Europa/Parsi

Titanic. Il naufragio dell’ordine liberale – Vittorio Emanuele Parsi – il Mulino (2018)

[La] tensione tra una solidarieta’ necessariamente ancorata alla scala nazionale e l’integrazione economica di scala europea ha generato quattro specifiche «sottotensioni»: una tra dimensione sociale e dimensione economica del processo di integrazione, con una «governance programmaticamente sbilanciata a favore delle misure pro mercato e a sfavore di quelle pro welfare»; una seconda che corre all’interno dell’Eurozona, «e oppone Nord e Sud, paesi core (centrali dal punto di vista economico) e paesi periferici, “creditori” e “debitori”»; la terza che ha per tema la libera circolazione dei fattori di produzione nel mercato interno riguarda soprattutto la polemica tra «paesi con welfare consolidato (generoso e costoso) e paesi con welfare relativamente limitato, con basso costo del lavoro e bassa regolazione»; la quarta infine «e’ di natura verticale: Bruxelles (le istituzioni sovranazionali) contro Stati membri (i governi nazionali e le loro sovranita’ in ambiti ritenuti cruciali come le pensioni e il mercato del lavoro)».

Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/titanic-naufragio-ordine-liberale-parsi/
https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/05/14/titanic-il-sistema-liberale-di-fronte-a-una-scelta-combattere-le-disuguaglianze-o-fallire-il-nuovo-libro-di-vittorio-emanuele-parsi/6590356/
https://www.idiavoli.com/it/article/titanic-naufragio-occidente-ordine-liberale
https://www.marxismo-oggi.it/recensioni/libri/253-stato-mercato-e-democrazia-note-a-margine-di-titanic-il-naufragio-dell-ordine-liberale
https://www.letture.org/titanic-il-naufragio-dell-ordine-liberale-vittorio-emanuele-parsi
https://www.arcipelagomilano.org/archives/51270

Geoeconomia/Parsi

Titanic. Naufragio o cambio di rotta per l’ordine liberale – Vittorio Emanuele Parsi – il Mulino (2022)

L’ordine internazionale liberale, come il Titanic, non era e non e’ un vascello inaffondabile ed e’ stato dirottato dall’imperizia di chi ne e’ al comando […] verso una rotta diversa e molto piu’ pericolosa di quella progettata, sulla quale si staglia inquietante un iceberg che presenta quattro facce, tutte diversamente minacciose, nessuna delle quali puo’ essere sottovalutata:
a) la prima e’ rappresentata da un fenomeno consueto e ricorrente in politica internazionale, ovvero una nuova distribuzione della potenza nel sistema associata alla divergenza delle rispettive politiche, che modifica le relazioni tra USA, Russia e Cina, mentre sullo sfondo si stagliano la fragilita’ e la debolezza dell’Europa;
b) la seconda e’ offerta [dalla] polverizzazione e privatizzazione della minaccia, che consente a gruppi terroristici piu’ o meno organizzati e ramificati di mettere in campo capacita’ distruttive considerevoli e altamente destabilizzanti […] che rischia letteralmente di travolgerci;
c) la terza e’ invece qualcosa del tutto inedito e consiste nella contestazione dello stesso ordine internazionale liberale, nei suoi principi e nelle sue istituzioni, da parte della superpotenza che ne e’ stata e ne resta la maggiore beneficiaria, cioe’ gli Stati Uniti […]
d) la quarta, infine, e’ la deriva delle democrazie occidentali che sembrano incapaci di mantenere la propria rotta, strette tra i mentori di un populismo identitario e sovranista e i cantori dell’oligarchia apolide e tecnocratica: due visioni opposte, che mitizzano o negano il ruolo del popolo, mentre quest’ultimo sembra ormai essere semplicemente scomparso dall’orizzonte politico, economico e culturale delle democrazie liberali evolute.

Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/titanic-naufragio-ordine-liberale-parsi/
https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/05/14/titanic-il-sistema-liberale-di-fronte-a-una-scelta-combattere-le-disuguaglianze-o-fallire-il-nuovo-libro-di-vittorio-emanuele-parsi/6590356/
https://www.idiavoli.com/it/article/titanic-naufragio-occidente-ordine-liberale
https://www.marxismo-oggi.it/recensioni/libri/253-stato-mercato-e-democrazia-note-a-margine-di-titanic-il-naufragio-dell-ordine-liberale
https://www.letture.org/titanic-il-naufragio-dell-ordine-liberale-vittorio-emanuele-parsi
https://www.arcipelagomilano.org/archives/51270

Europa/Massolo

Realpolitik. Il disordine mondiale e le minacce per l’Italia – Giampiero Massolo & Francesco Bechis – Solferino (2024)

Il 24 febbraio 2022, il guastafeste Putin non ha solo imposto una battuta d’arresto ai piani di Cina e Stati Uniti. Anche l’Europa paghera’ lo scotto.
Intanto, con l’abbandono per il futuro prevedibile di ogni assetto di sicurezza condiviso e collaborativo sul continente: si prospetta invece una lunga fase di contrapposizione, una «nube tossica» difficilmente dissolvibile anche quando in Ucraina le armi dovessero a un certo punto tacere. Il conflitto condizionera’ a lungo gli scambi politici ed economici e le scelte europee […]
Tornano stringenti gli impegni presi con la Nato, il vincolo del 2 per cento del Pil in spese militari. Ora che la Russia e’ tornata a rimettere in discussione la carta geografica europea, suona come una necessita’ oggettiva e non piu’ come un’imposizione velleitaria di amministrazioni americane in ritiro dallo scenario europeo […]
La guerra impone oneri pesanti anche perche’ ha costretto l’Europa a una brusca sterzata nelle politiche energetiche. Venuto meno il «trittico» merkeliano – sicurezza appaltata all’America, mercati alla Cina, energia alla Russia –, si e’ reso necessario aprire nuove strade.
Nel breve periodo, questo e’ gia’ stato fatto con un importante colpo di reni della politica europea, che ha abbandonato le forniture russe e cercato altri partner energetici. Nel caso italiano: Algeria, Azerbaigian, Qatar.
Piu’ a medio-lungo termine, altri nodi verranno al pettine. Su tutti, il costo di una onerosissima transizione dalle fonti fossili alle rinnovabili, che rischia di far passare l’Europa dalla dipendenza dal gas russo a quella dalle tecnologie green cinesi.

Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/realpolitik-di-giampiero-massolo-e-francesco-bechis/
https://www.agi.it/estero/news/2024-05-30/libri-realpolitik-massolo-attrezzarsi-per-un-mondo-anarchico-26583006/

https://www.ilmessaggero.it/libri/realpolitik_il_libro_che_mette_ordine_al_disordine_mondiale-8109413.html
https://formiche.net/2024/06/recensione-di-realpolitik-massolo-bechis/#content
https://blog.ilgiornale.it/franza/2024/06/15/realpolitik-il-disordine-mondiale-e-le-minacce-per-litalia-il-libro-dellambasciatore-massolo-e-del-giornalista-bechis/

Europa/Todd

La sconfitta dell’Occidente – Emmanuel Todd – Fazi (2024)

Come la maggior parte delle guerre, soprattutto quelle mondiali, anche questa non e’ andata secondo i piani e ci ha gia’ procurato diverse sorprese.
[Tra le tante,] il crollo di qualsiasi forma di volonta’ europea.
In origine, l’Europa consisteva essenzialmente nella coppia franco-tedesca la quale, a partire dalla crisi del 2007-2008, aveva certamente assunto i caratteri di un matrimonio patriarcale, con la Germania nel ruolo del marito dominante che non presta piu’ ascolto a quanto gli dice la coniuge.
Tuttavia, anche sotto l’egemonia tedesca, si era convinti che l’Europa potesse mantenere un certo grado di autonomia. Invece, malgrado qualche iniziale riluttanza sull’altra sponda del Reno, comprese le esitazioni da parte del cancelliere Scholz, l’Unione Europea ha abbandonato in poco tempo ogni velleita’ di difendere i propri interessi.
Questa si e’ infatti privata del partner energetico e (più in generale) commerciale russo, punendo se stessa sempre piu’ duramente. La Germania ha accettato senza battere ciglio il sabotaggio dei gasdotti Nord Stream, i quali assicuravano in parte il suo approvvigionamento energetico, un atto terroristico diretto sia contro di lei che contro la Russia e perpetrato dal suo “protettore” americano di concerto, per l’occasione, con la Norvegia, un paese che non fa parte dell’Unione […]
Abbiamo assistito anche all’evaporazione della Francia di Emmanuel Macron dalla scena internazionale, mentre la Polonia e’ diventata il principale agente di Washington in seno all’Unione Europea, rimpiazzando in tale ruolo il Regno Unito ormai uscito dall’UE grazie alla Brexit.
Il continente, nel suo complesso, ha visto subentrare all’asse Parigi-Berlino quello Londra-Varsavia-Kiev guidato da Washington. Questa evanescenza dell’Europa in qualita’ di attore geopolitico autonomo non puo’ che lasciare perplessi.

Info:
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2024/10/todd-il-fatto-quotidiano.pdf?
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2024/10/todd-il-riformista.pdf?

https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2024/10/todd-il-manifesto.pdf?
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2024/10/todd-il-giornale.pdf?
https://contropiano.org/interventi/2024/11/11/la-sconfitta-delloccidente-oligarchico-e-nichilista-0177418
https://www.quotidiano.net/magazine/libri/emmanuel-todd-gli-oligarchi-e-il-nichilismo-hanno-distrutto-le-democrazie-e-la-sconfitta-delloccidente-fd56b6be
https://www.repubblica.it/venerdi/2024/09/28/news/emmanuel_todd_sconfitta_occidente_ultimo_libro-423521727/
https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/29325-gian-marco-martignoni-la-sconfitta-dell-occidente.html

 

Europa/Piketty

Il socialismo del futuro. Cronache – Thomas Piketty – Baldini+Castoldi (2024)


L’Eurozona ha bisogno di una governance economica: un bilancio comune, imposte comuni, una capacita’ di spesa e d’investimento, una strategia di crescita, un modello di sviluppo equo e duraturo.
Ma perche’ tutto cio’ sia un giorno possibile, deve soprattutto dotarsi di istituzioni democratiche tali da consentirle di prendere decisioni in comune. Non serve a niente parlare di governance dell’Eurozona se non si dice davanti a quale istanza democratica il governo sara’ responsabile. Attualmente, l’organo decisionale principale a livello europeo e’ il Consiglio dei Ministri delle Finanze. Il problema e’ che questo Consiglio e’ il piu’ delle volte incapace di prendere delle decisioni […]
Il problema risiede nella struttura stessa del Consiglio dei Ministri delle Finanze, che e’ una macchina per indirizzare gli interessi nazionali (o erroneamente percepiti come tali) gli uni contro gli altri e per determinare cosi’ uno stato d’inerzia.
Nella misura in cui una sola persona rappresenta un Paese di 80 (la Germania) o di 65 milioni di abitanti (la Francia), e’ quasi impossibile che questa persona accetti serenamente di essere messa in minoranza. E cio’ impedisce qualunque decisione maggioritaria concordata – nonche’ ogni deliberazione pubblica.
Il Consiglio dei Ministri delle Finanze va dunque sostituito con una vera assemblea parlamentare dell’Eurozona, nella quale ciascun Paese sia rappresentato da un certo numero di deputati eletti dai rispettivi parlamenti nazionali, in proporzione alla popolazione e dei differenti gruppi politici […]
Una soluzione alternativa sarebbe quella di fondarsi su una sottoformazione del Parlamento europeo.
[…] Sembra nettamente preferibile posporre l’assemblea parlamentare dell’Eurozona ai parlamenti nazionali: da un lato, perche’ questi dispongono della legittimita’ democratica necessaria per chiamare a collaborare i contribuenti nazionali; dall’altro, perche’ e’ essenziale, per un’innovazione democratica tanto importante, stabilire l’esistenza di un nocciolo duro meglio integrato dell’Unione Europea nel suo insieme, di un nucleo che disponga di istituzioni sue proprie.

Info:
https://www.linkiesta.it/2023/05/thomas-piketty-ezra-klein-socialismo-partecipativo/
https://riccardosorrentino.blog.ilsole24ore.com/2021/08/27/piketty-un-sovranista-illiberale-sinistra/?refresh_ce=1

https://www.pandorarivista.it/articoli/capitale-e-ideologia-di-thomas-piketty/
https://www.micromega.net/piketty-stiglitz-capitalismo-socialismo
https://www.rivistailmulino.it/a/un-futuro-per-la-socialdemocrazia

https://lespresso.it/c/idee/2020/11/1/piketty-per-salvare-il-futuro-diamo-a-tutti-i-giovani-uneredita-di-cittadinanza/45519

Economia di mercato/Volpi

I padroni del mondo – Alessandro Volpi – Laterza (2024)


E’ interessante a questo riguardo chiarire come fa [Amazon], un colosso di simili dimensioni, a non pagare, praticamente, imposte.
La risposta e’ rintracciabile in uno schema fiscale che, apparentemente, e’ molto semplice. Esiste una societa’ di diritto lussemburghese, la Amazon Europe Holding Technologies Scs (Aeht), che ha il diritto legale di utilizzare la proprieta’ intellettuale di Amazon al di fuori dei confini degli Stati Uniti.
Dal momento che si tratta di una realta’ giuridica prevista dall’ordinamento del Lussemburgo, denominata “non-resident partnership”, qualsiasi somma ricevuta da altre societa’ del gruppo Amazon in cambio del diritto di utilizzare tale proprieta’ intellettuale e’ esente da imposte in Lussemburgo.
Esiste poi una seconda societa’, Amazon Eu Sarl, che gestisce le attivita’ europee di Amazon e che paga alla Aeht centinaia di milioni di euro in “diritti di autore” per la proprieta’ intellettuale di intangibles sfruttati dalle societa’ operative. Il costo dei canoni e’ deducibile dal reddito e va ad abbassare il reddito imponibile di questa societa’, e quindi la sua tassazione effettiva, che di fatto, per effetto delle perdite dovute ai pagamenti, non esiste.
Il passaggio finale della strategia prevede il trasferimento dei canoni da Aeht alla societa’ statunitense di Amazon, per le commissioni legate al diritto di concedere in licenza tale proprieta’ intellettuale in Europa. In altre parole, un paese europeo permette che esista una societa’ a cui vengono versati miliardi di euro senza che paghi imposte e che un’altra societa’, quella “reale”, gli versi miliardi di euro in canoni per abbattere artificialmente i propri profitti e quindi non pagare imposte. In pratica uno dei piu’ grandi monopolisti del mondo opera nell’Unione Europea senza versare un euro grazie alle regole di un paese europeo.

Info:
https://www.thedotcultura.it/alessandro-volpi-ecco-chi-sono-i-padroni-del-mondo/
https://valori.it/fondi-padroni-mondo-libro-alessandro-volpi/

https://altreconomia.it/chi-controlla-i-padroni-del-mondo/
https://sbilanciamoci.info/i-fondi-dinvestimento-padroni-del-mondo/

Europa/Streeck

Globalismo e democrazia – Wolfgang Streeck – Feltrinelli (2024)

L’avvento della globalizzazione ha significato e significa tutt’oggi uno sbilanciamento nei rapporti di potere tra i poli di capitale e mercato e di lavoro e democrazia egualitaria, a vantaggio del capitale e a scapito di chi lo serve.
Tra i suoi effetti si annoverano la soppressione del modello di crescita keynesiano, che presuppone mercati dei capitali contenibili a livello nazionale, e la degradazione della democrazia egualitaria a forza produttiva. I cambiamenti istituzionali necessari a tale obiettivo – quali la “flessibilizzazione” del mercato del lavoro e del lavoro medesimo, con l’indebolimento dei sindacati e della loro capacita’ di sciopero, la protezione delle banche centrali dal rischio di influenza da parte di governi eletti dai cittadini, il risanamento dei conti pubblici, la ristrutturazione dello stato sociale in direzione di politiche attive e di ridimensionamento del suo ruolo, la privatizzazione delle istituzioni e dei servizi pubblici, l’aumento della cosiddetta partecipazione diretta, anche da parte dei cittadini e cosi’ via – trovarono attuazione, pur con velocita’ e priorita’ differenti, piu’ o meno ovunque nelle democrazie capitaliste cosi’ sottomesse a una rivoluzione neoliberale, nella gran parte dei casi per un impulso unanime di entrambe le principali fazioni, centro-destra e centro-sinistra.
Il processo neoliberale di affrancamento del capitalismo dalla democrazia, tuttavia, non avvenne senza resistenza, e la strada che lo separava dal suo ultimo obiettivo fu sempre molto lunga.

Info:
https://www.fondazionedivittorio.it/lezione-streeck-limiti-potenzialita-della-ue-egemonie-planetarie-popoli-crisi
https://www.doppiozero.com/wolfgang-streeck-neoliberalismo-e-poi

https://www.corriere.it/la-lettura/24_giugno_21/come-sonnambuli-la-guerra-la-lettura-anteprima-nell-app-1af31e72-2fe1-11ef-8a97-996e27b017a2.shtml
https://ilmanifesto.it/uneuropa-svizzera

Geoeconomia/Zizek

La nuova lotta di classe. Rifugiati, terrorismo e altri problemi coi vicini – Slavoj Žižek – Ponte alle Grazie (2016).

Esiste un’economia complessa del trasporto dei rifugiati (un industria che vale miliardi di dollari): dunque chi e’ che la finanzia? Chi la ottimizza? Che aspettano ad esplorare questi oscuri bassifondi i servizi segreti europei?
Il fatto che i rifugiati versino in condizioni disperate non esclude affatto la possibilita’ che il loro flusso faccia parte di un piano ben concertato.
Non si puo’ fare a meno di notare come alcuni paesi meno abbienti del Vicino Oriente (Turchia, Egitto, Iran ecc.) siano molto piu’ aperti ai profughi di quelli davvero ricchi (Arabia Saudita, Kuwait, Emirati Arabi Uniti, Qatar ecc.). L’Arabia Saudita e gli Emirati quasi non ne hanno accolti, anche se confinano con l’area di crisi, e sono altrettanto ricchi e culturalmente molto piu’ vicini ai rifugiati, per lo piu’ musulmani, di quanto lo sia l’Europa [..]
Bisogna anche tenere a mente che la stessa Arabia Saudita, dal punto di vista economico, e’ del tutto integrata nell’Occidente: economicamente parlando, Arabia e Emirati sono o no puri avamposti del capitale occidentale, Stati che dipendono in tutto e per tutto dai loro ricavi petroliferi tanto per la loro ricchezza quanto per la loro reputazione mondiale?
La comunita’ internazionale dovrebbe esercitare un’ingente pressione sull’Arabia Saudita (e su Kuwait, Qatar ecc.) perche’ facciano il loro dovere e accolgano ampi contingenti di profughi.

 

Finanziarizzazione/Galli

Arricchirsi impoverendo. Multinazionali e capitale finanziario nella crisi infinita – Giorgio Galli, Francesco Bochicchio – Mimesis (2018)

Il capitale finanziario domina i mercati e la politica: la riforma essenziale e’ quella di una sua regolamentazione al fine di responsabilizzarlo e razionalizzarlo, ma tale riforma diventa pressoche’ impossibile nel momento in cui lo stesso, per la posizione di dominio in cui versa, rifiuta ogni forma di controllo seria, effettiva, e incisiva […]
Conseguentemente, si pone la necessita’ di inserire tale riforma in un processo lungo di programmazione democratica dell’economia che ponga il capitale finanziario sotto il controllo pubblico.
Facile l’obiezione che lo Stato-nazione e’ troppo debole per realizzare tale ambiziosissimo risultato, di modo che, evidentemente, occorrerebbe quanto meno aspettare la costruzione effettiva dell’Unione europea su basi socialdemocratiche, il che e’ ben lungi dall’essere anche solo delineato […]
In definitiva, la finanza non va criminalizzata e nemmeno nazionalizzata, in quanto e’ necessaria per lo sviluppo dell’economia e deve essere dinamica e profittevole, ma e’ necessaria una direzione pubblica con controlli e indirizzi non burocratici e dirigisti ma tali da vincolare la finanza stessa alla sua funzione di selezione razionale degli investimenti da finanziare.

Info:
https://www.mimesisedizioni.it/rassegna/marchesi-libero-arricchirsi-impoverendo-galli-bochicchio.pdf
https://www.mimesisedizioni.it/rassegna/quotidiano-sud-arricchirsi-impoverendo-galli-bochicchio.pdf

Europa/Streeck

Globalismo e democrazia – Wolfgang Streeck – Feltrinelli (2024)

La riconversione sentimentale dell’“Europa” in una terra dei desideri con proprieta’ riadattabili a piacimento permette alla politica in senso pratico di poter pretendere, cinicamente, una “soluzione europea” a tutto cio’ che essa, non volendosene o non potendosene piu’ occupare, ha trasferito verso l’alto, al governo tecno- e mercatocratico europeo; le permette cioe’ di usare l’“Europa” come un’arma politica atta a risolvere problemi di ogni tipo, dalla crescita economica alle finanze dello stato, dai flussi migratori a questioni di sicurezza interna ed esterna, dalla crisi bancaria alla crisi climatica e pandemica.
I politici piu’ accorti possono allora scegliere come muoversi nella struttura multilivello di quest’Europa solidamente neoliberale, nell’intercapedine tra politica nazionale e il sottobosco di istituzioni europee tanto opache come mai nessun’altra, e decidere cosi’ se derogare al proprio impegno a livello nazionale in nome dell’“Europa”, se additare quest’ultima come responsabile dei fallimenti della politica nazionale, se lasciare all’“Europa” l’onere di dettare loro la linea da preferire e sgravarsi cosi’ di qualunque responsabilita’ democratica, riparando se stessi e le proprie scelte a priori da qualunque forma di resistenza politica interna.
Uno spettacolo, questo, che si consuma davanti a un pubblico di persone cui manca qualunque forma di comprensione intuitiva del significato, delle regole e degli eventi comunitari europei […]
Quando si tratta di Bruxelles e del suo nuovissimo sistema istituzionale, tanto sintetico come privo di tradizioni, essi possono al massimo fare professione di fede identitaria ed esprimere devote speranze, mentre solo a quanti, con un duro sforzo conformista, si sono guadagnati lo status di specialisti e’ dato sapere quel che realmente accade o non accade nelle segrete stanze delle sedute europee o capire quel che gli esperti di comunicazioni incaricati lasciano trapelare da quegli incontri.

Info:
https://www.fondazionedivittorio.it/lezione-streeck-limiti-potenzialita-della-ue-egemonie-planetarie-popoli-crisi
https://www.doppiozero.com/wolfgang-streeck-neoliberalismo-e-poi

https://www.corriere.it/la-lettura/24_giugno_21/come-sonnambuli-la-guerra-la-lettura-anteprima-nell-app-1af31e72-2fe1-11ef-8a97-996e27b017a2.shtml
https://ilmanifesto.it/uneuropa-svizzera