Europa/Fazi

Thomas Fazi, Guido Iodice – La battaglia contro l’Europa – Fazi (2016)

Nelle attuali circostanze, l’uscita unilaterale dell’Italia o di un altro paese dall’euro potrebbe avere effetti controproducenti sia sul paese che dovesse recedere dalla moneta unica che sul resto dell’eurozona (e di riflesso sull’economia globale) […]
C’e’ pero’ un’altra posizione – diametralmente opposta a quella dei no-euro – che ci preoccuperemo di contestare: quella di chi ritiene che per risolvere la crisi dell’euro occorra fare gli “Stati Uniti d’Europa”.
Non perche’ chi scrive sia contrario in linea di principio a una prospettiva simile. Tutt’altro!
Ma perche’, nelle attuali circostanze, dovrebbe essere evidente a tutti che quando si parla di “cessione di sovranita’”, di “unione fiscale”, di “Tesoro europeo”, di “unione politica”, non si sta parlando di creare uno Stato federale, ma di sottoporre in modo ancor piu’ stringente gli Stati alla disciplina fiscale tedesca.
Al contrario, cio’ che ci pare necessario, nelle attuali circostanze, e’ ricominciare daccapo il processo costituente europeo dando maggiore spazio di manovra agli Stati  […]
Non ci vuole “più Europa” per salvare l’Europa e neppure per salvare l’euro. Ce ne vuole di meno […]
[Il problema] non è “Come uscire dall’euro” ma “Ripensare l’unione monetaria europea”.

Info:
https://fazieditore.it/catalogo-libri/la-battaglia-contro-leuropa/
https://keynesblog.com/2016/07/08/michele-salvati-recensisce-la-battaglia-contro-leuropa-di-thomas-fazi-e-guido-iodice/

Europa/Balibar

Etienne Balibar – Crisi e fine dell’Europa? – Bollati Boringhieri (2016)

Come si puo’ governare, in modo civile (per non dire civilizzato), lo stato di eccezione permanente in cui le frontiere che abbiamo ereditato dal passato, o aggiunto noi stessi, vengono continuamente fortificate e militarizzate, ma sono destinate a cedere?
Bisogna ripetere quello che e’ in gioco nei fatti: degli uomini «di troppo» e il loro «diritto di avere dei diritti», che e’ imprescrittibile, e non va a detrimento di coloro che i diritti li hanno gia’, ma si pone accanto a loro e tra di loro.
Nessuno puo’ sostenere che una governance del genere sia facile, ma quel che e’ certo e’ che non puo’ basarsi su discriminazioni ormai obsolete (migranti e rifugiati) o su equiparazioni criminali (rifugiati e terroristi) che alimentano i fantasmi razzisti, incoraggiano la violenza e disorganizzano le politiche di sorveglianza di cui gli Stati hanno bisogno per proteggere veramente i loro cittadini […]
Parte della soluzione e’ a portata di mano.
Il minimo sarebbe: 1) la dichiarazione ufficiale, da parte della Commissione europea, di uno «stato di emergenza umanitaria» su tutto il territorio di sua competenza, e 2) l’impegno vincolante, da parte dei Paesi membri dell’Unione europea, a trattare i rifugiati con dignita’ ed equita’ nella misura delle loro capacita’, oggettivamente calcolabili.
E’ indubbio che le conseguenze di questo minimo sarebbero potenzialmente considerevoli: rivalutazione dei poteri dell’istanza comunitaria, istituzione di norme umanitarie con pari forza di quelle di bilancio o commerciali, mobilitazione di risorse per una politica di assistenza e di integrazione (di cui si dovrebbe controllare democraticamente l’impiego), programmi educativi concertati contro il razzismo.

Info:
https://www.lindiceonline.com/osservatorio/economia-e-politica/balibar-crisi-europa-ordoliberale/
https://www.illibraio.it/libri/etienne-balibar-crisi-e-fine-delleuropa-9788833928449/
https://left.it/2019/04/13/balibar-leuropa-va-rifondata-aprendo-i-confini/

Europa/Zizek

Slavoi Zizek – Come un ladro in pieno giorno. Il potere all’epoca della postumanita’ – Ponte alle Grazie (2019)

L’affermazione fatta da Angela Merkel sul fatto che l’Europa dovra’ imparare a stare in piedi da sola e smettere di contare sulla protezione degli Stati Uniti, e’ piu’ che un semplice gesto di benvenuto della crescente autoconsapevolezza europea: non c’e’ posto per cio’ che l’Europa rappresenta nel Nuovo Ordine Mondiale di Trump, Putin, Modi, Mugabe e Erdogan.
L’Europa dovra’ affermare la sua tradizione di emancipazione combattendo non queste minacce straniere, ma la versione di esse che lei stessa ha dato, la minaccia del populismo nazionalista.
E questo e’ il motivo per cui l’idea dell’Unione Europea e’ qualcosa per cui vale la pena combattere, nonostante la miseria della sua esistenza reale: nel mondo del capitalismo globale odierno, essa offre l’unico modello di organizzazione trans-nazionale con l’autorita’ di limitare la sovranita’ nazionale e il compito di garantire un minimo di standard ecologici e di welfare state.

Info:
http://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/unlibroalgiorno/2019/03/16/zizek-e-la-discrezione-non-oppressiva_d6041a60-8893-4969-9332-a8cd1bf07ba9.html
https://ilmanifesto.it/il-gusto-del-paradosso-e-della-liberta/

Populismo/Zielonka

Jan Zielonka – Contro-rivoluzione. La disfatta dell’Europa liberale – Laterza (2018)

Il piu’ recente afflusso di rifugiati e’ di proporzioni molto modeste rispetto ai molto piu’ ampi processi di trasferimenti forzati di oltre 20 milioni di persone nelle vicinanze dell’Unione europea e di 60 milioni in tutto il mondo.
Per effetto del recente afflusso di rifugiati, la popolazione dell’Unione europea e’ aumentata appena dello 0,2 per cento.
Al confronto, la popolazione della Turchia e’ cresciuta del 4 per cento, e quella del Libano del 25 per cento, tutti e due paesi meno ricchi della media dei paesi membri dell’Unione europea.[…]
La maggior parte dei rifugiati recenti, in termini assoluti, sono finiti in Germania e, in termini relativi, in Svezia, due
paesi in cui i sentimenti antirifugiati erano piu’ contenuti.
In Polonia le manifestazioni di fobie antiislamiche e antirifugiati sono state particolarmente rabbiose, anche se il paese ospita solo un esiguo numero di richiedenti asilo islamici provenienti dalla Cecenia e praticamente nessun afghano o siriano […]
L’impressione e’ che l’Europa avra’ da affrontare i flussi di rifugiati per molti anni a venire.
Le prospettive che le guerre e la miseria che affliggono il Nord Africa e il Medio Oriente finiscano presto sono nulle. E l’enorme tributo di morte nel Mediterraneo non e’ riuscito a dissuadere le persone dal fuggire dai loro paesi in agitazione.
Il trattato con la Turchia e’ fragile, e cosi’ e’ quello con i leader libici.
I muri e i recinti di filo spinato tirati su in fretta e furia in diverse localita’ d’Europa hanno poche conseguenze pratiche.
I governi europei cercano invano di trovare un terreno comune per far fronte ai rifugiati. Le loro politiche sono sempre piu’ illiberali e prive di efficacia. In alcuni paesi folle xenofobe hanno attaccato i rifugiati e bruciato le suppellettili delle ong umanitarie che aiutano i rifugiati. Nella maggior parte dei paesi gli elettorati hanno cominciato ad appoggiare partiti contro-rivoluzionari che fanno campagna con slogan antirifugiati.
Non solo i migranti provenienti dai paesi musulmani sono sotto attacco; anche la migrazione proveniente da altri paesi europei è messa in discussione.

Info:
https://ilmiolibro.kataweb.it/recensione/catalogo/440518/chi-ha-lasciato-senza-difese-la-democrazia/
https://www.pandorarivista.it/articoli/contro-rivoluzione-jan-zielonka/3/
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788858129937
http://www.atlanticoquotidiano.it/recensioni/rivoluzione-la-disfatta-delleuropa-liberale-jan-zielonka/

Europa/Canfora

Luciano Canfora, Gustavo Zagrebelsky – La maschera democratica dell’oligarchia – Laterza (2015)

L’Europa e’ uno spazio che ha una sua tradizione costituzionale: i diritti europei non sono gli stessi che si trovano al di la’ dell’Oceano Atlantico e tanto meno nei paesi dell’Est.
Noi abbiamo una tradizione di civilta’ che finiremo col perdere, se continueremo a pensare che le cose possono andare per conto loro.
Uno degli elementi della nostra civilta’ e’ lo Stato sociale, realizzato nel tempo grazie alle lotte operaie e sindacali, che non solo hanno creato istituzioni pubbliche del benessere, ma hanno alimentato una vera e propria tradizione culturale.
Quello che sta accadendo e’ lo smantellamento, in nome di un liberismo illimitato e di un individualismo della convenienza, proprio di queste basi tradizionali dell’Europa.
Se perdiamo questo, per quale ragione dovremmo fare un’unita’ politica? Che senso avrebbe?
L’Europa ha senso se mantiene ferme le ragioni storiche
delle sue differenze e le offre nel contesto internazionale come un contributo originale.

Info:
http://www.nuovomille.it/cultura-e-societa/la-maschera-democratica-delloligarchia
https://www.gruppolaico.it/2015/09/16/la-maschera-democratica-delloligarchia/
http://tempofertile.blogspot.com/2015/03/luciano-canfora-gustavo-zagrebelsky-la.html

Europa/Zielonka

Jan Zielonka – Contro-rivoluzione. La sfida dell’Europa liberale – Laterza (2018)

Il populismo e’ diventato un tema di discussione privilegiato dei circoli liberali, e nessuno mai ha messo in luce gli inganni e i pericoli populisti meglio degli autori liberali.
Ma i liberali si sono dimostrati piu’ abili nel puntare il dito contro gli altri che nel riflettere su se stessi.
Essi dedicano piu’ tempo a spiegare la nascita del populismo che a illuminare la caduta del liberalismo. Rifiutano di guardarsi nello specchio e riconoscere le loro insufficienze, che hanno portato alla marea populista in tutto il continente […]
Oggi e’ l’intera Europa che versa in uno stato di confusione, con un sistema liberale che comincia a sfarinarsi non solo a Varsavia e a Budapest, ma anche a Londra, Amsterdam, Madrid, Roma, Atene e Parigi.
I cittadini dell’Europa si sentono insicuri e arrabbiati.
I loro leader si rivelano incompetenti e disonesti.
I loro imprenditori appaiono furibondi e angosciati […]
Com’e’ possibile che un continente pacifico, prospero e integrato stia andando in frantumi?
Perche’ europei apparentemente pragmatici si stanno
lanciando in un tuffo nell’ignoto sotto bandiere populiste? […]
Come la politica della paura puo’ essere sostituita dalla politica della speranza?

Info:
https://ilmiolibro.kataweb.it/recensione/catalogo/440518/chi-ha-lasciato-senza-difese-la-democrazia/
https://www.pandorarivista.it/articoli/contro-rivoluzione-jan-zielonka/3/
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788858129937
http://www.atlanticoquotidiano.it/recensioni/rivoluzione-la-disfatta-delleuropa-liberale-jan-zielonka/

Europa/Sassoon

Donald Sassoon – Sintomi morbosi. Nella nostra storia di ieri i segnali della crisi di oggi – Garzanti (2019)

Ci si sarebbe potuti aspettare che gli europei, scontenti della politica della propria nazione, avrebbero atteso dall’Unione Europea una guida e una leadership, ma la rabbia contro la propria classe politica si e’ trasformata in opposizione al progetto paneuropeo dei loro leader nazionali.
Ma perche’ tanti europei sono arrabbiati o quantomeno delusi?
Non sono mai stati cosi’ ricchi. Non hanno mai vissuto un periodo cosi’ lungo di prosperita’ e di pace. Nell’attuale, difficile clima economico l’Unione Europea, pur se irrilevante o marginale, non ha comunque causato la recessione globale del 2008, la delocalizzazione dell’occupazione manifatturiera in Cina o altrove (al contrario, ha cercato di arginarla), la crescente potenza della finanza o delle banche, l’inuguaglianza.
Eppure il progetto europeo non e’ riuscito a conquistare i cuori e le menti di molti.
Per diventare centrale nella vita politica, in effetti, l’Unione Europea avrebbe bisogno di maggiori poteri, che non potra’ mai avere senza il sostegno degli europei, che non glielo daranno prima che l’Unione abbia conquistato i loro cuori e le loro menti: ecco il palese circolo vizioso in cui si trova l’Unione Europea […]
La persistenza del provincialismo e del nazionalismo di bassa lega e’ una delle cause del fallimento del progetto europeo. L’euroscetticismo e i partiti euroscettici sono aumentati notevolmente negli ultimi vent’anni. Anche in Italia, un paese tradizionalmente euro-entusiasta, ora nelle mani di partiti euroscettici (Movimento 5 Stelle e Lega).
Se nel 2004 il 50% degli europei credeva nell’UE, nel 2016 la cifra e’ scesa al 32% (avvicinandosi alla triste percentuale di chi ha fiducia nel proprio governo nazionale, che si aggira attorno al 31-32%).

Info:
https://www.ilpost.it/2019/03/05/sintomi-di-crisi-donald-sassoon-circolo-dei-lettori/
https://left.it/2019/08/30/donald-sassoon-quei-sintomi-morbosi-che-salvini-alimenta/

Europa/Gallino

Luciano Gallino – L’attacco allo stato sociale. Lo smantellamento del welfare nell’Unione Europea- Einaudi (2013)

L’Unione Europea e’ un progetto politico, economico, sociale, culturale che presenta elementi unici al mondo.
Uno di questi elementi, forse quello che potrebbe avere la maggior forza unificante per i cittadini Ue, e’ a mio avviso il modello sociale che si ritrova nella Ue e, in tutto il mondo, solamente in essa […]
L’espressione modello sociale europeo suona un po’ astratta, ma e’ ricca di significati concreti. Essa designa un’invenzione politica senza precedenti, forse la piu’ importante del xx secolo.
Essa significa che la societa’ intera si assume la responsabilita’ di produrre sicurezza economica e sociale per ciascun singolo individuo, quale che sia la sua posizione sociale e i mezzi che possiede.
Produrre sicurezza economica richiede la costruzione di sistemi di protezione sociale avendo in vista una serie di eventi che possono sconvolgere in qualsiasi momento la vita di ciascuno.
Sono la malattia, l’incidente, la disoccupazione, la poverta’, la vecchiaia […]
Sin dagli anni Novanta del secolo scorso si parlava di almeno tre modelli differenti: il tipo socialdemocratico o nordico o scandinavo; il tipo liberale o anglosassone; il tipo socialconservatore o continentale.
Piu’ tardi i modelli individuati diventarono almeno quattro, con l’aggiunta ai precedenti del tipo mediterraneo […]
Appare pertanto arduo comprendere come si possa individuare nella eccessiva generosita’ dello stato sociale il fattore che rende non solo indispensabile, ma altresi’ urgente, una sua marcata riduzione, a causa del peso insostenibile che e'[…] giunto a far gravare sui bilanci pubblici.
Una lettura piu’ realistica della crisi porterebbe piuttosto a dire che, essendo i bilanci pubblici stremati dal menzionato sostegno al sistema finanziario, in presenza di una crisi che appare tutt’altro che risolta, gli stati sono costretti,volenti o nolenti, a ridurre la spesa della voce piu’ importante del
loro bilancio – la spesa sociale.

Info:
https://www.amazon.it/Lattacco-allo-stato-sociale-smantellamento-ebook/product-reviews/B00BUE9NRG

Europa/Formenti

Carlo Formenti – Oligarchi e plebei. Diario di un conflitto globale – Mimesis (2018)

Febbraio 2017. Nei giorni scorsi e’ stato lanciato – ottenendo grande rilievo sui media – un Appello per il rilancio dell’integrazione europea firmato da trecento intellettuali fra i quali spiccano Giuliano Amato e Anthony Giddens, fra i massimi esponenti della Terza via e del pensiero unico liberista.
Nel testo in questione:
1) si afferma che oggi la Ue e’ sotto attacco «sebbene abbia garantito pace, democrazia e benessere per decenni»;
2) si esalta l’«economia sociale di mercato», affermando che essa puo’ funzionare solo grazie a una governance multilivello e al principio di sussidiarieta’;
3) si rivendica il ruolo di un’Europa cosmopolita nella costruzione di una «governance globale democratica ed efficiente» […]
Proviamo a decodificare il senso di queste affermazioni, […]
Una prima considerazione e’ che l’affermazione secondo cui l’Europa ha garantito pace, democrazia e benessere e’ falsa: dai Balcani all’Ucraina, passando per la Libia, l’Europa e’ stata un costante fattore di guerra; quanto alla democrazia chiedete cosa ne pensa il popolo greco; infine il benessere e’ un miraggio per milioni di cittadini europei che hanno visto peggiorare drasticamente i livelli salariali e di occupazione, oltre a perdere gran parte dei diritti conquistati prima dell’avvio del processo di unificazione […]
Seconda considerazione: associare l’economia sociale di mercato all’allargamento della democrazia e’ una contraddizione in termini. Questo concetto e’ infatti costitutivo di quel progetto neoliberista che ha sottratto il ruolo della legittimazione al quadro costituzionale-parlamentare per trasferirlo a organismi non eletti che rispondono agli imperativi del mercato.
Inoltre la sussidiarieta’ di cui si parla e’ consistita nella proliferazione di enti, agenzie e autorita’ deputati a gestire localmente i bisogni sociali – proliferazione che e’ proceduta di pari passo con lo smantellamento del welfare e con l’assunzione dell’impresa privata quale modello di regolazione sociale, in base al principio secondo cui non bisogna ostacolare chi potrebbe erogare un servizio migliore del servizio pubblico (pratica che Colin Crouch ha definito come una spoliticizzazione del servizio pubblico attraverso la riduzione del cittadino a cliente […]
Per concludere: il riferimento alla natura cosmopolita dell’Europa – per inciso smentito dai muri e dalle altre pratiche di contrasto ai flussi migratori, come il vergognoso accordo con il regime turco e’ espressione dell’“internazionalismo” delle elite, le quali vogliono schiacciare le resistenze dei popoli alla colonizzazione del mercato globale.
Come conciliare tutto cio’ con la proposta di legittimare l’oligarchia di Bruxelles sottoponendola al vaglio degli elettori? Ai firmatari dell’appello non mancano gli strumenti concettuali per progettare alchimie tecniche in grado di garantire a priori il trionfo di una grande coalizione europea “antipopulista”.

Info:
https://www.carmillaonline.com/2018/05/15/le-nuove-pelbi-globali-dentro-la-crisi-sistemica/
https://www.sinistrainrete.info/libri/16175-carlo-formenti-oligarchi-e-plebei.html

Europa/Fagan

Pierluigi Fagan – Verso un mondo multipolare. Il gioco di tutti i giochi nell’era Trump- Fazi (2017)

L’Europa geostorica conta almeno le macroaree mediterraneo-latina, quella tedesco-scandinava, quella balto-slava, quella balcanica, quella bulgaro-rumena-ucraina oltre a quella britannica […]
L’Unione Europea vale il 25 per cento del PIL mondiale [Banca Mondiale 2015] con il 7,1 per cento della popolazione (qualcosa meno quando sara’ ratificato l’abbandono britannico), l’eurozona e’ il 15,8 per cento del PIL mondiale con il 4,7 per cento della popolazione.
Purtroppo, il peso percentuale del suo PIL e il peso percentuale della sua popolazione sono in contrazione storica. L’UE, nel 1970, valeva il 37 per cento del PIL mondiale, ha perso quindi piu’ di un terzo del suo peso in quarant’anni. Demograficamente, l’Europa intera pesava il 21 per cento del mondo nel dopoguerra; nel 2050 avra’ perso 2/3 della sua consistenza e sara’ solo il 7 per cento del totale.
Dei 20 paesi del mondo che hanno i piu’ bassi indici di natalita’, 16 sono europei.
Dei 20 per maggior aspettativa di vita, 15 sono europei (l’Italia e’ tra i leader nell’una e nell’altra classifica).
L’Europa e’ un universo in contrazione, con un peso ancora importante ma in prospettiva meno decisivo e una popolazione sempre più anziana.

Info:
https://pierluigifagan.wordpress.com/verso-un-mondo-multipolare-il-libro/
http://www.marx21.it/index.php/internazionale/mondo-multipolare/28857-verso-un-mondo-multipolare-il-gioco-di-tutti-i-giochi-nellera-trump