltre, essi erano stati tutti collegati fra loro, o direttamente o per il tramite della Cina, dai commerci e dalla diplomazia ed erano tenuti insieme da una condivisa comprensione dei principi, delle norme e delle regole che informavano le loro reciproche relazioni facendone un “mondo” fra altri “mondi”.
Come hanno mostrato studiosi giapponesi che si sono occupati della ricostruzione della rete di commerci tributari che si diramava dalla Cina, quel sistema era sufficientemente simile a quello interstatale europeo da rendere analiticamente fruttuoso il loro studio comparato […]
Quando si mettono a confronto le dinamiche dei due sistemi emergono immediatamente due differenze fondamentali. Primo, come argomentato in capitoli precedenti, la dinamica del sistema europeo era caratterizzata da una continua competizione militare fra le singole entita’ nazionali e da una tendenza all’espansione geografica sia del sistema nel suo complesso che del suo continuamente mutevole epicentro. In Europa i lunghi periodi di pace sono stati piu’ l’eccezione che la regola […]
In stridente contrasto con questo tipo di dinamica, il sistema di stati nazionali dell’Oriente asiatico si distingue per la pratica assenza sia di scontri militari interni al sistema stesso che di espansione geografica esterna […]
Questa scarsita’ di eventi bellici fra gli stati dell’Oriente asiatico si associa a una seconda differenza cruciale rispetto al sistema interstatale europeo: l’assenza fra gli stati dell’Oriente asiatico di ogni tendenza alla costruzione, in concorrenza fra loro, di imperi oltremare nonche’ di una corsa agli armamenti anche lontanamente paragonabile a quella che caratterizzava gli stati europei.
Anche fra gli stati asiatici c’era competizione […] Si trattava di un tipo di competizione, pero’, che indirizzava il percorso di sviluppo piu’ verso la costruzione dello stato e dell’economia nazionale che nella direzione opposta presa dallo sviluppo europeo[…] L’“estroversione” della lotta per il potere in Europa era una caratteristica fondamentale della specifica combinazione di capitalismo, militarismo e ambizione territoriale che e’ stata la forza propulsiva della globalizzazione del sistema statale europeo […] La dinamica opposta […] ha caratterizzato il sistema dell’Asia orientale – nella quale invece la crescente “introversione” della lotta per il potere generava una combinazione di forze economico-politiche non motivate a perseguire un’espansione territoriale senza limiti –

Info:
https://www.sinistrainrete.info/estero/22190-sandro-mezzadra-il-modello-cinese-e-lo-spazio-del-conflitto.html
http://effimera.org/il-modello-cinese-e-lo-spazio-del-conflitto-di-sandro-mezzadra/
https://www.mimesisedizioni.it/download/12739/e816dca0af4b/simone-pieranni-il-manifesto-4-febbraio-2022-sfide-e-quesiti-intorno-al-modello-cinese-su-adam-smith-a-pechino-di-arrighi.pdf
https://www.mimesisedizioni.it/download/12571/6eb5c7fab8b8/simone-pieranni-il-manifesto-29-dicembre-2021-lanno-della-tigre-nelle-mani-del-serpente-xi-su-adam-smith-a-pechino-di-arrighi.pdf
https://www.pandorarivista.it/articoli/adam-smith-a-pechino-giovanni-arrighi/
http://www.proteo.rdbcub.it/article.php3?id_article=747

 

Europa/Canfora

Luciano Canfora – La democrazia dei signori – Laterza (2022)

Sul nostro paese si sta giocando una partita di rilevanza internazionale.
Il quadro di riferimento, al di la’ delle prediche istituzionali e delle colate di retorica, e’ che l’UE puo’, a certe condizioni, continuare ad essere il giardino (culturale, tecnologico e finanziario) dell’«impero»: come la Grecia nell’ambito dell’impero romano ai tempi, tutt’altro che tranquilli, di Adriano o di Marco Aurelio.
Colossi decisivi quali il FMI (con epicentro in USA) e la comunque subalterna BCE sono i soggetti contraenti di questa intesa. Un’intesa del genere, ancorche’ sperequata, non comporta, per ora, rischi diretti, per il giardino europeo, sul piano militare: sempre che la politica imperiale non scelga di approdare ad un conflitto anche armato con Cina e Russia.
Con la presidenza Biden questo rischio sta diventando maggiore che sotto il suo predecessore

Info:
https://www.laterza.it/scheda-libro/?isbn=9788858147405
https://www.marx21.it/cultura/la-democrazia-dei-signori-luciano-canfora/
https://www.pulplibri.it/luciano-canfora-la-vittoria-delle-oligarchie-la-reale-natura-della-nostra-democrazia/

 

Stato/Habermas

Jurgen Habermas, Wolfgang Streeck – Oltre l’austerita’. Disputa sull’Europa – Castelvecchi (2020)

Ai tassi di inflazione crescente degli anni Settanta si sostituisce il progressivo indebitamento delle famiglie e dei bilanci pubblici.
Cresce parallelamente anche l’ineguaglianza quanto alla distribuzione del reddito, mentre le entrate statali diminuiscono per rapporto alla spesa pubblica.
Con l’aumento delle disuguaglianze sociali lo Stato tributario subisce in tale sviluppo una trasformazione: «Lo Stato democratico, governato e alimentato dai propri cittadini in quanto Stato tributario, si converte in Stato di debito democratico, nella misura in cui il suo sostentamento poco a poco non dipende piu’ dai cittadini contribuenti ma dai suoi creditori».
Dentro l’Unione economica e monetaria europea i limiti imposti dai “mercati” all’azione politica degli Stati mostrano il loro carattere perverso. La trasformazione dello Stato tributario in Stato di debito fa da sfondo al circolo vizioso con cui gli Stati salvano le banche insolventi, per finire a loro volta trascinate verso il fallimento da queste ultime, rimettendo di conseguenza il destino della popolazione nelle mani del regime finanziario imperante

Info:
https://open.luiss.it/2021/04/02/un-destino-comune-nel-nome-della-solidarieta/
https://www.lafionda.org/2021/03/30/quali-prospettive-per-la-solidarieta-europea-nello-scenario-post-covid/
https://www.reset.it/articolo/come-nasce-leuropa-streit-tra-jurgen-habermas-e-wolfgang-streeck
https://www.sinistrainrete.info/crisi-mondiale/19326-paolo-ortelli-capitalismo-e-democrazia-catastrofe-o-rivoluzione.html

Europa/Canfora

Luciano Canfora – La democrazia dei signori – Laterza (2022)

Nell’ultimo ventennio l’UE ha avuto, sempre piu’ chiaramente, una guida tedesca. Per svariate ragioni, non soltanto di concorrenza economica, cio’ ha suscitato nervosismo crescente al vertice dell’«impero».
Merkel era troppo, e giustamente da un punto di vista europeo, interessata alla collaborazione con la Russia: anche se ha dovuto anch’essa ingurgitare la farsa autolesionistica delle ‘sanzioni’.
I segnali dell’insofferenza statunitense verso la Germania, e quindi verso una UE a trazione tedesca, erano eloquenti: dalla guerra dei dazi all’attacco frontale a Volkswagen. Ma non vi erano alternative: non era facile impartire disposizioni per un cambio al vertice dell’UE. Intanto, comunque, l’operazione Brexit era un vigoroso ammonimento: indeboliva l’UE e rinsaldava il patto anglo-americano (cioe’ il vero «patto atlantico»). Macron non significava quasi nulla per gli USA. Lo hanno anche umiliato nella vicenda dei sottomarini per l’Australia, coinvolta nel progetto di accerchiamento militare della Cina […]
Comunque la Francia non e’ mai stata totalmente ‘atlantica’[…]
Dunque bisognava guardare all’Italia […]
Si avvicinava la scadenza elettorale di gran lunga piu’ importante: le elezioni generali in Germania. Era prevedibile che stesse finendo «l’era Merkel» e, con essa, la trazione tedesca dell’UE. Quanto, poi, alla Francia, buio pesto sull’esito delle presidenziali della primavera 2022. Di qui l’opportunita’ di intervenire in Italia con l’operazione Draghi […]
Sul piano istituzionale, il trapasso e’ ormai consolidato: il potere legislativo e’ stato trasferito dal Parlamento al governo. L’esecutivo e’ definitivamente diventato legislativo. La Costituzione non ha piu’ valore su questo cruciale terreno, come del resto su altri piani. La smodata prosecuzione dello «stato di emergenza» (unico caso in tutta la UE) e’ la cornice che propizia tale modifica strutturale della Costituzione. La drammatizzazione del problema sanitario con provvedimenti muscolari non e’ che un elemento del quadro […]
La sostanza e’ – stanti e operanti le attinenze cospicue – l’adesione alle due fedi (atlantistica e, in subordine, europeistica) che, uscita di scena Merkel, fanno dell’attuale premier italiano il nuovo perno di una UE rimessa in riga. («Erdogan dittatore» faceva intenzionale eco a «Putin assassino»: in compenso buoni rapporti con al-Sisi, nonostante Regeni e Zaki, ed elogi pubblici alla guardia costiera, criminale, libica.) Le elezioni politiche – quando pur ci saranno – dovranno necessariamente confermare questo riassetto

Info:
https://www.editorialedomani.it/idee/cultura/democrazia-signori-luciano-canfora-laterza-ygcgot2n
https://left.it/2022/03/06/luciano-canfora-la-sinistra-e-il-popolo-tradito/
https://www.pandorarivista.it/podcast/luciano-canfora-democrazia-e-oligarchia/
https://www.vocerepubblicana.it/2022/01/28/la-democrazia-dei-signori-e-lo-stato-sociale/
https://forumcorriere.corriere.it/leggere-e-scrivere/2022/01/27/la-democrazia-dei-signori-1/

Economia di mercato/Barba

Aldo Barba, Massimo Pivetti – La scomparsa della sinistra in Europa – Meltemi (2016)

Mentre tutte le economie possono riuscire a crescere simultaneamente attraverso l’espansione dei loro mercati interni, una crescita simultanea di tutte attraverso le esportazioni nette di beni e servizi e’ inconcepibile: alle esportazioni nette delle une corrispondono necessariamente importazioni nette da parte delle altre.
La via tedesca al sostegno dell’occupazione non e’ percorribile dall’insieme dei Paesi capitalisti.
Ci troviamo pertanto in Europa di fronte al seguente paradosso: in un’unione di mezzo miliardo di persone, il ruolo di guida viene lasciato a una nazione che alla sua totale inadeguatezza storico-culturale a svolgerlo, somma il fatto che, pur essendo divenuta a seguito della riunificazione la maggiore nazione europea, non cresce e non trascina la crescita degli altri attraverso l’espansione continua del proprio cospicuo mercato interno, ma si adopra invece con ogni mezzo per vendere agli altri i volumi crescenti di produzione che la sua atavica parsimonia non le consente di assorbire.
Il grado di successo di questa strategia di crescita dipende crucialmente dalla misura in cui essa non sia perseguita anche dai suoi partner commerciali.
Non appena la flessibilita’ del mercato del lavoro e l’austerita’ hanno incominciato ad essere imitate da tutti in Europa e la domanda proveniente dai Paesi in via di sviluppo ha rallentato, la contrazione dei livelli di vita per la maggioranza della popolazione e’ diventato un disastro continentale, destinato a coinvolgere presto o tardi la stessa “nazione guida”.

Info:
https://appelloalpopolo.it/?p=26090
https://www.sinistrainrete.info/politica-economica/11279-aldo-barba-e-massimo-pivetti-la-scomparsa-della-sinistra-in-europa.html
http://mondifantastici.blogspot.com/2018/04/la-scomparsa-della-sinistra-in-europa.html

Geoeconomia/Zakaria

Fareed Zakaria – Il mercato non basta. Dieci lezioni per il mondo dopo la pandemia – Feltrinelli (2021)

Nell’ultimo decennio la Cina e’ stata la singola maggiore fonte di crescita globale.
Oggi e’ la nazione numero uno al mondo nel commercio, sostituendo gli Stati Uniti che avevano occupato per sette decenni questa posizione.
E’ il più grande fabbricante e il secondo maggior importatore, e detiene le piu’ grandi riserve al mondo di valuta straniera. E’ prima nelle costruzioni navali e nella produzione di pannelli solari e pale eoliche. E’ il massimo mercato per automobili, computer e smartphone al mondo. Ha 226 dei 500 piu’ veloci calcolatori al mondo, il doppio dell’America.
Per farla breve, la Cina e’ gia’ arrivata.
La sua ascesa e’ stata tanto spettacolare che ormai possiamo scorgere il profilo di un sistema internazionale bipolare.
Gli Stati Uniti rimangono di gran lunga la nazione numero uno, ma il tratto distintivo di qualsiasi sistema bipolare e’ che le prime due potenze sono mille miglia avanti alle altre […]
Se la Cina e’ cresciuta come potenza economica, e’ stata l’Europa, non l’America, a perdere colpi.
La percentuale americana del Pil globale e’ rimasta all’incirca costante dal 1980. Invece i paesi che compongono oggi la Ue hanno visto la loro fetta di economia mondiale restringersi dal 1990 dal 30 a meno del 20 per cento e in senso geopolitico la Ue e’ ancora abbastanza inerme come singola potenza.
La nazione europea piu’ ricca, la Germania, e’ circa un quarto come dimensioni dell’economia cinese. Altre nazioni non sono nemmeno iscritte allo stesso campionato.
Spesso come contraltare della Cina citano l’India, che pero’ ha un’economia piu’ piccola, circa un quinto rispetto alla Cina. La Russia conserva alcuni attributi formali della grande potenza, e possiede anche un arsenale nucleare enorme e il diritto di veto in quanto membro del Consiglio di sicurezza dell’Onu. Ma la sua economia e’ un ottavo di quella cinese, il bilancio militare un quarto

Info:
https://www.feltrinellieditore.it/opera/opera/il-mercato-non-basta/
https://www.sivempveneto.it/la-lezione-della-pandemia-esce-anche-in-italia-lultimo-libro-di-fareed-zakaria-esperto-di-geopolitica-e-analista-della-cnn-ecco-perche-il-mercato-non-basta-a-risollevarci/
https://www.libreriavolare.it/recensioni-libri/saggistica/quello-che-ci-unisce-e-il-mercato-non-basta/
https://www.repubblica.it/cultura/2021/05/26/news/l_intervista_la_lezione_della_pandemia-302900481/

Europa/Piketty

Thomas Piketty – Una breve storia dell’uguaglianza – La Nave di Teseo (2021)

[In Europa] se si esamina la differenza tra i fondi pubblici ricevuti (per esempio come fondi regionali d’investimento) e i contributi versati sul bilancio dell’Unione europea, si osserva che paesi come la Polonia, l’Ungheria, la Repubblica Ceca o la Slovacchia hanno ricevuto, tra il 2010 e il 2018, trasferimenti pubblici netti compresi tra il 2 e il 4% del loro PIL.
Il problema e’ che i flussi privati in uscita sotto forma di profitti, dividendi e altri redditi da proprieta’, sono stati due volte piu’ elevati nel corso del medesimo periodo: tra il 4 e l’8% del loro PIL.
A Est del continente si fa notare non senza ragione che gli investitori occidentali (tedeschi e francesi in particolare) si sono serviti dei nuovi Stati membri come di un margine di manovra a buon mercato in virtu’ del quale hanno realizzato immensi profitti, condannando i paesi stessi a una subalternita’ economica permanente.
Dal canto loro, Germania e Francia preferiscono tacere sui flussi privati in uscita: li si preferisce vedere come la naturale controparte degli investimenti realizzati, e si privilegia il fatto di guardare unicamente i flussi pubblici in entrata

Info:
http://www.lanavediteseo.eu/item/una-breve-storia-delluguaglianza/
https://www.criticaletteraria.org/2021/11/thomas-piketty-una-breve-storia-dell-uguaglianza.html
https://www.doppiozero.com/materiali/thomas-piketty-la-storia-maestra-di-uguaglianza
https://www.repubblica.it/cultura/2021/11/17/news/l_anticipazione_cosi_il_clima_cambiera_la_nostra_vita-326752782/

Europa/Habermas

Jurgen Habermas, Wolfgang Streeck – OltreOltre l’austerità. Disputa sull’Europa – Castelvecchi (2020)

E’ evidente che la capacita’ di azione degli Stati nazione, che vegliano gelosi sulla loro da tempo tramontata sovranita’, non e’ sufficiente a sottrarsi agli imperativi di un settore bancario disfunzionale e gonfiato oltremisura.
Gli Stati incapaci di associarsi in entita’ sovranazionali, e che solo possono contare su accordi internazionali, non hanno alcuna chance di far fronte alla sfida politica di riportare tale settore alle esigenze dell’economia reale e ridurlo ai dovuti limiti funzionali.
Gli Stati dell’Unione monetaria europea in particolare si trovano a dover fare i conti con l’arduo compito di ricondurre mercati definitivamente globali nella portata di una indiretta, ma mirata, azione politica. Di fatto, le loro politiche contro la crisi si limitano al rafforzamento di una tecnocrazia di esperti in misure sospensive.
Senza le pressioni di una volonta’ viva scaturita da una societa’ civile mobilitata a livello internazionale, l’autoproclamatosi esecutivo di Bruxelles non avra’ mai la forza ne’ l’interesse di regolamentare i mercati, sempre piu’ selvaggi, in direzione di una maggiore giustizia sociale.

Info:
https://open.luiss.it/2021/04/02/un-destino-comune-nel-nome-della-solidarieta/
https://www.lafionda.org/2021/03/30/quali-prospettive-per-la-solidarieta-europea-nello-scenario-post-covid/
https://www.reset.it/articolo/come-nasce-leuropa-streit-tra-jurgen-habermas-e-wolfgang-streeck
https://www.sinistrainrete.info/crisi-mondiale/19326-paolo-ortelli-capitalismo-e-democrazia-catastrofe-o-rivoluzione.html