Stato/Collier

Paul Collier – Il futuro del capitalismo. Fronteggiare le proprie ansie – Laterza (2020)

Le nuove ansie hanno le loro radici nel divario economico.
Si sta aprendo una spaccatura sempre piu’ ampia fra le metropoli in pieno sviluppo e le citta’ di provincia in declino; c’e’ un divario di classe sempre piu’ ampio fra chi ha un impiego prestigioso e soddisfacente e chi ha un lavoro privo di prospettive o non ne ha nessuno.
E’ il capitalismo ad aver generato queste nuove ansie, come avvenne all’epoca della Grande Depressione degli anni Trenta.
Per ricomporre le fratture sociali create dai cambiamenti strutturali abbiamo bisogno degli Stati. Ma come negli anni Trenta, gli Stati, e le societa’ che essi riflettono, hanno tardato a riconoscere il loro dovere etico di affrontare questi nuovi problemi, e invece di stroncarli sul nascere hanno consentito che assumessero le dimensioni di una crisi.
Dal punto di vista etico gli Stati non possono essere migliori dei loro popoli, ma possono rafforzare le obbligazioni reciproche, e convincerci gradualmente ad adottarne di nuove. Se pero’ uno Stato tenta d’imporre un complesso di valori diversi da quelli dei suoi cittadini, perde fiducia, e la sua autorita’ s’indebolisce.

Info:
https://www.laterza.it/scheda-libro/?isbn=9788858131060
https://www.pandorarivista.it/articoli/il-futuro-del-capitalismo-di-paul-collier/
https://www.anobii.com/it/books/il-futuro-del-capitalismo/9788858131060/015fc8fc1b8b48e476/reviews

Lavoro/Harvey

David Harvey – Cronache anticapitaliste. Guida alla lotta di classe per il XXI secolo – Feltrinelli (2021)

Nell’epoca precapitalista, diciamo nel Quindicesimo, Sedicesimo secolo, il lavoratore in generale aveva il controllo dei mezzi di produzione (i suoi utensili) e diventava esperto nel loro uso.
Il lavoratore esperto diventava un monopolista di un certo tipo di conoscenza e di un certo tipo di comprensione, che, nota Marx, erano sempre considerati un’arte.
Quando pero’ si arriva al sistema di fabbrica e, ancora di piu’, quando si arriva al mondo contemporaneo, le cose non vanno piu’ cosi’. Le competenze tradizionali dei lavoratori sono rese superflue, perche’ tecnologia e scienza prendono il predominio e tecnologia, scienza e nuove forme di conoscenza sono incorporate nella macchina.
L’arte scompare […] le nuove tecnologie e la nuova conoscenza vengono incorporate nella macchina; non sono piu’ nel cervello del lavoratore, che viene messo da parte e diventa un’appendice della macchina, la sua semplice balia.
Tutta l’intelligenza e tutta la conoscenza, che un tempo appartenevano ai lavoratori e davano loro un certo potere monopolistico nei confronti del capitale, scompaiono. Il capitalista, che prima aveva bisogno delle competenze del lavoratore, e’ affrancato da quel vincolo e la competenza ora e’ incorporata nella macchina. La conoscenza prodotta da scienza e tecnologia fluisce nella macchina e la macchina diventa “l’anima” del dinamismo capitalista […]
Il dinamismo di una societa’ capitalista, quindi, viene a dipendere in modo determinante dalle innovazioni perpetue alimentate dalla mobilitazione di scienza e tecnologia attraverso il business delle innovazioni perpetue.

Info:
https://www.idiavoli.com/it/article/cronache-anticapitaliste
https://www.kulturjam.it/editoria-narrazioni/david-harvey-cronache-anticapitaliste/
https://www.marxist.com/david-harvey-contro-la-rivoluzione-la-bancarotta-del-marxismo-accademico.htm
https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/21563-guido-maria-brera-cronache-anticapitaliste.html
https://www.doppiozero.com/materiali/david-harvey-laccumulazione-come-spoliazione

Economia di mercato/Chomsky

Noam Chomsky – Le dieci leggi del potere. Requiem per il sogno americano – Ponte alle Grazie (2017)

All’epoca del boom economico – negli anni Cinquanta e Sessanta, ma in realta’ anche prima – le tasse sui ricchi erano decisamente piu’ elevate.
Erano molto piu’ alte le imposte sul reddito delle societa’, cosi’ come quelle sui dividendi o semplicemente sul patrimonio. Oggi non e’ piu’ cosi’: oggi la tendenza e’ di ridurre le imposte sui ricchi.
Il sistema tributario e’ stato ridisegnato in modo da far pagare meno i super-ricchi e, contestualmente, far ricadere maggiormente gli oneri fiscali sul resto dei cittadini.
Si tende infatti a mantenere le imposte solo sui salari e sui consumi – che coinvolgono tutti –, e non sui dividendi, ad esempio, che riguardano soltanto i ricchi.
In questo modo il carico fiscale si e’ sbilanciato enormemente[…]
Ovviamente il pretesto c’e’; ce n’e’ sempre uno.
In questo caso e’ il seguente: «Cosi’ gli investimenti e i posti di lavoro aumenteranno». Ma non c’e’ nulla che lo dimostri.
Se davvero si vogliono aumentare i posti di lavoro e gli investimenti, allora bisogna incrementare la domanda.
Se c’e’ domanda, gli investitori investiranno per soddisfarla. Per ampliare gli investimenti, bisogna dare denaro ai poveri e ai lavoratori che lo spenderanno, non in costosi yacht o vacanze ai Caraibi, ma in beni primari. Poiche’ devono sopravvivere, queste persone spenderanno le loro entrate.
E’ questo che stimola la produzione e gli investimenti, crea nuovi posti di lavoro.

Info:
http://www.archiviostorico.info/libri-e-riviste/8738-le-dieci-leggi-del-potere
https://www.parliamodisocialismo.it/2021/12/08/le-dieci-leggi-del-potere-requiem-per-il-sogno-americano/
https://www.anobii.com/books/le-dieci-leggi-del-potere.-requiem-per-il-sogno-americano/9788833311272/0221bd0ebc7778df6c/reviews

Geoeconomia/Arrighi

Giovanni Arrighi – Adam Smith a Pechino – Mimesis (2021)

Si dice spesso che l’espansione economica cinese si differenzia dalla precedente espansione del Giappone per la sua maggiore apertura al commercio estero e agli investimenti stranieri.
L’osservazione e’ corretta, quello che e’ sbagliato e’ dedurne che la Cina si sia allineata alle prescrizioni neoliberali del Washington Consensus, come spesso fanno anche intellettuali di sinistra […]
Sia la Cina che l’India negli anni Settanta si sono tenute alla larga dalle banche occidentali, risparmiandosi cosi’ la crisi del debito. Entrambe hanno mantenuto fino a oggi il controllo sui movimenti dei capitali, evitando flussi e riflussi speculativi di denaro “caldo” attraverso i propri confini. Entrambe mantengono tuttora una presenza significativa dello stato nell’industria pesante […]
Il successo delle riforme cinesi andrebbe invece ricondotto al fatto che in esse il gradualismo non e’ stato abbandonato per essere sostituito da qualcuna delle terapie shock suggerite dal Washington Consensus; al fatto di aver riconosciuto che per mantenere la stabilita’ sociale bisogna che le ristrutturazioni procedano di conserva con la creazione di nuovi posti di lavoro; e al fatto di aver cercato di garantire il riutilizzo operoso delle risorse che l’intensificarsi della concorrenza espelleva dal processo lavorativo.
Sebbene la Cina abbia accolto fin dall’inizio del periodo delle riforme i consigli e l’aiuto della Banca mondiale, lo ha sempre fatto anteponendo l’“interesse nazionale” cinese a quello del Tesoro degli Stati Uniti o del capitale occidentale […]
Il governo cinese ha anche accolto bene gli investimenti diretti dall’estero, ma, di nuovo, solo se valutava che fossero funzionali all’interesse nazionale del paese

Info:
https://www.sinistrainrete.info/estero/22190-sandro-mezzadra-il-modello-cinese-e-lo-spazio-del-conflitto.html
http://effimera.org/il-modello-cinese-e-lo-spazio-del-conflitto-di-sandro-mezzadra/
https://www.mimesisedizioni.it/download/12739/e816dca0af4b/simone-pieranni-il-manifesto-4-febbraio-2022-sfide-e-quesiti-intorno-al-modello-cinese-su-adam-smith-a-pechino-di-arrighi.pdf
https://www.mimesisedizioni.it/download/12571/6eb5c7fab8b8/simone-pieranni-il-manifesto-29-dicembre-2021-lanno-della-tigre-nelle-mani-del-serpente-xi-su-adam-smith-a-pechino-di-arrighi.pdf
https://www.pandorarivista.it/articoli/adam-smith-a-pechino-giovanni-arrighi/
http://www.proteo.rdbcub.it/article.php3?id_article=747

Lavoro/ Chomsky

Noam Chomsky – Crisi di civilta’. Pandemia e capitalismo – Ponte alle Grazie (2020)

La velocita’ vertiginosa del crollo economico risultante dal COVID-19 non ha precedenti storici.
Nella settimana del 4 aprile, 6,6 milioni di persone hanno presentato le prime richieste per ricevere l’indennita’ di disoccupazione. La settimana prima l’avevano presentata 6,9 milioni di persone, e 3,3 milioni quella prima ancora.
Prima di queste tre settimane, il numero piu’ alto di richieste inviate si era registrato nell’ottobre del 1982, durante la grave recessione a «W» dell’era Reagan. A quell’epoca il record di richieste raggiunse le 650.000 unita’.
Questa disparita’ tra il 1982 e oggi e’ sbalorditiva, anche prendendo in considerazione le dimensioni relative dell’attuale forza lavoro statunitense rispetto al 1982 […]
La previsione e’ che questa cifra continuera’ a crescere per molte settimane ancora, con la possibilita’ che la disoccupazione salga al 20%: una percentuale mai vista dai tempi bui della Grande Depressione degli anni Trenta […]
Oltre alla situazione di quelli che perdono il lavoro, dobbiamo anche analizzare le condizioni in cui si trova chi svolge un lavoro essenziale e in prima linea in questa emergenza. Queste persone mettono a rischio la propria salute per andare a lavorare […]
Tra costoro vi sono assistenti di negozio, infermieri, addetti alle pulizie, magazzinieri e conducenti di autobus. Un buon 65% di loro sono donne. Un’enorme percentuale di queste persone e’ anche sottopagata e non ha assicurazione sanitaria. Questi lavoratori essenziali si espongono al rischio di contagio, e se dovessero infettarsi avrebbero dinanzi a se’ la prospettiva di gravi problemi economici oltre che di salute

Info:
https://www.illibraio.it/news/ebook-e-digitale/chomsky-virus-ebook-1380886/
https://ilmanifesto.it/lo-stato-di-gravita-permanente-secondo-noam-chomsky/

Societa’/Pennacchi

Laura Pennacchi – Democrazia economica. Dalla pandemia a un nuovo umanesimo -Castelvecchi (2021)

Le iniziative sul lavoro garantito si basano su una nobile tradizione teorica, che da Keynes va a Meade, a Minsky, ad Atkinson, la quale ha sviluppato la convinzione che in circostanze – come le odierne – di drammatico sottoutilizzo dei fattori fondamentali della produzione, lavoro e capitale, e di secular stagnation strisciante quindi di bassi investimenti, lo Stato possa e debba essere utilizzato come employer of last resort, immagine che e’ un’articolazione di quella dello «Stato innovatore» e dello «Stato strategico».
I programmi prevedono mix di investimenti pubblici e investimenti privati in grado di offrire lavori pubblici utili socialmente, anche temporanei, al salario minimo legale ai disoccupati che cerchino e non trovino lavoro o per integrare l’occupazione di coloro che abbiano un lavoro parziale involontario […]
I settori e gli ambiti in cui creazione di lavoro e creazione di sviluppo coincidono sono numerosi e vanno dalle problematiche ambientali all’emersione di enormi bisogni sociali insoddisfatti, tutte cose che il mercato da solo non risolve, non lenisce, non tratta.
La rottura degli equilibri ambientali sta avvenendo a una velocita’ senza precedenti, mentre, nell’abitazione, l’alimentazione, la mobilità, il tempo libero, la cultura, l’istruzione, la formazione, la salute, i bisogni dei cittadini rimangono inevasi e nei territori (dalle grandi aree metropolitane alle piccole e medie citta’, alle aree rurali e periferiche) la qualita’ della vita degrada.
In tutti questi settori e aree il lavoro garantito puo’ sollecitare una mobilitazione di energie fuori del comune.
Richiamare l’importanza strategica delle iniziative sul lavoro garantito in quanto “lavoro di cittadinanza” consente di chiarirne le differenze rispetto alla prospettiva del reddito di cittadinanza.
Trattare l’occupazione come diritto che deve essere garantito dallo Stato – secondo quanto postula la Costituzione italiana – e’ qualcosa di radicalmente diverso dall’atteggiamento presupposto dalla visione paternalistica che si concentra sull’elargizione di benefici monetari al popolo, cosi’ come riportare il baricentro sull’occupazione e sul lavoro significa contestare l’ineluttabilita’ della jobless society ritenuta intrinseca al funzionamento spontaneo del capitalismo.

Info:
https://www.rivisteweb.it/doi/10.7384/101090
http://www.castelvecchieditore.com/2021/03/06/democrazia-economica-di-laura-pennacchi/

Lavoro/Harvey

David Harvey – Cronache anticapitaliste. Guida alla lotta di classe per il XXI secolo – Feltrinelli (2021)

Come i terremoti del Nicaragua (1972) e di Citta’ del Messico (1985) meritano di essere definiti piuttosto dei “classemoti”, l’avanzata del Covid-19 mostra tutte le caratteristiche di una pandemia di classe, genderizzata ed etnicizzata.
I tentativi di attenuazione sono comodamente rivestiti con la retorica del “siamo tutti sulla stessa barca”, le pratiche, in particolare da parte dei governi nazionali, fanno pensare a motivazioni piu’ sinistre.
La classe operaia contemporanea negli Stati Uniti (composta in prevalenza da afroamericani, latini e donne salariate) deve affrontare la scelta crudele: rischiare il contagio prendendosi cura e mantenendo funzionanti elementi fondamentali per la sopravvivenza (come i negozi di alimentari) oppure rischiare la disoccupazione senza benefici (come un’adeguata assistenza sanitaria).
Il personale stipendiato (come me) lavora da casa e ritira lo stipendio come prima, mentre i Ceo se ne vanno in giro con i jet e gli elicotteri privati.
Le forze lavoro nella maggior parte del mondo da tempo sono state educate a comportarsi come buoni soggetti neoliberisti (il che significa dare la colpa a se stessi o a Dio se qualcosa va storto, ma mai osare suggerire che il problema possa essere il capitalismo).
Ma anche i buoni soggetti neoliberisti possono vedere che qualcosa non va nel modo in cui si risponde a questa pandemia.
La grande domanda e’: quanto a lungo andra’ avanti?
Puo’ darsi anche piu’ di un anno e, piu’ si prolunga, tanto maggiore sara’ la svalutazione, anche quella della forza lavoro

Info:
https://www.idiavoli.com/it/article/cronache-anticapitaliste https://www.kulturjam.it/editoria-narrazioni/david-harvey-cronache-anticapitaliste/
https://www.marxist.com/david-harvey-contro-la-rivoluzione-la-bancarotta-del-marxismo-accademico.htm
https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/21563-guido-maria-brera-cronache-anticapitaliste.html
https://www.doppiozero.com/materiali/david-harvey-laccumulazione-come-spoliazione

Lavoro/Harvey

David Harvey – Cronache anticapitaliste. Guida alla lotta di classe per il XXI secolo – Feltrinelli (2021)

L’accordo di Bretton Woods, per esempio, era un accordo per cui il capitale non poteva spostarsi facilmente in giro per il mondo, a causa dei controlli sul capitale stesso.
L’economia degli Stati Uniti non era del tutto chiusa, ma lo era relativamente, perche’ era difficile spostare capitali dentro e fuori dal paese […]
I lavoratori lottavano per avere vantaggi negli Stati Uniti, cosi’ come nel Regno Unito, nonche’ in Francia e in Germania […]
Possiamo parlare di una classe operaia tedesca, di una francese, di una inglese e di una americana. Ciascuna di queste classi operaie poteva cercare un vantaggio in un terreno ben definito, perche’ era in gran parte protetta dal dover competere con i lavoratori delle altre economie del mondo, grazie al sistema di controllo sul capitale.
Questo sistema di controllo e’ durato fino alla disgregazione del sistema di Bretton Woods, che si e’ verificata quando il dollaro si e’ sganciato dallo standard aureo nel 1971.
Dopo di allora, i lavoratori si sono ritrovati di colpo a dover competere con tutte le altre forze lavoro di altre parti del mondo. Prima, l’unica concorrenza veniva dall’organizzazione dell’immigrazione da altri paesi.
La Germania importava forza lavoro dalla Turchia, la Francia la importava dal Nord Africa, i maghrebini, la Svezia la importava dalla Jugoslavia e dal Portogallo, il Regno Unito da quello che un tempo era il suo impero, dall’Asia meridionale e dalle Indie occidentali, e gli Stati Uniti hanno aperto il loro sistema di immigrazione nel 1965.
Nel corso degli anni sessanta, il problema principale per i lavoratori era costituito dall’utilizzo dell’immigrazione come modo per minare sia le leggi sul lavoro sia le capacita’ dei lavoratori.
Cio’ a cui questo ha portato, allora, fu la diffusione di un certo atteggiamento anti-immigrati in molti movimenti della classe operaia in tutta Europa e anche, in una certa misura, negli Stati Uniti. Ovviamente.

Info:
https://www.idiavoli.com/it/article/cronache-anticapitaliste https://www.kulturjam.it/editoria-narrazioni/david-harvey-cronache-anticapitaliste/
https://www.marxist.com/david-harvey-contro-la-rivoluzione-la-bancarotta-del-marxismo-accademico.htm
https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/21563-guido-maria-brera-cronache-anticapitaliste.html
https://www.doppiozero.com/materiali/david-harvey-laccumulazione-come-spoliazione

Economia di mercato/Montanari

Tomaso Montanari – Dalla parte del torto. Per la sinistra che non c’e’ – Chiarelettere (2020)

La triste verita’, che molti di noi non vogliono sentirsi dire, e’ che dobbiamo proprio ai governi di centrosinistra lo smontaggio sistematico del progetto della Costituzione.
E’ stato un governo di centrosinistra (quello di Massimo D’Alema) a decidere una guerra illegittima sia per la Carta dell’Onu sia per la nostra Costituzione.
L’avvio della precarizzazione dei rapporti di lavoro, con la sua scia di vite distrutte e poverta’, lo dobbiamo invece alla riforma Treu: cioe’ al governo di Romano Prodi.
L’abbandono del ruolo dello Stato nell’economia (e dunque nella vita dei cittadini) e’ avvenuto in forza delle privatizzazioni incontrollate, e delle spesso altrettanto incontrollate liberalizzazioni, volute da governi di centrosinistra (si pensi alle tanto celebrate «lenzuolate» liberiste di Pier Luigi Bersani, che hanno inferto colpi mortali ai tessuti sociali delle citta’ storiche).
La mancanza di una seria legge contro la concentrazione dei mezzi di informazione e’ frutto di scelte compiute durante la prima legislatura dell’Ulivo.
Il colpo finale alla progressivita’ fiscale, cioe’ la strada aperta alla Flat tax voluta dalla Lega, e’ venuto dalla stessa area politica, attraverso l’opera del ministro Vincenzo Visco.
La federalizzazione dei diritti, che oggi ne impedisce l’uguale attuazione su tutto il territorio nazionale (pensiamo alla sanita’), e’ cominciata con le riforme di Franco Bassanini.
L’infinita stagione della distruzione della scuola e dell’aziendalizzazione dell’universita’ si compie con la firma di Luigi Berlinguer.
E l’espianto di fatto dell’articolo 9 della Costituzione – quello che protegge ambiente e patrimonio culturale – non lo si deve ai ministri berlusconiani Lunardi o Bondi, ma ai governi Renzi e Gentiloni, con lo Sblocca Italia e la riforma di Dario Franceschini.
Infine, il completo abbandono del Mezzogiorno d’Italia a se’ stesso: una delle macrodiseguaglianze piu’ atroci e insopportabili. Un abbandono sancito dalla cinica alleanza tra il Pd e il peggio dei governi regionali del Sud: basti pensare allo scandalo della Campania […]
E’ stata una degenerazione graduale. Il riformismo della stagione dell’Ulivo era deformato da un congenito senso di inferiorita’ degli ex comunisti, ma anche dei cattolici, nei confronti del liberismo americano trionfante: tutti i tradimenti che abbiamo elencato nascono come altrettante dichiarazioni di impotenza nei confronti dello stato delle cose. Una politica in ritirata, una sinistra che dimentica che la sua unica ragione di esistenza e’ cambiare il mondo: non governarlo cosi’ com’e’ […] lenta, fatale trasformazione che ci ha condotti dall’avere un’economia di mercato all’essere una societa’ di mercato, una societa’, cioe’, in cui tutto (i valori sociali, culturali, morali e la stessa persona umana, con il suo corpo e la sua anima) e’ una merce, in cui tutto ha un prezzo e non ha un valore.
E’ qui che siamo, lentamente, diventati disumani.
E’ dunque vano, grottesco, ipocrita addebitare la disumanizzazione all’estrema destra che e’ stata (e potrebbe presto tornare) al governo in Italia: confondiamo l’effetto (Salvini al potere) con la causa (una pluridecennale perdita di umanita’, un drammatico impoverimento materiale e morale)

Info:
https://www.carmillaonline.com/2020/02/25/dalla-parte-del-torto/
https://www.forchecaudine.com/dalla-parte-del-torto-a-proposito-dellultimo-libro-di-tomaso-montanari/

https://ilmanifesto.it/la-sinistra-che-verra-dopo-una-lunga-notte/

Lavoro/Lazzarato

Maurizio Lazzarato – La fabbrica dell’uomo indebitato. Saggio sulla condizione neoliberista – Derive Approdi (2012)

Il credito implica una «valutazione morale» del debitore da parte del creditore, cioe’ una misura «soggettiva» del valore.
Il punto e’ che cio’ che viene valutato non sono soltanto le competenze e le abilita’ del lavoratore, ma anche l’azione del povero nella societa’ (le «virtu’», le «attivita’», la «reputazione» sociali), cioe’ il suo stile di vita, il suo comportamento sociale, i suoi valori, la sua stessa esistenza.
E’ tramite il debito che il capitale puo’ appropriarsi delle forze sociali ed esistenziali del povero, e non solo delle sue capacita’ fìsiche e intellettuali esercitate dentro il lavoro.
Si pensi a tutta l’infamia che c’e’ nello stimare un uomo in denaro, come accade nel rapporto di credito. […]
Il credito e’ il giudizio economico sulla moralita’ di un uomo. Nel credito, al posto del metallo o della carta, l’uomo stesso e’ diventato l’intermediario dello scambio, non pero’ in quanto uomo, ma in quanto esistenza di un capitale e dei suoi interessi […] è l’uomo stesso che viene mutato in denaro, ovvero e’ il denaro che si e’ incorporato in lui.
L’individualita’ umana, la morale umana e’ diventata essa stessa sia un articolo di commercio, sia un materiale in cui esiste il denaro.
Non piu’ moneta e carta, ma la mia propria esistenza personale, la mia carne ed il mio sangue, la mia virtù ed il mio valore sociali sono la materia, il corpo dello spirito del denaro

Info:
https://www.deriveapprodi.com/prodotto/la-fabbrica-delluomo-indebitato/
https://www.doppiozero.com/materiali/contemporanea/maurizio-lazzarato-la-fabbrica-dell%E2%80%99uomo-indebitato

https://www.alfabeta2.it/2011/12/05/la-fabbrica-dell%E2%80%99uomo-indebitato/
http://www.sifp.it/recensioni/m.-lazzarato-il-governo-dell2019uomo-indebitato.