Societa’/Urbinati

Nadia Urbinati – Pochi contro molti. Il conflitto politico del XXI secolo – Laterza (2020)

Nella sua lunga storia, antica e moderna, la democrazia si e’ distinta per questa peculiarita’: organizzare il processo politico di decisione intorno al principio dell’eguaglianza di potere di tutti i cittadini come singoli e come corpo sovrano.
A ragion veduta Norberto Bobbio era giunto alla conclusione che «la democrazia e’ sovversiva nel senso piu’ radicale della parola perche’, dovunque arriva, sovverte la tradizionale concezione del potere, tanto tradizionale da essere considerata naturale, secondo cui il potere – si tratti del potere politico o economico, del potere paterno o sacerdotale – scende dall’alto al basso» […]
In questa cornice egualitaria (aritmetica o orizzontale, di una testa un voto), l’obiettivo e’ stato sempre quello di evitare che si formasse una classe politica separata, una divisione tra “noi” e “loro”.
La politica democratica teme la contrapposizione tra chi governa e chi e’ governato; vuole evitare la formazione di due gruppi (chi ha il potere e chi non ce l’ha) e disegna procedure volte a favorire la circolazione del potere, ad impedire la solidificazione di una classe di governanti.
La premessa e’ semplice ed e’ questa: l’eguaglianza politica democratica puo’ persistere a condizione che venga impedita la formazione di una classe politica che, a lungo andare, tendera’ fatalmente a formare un gruppo a se’, a dar vita a un’oligarchia: questo e’ stato storicamente l’obiettivo della democrazia

Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/pochi-contro-molti-il-conflitto-politico-nel-xxi-secolo-di-nadia-urbinati/
https://www.cattolicanews.it/pochi-contro-molti-la-democrazia-ha-bisogno-del-conflitto
https://www.nuovatlantide.org/pochi-contro-molti-il-conflitto-politico-nel-xxi-secolo/

Stato/Saez

Emmanuel Saez, Gabriel Zucman – Come i ricchi evadono le tasse e come fargliele pagare – Einaudi (2020)

Ma e’ davvero un problema che la tassazione si sia ridotta a una gigantesca flat tax e riservi un trattamento preferenziale ai super-ricchi?
Perche’ dovremmo preoccuparcene? […]
Chiariamo poi che gli Stati Uniti non sono la sola democrazia che ha una fiscalita’ molto meno progressiva di quanto sembri a prima vista […] operare un confronto internazionale rigoroso e’ difficile, ma i migliori dati disponibili indicano che gli Stati Uniti sono in buona compagnia: in Francia, per esempio, in fin dei conti la tassazione non e’ tanto piu’ progressiva.
A nostro avviso, la scarsa progressivita’ della tassazione dovrebbe preoccuparci per tre motivi.
In primo luogo, per semplici questioni di bilancio. Anche se si considerano solo i gradini piu’ alti della scala del reddito, laddove le imposte diventano regressive, la posta in gioco e’ notevole.
Oggi lo 0,001 per cento piu’ ricco paga le tasse a un’aliquota del 25 per cento. Portandola al 50 per cento, a parita’ di tutte le altre condizioni, si avrebbe un gettito aggiuntivo di 100 miliardi di dollari all’anno. E sarebbe una somma sufficiente a incrementare il reddito netto di tutti i lavoratori adulti di 800 dollari all’anno […]
In secondo luogo, e’ una questione di equita’.
Delle imposte che i piu’ abbienti non pagano dobbiamo farci carico tutti noi. Si potrebbe obiettare che ognuno ottiene dal mercato il reddito che merita; che dopo le ingiustizie subite negli anni Sessanta e Settanta, oggi i ricchi ricevono la giusta ricompensa dai mercati liberi e globalizzati. Non siamo d’accordo con questa visione – che talvolta si definisce fondamentalismo di mercato –, ma se non altro ne riconosciamo la coerenza.
Eppure, in base a quale criterio e’ giusto che i miliardari paghino meno tasse di tutti, e che il carico fiscale si alleggerisca quanto piu’ aumentano le ricchezze? […]
Ma forse l’attuale sistema fiscale americano va criticato soprattutto perche’ alimenta la spirale della disuguaglianza.
Come abbiamo visto, la quota di reddito dell’1 per cento piu’ ricco e’ lievitata mentre quella dei lavoratori crollava. E, anziche’ contrastarla, il sistema fiscale ha rafforzato questa tendenza. In passato i ricchi pagavano molte tasse, ora ne pagano meno. In passato i poveri pagavano relativamente poco, ora sopportano un carico fiscale piu’ gravoso

Info:
https://iltalebano.com/2019/10/16/il-trionfo-dellingiustizia/
https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/10/19/fisco-aumenti-delliva-e-tasse-sulla-casa-fanno-il-gioco-dei-super-ricchi/5971095/

Societa’/Ignazi

Piero Ignazi, Nadia Urbinati – Contagio e liberta’ – Laterza (2020)

La societa’ fondata sul diritto non e’ una societa’ del tutto bianco o tutto nero ma una societa’ della penombra, del dissenso e della mediazione, della ricerca per tentativi ed errori della soluzione ai problemi che sono nella maggior parte dei casi associati a sensazioni di stress, di timore, di rischio.
In questa societa’ non ci sono mai problemi semplici e soluzioni semplicistiche, ma tensioni tra beni o interessi non assoluti, che spetta all’arte della politica e del diritto risolvere in maniera tale che, appunto, non venga violata la dignita’ umana ovvero che mai si sia liberi completamente dalla paura.
Come risolvere un dissenso morale tra due beni altrettanto validi per la nostra vita, per esempio quello della salute e quello della liberta’ di movimento?
Come possono diversi orizzonti di significato e di valore coesistere nella societa’ senza lacerarla?
Ovvero come limitare i nostri diritti in modo che tutti gli altri ne godano e in modo che l’intera societa’, non alcuni soltanto, si percepisca come libera?
Quale e’ il confine tra scelte per il bene pubblico, o improntate all’esigenza di rispondere a richieste che avvantaggiano la generalita’, e scelte che rispondono alle nostre individuali gerarchie di valori e ai nostri interessi?
Quale e’ il limite di intervento dello Stato nella vita dei cittadini, se si riconosce che optare per la soluzione anarco-liberista comporterebbe superare il liberalismo della paura e con esso l’idea della limitazione della liberta’?

Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/democrazia-e-populismo-in-tempi-di-pandemia-intervista-a-nadia-urbinati/

Stato/Stiglitz

Joseph E. Stiglitz – Riscrivere l’economia europea. Le regole per il futuro dell’Unione – il Saggiatore (2020)

Il livello di solidarieta’ sociale che la maggior parte dei paesi europei era riuscita a raggiungere dopo la Seconda guerra mondiale si basava su un patto, condiviso tra tutte le forze politiche, di mutua responsabilita’ per i propri concittadini.
Lo Stato sociale europeo e’ stato l’incarnazione di questo consenso.
L’Unione europea, l’euro, la globalizzazione e tutti gli altri cambiamenti economici emersi negli ultimi cinquant’anni avrebbero dovuto condurre – grazie anche ai progressi della tecnologia – a una nuova era di prosperita’ destinata a portare vantaggi a tutti.
Ma le cose non sono andate cosi’: le disparita’ appaiono piu’ grandi che mai e, specialmente dopo la crisi dell’euro, il reddito di ampi settori della popolazione e’ stagnante o addirittura diminuisce […]
I sistemi di assicurazione sociale – intesi come insieme di piani assicurativi pubblici per proteggere i cittadini contro i maggiori rischi cui sono esposti – devono restare al centro dello Stato sociale.
Eppure, queste conquiste decisive vengono attaccate da anni.
Una discussione fondata su informazioni fuorvianti ha diffuso l’idea che la protezione sociale nelle sue varie forme, e piu’ in generale lo Stato sociale, rappresentino un ostacolo al funzionamento efficiente di una economia di mercato e vadano dunque ridimensionati.
Inoltre, alcuni fondamentalisti del libero mercato hanno affermato che, al fine di rendere l’economia piu’ efficiente, bisognerebbe trasferire il piu’ possibile la protezione sociale nel settore privato, a partire dai sistemi pensionistici.
Secondo i neoliberisti le societa’ europee vivono quasi tutte al di sopra dei loro mezzi, hanno un sistema di protezione che va ben oltre le loro possibilita’ finanziarie, e programmi per gli anziani che gravano sulle generazioni future e ostacolano la crescita dell’economia

Info:
https://www.linkiesta.it/2020/05/nobel-stigliz-come-riscrivere-economia-europea/
http://temi.repubblica.it/micromega-online/al-capezzale-dell-europa/
https://www.ilsaggiatore.com/libro/riscrivere-leconomia-europea/

Societa’/Allievi

Stafano Allievi – La spirale del sottosviluppo. Perche'(cosi’) l’Italia non ha futuro – Laterza (2020)

Le citta’ con piu’ elevata percentuale di laureati offrono retribuzioni piu’ alte e posti di lavoro migliori anche ai lavoratori con bassi livelli di scolarita’, e piu’ in generale producono maggiori vantaggiose ricadute dirette e indirette sulle comunita’ locali nel loro insieme.
Non e’ esagerato parlare di ascensore sociale culturale collettivo: a vantaggio di tutti, anche dei meno acculturati.
Cio’ e’ dovuto al fatto che l’economia del sapere ha una tendenza molto forte all’agglomerazione geografica: anche in questo campo – e in questo forse piu’ che in altri –, secondo la teoria della path dependency, il successo produce successo e si stratifica progressivamente.
E dipende sempre piu’ dall’ecosistema produttivo (e culturale) in cui e’ inserita.
Per dirla in sintesi: stare in mezzo a persone intelligenti e creative ci rende piu’ intelligenti e creativi, e consente al sistema di sviluppare piu’ rapidamente dinamiche innovative, a loro volta intelligenti e creative

Info:
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788858139868
https://www.avantionline.it/la-spirale-del-sottosviluppo-pesa-sul-futuro-dellitalia/

Stato/Saez

Emmanuel Saez, Gabriel Zucman – Il trionfo dell’ingiustizia. Come i ricchi evadono le tasse e come fargliele pagare – Einaudi (2020)

Ma come mai a meta’ anni Ottanta, in un paese che da decenni tassava al 90 per cento i redditi alti, il governo giunse alla conclusione che invece fosse preferibile un’aliquota del 28 per cento?
La nettissima inversione di tendenza e’ in parte lo specchio dei profondi mutamenti politici e ideologici che, sei anni prima, avevano portato all’elezione di Reagan.
Recuperando e modernizzando la retorica antifiscale che imperversava negli Stati meridionali prima della guerra civile, il Partito repubblicano aveva intercettato il voto degli elettori con reddito alto di tutto il paese e dei bianchi del Sud. La Mont Pelerin Society la propugnava sin dalla fondazione nel 1947; Barry Goldwater ne aveva fatto la sua bandiera nella corsa alle presidenziali del 1964; negli anni Settanta, una rete di fondazioni conservatrici si era spesa per divulgarla: la dottrina dello Stato minimo aveva infine pervaso il pensiero comune e vinto politicamente.
Secondo questa dottrina, la funzione primaria dello Stato e’ difendere i diritti di proprieta’; il motore della crescita economica e’ la massimizzazione dei profitti, associata alla riduzione al minimo della pressione fiscale.
«La societa’ non esiste, esistono solo gli individui». E per gli individui atomizzati le tasse sono una perdita netta, un furto

Info:
https://iltalebano.com/2019/10/16/il-trionfo-dellingiustizia/
https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/10/19/fisco-aumenti-delliva-e-tasse-sulla-casa-fanno-il-gioco-dei-super-ricchi/5971095/

Societa’/Stiglitz

Joseph E. Stiglitz – Popolo potere e profitti. Un capitalismo progressista in un’epoca di malcontento – Einaudi (2020)

Uno dei modi piu’ detestabili con cui viene esercitata l’influenza del denaro e’ quello delle «porte girevoli», per via delle quali i politici ricevono una tangente, non nel presente ma per il futuro, sotto forma di un buon lavoro nel settore privato al termine della loro carica.
Il sistema delle porte girevoli e’ pervasivo e corrosivo.
Il fatto che chi lavora al Tesoro degli Stati Uniti o in altri dipartimenti governativi possa passare velocemente dal servire il paese al lavorare a Wall Street induce a chiedersi se non abbia servito Wall Street fin dall’inizio.
Ma il sistema e’ diffuso anche nel settore della difesa, dove i generali e altri alti ufficiali sembrano spostarsi senza soluzione di continuita’ dal servizio al paese al lavorare per i fornitori dell’esercito.

Info:
https://www.lacittafutura.it/economia-e-lavoro/capitalismo-progressista-un-ossimoro
https://www.italypost.it/popolo-potere-profitti-joseph-stiglitz/
https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/06/15/neoliberismo-stiglitz-per-superarlo-serve-un-capitalismo-progressista-che-recida-legami-tra-potere-economico-e-politica/5257897/

Stato/Piketty

Thomas Piketty – Capitale e ideologia. Ogni comunita’ ha bisogno di giustificare le proprie disuguaglianze – La Nave di Teseo (2020)

Tra le critiche tradizionalmente rivolte dai regimi comunisti (soprattutto russi e cinesi) alle istituzioni parlamentari occidentali, due meritano un’attenzione particolare.
La prima e’ che la parita’ dei diritti politici e’ un’illusione, dal momento che i mezzi d’informazione sono prigionieri del potere economico, che in questo modo puo’ assumere il controllo ideologico delle menti, consentendo il persistere delle disuguaglianze.
La seconda e’ strettamente legata alla prima: l’uguaglianza politica rimane teorica, se il finanziamento dei partiti politici consente ai piu’ ricchi di esercitare la loro influenza sui programmi e sulle politiche adottate.
Il timore di un sostanziale controllo del processo politico da parte dei piu’ ricchi si e’ presentato in modo particolarmente accentuato negli Stati Uniti a partire dal decennio 1990-2000, quando la Corte suprema ha in pratica quasi cassato le limitazioni all’impiego del denaro privato in politica.

Info:
https://www.internazionale.it/opinione/annamaria-testa/2020/06/24/thomas-piketty-capitale-ideologia
https://www.aggiornamentisociali.it/articoli/capitale-e-ideologia-intervista-a-thomas-piketty/
https://www.ilmessaggero.it/libri/capitale_e_ideologia_il_nuovo_saggio_di_piketty_star_dell_economia_pop-5299153.html
http://temi.repubblica.it/micromega-online/piketty-il-capitalismo-non-e-piu-in-grado-di-giustificare-le-sue-disuguaglianze/
https://www.huffingtonpost.it/2018/09/08/lincubo-social-nativista-italiano-potrebbe-molto-rapidamente-riguardarci-da-vicino-piketty-avverte-le-democrazie-europee_a_23520935/

Societa’/Crouch

Colin Crouch – Combattere la postdemocrazia – Laterza (2020)

Per il liberalismo e’ essenziale che nessun regime di governo sia permanente.
Non possono mai mancare ne’ la discussione, ne’ la certezza che entro qualche anno si tengano
regolarmente nuove elezioni. La minoranza di oggi deve avere la possibilita’ di diventare la maggioranza di domani; un partito attualmente al governo deve sapere che esiste la concreta possibilita’ che domani non sia piu’ al governo, e dev’essere dunque disposto a condividere con gli altri partiti un consenso trasversale sul valore di una competizione aperta ed equa […]
In sintesi, la democrazia liberale e’ una forma di governo in cui la cittadinanza 
e il suffragio universale degli adulti sono accompagnati da una serie di istituzioni che hanno il compito di tutelare l’incertezza, la varieta’ e la possibilita’ del cambiamento anche contro la volonta’ di chi ha democraticamente vinto le elezioni.
E’ particolarmente importante che i tribunali e il potere giudiziario siano al riparo da interferenze politiche e che il governo sia subordinato alla legge, a quello che i tedeschi chiamano Rechtstaat, lo “stato di diritto”

Info:
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788858139882https://www.arci.it/il-libro-combattere-la-postdemocrazia-di-colin-crouch/
https://www.ilfoglio.it/cultura/2020/02/09/news/postdemocrazia-no-300300/

Stato/Mazzucato

Mariana Mazzucato – Non sprechiamo questa crisi – Laterza (2020)

Fortunatamente, gli investimenti pubblici sono aumentati.
Mentre gli Stati Uniti hanno adottato un pacchetto di stimolo e salvataggio da 2.000 miliardi di dollari, l’Unione europea ha varato un piano di ripresa economica da 750 miliardi di euro, e il Giappone ha messo in campo altri 1.000 miliardi di dollari di aiuti per famiglie e imprese.
Tuttavia, se gli investimenti devono portare a un’economia piu’ sana, resiliente e produttiva, il denaro non basta.
I governi devono anche recuperare la capacita’ di progettare, attivare e imporre condizioni ai beneficiari, per far si’ che il settore privato operi in modo da favorire una crescita inclusiva e sostenibile.
Il sostegno pubblico alle imprese assume numerose forme, tra cui sovvenzioni dirette in denaro, sgravi fiscali e prestiti agevolati o garantiti dallo Stato, per non parlare del ruolo espansivo svolto dalle banche centrali, che hanno acquistato ingenti quantitativi di obbligazioni societarie.
Questi interventi dovrebbero comportare degli obblighi,
come quello di vincolare le imprese a conseguire obiettivi di riduzione delle emissioni e trattare i dipendenti con dignita’ (dal punto di vista sia retributivo sia delle condizioni di lavoro) […]
Lungi dall’essere dirigistica, l’imposizione di condizioni al sostegno pubblico alle imprese contribuisce a orientare strategicamente le risorse finanziarie, facendo si’ che vengano reinvestite in modo produttivo anziche’ essere acquisite da interessi ristretti o speculativi.

Info:
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788858142875
https://www.controluce.it/notizie/non-sprecare-la-crisi-del-covid/