Geoeconomia/Khanna

Parag Khanna – Il secolo asiatico? -Fazi (2019)

La maggior parte delle zone culturali del mondo – quella indu’, quella buddhista, quella sinica, quella islamica e quella giapponese –, cosi’ come gran parte del regno ortodosso, si trovano in Asia.
Nessuno di questi ha mai dominato gli altri se non per brevi periodi. Il sistema asiatico non e’ mai stato un blocco asiatico. Al contrario, per gran parte della storia, le sottoregioni asiatiche hanno intrattenuto rapporti stabili, improntati alla fluidita’ piuttosto che alla gerarchia. Pertanto non ci sara’ alcuna unipolarita’ cinese, né a livello globale né in Asia. Gli asiatici sono molto piu’ a loro agio con l’idea della multipolarita’ globale di quanto non lo siano gli americani, che per buona parte della loro storia recente hanno conosciuto (e studiato) solo ordini unipolari, a partire dal loro.
Ma piu’ il mondo diventa multipolare, piu’ il futuro globale assomiglia al passato dell’Asia.

Info:
https://www.iltascabile.com/societa/secolo-asiatico/
http://www.mangialibri.com/libri/il-secolo-asiatico

Europa/Rodrik

Dani Rodrik – Dirla tutta sul mercato globale – Einaudi (2019)

Nel marzo 2017 l’Unione Europea ha celebrato il sessantesimo anniversario del Trattato di Roma che diede vita alla Comunita’ economica europea.
In effetti, c’era molto da festeggiare: dopo secoli di guerre, sconvolgimenti politici e uccisioni di massa, l’Europa risulta vivere in pace e in democrazia.
In un’epoca di disuguaglianze, le nazioni europee presentano i divari nel reddito piu’ bassi che in qualunque altro posto del mondo, e l’Unione Europea ha guidato felicemente il passaggio sotto la propria ala di undici ex paesi socialisti.
Questi, pero’, sono i traguardi del passato.
Oggi l’Unione sta attraversando una profonda crisi esistenziale e il suo futuro e’ tutt’altro che certo. Se ne colgono i sintomi dappertutto: la Brexit, gli allarmanti livelli di disoccupazione giovanile in Grecia e in Spagna, l’indebitamento e la stagnazione in Italia, l’ascesa dei movimenti populisti e la reazione di rifiuto nei confronti dei migranti e dell’euro.
Sono tutti segnali che puntano nella stessa direzione: le istituzioni europee necessitano di una revisione decisiva.

Info:
https://ilmanifesto.it/la-vocazione-globale-del-capitalismo/
https://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2019-02-04/temperare-l-iperglobalizzazione-162827.shtml?uuid=AFhMOTC&refresh_ce=1

Geoeconomia/Khanna

Parag Khanna – Il secolo asiatico? – Fazi (2019)

L’Asia oggi rappresenta la forza principale che sta
rimodellando l’ordine globale.
Sta istituendo un sistema commerciale e diplomatico asiacentrico che si estende dall’Oceano Indiano all’Africa, riorientando le strategie degli Stati Uniti e dell’Europa, e incrementando l’appeal delle norme politiche e sociali asiatiche in tutto il mondo […]
Gli Stati Uniti sono ancora la prima potenza militare al mondo, nonche’ il primo produttore di energia e il paese con i mercati finanziari piu’ integrati.
L’Europa continua a guidare il mondo per dimensioni del proprio mercato interno, qualita’ delle sue istituzioni democratiche e standard di vita.
L’Asia in generale, e la Cina in particolare, vantano le popolazioni e gli eserciti piu’ grandi, i tassi di risparmio piu’ alti e le maggiori riserve valutarie al mondo.
Ognuno detiene diversi tipi di potere, quantita’ di potere e aree geografiche di potere.

Info:
https://www.iltascabile.com/societa/secolo-asiatico/
http://www.mangialibri.com/libri/il-secolo-asiatico

Geoeconomia/Gila

Paolo Gila – Capitalesimo. Il ritorno del feudalesimo nell’economia mondiale – Bollato Boringhieri (2013)

Alcuni osservatori critici, tra cui geo-strateghi e analisti finanziari appartenenti a diverse scuole di pensiero, sostengono che il nuovo ciclo economico a cui si e’ dato il nome di green economy debba necessariamente passare attraverso una lunga e poderosa trasformazione del modello capitalistico a cui siamo stati abituati finora, realizzato sulla centralita’ dell’asse anglo-americano.
Il futuro sara’ policentrico, con molti fulcri, alcuni dei quali in Asia, Australia e Sud-America.
Cosi’, per la finanza, il passaggio sara’ complicato, ma non illogico. Paradossale, ma non incomprensibile.

Info:
http://www.spazioterzomondo.com/2013/04/recensione-paolo-gila-capitalesimo-bollati- boringhieri/
https://www.sololibri.net/Capitalesimo-Paolo-Gila.html

Europa/Mounk

Yascha Mounk – Popolo vs. Democrazia. Dalla cittadinanza alla dittatura elettorale – Feltrinelli (2018)

A seguito del crack finanziario del 2008, i paesi sudeuropei erano sull’orlo del fallimento.
Tuttavia, facendo parte dell’eurozona, non potevano né svalutare la moneta né dichiararsi insolventi.
La contrazione dell’economia e’ durata quasi dieci anni.
I tassi di disoccupazione si sono impennati. E’ diventato sempre piu’ chiaro che alcune delle istituzioni piu’ importanti dell’Ue non erano sostenibili nella loro forma attuale.
Per evitare che la crisi dell’euro si ripresenti alla prossima recessione, il continente deve o eliminare la moneta unica o compiere un grande passo, per quanto impopolare, verso una maggiore integrazione politica.

Info:
https://www.linkiesta.it/it/article/2018/05/12/yascha-mounk-il-populismo-fa-paura-ma-nel-lungo-periodo-la-democrazia-/38075/

Europa/Zielonka

Jan Zielonka – Disintegrazione. Come salvare l’Europa dall’Unione europea – Laterza (2015)

Alcuni Stati europei si troveranno in competizione con le loro potenti regioni, mentre altri dovranno trasferire notevoli poteri alle grandi città più prospere.
Si allarghera’ anche la divaricazione tra i diversi paesi e alcuni assomiglieranno a Stati falliti mentre altri saranno piu’ simili a imperi.
Gli Stati si integreranno inoltre in modo disomogeneo: alcuni aderiranno soltanto a poche strutture integrative selezionate, mentre altri cercheranno di essere a bordo (se non al timone) di un gran numero di reti e associazioni europee.

Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/recensione-a-disintegrazione-di-jan-zielonka/
https://www.notiziegeopolitiche.net/recensione-a-jan-zielonka-disintegrazione-come-salvare-leuropa-dallunione-europea/
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&task=schedalibro&isbn=9788858120460&Itemid=97

Europa/Stiglitz

Joseph E. Stiglitz – L’euro. Come una moneta comune minaccia il futuro dell’Europa – Einaudi (2017)

L’euro e’ stato creato con tre speranze:
1) che avrebbe portato a una maggiore coesione europea e quindi all’integrazione;
2) che la piu’ stretta integrazione economica avrebbe portato a una crescita piu’ veloce dell’economia; e
3) che questa maggiore integrazione economica e la conseguente maggiore integrazione politica avrebbero garantito la pace all’Europa.

Info:
http://temi.repubblica.it/micromega-online/stiglitz-e-possibile-salvare-l-euro/
https://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2018-07-06/stiglitz-italexit-e-l-ultima-spiaggia-l-italia-e-meglio-restare-ma-l-euro-va-riformato-154718.shtml?uuid=AEpvLEIF&refresh_ce=1
http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/stiglitz-39-39-39-italia-sufficientemente-grande-ha-176313.htm

Geoeconomia/Judt

Tony Judt – Guasto e’ il mondo – Laterza (2012)

E’ indiscutibile che la caduta del Muro di Berlino e il tracollo, come in un domino, degli Stati comunisti, dalle porte di Vienna alle rive del Pacifico, abbiano segnato una transizione importantissima che ha liberato milioni di uomini e donne da un’ideologia cupa e ormai superata e dalle istituzioni autoritarie che di quell’ideologia erano il prodotto.
Ma nessuno potrebbe sostenere, con una qualche credibilita’, che il comunismo sia stato rimpiazzato da un’era di idilliaca serenita’.
Non c’e’ stata nessuna pace nella Iugoslavia postcomunista e pochissima democrazia in tutti gli Stati nati dallo scioglimento dell’Unione Sovietica. Quanto al libero mercato, di sicuro ha prosperato, ma non si sa bene a beneficio di chi. L’Occidente, soprattutto l’Europa e gli Stati Uniti, si e’ fatto sfuggire un’opportunita’, di quelle che si presentano una volta in un secolo, per riplasmare il mondo sulla base di istituzioni e pratiche internazionali concordate e migliorate.
Abbiamo preferito metterci seduti ad autocongratularci per aver vinto la guerra fredda: un metodo sicuro per perdere la pace.

Info:
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788842099819
https://ilmiolibro.kataweb.it/recensione/catalogo/3191/abbiamo-guastato-il-mondo-ma-una-via-di-uscita-ce/?refresh_ce
https://www.macrolibrarsi.it/libri/__guasto-e-il-mondo-libro.php

Europa/Zielonka

Jan Zielonka – Disintegrazione. Come salvare l’Europa dall’Unione europea – Laterza (2015)

L’integrazione europea avrebbe innanzitutto dovuto sbarazzarsi della politica di potere. Gli Stati grandi e ricchi non dovevano piu’ angariare quelli piccoli e poveri.
Soprattutto, l’Europa non doveva essere dominata dalla Germania.
Oggi una manciata di paesi a «tripla A» dirige l’Europa con la Germania al posto di guida. L’eguaglianza fra gli Stati membri e’ sparita.
Vengono scritti nuovi trattati che guardano solo ad alcuni Stati, crescono le interferenze esterne e arbitrarie negli affari interni e le politiche vertono eminentemente sulle sanzioni, invece che su aiuti e incentivi.

Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/recensione-a-disintegrazione-di-jan-zielonka/
https://www.notiziegeopolitiche.net/recensione-a-jan-zielonka-disintegrazione-come-salvare-leuropa-dallunione-europea/
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&task=schedalibro&isbn=9788858120460&Itemid=97

Geoeconomia/de Grossouvre

Henri De Grossouvre – Parigi, Berlino, Mosca. Geopolitica dell’indipendenza europea – Fazi (2004)

Le guerre condotte dagli Stati Uniti dopo la caduta dell’URSS sono tutte determinate dai tracciati degli oleodotti e dei gasdotti; e tuttavia le operazioni militari americane sono presentate come crociate per la democrazia e i diritti umani […] La guerra e’ un’attivita’ condotta da uno Stato contro un altro Stato.
La strategia consiste nel dissimulare gli interessi del dominio americano rivestendoli di buoni sentimenti e nel diluire le operazioni militari in coalizioni le piu’ larghe possibili. Cosi’ non si parla di guerra degli Stati Uniti contro l’Iraq, ma di guerra del Golfo, ne’ di guerra degli Stati Uniti contro l’Afghanistan dei talebani, ma di guerra contro il terrorismo.

Info:
http://www.archiviostorico.info/Rubriche/Librieriviste/recensioni/parigiberlinomosca.htm
http://www.caffeeuropa.it/pensareeuropa/259gollismo.html