Capitalismo/Serughetti

La società esiste – Giorgia Serughetti – Laterza (2023)


La fenditura verticale della societa’ genera, piuttosto, quelle forme di rivolta del «popolo» contro l’elite a cui in tutto il mondo occidentale danno voce i populismi.
Il desiderio di rivolta non nasce solo dall’acuirsi delle diseguaglianze, ma anche da quella «tracotanza» dei «vincitori», e dal sentimento di «umiliazione e risentimento» dei «perdenti», che Michael Sandel indica come l’esito politicamente piu’ funesto dell’etica meritocratica, di quella che chiama la «tirannia del merito»: la tracotanza meritocratica riflette la tendenza dei vincitori a godere troppo del proprio successo, dimenticandosi della fortuna e della buona sorte che li ha aiutati nel proprio cammino.
Quanti stanno ai vertici si compiacciono di essersi meritati il proprio destino, cosi’ come sono convinti che quanti stanno in basso si sono meritati il loro […]
La retorica del «se vuoi, allora puoi» diventa particolarmente tossica in condizioni di diseguaglianza dilagante e di mobilita’ sociale bloccata […]
Se la prima frattura e’ di carattere verticale, la seconda possiamo disegnarla in senso orizzontale: e’ quella che separa il «centro» dalla «periferia», dove le due nozioni assumono una valenza non solo geografica, ma anche sociopolitica e culturale […]
«Cio’ che rende periferica una parte della Francia, dell’America, della Gran Bretagna o dell’Italia», scrive il geografo Christophe Guilluy, «e’ innanzitutto il profilo sociale dei suoi abitanti, non la collocazione geografica».
Il «nuovo mondo emerso delle periferie» non riguarda soltanto le persone povere o migranti, ne’ solo i «segmenti marginali degli operai e dei contadini», ma anche «i dipendenti, i lavoratori manuali, i piccoli colletti bianchi, i giovani, i pensionati, gli abitanti delle zone rurali e di quelle urbane. Se li sommiamo l’uno all’altro, ci ritroviamo davanti l’intero insieme sociale».

Info:
https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/29695-patrizio-paolinelli-una-buona-societa-e-possibile.html
https://www.pandorarivista.it/articoli/la-societa-esiste-di-giorgia-serughetti/

https://www.retisolidali.it/la-societa-esiste-serughetti-serve-una-nuova-grammatica-delle-lotte/
https://www.sololibri.net/La-societa-esiste-Giorgia-Serughetti.html
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/recensioni/serughetti_fattoquot.pdf
https://www.doppiozero.com/la-verita-vi-prego-sulla-societa
https://eticaeconomia.it/la-societa-esiste/

Populismo/Piketty

Il socialismo del futuro – Thomas Piketty – Baldini+Castoldi (2024)

La strategia di Trump e’ quella classica: fa capire ai piccoli bianchi massacrati dalla globalizzazione che il loro nemico e’ il piccolo negro, l’immigrato, il messicano, il musulmano, e che tutto andra’ meglio se il grande miliardario bianco liberera’ il Paese dalla loro presenza.
Trump esaspera il conflitto razziale e identitario per evitare il conflitto di classe, di cui rischierebbe di fare le spese.
L’accento posto sulle fratture etniche ha svolto un ruolo centrale nell’intera storia degli Stati Uniti, e spiega in buona parte l’esilita’ della solidarieta’ e dello Stato sociale americano. Trump si limita a portare al parossismo la sua strategia, con – peraltro – alcune importanti novita’.
La prima. Fa leva su un’ideologia, quella della fortuna meritata, della sacralizzazione del mercato e della proprieta’ privata, che negli Stati Uniti, negli ultimi decenni, ha raggiunto livelli inediti, elevatissimi.
La seconda. La struttura del conflitto politico tende oggi a ramificarsi nel resto del mondo, specialmente in Europa. Un po’ ovunque, si vede crescere negli elettorati popolari un misto di tentazione xenofoba e di accettazione rassegnata delle leggi del capitalismo globalizzato. Dal momento che e’ illusorio aspettarsi grandi cose dalla regolazione della finanza e delle multinazionali, allora picchiamo duro sugli immigrati e sugli stranieri – se la cosa non ci fara’ forse del bene, ci fara’ comunque meno male.
Molti elettori di Trump o di Le Pen coltivano in fondo una convinzione assai semplice: e’ piu’ facile prendersela con gli immigrati che con il capitalismo finanziario, o immaginare un sistema economico diverso […]
La lezione principale, per l’Europa e il mondo, e’ chiara: e’ urgente riorientare la globalizzazione dalle fondamenta.
Le massime sfide del nostro tempo sono la crescita delle disuguaglianze e il riscaldamento climatico. Occorre metter mano a trattati internazionali che aiutino a rispondere a queste sfide e a promuovere un modello di sviluppo equo e duraturo. Si tratta di accordi di tipo nuovo, che possono contenere, se necessario, misure intese a facilitare gli scambi. Al cui centro, in ogni caso, non va posto il tema della liberalizzazione del commercio, la quale deve tornare a essere cio’ che non ha mai cessato di essere: uno strumento al servizio di obiettivi piu’ elevati.
In concreto, bisogna smettere di firmare accordi internazionali finalizzati alla riduzione dei diritti di dogana e di altre barriere commerciali senza includere nei trattati medesimi, fin dai primi capitoli, regole con tanto di stime, e regole vincolanti, tali da concorrere alla lotta contro il dumping fiscale e climatico: tipo tassi minimi comuni d’imposta sui profitti delle societa’ e target verificabili e sanzionabili di emissione di CO2. Non e’ piu’ possibile negoziare trattati di libero scambio in cambio di niente.

Info:
https://www.linkiesta.it/2023/05/thomas-piketty-ezra-klein-socialismo-partecipativo/
https://riccardosorrentino.blog.ilsole24ore.com/2021/08/27/piketty-un-sovranista-illiberale-sinistra/?refresh_ce=1

https://www.pandorarivista.it/articoli/capitale-e-ideologia-di-thomas-piketty/ 
https://www.micromega.net/piketty-stiglitz-capitalismo-socialismo
https://www.rivistailmulino.it/a/un-futuro-per-la-socialdemocrazia

https://lespresso.it/c/idee/2020/11/1/piketty-per-salvare-il-futuro-diamo-a-tutti-i-giovani-uneredita-di-cittadinanza/45519

Populismo/Serughetti

Il vento conservatore. La destra populista all’attacco della democrazia – Giorgia Serughetti – Tempi nuovi (2021)

La tendenza populista e’ a declinare la sovranita’ nazionale in termini prevalentemente culturali.
Ne e’ un esempio la politica di aperta avversione ai valori occidentali e al multiculturalismo alimentata da Vladimir Putin con lo slogan «La Russia non e’ Europa». In modo simile si muove Erdogan, con il suo richiamo identitario al passato ottomano della Turchia. Orban esalta la specificita’ culturale ungherese mentre alimenta il mito di un’Europa centro-orientale, culla di una variante piu’ tradizionalista della civilta’ occidentale. In India, Narendra Modi propaganda il nazionalismo culturale hindu. Trump ha mostrato a sua volta al mondo come lo slogan «Make America great again» abbia potuto veicolare un messaggio di grandezza destinato ai suprematisti bianchi.
Cio’ che i sovranisti al potere hanno in comune, scrive Appadurai, e’ la consapevolezza di non poter davvero controllare le economie nazionali, ormai ostaggio degli investitori stranieri, degli accordi mondiali, della finanza internazionale, del lavoro precario e del capitale in generale.
Tutti promettono una purificazione culturale nazionale come strada verso il potere politico mondiale.
Tutti simpatizzano per il capitalismo neoliberista, proponendone versioni adatte all’India, alla Turchia, agli Stati Uniti o alla Russia.
La politica dei confini solidi, della separazione e delle gerarchie tra gruppi etnico-razziali risulta infatti funzionale proprio al sistema di sfruttamento capitalistico della manodopera straniera e subalterna. Il che, come vedremo, deve indurre a dubitare della vocazione antiliberista di questa opposizione al «globalismo».

Info:
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/2022/03/SERUGHETTI_DOMANI.pdf
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/2022/03/SERUGHETTI_FATTO.pdf
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/2022/02/SERUGHETTI_CORSERABRESCIA.pdf
https://www.ingenere.it/letture/il-vento-conservatore
https://www.retisolidali.it/il-vento-conservatore-intervista-serughetti/
https://www.osservatore.ch/il-nuovo-vento-conservatore-e-la-destra-antidemocratica_66328.html

Populismo/Serughetti

Il vento conservatore. La destra populista all’attacco della democrazia – Giorgia Serughetti – Tempi Nuovi (2021)


Il populismo appare sempre come una forma di tribalismo, volto a descrivere confini, materiali e simbolici, per proteggere chi si trova al loro interno, e a respingere gli attacchi dell’«altro», del «diverso», di cio’ che non fa parte del «noi» e in quanto tale lo minaccia […]
Nel panorama contemporaneo, la descrizione del populismo come tribalismo identitario si attaglia particolarmente ai movimenti e partiti della «destra radicale» o «ultradestra» […]
La destra radicale combina lo schema dell’opposizione popolo/elite con ideologie politiche come il nativismo – ovvero la convinzione che solo chi fa parte della nazione per ragioni di discendenza possa legittimamente abitare il territorio di uno Stato – e l’autoritarismo […]
In termini nativisti e’ declinato anche l’altro grande tema a cui queste forze devono il loro consenso: la sicurezza, intesa come incolumita’ dei cittadini e della nazione stessa. Il crimine, fonte primaria di insicurezza, e’ raffigurato come una questione «straniera», da attribuire ai «non nativi», e da punire con il braccio spietato della legge […]
A tenere insieme la costellazione ideologica di populismo, nativismo e autoritarismo e’ infine il richiamo ai valori morali conservatori, spesso declinati in termini religiosi. La destra radicale accusa la sinistra «globalista» e le elite cosmopolite, oltre che di favorire l’immigrazione di massa, anche di corrompere la cultura tradizionale della nazione.

Info:
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https://www.laterza.it/wp-content/uploads/2022/03/SERUGHETTI_FATTO.pdf
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/2022/02/SERUGHETTI_CORSERABRESCIA.pdf
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https://www.retisolidali.it/il-vento-conservatore-intervista-serughetti/
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Populismo/Todd

La sconfitta dell’Occidente – Emmanuel Todd – Fazi (2024)

Resta da spiegare perche’ la maggior parte [degli americani] scelga di votare per Trump invece di mettere fine ai propri giorni; e perche’ anche i ceti popolari dell’Europa occidentale siano scivolati nel voto “populista, xenofobo, d’estrema destra” perfino la’ dove l’immigrazione di massa e incontrollata non rappresenta una minaccia.
Perche’ le popolazioni che sono sopravvissute allo smantellamento delle loro industrie sono adesso di destra? E’ molto semplice.
I partiti di sinistra, socialdemocratici o comunisti, si basano sulle classi operaie sfruttate. I partiti populisti si basano invece sulle plebi il cui tenore di vita deriva in gran parte dal lavoro sottopagato dei proletari cinesi, bengalesi, nordafricani e cosi’ via.
Sono sorpreso io stesso nel pensare quanto segue: gli elettori dei ceti popolari che votano il Rassemblement National sono, secondo la piu’ elementare teoria marxista, estrattori di plusvalore su scala globale. E’ dunque normale che siano di destra.
Come avevano previsto Engels e Lenin, il libero commercio corrompe. Ma potremmo anche aggiungere: il libero commercio assoluto corrompe in modo assoluto.
Questa analisi crudele ci consente anche di comprendere perche’ e’ cosi’ difficile reindustrializzare.
Se da un lato la delocalizzazione di un gran numero di attivita’ produttive ha contribuito a prostrare sempre di piu’ le nostre province e le nostre periferie, dall’altro il libero scambio ha mantenuto la sua promessa: favorire il consumatore a scapito del produttore, trasformare il produttore in consumatore e il cittadino produttivo in un plebeo parassita, con poca voglia in fondo di ritornare al percorso e alla disciplina di fabbrica.

Info:
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2024/10/todd-il-fatto-quotidiano.pdf?
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https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2024/10/todd-il-manifesto.pdf?
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2024/10/todd-il-giornale.pdf?
https://contropiano.org/interventi/2024/11/11/la-sconfitta-delloccidente-oligarchico-e-nichilista-0177418
https://www.quotidiano.net/magazine/libri/emmanuel-todd-gli-oligarchi-e-il-nichilismo-hanno-distrutto-le-democrazie-e-la-sconfitta-delloccidente-fd56b6be

Populismo/Serughetti

Il vento conservatore. La destra populista all’attacco della democrazia – Giorgia Serughetti – Laterza (2021)

Di fronte alle sfide della convivenza democratica delle differenze, la destra populista sostituisce il linguaggio dei valori a quello dei diritti.
Oppure si appropria del linguaggio dei diritti per stravolgerne il senso a vantaggio di maggioranze nazionali, etnicorazziali o sessuali che si proclamano discriminate, ignorate, minacciate.
O ancora, traduce rivendicazioni di carattere non identitario (come quelle per il lavoro, la casa, il welfare) in domande di riconoscimento identitario, ovvero in pretese di supremazia di un «noi» – nativo, di tradizione cristiana, ancorato alla famiglia tradizionale – contro tutti gli «altri» che ne minaccerebbero l’esistenza […]
C’e’ chi all’origine dell’insicurezza vede l’impatto della globalizzazione, in particolare la competizione commerciale e la delocalizzazione delle attivita’ manifatturiere, e chi invece si concentra sul cambiamento tecnologico e i suoi effetti sul mercato del lavoro.
Alcuni identificano il punto di svolta nella grande recessione cominciata nel2008 e nella perdita di fiducia verso le elite economiche e politiche; altri infine evidenziano l’apprensione generata dall’immigrazione, ritenuta generatrice di competizione sul mercato del lavoro e di costi aggiuntivi su sistemi di welfare gia’ indeboliti.
I vari fattori sono riconosciuti come spesso compresenti, ma non per questo riducibili l’uno all’altro.

Info:
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https://www.laterza.it/wp-content/uploads/2022/03/SERUGHETTI_FATTO.pdf
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/2022/02/SERUGHETTI_CORSERABRESCIA.pdf
https://www.ingenere.it/letture/il-vento-conservatore
https://www.retisolidali.it/il-vento-conservatore-intervista-serughetti/
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Populismo/Serughetti

Il vento conservatore. La destra populista all’attacco della democrazia – Giorgia Serughetti – Tempi Nuovi (2021)

Negli studi politici il concetto di «populismo» e’ oggetto di un dibattito pluridecennale […]
Secondo alcuni parliamo di un’ideologia, secondo altri si tratta di uno stile politico, una strategia, una mentalita’ caratteristica o uno stato d’animo.
E ancora, per alcuni il populismo e’ semplicemente l’altra faccia della partecipazione democratica, addirittura la democrazia al suo meglio. Per altri, al contrario, e’ una strategia di potere che sfigura la democrazia […]
Un punto su cui non c’e’ dissenso, o quasi, tra gli studiosi e’ il fatto che tutti i fenomeni compresi sotto l’etichetta del populismo condividono una visione del «popolo» come insieme organico, coeso e indifferenziato al proprio interno.
Il popolo populista non e’ il risultato di una somma di individui […] bensi’ una comunita’ d’appartenenza, dotata di grande potere d’integrazione simbolica dei suoi componenti. Non coincide, inoltre, con la popolazione di un paese, ma esprime solo una parte di essa: la parte autentica, l’unica legittima.
Coloro che non appartengono al popolo, coloro che non corrispondono alla sua immagine ideale, coloro che non ne coltivano i valori, sono «non popolo», sono gli «altri». Questi «altri» che si contrappongono al «noi» sono una minaccia, una trappola, un ostacolo da rimuovere. Sono i «nemici» del popolo […]
L’appello al popolo e’ un appello all’identita’. Da cui possiamo concludere che il populismo e’ sempre una forma di politica delle identita’. Piu’ precisamente, e’ «una forma esclusoria della politica delle identita’».
Come tale, prospera in particolare dove l’asse del conflitto politico si sposta dalle preoccupazioni per la redistribuzione del reddito e della ricchezza verso le questioni culturali e valoriali.

Info:
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https://www.laterza.it/wp-content/uploads/2022/03/SERUGHETTI_FATTO.pdf
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/2022/02/SERUGHETTI_CORSERABRESCIA.pdf
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https://www.retisolidali.it/il-vento-conservatore-intervista-serughetti/
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Populismo/Serughetti

Il vento conservatore. La destra populista all’attacco della democrazia – Giorgia Serughetti – Laterza (2021)

Il nativismo e’ l’elemento cardine di quello che da alcuni anni, principalmente in Europa, viene chiamato «sovranismo», ovvero la posizione politica che rivendica autonomia per gli Stati-nazione, contro le influenze politiche, economiche e sociali di soggetti esterni.
Piu’ propriamente, il nativismo e’ caratteristico di quel populismo sovranista in cui la dialettica di popolo ed elite si salda con richiami nazionalisti.
Da una parte c’e’ il «noi» del «popolo», dall’altra il «loro»: le elite ma anche gli stranieri, gli immigrati, e chi appartiene ad altre religioni ed etnie, ovvero chiunque metta in pericolo la protezione della cultura (costumi, lingua, religione) nazionale.
L’istanza sovranista esprime una nostalgia d’ordine, che ha nella sovranita’ statuale uno dei suoi cardini. In gioco, pero’, non c’e’ solo il ruolo dello Stato, ma anche quello degli altri pilastri dell’edificio politico moderno: il popolo e l’individuo.
Il populismo sovranista unisce infatti nella medesima rivendicazione la sovranita’ «vestfaliana», cioe’ quell’idea di autonomia e uguaglianza delle nazioni che si fa risalire alla Pace di Vestfalia del 1648, la sovranita’ popolare e la sovranita’ dell’individuo su eventi e forze che ne alterano l’identita’ e ne minacciano la padronanza.

Info:
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https://www.laterza.it/wp-content/uploads/2022/03/SERUGHETTI_FATTO.pdf
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/2022/02/SERUGHETTI_CORSERABRESCIA.pdf
https://www.ingenere.it/letture/il-vento-conservatore
https://www.retisolidali.it/il-vento-conservatore-intervista-serughetti/
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Populismo/Serughetti

Il vento conservatore. La destra populista all’attacco della democrazia – Giorgia Serughetti – Laterza (2021)

Le analogie concettuali tra il fondamentalismo del mercato tipico del neoliberismo e il populismo di destra sono numerose.
Ci sono almeno quattro aspetti che li accomunano:
il primo e’ la visione duale della societa’, che per il populismo e’ divisa in popolo ed elite o in «noi» e «altri», mentre per il neoliberismo e’ fatta di «mercato» e «non-mercato» (lo Stato, la burocrazia, la pianificazione economica).
Il secondo e’ l’omogeneita’ delle due parti, la prima delle quali assume valori esclusivamente positivi, la seconda esclusivamente negativi: «buono» e «cattivo», «onesto» e «disonesto» sono tra le coppie di aggettivi preferite dai populisti; «libero», «naturale», «efficiente» sono invece i termini che i teorici neoliberali associano al mercato, contro la «costrizione», il «dogmatismo», l’«inefficienza» delle forze avverse.
Il terzo aspetto e’ l’antagonismo tra volonta’ del popolo e volonta’ delle elite, da una parte, e tra «libero mercato» e «socialismo», dall’altra.
Il quarto e’ la polisemia e vaghezza concettuale dei termini di riferimento: «il popolo» per il primo, «il mercato» per il secondo.

Info:
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/2022/03/SERUGHETTI_DOMANI.pdf
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/2022/03/SERUGHETTI_FATTO.pdf
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/2022/02/SERUGHETTI_CORSERABRESCIA.pdf
https://www.ingenere.it/letture/il-vento-conservatore
https://www.retisolidali.it/il-vento-conservatore-intervista-serughetti/
https://www.osservatore.ch/il-nuovo-vento-conservatore-e-la-destra-antidemocratica_66328.html

Stato/Armao

Capitalismo di sangue. A chi conviene la guerra – Fabio Armao – Laterza (2024)

La mercatizzazione della politica – questo l’effetto dell’affermarsi del neoliberismo – prevede una serie di innovazioni correlate tra loro:
– partiti sempre piu’ leggeri, privi di cospicui apparati locali permanenti, ridotti in sostanza a poco piu’ che comitati elettorali che si mobilitano sul territorio in prossimita’ delle elezioni […]
– la presenza di leader carismatici ai quali, tuttavia, non si chiede come nel secolo scorso di farsi interpreti presso i propri seguaci di un modello di societa’ quanto, piuttosto, di vendere un marchio alle masse di potenziali elettori: il simbolo della propria lista […]
– l’uso massiccio della pubblicita’, più che della propaganda in senso stretto, il messaggio ideale essendo ormai diventato un tweet seguito da un like […]
– l’adozione del populismo come standard di messaggio politico, semplice e facilmente spendibile proprio perche’, facendo riferimento a una comunita’ indefinita (la gente comune, non la classe operaia o la borghesia), permette a chiunque di sentirsene parte […]
– la mercificazione delle masse, da intendere come un’evoluzione della semplice manipolazione. Adesso, infatti, non si limita a spacciare loro un messaggio falso o, quantomeno, distorto dalla propaganda nel tentativo, comunque, di coinvolgerle poi direttamente […]
Le conseguenze della mercatizzazione della politica sono da tempo evidenti e vanno dalla volatilita’ del voto – lo spostamento frequente e massiccio delle preferenze da un partito all’altro – al drammatico aumento dell’astensionismo.

Info:
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/recensioni/IL_FATTO_QUOTIDIANO_27012024.pdf
https://www.micromega.net/author/fabio-armao/ 

https://www.globalist.it/culture/2024/03/25/capitalismo-di-sangue-analisi-su-conflitti-globali-e-crisi-economica/