Green New Deal/Morin

Edgar Morin – Svegliamoci! – Mimesis (2022)

Ora, come sappiamo, la crescita tecno-economica, perseguita oltre una soglia accettabile ormai superata da tempo, ha provocato la gigantesca crisi ecologica della biosfera e dell’antroposfera, carattere essenziale della crisi dell’umanita’.
Viceversa, ogni interruzione della crescita, ovvero della regolazione delle societa’ in via di sviluppo, provoca una crisi capace di raggiungere una gravita’ estrema, come accadde con quella del 1929, che ha portato prima il nazismo e poi la guerra. Cosi’ oggi, paradossalmente, dovremmo fermare la crescita per salvare il pianeta e sostenere la crescita per salvare la regolazione delle societa’ moderne.
La maggior parte dei nostri responsabili, incapace di affrontare questa contraddizione, dimentica l’interesse generale a lungo termine, che e’ planetario, per concentrarsi sui propri interessi privati immediati, legati alla crescita economica […]
Il superamento di questa contraddizione non puo’ che venire da una politica che assicuri la decrescita di tutto cio’ che inquina e distrugge e la crescita di tutto cio’ che salvaguarda e rigenera […]
Una politica dell’energia che sostituisca il piu’ rapidamente possibile le energie pulite (solare, eolica, mareomotrice, geotermica) a quelle inquinanti, petrolio e carbone. Una politica dell’acqua che disinquini fiumi, laghi e oceani. Una politica della citta’ che purifichi l’aria dei grandi agglomerati favorendo zone pedonali, trasporti pubblici elettrici, biciclette e che sviluppi quartieri ecologici conviviali. Una politica delle campagne che faccia regredire l’agricoltura industriale, che rende sterili i terreni e standardizza prodotti poveri di vitamine, insipidi e pieni di pesticidi, cosi’ come l’allevamento intensivo, che concentra nelle condizioni più ignobili milioni di polli, maiali e bovini […]
Una politica economica che assicuri una regressione costante dell’onnipotenza del profitto con la redistribuzione delle risorse grazie al progresso dell’economia sociale e solidale, dell’agricoltura sana, dell’alimentazione locale e salubre, del consumo liberato dall’influenza della pubblicita’. Una politica della produzione che favorisca la crescita di prodotti utili e necessari, alle persone come all’autonomia vitale della nazione, e la decrescita di prodotti superflui o dal valore illusorio. Una politica di solidarieta’ che controlli lo sviluppo tecno-economico e sostenga i raggruppamenti solidali; che istituisca un servizio civico di aiuto alle vittime e ai diseredati e case locali della solidarieta’ in tutte le regioni. Una politica dell’istruzione che dia nuovo impulso alla laicita’ e restituisca agli insegnanti la loro grande missione umanista. Una politica mirata alla formazione di menti interrogative, in grado di problematizzare e di dubitare, capaci di autocritica e di critica. Una politica che riformi i programmi di insegnamento integrandovi temi che permettano di comprendere e affrontare i nostri problemi vitali. Una politica di riforma dello Stato mediante la sburocratizzazione e lo sradicamento delle lobby private parassitarie. Una politica civile che rimedi agli aspetti negativi in costante aumento nella nostra civilta’. Perche’ lo sviluppo urbano non ha portato soltanto sviluppo individuale, liberta’ e svaghi. Ha generato anche un’atomizzazione conseguente alla perdita delle antiche solidarieta’ e una schiavitu’ verso le costrizioni organizzative tipicamente moderne

Info:
https://www.mimesisedizioni.it/libro/9788857591087
https://www.doppiozero.com/edgar-morin-svegliamoci
https://it.gariwo.net/educazione/libri/svegliamoci-la-sfida-della-complessita-25332.html
https://leggeretutti.eu/svegliamoci/

Stato/Undiemi

Lidia Undiemi – La lotta di classe nel XXI secolo. La nuova offensiva del capitale contro i lavoratori: il quadro mondiale del conflitto e la possibile reazione democratica – Ponte alle Grazie (2021)

La distruzione dei diritti dei lavoratori non e’ solo una «questione di classe».
In una prospettiva piu’ ampia non bisogna trascurare che tale processo mette a rischio la tenuta dei sistemi democratici. Non e’ un caso che la difesa del lavoro abbia ricevuto specifica garanzia costituzionale […]
In modo piu’ o meno esplicito, in ambito costituzionale europeo i diritti sociali hanno assunto un ruolo di primo piano nella promozione di una societa’ piu’ egualitaria e democratica. Cio’ nella consapevolezza che il dislivello tra le due classi dominanti puo’ essere ripianato solo attraverso l’intervento dello Stato, che si impegna a limitare gli abusi di potere e a garantire la giustizia sociale.
In questo percorso, il diritto del lavoro assume una vera e propria funzione redistributiva, rappresentando nella realta’ di tutti i giorni il principale strumento a disposizione delle masse per ottenere una piu’ equa spartizione della ricchezza […]
Con la costituzionalizzazione della difesa del lavoro – accanto alla liberta’ di impresa – le democrazie europee occidentali hanno fatto si’ che lo Stato assumesse il compito di garantire la convivenza tra liberismo classico e socialismo, ovvero tra capitalismo e democrazia.
L’essenza di questo compromesso e’ il riconoscimento della conflittualita’ e del ruolo fondamentale della mano forte dello Stato nel ripianare lo squilibrio di potere contrattuale sbilanciato in favore di chi detiene i mezzi di produzione

Info:
https://www.lidiaundiemi.it/libri/la-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo
https://www.lacittafutura.it/recensioni/la-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo
https://www.sinistrainrete.info/politica/23735-lidia-undiemi-reagire-e-non-aspettare-il-manifesto-della-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo.html
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-lidia_undiemi__reagire_e_non_aspettare_il_manifesto_della_lotta_di_classe_nel_xxi_secolo/39130_47187/
https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/03/05/undiemi-la-pace-sociale-e-una-trappola-per-i-lavoratori-serve-una-ripresa-della-conflittualita-dal-governo-mi-attendo-nuova-riforma-lavoro/6120731/

Societa’/Khanna

Parag Khanna – Il movimento del mondo. Le forze che ci stanno sradicando e plasmeranno il destino dell’umanita’ – Fazi (2021)

I biglietti da visita dei giovani non comprendono un indirizzo fisico dell’ufficio, ma al suo posto una lista ben selezionata di contatti virtuali: vari indirizzi email e poi i profili su Facebook, Twitter, LinkedIn, Instagram, WhatsApp, Telegram e altri social.
In Cina basta il QR code per WeChat, il portale mobile attraverso il quale un miliardo di persone circa organizza la maggior parte della propria vita – reale e virtuale.
Nell’era dell’imprenditoria mobile i documenti non stanno nei cassetti ma nel cloud, i pagamenti non si eseguono con assegni ma su app, il management non si fa attorno a un tavolo ma su Slack, i documenti non sono firmati con inchiostro ma su DocuSign, e le conferenze si tengono su Webex e BlueJeans.
Non vai in ufficio, sei l’ufficio – e peraltro, se ne hai uno, e’ nella realta’ virtuale

Info:
https://lepenneirriverenti.altervista.org/il-movimento-del-mondo-le-forze-che-ci-stanno-sradicando-e-plasmeranno-il-destino-dellumanita/
https://librieparole.it/recensioni/4791/il-movimento-del-mondo-parag-khanna/
https://www.mangialibri.com/il-movimento-del-mondo
https://www.shipmag.it/invito-alla-lettura-il-movimento-del-mondo-di-parag-khanna/

Green New Deal/Shafik

Minouche Shafik – Quello che ci unisce. Un nuovo contratto sociale per il XXI secolo – Mondadori (2021)

Allo stato attuale, in tutto il mondo gli Stati erogano sovvenzioni che incoraggiano attivamente lo sfruttamento dell’ambiente per l’agricoltura, l’uso dell’acqua, la pesca e i combustibili fossili, sovvenzioni che ammontano a 4000-6000 miliardi di dollari l’anno […]
L’attuale spesa pubblica e privata per la conservazione dell’ambiente si aggira sui 91 miliardi di dollari, meno dello 0,02 per cento di quanto viene speso in sovvenzioni per danneggiarlo.
Se aumentassimo 50 volte la spesa per la conservazione, resterebbe comunque a disposizione il 99 per cento dei risparmi realizzabili abolendo le sovvenzioni e potremmo destinarlo ad altri usi […]
Per valutare le cose correttamente, bisogna anche tenere conto di tutti i servizi forniti dalla natura. Consideriamo il contributo delle balene. Sono animali fantastici e chiaramente svolgono un ruolo importante nell’ecosistema marino, ma catturano anche un’enorme quantità di anidride carbonica. Esaminando la questione sotto questo profilo, il Fondo monetario internazionale stima che ogni balena vivente fornisca servizi ecosistemici per un valore di 2 milioni di dollari (e l’attivita’ di un elefante nella foresta vale 1,76 milioni di dollari). Il ripristino della popolazione globale di questi cetacei permetterebbe di assorbire lo stesso quantitativo di anidride carbonica catturato da 2 miliardi di alberi.
La natura e’ la migliore tecnologia di assorbimento di CO2 al mondo e, se includeremo nei nostri calcoli i servizi che fornisce, effettueremo investimenti migliori

Info:
https://www.avvenire.it/economiacivile/pagine/shafik-diseguaglianze-e-parita-di-genere
https://www.libreriavolare.it/recensioni-libri/saggistica/quello-che-ci-unisce-e-il-mercato-non-basta/

Stato/Ganser

Daniele Ganser – Le guerre illegali della Nato – Fazi (2022)

Gli USA sono diventati davvero un’oligarchia.
Oggi negli Stati Uniti vivono circa 300 milioni di persone. E’ difficile quantificare il numero degli oligarchi, ovvero da chi sia costituita l’elite che guida il paese e la sua politica, e nella ricerca storica e’ una questione controversa.
Io parto dalla considerazione che sia appena l’1 per cento della popolazione, cioe’ circa tre milioni di individui, che si distinguono dagli altri perche’ sono molto ricchi, o molto influenti, o entrambe le cose.
Questa percentuale infima governa l’impero americano […] A questa elite appartengono naturalmente tutti i presidenti statunitensi dal 1945 a oggi […]
Oltre ai presidenti rientrano nell’elite, ossia in quel potente 1 per cento, anche i membri dell’influente National Security Council (NSC, Consiglio per la Sicurezza Nazionale), fondato nel 1947 in contemporanea con la Central Intelligence Agency (CIA), l’agenzia di servizi segreti per le operazioni all’estero. L’NSC si incontra a intervalli regolari nella Situation Room, situata nei sotterranei della Casa Bianca, per mettere a punto la politica estera statunitense. Dato che l’impero USA e’ quasi sempre in guerra, l’NSC va considerato il centro strategico dell’impegno bellico americano […]
Oltre a quest’ultimo, fa parte dell’influente elite americana anche il Congresso degli Stati Uniti, che controlla e ratifica regolarmente le azioni dell’NSC.
Il Parlamento americano si compone di due camere, il Senato, che ha 100 seggi, e la Camera dei rappresentanti, con 435 deputati: insieme, questi 535 individui formano il Congresso. Il Parlamento dovrebbe in realta’ rappresentare il popolo, ma il Congresso degli Stati Uniti rappresenta soprattutto l’elite facoltosa e i suoi interessi […]
Il Senato degli Stati Uniti non e’ un consiglio degli anziani o dei saggi, ma un “consiglio dei ricchi”.
I deputati della Camera dei rappresentanti sono un po’ piu’ poveri, ma nel Congresso i milionari sono complessivamente la maggioranza

Info:
https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/12/12/le-guerre-illegali-della-nato-una-lucida-analisi-dei-13-conflitti-che-hanno-ignorato-il-divieto-onu/6900061/
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2023/01/ganser-corriere-della-sera.pdf
https://www.lafionda.org/2023/01/10/la-nato-contro-la-pace-e-il-diritto/

Societa’/Pennacchi

Laura Pennacchi – Democrazia economica -Castelvecchi (2021)

Cosi’ si e’ lasciato solo a soggetti religiosi – come Papa Francesco, il Papa che ha definito il neoliberismo «l’economia che uccide», che denunzia il male che provochiamo alla «nostra sorella Terra», che grida «non reddito ma lavoro per tutti» – di mostrare una persistente forte sensibilità al binomio lavoro/persona, tornando a ribadire con veemenza che il diritto al lavoro e’ primario, superiore alla stesso diritto di proprieta’, e che il rapporto che ha per oggetto una prestazione di lavoro non tocca solo l’avere ma l’“essere” del lavoratore, chiedendo di non ridurre la persona umana a puro elemento dei fenomeni economici e riaffermando la natura di relazione tra soggetti del rapporto lavorativo, soggetti «titolari di una “dignita’” e non solo di un “prezzo”» (com’e’, invece, nella concezione mercificata del lavoro).

Info:
https://www.rivisteweb.it/doi/10.7384/101090
http://www.castelvecchieditore.com/2021/03/06/democrazia-economica-di-laura-pennacchi/

Societa’/Collier

Paul Collier – Il futuro del capitalismo. Fronteggiare le nuove ansie – Laterza (2020)

Londra, New York, Tokyo, Parigi, Milano: in tutto il mondo occidentale, la metropoli ha fatto un balzo in avanti rispetto al resto del paese, e questo accresciuto divario e’ evidente misurando sia il livello dei redditi sia l’aumento dell’occupazione o i prezzi delle case.
E’ un fenomeno relativamente recente, perche’ il suo primo manifestarsi risale agli anni intorno al 1980 […]
Alla base delle forze che stanno provocando questo nuovo divario ci sono due semplici rapporti che risalgono all’epoca della rivoluzione industriale.
Uno e’ quello fra produttivita’ e specializzazione: e’ quello a cui fa riferimento l’espressione «apprendimento attivo». Quando le persone si specializzano in un numero minore di compiti sono in grado di sviluppare competenze piu’ approfondite.
L’altro rapporto e’ quello fra produttivita’ e dimensioni dei processi produttivi: l’espressione consueta per indicarlo e’ «economie di scala». Per utilizzare le economie di scala e la specializzazione le persone devono concentrarsi nelle grandi citta’. Perche’ un’azienda possa praticare economie di scala deve possedere una vasta platea di clienti ed essere situata vicino ad altre aziende analoghe. I lavoratori specializzati hanno bisogno di lavorare vicino ad altri con competenze specialistiche complementari. Le grandi citta’ forniscono la prossimita’ spaziale che rende possibili tutte queste connessioni. Ma questa connettivita’ richiede enormi investimenti in metropolitane, strade, edifici per parcheggi multipiano, snodi aeroportuali e ferroviari. Fino agli anni Ottanta, solo le grandi citta’ europee e nordamericane se li potevano permettere.

Info:
https://www.laterza.it/scheda-libro/?isbn=9788858131060
https://www.pandorarivista.it/articoli/il-futuro-del-capitalismo-di-paul-collier/
https://www.anobii.com/it/books/il-futuro-del-capitalismo/9788858131060/015fc8fc1b8b48e476/reviews

Green New Deal/Hickel

Jason Hickel – Siamo ancora in tempo! Come una nuova economia puo’ salvare il pianeta – il Saggiatore (2021)

I media tendono a concentrarsi sulle emissioni territoriali attuali di ciascun paese.
In base a questo parametro, la Cina e’ di gran lunga il maggiore trasgressore: emette 10,3 gigatonnellate di anidride carbonica l’anno, quasi il doppio degli Stati Uniti, che figurano al secondo posto tra i principali paesi incriminati. L’Unione europea si colloca al terzo posto, ma l’India non e’ molto piu’ indietro e produce piu’ emissioni di importanti nazioni industriali come la Russia e il Giappone.
Esaminando i dati da questo punto di vista, potremmo essere tentati di concludere che la responsabilita’ della crisi climatica sia condivisa da tutte le nazioni.
Questo metodo pero’ presenta vari problemi.
Innanzitutto, non tiene conto della dimensione della popolazione.
Se esaminiamo la situazione a livello pro capite, la storia che emerge e’ completamente diversa. L’India emette soltanto 1,9 tonnellate di CO2 a persona, la Cina 8. Gli americani invece emettono piu’ di 16 tonnellate a persona, il doppio dei cinesi e otto volte piu’ degli indiani. Inoltre, dobbiamo anche tenere in considerazione il fatto che, a partire dagli anni ottanta del secolo scorso, le nazioni ad alto reddito hanno trasferito gran parte della loro produzione industriale nei paesi poveri del Sud del mondo, spostando cosi’ una grossa fetta delle loro emissioni al di fuori della contabilità nazionale […]
Ma il difetto maggiore della storia abitualmente raccontata dai media e’ che, per quanto riguarda il dissesto climatico, a contare sono gli stock di CO2 accumulata nell’atmosfera, non i flussi annuali.
Dobbiamo quindi esaminare le emissioni storiche di ciascun paese. Se affrontiamo la questione in questi termini, diventa chiaro che la responsabilita’ del problema ricade in larghissima parte sulle nazioni altamente industrializzate del Nord del mondo (in particolare, gli Stati Uniti e l’Europa occidentale) […]
Gli Stati Uniti sono responsabili da soli del 40% dello sforamento globale. L’Unione Europea e’ responsabile del 29%. Insieme al resto dell’Europa, piu’ il Canada, il Giappone e l’Australia, le nazioni del Nord del mondo (che rappresentano soltanto il 19% della popolazione mondiale) hanno prodotto il 92% delle emissioni al di sopra del limite di sicurezza. Cio’ significa che sono responsabili del 92% dei danni provocati dal dissesto climatico. Viceversa, l’intero continente dell’America Latina, l’Africa e il Medio Oriente sono responsabili soltanto dell’8% dello sforamento, che va peraltro attribuito a un numero esiguo di paesi in quelle regioni.

Info:
https://oggiscienza.it/2021/05/08/siamo-ancora-in-tempo-jason-hickel/
https://www.ilsaggiatore.com/wp-content/uploads/2021/04/2021_04_20-Manifesto-Hickel.pdf
https://www.linkiesta.it/2021/03/salvare-il-pianeta-rapporto-natura/

 

Green New Deal/Rifkin

Jeremy Rifkin – Un Green New Deal globale – Mondadori (2019)

Nel XIX secolo la stampa azionata a vapore e il telegrafo, l’abbondanza di carbone e le locomotive sulle reti ferroviarie nazionali si fusero in una piattaforma tecnologica polifunzionale per permettere la gestione, l’alimentazione e la movimentazione della societa’, dando nascita alla prima rivoluzione industriale.
Nel XX secolo l’elettricita’ centralizzata, il telefono, la radio e la televisione, il petrolio a basso costo e i veicoli a combustione interna su reti stradali nazionali contribuirono insieme a creare un’infrastruttura per la seconda rivoluzione industriale.
Ora siamo nel mezzo di una terza rivoluzione industriale.
L’internet delle comunicazioni sta convergendo con un internet dell’energia rinnovabile, a elettricita’ di origine solare ed eolica, e un internet della mobilita’ e della logistica costituito da veicoli autonomi elettrici e a idrogeno, a energia verde, in cima a una piattaforma internet delle cose (IDC) che, incorporata in edifici commerciali, residenziali e industriali, trasformera’ la societa’ e l’economia del XXI secolo.

Info:
https://www.vita.it/it/article/2019/10/15/jeremy-rifkin-un-green-new-deal-globale-per-dare-forza-alleconomia-soc/152979/
https://www.piegodilibri.it/recensioni/un-green-new-deal-globale-jeremy-rifkin/
https://www.techeconomy2030.it/2020/04/24/3-lezioni-dal-libro-di-jeremy-rifkin-un-green-new-deal-globale/

Stato/Fazi

Thomas Fazi – Una civiltà possibile. La lezione dimenticata di Federico Caffe’ – Meltemi (2022)

Un regime economico caratterizzato da austerita’ fiscale e compressione salariale permanenti, dalla deregolamentazione e precarizzazione del mercato del lavoro, da una carenza cronica di domanda interna, da un tasso di cambio sopravvalutato e dallo smantellamento e la privatizzazione di buona parte dell’apparato industriale pubblico. Inutile dire che le politiche degli ultimi anni – in particolare quelle del governo Draghi – non hanno fatto che peggiorare la situazione.
Sul piano politico-democratico, l’“oligarchizzazione” della struttura economica del paese, caratterizzata dal trasferimento di quote crescenti di proprieta’ e di controllo della stessa da soggetti pubblici e nazionali a soggetti privati e internazionali/sovranazionali, non poteva che riflettersi nella parallela oligarchizzazione della forma di governo e della stessa forma Stato del paese, cioe’ nel rafforzamento dei poteri esecutivi e tecnocratici a tutti i livelli (spicca il caso del capo dello Stato, con le presidenze di Napolitano e di Mattarella), nella progressiva e ormai totale marginalizzazione del Parlamento, anche attraverso l’uso/abuso della legislazione d’emergenza (esploso poi durante la pandemia), nel ricorso sempre piu’ frequente ai cosiddetti “governi tecnici” e piu’ in generale nella disarticolazione di qualunque processo democratico.
Una naturale conseguenza dello svuotamento di sovranita’ (e dunque di democrazia) conseguente a Maastricht.
Tutto cio’ ha preparato il terreno per l’inquietante deriva tecnoautoritaria delle istituzioni e del potere politico emersa sull’onda della pandemia, attraverso l’instaurazione di un regime de facto di emergenzialismo permanente

Info:
https://www.meltemieditore.it/wp-content/uploads/daniele-archibugi-il-manifesto-25-giugno-2022-federico-caffe-leresia-economica-del-benessere-su-una-civilta-possibile-di-thomas-fazi-meltemi.pdf
https://www.micromega.net/invece-dellagenda-draghi/
https://www.meltemieditore.it/wp-content/uploads/daniele-archibugi-capital-5-maggio-2022-rileggendo-federico-caffe-su-una-civilta-possibile-di-t.-fazi-meltemi.pdf
https://www.flaneri.com/2023/01/09/civilta-possibile-fazi/