Populismo/Collier

Exodus. I tabu’ dell’immigrazione – Paul Collier – Laterza (2016)

A prima vista si potrebbe pensare che le persone piu’ inclini a migrare siano quelle piu’ povere: dopo tutto, il motore della migrazione e’ rappresentato dai differenziali di reddito e il differenziale di reddito tra il paese d’origine e il paese ospitante e’ maggiore quanto piu’ gli aspiranti migranti sono poveri.
Ma mentre e’ il differenziale di reddito a determinare la remunerazione finale dell’investimento, la capacita’ di finanziarlo dipende dal livello di reddito iniziale […]
Le persone piu’ povere vorrebbero migrare ma non possono permetterselo; le persone piu’ ricche potrebbero permetterselo ma ne trarrebbero modesti benefici, mentre le persone con un reddito medio hanno un forte incentivo a migrare e possono anche permetterselo.
La migrazione aiuta le persone a trasformare la propria vita, ma non si tratta delle persone piu’ povere. La selezione in base al reddito e’ importante sia per stabilire chi puo’ migrare – le persone con un reddito medio – sia quali sono i paesi con il piu’ alto tasso di emigrazione.

Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/il-futuro-del-capitalismo-di-paul-collier/
https://www.theguardian.com/books/2013/sep/19/exodus-immigration-paul-collier-review
https://blogs.lse.ac.uk/lsereviewofbooks/2013/08/05/book-review-exodus-how-migration-is-changing-our-world/

Lavoro/ De Haas

Migrazioni. La verità’ oltre le ideologie. Dati alla mano – Hein de Haas – Einaudi (2024)


L’idea che l’immigrazione sia una delle cause principali della disoccupazione e della stagnazione salariale non e’ corroborata da nessun dato, perche’ cio’ che sembra una connessione causale e’ in realta’ una correlazione spuria […]
Sebbene esista effettivamente una correlazione tra i tassi di immigrazione e i livelli di disoccupazione, questa correlazione e’ negativa. Cio’ significa che l’immigrazione aumenta nei periodi di crescita elevata e bassa disoccupazione, e cala quando la disoccupazione aumenta.
Se i migranti togliessero posti di lavoro, dovremmo aspettarci semmai una correlazione positiva […]
L’immigrazione e’ soprattutto una risposta alle carenze di manodopera causate da una contrazione dell’offerta di lavoratori autoctoni disposti e in grado di svolgere lavori manuali di vario tipo nell’agricoltura, nell’edilizia, nelle pulizie, nelle varie forme di collaborazione domestica e in diversi altri servizi.
E’ questo il motivo principale per cui nelle economie occidentali l’immigrazione aumenta proprio durante i periodi in cui la disoccupazione diminuisce […]
In realta’, l’immigrazione puo’ aumentare le entrate di tutti i lavoratori, purche’ le loro competenze siano complementari, e i lavoratori migranti possono aiutare gli autoctoni a diventare piu’ produttivi. I migranti che fanno i cuochi o i lavapiatti, che servono ai tavoli o consegnano cibo a domicilio allargano l’utenza potenziale dei ristoranti, aumentando cosi’ anche i ruoli manageriali disponibili e il reddito dei proprietari.
Questo consente ai clienti di mangiare fuori e ordinare con i servizi di delivery a prezzi accessibili, dando loro piu’ tempo per dedicarsi al lavoro ed essere piu’ produttivi.

Info:
https://ilbolive.unipd.it/it/news/societa/undici-miti-sulle-migrazioni-secondo-sociologo
https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/10/01/migranti-il-sociologo-de-haas-i-cambiamenti-climatici-hanno-un-impatto-indiretto-per-gestire-i-flussi-bisogna-ripensare-leconomia/7712706/
https://rbv.biblioteche.it/community/forum/reviews/show/6141

https://ilbolive.unipd.it/it/news/societa/de-haas-ha-contato-22-miti-sul-fenomeno-migratorio
https://ilmanifesto.it/hein-de-haas-varcate-le-frontiere-uomini-e-donne-stipati-nei-luoghi-comuni-della-politica
https://www.lastampa.it/politica/2024/09/29/news/migranti_de_haas_politica_integrazione_accoglienza-14673169/
https://www.ilfoglio.it/politica/2024/06/24/news/ecco-22-miti-da-sfatare-sui-migranti-rifugiati-e-cambiamenti-climatici-6673916/

Societa’/Wagenknecht

Contro la sinistra neoliberale – Sahra Wagenknecht – Fazi (2022)

Il liberalismo di sinistra non e’ solo una narrazione culturale, ma nei suoi messaggi manifesta anche la massima adesione al liberismo economico, allo smantellamento dello Stato sociale e alla globalizzazione, pur dando a tale impostazione politica un sound progressista.
Il liberalismo di sinistra, dunque, viene non a torto identificato con una politica che, per molti, ha effetti socioeconomici manifestamente sfavorevoli.
La destra, opponendosi al liberalismo di sinistra, parla proprio a questi svantaggiati, non solo a livello culturale, ma anche sul piano degli interessi materiali. Ecco perche’ i voti dati alle destre, che pure portano avanti, nel complesso, programmi ispirati al liberismo economico, non sono cosi’ irrazionali come potrebbero sembrare a prima vista.
Cio’, naturalmente, non significa che abbiamo bisogno dei partiti di destra per risolvere i problemi derivanti dalla globalizzazione o dalle migrazioni, ma che, se tutti gli altri partiti si rifiutano anche solo di ammettere l’esistenza del problema, la destra va a riempire una falla che molti percepiscono come un immenso vuoto all’interno del sistema politico […]
Anche l’Unione Europea di oggi, infatti, e’ un progetto elitario, sostenuto soprattutto dalle classi elevate e dal ceto medio dei laureati, insomma dalle classi che traggono maggiore profitto dai trattati in vigore.
Gli operai, i lavoratori a basso reddito, ma anche i piccoli imprenditori, percepiscono invece molte delle regole dell’Unione Europea come in contrasto con i propri interessi. Vale la pena notare, in questo ambito, come non solo nel caso della votazione sull’uscita del Regno Unito dall’Unione, ma in tutti i referendum sui trattati europei, la maggioranza dei voti a favore dell’Unione veniva dalle classi privilegiate, mentre i voti contrari giungevano in prevalenza dagli strati sociali piu’ svantaggiati.

Info:
https://www.lafionda.org/2022/06/15/recensione-di-contro-la-sinistra-neoliberale-di-sahra-wagenknecht/
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2022/05/wagenknecht-lespresso.pdf
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2022/06/wagenknecht-domenica-il-sole-24-ore.pdf
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2022/07/wagenknecht-il-fatto-quotidiano.pdf
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2022/11/wagenknecht-lindice-dei-libri-del-mese.pdf
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2022/07/wagenknecht-avvenire.pdf
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-recensione_di_contro_la_sinistra_neoliberale_di_sahra_wagenknecht/39329_46608/
https://www.sinistrainrete.info/sinistra-radicale/27587-danilo-ruggieri-la-sinistra-alla-moda.html

Populismo/De Haas

Migrazioni. La verità’ oltre le ideologie. Dati alla mano – Hein de Haas – Einaudi (2024)


In assenza di canali di migrazione legali e della possibilità di circolare liberamente, come in un passato non troppo lontano, e’ la domanda di manodopera la forza trainante che spinge i migranti ad attraversare clandestinamente le frontiere.
Perciò per i politici e’ molto piu’ conveniente scaricare la colpa sugli «scafisti» anziche’ puntare il dito contro se’ stessi, e assumersi la responsabilita’ per averci fatto precipitare nel caos in cui ci troviamo.
Inoltre, dare la colpa ai trafficanti e’ una strategia efficace per distogliere l’attenzione dagli interessi del complesso militare-industriale multimiliardario impiegato nel controllo delle frontiere.
Gli Stati hanno investito enormi somme di denaro prelevato ai contribuenti per presidiare i confini. Sia i militari che le imprese coinvolte nel costruire, manutenere e gestire i sistemi elettronici di sorveglianza, i muri e le recinzioni, le imbarcazioni e i veicoli di pattugliamento, cosi’ come tutto l’indotto legato all’incarcerazione e alla deportazione dei migranti, hanno interesse a far credere al pubblico che stiamo affrontando un’imminente invasione di stranieri, e che percio’ abbiamo bisogno di «combattere» e «contrastare» gli scafisti e i trafficanti, come se fossimo davvero in guerra.
Ecco qual e’ la vera industria della migrazione. Non sono gli scafisti e i trafficanti, ma le compagnie che producono armi e tecnologie da guerra ad aver raccolto i profitti principali dalla lotta dell’Occidente contro l’immigrazione illegale […]
Tra il 2012 e il 2022, il bilancio annuale di Frontex e’ aumentato di quasi nove volte, passando da 85 a 754 milioni di euro.
Quattro importanti produttori europei di armi – Airbus (gia’ Eads), Thales, Finmeccanica e Bae – e aziende tecnologiche private come Saab, Indra, Siemens e Diehl sono tra i principali beneficiari della spesa dell’Ue per la tecnologia militare. Frontex impiega oltre 1900 dipendenti, di cui piu’ di 900 fanno parte del corpo permanente da impiegare nelle operazioni sul campo. Per il ciclo di bilancio 2021-27, l’Ue prevede di ampliarlo a circa 10000 guardie di frontiera. Complessivamente, il bilancio dell’Ue per la «gestione delle migrazioni e delle frontiere» per il periodo 2021-27 e’ di 22,7 miliardi di euro, rispetto ai 13 miliardi di euro del periodo 2014-2026.

Info:
https://ilbolive.unipd.it/it/news/societa/undici-miti-sulle-migrazioni-secondo-sociologo
https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/10/01/migranti-il-sociologo-de-haas-i-cambiamenti-climatici-hanno-un-impatto-indiretto-per-gestire-i-flussi-bisogna-ripensare-leconomia/7712706/
https://rbv.biblioteche.it/community/forum/reviews/show/6141

https://ilbolive.unipd.it/it/news/societa/de-haas-ha-contato-22-miti-sul-fenomeno-migratorio
https://ilmanifesto.it/hein-de-haas-varcate-le-frontiere-uomini-e-donne-stipati-nei-luoghi-comuni-della-politica
https://www.lastampa.it/politica/2024/09/29/news/migranti_de_haas_politica_integrazione_accoglienza-14673169/
https://www.ilfoglio.it/politica/2024/06/24/news/ecco-22-miti-da-sfatare-sui-migranti-rifugiati-e-cambiamenti-climatici-6673916/

 

Societa’/Collier

Exodus. I tabu’ dell’immigrazione – Paul Collier – Laterza (2016)

Oggi sappiamo tre cose importanti sui fattori trainanti delle migrazioni internazionali.
La prima e’ che le migrazioni sono una risposta economica al divario di reddito: a parita’ di altre condizioni, piu’ si allarga il divario piu’ cresce la spinta a migrare.
La seconda e’ che esistono una miriade di ostacoli alla migrazione, economici, giuridici e sociali che sommati trasformano la migrazione in un investimento: prima di goderne i benefici e’ necessario sostenerne i costi.
Il fatto che i poveri non siano in grado di sostenere i costi dell’investimento compensa la pressione esercitata dal profondo divario di reddito. Se il divario e’ profondo perche’ gli abitanti dei paesi d’origine sono spaventosamente poveri, e’ probabile che il loro desiderio di migrare non possa essere soddisfatto.
La terza cosa importante che sappiamo e’ che i costi della migrazione sono ampiamente ridotti dalla presenza di una diaspora nel paese ospitante.
I costi della migrazione calano in proporzione all’aumento del numero di immigrati gia’ insediati nel paese di destinazione. Pertanto il tasso migrtorio e’ determinato dall’ampiezza del divario di reddito, dal livello di reddito dei paesi d’origine e dalle dimensioni della diaspora […]
L’interazione tra il divario di reddito e la diaspora genera una dinamica impressionante e inequivocabile: il flusso migratorio dipende dal divario e dallo stock di migranti precedente. A mano a mano che il gruppo si allarga, il flusso cresce, di modo che dato un certo divario la migrazione subisce un’accelerazione.

Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/il-futuro-del-capitalismo-di-paul-collier/
https://www.theguardian.com/books/2013/sep/19/exodus-immigration-paul-collier-review
https://blogs.lse.ac.uk/lsereviewofbooks/2013/08/05/book-review-exodus-how-migration-is-changing-our-world/

Societa’/Allievi

Governare le migrazioni. Si deve, si puo’ – Stefano Allievi -Laterza (2023)

Gli immigrati regolari rappresentano l’8,5% della popolazione italiana (diventano un paio di punti percentuali in piu’ se calcoliamo che negli ultimi dieci anni – prima del 2013 i ritmi di acquisizione erano molto piu’ bassi – oltre un milione e trecentomila stranieri ha ottenuto la cittadinanza italiana): per oltre la meta’ europei (anche se non sembrerebbe, a osservare il dibattito sul tema, tutto incentrato sugli sbarchi e sulle popolazioni subsahariane).
Parliamo di quasi 6 milioni di persone, in gran parte lavoratori (il tasso di occupazione e’ piu’ alto che tra gli italiani).
Tra loro, 1.300.000 minori (oltre 800.000 presenti nelle nostre scuole), quasi un milione dei quali nato in Italia, anche se in maggioranza senza cittadinanza.
A fronte di questi numeri, gli sbarcati, che hanno monopolizzato l’attenzione delle forze politiche e il dibattito mediatico, sono stati, secondo i dati forniti dallo stesso Ministero dell’Interno, 119.000 nel 2017, 23.000 nel 2018, 11.000 nel 2019, 34.000 nel 2020, oltre 67.000 nel 2021, 105.000 nel 2022, e sono quasi 76.000 nell’ultima statistica disponibile al momento in cui scrivo, aggiornata al 15 luglio 2023, quindi per meta’ anno.

Info:
https://www.ilfoglio.it/politica/2023/09/18/news/come-governare-le-migrazioni-numeri-analisi-e-idee-senza-ideologie-5685499/
https://stefanoallievi.it/articoli/governare-le-migrazioni-non-le-ong/

https://www.neodemos.info/2019/10/29/il-dovere-di-governare-le-migrazioni/

Geoeconomia/Chomsky

Noam Chomsky – Lotta o declino. Perche’ dobbiamo ribellarci contro i padroni dell’umanita’ – Ponte alle Grazie (2021)

Le migrazioni sono generate dai ricchi e dai potenti, i quali adesso si lamentano per un esiguo flusso di vittime disperate che loro possono assorbire tranquillamente.
La sola invasione angloamericana dell’Iraq ha provocato l’esodo di quattro milioni di persone, di cui quasi la meta’ e’ fuggita nei paesi vicini. Gli iracheni continuano a scappare da una nazione che e’ una delle piu’ miserabili della terra per colpa delle feroci sanzioni imposte per dieci anni dall’Occidente, seguite poi dalle aggressioni dei ricchi e potenti, che hanno devastato il paese e innescato un conflitto settario che sta facendo a pezzi l’Iraq e l’intera regione.
Che cosa hanno fatto gli europei in Africa e’ storia nota. Da questo continente provengono flussi ancora piu’ consistenti di migranti che transitano oggi attraverso il varco creato dai bombardamenti franco-anglo-americani sulla Libia, distruggendola e lasciandola nelle mani di milizie in guerra tra loro.
Cosi’ come sono note le azioni degli Stati Uniti nell’America centrale, che hanno seminato il terrore e la miseria da cui le persone continuano a fuggire ancora adesso; a queste si aggiungono anche le vittime messicane di quell’accordo di libero scambio che, com’era prevedibile, ha distrutto l’agricoltura del Messico, incapace di competere con le multinazionali statunitensi generosamente sussidiate dallo Stato. La risposta dei ricchi e potenti Stati Uniti e’ di fare pressioni sul Messico perche’ tenga lontane le loro vittime dalle frontiere, e le rimandi indietro senza pieta’ se riescono ad aggirare i controlli.
La risposta della ricca e potente Unione europea e’ di corrompere e fare pressioni sulla Turchia perche’ tenga lontani dai suoi confini i poveri sopravvissuti e di ammassare i profughi negli orrendi campi di detenzione turchi.
All’interno della societa’ civile vi sono onorevoli eccezioni; ma la reazione degli Stati e’ una vergogna morale, anche non volendo prendere in considerazione le loro pesanti responsabilita’ nelle circostanze che costringono queste persone a fuggire.

 

 

 

 

Societa’/Khanna

Parag Khanna – Il movimento del mondo. Le forze che ci stanno sradicando e plasmeranno il destino dell’umanita’ – Fazi (2021)

E’ comune, oggi, ascoltare profezie sulla “morte della globalizzazione”.
Le generazioni passate pensavano la stessa cosa, riguardo ai tempi in cui vivevano. Eppure, come ha dimostrato l’Europa dopo la prima guerra mondiale, ogni periodo di arretramento e’ seguito da un’ondata ancora piu’ vasta e profonda di globalizzazione.
Lo stesso accadra’ di nuovo in futuro.
Il mercato del petrolio e’ in rotta, ma gli scambi digitali sono in piena esplosione. Il commercio di beni materiali si assottiglia, ma il flusso dei capitali e le criptovalute sono in pieno rigoglio. Il populismo e la pandemia hanno chiuso le frontiere, ma il cambiamento climatico obblighera’ sempre piu’ persone a scavalcarle.
Non dobbiamo dimenticare la piu’ fondamentale delle verita’ che definiscono l’umanita’ nella sua storia millenaria: non smettiamo mai di costruire connessioni attraverso il pianeta e continuiamo a trarne vantaggio. Migrare e’ il nostro destino.

Info:
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2021/04/khanna-corriere-della-sera-la-lettura.pdf
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2021/04/khanna-il-messaggero.pdf
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2021/04/khanna-airone-libri-.pdf
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2021/04/khanna-corriere-della-sera.pdf
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2021/05/khanna-la-stampa.pdf
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2021/05/khanna-avvenire.pdf

Societa’/Khanna

Parag Khanna – Il movimento del mondo. Le forze che ci stanno sradicando e plasmeranno il destino dell’umanita’ – Fazi (2021)

La prossima eta’ delle migrazioni di massa, tuttavia, non sara’ una semplice prosecuzione, quanto invece una accelerazione dei processi in corso.
Il vorticare dell’umanita’ non fara’ che diventare piu’ intenso man mano che ciascuna delle seguenti forze, quelle che determinano la nostra geografia umana, acquisira’ progressivamente potenza:
– la demografia, ossia gli squilibri asimmetrici fra un Nord che invecchia e un Sud giovane, capace di offrire la forza lavoro di cui il primo ha bisogno;
– la politica, ossia rifugiati e profughi provenienti da guerre civili e Stati in fallimento, come pure i tanti che fuggono dalla persecuzione etnica, dalla tirannia o dal populismo;
– l’economia: migranti in cerca di opportunita’, lavoratori lasciati a casa dall’outsourcing, impiegati costretti al pensionamento anticipato a causa delle crisi finanziarie;
– la tecnologia, con l’automazione industriale che ridurra’ sempre piu’ i posti di lavoro nelle fabbriche e nella logistica, mentre algoritmi e intelligenza artificiale renderanno sempre piu’ superflui i lavoratori specializzati;
– il clima, infine, che si tratti di fenomeni di lunga durata come l’aumento delle temperature e del livello dei mari e l’impoverimento delle falde acquifere o di disastri stagionali come inondazioni e uragani.

Info:
https://lepenneirriverenti.altervista.org/il-movimento-del-mondo-le-forze-che-ci-stanno-sradicando-e-plasmeranno-il-destino-dellumanita/
https://librieparole.it/recensioni/4791/il-movimento-del-mondo-parag-khanna/

Geoeconomia/Khanna

Parag Khanna – Il movimento del mondo. Le forze che ci stanno sradicando e plasmeranno il destino dell’umanita’ – Fazi (2021)

L’umanita’ condivide un clima: questo clima e’ stato catastroficamente devastato dall’industria del Nord del pianeta, e il Sud ne ha subito le conseguenze peggiori.
Abbiamo desertificato la terra arabile al Sud mentre al Nord abbiamo terreni fertili che attendono di essere lavorati; abbiamo abitazioni moderne del tutto abbandonate nelle citta’ del Nord e milioni di profughi senza una casa al Sud; abbiamo enorme carenza di manodopera al Nord e un surplus di forza lavoro al Sud […]
Malgrado tutti gli argomenti a favore delle migrazioni di massa, non abbiamo una politica globale delle migrazioni. Al contrario, ci troviamo ad affrontare una gamma crescente di sfide morali, dagli africani che attraversano il Mediterraneo ai latinos che attraversano il Rio Grande, ad altri fenomeni critici.
La migrazione e’ diventata un test di Rorschach politico in quasi tutte le democrazie dell’Occidente, eppure si continuano a ostacolare gli ingressi mentre tanti migranti trovano la morte nel loro cammino verso una nuova speranza di vita.

Info:
https://lepenneirriverenti.altervista.org/il-movimento-del-mondo-le-forze-che-ci-stanno-sradicando-e-plasmeranno-il-destino-dellumanita/
https://librieparole.it/recensioni/4791/il-movimento-del-mondo-parag-khanna/