Europa/Massolo

Realpolitik. Il disordine mondiale e le minacce per l’Italia – Giampiero Massolo, Francesco Bechis – Solferino (2024) 


E’ del tutto evidente che, se vuole svolgere un ruolo, l’Europa deve riformarsi in profondita’ e aumentare la propria capacita’ di reazione.
Evidente, ma non praticabile, almeno a breve, perche’ qualunque disegno riformatore dei Trattati richiede l’unanimita’ degli Stati membri. Il voto all’unanimita’ e’ una zavorra che l’Europa non puo’ piu’ permettersi, pena la perdita di qualsiasi credibilita’.
Migranti, aiuti all’Ucraina, rifinanziamento del bilancio: quante volte negli ultimi anni e’ bastato un solo pollice verso, dell’Ungheria di Viktor Orban o perfino della piccola Malta, per mettere nel congelatore qualsiasi decisione?
Rinviare, procrastinare, in definitiva, non decidere affatto. Per quanto limitativo sia lo status quo, l’Europa resta ostaggio del suo «comma 22»: una riforma del sistema non e’ in vista, per colpa di quegli stessi veti che la ingolfano quotidianamente.

Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/realpolitik-di-giampiero-massolo-e-francesco-bechis/
https://www.agi.it/estero/news/2024-05-30/libri-realpolitik-massolo-attrezzarsi-per-un-mondo-anarchico-26583006/

https://www.ilmessaggero.it/libri/realpolitik_il_libro_che_mette_ordine_al_disordine_mondiale-8109413.html
https://formiche.net/2024/06/recensione-di-realpolitik-massolo-bechis/#content
https://blog.ilgiornale.it/franza/2024/06/15/realpolitik-il-disordine-mondiale-e-le-minacce-per-litalia-il-libro-dellambasciatore-massolo-e-del-giornalista-bechis/

Europa/Streeck

Globalismo e democrazia – Wolfgang Streeck – Feltrinelli (2024)


L’Unione europea, nel caso specifico, potrebbe essere definita un impero di tipo liberale, o con piu’ precisione, neoliberale, retto cioe’ da una “libera” economia di mercato (leggasi “capitalista”) quale dottrina politico-economica uniformante e vincolante e da una promessa di prosperita’ collettiva e di democrazia per tutti.
Da un punto di vista formale, gli stati membri di un impero liberale devono potersi rapportare “alla pari” l’uno all’altro, mantenendo la parvenza di un’adesione volontaria; al contempo, al centro spetta il dovere di responsabilita’ di mantenere le promesse di crescita e ricchezza nella periferia dell’impero, configurando i rapporti imperiali di potere in relazioni internazionali rette dal diritto, mentre i governi nazionali piu’ o meno democraticamente incaricati, dal canto loro, hanno il compito di fungere da intermediari tra la potenza egemone alla guida dell’impero e le popolazioni degli stati membri, giacche’ la loro posizione e atteggiamento nei confronti del centro sono di vitale importanza per la coesione stessa dell’impero.

Info:
https://www.fondazionedivittorio.it/lezione-streeck-limiti-potenzialita-della-ue-egemonie-planetarie-popoli-crisi
https://www.doppiozero.com/wolfgang-streeck-neoliberalismo-e-poi

https://www.corriere.it/la-lettura/24_giugno_21/come-sonnambuli-la-guerra-la-lettura-anteprima-nell-app-1af31e72-2fe1-11ef-8a97-996e27b017a2.shtml
https://ilmanifesto.it/uneuropa-svizzera

Geoeconomia/Massolo

Realpolitik. Il disordine mondiale e le minacce per l’Italia – Giampiero Massolo & Francesco Bechis – Solferino (2024)


La sfida revisionista di Russia e Cina all’ordine mondiale a guida americana trova infatti nell’Italia uno dei piu’ avvincenti campi di battaglia, perche’ essa e’ insieme il crocevia tra l’Europa settentrionale e quella centrorientale e il perno strategico del fianco sud della Nato, Paese chiave nelle geometrie del Mediterraneo.
Se l’obiettivo delle due potenze e’ simile, le sfide sono diverse.
La Cina lavora sul lungo periodo: non vuole destabilizzare l’attuale ordine mondiale, ma sostituirlo con un ordine alternativo di cui si immagina egemone, e quindi utilizza l’intelligence per ridurre piu’ in fretta il gap tecnologico e industriale che la separa dall’Occidente e per proiettarsi in aree geopolitiche dov’era assente (si pensi al Medio Oriente).
Alla Russia questa egemonia e’ e restera’ preclusa, sicche’ Putin non ha interesse a creare un nuovo ordine. La «sua» Russia prospera piuttosto sulla destabilizzazione dell’ordine attuale.
Da noi, quest’ambizione dello zar si traduce in una sottile ma pervicace opera di influenza politica, soprattutto nel tentativo costantemente riproposto – e finora fortunatamente fallito – di manovrare i meccanismi del consenso, d’influire sull’opinione pubblica.
La promozione di un terzaforzismo che faccia leva sulle crepe e le incongruenze del blocco euro-atlantico viene perseguita nella convinzione che il nostro Paese sia particolarmente permeabile a questi messaggi. In effetti parlano da se’ i sondaggi sulla guerra in Ucraina: se la stanchezza dell’Occidente per il sostegno alla resistenza di Kiev si fa sentire ovunque, e’ da noi che per prima ha fatto breccia. E con essa si incunea con piu’ facilita’ la propaganda russa: corre nella bolla social, rimbalza sul web e i media, trova posto nei salotti dei talk show.
L’Italia non e’ dunque un campo neutrale nello scontro di interessi e ambizioni che vede contrapposti l’Occidente e i suoi rivali […]
Serve considerare con realismo la politica internazionale, per muoversi in questo caos, e con realismo definire il proprio interesse nazionale, partendo da una collocazione chiara. Per l’Italia la scelta occidentale non ha alternative: siamo con l’Europa, con gli Stati Uniti, con la Nato.
L’ambiguita’ ha un prezzo troppo alto. Attenzione, fare questa scelta di fondo non significa rifiutarsi di cooperare con gli altri: non abbiamo bisogno, e per fortuna il rischio e’ remoto, di quello «scontro tra civilta’» preconizzato quasi trent’anni fa dal politologo Samuel Huntington. Ben vengano gli scambi commerciali con la Cina, le interlocuzioni con il Sud del mondo, restino aperti i canali con chi milita in campi avversi, purche’ non si confondano i piani e sia chiaro il punto di fondo della nostra appartenenza.
Con gli alleati si puo’ essere in disaccordo su singole questioni, ma si condividono i valori fondamentali; con i competitor si possono condividere singole iniziative e opportunita’, ma i principi restano diversi […]
Scegliere il campo, distinguere la sicurezza dalla convenienza, alzare la guardia contro le minacce. Ecco i presupposti per promuovere e difendere il proprio interesse nazionale in un mondo sospeso e turbolento, segnato dal ritorno alla great power competition, la competizione tra grandi potenze.

Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/realpolitik-di-giampiero-massolo-e-francesco-bechis/
https://www.agi.it/estero/news/2024-05-30/libri-realpolitik-massolo-attrezzarsi-per-un-mondo-anarchico-26583006/

https://www.ilmessaggero.it/libri/realpolitik_il_libro_che_mette_ordine_al_disordine_mondiale-8109413.html
https://formiche.net/2024/06/recensione-di-realpolitik-massolo-bechis/#content
https://blog.ilgiornale.it/franza/2024/06/15/realpolitik-il-disordine-mondiale-e-le-minacce-per-litalia-il-libro-dellambasciatore-
massolo-e-del-giornalista-bechis/

Europa/Parsi

Titanic. Il naufragio dell’ordine liberale – Vittorio Emanuele Parsi – il Mulino (2018)

[La] tensione tra una solidarieta’ necessariamente ancorata alla scala nazionale e l’integrazione economica di scala europea ha generato quattro specifiche «sottotensioni»: una tra dimensione sociale e dimensione economica del processo di integrazione, con una «governance programmaticamente sbilanciata a favore delle misure pro mercato e a sfavore di quelle pro welfare»; una seconda che corre all’interno dell’Eurozona, «e oppone Nord e Sud, paesi core (centrali dal punto di vista economico) e paesi periferici, “creditori” e “debitori”»; la terza che ha per tema la libera circolazione dei fattori di produzione nel mercato interno riguarda soprattutto la polemica tra «paesi con welfare consolidato (generoso e costoso) e paesi con welfare relativamente limitato, con basso costo del lavoro e bassa regolazione»; la quarta infine «e’ di natura verticale: Bruxelles (le istituzioni sovranazionali) contro Stati membri (i governi nazionali e le loro sovranita’ in ambiti ritenuti cruciali come le pensioni e il mercato del lavoro)».

Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/titanic-naufragio-ordine-liberale-parsi/
https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/05/14/titanic-il-sistema-liberale-di-fronte-a-una-scelta-combattere-le-disuguaglianze-o-fallire-il-nuovo-libro-di-vittorio-emanuele-parsi/6590356/
https://www.idiavoli.com/it/article/titanic-naufragio-occidente-ordine-liberale
https://www.marxismo-oggi.it/recensioni/libri/253-stato-mercato-e-democrazia-note-a-margine-di-titanic-il-naufragio-dell-ordine-liberale
https://www.letture.org/titanic-il-naufragio-dell-ordine-liberale-vittorio-emanuele-parsi
https://www.arcipelagomilano.org/archives/51270

Geoeconomia/Parsi

Titanic. Naufragio o cambio di rotta per l’ordine liberale – Vittorio Emanuele Parsi – il Mulino (2022)

L’ordine internazionale liberale, come il Titanic, non era e non e’ un vascello inaffondabile ed e’ stato dirottato dall’imperizia di chi ne e’ al comando […] verso una rotta diversa e molto piu’ pericolosa di quella progettata, sulla quale si staglia inquietante un iceberg che presenta quattro facce, tutte diversamente minacciose, nessuna delle quali puo’ essere sottovalutata:
a) la prima e’ rappresentata da un fenomeno consueto e ricorrente in politica internazionale, ovvero una nuova distribuzione della potenza nel sistema associata alla divergenza delle rispettive politiche, che modifica le relazioni tra USA, Russia e Cina, mentre sullo sfondo si stagliano la fragilita’ e la debolezza dell’Europa;
b) la seconda e’ offerta [dalla] polverizzazione e privatizzazione della minaccia, che consente a gruppi terroristici piu’ o meno organizzati e ramificati di mettere in campo capacita’ distruttive considerevoli e altamente destabilizzanti […] che rischia letteralmente di travolgerci;
c) la terza e’ invece qualcosa del tutto inedito e consiste nella contestazione dello stesso ordine internazionale liberale, nei suoi principi e nelle sue istituzioni, da parte della superpotenza che ne e’ stata e ne resta la maggiore beneficiaria, cioe’ gli Stati Uniti […]
d) la quarta, infine, e’ la deriva delle democrazie occidentali che sembrano incapaci di mantenere la propria rotta, strette tra i mentori di un populismo identitario e sovranista e i cantori dell’oligarchia apolide e tecnocratica: due visioni opposte, che mitizzano o negano il ruolo del popolo, mentre quest’ultimo sembra ormai essere semplicemente scomparso dall’orizzonte politico, economico e culturale delle democrazie liberali evolute.

Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/titanic-naufragio-ordine-liberale-parsi/
https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/05/14/titanic-il-sistema-liberale-di-fronte-a-una-scelta-combattere-le-disuguaglianze-o-fallire-il-nuovo-libro-di-vittorio-emanuele-parsi/6590356/
https://www.idiavoli.com/it/article/titanic-naufragio-occidente-ordine-liberale
https://www.marxismo-oggi.it/recensioni/libri/253-stato-mercato-e-democrazia-note-a-margine-di-titanic-il-naufragio-dell-ordine-liberale
https://www.letture.org/titanic-il-naufragio-dell-ordine-liberale-vittorio-emanuele-parsi
https://www.arcipelagomilano.org/archives/51270

Europa/Massolo

Realpolitik. Il disordine mondiale e le minacce per l’Italia – Giampiero Massolo & Francesco Bechis – Solferino (2024)

Il 24 febbraio 2022, il guastafeste Putin non ha solo imposto una battuta d’arresto ai piani di Cina e Stati Uniti. Anche l’Europa paghera’ lo scotto.
Intanto, con l’abbandono per il futuro prevedibile di ogni assetto di sicurezza condiviso e collaborativo sul continente: si prospetta invece una lunga fase di contrapposizione, una «nube tossica» difficilmente dissolvibile anche quando in Ucraina le armi dovessero a un certo punto tacere. Il conflitto condizionera’ a lungo gli scambi politici ed economici e le scelte europee […]
Tornano stringenti gli impegni presi con la Nato, il vincolo del 2 per cento del Pil in spese militari. Ora che la Russia e’ tornata a rimettere in discussione la carta geografica europea, suona come una necessita’ oggettiva e non piu’ come un’imposizione velleitaria di amministrazioni americane in ritiro dallo scenario europeo […]
La guerra impone oneri pesanti anche perche’ ha costretto l’Europa a una brusca sterzata nelle politiche energetiche. Venuto meno il «trittico» merkeliano – sicurezza appaltata all’America, mercati alla Cina, energia alla Russia –, si e’ reso necessario aprire nuove strade.
Nel breve periodo, questo e’ gia’ stato fatto con un importante colpo di reni della politica europea, che ha abbandonato le forniture russe e cercato altri partner energetici. Nel caso italiano: Algeria, Azerbaigian, Qatar.
Piu’ a medio-lungo termine, altri nodi verranno al pettine. Su tutti, il costo di una onerosissima transizione dalle fonti fossili alle rinnovabili, che rischia di far passare l’Europa dalla dipendenza dal gas russo a quella dalle tecnologie green cinesi.

Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/realpolitik-di-giampiero-massolo-e-francesco-bechis/
https://www.agi.it/estero/news/2024-05-30/libri-realpolitik-massolo-attrezzarsi-per-un-mondo-anarchico-26583006/

https://www.ilmessaggero.it/libri/realpolitik_il_libro_che_mette_ordine_al_disordine_mondiale-8109413.html
https://formiche.net/2024/06/recensione-di-realpolitik-massolo-bechis/#content
https://blog.ilgiornale.it/franza/2024/06/15/realpolitik-il-disordine-mondiale-e-le-minacce-per-litalia-il-libro-dellambasciatore-massolo-e-del-giornalista-bechis/

Geoeconomia/Feltri

10 rivoluzioni nell’economia globale (che in Italia ci stiamo perdendo) – Stefano Feltri – Utet (2024)

La geoeconomia e’ un’altra cosa, e’ l’uso sistematico di strumenti economici per raggiungere obiettivi geopolitici.
Quindi non e’ un approccio di analisi, ma una pratica, un modo di comportarsi a disposizione degli stati, come l’uso della forza militare o la diplomazia […]
Dietro il concetto di geoeconomia c’e’ l’idea di una differenza sostanziale tra la natura della politica e quella dell’economia. Secondo la sintesi di Michael Mandelbaum, la politica si occupa del potere, l’economia della ricchezza.
La ricchezza puo’ continuamente aumentare, il potere no; per questo la politica, e la geopolitica in particolare, e’ un gioco a somma zero, mentre l’economia invece e’ a somma positiva […]
Hillary Clinton, ha indicato un’altra traduzione pratica della geoeconomia: condizionare i mercati dei paesi non democratici o ostili «non soltanto per ragioni di profitto».

Info:
https://www.startmag.it/mondo/feltri-economia/
https://appunti.substack.com/p/dieci-rivoluzioni

https://www.settimananews.it/libri-film/raccontare-il-cambiamento/

Europa/Todd

La sconfitta dell’Occidente – Emmanuel Todd – Fazi (2024)

Come la maggior parte delle guerre, soprattutto quelle mondiali, anche questa non e’ andata secondo i piani e ci ha gia’ procurato diverse sorprese.
[Tra le tante,] il crollo di qualsiasi forma di volonta’ europea.
In origine, l’Europa consisteva essenzialmente nella coppia franco-tedesca la quale, a partire dalla crisi del 2007-2008, aveva certamente assunto i caratteri di un matrimonio patriarcale, con la Germania nel ruolo del marito dominante che non presta piu’ ascolto a quanto gli dice la coniuge.
Tuttavia, anche sotto l’egemonia tedesca, si era convinti che l’Europa potesse mantenere un certo grado di autonomia. Invece, malgrado qualche iniziale riluttanza sull’altra sponda del Reno, comprese le esitazioni da parte del cancelliere Scholz, l’Unione Europea ha abbandonato in poco tempo ogni velleita’ di difendere i propri interessi.
Questa si e’ infatti privata del partner energetico e (più in generale) commerciale russo, punendo se stessa sempre piu’ duramente. La Germania ha accettato senza battere ciglio il sabotaggio dei gasdotti Nord Stream, i quali assicuravano in parte il suo approvvigionamento energetico, un atto terroristico diretto sia contro di lei che contro la Russia e perpetrato dal suo “protettore” americano di concerto, per l’occasione, con la Norvegia, un paese che non fa parte dell’Unione […]
Abbiamo assistito anche all’evaporazione della Francia di Emmanuel Macron dalla scena internazionale, mentre la Polonia e’ diventata il principale agente di Washington in seno all’Unione Europea, rimpiazzando in tale ruolo il Regno Unito ormai uscito dall’UE grazie alla Brexit.
Il continente, nel suo complesso, ha visto subentrare all’asse Parigi-Berlino quello Londra-Varsavia-Kiev guidato da Washington. Questa evanescenza dell’Europa in qualita’ di attore geopolitico autonomo non puo’ che lasciare perplessi.

Info:
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2024/10/todd-il-fatto-quotidiano.pdf?
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2024/10/todd-il-riformista.pdf?

https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2024/10/todd-il-manifesto.pdf?
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2024/10/todd-il-giornale.pdf?
https://contropiano.org/interventi/2024/11/11/la-sconfitta-delloccidente-oligarchico-e-nichilista-0177418
https://www.quotidiano.net/magazine/libri/emmanuel-todd-gli-oligarchi-e-il-nichilismo-hanno-distrutto-le-democrazie-e-la-sconfitta-delloccidente-fd56b6be
https://www.repubblica.it/venerdi/2024/09/28/news/emmanuel_todd_sconfitta_occidente_ultimo_libro-423521727/
https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/29325-gian-marco-martignoni-la-sconfitta-dell-occidente.html

 

Geoeconomia/Armao

Capitalismo di sangue. A chi conviene la guerra – Fabio Armao – Laterza (2024)

La guerra sul campo sta dimostrando in maniera inequivocabile che Vladimir Putin sta portando a livelli mai visti la linea tendenziale di sviluppo emersa nel corso dei precedenti conflitti del post-Guerra fredda, e che prevede la distruzione sistematica della polis: della citta’ come struttura urbanistica e come modello di socialita’.
Non e’ un caso che Mosul e Falluja siano assurte a epitomi della guerra in Iraq, Raqqa di quella in Siria, Tripoli e Tobruk del conflitto in Libia, Sana’a di quello in Yemen […]
L’accanimento col quale le forze armate russe si stanno dedicando, su ogni fronte, alla distruzione delle citta’ ucraine […] sia quello di annientare cio’ che la citta’ rappresenta: bombardare Sarajevo o Kiev non vuol dire soltanto distruggerne le infrastrutture, ma annichilire l’idea stessa di cittadinanza […]
L’ulteriore conseguenza dell’urbicidio messo in atto dalla Russia in Ucraina – come nelle altre nuove guerre ma su scala ben piu’ ampia – e’ la proliferazione del mercato nero in ogni settore dell’economia: dal rifornimento dei beni essenziali, al traffico dei migranti, oltre che delle armi; in grado di garantire una crescita esponenziale dei profitti a quelli che un tempo avremmo definito «profittatori di guerra».
Ma a guadagnarci sono anche le borse, cui si offre su un piatto d’argento l’opportunita’ di speculare sull’aumento dei prezzi delle risorse energetiche o del grano.

Info:
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/recensioni/IL_FATTO_QUOTIDIANO_27012024.pdf
https://www.micromega.net/author/fabio-armao/ 

https://www.globalist.it/culture/2024/03/25/capitalismo-di-sangue-analisi-su-conflitti-globali-e-crisi-economica/

Europa/Piketty

Il socialismo del futuro. Cronache – Thomas Piketty – Baldini+Castoldi (2024)


L’Eurozona ha bisogno di una governance economica: un bilancio comune, imposte comuni, una capacita’ di spesa e d’investimento, una strategia di crescita, un modello di sviluppo equo e duraturo.
Ma perche’ tutto cio’ sia un giorno possibile, deve soprattutto dotarsi di istituzioni democratiche tali da consentirle di prendere decisioni in comune. Non serve a niente parlare di governance dell’Eurozona se non si dice davanti a quale istanza democratica il governo sara’ responsabile. Attualmente, l’organo decisionale principale a livello europeo e’ il Consiglio dei Ministri delle Finanze. Il problema e’ che questo Consiglio e’ il piu’ delle volte incapace di prendere delle decisioni […]
Il problema risiede nella struttura stessa del Consiglio dei Ministri delle Finanze, che e’ una macchina per indirizzare gli interessi nazionali (o erroneamente percepiti come tali) gli uni contro gli altri e per determinare cosi’ uno stato d’inerzia.
Nella misura in cui una sola persona rappresenta un Paese di 80 (la Germania) o di 65 milioni di abitanti (la Francia), e’ quasi impossibile che questa persona accetti serenamente di essere messa in minoranza. E cio’ impedisce qualunque decisione maggioritaria concordata – nonche’ ogni deliberazione pubblica.
Il Consiglio dei Ministri delle Finanze va dunque sostituito con una vera assemblea parlamentare dell’Eurozona, nella quale ciascun Paese sia rappresentato da un certo numero di deputati eletti dai rispettivi parlamenti nazionali, in proporzione alla popolazione e dei differenti gruppi politici […]
Una soluzione alternativa sarebbe quella di fondarsi su una sottoformazione del Parlamento europeo.
[…] Sembra nettamente preferibile posporre l’assemblea parlamentare dell’Eurozona ai parlamenti nazionali: da un lato, perche’ questi dispongono della legittimita’ democratica necessaria per chiamare a collaborare i contribuenti nazionali; dall’altro, perche’ e’ essenziale, per un’innovazione democratica tanto importante, stabilire l’esistenza di un nocciolo duro meglio integrato dell’Unione Europea nel suo insieme, di un nucleo che disponga di istituzioni sue proprie.

Info:
https://www.linkiesta.it/2023/05/thomas-piketty-ezra-klein-socialismo-partecipativo/
https://riccardosorrentino.blog.ilsole24ore.com/2021/08/27/piketty-un-sovranista-illiberale-sinistra/?refresh_ce=1

https://www.pandorarivista.it/articoli/capitale-e-ideologia-di-thomas-piketty/
https://www.micromega.net/piketty-stiglitz-capitalismo-socialismo
https://www.rivistailmulino.it/a/un-futuro-per-la-socialdemocrazia

https://lespresso.it/c/idee/2020/11/1/piketty-per-salvare-il-futuro-diamo-a-tutti-i-giovani-uneredita-di-cittadinanza/45519