Geoeconomia/Allison

Graham Allison – Destinati alla guerra. Possono l’America e la Cina sfuggire alla trappola di Tucidide? – Fazi (2018)

La rete economica della Cina si sta diffondendo in tutto il mondo, alterando gli equilibri internazionali del potere in maniera tale da indurre persino gli alleati storici dell’America in Asia a cambiare assetto, orientandosi dagli Stati Uniti verso la Cina.
Seguendo la breve sintesi offerta da Lee Kuan Yew, «la Cina sta risucchiando i paesi del Sudest asiatico nel suo sistema economico in virtu’ del suo vasto mercato e del suo crescente potere d’acquisto. Anche il Giappone e la Corea del Sud vi saranno inevitabilmente risucchiati.
Essa non fa altro che assorbire i paesi, senza dover ricorrere all’uso della forza. […]
La crescente influenza economica della Cina sara’ molto difficile da contrastare».
O per dirla secondo la versione cinese della Regola aurea: chi ha l’oro, comanda.

Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/trappola-di-tucidide-graham-allison/
https://www.geopolitica.info/destinati-alla-guerra/
https://www.anssaif.eu/2019/06/osservatorio-sul-terrorismo/destinati-alla-guerra-possono-lamerica-e-la-cina-sfuggire-alla-trappola-di-tucidide.html

Europa/Marsili

Lorenzo Marsili – Il terzo spazio. Oltre establishment e populismo – Laterza (2017)

Oggi l’Europa si trova nuovamente al centro di una grande trasformazione. Non c’e’ stato un giorno, dal crollo della Lehman Brothers, senza che una crisi colpisse l’Unione.
In una sequenza dai tratti grotteschi, in pochi anni abbiamo vissuto l’inizio della crisi finanziaria, la sua trasformazione in crisi del debito e crisi dell’euro che ha portato a una crisi economica apparentemente senza fine.
E ancora, una crisi dei rifugiati, il primo esodo dallo spazio europeo di uno Stato membro con il referendum sulla Brexit e guerra lungo tutti i confini d’Europa – dall’Ucraina alla Siria alla Libia.
All’orizzonte, la prospettiva, sempre piu’ reale, sempre piu’ prossima, di una disintegrazione dello spazio europeo.
La sfida che ci viene posta e’ altissima.
Viviamo un momento di scarto, un interregno dagli esiti piu’ incerti che mai.
Un sistema economico e politico che ha dominato incontrastato per tre decenni e’ entrato in crisi terminale […]
Vediamo l’Europa divenire campo di battaglia fra un establishment in bancarotta e nuovi nazionalismi reazionari.
Da un lato, la politica tradizionale arroccata a difesa del fortino dello status quo, impegnata in un vano tentativo di proteggere un estremo centro che non puo’ e non deve piu’ reggere: il centro di una certa globalizzazione neoliberale, dell’austerita’, il centro che ha assunto come simboli le grandi coalizioni e la Troika.
Dall’altro, l’emergere prepotente di nuove forze regressive che sfruttano un sentimento reale e dilagante di insicurezza sociale per promuovere una piattaforma identitaria, reazionaria e autoritaria.

Info:
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788858128282
https://www.sns.it/it/evento/terzo-spazio
https://www.estetica-mente.com/recensioni/libri/lorenzo-marsili-yanis-varoufakis-terzo-spazio-oltre-establishment-populismo/73210/
http://www.mangialibri.com/libri/il-terzo-spazio

Geoeconomia/Comin

Gialuca Comin, Donato Speroni – 2030 la tempesta perfetta. Come sopravvivere alla grande crisi – Rizzoli (2012)

E’ un dato di fatto che la globalizzazione, i nuovi assetti geopolitici ed economici, l’emergere delle grandi economie dei Paesi asiatici e latinoamericani, i problemi posti dal climate change e, non ultima, la crisi dei mercati finanziari del 2008 abbiano gia’ trasformato per sempre il ruolo delle imprese.
La ragione e’ chiara per tutti gli attori sociali: in un mondo che ha accelerato la sua trasformazione, non prepararsi ai rischi porta al disastro e, in primo luogo, mette a repentaglio rendimenti e bilanci fino alla stessa esistenza delle imprese.
A tutti e’ posta la sfida di gestire le vulnerabilita’ e le opportunita’ di quella che il sociologo polacco Zygmunt Bauman chiama la «società liquida».
In questa sfida le imprese sono le prime a essere chiamate in causa e a dover rispondere nei confronti di tutti i loro stakeholder, cioe’ di tutti i soggetti (azionisti, dipendenti, consumatori, ma anche cittadini in qualche modo coinvolti dalla presenza delle unita’ produttive sul territorio) che sono portatori di un qualche interesse rispetto all’impresa.

Info:
https://www.vogue.it/people-are-talking-about/vogue-arts/2012/02/tempesta-perfetta-comin-speroni

Geoeconomia/Arlacchi

Pino Arlacchi – I padroni della finanza mondiale. Lo strapotere che ci minaccia e i contromovimenti che lo combattono – Chiarelettere (2018)

In sintesi, l’Asia orientale e’ diventata negli ultimi decenni un’area di relazioni pacifiche e di interazione economica paragonabili per intensita’ e diffusione a quelle vigenti nell’Europa occidentale.
Ma il peso relativo di ciascuna di queste due zone di pace nel bilancio globale e’ ormai alquanto differente: il Pil dell’Asia orientale e’ oltre il doppio di quello dell’eurozona, 24 trilioni di dollari contro 11,6 nel 2017. E la sua popolazione di 2,3 miliardi di persone supera di quasi sette volte quella europea.
Una delle prove piu’ solide di quanto stiamo affermando consiste nell’andamento decrescente delle spese militari dei paesi della regione lungo l’arco temporale della piu’ intensa crescita del Pil cinese. Se la Repubblica popolare fosse stata percepita come un pericolo da cui guardarsi, di certo i paesi limitrofi non avrebbero quasi dimezzato le spese per la difesa dal 1990 al 2015, passate dal 3,35 all’1,84 per cento del loro Pil.

Info:
https://www.interris.it/news/esteri/chi-sono-i-padroni-della-finanza-mondiale/
https://www.edizionipolis.it/magazine/2019/03/29/economia-e-finanza-mondiale-arlacchi-il-neoliberalismo-oggi-vive-una-profonda-crisi/

Europa/Marsili

Lorenzo Marsili, Yanis Varoufakis – Il terzo spazio. Oltre establishment e populismo – Laterza (2017)

Nel 1998 i capi di Stato e di governo dell’Eurozona si incontrano ad Amsterdam per definire lo Statuto e la composizione della Banca centrale europea […]
Viene deciso che l’azione principale della BCE deve essere diretta esclusivamente alla lotta all’inflazione, mentre la sua capacita’ di intervento a sostegno dell’economia e dei bilanci nazionali viene fortemente limitata.
Anzi, viene esplicitamente vietata, perche’ bisogna lasciare gli Stati in balia dei mercati e dei loro umori: perche’ i mercati la sanno piu’ lunga, mentre dell’intervento pubblico non ci si puo’ fidare […]
Alla Banca centrale europea viene chiesto di tenere a bada l’inflazione, senza curarsi delle ricadute che le sue politiche potrebbero avere sull’occupazione.
Tutte scelte, queste, perfettamente in linea con un fondamentalismo di mercato che vede nell’inflazione il nemico da combattere (perche’ l’inflazione svaluta il valore del capitale) e nell’occupazione una variabile destinata ad aggiustarsi da se’ attraverso l’abbassamento del costo del lavoro.

Info:
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788858128282
https://www.sns.it/it/evento/terzo-spazio
https://www.estetica-mente.com/recensioni/libri/lorenzo-marsili-yanis-varoufakis-terzo-spazio-oltre-establishment-populismo/73210/
http://www.mangialibri.com/libri/il-terzo-spazio

Europa/Arlacchi

Pino Arlacchi – I padroni della finanza mondiale. Lo strapotere che ci minaccia e i contromovimenti che lo combattono – Chiarelettere (2018)

Un elemento importante del disagio della societa’ europea risiede nella formula di governo dell’Unione.
Delle sue tre principali istituzioni, solo il Parlamento viene eletto dai cittadini.
Commissione e Consiglio europeo sono espressione dei governi degli Stati membri, o meglio, dei circoli di potere tecnocratico e finanziario piu’ esclusivi interni a essi.
L’Unione europea finisce percio’ per essere gestita in condizioni di pesante deficit democratico da una congrega collegata ai poteri finanziari continentali, al governo degli Stati Uniti e a Wall Street.
Il suo centro direzionale e’ una superburocrazia scostante, sorda alle istanze sociali di cinquecento milioni di persone e riluttante a sviluppare quei temi del suo mandato suscettibili di disturbare i padroni del vapore.
Al di la’ del fumo europeista, l’Unione che ci ritroviamo e’ quella dei mercati e delle banche, non quella dei suoi cittadini.
L’«Europa sociale» di Jacques Delors e’ rimasta un miraggio, dimenticata anche dai partiti socialisti presenti nel Parlamento europeo.

Info:
https://www.interris.it/news/esteri/chi-sono-i-padroni-della-finanza-mondiale/
https://www.edizionipolis.it/magazine/2019/03/29/economia-e-finanza-mondiale-arlacchi-il-neoliberalismo-oggi-vive-una-profonda-crisi/

Geoeconomia/Khanna

Parag Khanna – Il secolo asiatico? – Fazi (2019)

Nel XXI secolo lo sviluppo inclusivo e’ diventato una misura migliore del progresso nazionale.
Il nuovo Inclusive Development Index (IDI; Indice di Sviluppo Inclusivo) prende inconsiderazione non solo le dimensioni economiche ma anche l’aspettativa di vita, la disoccupazione, il reddito medio, il livello di poverta’, il tasso di disuguaglianza, il risparmio delle famiglie, le emissioni di carbonio e altri fattori.
In Asia, Australia e Nuova Zelanda sono al primo posto, seguite da Corea del Sud e Israele, che si collocano tra i primi venti. Le nuove economie emergenti asiatiche – tra cui l’Azerbaigian, la Malesia, il Kazakistan, la Turchia, la Thailandia, la Cina, l’Iran, il Vietnam, l’Indonesia e le Filippine – stanno facendo passi da gigante nella maggior parte delle categorie di sviluppo inclusivo.

Info:
https://www.iltascabile.com/societa/secolo-asiatico/
http://www.mangialibri.com/libri/il-secolo-asiatico
https://www.repubblica.it/dossier/la-repubblica-delle-idee-2019/2019/06/03/news/parag_khanna-227854599/

Europa/Balibar

Etienne Balibar – Crisi e fine dell’Europa – Bollati Boringhieri (2016)

Da una parte, l’Europa neoliberista, cioe’ quella che il neoliberismo (che, non dimentichiamolo, e’ una politica e non una semplice teoria economica) sta modellando a marce forzate con lo smantellamento dei diritti sociali, delle politiche pubbliche, dei valori di solidarieta’, per renderla a immagine della globalizzazione finanziaria.
Dall’altra, l’Europa democratica, o meglio della democratizzazione, che implica una rivalorizzazione e una reinvenzione dell’Europa sociale, perche’ la negazione delle dimensioni sociali della cittadinanza e’ il cuore delle strategie di de-democratizzazione.
La prima, bisogna riconoscerlo, e’ piu’ reale della seconda, perche’ si concretizza in un enorme apparato di strutture, di istituzioni, di discorsi egemonici.
La seconda invece e’ largamente virtuale, in quanto esiste soltanto sotto forma di resistenze e di iniziative eterogenee, il che pero’ non vuol dire che sia utopistica o che rappresenti soltanto un vuoto ideale. Perche’ la sua esistenza rinvia alle contraddizioni quanto mai reali della prima.
Si puo’ dire che in questo momento l’Europa democratica sia “scomposta” dalle istituzioni e dalle politiche dell’Europa neoliberista, ma che la sua ricomposizione, o la sua “costituzione” nel corso dello sviluppo della crisi non sia impensabile.

Info:
https://www.lindiceonline.com/osservatorio/economia-e-politica/balibar-crisi-europa-ordoliberale/
https://www.illibraio.it/libri/etienne-balibar-crisi-e-fine-delleuropa-9788833928449/
https://left.it/2019/04/13/balibar-leuropa-va-rifondata-aprendo-i-confini/

Geoeconomia/Formenti

Carlo Formenti – Oligarchi e plebei. Diario di un conflitto globale – Mimesis (2018)

Tutti hanno sentito parlare del fenomeno dei contractors, cioe’ dei professionisti della guerra (quasi sempre ex soldati di professione con esperienza nei corpi d’elite) che affiancano le
truppe americane, inglesi e di altre nazioni in varie operazioni sul campo.
Meno note sono le dimensioni del fenomeno: i contractors sono quasi 60.000 sui soli teatri del Medio Oriente (dal Libano all’Afghanistan) e circa 40.000 in Africa. Un vero e proprio esercito di mercenari che forse sono ancora piu’ numerosi, ove si tenga conto del fatto che il Pentagono e’ reticente nel dare cifre precise in merito, mentre agenzie come la Cia o la Nsa si guardano bene dal darne.
Un esercito che, alle imprese che ne vendono i servigi, garantisce un giro di affari che probabilmente si aggira intorno ai cento miliardi di dollari.
Perche’ stupirsi se nell’era in cui tutto viene privatizzato il fenomeno si estende anche alla guerra?
Prima c’erano gli eserciti di leva, poi i militari di mestiere al servizio di un determinato Paese, infine ecco i mercenari al servizio del miglior offerente.
Fra l’altro, cosi’ si evitano i contraccolpi dell’opinione pubblica quando il prezzo in vite umane di una guerra tende a farsi troppo alto […]
Ma gli imprevisti sono dietro l’angolo: in primo luogo perche’ questa gente e’ al servizio di imprese private e non di qualche Stato e, com’e’ noto, gli interessi delle multinazionali ignorano i confini geopolitici e le regole della guerra […]
Dopo la medievalizzazione dell’economia con il ritorno della lex mercatoria arriva la medievalizzazione della guerra con il ritorno di Lanzichenecchi e capitani di ventura.

Info:
https://www.carmillaonline.com/2018/05/15/le-nuove-pelbi-globali-dentro-la-crisi-sistemica/
https://www.sinistrainrete.info/libri/16175-carlo-formenti-oligarchi-e-plebei.html

Geoeconomia/Arlacchi

Pino Arlacchi – I padroni della finanza mondiale. Lo strapotere che ci minaccia e i contromovimenti che lo combattono – Chiarelettere (2018)

Nell’agosto del 1971 il governo americano dichiaro’ la fine della convertibilita’ del dollaro in oro e inauguro’ un’era della politica e dell’economia mondiale destinata a durare fino ai nostri giorni.
La resurrezione del capitalismo finanziario sotto l’egida del dollaro e della potenza americana […] e’ in buona parte dovuta alla fine di Bretton Woods e del gold dollar standard in favore della nascita di un sistema fondato unicamente sul dollaro, il dollar standard attuale.
Essendo fondato sul fiat money prodotto dalla Federal Reserve, imposto al resto del mondo tramite l’acquisto piu’ o meno forzato di buoni del Tesoro Usa, i T-bond, e garantito da null’altro che dalla potenza americana, questo sistema e’ stato chiamato «Us Treasury standard» […]
La fine della convertibilita’ del dollaro in oro concentrava nelle mani di un unico paese la politica monetaria mondiale, e lo rendeva percio’ arbitro del destino economico delle altre realta’.
O meglio, consentiva agli Stati Uniti di confiscare il denaro delle altre nazioni, attraverso il potere di signoraggio sul dollaro e la manipolazione del suo valore.

Info:
https://www.interris.it/news/esteri/chi-sono-i-padroni-della-finanza-mondiale/
https://www.edizionipolis.it/magazine/2019/03/29/economia-e-finanza-mondiale-arlacchi-il-neoliberalismo-oggi-vive-una-profonda-crisi/