Geoeconomia/Mason

Paul Mason – Il futuro migliore. In difesa dell’essere umano. Manifesto per un ottimismo radicale – il Saggiatore (2019)

Non molto tempo fa, nei primi anni novanta, persone perfettamente razionali erano convinte che la storia fosse «finita»: che la democrazia liberale e il capitalismo del libero mercato fossero stati perfetti e immutabili, che rendevano impossibili sommovimenti drastici in futuro.
Dal 2008 quell’illusione e’ crollata.
La crisi finanziaria scatenata dalla bancarotta della Lehman Brothers si e’ avvitata fino a diventare una crisi di legittimita’ del sistema liberista, che ora si e’ trasformata in un attacco alla democrazia e ai diritti umani e sta mettendo a dura prova il sistema geopolitico.
Trump governa l’America. La Brexit ha innescato uno sgretolamento dell’Unione Europea. I social media sono inondati di antisemitismo, islamofobia, deliri di supremazia bianca e vittimismo maschile. In Turchia, centinaia di giornalisti sono in prigione. Nelle Filippine, il presidente esalta l’operato degli squadroni della morte. La guerra in Siria, che e’ iniziata con un gruppetto di adolescenti che aveva
scritto sui muri slogan contro Bashar al-Assad, ha provocato 470 mila morti e dieci milioni di sfollati. La Cina si sta attrezzando per mettere in piedi nei prossimi dieci anni un sistema capillare di sorveglianza e controllo del suo miliardo e quattrocento milioni di cittadini attraverso la tecnologia
digitale.
Questa non e’ la fantasia distopica di un fumetto: e’ la realta’

Info:
https://www.ilsaggiatore.com/libro/il-futuro-migliore/

Finanziarizzazione/Stiglitz

Joseph E. Stiglitz – Riscrivere l’economia europea. Le regole per il futuro dell’Unione – il Saggiatore (2020)

Molte banche sono passate dal finanziare le loro attivita’ attraverso i piccoli depositanti, che sono relativamente stabili, a prendere in prestito soldi da altre istituzioni finanziarie, in un processo noto come raccolta di fondi all’ingrosso.
Prendendo soldi in prestito all’ingrosso, le banche potevano espandersi molto piu’ rapidamente di quando erano costrette a darsi da fare per convincere i depositanti a cambiare banca.
La raccolta di fondi all’ingrosso e’ stato uno dei pilastri di quello che e’ diventato noto come sistema bancario ombra, o shadow banking.
L’altro pilastro e’ stato il fatto di ricavare introiti dalle commissioni, invece che dal differenziale fra i tassi a cui prendevano in prestito e quelli a cui prestavano: nel vecchio sistema, le banche guadagnavano trovando mutuatari che consideravano sicuri e prestando loro denaro a un tasso leggermente piu’ alto di quello a cui loro prendevano in prestito; se prestavano a un mutuatario che non era in grado di restituire i soldi, ci rimettevano.
Nel nuovo sistema, le banche emettevano i prestiti, ma poi li vendevano ad altri. I prestiti spesso venivano accorpati insieme e il pacchetto che ne risultava veniva venduto come un titolo. L’idea era che anche se uno o due prestiti andavano male, il rischio era diversificato, e quindi il titolo complessivamente era sicuro. Le banche (e le altre istituzioni che emettevano prestiti e mutui) non si facevano carico del rischio di un fallimento, era l’investitore finale ad accollarselo: una pratica che ha reso meno pressante l’esigenza di fare attenzione a chi prestavano soldi.
Le banche guadagnavano con le commissioni sull’emissione di prestiti, l’accorpamento di prestiti e la vendita dei titoli che ne risultavano. In teoria, questo scaricava su altri i costi dell’insolvenza. C’erano commissioni lungo tutto il processo produttivo della cartolarizzazione. Le banche avevano un incentivo a espandersi, anche se significava prestare soldi a individui meno solventi. L’attivita’ bancaria, in conseguenza di tutto cio’, era diventata sempre piu’ redditizia e irresponsabile […]
Questa nuova era della gestione patrimoniale vide la rapida ascesa di investitori istituzionali come fondi pensione e compagnie assicurative. Nel 2009 l’industria della gestione patrimoniale era cresciuta fino ad arrivare a 12800 miliardi di euro di attivita’, circa un terzo dell’intero settore bancario dell’Unione europea […]
Le agenzie di rating giocavano un ruolo chiave in questa frode, perche’ assegnavano valutazioni in tripla A a titoli che non lo meritavano, praticando una truffa su larga scala in una corsa al ribasso con altre agenzie di rating.
La raccolta di fondi all’ingrosso (contro l’approccio
«al dettaglio», che consisteva nel convincere i risparmiatori a depositare i loro soldi nella banca) in Europa ebbe un boom ancora piu’ clamoroso che negli Stati Uniti: nel 2008 rappresentava il 60 per cento della raccolta di fondi totale per le 16 banche piu’ grandi del continente, il doppio rispetto
alle grandi banche statunitensi.

Info:
https://www.linkiesta.it/2020/05/nobel-stigliz-come-riscrivere-economia-europea/
http://temi.repubblica.it/micromega-online/al-capezzale-dell-europa/
https://www.ilsaggiatore.com/libro/riscrivere-leconomia-europea/

Europa/Piketty

Thomas Piketty – Capitale e ideologia. Ogni comunita’ ha bisogno di giustificare le proprie disuguaglianze – La Nave di Teseo (2020)

Nonostante i suoi successi, in questo inizio di XXI secolo la costruzione europea accusa numerosi limiti che potrebbero provocare un rigetto popolare generalizzato, come dimostra il referendum sulla Brexit del 2016.
Nel corso degli ultimi decenni, e’ andato affermandosi il sentimento diffuso secondo il quale “l’Europa” (parola che e’ arrivata a designare l’istituzione europea con sede a Bruxelles) agirebbe a scapito delle classi popolari e medie, operando soprattutto a vantaggio dei ceti privilegiati e delle grandi imprese. Questo “euro- scetticismo” si e’ nutrito anche dell’avversione ai nuovi fenomeni migratori, nonche’ di un generale senso di declassamento […]
Resta pur sempre il fatto che i governi europei non sono stati in grado di far fronte all’aumento delle disuguaglianze e al calo della crescita iniziato nel decennio 1980-1990. Questo clamoroso fallimento si spiega, da un lato, con il fatto che l’Europa si sia fondata quasi esclusivamente su un modello di sviluppo basato sulla concorrenza tra i territori e tra le persone, a tutto vantaggio dei gruppi dotati di maggiore mobilita’ (o percepiti come tali); dall’altro, con l’incapacita’ degli Stati
membri di adottare la benche’ minima forma di tassazione o di politica sociale comune. Incapacita’ a sua volta derivante dall’aver scelto il principio dell’unanimita’ per ogni decisione in materia fiscale […]
La regola dell’unanimita’ e la concorrenza fiscale tra gli Stati europei hanno portato a una dinamica di dumping fiscale accelerato nel periodo 1990-2020, specie per quanto riguarda la tassazione sugli utili delle societa’. L’aliquota relativa, che negli anni ottanta del secolo scorso era intorno al 45-50% nella maggior parte dei paesi europei, e’ andata via via riducendosi fino a toccare, nel 2018, un tasso medio di appena il 22%.
Tutto questo in uno scenario in cui il tasso globale dei prelievi obbligatori e’ rimasto stabile; inoltre, non vi e’ alcuna garanzia che la riduzione tendenziale della tassazione sui profitti delle imprese sia giunta al termine (le aliquote potrebbero scendere fino allo 0%, o assumere addirittura la forma opposta, quella di sovvenzioni finalizzate ad attrarre investimenti, come del resto e’ gia’ avvenuto in diverse occasioni).

Info:
https://www.internazionale.it/opinione/annamaria-testa/2020/06/24/thomas-piketty-capitale-ideologia
https://www.aggiornamentisociali.it/articoli/capitale-e-ideologia-intervista-a-thomas-piketty/
https://www.ilmessaggero.it/libri/capitale_e_ideologia_il_nuovo_saggio_di_piketty_star_dell_economia_pop-5299153.html
http://temi.repubblica.it/micromega-online/piketty-il-capitalismo-non-e-piu-in-grado-di-giustificare-le-sue-disuguaglianze/
https://www.huffingtonpost.it/2018/09/08/lincubo-social-nativista-italiano-potrebbe-molto-rapidamente-riguardarci-da-vicino-piketty-avverte-le-democrazie-europee_a_23520935/

Stato/Salmon

Christian Salmon – Fake. Come la politica mondiale ha divorato se stessa – Laterza (2020)

Il discredito e’ una cosa instabile e invisibile a occhio nudo, ma dal 2008 si propaga come un gas […]
Questo discredito che colpisce tutti i regimi politici occidentali e’ il prodotto di un doppio fenomeno: una governance senza sovranita’; una democrazia senza discussione.
In tutto il mondo gli Stati si trovano di fronte a una crisi di sovranita’. In Europa essa e’ aggravata dalla costruzione europea, che ha organizzato in modo concertato abbandoni assai rilevanti di sovranita’ […]
La sovranita’ statale si esercita attraverso un potere di agire accoppiato a un dispositivo di rappresentazione.
Essa conferisce allo Stato il potere di battere moneta e di controllare le frontiere e si prolunga in un simbolismo di Stato (protocollo, rituali, cerimonie) che assicura la sua visibilita’ e la continuita’ del suo potere nello spazio e nel tempo.
Quando lo Stato trasferisce gli attributi della sovranita’ ad altre istanze internazionali (BCE, Schengen), il dispositivo di rappresentazione appare come una conchiglia vuota.
Del potere dello Stato si percepiscono solo gli effetti repressivi o destabilizzanti. Del dispositivo di rappresentazione, scollegato dalle fonti della sovranita’, non sussiste piu’ che il rituale, l’etichetta. La coppia prima costituita dal potere e dal suo dispositivo di rappresentazione si e’ spaccata: da una parte, un potere senza volto, una burocrazia anonima; dall’altra, degli uomini di Stato disarmati.
Da una parte, dei poteri senza volto (banche, mercati finanziari, agenzie di rating, organizzazioni transnazionali alle quali gli Stati sono legati), dall’altra dei volti impotenti. Risultato di questa disgiunzione: l’azione politica viene percepita come illegittima e la parola politica ha perduto ogni credibilita’.

Info:
https://www.laterza.it/index.php?option=com_content&view=article&id=2371:christian-salmon-fake-come-la-politica-mondiale-ha-divorato-se-stessa&catid=40:primopiano
https://www.pandorarivista.it/pandora-piu/fake-di-christian-salmon/
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788858139653

 

Populismo/Levitsky

Steven Levitsky, Daniel Ziblatt – Come muoiono le democrazie -Laterza (2019)

Due sono le norme fondamentali per il buon funzionamento di una democrazia: la tolleranza reciproca e la temperanza istituzionale.
La tolleranza reciproca si riferisce all’idea che fintanto che i nostri rivali giocano secondo le regole costituzionali, accettiamo il fatto che abbiano lo stesso nostro diritto a esistere, competere per il potere e governare.
Possiamo dissentire dai nostri rivali, possiamo anche trovarli sgradevoli, ma li accettiamo comunque come legittimi.
Questo significa riconoscere che i nostri avversari politici sono cittadini per bene, patriottici e rispettosi della legge, che amano il nostro paese e rispettano la nostra Costituzione esattamente come noi.
Significa che anche se siamo convinti che le idee dei nostri avversari siano scriteriate o sbagliate, non le vediamo come una minaccia esistenziale […]
La temperanza istituzionale puo’ essere concepita come tutti quegli sforzi finalizzati a evitare azioni che, pur rispettando la lettera della legge, ne violano palesemente lo spirito […]
La temperanza istituzionale ha le sue origini in una tradizione vecchia quanto la democrazia stessa. Ai tempi in cui i re proclamavano il loro diritto divino a governare, le basi dell’autorita’ monarchica derivavano dall’approvazione religiosa, non esisteva nessun vincolo morale che limitasse legalmente il potere del sovrano. Tuttavia, molti dei monarchi europei predemocratici agivano con temperanza. Essere pio, d’altronde, significava necessariamente avere saggezza e capacita’ di autocontrollo […]
Esattamente come le monarchie per diritto divino, anche le democrazie necessitano di temperanza.
Pensiamo alla democrazia come a un gioco che vogliamo giocare all’infinito. Per garantire che possa continuare anche in futuro, i giocatori devono evitare di mettere l’altra squadra in condizioni di non gareggiare, o di inimicarsela a tal punto che si rifiutera’ di continuare a giocare. Se i rivali abbandonano la competizione, non potranno piu’ esserci altre partite. Questo significa che si’, gli individui giocano per vincere, ma devono farlo con una certa misura.

Info:
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788858135280
https://www.stroncature.com/2019/10/08/come-muoiono-le-democrazie/
https://www.eunews.it/2019/09/20/muoiono-le-democrazie/120948

Economia di mercato/Arlacchi

Pino Arlacchi – I padroni della finanza mondiale. Lo strapotere che ci minaccia e i contromovimenti che lo combattono – Chiarelettere (2018)

Il sistema dell’economia sociale di mercato contiene indicazioni molto utili per chi cerca alternative progressive al capitalismo globale.
Esso presenta le seguenti caratteristiche:
• opera in uno scenario di pace e di stabilita’ crescenti sia al suo interno sia nei suoi rapporti con l’estero, non cerca l’espansione e il dominio politico, esclude l’uso della forza militare come ausilio dell’accumulazione di capitale e riduce al minimo le spese per gli armamenti;
• non viene governato dal connubio tra Stato e capitale, ma da autorita’ pubbliche indipendenti;
• si concentra sullo sviluppo delle forze produttive e del benessere collettivo;
• governa i mercati e ne pianifica la direzione di sviluppo ponendo particolare cura nel deprimere la finanza privata, controllare i movimenti di capitale e la formazione di liquidita’, e mettere stabilmente la finanza al servizio dell’economia reale

Info:
https://www.interris.it/news/esteri/chi-sono-i-padroni-della-finanza-mondiale/
https://www.edizionipolis.it/magazine/2019/03/29/economia-e-finanza-mondiale-arlacchi-il-neoliberalismo-oggi-vive-una-profonda-crisi/

Stato/Kelton

Stephanie Kelton – Il mito del deficit. La Teoria Monetaria Moderna per un’economia al servizio del popolo – Fazi (2020)

[Le tasse] sono importanti da altri punti di vista. Come osserva il Rapporto mondiale sulla disuguaglianza, «la traiettoria della disuguaglianza di reddito osservata negli Stati Uniti» e’ parzialmente spiegata da un «sistema fiscale diventato sempre meno progressivo».
Le tasse possono quindi essere utilizzate per tenere a freno le accumulazioni astronomiche di ricchezza.
Si tratta di un elemento cruciale proprio perche’ i ricchi utilizzano il loro denaro per acquisire potere e influenza sul processo politico: hanno manipolato il sistema fiscale a loro favore; hanno riscritto le leggi sul lavoro, gli accordi commerciali, le regole che disciplinano i brevetti e i diritti d’autore, e molto altro; hanno riformato la politica pubblica per servire i loro interessi economici.
Questo e’ il motivo per cui cosi’ tante delle nostre aziende pagano enormi somme di denaro agli azionisti e ai vertici aziendali, somme piu’ piccole alla classe superiore ben istruita e una miseria a tutti gli altri […]
E’ per questo che il nostro Stato sociale, il sistema sanitario e il sistema pensionistico sono tutti allo sfascio, e che non facciamo nulla per risolvere la crisi climatica.
I profitti e il potere che le elite ricche possono acquisire nel non affrontare questi problemi sono maggiori dei profitti e del potere che trarrebbero nell’affrontarli.

Info:
http://osservatorioglobalizzazione.it/recensioni/il-mito-del-deficit-kelton/
https://www.lafionda.org/2020/09/27/il-mito-del-deficit/
https://fazieditore.it/catalogo-libri/il-mito-del-deficit/
https://sinistrainrete.info/articoli-brevi/19308-brian-cepparulo-il-mito-del-deficit-stephanie-kelton-e-la-nuova-frontiera-della-mmt.html

Economia di mercato/Arlacchi

Pino Arlacchi – I padroni della finanza mondiale. Lo strapotere che ci minaccia e i contromovimenti che lo combattono – Chiarelettere (2018)

La storica decisione di Richard Nixon di porre fine al gold standard, cioe’ alla convertibilita’ del dollaro in oro, ha svincolato la circolazione monetaria globale dalla barriera costituita dalla fissita’ dell’offerta totale del prezioso metallo.
Viviamo da allora nell’epoca del fiat money, il denaro virtuale, le cui potenzialita’ complete non sono ancora del tutto note.
Le piu’ recenti tecnologie hanno molto accelerato il processo di dematerializzazione del capitale e la conquista della supremazia da parte del capitale finanziario […]
Valori immensi possono essere spostati da un luogo all’altro del mondo e da un settore all’altro dell’economia in pochi secondi […]
Tra le fonti cruciali dello strapotere finanziario occorre includere, allora, la sua immaterialita’ e la sua potenziale illimitatezza, intesa come mancanza di limiti e assenza di vincoli.
Perche’ investire il proprio denaro in strumenti di produzione costosi e complessi, in manodopera difficile da trovare e da gestire, e in mercati che danno profitti solo a medio-lungo termine, quando ci si puo’ immergere nelle alchimie dell’investimento finanziario senza muoversi dalla stanza del proprio money manager e dallo schermo di un computer? E ottenendo profitti immediati e piu’ alti, fino al 20-25 per cento della cifra investita?

Info:
https://www.interris.it/news/esteri/chi-sono-i-padroni-della-finanza-mondiale/
https://www.edizionipolis.it/magazine/2019/03/29/economia-e-finanza-mondiale-arlacchi-il-neoliberalismo-oggi-vive-una-profonda-crisi/

Stato/Santangelo

Salvatore Santangelo – Geopandemia. Decifrare e rappresentare il caos – Castelvecchi (2020)

Oltre alla convinzione diffusa che all’attuale emergenza sanitaria, nel prossimo futuro, si unira’ una recessione globale. Si trattera’ di una crisi ancor piu’ devastante di quella del 2008 perche’ impattera’ sia sul versante dell’offerta sia su quello della produzione.
Tutto cio’ segnera’ un netto spartiacque tra il prima e il dopo. Quindi, insieme a strumenti di politica monetaria non convenzionali di entita’ mai vista prima, forse neanche al tempo del New Deal, la maggior parte degli analisti sembrano convinti, e la Germania lo dimostra, che usciremo dalla crisi solo grazie a un nuovo modello di economia sociale di mercato, dove il mondo del lavoro sia saldamente ancorato al sistema sociale. Il tutto condito da un nuovo protagonismo dello Stato. Persino il piu’ istituzionale tra i quotidiani, il piu’ autorevole alfiere del thatcherismo, il «Financial Times» ha chiosato in un editoriale che: «Riforme radicali – che ribaltino la direzione politica prevalente delle ultime quattro decadi – devono essere messe in agenda. I governi dovranno accettare un ruolo piu’ attivo nell’economia. Dovranno guardare ai pubblici servizi come investimenti piuttosto che debito, e ricercare regole che rendano il mercato del lavoro meno precario».
In sintesi si reclama una nuova centralita’ dello Stato, sia nel sistema del welfare che in quello della politica industriale; questo perche’ l’unica certezza che abbiamo e’ che un approccio efficace contro il Covid-19 (e le sue conseguenze economiche) deve essere pari a una mobilitazione bellica nei termini delle risorse umane ed economiche disponibili, della piena consapevolezza dell’opinione pubblica, di un efficace coordinamento tra pubblico e privato. […]
Oggi, il mutato scenario impone agli Stati di fronteggiare con maggiore consapevolezza le sfide del futuro e di allungare l’orizzonte temporale della propria azione politica. Nessun Paese (soprattutto quelli piu’ timidi, come l’Italia) puo’ piu’ prescindere dal definire il proprio interesse nazionale, che deve essere perseguito sulla base di valori e princìpi identitari. 

Info:
https://www.huffingtonpost.it/entry/covid-19-come-governare-il-caos_it_5e8b2fa1c5b6cc1e4778fd2a
https://loccidentale.it/geopandemia-se-il-virus-ci-costringe-a-fare-i-conti-col-nostro-caos/

Capitalismo/Fagan

Pierluigi Fagan – Verso un mondo multipolare. Il gioco di tutti i giochi nell’era Trump – Fazi (2017)

La dinamica neoliberale di contrazione del potere d’acquisto dei salari per reggere la globalizzazione e, almeno in Europa, di crescita della disoccupazione oltre alle estensioni progressive dei limiti del lavoro, spostando l’eta’ pensionabile, che occludono il ricambio generazionale e le dissennate politiche di austerita’, deprivano i mercati della materia prima, la domanda, mentre continua a crescere l’offerta.
In piu’, i tassi demografici occidentali sono perlopiu’ in contrazione.
La deriva finanziaria di quella che era un’economia di produzione e scambio e’ altresi’ responsabile dell’aggravarsi delle diseguaglianze e dell’impoverimento delle classi medie i cui consumi non sono certo sostituiti da quelli dell’esigua classe dei ricchissimi, i quali oltretutto pagano le tasse offshore. Cioe’ non le pagano.
Tutto cio’ contrae anche la base imponibile con riflessi sui bilanci pubblici i quali, restringendo i servizi sociali, aumentano la spesa per le sempre piu’ limitate sostanze delle famiglie.
L’ipotesi di stagnazione o di crescita debole e l’assenza di inflazione minano alla base la possibilita’ di rientro dal debito, gia’ molto alto e in costante crescita.

Info:
https://pierluigifagan.wordpress.com/verso-un-mondo-multipolare-il-libro/
http://www.marx21.it/index.php/internazionale/mondo-multipolare/28857-verso-un-mondo-multipolare-il-gioco-di-tutti-i-giochi-nellera-trump