Lavoro/Feltri

10 rivoluzioni nell’economia reale (che in Italia ci stiamo perdendo) – Stefano Feltri – Utet (2024)

Che ci sia qualcosa di diverso nel rapporto con il lavoro lo percepiamo un po’ tutti: a un certo punto ci siamo trovati circondati di storie di persone che hanno lasciato posizioni ben pagate per seguire qualche passione poco remunerativa o, al contrario, di ragazzi e ragazze che hanno rifiutato condizioni di lavoro degradanti e hanno preferito il rischio della disoccupazione piuttosto che piegarsi a richieste inaccettabili.
Su TikTok ha avuto un breve momento di gloria l’hashtag #lazygirljob: giovani donne della Generazione Z che raccontavano di preferire lavori senza prospettive di carriera ma a basso stress rispetto all’eterna gavetta con prospettive incerte e molte ansie che richiedono i percorsi di carriera di solito piu’ ambiti […]
L’ideale del lazy job non riguarda tanto lo scarso impegno – per il quale sono emersi altri eufemismi tipo quiet quitting, le “dimissioni silenziose” – quanto il limitato investimento emotivo, che puo’ derivare da una valutazione razionale di cosa realisticamente ci si attende dalla parte della vita dedicata al lavoro.
Se la dedizione alla carriera non promette altro che frustrazioni e redditi deludenti, non e’ meglio indirizzare le proprie energie altrove?
Magari su una vita con minori disponibilita’ economiche, ma anche con meno stress e piu’ tempo libero.

Info:
https://www.startmag.it/mondo/feltri-economia/
https://appunti.substack.com/p/dieci-rivoluzioni

https://www.settimananews.it/libri-film/raccontare-il-cambiamento/

Finanziarizzazione/Volpi

I padroni del mondo – Alessandro Volpi – Laterza (2024)


Elon Musk e’ l’uomo piu’ ricco del mondo con un patrimonio di 185 miliardi di dollari […]
Ha portato Tesla a valere oltre mille miliardi di dollari. Dunque, un genio.
In realta’ e’ stata la finanza a costruire questo miracolo di genialita’. Tesla, infatti, vende circa un milione di auto e vale, appunto, mille miliardi in Borsa, mentre Volkswagen, che di auto ne produce quasi 10 milioni, vale un decimo.
Qualcosa non torna. L’enigma si chiarisce tenendo presente che l’andamento del titolo Tesla e’ stato sapientemente pilotato dai grandi fondi, come Vanguard, che e’ il secondo azionista della societa’ di Musk.
Se serve, i fondi comprano il titolo e convincono gli investitori che esso salira’ ancora, spingendoli a comprare per accrescere la capitalizzazione. Una prassi, questa, che ha funzionato molto quando lo scoppio della pandemia ha provocato la crisi di numerosi titoli. Poi, magari, gli stessi fondi corroborano questa spinta con altri mezzi. Il titolo Tesla, ad esempio, si e’ impennato dopo l’annuncio di voler noleggiare auto elettriche da parte di Hertz (non a caso acquistata da un grande fondo pronto a comprare azioni Tesla). Mentre Elon Musk si prepara a sostenere la campagna.

Info:
https://www.thedotcultura.it/alessandro-volpi-ecco-chi-sono-i-padroni-del-mondo/
https://valori.it/fondi-padroni-mondo-libro-alessandro-volpi/

https://altreconomia.it/chi-controlla-i-padroni-del-mondo/
https://sbilanciamoci.info/i-fondi-dinvestimento-padroni-del-mondo/

Economia di mercato/Balzano

Il salario minimo non vi salverà – Savino Balzano – Fazi 2024

Con la libera circolazione dei capitali [nell’Unione Europea] e’ stato messo in piedi un vero e proprio sistema concorrenziale tra gli Stati membri, costringendoli a farsi letteralmente la guerra (altro che garanzia di pace) sul piano economico per attirare i capitali.
Esiste un solo modo per farlo: abbassare la pressione fiscale e, in un sistema che di fatto ha privato gli Stati membri della possibilita’ di perseguire politiche espansive attraverso strumenti fiscali e soprattutto monetari, questo non puo’ che significare il taglio degli investimenti e dello Stato sociale.
Ovviamente cio’ indebolisce la domanda interna e costringe di fatto a virare verso un’economia orientata alle esportazioni (non a caso la circolazione delle merci e’ libera) nella quale, in assenza di una politica degli investimenti, si puo0 rincorrere la competitivita’ solo attraverso la riduzione del costo del lavoro.
Detto in altre parole e piu’ semplicemente: per attirare quei capitali devi abbassare tasse e imposte e, venuto meno quel gettito e non potendo stampare moneta, sarai costretto a tagliare la spesa pubblica e quindi i servizi e il welfare, impoverendo le persone. Svuotando le tasche della gente, quest’ultima non sara’ in grado di acquistare beni e servizi di qualita’ che quindi si dovranno esportare. Per renderli competitivi nel mercato globale dovranno essere a buon mercato e dunque sara’ necessario falcidiare i salari di chi li produce.

Info:
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2024/02/balzano-la-verita.pdf?
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2024/05/balzano-il-giornale.pdf?

https://www.ildiariodellavoro.it/il-salario-minimo-non-vi-salvera-di-savino-balzano-fazi-editore/

Capitalismo/Rodhes

Capitalismo Woke. Come la moralita’ aziendale minaccia la democrazia – Carl Rodhes – Fazi (2023)

Minare le cause politiche serie definendole woke e’ un modo per fiaccare l’opposizione allo status quo politico.
L’uso dell’etichetta “woke” assolve una funzione decisamente conservatrice: protegge dalle critiche le strutture del potere esistente, dimodoche’ esse non debbano affrontare alcuna sfida reale.
Questa rielaborazione del wokismo, inteso come un agire superficiale, egoista, moralista e ipocrita, raggiunge uno dei suoi parossismi allorche’ si parla di affari e capitalismo […]
Difatti, visto il suo utilizzo sempre piu’ diffuso nella lingua inglese a partire dalla meta’ del decennio scorso, non ci e’ voluto molto perche’ l’aggettivo “woke” venisse attribuito anche alle aziende che sostengono pubblicamente cause socialmente progressiste.
E il risultato e’ stato tutt’altro che positivo, considerato il modo in cui i critici reazionari hanno messo alla berlina quelle imprese. “Capitalismo woke” e’ divenuto la parola chiave per etichettare il numero sempre maggiore di aziende, soprattutto multinazionali, che si pongono a favore dei movimenti sociali e che utilizzano questo loro schierarsi nelle proprie campagne di informazione e pubblicitarie.
Queste mega aziende vengono pertanto accusate di woke washing: una pratica di marketing e pubbliche relazioni con cui le grandi imprese sperano che, associandosi a cause politiche piu’ che giuste, otterranno il favore dei clienti e, in ultima analisi, un guadagno commerciale.

Info:
https://www.micromega.net/capitalismo-woke/
https://maremosso.lafeltrinelli.it/interviste/capitalismo-woke-libro-carl-rhodes

https://www.centromachiavelli.com/2023/12/23/capitalismo-woke-recensione/
https://www.lafionda.org/2023/11/24/capitalismo-woke/
https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/12/26/capitalismo-woke-guardiamoci-bene-dalle-cause-che-trasformano-la-moralita-in-profitto/7391473/
https://www.corriere.it/economia/opinioni/23_febbraio_27/risveglio-capitalismo-filosofia-woke-che-addormenta-utili-521a9a10-b698-11ed-9695-a3af2d07bb2a.shtml
https://www.corriere.it/economia/opinioni/23_febbraio_27/risveglio-capitalismo-filosofia-woke-che-addormenta-utili-521a9a10-b698-11ed-9695-a3af2d07bb2a.shtml

Lavoro/Sanders

Sfidare il capitalismo – Bernie Sanders – Fazi (2024)

Nell’odierna cultura dei media e della politica, il lavoro e’ trattato come qualcosa di “scontato” e raramente discusso in maniera significativa, come invece sarebbe necessario.
Il lavoro, in larga misura, definisce chi siamo, qual’e’ il nostro status e quali sono i nostri amici.
Molti di noi trascorrono piu’ tempo al lavoro che con le rispettive famiglie. Il lavoro ha la capacita’ di renderci felici e soddisfatti o, al contrario, depressi e ansiosi.
Il vero dibattito non e’ se la gente andra’ a lavorare o no. Il vero dibattito e’ se saremo in grado di dire «Voglio andare a lavorare» anziche’ «Devo andare a lavorare» […]
Le persone vogliono essere produttive e incidere positivamente sulla vita dei loro familiari, dei loro amici, dei loro vicini e, in definitiva, sul loro paese e sul mondo.
Il lavoro e’ una manifestazione di questo desiderio. E’ vero per un custode. E’ vero per un insegnante. E’ vero per il presidente degli Stati Uniti […]
A prescindere dal tipo di mestiere, ciascuno di noi da’ il meglio di se’ quando fa un lavoro gratificante.
Ci sentiamo bene quando sappiamo di dare un contributo alla nostra comunita’ e quando siamo messi nelle condizioni di trovare modi piu’ creativi ed efficaci di offrire questo contributo.

Info:
https://maremosso.lafeltrinelli.it/recensioni/sfidare-il-capitalismo-bernie-sanders-libro

https://cultura.tiscali.it/libri/articoli/sfidare-capitalismo-sanders-manifesto-sinistra/
https://othersouls.it/sfidare-il-capitalismo-un-viaggio-verso-lequita-sociale/https://www.marx21.it/cultura/sfidare-il-capitalismo-bernie-sanders/

Finanziarizzazione/Volpi

I padroni del mondo – Alessandro Volpi – Laterza (2024)

[Lo] strumento utilizzato per realizzare la privatizzazione – e la conseguente finanziarizzazione con l’intervento decisivo dei grandi fondi finanziari – e’ stato e continua ad essere costituito dalle societa’ a cui sono stati affidati i servizi pubblici locali, le cosiddette multiutility.
Con questo termine decisamente smart si qualifica il risultato del processo di sostanziale accorpamento di monopoli naturali trasferiti dal pubblico al privato e soprattutto guidati da una logica finanziaria per cui l’obiettivo assolutamente prioritario sono i dividendi e i prezzi dei titoli, assai piu’ rilevanti rispetto alla qualita’ e al godimento universale di tali servizi.
Numerose di queste societa’, negli ultimi vent’anni, sono state quotate in Borsa e pesano ormai a tal punto da disporre di un proprio indice dedicato.
Le cento principali multiutility italiane hanno un valore pari all’8,5% del Pil nazionale, oltre 150 miliardi di euro, e tra il 2019 e il 2021 hanno visto crescere il valore della loro produzione del 18,6%. Di questo centinaio di societa’, la gran parte ha il monopolio del settore idrico e di quello dei “servizi ambientali”: coprono infatti la quasi totalita’ delle vendite di elettricita’, il 63% dei volumi del gas, il 67% dell’acqua e il 43% dei rifiuti urbani raccolti.
Una quindicina di multiutility supera il miliardo di euro di ricavi e praticamente tutte hanno beneficiato del forte rialzo del prezzo dell’energia. In estrema sintesi, negli ultimi vent’anni i servizi idrici, i trasporti, la distribuzione dell’energia, la gestione del ciclo dei rifiuti sono stati ceduti dalle amministrazioni locali a societa’ esterne, prima partecipate del tutto dalle amministrazioni stesse e poi sempre più caratterizzate dalla presenza di capitale privato […]
Il passaggio ulteriore e’ stato quello dell’approdo in Borsa, che ha definitivamente cambiato la natura delle medesime societa’ ponendole sotto l’insindacabile giudizio degli andamenti del mercato finanziario, facile preda della speculazione.
Le multiutility possono cosi’ pagare dividendi robusti ai propri azionisti perche’ il rendimento dei titoli e’ la preoccupazione principale di tali societa’, altamente finanziarizzate, dove spesso pubblico e privato convivono.
L’ossessiva ricerca dei dividendi tuttavia avviene, non di rado, a discapito dei servizi e persino dei conti stessi.

Info:
https://www.thedotcultura.it/alessandro-volpi-ecco-chi-sono-i-padroni-del-mondo/
https://valori.it/fondi-padroni-mondo-libro-alessandro-volpi/

https://altreconomia.it/chi-controlla-i-padroni-del-mondo/
https://sbilanciamoci.info/i-fondi-dinvestimento-padroni-del-mondo/

Economia di mercato/Tozzi

Dopo il turismo – Lucia Tozzi – Nottetempo (2020)

Il turismo e’ la piu’ feroce delle industrie neoliberiste, equivale secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale del Turismo (UNWTO) al 10% del PIL globale e occupa il 10% dei lavoratori mondiali.
E non solo: nel calcolo dei volumi d’affari del turismo globale non rientrano solo gli spostamenti legati al tempo libero, ma tutti gli spostamenti. Viaggi di lavoro, di studio, di svago, per ragioni di salute, pellegrinaggi, visite ai parenti, persino migrazioni. Tutto conta, ogni arrivo nazionale e internazionale, ogni notte in albergo o in B&B, ogni ingresso al museo va inteso materialisticamente come turismo.
Turistificazione e globalizzazione non sono due processi paralleli, sono quasi interamente sovrapponibili: ideologia e industria del movimento.
Il manager che fa avanti e indietro da Wuhan e il ventenne che gira per festival techno, da questo punto di vista, hanno la stessa funzione.
Le citta’ possono competere per cose apparentemente diverse come diventare sede di un’agenzia governativa o aggiudicarsi un grande evento, ma gli obiettivi appartengono alla stessa costellazione: generare mobilita’, attrarre persone e fondi pubblici e privati.

Info:
https://www.nazioneindiana.com/2020/06/18/dopo-il-turismo/
https://www.leparoleelecose.it/?p=38728
https://www.sololibri.net/Dopo-il-turismo-Lucia-Tozzi-ebook-gratuito-semi-nottetempo.html

Capitalismo/Streeck

Globalismo e democrazia – Wolfgang Streeck – Feltrinelli (2024)


L’obiettivo della rivoluzione neoliberale degli anni settanta era il superamento della crisi di stagnazione del capitalismo, in conseguenza anche delle maggiori richieste di una classe operaia piu’ consapevole di se’, sostenuta nelle sue istanze dalla politica di piena occupazione degli stati.
Il calo dei profitti nei paesi trainanti del capitalismo fu accompagnato da un aumento dell’inflazione e da una crescente domanda di intervento dei sistemi di sicurezza sociale.
L’insieme di tali fattori ha indebolito la disponibilita’ di investimento e deposito dei capitali. Conseguenza di tutto questo fu a sua volta una maggior disoccupazione […]
Il passaggio a una politica economica neoliberista negli anni ottanta rappresento’ un tentativo di rivitalizzazione del capitalismo mediante il disciplinamento della forza lavoro, che in quell’epoca poteva contare sulla tutela di sistemi sociali nazionali.
In vista di tale scopo fu predisposta non solo una ristrutturazione delle politiche sociali, salariali e del mercato del lavoro, ma anche una nuova economia estera di tipo liberale e non piu’ keynesiano.
Con la fine del comunismo negli anni novanta, tale cambiamento fu promosso e portato avanti su un ampio fronte sotto il nome di globalizzazione, come prosecuzione lineare di un lungo, naturale e inarrestabile cammino di progresso dell’umanità verso una societa’ mondiale pacifica e pacificata,unita da un comune sistema di valori universali.

Info:
https://www.fondazionedivittorio.it/lezione-streeck-limiti-potenzialita-della-ue-egemonie-planetarie-popoli-crisi
https://www.doppiozero.com/wolfgang-streeck-neoliberalismo-e-poi

https://www.corriere.it/la-lettura/24_giugno_21/come-sonnambuli-la-guerra-la-lettura-anteprima-nell-app-1af31e72-2fe1-11ef-8a97-996e27b017a2.shtml
https://ilmanifesto.it/uneuropa-svizzera

Finanziarizzazione/Volpi

I padroni del mondo – Alessandro Volpi – Laterza (2024)


Appare indispensabile, in assenza di risorse, “spostare” i servizi prima coperti dallo Stato attraverso la spesa pubblica verso il settore privato: in parole semplici, i cittadini e le cittadine dovranno dotarsi di assicurazioni private che coprano i servizi non piu’ garantiti dallo Stato stesso […]
Le dimensioni di questo fenomeno di spostamento verso il privato e le sue polizze finanziarie sono ormai assai chiare nel campo pensionistico in misura ancora maggiore rispetto a quello sanitario.
Nel giugno 2023 e’ stata presentata la relazione della Commissione di vigilanza sui fondi pensione che contiene vari elementi interessanti a riguardo. In primo luogo emerge che i titolari di una pensione integrativa sono 9,2 milioni, quindi una parte rilevantissima della popolazione italiana, con una prevalenza degli uomini rispetto alle donne. Il patrimonio complessivo gestito da tali fondi, che sono poco piu’ di 300, ammonta a quasi 206 miliardi di euro; dunque una cifra davvero consistente.
Uno degli aspetti piu’ significativi e’ costituito dalla destinazione di tali risorse che, come e’ ben chiaro, sono indirizzate in parte molto limitata all’economia del nostro paese. Si dirigono verso il debito pubblico italiano infatti solo 26 miliardi di euro, che rappresentano una porzione decisamente contenuta degli impieghi complessivi verso i titoli di Stato e verso le obbligazioni. In altre parole i fondi pensione italiani comprano, in stragrande maggioranza, titoli del debito di altri paesi e obbligazioni estere, non di rado messe in circolazione dai grandi fondi finanziari internazionali […]
Il futuro pensionato che ormai si trova coinvolto nel sistema dei fondi pensione sia per propria scelta, dettata non di rado dalla scarsa consistenza dei suoi contributi stipendiali, sia per effetto del “silenzio assenso” previsto dai contratti nazionali di categoria sta diventando, a tutti gli effetti, un soggetto finanziarizzato, legato assai poco all’economia del proprio paese e dipendente dagli andamenti dei mercati speculativi che non sempre peraltro vanno bene.

Info:
https://www.thedotcultura.it/alessandro-volpi-ecco-chi-sono-i-padroni-del-mondo/
https://valori.it/fondi-padroni-mondo-libro-alessandro-volpi/

https://altreconomia.it/chi-controlla-i-padroni-del-mondo/
https://sbilanciamoci.info/i-fondi-dinvestimento-padroni-del-mondo/

 

Economia di mercato/Palermo

l mito del mercato globale. Critica delle teorie neoliberiste – Giulio Palermo – Manifestolibri (2004)

Il problema della produzione capitalistica non e’ tanto la minimizzazione dei costi di produzione (quella puo’ sempre ottenersi comprimendo i salari), quanto piuttosto la vendita dei prodotti.
Le piu’ grandi battaglie commerciali (e molte delle guerre militari) sono fatte per assicurarsi il controllo dei mercati dove vendere i prodotti (oltre che, naturalmente dove trovare le materie prime necessarie alla produzione).
E cosi’ si continua ad investire nella produzione dei beni che hanno sbocco tra quelli che hanno il potere d’acquisto (continuando a forzarne il ritmo di assorbimento), ma non si producono quei beni che servirebbero a quelli che tanto non possono pagare.
La sovrapproduzione capitalistica investe interi settori. I prodotti tecnologici hanno dei costi di produzione troppo bassi per giustificare gli alti prezzi a cui vengono venduti. Il computer che oggi ti vendono a caro prezzo decantandone le proprieta’ tecnologiche sara’, nel giro di un anno, insultato dagli stessi venditori come reperto archeologico incompatibile con tutti i nuovi progressi della tecnologia […]
Il mercato dell’automobile dei paesi avanzati e’ saturo ormai da decenni: tutti quelli che possono permetterselo ne hanno una o piu’, eppure, nella piu’ assoluta miopia, se ne continuano a produrre sempre di nuove, pur nella consapevolezza che il trasporto privato, proprio per ragioni di efficienza e di sostenibilita’, non puo’ che avere vita difficile.