Stato/Mazzucato

Mariana Mazzucato – Non sprechiamo questa crisi – Laterza (2020)

Fortunatamente, gli investimenti pubblici sono aumentati.
Mentre gli Stati Uniti hanno adottato un pacchetto di stimolo e salvataggio da 2.000 miliardi di dollari, l’Unione europea ha varato un piano di ripresa economica da 750 miliardi di euro, e il Giappone ha messo in campo altri 1.000 miliardi di dollari di aiuti per famiglie e imprese.
Tuttavia, se gli investimenti devono portare a un’economia piu’ sana, resiliente e produttiva, il denaro non basta.
I governi devono anche recuperare la capacita’ di progettare, attivare e imporre condizioni ai beneficiari, per far si’ che il settore privato operi in modo da favorire una crescita inclusiva e sostenibile.
Il sostegno pubblico alle imprese assume numerose forme, tra cui sovvenzioni dirette in denaro, sgravi fiscali e prestiti agevolati o garantiti dallo Stato, per non parlare del ruolo espansivo svolto dalle banche centrali, che hanno acquistato ingenti quantitativi di obbligazioni societarie.
Questi interventi dovrebbero comportare degli obblighi,
come quello di vincolare le imprese a conseguire obiettivi di riduzione delle emissioni e trattare i dipendenti con dignita’ (dal punto di vista sia retributivo sia delle condizioni di lavoro) […]
Lungi dall’essere dirigistica, l’imposizione di condizioni al sostegno pubblico alle imprese contribuisce a orientare strategicamente le risorse finanziarie, facendo si’ che vengano reinvestite in modo produttivo anziche’ essere acquisite da interessi ristretti o speculativi.

Info:
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788858142875
https://www.controluce.it/notizie/non-sprecare-la-crisi-del-covid/

Stato/Alacevich

Michele Alacevich, Anna Soci – Breve storia della disuguaglianza – Laterza (2019)

Dahl introduce il concetto di «poliarchia» o «democrazia poliarchica» come forma moderna di governo democratico e, in On Democracy, elenca le sei istituzioni principali della poliarchia (alcune con delle sottocategorie) spiegando il loro ruolo fondamentale per la democrazia.
Riformulando leggermente le affermazioni di Dahl, la poliarchia si puo’ concepire come un «ordine politico» caratterizzato da:
(1) elezione dei funzionari, (2) elezioni libere, eque e ricorrenti, (3) liberta’ di espressione, (4) disponibilita’ di fonti plurime di informazione, (5) liberta’ d’associazione e (6) cittadinanza inclusiva.
Tutte le istituzioni sono necessarie, anche se non sufficienti, per avere un regime democratico di governo di un paese, e tutte rappresentano la materia prima per i cinque criteri che devono essere soddisfatti affinche’ si realizzi l’uguaglianza politica, vale a dire: (1)partecipazione effettiva, (2) uguaglianza di voto, (3) chiara comprensione dei problemi di interesse generale, (4) controllo sull’agenda politica, (5) inclusione di tutti gli individui adulti.
Dahl scrive: «Nella misura in cui qualcuno dei requisiti viene violato, i membri della societa’ non saranno politicamente uguali» […]
Tra i potenziali fattori di disuguaglianza, tre sembrano ricoprire un ruolo primario: assistenza sanitaria, offerta formativa e mobilita’ sociale.
Anche se la disuguaglianza nell’ambito della salute e’ una fondamentale questione di ingiustizia sociale, pare tuttavia meno correlata alle disparita’ di reddito di quanto non si pensi. Nei paesi sviluppati esistono politiche di welfare in grado di attenuare il problema, e la protezione sociale – anche se sempre meno forte – pare essere inerme solo nei paesi meno sviluppati, dove le forti disparita’ economiche precludono la sanita’ ad ampie fette della popolazione e la malnutrizione e le malattie croniche impediscono poi alle stesse di guadagnarsi da vivere […]
Se i tassi di disuguaglianza sono elevati, l’istruzione non puo’ svolgere il suo ruolo di livellatrice sociale, e l’accesso alle scuole di alto profilo per le famiglie a basso reddito (e di bassa istruzione) e’ limitato, se non addirittura nullo, perche’ sono escluse dal mercato del credito. Inoltre, i ricchi spesso si oppongono al finanziamento della scuola pubblica attraverso le imposte, determinando un sottofinanziamento generalizzato delle istituzioni educative non private […]
Proprio come accade nel settore dell’istruzione, una minore mobilita’ sociale spesso si trasforma in una trappola, con una contrazione – dimostrata empiricamente in modo inequivocabile – delle opportunita’ di una vita diversa.

Info:
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788858136249
https://www.letture.org/breve-storia-della-disuguaglianza-michele-alacevich-anna-soci

Societa’/Ferrera

Maurizio Ferrera – La societa’ del Quinto Stato – Laterza (2019)

La terziarizzazione e, piu’ in generale, l’espansione dei cosiddetti settori basati sulla conoscenza hanno profondamente modificato la composizione del prodotto interno.
L’incidenza dei beni materiali (auto, elettrodomestici, alimenti, abbigliamento e cosi’ via) e’ diminuita, mentre e’ aumentata quella dei beni immateriali (istruzione, cultura e intrattenimento, servizi alle imprese e alle famiglie).
Questa dinamica e’ stata accompagnata da una trasformazione culturale che ha progressivamente accresciuto il valore «posizionale» dei beni e servizi consumati.
Il valore di un bene dipende, in ultima analisi, dalla soddisfazione che le persone traggono dal suo consumo. La soddisfazione puo’ essere assoluta – compro un’auto sportiva perche’ mi piace la guida veloce – oppure relativa – compro quell’auto perche’ e’ «distintiva», conferisce visibilita’, prestigio, e cosi’ via.
Man mano che i consumi si affrancano dalla soddisfazione dei bisogni primari, l’aspetto sociale del consumo diventa piu’ saliente: la soddisfazione dipende non solo dalla fruizione personale, ma
anche dal contesto della fruizione, il quale a sua volta dipende dal numero dei fruitori

Info:
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788858139790
https://www.pandorarivista.it/articoli/la-societa-del-quinto-stato-di-maurizio-ferrera/
https://maurizioferrera.wordpress.com/2018/07/16/il-quinto-stato/
https://www.corriere.it/cultura/19_settembre_17/quinto-stato-serve-nuovo-welfare-proposte-maurizio-ferrera-585a6428-d96a-11e9-8812-2a1c8aa813a3.shtml

Stato/Piketty

Thomas Piketty – Capitale e ideologia. Ogni comunita’ ha bisogno di giustificare le proprie disuguaglianze – La Nave di Teseo (2020)

E’ significativa la differenza tra le traiettorie seguite in Cina rispetto a quelle caratteristiche dei paesi occidentali dopo la meta’ degli anni zero del Duemila.
Mentre la Cina, a partire dal 2006, ha stabilizzato la quota (intorno al 30%) di capitale pubblico nel capitale nazionale, in Occidente la crisi finanziaria del biennio 2007-2008 (che ha avuto origine da un eccesso di deregolamentazione della finanza privata e ha prodotto ulteriori arricchimenti da parte dei privati) ha invece determinato un nuovo crollo della ricchezza pubblica […]
Dal momento in cui lo Stato eroga un certo numero di beni e servizi (specie nei settori dell’istruzione e della sanita’), non sarebbe anomalo ritenere che lo Stato debba possedere una parte del capitale produttivo che sia proporzionata alla percentuale di occupati nel settore pubblico del paese […]
Resta il fatto che questo ulteriore indebolimento della ricchezza pubblica in Occidente a seguito della crisi finanziaria ha qualcosa di paradossale.
La deregolamentazione dei mercati ha contribuito ad arricchire molti soggetti, mentre l’amministrazione pubblica si e’ indebitata per far fronte alla recessione e per salvare banche e imprese private: di fatto, i patrimoni privati hanno continuato a crescere indisturbati, e i piccoli e medi contribuenti devono pagare il conto per decenni a venire

Info:
https://www.internazionale.it/opinione/annamaria-testa/2020/06/24/thomas-piketty-capitale-ideologia
https://www.aggiornamentisociali.it/articoli/capitale-e-ideologia-intervista-a-thomas-piketty/
https://www.ilmessaggero.it/libri/capitale_e_ideologia_il_nuovo_saggio_di_piketty_star_dell_economia_pop-5299153.html
http://temi.repubblica.it/micromega-online/piketty-il-capitalismo-non-e-piu-in-grado-di-giustificare-le-sue-disuguaglianze/
https://www.huffingtonpost.it/2018/09/08/lincubo-social-nativista-italiano-potrebbe-molto-rapidamente-riguardarci-da-vicino-piketty-avverte-le-democrazie-europee_a_23520935/

Societa’/Pallante

Francesco Pallante – Contro la democrazia diretta – Einaudi (2020)

L’idea, cioe’, che il “pubblico” sia intrinsecamente altro dal “privato”; dunque, anche dalla semplice addizione di tanti “privati”.
«Privato» e’ – letteralmente – chi manca di una parte, chi e’ privo di una componente costitutiva: nel nostro caso, della dimensione politica dell’esistenza.
«Privato» e’ colui che pensa esclusivamente a se stesso, rifiutando di considerarsi parte di una relazione.
E’ l’idiotes degli antichi Greci: l’individuo che, disinteressandosi della citta’ (della polis), si occupa solo dell’idios: del proprio, del particolare, del singolare.
L’interesse per la polis e’, all’opposto, tratto caratteristico del polites, del cittadino; del civis (da cui: citta’), diranno poi i Romani.
Di colui, cioe’, che si preoccupa di dare una dimensione anche collettiva alla propria esistenza e che, cosi’ facendo, realizza in senso pieno la propria umana natura di zoon politikon: di animale politico, secondo un altro basilare insegnamento aristotelico.

Info:
https://www.letture.org/contro-la-democrazia-diretta-francesco-pallante
https://www.questionegiustizia.it/articolo/sul-libro-di-francesco-pallante-contro-la-democrazia-diretta
http://temi.repubblica.it/micromega-online/la-scommessa-della-rappresentanza-perche-la-democrazia-diretta-non-e-la-soluzione-alla-crisi-della-politica/

Stato/ Deneault

Alain Deneault – Governance. Il Management totalitario – Neri Pozza (2018)

Introdotta nell’ambito della vita pubblica da Margaret Thatcher all’inizio degli anni Ottanta, la governance dara’ cosi’ giustificazione a un mutamento del ruolo dello Stato […]
Col pretesto di riaffermare la necessita’ di una sana gestione delle istituzioni pubbliche, il termine designera’ non solo la messa in opera di meccanismi di sorveglianza e di controllo, ma anche la volonta’ di gestire lo 
Stato secondo modalita’ di efficienza aziendale.
I tecnocrati della prima ministra «affibbiarono percio’ il grazioso nome di governance alla gestione neoliberale dello Stato, che si tradusse in una deregulation e in una privatizzazione dei servizi pubblici, oltre che in un richiamo all’ordine delle organizzazioni sindacali» […]
Contrariamente ai termini “democrazia” o “politica” che essa tende a occultare, “governance” non definisce niente in modo netto e rigoroso.
L’estrema malleabilita’ 
della parola elude il senso, e questo sembra precisamente il suo scopo. Tutto avviene come se si sapesse cio’ che si vuol dire proprio nel bel mezzo di una totale vanita’ semantica.
Ci si convince.
causa della sua indeterminatezza, l’espressione offre scarsi appigli alla discussione o alla disputa, pur rilasciando un messaggio fondamentale: si tratta di una politica “senza governo”, promossa a livello mondiale, che membri sociali isolati in rappresentanza di interessi diversi praticano secondo una modalita’ gestionale o commerciale.

Info:
https://ilmanifesto.it/il-prezzo-senza-volto-di-un-ingranaggio/
https://www.che-fare.com/violenza-buona-governance-deneault/

Societa’/Pallante

Francesco Pallante – Contro la democrazia diretta- Einaudi (2020)

La democrazia diretta ci affascina perche’ promette di realizzare l’ideale dell’autogoverno.
In realta’, espone ciascun cittadino al rischio del dominio di una maggioranza avversa – maggioranza che, oltretutto, ha diritto di imporsi semplicemente in quanto tale, a prescindere da ogni considerazione sul merito delle questioni, secondo una logica di puro decisionismo.
La democrazia della maggioranza, o democrazia maggioritaria, e’ una maschera sotto cui si cela il volto della dittatura della maggioranza, con la sua attitudine alla sopraffazione […]
Democrazia e’ discussione, non decisione.
Democratico e’ chi si confronta apertamente con gli altri: a partire dalle proprie convinzioni, ma alla ricerca di un compromesso.
La mera conta dei voti non produce decisioni democratiche, ma imposizioni di parte. Riducendo la politica a matematica, la democrazia diretta ci espone al rischio del dominio di una maggioranza avversa.
L’esatto opposto dell’autogoverno.

Info:
https://www.letture.org/contro-la-democrazia-diretta-francesco-pallante
https://www.questionegiustizia.it/articolo/sul-libro-di-francesco-pallante-contro-la-democrazia-diretta
http://temi.repubblica.it/micromega-online/la-scommessa-della-rappresentanza-perche-la-democrazia-diretta-non-e-la-soluzione-alla-crisi-della-politica/

Stato/Kelton

Syephanie Kelton – Il mito del deficit. La Teoria Monetaria Moderna per un’economia al servizio del popolo – Fazi (2020)

La distinzione tra utilizzatori ed emittenti di moneta è il cuore della MMT e […] ha implicazioni profonde per alcuni tra i piu’ importanti dibattiti politici del nostro tempo quali quelli sul sistema sanitario,sul cambiamento climatico, sul sistema previdenziale, sul commercio internazionale e sulla disuguaglianza […]
Quando un paese emette la propria moneta inconvertibile (fiat) e prende a prestito solo nella propria valuta, allora quel paese ha ottenuto la sovranita’ monetaria. I paesi dotati di sovranita’ monetaria, pertanto, non devono gestire le proprie finanze nello stesso modo delle famiglie. Essi possono utilizzare la propria capacita’ di emissione di moneta per perseguire politiche tese a mantenere l’economia al livello di piena occupazione […]
Quando paesi dotati di poca o nessuna sovranita’ monetaria non riescono a rispettare una ferrea disciplina di bilancio, vanno incontro a debiti insostenibili esattamente allo stesso modo delle
famiglie.

Info:
http://osservatorioglobalizzazione.it/recensioni/il-mito-del-deficit-kelton/
https://www.lafionda.org/2020/09/27/il-mito-del-deficit/
https://fazieditore.it/catalogo-libri/il-mito-del-deficit/
https://sinistrainrete.info/articoli-brevi/19308-brian-cepparulo-il-mito-del-deficit-stephanie-kelton-e-la-nuova-frontiera-della-mmt.html

Societa’/Pallante

Francesco Pallante – Contro la democrazia diretta – Einaudi (2020)

L’avvento, con la democrazia rappresentativa, del suffragio universale reca con se’ una complicazione, legata alla nascita dei partiti di massa che organizzano la partecipazione politica di un corpo elettorale divenuto amplissimo.
I partiti […] si trasformano in forze politiche strutturate su relazioni impersonali tra funzionari e iscritti, in cui gli eletti sono piu’ agevolmente in rapporto con i dirigenti di partito che con gli elettori.
Di qui, fin dalla prima meta’ del Novecento, la polemica contro le forze partitiche di massa, considerate, anziche’ strumenti di democrazia, macchine elettorali al servizio di singoli individui – i funzionari – tra loro in competizione per l’accaparramento delle cariche pubbliche, mentre gli elettori rimangono relegati in posizione di sudditanza […]
Da un lato, i partiti come causa della degenerazione del sistema politico: ipertrofici, autoreferenziali, bulimici di potere. Responsabili di aver «colonizzato» le istituzioni e di essersi «infiltrati» nella societa’ civile,  «usurpando» funzioni a loro esclusivo vantaggio. Dall’altro lato, i cittadini e i gruppi associativi: gli unici in grado di rimettere in moto il sistema politico, altrimenti irrimediabilmente ingolfato. A condizione di poter realmente «scegliere» e «decidere», attraverso un sistema elettorale maggioritario incentrato sull’«investitura popolare» del capo del governo e tramite adeguati strumenti di democrazia diretta (referendum abrogativo, deliberativo, propositivo ed elezioni primarie).

Info:
https://www.letture.org/contro-la-democrazia-diretta-francesco-pallante
https://www.questionegiustizia.it/articolo/sul-libro-di-francesco-pallante-contro-la-democrazia-diretta
http://temi.repubblica.it/micromega-online/la-scommessa-della-rappresentanza-perche-la-democrazia-diretta-non-e-la-soluzione-alla-crisi-della-politica/

Stato/Canfora

Luciano Canfora, Gustavo Zagrebelsky – La maschera democratica dell’oligarchia – Laterza (2015)

«Fallimento dello Stato». Si tratta di un concetto che gli studiosi di diritto costituzionale, o di problemi dello Stato, non avevano mai incontrato nel loro percorso.
Oggi gli Stati possono fallire. E perche’ possono fallire?
Perche’ il sistema del loro indebitamento, il mantenimento di questo sistema, dipendono dalla disponibilita’ ad investire sul suo debito, e questa disponibilita’ e’ incoercibile e non surrogabile per mezzo di strumenti monetari.
Lo Stato ha perso la sovranita’ su questo punto.
Il motivo per cui le politiche economiche 
dei paesi sono determinate dall’esterno sta qui.
Cio’ ha fatto perdere sovranita’ ai nostri Stati, e non a favore di istituzioni pubbliche sovranazionali, bensi’ a favore di centri di potere finanziari dislocati fuori, oltre gli Stati, e che degli Stati fanno a meno.
Cosi’ si e’ creato lo scollamento tra la dimensione del potere politico e la dimensione dei problemi che il potere politico deve affrontare.

Info:
http://www.nuovomille.it/cultura-e-societa/la-maschera-democratica-delloligarchia
https://www.gruppolaico.it/2015/09/16/la-maschera-democratica-delloligarchia/
http://tempofertile.blogspot.com/2015/03/luciano-canfora-gustavo-zagrebelsky-la.html