Economia di mercato/Undiemi

Lidia Undiemi – La lotta di classe nel XXI secolo. La nuova offensiva del capitale contro i lavoratori: il quadro mondiale del conflitto e la possibile reazione democratica – Ponte alle Grazie (2021)

Le multinazionali operano mediante una sofisticata ingegneria istituzionale e finanziaria che affonda le sue radici nell’utilizzo di un particolare strumento giuridico: il «gruppo di societa’».
I gruppi di societa’ sono le istituzioni dominanti dell’economia mondiale, e rappresentano il modello organizzativo delle multinazionali.
Gruppi e multinazionali sono due facce della stessa medaglia.
Le statistiche mostrano come il commercio internazionale sia sempre piu’ caratterizzato dagli scambi che vengono realizzati tra consociate della stessa impresa multinazionale […]
Il nuovo sistema economico mondiale tende quindi a svilupparsi non sul commercio fra imprese indipendenti ma sulla concatenazione di societa’ – controllanti e controllate – che operano in uno spazio sovranazionale, tutte riferite a un’unica impresa «globale», il cui centro direttivo viene individuato nella capogruppo (societa’ «madre»).
Ciascuna singola relazione fra le societa’ legate da rapporti di controllo – o anche solamente partecipate – non esclude di per se’ i flussi commerciali di beni e servizi poiche’, in ogni caso, la relazione fra entita’ societarie anche solo formalmente distinte richiede comunque la stipulazione di accordi commerciali che ne giustifichino legalmente lo scambio, cosi’ come avviene tra imprese indipendenti […]
L’outsourcing e la proliferazione dei gruppi di societa’ sono quindi fenomeni fortemente interdipendenti, poiche’ alla frammentazione societaria deve quindi corrispondere una formale relazione commerciale – un contratto di fornitura – che possa giustificare lo scambio fra societa’ appartenenti alla medesima impresa multinazionale […]
L’uso su larga scala delle transazioni commerciali intra-gruppo e’ un fenomeno che ha delle implicazioni economiche enormi, in quanto significherebbe ammettere che una buona parte di scambi commerciali, nazionali e internazionali, viene realizzata nell’ambito della stessa impresa – ancorche’ formalmente distinta in piu’ societa’ – e non, come ci si aspetterebbe, fra imprese concorrenti.
Venditore e compratore verrebbero a coincidere, lo scambio in se’ diverrebbe una «finzione» economica e l’apparente concorrenza sarebbe in realta’ espressione di un mercato sostanzialmente oligopolistico, strutturato su un modello di «scambio a contraente unico»: le condizioni dello scambio commerciale – del prezzo ovvero di qualsiasi altra scelta rilevante inerente alla vita interna della societa’ eterodiretta – verrebbero dettate dalla societa’ controllante, sia essa formalmente acquirente o venditrice del bene o del servizio prodotto la cui controparte e’ la controllata.

Info:
https://www.lidiaundiemi.it/libri/la-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo
https://www.lacittafutura.it/recensioni/la-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo
https://www.sinistrainrete.info/politica/23735-lidia-undiemi-reagire-e-non-aspettare-il-manifesto-della-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo.html
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-lidia_undiemi__reagire_e_non_aspettare_il_manifesto_della_lotta_di_classe_nel_xxi_secolo/39130_47187/
https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/03/05/undiemi-la-pace-sociale-e-una-trappola-per-i-lavoratori-serve-una-ripresa-della-conflittualita-dal-governo-mi-attendo-nuova-riforma-lavoro/6120731/

Economia di mercato/Undiemi

Lidia Undiemi – La lotta di classe nel XXI secolo. La nuova offensiva del capitale contro i lavoratori: il quadro mondiale del conflitto e la possibile reazione democratica – Ponte alle Grazie (2021)

Per comprendere gli effetti della globalizzazione sul conflitto di classe e sulle democrazie mondiali, occorre dare uno sguardo al modo in cui le multinazionali si sono espanse nel mondo, e all’influenza che queste sono capaci di esercitare sui sistemi politici nazionali.
Il termine «multinazionale» sta a indicare un’impresa che organizza e coordina attivita’ che travalicano i confini nazionali […]
In pratica, la multinazionale si espande nel mondo usando il modello di gruppo di societa’, in cui le societa’ che vi appartengono sono legate da rapporti di controllo societario.
Un importante indicatore economico del legame fra sviluppo delle multinazionali e utilizzo di societa’ controllate sono gli Investimenti Diretti Esteri (IDE), che un operatore di mercato effettua in un Paese diverso da quello in cui risiede il centro direttivo della sua attivita’ (la holding).
L’investimento viene realizzato mediante acquisizione di partecipazioni dell’impresa che si intende controllare all’estero (IDE Brownfield o M&A), oppure attraverso la creazione di una filiale nel Paese in cui ci si intende insediare (IDE Greenfield).
Cio’ al fine di consentire alla societa’ madre di esercitare i poteri di direzione e di gestione della societa’ partecipata o costituita.
L’integrazione dei mercati a livello mondiale e’ dipesa in misura sempre maggiore dagli IDE, con operazioni di fusione e acquisizioni societarie internazionali.
Gli IDE possono assumere la forma di investimenti orizzontali o verticali. I primi consistono nel trasferimento di capitali, tecnologia e piu’ in generale di quei fattori che consentono la produzione in loco, per soddisfare il mercato locale; tale strategia viene definita anti-trade, poiche’ elimina la pratica dell’esportazione. Gli investimenti verticali si hanno invece quando il processo di internazionalizzazione dell’impresa passa attraverso la delocalizzazione dei vari stadi della produzione, i cui beni, attenzione, non sono destinati a essere consumati esclusivamente laddove vengono prodotti, ma a soddisfare le esigenze di consumo di altri Paesi.
Per tale ragione questa forma di IDE viene considerata pro-trade, cioe’ che stimola il commercio internazionale. Quest’ultima tipologia di investimenti diretti si e’ notevolmente sviluppata a partire dalla seconda meta’ degli anni Novanta, dando luogo a ingenti piani di delocalizzazione produttiva.

Info:
https://www.lidiaundiemi.it/libri/la-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo
https://www.lacittafutura.it/recensioni/la-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo
https://www.sinistrainrete.info/politica/23735-lidia-undiemi-reagire-e-non-aspettare-il-manifesto-della-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo.html
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-lidia_undiemi__reagire_e_non_aspettare_il_manifesto_della_lotta_di_classe_nel_xxi_secolo/39130_47187/
https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/03/05/undiemi-la-pace-sociale-e-una-trappola-per-i-lavoratori-serve-una-ripresa-della-conflittualita-dal-governo-mi-attendo-nuova-riforma-lavoro/6120731/

Stato/Fraser

Nancy Fraser – Capitalismo cannibale. Come il sistema sta divorando la democrazia, il nostro senso di comunita’ e il pianeta – Laterza (2023)

Il capitalismo finanziarizzato ha rivisto ancora una volta il rapporto tra economia e politica.
In questo regime, le banche centrali e le istituzioni finanziarie internazionali hanno sostituito gli Stati come arbitri di un’economia sempre piu’ globalizzata.
Attualmente sono loro, e non gli Stati, a stabilire molte delle regole piu’ importanti che governano le relazioni essenziali della societa’ capitalista: tra lavoro e capitale, tra cittadini e Stati, tra centro e periferia e tra debitori e creditori. Nel capitalismo finanziarizzato, quest’ultima relazione e’ cruciale e influenza tutte le altre.
E’ soprattutto attraverso il debito che il capitale cannibalizza il lavoro, disciplina gli Stati, trasferisce valore dalla periferia al centro e spilla ricchezza dalla societa’ e dalla natura. Il fluire del debito attraverso Stati, regioni, comunita’, famiglie e imprese ha determinato un drammatico cambiamento nel rapporto tra economia e sistema politico.
Il regime precedente aveva autorizzato gli Stati a subordinare gli interessi a breve termine delle imprese private all’obiettivo a lungo termine di un’accumulazione sostenuta. Al contrario, l’attuale consente al capitale finanziario di disciplinare gli Stati e le popolazioni nell’interesse immediato degli investitori privati.
L’effetto e’ un peculiare uno-due. Da un lato, le istituzioni statali che prima rispondevano (in qualche modo) ai cittadini sono sempre piu’ incapaci di risolvere i problemi di questi ultimi o di rispondere alle loro esigenze. Dall’altro, le banche centrali e le istituzioni finanziarie internazionali che hanno indebolito le capacita’ degli Stati sono diventate «politicamente indipendenti». Non dovendo rispondere ai cittadini, sono libere di agire per conto di investitori e creditori.
Nel frattempo, la portata dei problemi piu’ urgenti, come il riscaldamento globale, supera il raggio d’azione e la capacita’ di intervento dei poteri pubblici. Questi ultimi, in ogni caso, non hanno la forza di opporsi alle imprese transnazionali e ai flussi finanziari globali, che sfuggono al controllo di enti politici legati a territori delimitati. Il risultato generale e’ la crescente incapacita’ dei poteri pubblici di tenere a freno i poteri privati.

Info:
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/recensioni/fraser_rep.pdf
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/recensioni/fraser_lalettura.pdf
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/recensioni/fraser_corsera.pdf
https://jacobinitalia.it/#facebook

Capitalismo/Mattei

Ugo Mattei – Il diritto di essere contro. Dissenso e resistenza nella societa’ del controllo – Piemme (2022)

(Si noti che il PNRR ha una parte di fondo perduto largamente pubblicizzata per mostrare al popolo credulone che stanno arrivando, grazie a Draghi e al suo ipocrita keynesismo del whatever it takes, un mucchio di soldi in regalo dall’Europa. In realta’,)….. i paesi ricchi, cosiddetti donatori, fingono di preoccuparsi generosamente di quelli poveri, ma i soldi che regalano sono condizionati non solo a nuove “riforme”, ma anche all’essere spesi per acquistare beni e servizi dai paesi donatori (un modello simile all’acquisto di azioni proprie).
Si tratta della piu’ classica trappola della dipendenza postcoloniale, per cui i paesi CFA devono necessariamente importare dalla Francia, quelli ex colonie britanniche dall’Inghilterra e quelli che prendono soldi da Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale devono spenderli presso i paesi ricchi che controllano le istituzioni eredi di Bretton Woods […]
In tal modo il grande capitale finanziario, da Vanguard a Goldman Sachs a BlackRock, che detiene le azioni di Big Pharma, potra’ mantenere sostenuti i suoi osceni profitti.
Il legame tra finanziarizzazione del debito e intensita’ della prassi vaccinale e’ il modello sperimentato della GAVI Alliance, promossa dalla Fondazione Bill e Melinda Gates (cui partecipa anche il Ministero dell’Economia italiano) che, utilizzando la confusione tipicamente neoliberale tra filantropia e investimenti privati, costituisce la piu’ imponente strutturazione finanziaria dell’emergenza sanitaria permanente a livello globale. GAVI e’ infatti in campo, a fianco dell’OMS, per “proteggerci”, in modo economicamente sostenibile (ossia neoliberale, concetto ora costituzionalizzato), non solo in questa emergenza sanitaria legata al Covid, ma anche in quelle che verranno […]
Un oligopolio finanziario globale di poche corporation controlla, con complessi sistemi di scatole cinesi, praticamente ogni potere globale estraendo immensi profitti. Esso, di conseguenza, controlla in larga misura i sistemi legislativi delle cosiddette “democrazie occidentali” attraverso un sistema di porte girevoli e di cattura. Ne risulta una “corruzione sistemica” che finisce per determinare in modo non trascurabile, attraverso un pervasivo controllo dei mass media, gran parte dell’opinione pubblica, costruendo un regime di conoscenza con diretto impatto sul personale giudiziario. Larga parte dei magistrati, per opportunismo o mancanza di senso critico, si adegua, pur di fronte allo scempio palese di principi che pur continua a professare.

Info:
https://www.ilgiardinodeilibri.it/libri/__diritto-essere-contro-ugo-mattei-libro.php
https://officinebrand.it/offpost/il-diritto-di-essere-contro-ugo-mattei-a-bussoleno-presenta-il-nuovo-libro/
https://sinistrainrete.info/articoli-brevi/24874-davide-miccione-il-diritto-di-non-essere-a-favore.html?highlight=WyJ1Z28iLCJtYXR0ZWkiLCJtYXR0ZWknIiwidWdvIG1hdHRlaSJd

Economia di mercato/Kurz

Robert Kurz – Il capitale mondo. Globalizzazione e limiti interni del moderno sisitema produttore di merce – Meltemi (2022)

Il fenomeno della multinazionalizzazione dell’economia ha conosciuto uno sviluppo spettacolare: negli anni Settanta il numero delle compagnie multinazionali ammontava a qualche centinaio mentre oggi sono più di 40.000.
E il volume d’affari complessivo delle 200 maggiori imprese globali contribuisce per piu’ di un quarto all’attivita’ economica mondiale. Queste 200 imprese danno lavoro a solo 18,8 milioni di individui cioe’ a meno dello 0,75% della forza-lavoro globale.
Il volume d’affari di General Motors oltrepassa il PIL danese, quello di Ford supera il PIL sudafricano, quello di Toyota, infine, batte il PIL norvegese.
Gia’ solo sul piano quantitativo l’effetto e’ impressionante e questo sviluppo non si e’ certo arrestato dalla meta’ degli anni Novanta. Oggi si contano piu’ di 60.000 multinazionali e si valuta che il numero delle societa’ affiliate all’estero sia superiore a 500.000.
Al presente sono circa 50 milioni le persone che lavorano direttamente nelle imprese multinazionali e si ritiene che il lavoro di almeno altri 100 milioni di individui sia legato indirettamente alla loro produzione.

Info:
https://sinistrainrete.info/marxismo/22910-massimo-maggini-introduzione-a-il-capitale-mondo.html
https://anatradivaucanson.it/introduzioni/introduzione-a-il-capitale-mondo
https://www.ambienteweb.org/2022/05/21/sinistrainrete-joe-galaxy-il-capitale-mondo-sguardo-su-globalizzazione-complottismi-e-dintorni/
https://ilmanifesto.it/se-la-critica-di-valore-e-denaro-conta-piu-della-lotta-di-classe

Economia di mercato/Chomsky

Noam Chomsky – Le dieci leggi del potere. Requiem per il sogno americano – Ponte alle Grazie (2017)

Guardando la televisione ci si rende conto che si spendono centinaia di milioni di dollari per plasmare consumatori disinformati che fanno scelte irrazionali: questa e’ la pubblicita’ […]
E’ ridicolo, se non tragico, pensare che le attivita’ sregolate di chi ci ha portato alla crisi attuale possano farci superare quella crisi, visto che costoro sono esonerati dal rischio di un’azione politica.
La formula magica di mangiare un pelo del cane che ti morde per guarire dall’idrofobia non e’ nulla al confronto di quella per cui ci si convince che i detentori di potere e privilegi porranno rimedio al degrado da essi stessi generato.
Fino a quando la politica rimarra’ un’ombra proiettata sulla societa’ dai grandi interessi economici, l’attenuarsi di quell’ombra non cambiera’ la materia da cui proviene.
L’unico rimedio e’ un’azione politica nuova fondata sugli interessi e le realta’ sociali.

Info:
http://www.archiviostorico.info/libri-e-riviste/8738-le-dieci-leggi-del-potere
https://www.parliamodisocialismo.it/2021/12/08/le-dieci-leggi-del-potere-requiem-per-il-sogno-americano/
https://www.anobii.com/books/le-dieci-leggi-del-potere.-requiem-per-il-sogno-americano/9788833311272/0221bd0ebc7778df6c/reviews

Economia di mercato/Chomsky

Noam Chomsky – Così va il mondo – Piemme (2017)

“– Il 95% degli americani pensa che le corporation dovrebbero ridurre i loro profitti per offrire maggiori benefici a chi vi lavora e alle comunita’ all’interno delle quali gestiscono i loro affari.
Il 70% pensa che il business abbia troppo potere, e piu’ dell’80% reputa che i lavoratori non abbiano abbastanza voce in capitolo sulle politiche economiche del paese, che l’intero sistema economico sia iniquo e che fondamentalmente il governo non funzioni come dovrebbe poiche’ opera in favore dei ricchi.
– Le corporation – il piu’ vasto sistema di potere dell’Occidente – ottengono concessioni dai singoli stati, quindi esistono i meccanismi legali per revocare tali licenze e porle sotto il controllo dei lavoratori o della comunita’. Questo richiederebbe un ruolo veramente democratico dell’opinione pubblica ma si tratta di una cosa che non e’ mai avvenuta nell’ultimo secolo. In ogni caso i diritti delle corporation sono stati concessi a esse da tribunali e avvocati e non dai legislatori, di conseguenza quel sistema di potere potrebbe essere sgretolato molto rapidamente.
Naturalmente, il sistema, una volta istituito, non puo’ essere smantellato ricorrendo semplicemente a cavilli giuridici. Si devono costruire le alternative sia all’interno dell’economia esistente, sia nelle menti dei lavoratori e delle comunita’. La questione che viene posta va dritta al cuore dell’organizzazione socioeconomica, della natura del potere decisionale, del suo controllo, nonche’ dei diritti umani fondamentali.
– Dal momento che il governo e’ in una certa misura, o quantomeno potenzialmente, controllato dalla gente, anch’esso puo’ essere modificato.
– Circa due terzi di tutte le transazioni finanziarie dell’economia globalizzata avvengono in aree dominate dagli Stati Uniti, dal Giappone e dall’Europa. Queste sono tutte aree dove – almeno in linea di principio – esistono gia’ i meccanismi che potrebbero permettere al pubblico di controllare tali processi.
La gente ha bisogno di organizzazioni e movimenti per poter realizzare tutto questo.

Info:
https://www.lapoesiaelospirito.it/2017/09/15/noam-chomsky-cosi-va-il-mondo/
https://www.ibs.it/cosi-va-mondo-libro-vari/e/9788856626674

Geoeconomia/Termini

Valeria Termini – Energia. La grande trasformazione – Laterza (2020)

Il Novecento e’ stato il secolo del petrolio e del dollaro: entrambi hanno segnato il predominio degli Stati Uniti dopo la seconda guerra mondiale.
Il loro ruolo nel mondo ha corrisposto l’uno alla capacità delle multinazionali statunitensi di controllare la filiera petrolifera, per lo piu’ sostenute dal governo; l’altro alla guida valutaria americana, fondata a Bretton Woods nel 1944 intorno a regole globali costruite sulla centralita’ del dollaro. Entrambi sono stati alimentati da hard power (la forza militare) e soft power (l’egemonia del modello americano) degli Stati Uniti […]
Dopo i conflitti degli ultimi decenni, il petrolio ha iniziato a perdere terreno, via via affiancato dalle nuove fonti rese disponibili dall’innovazione tecnologica, efficienti, meno inquinanti ed economicamente convenienti; quanto al dollaro, si e’ iniziata a ridurre lentamente la sua centralita’ indiscussa e univoca a partire dalle transazioni commerciali, tra le quali i flussi di petrodollari avevano giocato un ruolo essenziale.
La grande crisi del nuovo millennio (2008-2009) con epicentro nei flussi finanziari in dollari, l’emergere di contrasti gestiti dalla presidenza americana in modo non cooperativo con potenze rivali – la Cina, fra tutte, che si pone al centro di un nuovo asse di sviluppo alternativo – e da ultimo ma di rilievo la riduzione del soft power statunitense fanno intravedere la possibilita’ di un futuro multipolare, rispecchiato anche nelle valute e nelle nuove risorse utilizzate

Info:
https://www.laterza.it/images/stories/pdf/9788858138823_TERMINI%201.pdf
https://www.laterza.it/images/stories/pdf/9788858138823_TERMINI%203.pdf
https://www.pandorarivista.it/articoli/energia-la-grande-trasformazione-di-valeria-termini/

Economia di mercato/Kurz

Robert Kurz – Il capitale mondo. Globalizzazione e limiti interni del moderno sisitema produttore di merce – Meltemi (2022)

Nel suo sviluppo l’esportazione di capitale tradizionale rispettava qualcosa come un principio di costruzione modulare.
Ad esempio, quando Volkswagen, negli anni Settanta, esportava i suoi capitali negli USA o in Brasile, lo faceva costituendo in questi paesi una struttura aziendale per la produzione di automobili pressoche’ identica a quella originaria. Si trattava di investimenti per l’espansione aziendale nel contesto di un’espansione globale del capitale […]
L’esportazione di capitale si traduceva quindi nell’espansione meccanica di questa o quella compagnia […]
Il nuovo processo della globalizzazione, a partire dagli anni Ottanta, ha superato questa forma primordiale […] l’esportazione di capitale si è trasformata in una funzione della razionalizzazione aziendale.
Non si tratta piu’ di investimenti finalizzati all’espansione dell’impresa bensi’ di investimenti per la razionalizzazione, collegati alla chiusura di attivita’ aziendali e ai licenziamenti di massa.
E’ una differenza decisiva rispetto alla vecchia esportazione di capitale secondo il principio dell’architettura modulare che poteva ancora avere luogo nel contesto di un’espansione globale del capitale. Ed e’ proprio in questa fondamentale funzione razionalizzatrice che consiste la sua nuova qualita’

Info:
https://sinistrainrete.info/marxismo/22910-massimo-maggini-introduzione-a-il-capitale-mondo.html
https://anatradivaucanson.it/introduzioni/introduzione-a-il-capitale-mondo
https://www.ambienteweb.org/2022/05/21/sinistrainrete-joe-galaxy-il-capitale-mondo-sguardo-su-globalizzazione-complottismi-e-dintorni/
https://ilmanifesto.it/se-la-critica-di-valore-e-denaro-conta-piu-della-lotta-di-classe

Economia di mercato/Chomsky

Noam Chomsky – Così va il mondo – Piemme (2017)

Nessuna corporation vuole un libero mercato: quello che vogliono e’ il potere […]
Lo chiamano “libero scambio” ma il suo effetto concreto e’ di concentrare il potere. Le grandi multinazionali vogliono ridurre la liberta’ minando il funzionamento democratico degli stati in cui hanno sede e allo stesso tempo assicurarsi che il governo sia abbastanza forte da proteggerle e sostenerle.
Questa e’ l’essenza di quella che talvolta io definisco “dottrina di mercato realmente esistente”.
Se si esamina con attenzione l’intera storia del moderno sviluppo economico, scopriremo che, praticamente senza eccezioni, i fautori dei “liberi mercati” pretendono che questi siano applicati ai poveri e alle classi medie, ma non certo a loro stessi.
Il governo copre i costi delle corporation, le protegge dai rischi del mercato e lascia che intaschino i profitti

Info:
https://www.lapoesiaelospirito.it/2017/09/15/noam-chomsky-cosi-va-il-mondo/
https://www.ibs.it/cosi-va-mondo-libro-vari/e/9788856626674