Capitalismo/Piketty

Thomas Piketty – Una breve storia dell’uguaglianza – La nave di Teseo (2021)

Consideriamo ora un fatto di fondamentale importanza.
Il fatto che, dopo il 1980, siano stati rimessi in discussione lo Stato sociale e l’imposta progressiva non ha trovato eco solo nei dibattiti. Ha trovato il modo di materializzarsi anche in un complesso di regole e di trattati internazionali tesi a rendere il cambiamento il piu’ irreversibile possibile.
Il cuore di queste nuove norme e’ la libera circolazione dei capitali, senza alcuna contropartita in termini di regolamentazione o di fiscalita’ comune.
Riassumendo, gli Stati hanno adottato un sistema giuridico in cui gli attori economici possono acquisire un sacro, o quasi, diritto di arricchirsi, grazie alle infrastrutture pubbliche e alle pubbliche istituzioni di un paese (sistema scolastico, sanitario ecc.), per poi spostare i loro attivi, con un tratto di penna o un clic del mouse, in un’altra giurisdizione, senza che non sia stato previsto nulla per rintracciare le ricchezze in questione e metterle a contributo in modo equo e coerente con il resto del sistema fiscale.
Si tratta de facto di una nuova forma di potere censitario: gli Stati firmatari di tali trattati, a partire dal momento in cui rifiutano di attenersi a quanto deciso dai governi precedenti, possono spiegare in totale buona fede ai cittadini che e’ impossibile mettere a contributo i primi beneficiari della fuga di capitali (miliardari, multinazionali, alti redditi) e che di conseguenza essi devono appellarsi ancora una volta alle classi popolari e medie che hanno avuto il buon gusto di rimanere saggiamente radicate al loro paese.
La logica e’ inoppugnabile.
La reazione delle classi subalterne lo e’ altrettanto: completamente pervase da un senso di abbandono e di odio per la globalizzazione

Info:
http://www.lanavediteseo.eu/item/una-breve-storia-delluguaglianza/
https://www.criticaletteraria.org/2021/11/thomas-piketty-una-breve-storia-dell-uguaglianza.html
https://www.doppiozero.com/materiali/thomas-piketty-la-storia-maestra-di-uguaglianza
https://www.repubblica.it/cultura/2021/11/17/news/l_anticipazione_cosi_il_clima_cambiera_la_nostra_vita-326752782/

Green New Deal/Chomsky

Noam Chomsky – Perche’ l’Ucraina – Ponte alle Grazie (2022)

Proprio mentre scoppiava la crisi ucraina, l’IPCC [Intergovernmental Panel on Climate Change = Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico] pubblicava il suo rapporto del 2022: il grido d’allarme piu’ inquietante che abbia mai prodotto.
Nel documento si afferma senza mezzi termini che e’ indispensabile adottare delle misure decisive adesso, senza ulteriori indugi, per ridurre l’uso di combustibili fossili e passare alle energie rinnovabili.
Questi avvertimenti hanno avuto scarsa risonanza, dopodiche’ la nostra strana specie e’ tornata a destinare le scarse risorse alla distruzione e a incrementare l’avvelenamento dell’atmosfera, frenando al contempo le iniziative per deviare dal suo percorso suicida.
L’industria del fossile nasconde a malapena la gioia per le nuove opportunita’ fornite dall’invasione di accelerare la distruzione della vita sul pianeta.
Negli Stati Uniti e’ probabile che il partito negazionista, che ha bloccato con successo gli sforzi limitati di Biden per affrontare questa crisi esistenziale, torni presto al potere, cosi’ da riavviare la missione dell’amministrazione Trump di distruggere ogni cosa il piu’ rapidamente ed efficacemente possibile.

Info:
https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/22994-francesco-scatigno-guerra-in-ucraina-le-ragioni-e-le-soluzioni-secondo-noam-chomsky.html

Societa’/Khanna

Parag Khanna – Il movimento del mondo. Le forze che ci stanno sradicando e plasmeranno il destino dell’umanita’ – Fazi (2021)

Se esiste una comunita’ universale di credenti, ebbene questa e’ il calcio.
Il calcio si e’ trasformato fino a diventare una nuova religione, dotata di confessioni istituzionali, sette e adepti.
E’ una fede di devoti obbedienti che spendono tempo e denaro per visitare i luoghi di pellegrinaggio favoriti – Wembley, Old Trafford, il Camp Nou – e venerarne le divinita’, come Lionel Messi e Cristiano Ronaldo.
Se alcune chiese pentecostali tengono colossali eventi di massa, la scala delle partite di calcio settimanali che si giocano nelle maggiori citta’ del mondo non ha eguali.
Assai piu’ del cricket (la religione sportiva globale della generazione postcoloniale dell’Impero inglese), il calcio e’ una vera comunita’ planetaria di praticanti che dedicano un tempo incomparabilmente maggiore a giocare, guardare, riguardare, commentare e disputare incontri di videogame di quanto un credente potrebbe riservare alla lettura della Bibbia, del Corano o di un’altra sacra scrittura.
Il calcio e’ anche una fede antisegregazionista e che anzi prospera sull’immigrazione. L’ingresso di nuovi talenti dall’estero non e’ biasimato, al contrario e’ celebrato, a volte come l’arrivo di un nuovo Messia a resuscitare le sorti della squadra del luogo.
La nazionale tedesca e’ costituita per meta’ da immigrati; i due terzi dei giocatori della Premier League inglese sono stranieri. Le nazionali e i club europei sono gli araldi di campagne globali come No Room for Racism, Show Racism the Red Card e Kick it Out, che fanno pressione sulle federazioni nazionali perche’ sospendano la partita nel caso di offese a sfondo razziale nei confronti dei giocatori.
A differenza delle religioni di antica origine, che si proclamano egualitarie ma nascondono sistemi profondi di gerarchia e di ingiustizia, la Chiesa del calcio e’ meritocratica (commercialmente parlando) e inclusiva, senza guardare alla razza o alla fede di nessuno

Info:
https://lepenneirriverenti.altervista.org/il-movimento-del-mondo-le-forze-che-ci-stanno-sradicando-e-plasmeranno-il-destino-dellumanita/
https://librieparole.it/recensioni/4791/il-movimento-del-mondo-parag-khanna/

Economia di mercato/Hickel

Jason Hickel – The divide. Guida per risolvere la disuguaglianza globale – il Saggiatore (2018)

I paradisi fiscali si possono suddividere in tre gruppi principali.
Il primo e’ formato dai paradisi fiscali europei: il Lussemburgo, la Svizzera e i Paesi Bassi, che sono probabilmente i piu’ noti, quindi il Belgio, l’Austria, il Principato di Monaco e il Liechtenstein.
Poi ci sono i paradisi fiscali situati negli Stati Uniti, come Manhattan, la Florida e il Delaware, e nei territori compresi nella sfera di influenza americana, per esempio le Isole Vergini americane, le Isole Marshall, la Liberia e Panama.
Ma la rete di paradisi fiscali di gran lunga piu’ estesa e importante e’ quella, creata ai tempi del potentissimo impero britannico, che ruota intorno alla Gran Bretagna: di questa rete fanno parte le tre dipendenze della Corona, cioe’ Jersey, Guernsey e l’Isola di Man, i quattordici Territori britannici d’oltremare, tra cui le Isole Cayman, le Isole Vergini Britanniche e Gibilterra, e infine alcuni territori che non sono piu’ ufficialmente controllati dalla Gran Bretagna, sebbene un tempo fossero soggetti al suo potere imperiale, come Hong Kong, Singapore, le Bahamas, Dubai, l’Irlanda, Vanuatu e il Ghana.
Probabilmente, lo snodo piu’ importante di questa rete globale di paradisi fiscali e’ la City di Londra.
Puo’ sembrare equivoco, ma per City di Londra non si intende la capitale del Regno Unito, bensi’ un piccolo distretto amministrativo all’interno della citta’, che ospita il potente settore finanziario londinese. La City e’ in grado di funzionare come un paradiso fiscale perche’ e’ immune da molte leggi nazionali, non e’ soggetta ad alcun controllo parlamentare e – soprattutto – e’ esentata dall’obbligo di applicare le norme in materia di liberta’ dell’informazione

Info:
https://www.ibs.it/the-divide-guida-per-risolvere-libro-jason-hickel/e/9788842824961/recensioni
https://www.culturamente.it/libri/politica-economica-jason-hickel/
https://www.ilsaggiatore.com/libro/the-divide/

Stato/Krugman

Paul Krugman – Discutere con gli zombie. Le idee economiche mai morte che uccidono la buona politica – Garzanti (2020)

«Le persone devono tirare la cinghia, percio’ anche lo stato dovrebbe tirare la sua». Ma dipende dal fatto che il mondo non e’ cosi’ semplice, e alcune frasi sembrano giuste e invece sono sbagliate. […]
Cosi’, procedendo con ordine: 1) L’economia non e’ come una famiglia che guadagna una certa somma e ne spende un’altra, senza che ci sia un rapporto tra le due. La mia spesa e’ il tuo reddito e la tua spesa e’ il mio reddito. Se entrambi tagliamo le spese, ambedue i nostri redditi diminuiscono. 2) Ora siamo in una situazione in cui molte persone hanno tagliato le spese, o per scelta o costrette dai creditori, mentre sono relativamente pochi gli individui disposti a spendere di piu’. Ne derivano redditi depressi e un’economia depressa, con milioni di lavoratori volonterosi che non riescono a trovare lavoro. 3) Le cose non vanno sempre cosi’ ma, quando succede, lo stato non e’ in competizione con il settore privato. Gli acquisti statali non usano risorse che altrimenti produrrebbero beni privati, bensi’ usano le risorse inutilizzate. I prestiti statali non escludono quelli privati, bensi’ impiegano i fondi inerti. Di conseguenza, questo e’ un momento in cui lo stato dovrebbe spendere di piu’, non di meno. Se ignoriamo questa intuizione e invece tagliamo la spesa statale, l’economia si contrarra’ e la disoccupazione aumentera’. In realta’, si contrarra’ anche la spesa privata, a causa della diminuzione dei redditi. 4) Le politiche di austerita’ hanno fortemente aggravato le recessioni economiche quasi ovunque siano state adottate. 5) Si’, a lungo andare lo stato dovra’ pagare i conti. Ma i tagli alla spesa e/o gli aumenti delle tasse dovrebbero aspettare che l’economia non sia piu’ depressa e che il settore privato sia disposto a spendere abbastanza per raggiungere la piena occupazione.
E’ cosi’ complicato da essere impossibile?

 

Geoeconomia/Arrighi

Giovanni Arrighi – Adam Smith a Pechino – Mimesis (2021)

Uno dei grandi miti delle scienze sociali occidentali e’ quello che vede nella nascita degli stati nazionali e nella loro organizzazione in un sistema interstatale due invenzioni europee.
In realta’, con l’eccezione di pochi stati creati dalle potenze coloniali europee (soprattutto Indonesia, Malaysia e Filippine), le principali formazioni politiche dell’Oriente asiatico (Giappone, Corea, Cina, Vietnam, Laos, Thailandia e Cambogia) erano gia’ degli stati nazionali quando ancora in Europa non esisteva alcuna struttura del genere.
Inoltre, essi erano stati tutti collegati fra loro, o direttamente o per il tramite della Cina, dai commerci e dalla diplomazia ed erano tenuti insieme da una condivisa comprensione dei principi, delle norme e delle regole che informavano le loro reciproche relazioni facendone un “mondo” fra altri “mondi”.
Come hanno mostrato studiosi giapponesi che si sono occupati della ricostruzione della rete di commerci tributari che si diramava dalla Cina, quel sistema era sufficientemente simile a quello interstatale europeo da rendere analiticamente fruttuoso il loro studio comparato […]
Quando si mettono a confronto le dinamiche dei due sistemi emergono immediatamente due differenze fondamentali. Primo, come argomentato in capitoli precedenti, la dinamica del sistema europeo era caratterizzata da una continua competizione militare fra le singole entita’ nazionali e da una tendenza all’espansione geografica sia del sistema nel suo complesso che del suo continuamente mutevole epicentro. In Europa i lunghi periodi di pace sono stati piu’ l’eccezione che la regola […]
In stridente contrasto con questo tipo di dinamica, il sistema di stati nazionali dell’Oriente asiatico si distingue per la pratica assenza sia di scontri militari interni al sistema stesso che di espansione geografica esterna […]
Questa scarsita’ di eventi bellici fra gli stati dell’Oriente asiatico si associa a una seconda differenza cruciale rispetto al sistema interstatale europeo: l’assenza fra gli stati dell’Oriente asiatico di ogni tendenza alla costruzione, in concorrenza fra loro, di imperi oltremare nonche’ di una corsa agli armamenti anche lontanamente paragonabile a quella che caratterizzava gli stati europei.
Anche fra gli stati asiatici c’era competizione […] Si trattava di un tipo di competizione, pero’, che indirizzava il percorso di sviluppo piu’ verso la costruzione dello stato e dell’economia nazionale che nella direzione opposta presa dallo sviluppo europeo[…] L’“estroversione” della lotta per il potere in Europa era una caratteristica fondamentale della specifica combinazione di capitalismo, militarismo e ambizione territoriale che e’ stata la forza propulsiva della globalizzazione del sistema statale europeo […] La dinamica opposta […] ha caratterizzato il sistema dell’Asia orientale – nella quale invece la crescente “introversione” della lotta per il potere generava una combinazione di forze economico-politiche non motivate a perseguire un’espansione territoriale senza limiti –

Info:
https://www.sinistrainrete.info/estero/22190-sandro-mezzadra-il-modello-cinese-e-lo-spazio-del-conflitto.html
http://effimera.org/il-modello-cinese-e-lo-spazio-del-conflitto-di-sandro-mezzadra/
https://www.mimesisedizioni.it/download/12739/e816dca0af4b/simone-pieranni-il-manifesto-4-febbraio-2022-sfide-e-quesiti-intorno-al-modello-cinese-su-adam-smith-a-pechino-di-arrighi.pdf
https://www.mimesisedizioni.it/download/12571/6eb5c7fab8b8/simone-pieranni-il-manifesto-29-dicembre-2021-lanno-della-tigre-nelle-mani-del-serpente-xi-su-adam-smith-a-pechino-di-arrighi.pdf
https://www.pandorarivista.it/articoli/adam-smith-a-pechino-giovanni-arrighi/
http://www.proteo.rdbcub.it/article.php3?id_article=747

 

Capitalismo/Harvey

David Harvey – Cronache anticapitaliste. Guida alla lotta di classe per il XXI secolo – Feltrinelli (2021)

Oggi sta diventando una domanda cruciale: come contrastare quella che e’ in effetti l’illegalita’ del capitale?
Purtroppo, non e’ ipotizzabile che prevalga la teoria del capitale proposta dall’utopismo dell’economia politica classica. Non si puo’ piu’ (ammesso che sia mai stato possibile) sostenere che il capitalismo possa essere pensato come un sistema pacifico, legale e non coercitivo.
In effetti, cio’ con cui abbiamo a che fare qui non e’ solo il proseguimento, ma il riapparire di sistemi di espropriazione violenta sorti nel passato.
Conviviamo con una forma di capitale basata non sull’uguaglianza dello scambio ma sulla violenza certa dell’espropriazione e della spoliazione […]
Non dobbiamo pensare solo all’accumulazione del capitale basata sullo sfruttamento del lavoro vivo nella produzione […] Dobbiamo considerare anche pratiche di accumulazione basate sulla spoliazione pura e semplice […] il capitalismo contemporaneo dipende sempre piu’ dall’accumulazione per spoliazione, anziche’ dall’accumulazione per sfruttamento della forza lavoro nella produzione.
Che cosa intendo dire? […] La crescente centralizzazione del capitale […] comporta che il capitale rubi e consolidi risorse di piccoli produttori che sono stati costretti a cessare la loro attivita’.
Fusioni e acquisizioni sono operazioni sempre piu’ diffuse. Il grande capitale prevale sui pesci piccoli, se li mangia, per cosi’ dire, e comincia ad allargare il suo potere e la sua massa semplicemente inglobando altri capitali. Ci sono “leggi” della centralizzazione del capitale. Le grandi aziende capitalistiche inglobano le piu’ piccole, creando cosi’ una situazione di quasi monopolio in cui le grandi aziende capitalistiche dominano su tutto il resto e possono imporre i prezzi che vogliono.
Guardiamo per esempio l’ascesa di Google: quante piccole aziende ha assorbito Google nella sua espansione per arrivare a essere la grande azienda di oggi? […] Il leveraged buy-out diventa comune. Esistono strategie di ogni genere per facilitare i buy-out e le acquisizioni. Se viene ridotto il flusso di liquidita’ per qualche settore dell’economia e se le aziende sono in difficolta’, se non nell’impossibilita’, di rifinanziare i propri debiti, possono essere costrette alla bancarotta anche se la loro attivita’ e’ sana. Banche e istituti finanziari possono acquisire quelle aziende e trarre grandi profitti una volta reimmessa la liquidita’ […] Qualcosa del genere e’ successo durante la crisi immobiliare negli Stati Uniti. Molte persone si sono trovate costrette (in qualche caso a quanto pare illegalmente) a cedere il valore della loro casa per pignoramento. Non potendo i proprietari pagare i loro mutui, un gran numero di abitazioni e’ stato venduto a prezzi bassi di pignoramento. Ed ecco arrivare una societa’ di private equity come Blackstone che acquista le case pignorate a prezzi di svendita. In poco tempo Blackstone diventa il proprietario di immobili piu’ grande del paese, se non del mondo. Ora possiede migliaia e migliaia di abitazioni, che affitta con margini di profitto elevati. Quando il mercato immobiliare si riprende, e a seconda del mercato in cui ti trovi (a San Francisco e New York si e’ ripreso abbastanza in fretta, in altri luoghi no), poi puoi rivenderle con profitti enormi. Questo e’ un segmento molto grande dell’economia, che si sviluppa sulla base di un processo di accumulazione senza avere niente a che fare con la produzione […]
Anche Apple ha acquistato un’importanza enorme attraverso pratiche capitalistiche commerciali di appropriazione nel mercato, anziche’ attraverso l’organizzazione di capacita’ produttiva nel punto di produzione. Il capitalismo industriale, in un certo senso, e’ diventato sempre piu’ subordinato al capitalismo commerciale e a forme di rendita del capitalismo.
I meccanismi attraverso i quali lavorano il capitalismo della rendita e il capitalismo mercantile sono sempre piu’ quelli dell’appropriazione e dell’accumulazione per spoliazione, anziche’ l’organizzazione della produzione e lo sfruttamento del lavoro vivo nella produzione. Questo e’ il tipo di societa’ capitalista verso cui ci siamo spostati. E’ una societa’ che non puo’ essere contrastata con le tecniche classiche

Info:
https://www.idiavoli.com/it/article/cronache-anticapitaliste
https://www.kulturjam.it/editoria-narrazioni/david-harvey-cronache-anticapitaliste/
https://www.marxist.com/david-harvey-contro-la-rivoluzione-la-bancarotta-del-marxismo-accademico.htm
https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/21563-guido-maria-brera-cronache-anticapitaliste.html
https://www.doppiozero.com/materiali/david-harvey-laccumulazione-come-spoliazione

Europa/Canfora

Luciano Canfora – La democrazia dei signori – Laterza (2022)

Sul nostro paese si sta giocando una partita di rilevanza internazionale.
Il quadro di riferimento, al di la’ delle prediche istituzionali e delle colate di retorica, e’ che l’UE puo’, a certe condizioni, continuare ad essere il giardino (culturale, tecnologico e finanziario) dell’«impero»: come la Grecia nell’ambito dell’impero romano ai tempi, tutt’altro che tranquilli, di Adriano o di Marco Aurelio.
Colossi decisivi quali il FMI (con epicentro in USA) e la comunque subalterna BCE sono i soggetti contraenti di questa intesa. Un’intesa del genere, ancorche’ sperequata, non comporta, per ora, rischi diretti, per il giardino europeo, sul piano militare: sempre che la politica imperiale non scelga di approdare ad un conflitto anche armato con Cina e Russia.
Con la presidenza Biden questo rischio sta diventando maggiore che sotto il suo predecessore

Info:
https://www.laterza.it/scheda-libro/?isbn=9788858147405
https://www.marx21.it/cultura/la-democrazia-dei-signori-luciano-canfora/
https://www.pulplibri.it/luciano-canfora-la-vittoria-delle-oligarchie-la-reale-natura-della-nostra-democrazia/

 

Societa’/Capussela

Andrea Capussela – Declino Italia – Einaudi (2021)

Le competenze linguistiche degli adulti italiani sono le piu’ basse nel mondo avanzato. Lo dice un’indagine condotta dall’Ocse tra il 2011 e il 2018.
I risultati sono deludenti anche in matematica, ma concentro l’attenzione sulla lettura. Il 70,32 per cento dei cittadini di eta’ compresa tra 16 e 65 anni ha difficolta’ a comprendere un testo su un argomento non specialistico, come un normale articolo di giornale. Essi decifrano le parole che vedono scritte ma non vanno molto oltre.
Infatti secondo altre statistiche solo un terzo della popolazione legge almeno un libro all’anno e sfoglia un quotidiano al giorno, o lo scorre sullo smartphone.
Dunque circa due terzi degli italiani mancano degli strumenti culturali necessari per partecipare attivamente alla vita sociale.
In Spagna il quadro e’ pressoche’ uguale.
In Francia e Germania e’ nettamente migliore: il 42 e 47 per cento degli adulti leggono senza difficolta’, rispettivamente.
Negli Stati Uniti e in Gran Bretagna la percentuale e’ simile, in Giappone sale al 70.
In ciascun Paese si tratta di dealfabetizzazione: persone che hanno perduto parte delle competenze apprese a scuola perche’ durante la vita adulta le hanno usate troppo poco

Info:
https://www.letture.org/declino-italia-andrea-capussela
https://www.linkiesta.it/2020/11/lento-declino-italia-poverta-crisi/
https://open.luiss.it/2019/06/07/il-resistibile-declino-italiano-tra-debolezze-secolari-e-quattro-grandi-traumi/
https://www.pandorarivista.it/articoli/declino-italia-di-andrea-capussela/

Economia di mercato/Chomsky

Noam Chomsky – Le dieci leggi del potere. Requiem per il sogno americano – Ponte alle Grazie (2017)

Negli anni Cinquanta (come del resto gia’ da decenni) l’economia statunitense era fondata essenzialmente sulla produzione. Gli Stati Uniti erano il grande polo manifatturiero del mondo.
Gli istituti finanziari avevano un peso relativamente ridotto sul mercato e il loro compito era di far circolare le risorse inutilizzate, come i depositi bancari, per generare attivita’.
Questo, si’, era un contributo concreto all’economia.
In quel periodo fu istituito un sistema di regolamentazione, e le banche furono tenute a rispettare dei vincoli: quelle commerciali furono separate da quelle d’investimento, e furono limitati gli investimenti rischiosi che potessero danneggiare i privati cittadini.
Al tempo della regolamentazione del New Deal, per inciso, non c’era stato nessun crollo finanziario.
Negli anni Settanta la situazione cambio’ […] il sistema fu demolito, letteralmente fatto a pezzi. Furono eliminati i controlli sulle valute, e questo porto’, com’era prevedibile, a un’immediata impennata della speculazione monetaria […]
Il risultato e’ che oggi il fulcro dell’economia non e’ piu’ la produzione, quantomeno non all’interno del paese […]
Questo ha cambiato profondamente il modo di considerare l’impresa.
Gia’ negli anni Ottanta una societa’ come la General Electric faceva molti piu’ utili grazie alle speculazioni monetarie che non producendo negli Stati Uniti. Oggi la General Electric, va detto, e’ soprattutto un istituto finanziario: la meta’ dei suoi profitti proviene da complessi spostamenti di denaro.
Ed e’ tutto da dimostrare il suo contributo reale all’economia.
La presenza della finanza nel sistema economico, dunque, e’ andata ampliandosi notevolmente, con il conseguente declino della produzione interna.
La cosiddetta «finanziarizzazione» dell’economia e’ uno dei due fenomeni a cui ho fatto riferimento. L’altro, parallelo al primo, e’ la delocalizzazione della produzione

Info:
http://www.archiviostorico.info/libri-e-riviste/8738-le-dieci-leggi-del-potere
https://www.parliamodisocialismo.it/2021/12/08/le-dieci-leggi-del-potere-requiem-per-il-sogno-americano/
https://www.anobii.com/books/le-dieci-leggi-del-potere.-requiem-per-il-sogno-americano/9788833311272/0221bd0ebc7778df6c/reviews