Societa’/Harvey

David Harvey – Cronache anticapitaliste. Guida alla lotta di classe per il XXI secolo – Feltrinelli (2021)


Le autorita’ pubbliche e i sistemi sanitari sono stati colti impreparati quasi ovunque. Quarant’anni di neoliberismo in Nord e Sud America e in Europa hanno lasciato la gente totalmente esposta e impreparata ad affrontare una crisi di salute pubblica di questo tipo, anche se le precedenti minacce di Sars ed Ebola avevano dato ampi avvertimenti e impartito insegnamenti molto chiari su quello che si sarebbe dovuto fare.
In molte parti del mondo cosiddetto “civilizzato”, governi locali e autorita’ regionali/statali, che invariabilmente costituiscono la prima linea di difesa in emergenze di salute pubblica e di sicurezza di questo tipo, erano a corto di finanziamenti, grazie a una politica di austerita’ pensata per sovvenzionare tagli delle imposte e sussidi per le grandi aziende e i ricchi.
Big Pharma aveva ben poco interesse per una ricerca non redditizia sulle malattie infettive (come tutta la classe dei Coronavirus, ben nota sin dagli anni sessanta).
Big Pharma raramente investe sulla prevenzione. Ha poco interesse a investire in preparativi per una crisi di salute pubblica. Ama invece progettare cure.
Quanto più ci ammaliamo, tanto piu’ guadagna. La prevenzione non aggiunge valore per gli azionisti, potrebbe anzi addirittura diminuirlo.

Info:
https://www.idiavoli.com/it/article/cronache-anticapitaliste
https://www.kulturjam.it/editoria-narrazioni/david-harvey-cronache-anticapitaliste/
https://www.marxist.com/david-harvey-contro-la-rivoluzione-la-bancarotta-del-marxismo-accademico.htm
https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/21563-guido-maria-brera-cronache-anticapitaliste.html
https://www.doppiozero.com/materiali/david-harvey-laccumulazione-come-spoliazione

Green New Deal/Hickel

Jason Hickel – The divide. Guida per risolvere la disuguaglianza globale – il Saggiatore (2018)

La distribuzione delle emissioni, com’e’ noto, sta cambiando.
Nel 2005 i paesi in via di sviluppo, nel loro insieme, avevano raggiunto i paesi ricchi in termini di emissioni di anidride carbonica: una variazione quasi interamente imputabile alla Cina, data la sua forte dipendenza dal carbone. Di recente la Cina ha sorpassato gli Stati Uniti ed e’ diventata il piu’ grande inquinatore del pianeta. E il Brasile, l’Indonesia e l’India hanno ormai superato la Germania e il Regno Unito.
Questa evoluzione ha a che fare in buona parte con il fatto che la globalizzazione ha spostato la produzione nei paesi in via di sviluppo, soprattutto in Cina, esternalizzando in sostanza la responsabilita’ dell’inquinamento.
Ciononostante, una volta corretto per le dimensioni demografiche, il quadro si presenta molto diverso. Gli Stati Uniti restano i maggiori inquinatori, con emissioni di CO2 pro capite triple rispetto a quelle cinesi. La Germania produce quasi il doppio delle emissioni cinesi, in termini pro capite. L’India, dal canto suo, si mantiene notevolmente al di sotto della media mondiale: ogni indiano e’ responsabile di appena 1,4 tonnellate di emissioni, mentre la media mondiale e’ superiore a 4,5 tonnellate pro capite. Gli africani emettono solo 0,9 tonnellate ciascuno.
Eppure i costi dei cambiamenti climatici graveranno soprattutto sull’Africa e sull’India, incidendo sul Pil delle due regioni rispettivamente nella misura del 4 e del 5 per cento.

Info:
https://www.ibs.it/the-divide-guida-per-risolvere-libro-jason-hickel/e/9788842824961/recensioni
https://www.culturamente.it/libri/politica-economica-jason-hickel/
https://www.ilsaggiatore.com/libro/the-divide/

Stato/Harvey

David Harvey – Cronache anticapitaliste. Guida alla lotta di classe per il XXI secolo – Feltrinelli (2021)

Il Trattato di Vestfalia del 1648 mise un po’ di ordine su questo caos in tutta Europa, ponendo fine al lungo periodo di guerre di religione, guerre tra etnie, guerre tra clan, guerre di tutti contro tutti.
Si fondava sostanzialmente sull’idea che dovesse esserci una cosa chiamata stato, uno stato nazione, all’interno del quale esisteva una forma di sovranita’. L’idea generale era che ogni stato dovesse rispettare quella sovranita’, l’integrita’ e i confini di ogni altro stato.
Non sempre e’ stato cosi’ nella storia successiva, ma si e’ trattato di un accordo importante. Ha chiarito e reso stabili le strutture territoriali del potere in Europa. E’ stato accompagnato dalla diffusione di una logica di potere politico ed economico contenuto e chiuso all’interno di una struttura territoriale stabile […]
Sono nate istituzioni statali con determinate strutture gerarchiche che esercitavano il controllo sulla popolazione all’interno dello stato […]
Esistono dunque due logiche del potere. Da un lato, una logica territoriale che e’ collegata allo stato e alle sue istituzioni; dall’altro una logica capitalista, che deriva dalla circolazione e dall’infinita accumulazione di capitale in gran parte attraverso le azioni di interessi privati […]
Questo potere si innesta in un contesto in cui agiscono anche le forme territoriali del potere. Spesso la relazione fra miliardari capitalisti e potere territoriale dello stato e’ problematica. I capitalisti piu’ potenti e le loro fazioni sovente cercano di fare dello stato un agente dei loro interessi; il potere dello stato pero’ e’ piu’ complicato, perche’ lo stato deve rispondere ai desideri e ai bisogni di una popolazione molto varia di cittadini ed e’ possibile che i miliardari non siano poi cosi’ amati da quella popolazione.
Il grande interrogativo riguarda la legittimazione di chi ha il potere nello stato […] Le forme monetarie del potere non sono stazionarie o statiche, ma costantemente in movimento. Una delle questioni piu’ difficili per uno stato e’ prevenire, controllare o addirittura contenere quel movimento perpetuo. Le forme del potere dello stato, piu’ statiche e vincolate in senso spaziale, sono messe continuamente alla prova dal movimento del capitale.

Info:
https://www.idiavoli.com/it/article/cronache-anticapitaliste
https://www.kulturjam.it/editoria-narrazioni/david-harvey-cronache-anticapitaliste/
https://www.marxist.com/david-harvey-contro-la-rivoluzione-la-bancarotta-del-marxismo-accademico.htm
https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/21563-guido-maria-brera-cronache-anticapitaliste.html
https://www.doppiozero.com/materiali/david-harvey-laccumulazione-come-spoliazione

Societa’/Zakaria

Fareed Zakaria – Il mercato non basta. Dieci lezioni per il mondo dopo la pandemia – Feltrinelli (2021)

In quasi tutte le ere la storia avanza lungo i sentieri battuti, e i cambiamenti sono difficili. Ma il nuovo coronavirus ha ribaltato la societa’.
La gente e’ disorientata.
Le cose stanno gia’ cambiando, e in un’atmosfera del genere ulteriori cambiamenti sono piu’ facili di prima.
Pensate solo ai cambiamenti che abbiamo accettato nella nostra esistenza a causa della pandemia. Abbiamo accettato di isolarci per lunghi periodi. Abbiamo lavorato, tenuto riunioni e discussioni intimamente personali parlando al portatile. Abbiamo seguito corsi in rete e ci siamo fatti visitare da dottori e terapisti usando la telemedicina.
In un mese le aziende hanno cambiato politiche che di solito ci sarebbero voluti anni per rivedere. Dalla sera alla mattina le citta’ hanno trasformato le strade in tante aree pedonali e i marciapiedi sono diventati bar all’aperto. L’atteggiamento verso le persone precedentemente ignorate o snobbate sta cambiando, come possiamo vedere nella formula di recente adozione “lavoratori essenziali”.
E i governi hanno aperto i cordoni della borsa a livelli un tempo inimmaginabili, che potrebbero portare a una molto maggiore disponibilita’ a investire in futuro.
Questi cambiamenti potrebbero essere l’inizio di qualcosa di nuovo oppure semplici contrattempi transitori.
Abbiamo tanti possibili futuri di fronte a noi. Potremmo decidere di rinchiuderci e scegliere il nazionalismo e il gretto interesse oppure vedere in questa pandemia globale un incitamento alla cooperazione e all’intervento globali. […]
Guardiamo l’Unione Europea. All’inizio la pandemia ha spinto i suoi membri alla chiusura. Hanno sigillato i confini, hanno fatto a gara per aggiudicarsi il materiale sanitario e si sono accusati a vicenda di venalita’ e malizia. La popolazione era fortemente contraria alla Ue nei paesi piu’ colpiti come l’Italia. Ma dopo lo choc iniziale gli europei hanno iniziato a riflettere su come gestire le ricadute del Covid-19, ammettendo che il virus stava sottoponendo a uno stress senza precedenti il continente, e in particolare i suoi membri piu’ deboli.
Grazie alla saggia guida delle maggiori potenze, Francia e Germania, nonche’ dei vertici della Ue, si e’ giunti nel luglio del 2020 a un accordo per emettere bond europei che consentiranno ai paesi piu’ poveri di accedere a fondi che sono in pratica garantiti dai piu’ ricchi. Potra’ anche sembrare un dettaglio tecnico, pero’ e’ un clamoroso passo in avanti verso un’Europa piu’ profondamente connessa. I leader europei hanno visto la direzione in cui li spingeva il Covid-19 e hanno reagito. Una pandemia che all’inizio separava le nazioni potrebbe dimostrarsi il catalizzatore di quell’unione piu’ coesa da tempo cercata.
Possiamo vedere in atto in tutto il mondo la medesima tensione tra integrazione e isolazionismo. La pandemia spinge i principali paesi a guardare esclusivamente a se stessi, ma i leader illuminati capiranno che l’unica vera soluzione a problemi come le pandemie – cosi’ come il cambiamento climatico e la cyberguerra – e’ guardare all’esterno, verso una cooperazione maggiore e migliore.

Info:
https://www.feltrinellieditore.it/opera/opera/il-mercato-non-basta/
https://www.sivempveneto.it/la-lezione-della-pandemia-esce-anche-in-italia-lultimo-libro-di-fareed-zakaria-esperto-di-geopolitica-e-analista-della-cnn-ecco-perche-il-mercato-non-basta-a-risollevarci/
https://www.libreriavolare.it/recensioni-libri/saggistica/quello-che-ci-unisce-e-il-mercato-non-basta/
https://www.repubblica.it/cultura/2021/05/26/news/l_intervista_la_lezione_della_pandemia-302900481/

Green New Deal/Hickel

Jason Hickel – Siamo ancora in tempo. Come una nuova economia puo’ salvare il pianeta – il Saggiatore (2021)

In un sistema orientato alla crescita, l’obiettivo spesso e volentieri e’ di non soddisfare i bisogni umani, e addirittura di perpetuarli.
Una volta che ci rendiamo conto di questo, diventa evidente che ci sono pezzi enormi dell’economia fondati attivamente e intenzionalmente sullo spreco, e che non assolvono a nessuno scopo umano riconoscibile.
Primo passo: mettere fine all’obsolescenza programmata […] Le aziende, nel disperato tentativo di incrementare le vendite, cercano di creare prodotti fatti appositamente per rompersi ed essere sostituiti dopo un periodo di tempo relativamente breve […]
Secondo passo: tagliare la pubblicità […] Possiamo dire che stanno applicando la fratturazione idraulica alle nostre menti. Siamo esposti a migliaia di annunci pubblicitari ogni giorno, e ogni anno che passa diventano piu’ insidiosi. E’ un assalto contro la nostra coscienza, la colonizzazione non solo dei nostri spazi pubblici, ma anche delle nostre menti. E funziona. Le ricerche rivelano che la spesa pubblicitaria ha un impatto diretto e altamente significativo sul consumo materiale […]
Terzo passo: passare dal concetto di proprieta’ al concetto di uso […] Passare dal concetto di proprieta’ al concetto di uso puo’ avere un impatto notevole sul volume di produzione materiale. Condividere un’unica attrezzatura fra dieci famiglie significa ridurre di dieci volte la domanda di quel prodotto, e al contempo far risparmiare alle persone tempo e denaro […]
Quarto passo: mettere fine allo spreco alimentare […] Mettere fine allo spreco alimentare in teoria potrebbe dimezzare le dimensioni dell’industria agricola continuando a garantirci accesso a tutto il cibo di cui abbiamo bisogno. Questo ci consentirebbe di ridurre le emissioni a livello mondiale fino al 13%, e al tempo stesso di rigenerare fino a 2,4 miliardi di ettari di terreni usandoli come habitat per la fauna selvatica e per lo stoccaggio delle emissioni. […]
Quinto passo: ridimensionare le industrie distruttive per l’ambiente […] Prendiamo l’industria della carne bovina, per esempio. Quasi il 60% delle terre agricole del mondo e’ usato per l’allevamento di manzi, o direttamente, per far pascolare il bestiame, o indirettamente, per coltivare foraggio. La carne di manzo e’ uno degli alimenti piu’ inefficienti del pianeta quanto a impiego delle risorse, in termini di suolo ed energia utilizzati per caloria o sostanza nutriente […]
Eppure la carne di questo animale e’ tutt’altro che essenziale per l’alimentazione umana: rappresenta appena il 2% delle calorie che consumiamo. Nella maggior parte dei casi, l’industria potrebbe essere ridimensionata senza alcun danno per il benessere umano. I vantaggi di questo ridimensionamento sarebbero sbalorditivi. Passare dalla carne di manzo alla carne di animali non ruminanti o a proteine vegetali come fagioli e legumi in genere potrebbe liberare piu’ di 28 milioni di chilometri quadrati di terreni: le dimensioni degli Stati Uniti, del Canada e della Cina sommati insieme. […] Gli scienziati dicono che ridimensionare l’industria della carne bovina e’ una delle misure piu’ incisive che possiamo attuare ed e’ fondamentale per evitare cambiamenti climatici pericolosi.

Info:
https://oggiscienza.it/2021/05/08/siamo-ancora-in-tempo-jason-hickel/
https://www.ilsaggiatore.com/wp-content/uploads/2021/04/2021_04_20-Manifesto-Hickel.pdf
https://www.linkiesta.it/2021/03/salvare-il-pianeta-rapporto-natura/

Societa’/Zakaria

Fareed Zakaria – Il mercato non basta. Dieci lezioni per il mondo dopo la pandemia – Feltrinelli (2021)

Il movimento planetario della gente verso le citta’ negli ultimi decenni e’ forse la novita’ demografica piu’ gravida di conseguenze nella nostra vita.
Da quando gli esseri umani si sono stanziati per la prima volta, dieci millenni or sono, la stragrande maggioranza ha vissuto nelle fattorie, in campagna. Ora non e’ più cosi’.
Nel 1950 meno di un terzo della popolazione mondiale viveva in citta’, ma nel 2020 la percentuale era salita a oltre la meta’. Sta crescendo e ancora crescendo, a un ritmo equivalente all’aggiunta di una nuova Chicago nel pianeta ogni due settimane. Entro il 2050, secondo le stime dell’Onu, piu’ di due terzi degli esseri umani vivranno in citta’.
Per dare alloggio a questo afflusso, non solo stanno sorgendo nuovi centri urbani ma quelli esistenti si espandono. Nel 1800 c’erano solo due citta’ con almeno un milione di abitanti: Londra e Pechino. Nel 1900 erano circa quindici. Nel 2000 il numero era salito a 371. E si prevede che per il 2030 supereranno le 700, di cui 125 in Cina.
A quel punto il mondo puo’ prevedere di ospitare oltre quaranta megacitta’, ovvero quelle con più di 10 milioni di abitanti […]
Le citta’ sono tornate. Hanno trovato nuova vita economica nei servizi, dalla finanza alla consulenza all’assistenza alla persona. Nonostante l’avvento di fax, e-mail, telefonate economiche e videoconferenze, le citta’ si sono reinventate in mille modi diversi, affidandosi a un semplice punto forte: agli esseri umani piace stare assieme, mescolarsi […]
Nei settori come finanza e tecnologia la gente trae enormi vantaggi dallo stare vicino a dove succedono le cose, s’incontrano nuove persone, s’impara ogni giorno da qualcuno e si possono confrontare gli appunti: e sono quasi tutti contatti che avvengono per caso. […]
Le 300 maggiori aree metropolitane del pianeta producono la meta’ del Pil globale e due terzi della crescita del Pil.
Le città sono il modo ideale per organizzare gli esseri umani ai fini della vita moderna, perche’ permettono di incrociarsi, lavorare e giocare, il tutto nello stesso posto. Contribuiscono ad accumulare il capitale economico e sociale su cui si basano le societa’ sane. Sono anche le unita’ geografiche piu’ adattabili, capaci di reagire costantemente alle pressioni esercitate da tendenze generalizzate o dai propri abitanti.

Info:
https://www.feltrinellieditore.it/opera/opera/il-mercato-non-basta/
https://www.sivempveneto.it/la-lezione-della-pandemia-esce-anche-in-italia-lultimo-libro-di-fareed-zakaria-esperto-di-geopolitica-e-analista-della-cnn-ecco-perche-il-mercato-non-basta-a-risollevarci/
https://www.libreriavolare.it/recensioni-libri/saggistica/quello-che-ci-unisce-e-il-mercato-non-basta/
https://www.repubblica.it/cultura/2021/05/26/news/l_intervista_la_lezione_della_pandemia-302900481/

Green New Deal/Chomsky

Noam Chomsky – Perche’ l’Ucraina – Ponte alle Grazie (2022)

Proprio mentre scoppiava la crisi ucraina, l’IPCC [Intergovernmental Panel on Climate Change = Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico] pubblicava il suo rapporto del 2022: il grido d’allarme piu’ inquietante che abbia mai prodotto.
Nel documento si afferma senza mezzi termini che e’ indispensabile adottare delle misure decisive adesso, senza ulteriori indugi, per ridurre l’uso di combustibili fossili e passare alle energie rinnovabili.
Questi avvertimenti hanno avuto scarsa risonanza, dopodiche’ la nostra strana specie e’ tornata a destinare le scarse risorse alla distruzione e a incrementare l’avvelenamento dell’atmosfera, frenando al contempo le iniziative per deviare dal suo percorso suicida.
L’industria del fossile nasconde a malapena la gioia per le nuove opportunita’ fornite dall’invasione di accelerare la distruzione della vita sul pianeta.
Negli Stati Uniti e’ probabile che il partito negazionista, che ha bloccato con successo gli sforzi limitati di Biden per affrontare questa crisi esistenziale, torni presto al potere, cosi’ da riavviare la missione dell’amministrazione Trump di distruggere ogni cosa il piu’ rapidamente ed efficacemente possibile.

Info:
https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/22994-francesco-scatigno-guerra-in-ucraina-le-ragioni-e-le-soluzioni-secondo-noam-chomsky.html

Societa’/Khanna

Parag Khanna – Il movimento del mondo. Le forze che ci stanno sradicando e plasmeranno il destino dell’umanita’ – Fazi (2021)

Se esiste una comunita’ universale di credenti, ebbene questa e’ il calcio.
Il calcio si e’ trasformato fino a diventare una nuova religione, dotata di confessioni istituzionali, sette e adepti.
E’ una fede di devoti obbedienti che spendono tempo e denaro per visitare i luoghi di pellegrinaggio favoriti – Wembley, Old Trafford, il Camp Nou – e venerarne le divinita’, come Lionel Messi e Cristiano Ronaldo.
Se alcune chiese pentecostali tengono colossali eventi di massa, la scala delle partite di calcio settimanali che si giocano nelle maggiori citta’ del mondo non ha eguali.
Assai piu’ del cricket (la religione sportiva globale della generazione postcoloniale dell’Impero inglese), il calcio e’ una vera comunita’ planetaria di praticanti che dedicano un tempo incomparabilmente maggiore a giocare, guardare, riguardare, commentare e disputare incontri di videogame di quanto un credente potrebbe riservare alla lettura della Bibbia, del Corano o di un’altra sacra scrittura.
Il calcio e’ anche una fede antisegregazionista e che anzi prospera sull’immigrazione. L’ingresso di nuovi talenti dall’estero non e’ biasimato, al contrario e’ celebrato, a volte come l’arrivo di un nuovo Messia a resuscitare le sorti della squadra del luogo.
La nazionale tedesca e’ costituita per meta’ da immigrati; i due terzi dei giocatori della Premier League inglese sono stranieri. Le nazionali e i club europei sono gli araldi di campagne globali come No Room for Racism, Show Racism the Red Card e Kick it Out, che fanno pressione sulle federazioni nazionali perche’ sospendano la partita nel caso di offese a sfondo razziale nei confronti dei giocatori.
A differenza delle religioni di antica origine, che si proclamano egualitarie ma nascondono sistemi profondi di gerarchia e di ingiustizia, la Chiesa del calcio e’ meritocratica (commercialmente parlando) e inclusiva, senza guardare alla razza o alla fede di nessuno

Info:
https://lepenneirriverenti.altervista.org/il-movimento-del-mondo-le-forze-che-ci-stanno-sradicando-e-plasmeranno-il-destino-dellumanita/
https://librieparole.it/recensioni/4791/il-movimento-del-mondo-parag-khanna/

Stato/Krugman

Paul Krugman – Discutere con gli zombie. Le idee economiche mai morte che uccidono la buona politica – Garzanti (2020)

«Le persone devono tirare la cinghia, percio’ anche lo stato dovrebbe tirare la sua». Ma dipende dal fatto che il mondo non e’ cosi’ semplice, e alcune frasi sembrano giuste e invece sono sbagliate. […]
Cosi’, procedendo con ordine: 1) L’economia non e’ come una famiglia che guadagna una certa somma e ne spende un’altra, senza che ci sia un rapporto tra le due. La mia spesa e’ il tuo reddito e la tua spesa e’ il mio reddito. Se entrambi tagliamo le spese, ambedue i nostri redditi diminuiscono. 2) Ora siamo in una situazione in cui molte persone hanno tagliato le spese, o per scelta o costrette dai creditori, mentre sono relativamente pochi gli individui disposti a spendere di piu’. Ne derivano redditi depressi e un’economia depressa, con milioni di lavoratori volonterosi che non riescono a trovare lavoro. 3) Le cose non vanno sempre cosi’ ma, quando succede, lo stato non e’ in competizione con il settore privato. Gli acquisti statali non usano risorse che altrimenti produrrebbero beni privati, bensi’ usano le risorse inutilizzate. I prestiti statali non escludono quelli privati, bensi’ impiegano i fondi inerti. Di conseguenza, questo e’ un momento in cui lo stato dovrebbe spendere di piu’, non di meno. Se ignoriamo questa intuizione e invece tagliamo la spesa statale, l’economia si contrarra’ e la disoccupazione aumentera’. In realta’, si contrarra’ anche la spesa privata, a causa della diminuzione dei redditi. 4) Le politiche di austerita’ hanno fortemente aggravato le recessioni economiche quasi ovunque siano state adottate. 5) Si’, a lungo andare lo stato dovra’ pagare i conti. Ma i tagli alla spesa e/o gli aumenti delle tasse dovrebbero aspettare che l’economia non sia piu’ depressa e che il settore privato sia disposto a spendere abbastanza per raggiungere la piena occupazione.
E’ cosi’ complicato da essere impossibile?

 

Societa’/Capussela

Andrea Capussela – Declino Italia – Einaudi (2021)

Le competenze linguistiche degli adulti italiani sono le piu’ basse nel mondo avanzato. Lo dice un’indagine condotta dall’Ocse tra il 2011 e il 2018.
I risultati sono deludenti anche in matematica, ma concentro l’attenzione sulla lettura. Il 70,32 per cento dei cittadini di eta’ compresa tra 16 e 65 anni ha difficolta’ a comprendere un testo su un argomento non specialistico, come un normale articolo di giornale. Essi decifrano le parole che vedono scritte ma non vanno molto oltre.
Infatti secondo altre statistiche solo un terzo della popolazione legge almeno un libro all’anno e sfoglia un quotidiano al giorno, o lo scorre sullo smartphone.
Dunque circa due terzi degli italiani mancano degli strumenti culturali necessari per partecipare attivamente alla vita sociale.
In Spagna il quadro e’ pressoche’ uguale.
In Francia e Germania e’ nettamente migliore: il 42 e 47 per cento degli adulti leggono senza difficolta’, rispettivamente.
Negli Stati Uniti e in Gran Bretagna la percentuale e’ simile, in Giappone sale al 70.
In ciascun Paese si tratta di dealfabetizzazione: persone che hanno perduto parte delle competenze apprese a scuola perche’ durante la vita adulta le hanno usate troppo poco

Info:
https://www.letture.org/declino-italia-andrea-capussela
https://www.linkiesta.it/2020/11/lento-declino-italia-poverta-crisi/
https://open.luiss.it/2019/06/07/il-resistibile-declino-italiano-tra-debolezze-secolari-e-quattro-grandi-traumi/
https://www.pandorarivista.it/articoli/declino-italia-di-andrea-capussela/