Europa/Undiemi

Lidia Undiemi – La lotta di classe nel XXI secolo. La nuova offensiva del capitale contro i lavoratori: il quadro mondiale del conflitto e la possibile reazione democratica – Ponte alle Grazie (2021)

Il mercato unico deve sopravvivere a tutti i costi, e per garantirlo e’ necessario attuare riforme neoliberiste.
Se i popoli non sono d’accordo, allora bisogna convincere i loro rappresentanti politici ad agire sempre e comunque nell’interesse del mercato.
In questo passaggio e’ possibile scorgere la profonda distanza che intercorre tra le costituzioni democratiche degli Stati membri e quella che appare come una sofisticata forma di autoritarismo europeo.
I sistemi democratici interni agli Stati sono progettati in modo tale che il popolo possa decidere se far prevalere un’ideologia, ovvero un programma, rispetto a un’altra, mediante un parlamento rappresentativo non originariamente schierato. L’UE ha invece un’indiscussa anima neoliberista, ed e’ per questo che, in tal senso, il suo rapporto con la democrazia s’inceppa nella sovrapposizione tra ideologia politica e ragion d’essere delle sue istituzioni rappresentative

Info:
https://www.lidiaundiemi.it/libri/la-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo
https://www.lacittafutura.it/recensioni/la-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo
https://www.sinistrainrete.info/politica/23735-lidia-undiemi-reagire-e-non-aspettare-il-manifesto-della-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo.html
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-lidia_undiemi__reagire_e_non_aspettare_il_manifesto_della_lotta_di_classe_nel_xxi_secolo/39130_47187/
https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/03/05/undiemi-la-pace-sociale-e-una-trappola-per-i-lavoratori-serve-una-ripresa-della-conflittualita-dal-governo-mi-attendo-nuova-riforma-lavoro/6120731/

Economia di mercato/Chomsky

Noam Chomsky – Le dieci leggi del potere. Requiem per il sogno americano – Ponte alle Grazie (2017)

In un’epoca come la nostra, in cui il denaro ha un peso maggiore nella politica e gli interessi privati sono piu’ strutturati, i gruppi economici e le classi facoltose hanno conquistato un potere spropositato rispetto al ceto medio.
Cio’ consente ai vincitori dell’economia di produrre e incrementare la crescita condizionando le politiche del governo invece che innovando all’interno del mercato.
Tali attivita’ impoveriscono gli americani e indeboliscono il nostro sistema politico […]
Le grosse societa’ fanno donazioni, assoldano costosi lobbisti (spesso ex funzionari pubblici con i loro staff) e organizzano dispendiose campagne fintamente popolari a sostegno delle politiche a loro gradite. Le porte girevoli, a Washington, si muovono piu’ veloci che mai, tra ambienti che sono sempre piu’ distanti dal resto della popolazione per prebende e privilegi […]
La spesa ufficiale per le attivita’ di lobby a livello federale – sicuramente inferiore a quella effettiva – e’ aumentata da 460 milioni a oltre tre miliardi di dollari.
Le aziende e i ricchi non investono soltanto nel settore privato per riceverne un tornaconto, ma anche nella politica; solo che quel tornaconto arriva a danno dell’economia in generale, dei contribuenti e della democrazia […]
Gli equilibri, a Washington, sono saltati. Stando a quanto risulta, le corporation oggi spendono circa 2,6 miliardi di dollari l’anno in attivita’ di lobby, piu’ dei due miliardi di dollari destinati alla Camera (1,18 miliardi) e al Senato (860 milioni) messi insieme […] ci sono oltre cento lobbisti in rappresentanza delle grosse societa’, che riescono cosi’ a essere presenti dovunque, in qualsiasi momento.
Per ogni dollaro speso in attivita’ di lobby dai sindacati e dai gruppi d’interesse pubblico messi insieme, le corporation e le loro consorterie ne spendono trentaquattro.

Info:
http://www.archiviostorico.info/libri-e-riviste/8738-le-dieci-leggi-del-potere
https://www.parliamodisocialismo.it/2021/12/08/le-dieci-leggi-del-potere-requiem-per-il-sogno-americano/
https://www.anobii.com/books/le-dieci-leggi-del-potere.-requiem-per-il-sogno-americano/9788833311272/0221bd0ebc7778df6c/reviews

Economia di mercato/Harvey

David Harvey – Cronache anticapitaliste. Guida alla lotta di classe per il XXI secolo – Feltrinelli (2021)

I capitalisti sono destinati a incontrare difficolta’ nel mercato perche’ pagano sempre meno i lavoratori, e il mercato si riduce sempre piu’.
Questa e’ una delle contraddizioni centrali dell’era neoliberista, cioe’: “Da dove arrivera’ il tuo mercato?”
Le risposte possono essere varie.
Una si basa sull’espansione geografica: l’ingresso di Cina, Russia e dei paesi dell’ex Impero sovietico dell’Europa orientale nel sistema capitalistico globale ha aperto nuovi enormi mercati e grandi possibilita’.
Esistono molti altri modi di formulare una risposta al problema, ma la piu’ importante e’ stata dare alle persone carte di credito.
Lasciamo che si indebitino. Spingiamole a indebitarsi.
Creiamo livelli sempre piu’ alti di debito.
In altre parole, se i lavoratori non hanno abbastanza denaro per acquistare una casa, si presta loro il denaro per comprarla.

Info:
https://www.idiavoli.com/it/article/cronache-anticapitaliste
https://www.kulturjam.it/editoria-narrazioni/david-harvey-cronache-anticapitaliste/
https://www.marxist.com/david-harvey-contro-la-rivoluzione-la-bancarotta-del-marxismo-accademico.htm
https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/21563-guido-maria-brera-cronache-anticapitaliste.html
https://www.doppiozero.com/materiali/david-harvey-laccumulazione-come-spoliazione

 

Stato/Brancaccio

Emiliano Brancaccio – Democrazia sotto assedio. La politica economica del nuovo capitalismo oligarchico – Piemme (2022)

Oggi, dopo la grande recessione del 2008 e la crisi pandemica del 2020, e a seguito di numerose critiche rivolte all’attuale regime di accumulazione del capitale basato sul libero mercato e sulla finanza privata, di tanto in tanto riaffiorano le discussioni sulla ricerca di possibili alternative.
A tal proposito, i difensori dell’attuale sistema di mercato insistono sull’idea che sistemi alternativi fondati sulla pianificazione pubblica si baserebbero su una burocrazia statale caratterizzata da decisioni opache, lente e farraginose, e sulla pretesa impossibile di assegnare a un unico organo centrale dello stato il compito di determinare i prezzi del sistema economico.
Cio’ darebbe luogo a tutta una serie di inefficienze e di errori, solitamente definiti “fallimenti dello stato”.
Inoltre, i critici della pianificazione sono anche convinti che le liberta’ individuali, civili e politiche, non sarebbero adeguatamente tutelate in un sistema in cui lo stato accentra i principali poteri economici.
I fautori di un recupero in chiave moderna del tema della pianificazione, invece, sostengono che i “fallimenti del mercato” possono risultare anche piu’ gravi e piu’ pervasivi di quelli che sono imputati agli organi statali.
In questa diversa ottica, il libero mercato capitalistico genera piu’ facilmente disoccupazione e sottoutilizzo di capacita’ produttiva, crisi ricorrenti, disuguaglianze, sprechi di risorse naturali, esternalita’ negative irrisolte come ad esempio le emergenze climatiche, e piu’ in generale causa problemi di coordinamento delle decisioni.
Inoltre, solo in apparenza il mercato sarebbe caratterizzato dalle libere decisioni di una molteplicita’ di soggetti privati decentrati e indipendenti tra loro.
La tendenza verso la centralizzazione dei capitali fa si’ che esso in realta’ sia sempre piu’ dominato da “giganti economici”, vale a dire moderni oligarchi che concentrano presso di se’ le decisioni prevalenti.
In questo senso, anche in un sistema capitalistico di mercato c’e’ il rischio che il potere economico, e quindi anche politico, si coaguli in cosi’ poche mani da mettere a rischio pure la democrazia e i diritti di liberta’ individuali. Col risultato di preservare in fin dei conti una sola forma della liberta’: quella dei possessori di capitale.

Info:
https://www.emilianobrancaccio.it/2022/01/03/democrazia-sotto-assedio/
https://www.ilponterivista.com/blog/2021/06/24/democrazia-sotto-assedio/
https://www.micromega.net/brancaccio-capitalismo/
https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/22123-sandor-kopacsi-su-democrazia-sotto-assedio-di-brancaccio.html
https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/democrazia-sotto-assedio-29606

Populismo/Montanari

Tomaso Montanari – Dalla parte del torto. Per la sinistra che non c’e’ – Chiarelettere (2020)

La sinistra divenuta di destra ha permesso al mondo (all’Europa e all’Italia, in particolare) di diventare ancora piu’ ingiusto, piu’ diseguale, piu’ sbagliato.
E il suo silenzio ha lasciato a chi aveva il monopolio della forza anche il monopolio della verita’, per parafrasare Bobbio.
Non solo abbiamo consentito di sfigurare il mondo, ma abbiamo anche smesso di dire quale faccia dovrebbe avere. Abbiamo smesso di credere che un mondo piu’ giusto di questo sia possibile. Abbiamo smesso di provare a diffondere la letizia – si’, l’allegria – di chi lotta dalla parte giusta. Di chi sogna: non per evadere dalla realta’, ma per cambiarla con piu’ forza. Come sognava Martin Luther King. Abbiamo detto che bisognava essere realisti, e che a questo mondo ingiusto no, non c’era alternativa. Abbiamo ripetuto per anni «There Is No Alternative» – Tina, il motto inventato dalla signora Thatcher.
Un bel giorno, pero’, l’alternativa e’ arrivata: ed e’ stata la peggiore possibile. Quella della destra xenofoba e razzista, e della sua egemonia culturale, cresciuta nel deserto di opzioni al pensiero unico del dio mercato. E oggi la rabbia dei poveri (poveri di soldi e di conoscenza) viene messa a reddito dagli imprenditori della paura: i soli rimasti a parlare con loro.

Info:
https://www.carmillaonline.com/2020/02/25/dalla-parte-del-torto/
https://www.forchecaudine.com/dalla-parte-del-torto-a-proposito-dellultimo-libro-di-tomaso-montanari/
https://www.pressenza.com/it/2020/08/la-sinistra-che-non-ce-dalla-parte-del-torto-di-tomaso-montanari/
https://volerelaluna.it/in-primo-piano/2020/01/23/dalla-parte-del-torto-per-la-sinistra-che-non-ce/

 

Economia di mercato/Boitani

Andrea Boitani – L’illusione liberista. Critica dell’ideologia di mercato – Laterza (2021)

In una societa’ di mercato, «dove il denaro e’ la misura della maggior parte delle cose», il merito finisce per coincidere con la produzione di valore monetario e, in particolare, di valore per gli azionisti e di redditivita’ per gli investitori.
Aveva ragione Hayek: inutile cercare l’approvazione morale legata alla meritocrazia […]
Discutiamo dunque se tanta disuguaglianza di reddito e di ricchezza sia giusta, ragionevole, efficiente, accettabile, senza tirare in ballo la meritocrazia […]
Le rendite guadagnate nella finanza e grazie al potere di mercato consentono di pagare lobbisti abili, capaci di convincere governi e parlamenti a ridurre le tasse ai ricchi, a non combattere le barriere all’entrata sui mercati, a deregolamentare la finanza, ecc. Per tutte queste vie le rendite si rafforzano e il “top 10%” continua ad arricchirsi, mentre il resto della societa’, ceto medio compreso, avanza a stento o arretra.
Ma non e’ tutto. Il potere del denaro e della ricchezza sta anche nella capacita’ di creare il suo stesso mito e nel generare stima e onore per chi e’ ricco o si e’ arricchito (non importa poi troppo come) da parte di chi e’ rimasto indietro o e’ addirittura precipitato in basso.
Il fatto che dei miliardari come Berlusconi in Italia, Trump e Bloomberg negli Usa, Thaksin Shinawatra in Thailandia, Pinera in Cile, Macri in Argentina, ecc. siano stati eletti anche con tanti voti dei poveri dimostra il consenso che, bene o male, i ricchi trovano negli strati sociali disagiati. E spiega, almeno in parte, perche’ l’ineguaglianza sociale persiste.[…]
Nel mercato il potere e’ dato dal denaro, indipendentemente dal numero di mani in cui si trova. Nella democrazia politica – dove tutti hanno gli stessi diritti – il potere e’ dato dai numeri (teste) e dalle idee. Cioe’ sia dagli argomenti di chi ha i numeri che dai numeri di chi ha gli argomenti. La democrazia e’ in pericolo quando il potere economico concentrato in maniera arbitrariamente disuguale travalica e corrode gli uguali diritti dei cittadini, conferendo il potere politico non alle teste e agli argomenti ma al denaro e a tutto cio’ che di lecito (e di illecito) esso puo’ comprare.
Per molti decenni democrazia e mercato si sono sostenuti a vicenda, correggendo l’un l’altro i propri eccessi. Ma quando la disuguaglianza economica – trainata dalla finanza e dal potere dei giganti – diventa troppo grande, la democrazia e’ sotto minaccia.

Info:
https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/21400-andrea-boitani-l-illusione-liberista.html
https://www.lavoce.info/archives/91181/l-illusione-liberista/
https://www.eticaeconomia.it/lillusione-liberista/

Capitalismo/Harvey

David Harvey – Cronache anticapitaliste. Guida alla lotta di classe per il XXI secolo – Feltrinelli (2021)

La generazione del Sessantotto, se vogliamo chiamarla cosi’, era antagonista a tutto cio’ che era il capitale e la risposta del capitale e’ stata: “Vi diamo la liberta’ individuale e anche noi la apprezziamo, e struttureremo tutto in base alla liberta’ individuale, in particolare sul mercato, in modo che abbiate una grande liberta’ di scelta nel mercato. In cambio voi vi scordate della giustizia sociale”.
Questo e’ stato il patto col diavolo offerto alla generazione del Sessantotto da Reagan e Thatcher negli anni settanta e ottanta, fino all’era Clinton negli anni novanta.
Arrivati agli anni novanta, molti hanno cominciato ad accettare che, se avessero finito per avere dei problemi, la colpa sarebbe stata loro. Quel sistema, in effetti, funzionava benissimo. Funzionava benissimo per gli ultraricchi e per gli imprenditori di successo. Gli ultraricchi diventavano piu’ ricchi, piu’ ricchi e sempre piu’ ricchi. Il divario fra quel che guadagnavano i Ceo e quel che guadagnavano i singoli dipendenti si allargava e diventava piu’ ampio, e ancora piu’ ampio.
Poi siamo arrivati al 2007-2008 e alla grande crisi.
Sembrava che il sistema fosse fallito […]
Quello che sostengo e’ che il neoliberismo non e’ finito nel 2007-2008. Ha perso la sua legittimazione, in particolare la legittimazione politica.
Il malcontento nei confronti del sistema c’era, ed e’ diventato piu’ profondo, piu’ profondo e ancora piu’ profondo. In altre parole, le persone hanno cominciato ad alienarsi dal sistema economico in cui si erano trovate.
Al contempo, pero’, il sistema in se’ non stava cambiando. In effetti, dal 2007-2008 i ricchi hanno tratto vantaggio piu’ di chiunque altro. Hanno applicato la dottrina del “mai lasciare che una buona crisi vada sprecata” e l’hanno effettivamente usata a proprio beneficio. Se esaminate i dati relativi a Regno Unito e Stati Uniti, troverete che il primo 1 per cento ha accresciuto la propria ricchezza e il proprio potere del 14, 15 o addirittura del 20 per cento, mentre la ricchezza e il potere degli altri sono stagnati o diminuiti, dopo il 2008. Il progetto neoliberista non è arrivato al capolinea; e’ andato avanti. Ma e’ andato avanti in una situazione in cui non era piu’ legittimato come in precedenza

Info:
https://www.idiavoli.com/it/article/cronache-anticapitaliste https://www.kulturjam.it/editoria-narrazioni/david-harvey-cronache-anticapitaliste/
https://www.marxist.com/david-harvey-contro-la-rivoluzione-la-bancarotta-del-marxismo-accademico.htm
https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/21563-guido-maria-brera-cronache-anticapitaliste.html
https://www.doppiozero.com/materiali/david-harvey-laccumulazione-come-spoliazione

Economia di mercato/Zakaria

Fareed Zakaria – Il mercato non basta. Dieci lezioni per il mondo dopo la pandemia – Feltrinelli (2021)

Le economie avanzate sono oggi, quasi per definizione, economie dei servizi. (Paradossalmente, abbiamo continuato a chiamare le economie piu’ avanzate al mondo “paesi industrializzati”, quando in realta’ sono post-industriali.)
E’ difficile esportare i servizi perche’ tanti, come l’ospitalita’, sono intrinsecamente locali, e altri, come la contabilita’ e il settore legale, sono normati in modo da favorire le ditte interne.
I servizi in maggiore crescita in tanti posti sono quelli sanitari, quindi sono sia locali sia altamente regolamentati.
Eppure ci sono settori del terziario, come il bancario e le consulenze, che trovano la maniera di globalizzarsi e crescere.
Tuttavia il massimo cambiamento nell’economia globale negli ultimi anni e’ stata la crescita dell’economia digitale, che e’ per sua natura globale. Streaming, posta elettronica, file sharing crescono tutti senza sosta […]
In tutto il mondo le aziende stanno vendendo i propri prodotti su piattaforme come Amazon, Facebook e Alibaba e utilizzano strumenti digitali per migliorare la produttivita’, il marketing e le consegne. Di conseguenza, l’economia digitale e’ in pieno boom

Info:
https://www.feltrinellieditore.it/opera/opera/il-mercato-non-basta/
https://www.sivempveneto.it/la-lezione-della-pandemia-esce-anche-in-italia-lultimo-libro-di-fareed-zakaria-esperto-di-geopolitica-e-analista-della-cnn-ecco-perche-il-mercato-non-basta-a-risollevarci/
https://www.libreriavolare.it/recensioni-libri/saggistica/quello-che-ci-unisce-e-il-mercato-non-basta/
https://www.repubblica.it/cultura/2021/05/26/news/l_intervista_la_lezione_della_pandemia-302900481/

Stato/Azzara’

Stefano G. Azzara’ – Il virus dell’occidente. Universalismo astratto e sovranismo perticolarista di fronte allo stato di eccezione – Mimesis (2020)

Per quanto le frontiere possano essere abbassate e i capitali e le merci possano circolare liberamente, avverte Aresu, rimane sempre anche nelle relazioni commerciali il caveat della “sicurezza nazionale”.
Non bisogna sottovalutare “il peso della sicurezza nella costruzione dell’economia” e di conseguenza non puo’ essere minimizzato “lo spazio politico di chi decide cos’e’ sicurezza e cosa non lo e’”, quel livello che da’ “forma alla decisione” e che, anzitutto “attraverso provvedimenti giuridici”, disegna le possibilita’ ma anche i limiti del commercio stesso.
Anche in un mondo aperto esiste un “primato della difesa sulla ricchezza” e questo assioma “accompagna anche i capitalismi contemporanei come un’ombra”, obbligandoli secondo le circostanze a un pragmatico “pendolo tra Stati e mercati”. […]
Questo fa si’ che rimanga centrale il ruolo “dello Stato” ma rende particolarmente rilevanti anche “le modalita’ con cui il potere statuale si declina in apparati burocratici, nei confini del politico e dell’economico”, oltre che “gli ordini giuridici con cui i mercati interagiscono” e dunque “la storia dello spazio in cui viene codificato il capitalismo” […]
Le relazioni economiche, all’esterno ancor piu’ che all’interno delle nazioni, “non sono estranee ai rapporti di potere” ma anzi “determinano le distinzioni tra soggetto e oggetto”. Commercio e societa’ commerciale mondiale, dunque, ripropongono a un diverso livello l’eterna questione della politica e cioe’ quella della sicurezza: con l’allargamento della sfera dei traffici, “la societa’ commerciale di Smith porta a una progressiva estensione della sicurezza” e non a un suo dissolvimento nello scambio, perche’ in essa rimane vivo il problema di un “impiego efficiente del capitale”, la cui espansione ha bisogno di “spazi in cui esiste una ‘tollerabile sicurezza’”.
E’ chiaro che tutto questo suscita immensi problemi di ordine politico e anche giuridico, ai quali le esigenze del commercio rimangono inevitabilmente subordinate […]
Bisogna prendere atto che “il mondo in cui viviamo è quello della ‘ambigua e inquieta continuita’ degli Stati nazionali’”, ciascuno con le proprie peculiarita’ sistemiche, i propri interessi e la propria strategia.
Nonostante tutti gli accordi transnazionali, dunque, “il presidio militare dei confini e’ tutt’altro che sparito”. E di questo deve sempre tener conto il mercato, il quale e’ una “creazione giuridica” che dagli Stati dipende e dunque “non e’ onnipotente ma subordinato rispetto alle esigenze della sicurezza nazionale”.
Sulla base della propria esigenza di sopravvivenza o rafforzamento, la grande potenza puo’ manipolare le forme dei mercati, i quali sono sempre “creazioni politiche scomposte e ricomposte dai conflitti e la cui stessa definizione determina “vincitori e vinti, ferite e tregue”.
E allora “fino a che punto vale, anche nella nostra epoca, una distinzione chiara tra Stati e mercati”?

Info:
https://www.mimesisedizioni.it/rassegna/il-manifesto-virus-occidentali-e-le-aspre-contese-delle-due-destre-su-il-virus-delloccidente-di-stefano-g.-azzara-.pdf
https://www.lacittafutura.it/recensioni/il-virus-dell%e2%80%99occidente
https://sinistrainrete.info/societa/18241-stefano-g-azzara-il-virus-dell-occidente.html

Economia di mercato/Gallegati

Mauro Gallegati – Acrescita. Per una nuova economia – Einaudi (2016)

Come da molto tempo si sa, la matematica ha stabilito l’inconsistenza logica del modello neoliberista.
Infatti, mentre la realta’ economica continua a rifiutarsi di obbedire alle stravaganti prescrizioni dell’economia teorica dominante, le politiche economiche prescritte dal pensiero unico continuano a flagellarci l’esistenza in nome del mercato.
Il modello neoliberista e’ morto, ma il suo fantasma, che continua ad aggirarsi per il mondo accademico e le istituzioni che contano, sparge danni e sofferenze tramite promesse senza fondamento (sembrerebbe che aggiungere il prefisso «neo» non sia sufficiente a rimediare alle contraddizioni logiche).
Possiamo certo fingere che cosi’ non sia, tanto l’economia sopravvive comunque, ma non rende piu’ tollerabile che il nostro vivere, e quello delle generazioni future, dipenda da speranze basate su teoremi indimostrabili, sul nulla cioe’.

Info:
https://www.decrescita.com/news/acrescita-la-decrescita-morta-lunga-vita-alla-decrescita/