Capitalismo/Wagenknecht

Sahra Wagenknecht – Contro la sinistra neoliberale – Fazi (2022)

L’entrata a gamba tesa contro i provider cinesi viene motivata solitamente col fatto che lo Stato cinese, tramite l’accesso alla nostra sfera privata, arriverebbe a incidere sulla nostra economia e in ultima analisi perfino sull’ambito politico. Non fa una piega.
Ugualmente, pero’, la stessa identica motivazione si puo’ addurre se non vogliamo lasciare il controllo della nostra economia e della nostra comunicazione digitale nelle mani delle multinazionali digitali statunitensi, sulla cui stretta cooperazione con lo Stato americano e i suoi servizi segreti non esiste sicuramente piu’ alcun dubbio almeno dal 2013, quando l’insider Edward Snowden rese di dominio pubblico tutto cio’ che sapeva[…]
Del resto, anche gli americani che ficcano il naso nei dati non sono geni che lavorano da soli in un garage, come amiamo sentirci dire, ma al pari dei provider cinesi devono la loro esistenza a sovvenzioni statali miliardarie.
Il Pentagono aveva intuito per tempo l’importanza militare e geostrategica delle tecnologie digitali e quindi vi aveva investito molti soldi. Anche i servizi segreti vi avevano fiutato, gia’ negli anni Novanta, una nuova miniera d’oro per le informazioni che valeva assolutamente la pena sfruttare […]
Ovviamente, da quell’epoca i cinque piu’ grandi gruppi del settore digitale si sono emancipati dai foraggiamenti statali. Ma cio’ di cui hanno bisogno come l’aria e’ che il sistema politico tolleri il loro modello di business, che nel suo accesso disinvolto alla sfera privata dei cittadini va contro le piu’ elementari liberta’ fondamentali e contraddice chiaramente anche la Costituzione statunitense. Facendo partecipare lo Stato americano con i suoi servizi a cio’ che vengono a sapere attraverso le attivita’ di sorveglianza, si comprano il benestare dei politici, svincolandosi al contempo da qualsiasi regolamentazione giuridica […]
Da quando fu varato il Cloud Act, nel marzo del 2018, le autorita’ statunitensi che sono interessate a tutti i dati su persone e imprese, sia nel territorio nazionale sia all’estero, possono pretenderne dai fornitori di cloud americani la pubblicazione anche in maniera del tutto ufficiale. I diretti interessati non ne sanno nulla.
Dunque non dovrebbe preoccuparci il fatto che i dati su tutti i dettagli della nostra vita privata e della nostra economia sono su server di aziende private, anziche’ nei dossier di uno Stato totalitario. Basta soltanto il fatto che siano raccolti e archiviati a spalancare tutte le porte a un loro uso deviato e distorto […]
Gli orologi da fitness, ad esempio, potrebbero funzionare per noi esattamente con lo stesso valore d’uso se fossero acquistati insieme a un software da installare su un apparecchio di nostra scelta capace di analizzare i dati dell’orologio senza collegarsi a internet. Purtroppo non esiste nulla del genere, in quanto non tornerebbe utile per chi vuole ficcare il naso nei dati. E guardarci dentro non interessa soltanto a chi vende quell’apparecchio, ma come sempre anche a Google, Apple o Microsoft, che con la massima naturalezza accedono a tutti i dati e archiviano tutto ciò che gira sui loro sistemi operativi.
Ogni passo ulteriore della digitalizzazione, dunque, nelle attuali condizioni ci rende un po’ piu’ trasparenti, finche’ prima o poi perderemo l’ultimo angolino della nostra privacy e intimita’.

Info:
https://www.lafionda.org/2022/06/15/recensione-di-contro-la-sinistra-neoliberale-di-sahra-wagenknecht/
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2022/05/wagenknecht-lespresso.pdf
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2022/06/wagenknecht-domenica-il-sole-24-ore.pdf
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2022/07/wagenknecht-il-fatto-quotidiano.pdf
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2022/11/wagenknecht-lindice-dei-libri-del-mese.pdf
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2022/07/wagenknecht-avvenire.pdf
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-recensione_di_contro_la_sinistra_neoliberale_di_sahra_wagenknecht/39329_46608/

Economia di mercato/Fraser

Nancy Fraser – Capitalismo cannibale. Come il sistema sta divorando la democrazia, il nostro senso di comunita’ e il pianeta – Laterza (2023)

L’accumulazione e’ inconcepibile, dopo tutto, in assenza di un quadro giuridico che sostenga l’impresa privata e lo scambio di mercato. Il sistema capitalista dipende in modo cruciale dai poteri pubblici per garantire i diritti di proprieta’, per far onorare i contratti e per dirimere le controversie; per soffocare le ribellioni, per mantenere l’ordine e per tenere a freno il dissenso; per assicurare l’offerta di moneta, che costituisce la linfa vitale del capitale; per prevedere interventi che consentano di prevenire o di governare le crisi; e per codificare e far rispettare sia le gerarchie di status ufficiali, come quelle che distinguono i cittadini dagli stranieri, sia le gerarchie non ufficiali, come quelle che distinguono i lavoratori liberi e sfruttabili, che hanno il diritto di vendere la propria forza lavoro, dagli «altri» dipendenti ed espropriabili, le cui proprieta’ e le cui persone sono semplicemente soggette a confisca.
Storicamente, i poteri pubblici sono stati inquadrati per lo piu’ all’interno di Stati territoriali, in alcuni casi operanti come potenze coloniali. I sistemi giuridici di tali Stati hanno stabilito i confini di quegli spazi apparentemente depoliticizzati in cui gli operatori privati potevano perseguire i propri interessi «economici», liberi da interferenze «politiche».
Sempre gli Stati territoriali hanno mobilitato la «forza legittima» per reprimere la resistenza alle espropriazioni che hanno dato origine e sostenuto i rapporti di proprieta’ capitalistici, hanno conferito i diritti soggettivi ad alcuni negandoli ad altri e hanno nazionalizzato e garantito la moneta.
Avendo di fatto istituito l’economia capitalista, questi poteri politici hanno poi adottato una serie di misure per rafforzare la capacita’ del capitale di accumulare profitti e affrontare sfide. Hanno costruito e mantenuto infrastrutture, compensato i «fallimenti del mercato», indirizzato lo sviluppo economico, sostenuto la riproduzione sociale, mitigato le crisi economiche e gestito le relative ricadute politiche.

Info:
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/recensioni/fraser_rep.pdf
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/recensioni/fraser_lalettura.pdf
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/recensioni/fraser_corsera.pdf
https://jacobinitalia.it/#facebook
https://jacobinitalia.it/il-capitalismo-cannibale/

Societa’/Rosanvallon

PierreRosanvallon – Controdemocrazia. La politica nell’era della sfiducia – Castelvecchi (2017)

La differenza essenziale tra visione occidentale e visione cinese dell’azione.
In occidente, da Machiavelli a Schopenhauer, si e’ affermato il principio di edificare un impero del soggetto, con un uomo visto come padrone delle situazioni, che lascia sulle cose l’impronta della propria volonta’, che erige il mondo a campo di sperimentazione della propria capacita’ di realizzarsi nella creazione radicale o nel fronteggiare cio’ che gli oppone resistenza.
In questo caso l’azione e’ concepita come uno scontro tra due universi, come un’impresa di conquista e di asservimento.
Niente di simile nella visione cinese: l’essenziale risiede in un’attenzione verso il mondo che permette di sfruttarne in permanenza le tensioni, di usarne al meglio le caratteristiche.
L’esercizio del potere dunque non si basa sul dispiegamento della forza, ma sul lasciarsi guidare da una minuziosa attenzione al terreno, sull’ottimizzare il potenziale delle situazioni […]
All’arte occidentale di governare dall’alto, imponendosi con la forza, si contrappone la prospettiva di un governo dal basso, quasi invisibile, che consiste nel far convergere gli altri sulla propria posizione in modo impercettibile, modellando il quadro del loro agire […] Per esprimere le cose in un vocabolario piu’ attuale, possiamo anche dire che si contrappongono due tipi di controllo: da un lato quello della pattuglia di Polizia e dall’altro quello dell’allarme antincendio. La pattuglia di Polizia corrisponde a una concezione classica dell’azione pubblica che e’ delegata ad agenti specializzati. E’ un controllo diretto, centralizzato, deciso.
Il modello dell’allarme antincendio e’ piu’ decentralizzato; si regge su dispositivi diffusi. Ha anche la caratteristica essenziale di non mobilitare solo professionisti. Il ricorso ai pompieri presuppone, infatti, un preliminare intervento individuale; la sua efficacia dipende da un’attenzione sociale diffusa.
E’ al modello dell’allarme antincendio che bisogna paragonare l’efficacia della vigilanza. Si tratta di un’efficacia che e’ opera di un gruppo sociale definito e che si manifesta essenzialmente come un risultato. Ma essa non e’ meno tangibile, e forse e’ addirittura superiore a quella propria dei poteri costituiti […]
La Corte di giustizia dell’Unione europea ha evidenziato con forza questa dimensione, stimando che «la vigilanza degli individui interessati alla tutela dei loro diritti porta a un efficace controllo» dei governanti.
La figura del cittadino-controllore va dunque oltre quella del cittadino-elettore.

Info:
https://ilmanifesto.it/la-sfiducia-democratica
http://www.damianopalano.com/2012/10/il-deficit-simbolico-della-democrazia.html
https://tempofertile.blogspot.com/2013/11/pierre-rosanvallon-la-politica-nellera.html
https://www.univrmagazine.it/2011/05/02/qual-e-il-significato-del-voto-oggi/

Lavoro/Coin

Francesca Coin – Le grandi dimissioni. Il nuovo rifiuto del lavoro e il tempo di riprenderci la vita – Einaudi (2023)

Come l’acqua evapora da una teiera che rimane per troppo tempo sul fuoco, cosi’ l’energia e la dedizione, in un operatore sanitario, lentamente lasciano spazio a un inaridimento emotivo, puntellato dal cinismo e dalla frustrazione, quando viene negato il tempo per riprendersi e riposare.
Per questo, Christina Maslach non descrive il burnout come una questione individuale, ma come un problema istituzionale. «Il burnout non deriva dalle persone in se’, ma dall’ambiente in cui lavorano»: dalla decisione aziendale di non fornire organici adeguati, salari adeguati, turni di riposo adeguati, per esigenze di bilancio.
In questo contesto, lo scarto tra le priorita’ organizzative dell’azienda sanitaria e le esigenze del personale trasforma il luogo di lavoro in un posto potenzialmente pericoloso, tanto per gli operatori quanto per i pazienti […]
La sanita’ nazionale italiana ha subito tagli per circa trentasette miliardi di euro in soli dieci anni, fondi che sono stati risparmiati bloccando il turnover e tagliando i costi del personale, impedendo cosi’ di sostituire i medici che andavano in pensione e di allineare le retribuzioni dei medici italiani agli standard europei […]
Tra il 2010 e il 2020, in Italia, hanno chiuso i battenti undici aziende ospedaliere, cento ospedali a gestione diretta, centotredici pronto soccorso (di cui dieci pediatrici) e sono state disattivate ottantacinque unita’ mobili di rianimazione. Chiusure che hanno implicato la perdita di quasi trentasettemila posti letto, ventottomila dei quali ordinari e quasi diecimila di day hospital: ma se i posti letto nelle strutture pubbliche sono stati drasticamente tagliati (− 38 684), quelli nelle strutture private sono aumentati (+ 1747) […]
Negli stessi dieci anni, nonostante le assunzioni fatte durante la pandemia, il Servizio sanitario nazionale ha perso circa trentamila professionisti. Le attivita’ di guardia medica hanno subito un taglio di settecento medici, che ha portato a circa millecinquecento interventi in meno di guardia medica ogni centomila abitanti.
In generale, la riduzione dell’offerta sanitaria nell’assistenza territoriale ha prodotto una sanita’ meno equa, meno pubblica, meno sostenibile, indotta negli anni verso un lento declino attraverso interventi finalizzati a una riduzione progressiva delle risorse umane e strutturali, che non sono state percepite dal cittadino nell’immediato ma che, nel corso degli anni, hanno raggiunto quell’effetto moltiplicatore oggi ben evidente grazie alla pandemia.

Info:
https://www.sinistrainrete.info/teoria/26004-vincenzo-di-mino-ritorno-al-futuro-anteriore.html
https://www.sinistrainrete.info/lavoro-e-sindacato/26033-gianluca-de-angelis-torniamo-a-parlare-di-lavoro-facciamolo-collettivamente.html
https://jacobinitalia.it/autore/coin-francesca/
https://nuvola.corriere.it/2023/08/18/che-cosa-ce-dietro-le-grandi-dimissioni-il-saggio-francesca-coin/

Geoeconomia/Barca

Fabrizio Barca – Disuguaglianze e Conflitto, un anno dopo. Dialogo con Fulvio Lorefice – Donzelli (2023)

Federalismo sociale e centralismo nazionale […]
Il federalismo sociale mette al centro dell’unificazione europea non solo l’obiettivo «mai piu’ una guerra in Europa», ma anche il convincimento che esso richieda un processo di «identificazione» reciproca fra i molteplici popoli europei […]
A tale scopo, questo approccio valorizza la molteplicita’ etnica e di origini e il mescolamento territoriale dei molti popoli europei, che non segue i confini delle nazioni-Stato e dunque che opportunamente puo’ metterle a repentaglio. Vede nel trasferimento di ruolo e potere dai centri ai «luoghi» la strada sia per smontare autoreferenzialita’ nazionali e promuovere lo sviluppo di comunita’ di destino anziche’ di presunta origine, sia per creare spazi di deliberazione democratica in cui cittadine e cittadini europei possano far pesare la propria voce: e’ la strada democratica per assumere decisioni in condizioni di crescente complessita’ e assicurare che la transizione tecnologica accresca e non riduca la giustizia sociale e ambientale. Al tempo stesso, vede nel trasferimento di ruolo e potere dagli Stati nazionali a una Commissione europea la possibilita’ di mettere a repentaglio e mescolare, sia nel livello politico che amministrativo, punti di vista e metodi nazionali, per andare cosi’ sperimentando e costruendo un modello europeo, che non e’ l’imposizione di una «best practice», di un modello ottimale, che non esiste […] In questo contesto, scopo primario dell’Unione monetaria e’ creare il requisito di base per passare a un’unione politica […]
Il secondo approccio, il centralismo nazionale, va nella direzione opposta. Possiamo dire che muove anch’esso da un obiettivo di pace, ma si tratta di una pace da assicurare attraverso accordi fra Stati nazionali, garantiti nella loro capacita’ di competizione dal libero scambio e tutelati da cospicui armamenti – considerati anche utili per creare domanda aggregata quando c’e’ stagnazione. Il luogo centrale dell’Unione e’ il Consiglio degli Stati, mentre la Commissione e’ il luogo di costruzione preliminare del negoziato in Consiglio, e il Parlamento europeo sostanzialmente uno sfogatoio. Lasciando ad ogni paese il proprio assetto di decentramento storicamente determinato, questo approccio e’ favorevole a una forte concentrazione dei poteri statuali nazionali e ritiene che la liberta’ di cittadine e cittadini si esaurisca nel voto e nella liberta’ di spostamento in Europa, per consentire l’incontro migliore di domanda e offerta di lavoro […] In questo contesto, scopo primario dell’Unione monetaria e’ assicurare stabilita’, sia direttamente – annullando fra l’altro i margini di manovra del cambio da parte dei paesi membri – sia attraverso regole comuni da imporre, regole prima di tutto di austerità fiscale.

Info:
https://www.donzelli.it/download/6446/282f97300b3e/la-stampa.pdf
https://www.forumdisuguaglianzediversita.org/in-libreria-disuguaglianze-e-conflitto-un-anno-dopo-un-dialogo-tra-fabrizio-barca-e-fulvio-lorefice/
https://www.donzelli.it/download/6436/fcf04502efaf/avvenire.pdf
https://www.donzelli.it/download/6437/ee21401587c1/domani.pdf
https://www.donzelli.it/download/6434/09ce7acc9da3/fatto.pdf

Green New Deal/Mazzucato

Mariana Mazzucato, Rosie Collington – Il grande imbroglio – Laterza (2023)

Dalla pubblicazione del primo rapporto dell’Ipcc (Gruppo intergovernativo sul Cambiamento Climatico), nel 1990, sappiamo che la crisi climatica rappresenta la piu’ grande sfida esistenziale del nostro tempo.
Ma per trent’anni governi e imprese hanno opposto resistenza all’adozione di misure concertate e collettive per affrontarla, convinti che le soluzioni sarebbero arrivate dai mercati, guidati dal profitto e dal principio del valore per l’azionista.
Il Rapporto speciale dell’Ipcc sugli impatti del riscaldamento globale di 1,5°C del 2018 ha dimostrato che la gestione del clima guidata dal mercato non ha funzionato.
Di fronte alle conclusioni del rapporto, e alla crescente consapevolezza popolare, i governi e gli operatori economici la cui crescita dipende dal proseguimento dell’estrazione e del consumo di combustibili fossili hanno rilanciato, promettendo ai cittadini e agli osservatori internazionali che faranno meglio, assicurandosi i servizi di operatori di mercato (le societa’ di consulenza) sbandierati come esperti credibili.
Se si mette su un piedistallo l’industria della consulenza, le prove scientifiche e la voce degli esperti reali, che hanno molte meno risorse e potere, finiscono per uscire di scena. I professor Obasi di oggi vengono ignorati. E’ un atteggiamento che danneggia direttamente il pianeta, perche’ piu’ tempo aspetteremo a sviluppare un sistema compatibile con le possibilita’ del pianeta, peggiori saranno gli impatti del dissesto climatico.

Info:
https://www.officinadeisaperi.it/agora/dizionario-per-la-sinistra/governi-infantili-il-grande-imbroglio-da-il-fatto/
https://www.repubblica.it/cultura/2023/11/09/news/mariana_mazzucato_libro_grande_imbroglio-419897163/
https://www.infoimpresa.info/societa-di-consulenza-un-inganno-che-minaccia-i-governi/
https://www.cityrumors.it/politica/mazzucato-i-governi-si-sono-infantilizzati-affidando-tutto-a-societa-di-consulenza.html

Capitalismo/Fraser

Nancy Fraser – Capitalismo cannibale. Come il sistema sta divorando la democrazia, il nostro senso di comunita’ e il pianeta – Nancy Fraser – Laterza (2023)

Attualmente ci troviamo di fronte a una crisi della democrazia. Questo e’ indubbio.
Meno riconosciuto, tuttavia, e’ che questa crisi non e’ un fenomeno isolato e che le sue cause non risiedono esclusivamente nella dimensione politica […]
Legata a processi che trascendono il campo della politica, la crisi democratica puo’ essere colta solo da una prospettiva critica sulla totalita’ sociale.
Che cos’e’ esattamente questa totalita’ sociale?
Molti acuti osservatori la identificano con il neoliberismo, e non senza ragione. E’ vero, come sostiene Colin Crouch, che i governi democratici sono ormai sopraffatti, se non completamente controllati, da aziende oligopolistiche di portata globale, ultimamente liberate dal controllo pubblico. E’ vero anche, come afferma Wolfgang Streeck, che il declino della democrazia nel Nord globale coincide con una rivolta fiscale coordinata del capitale societario e con l’insediamento dei mercati finanziari globali come nuovi sovrani a cui i governi eletti devono obbedire.

Info:
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/recensioni/fraser_rep.pdf
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/recensioni/fraser_lalettura.pdf
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/recensioni/fraser_corsera.pdf
https://jacobinitalia.it/#facebook
https://jacobinitalia.it/il-capitalismo-cannibale/

Economia di mercato/ Gorz

Andre’ Gorz – Ecologia e libertà – Orthotes (2015)

E’ questo il consumo ‘opulento’: un consumo che assicura la crescita capitalistica senza per questo comportare ne’ l’incremento del benessere ne’ la moltiplicazione degli oggetti realmente utili (‘valori d’uso’) a disposizione delle persone in un determinato momento. Al contrario, diviene necessaria una crescente quantita’ di prodotti per assicurare un medesimo livello di soddisfazione dei bisogni.
Quantita’ crescenti di materia ed energia, lavoro e capitale sono cosi’ ‘consumate’ senza che per questo le persone vivano significativamente meglio.
La produzione, quindi, si muta sempre piu’ in distruzione e spreco: la progettazione dei prodotti ne include l’obsolescenza, la loro usura e’ programmata.
E’ cosi’ che abbiamo assistito alla sostituzione della latta con l’alluminio, la cui produzione richiede un quantitativo di energia quindici volte superiore; alla sostituzione dei trasporti ferroviari con quelli stradali, che consumano sei o sette volte di piu’ pur usurandosi ben piu’ rapidamente; alla scomparsa di oggetti con viti o bulloni in favore di oggetti saldati o incastonati e dunque non riparabili; alla riduzione della durata di vita delle cucine e dei frigoriferi attorno ad un limite di sei o sette anni; alla sostituzione delle fibre naturali e del cuoio con materiali sintetici poco resistenti; alla diffusione del vuoto a perdere, tanto costoso in termini energetici quanto i recipienti in vetro; all’introduzione di tessuti e vasellame usa-e-getta; alla costruzione di edifici in alluminio e vetro, la cui refrigerazione estiva richiede tanta energia quanto il riscaldamento invernale, ecc.
Questo tipo di crescita e’ stato una fuga in avanti, non una soluzione sostenibile: esso cercava di aggirare il blocco della caduta del saggio di profitto e la saturazione del mercato per mezzo di un’accelerazione sia della circolazione del capitale che dell’usura dei prodotti.

Info:
https://www.orthotes.com/wp-content/uploads/2020/03/gorz-avallone-manitesto-29-09-2015.pdf
https://www.orthotes.com/wp-content/uploads/2020/03/gorz-fadini-iride17-11-2016.pdf
https://www.orthotes.com/wp-content/uploads/2020/03/gorz-musolino-commonware-12-10-2015.pdf
https://ilmanifesto.it/dentro-i-limiti-naturali-del-profitto
https://materialismostorico.blogspot.com/2015/09/ripubblicato-ecologia-e-liberta-di.html

Societa’/Mason

Paul Mason – l futuro migliore. In difesa dell’essere umano. Manifesto per un ottimismo radicale – il Saggiatore (2019)

Perche’, a livello collettivo, stiamo investendo un’enorme quantita’ di concentrazione, emozione ed energia mentale negli zombie? Cosa stiamo cercando di dire a noi stessi e su noi stessi?
Le culture umane hanno sempre costruito miti e leggende su esseri non morti o semiumani, di solito come metafora di qualche bisogno umano profondamente sentito, ma lo zombie rappresenta un caso a se’. Gli zombie non sono vampiri: la relazione tra il vampiro e la sua vittima e’ una metafora dell’attrazione sessuale illecita; e poi con un vampiro si puo’ ragionare.
Gli zombie non sono fantasmi: la metafora che aleggia dietro alle storie di fantasmi e’ il lutto, e i fantasmi non possono ucciderti.
Gli zombie non sono licantropi: il lupo mannaro e’ una metafora della malattia mentale o della violenza sociopatica; e diventare lupo mannaro e’ una cosa temporanea, mentre quando diventi uno zombie e’ irreversibile.
Rispetto ai mostri tradizionali del folclore occidentale, lo zombie ha un superpotere che lo colloca in una categoria a se’: si autoriproduce. Un singolo lupo mannaro non puo’ decimare Londra, un singolo vampiro non puo’ spopolare la Transilvania. Un singolo zombie, invece, attraverso un processo esponenziale di uccisioni o contagi, puo’ far fuori un’intera societa’.
E allora qual e’ la paura reale, profonda su cui fa leva la metafora degli zombie?
La risposta piu’ plausibile e’ la paura di essere sul punto di perdere cio’ che ci rende umani, la nostra razionalita’, la nostra capacita’ di discernere la verita’ dalla menzogna, la nostra capacita’ di vedere altri esseri umani come membri della nostra stessa specie, con i nostri stessi diritti. La nostra capacita’ di agire. La nostra liberta’.

Lavoro/Coin

Francesca Coin – Le grandi dimissioni. Il nuovo rifiuto del lavoro e il tempo di riprenderci la vita – Einaudi (2023)

In generale, dagli anni Ottanta in poi, la priorita’ in Italia non e’ stata quella di risolvere problemi come l’assenza di tutele, le paghe basse, i turni massacranti o l’elevato lavoro nero, ma la necessita’ di creare un mondo del lavoro flessibile, in grado di permettere alle aziende di attrarre personale all’occorrenza per dismetterlo quando non serve piu’, allontanando il ricordo del «posto fisso» che per le imprese rimanda a un’inutile rigidita’ del mercato del lavoro.
Il lavoro non era dunque presentato come un diritto ne’ come un dovere: era un dono, un favore che le aziende facevano a chi lavorava, e un’occasione per fare nuovi amici e nuove conoscenze […]
Un’utile fotografia della situazione l’ha offerta il V Rapporto Censis-Eudaimon sul welfare aziendale, che descrive la condizione lavorativa in Italia nei mesi immediatamente successivi alla pandemia.
Per il Censis, i lavoratori sono profondamente insoddisfatti: l’82,3 per cento di essi e’ scontento e ritiene di meritare di piu’, un dato che aumenta sino all’86 per cento tra i giovani e all’88,8 tra gli operai.
Nonostante questa insofferenza, il 56,2 per cento degli occupati non e’ propenso a lasciare il proprio impiego […]
C’e’ una latente, sommersa, ma intensa insoddisfazione verso il proprio lavoro. Prevale tra i lavoratori l’idea di meritare di piu’ e che il lavoro non dia il riconoscimento necessario per generare identita’ e appartenenza […]
E’ un quadro di certo non rassicurante, che indica una normalita’ lavorativa segnata dall’insicurezza e dall’insoddisfazione, nella quale il desiderio di cambiare e’ scoraggiato esclusivamente dalla paura di non trovare un altro impiego.
Il rapporto Censis del 2023 integrava questa lettura con un’analisi ancora piu’ inquietante, in base alla quale circa una persona su due, se potesse, cambierebbe lavoro. Il 57,7 per cento delle persone con al massimo la licenza media, il 45,7 per cento dei diplomati ed il 37,9 per cento dei laureati.
Un’irrequietezza e un’insofferenza diffusa verso il proprio lavoro che, con intensita’ diversa, coinvolge i tanti e diversi protagonisti del lavoro in Italia.

Info:
https://www.sinistrainrete.info/teoria/26004-vincenzo-di-mino-ritorno-al-futuro-anteriore.html
https://www.sinistrainrete.info/lavoro-e-sindacato/26033-gianluca-de-angelis-torniamo-a-parlare-di-lavoro-facciamolo-collettivamente.html
https://jacobinitalia.it/autore/coin-francesca/
https://nuvola.corriere.it/2023/08/18/che-cosa-ce-dietro-le-grandi-dimissioni-il-saggio-francesca-coin/