Stato/Dardot

La nuova ragione del mondo. Critica della razionalità neoliberista. Nuova edizione – Pierre Dardot, Christian Laval – Derive Approdi (2019)

La missione dello Stato non e’ piu’ tanto quella di assicurare l’integrazione dei diversi livelli della vita collettiva, quanto conformare le societa’ ai vincoli della concorrenza mondiale e della finanza globale.
La gestione della popolazione cambia di significato e di metodo.
Mentre nel periodo fordista l’idea predominante era (secondo la formula consacrata) «accordo tra efficienza economica e progresso sociale» nel quadro di un capitalismo nazionale, la popolazione oggi e’ percepita soltanto come una «risorsa» per le imprese secondo un’analisi costi-benefici.
La politica, che per inerzia semantica definiamo ancora «sociale», non segue piu’ la logica della ripartizione dei guadagni di produttivita’, destinata a mantenere un livello della domanda abbastanza alto per gli sbocchi della produzione di massa. Essa, piuttosto, mira a massimizzare l’utilita’ della popolazione, accrescendone l’impiegabilita’ e la produttivita’, e assottigliandone i costi tramite politiche sociali di un nuovo genere che consistono nell’indebolire il potere di negoziazione dei sindacati, nel degradare il diritto del lavoro, nel ridurre il costo della manodopera, l’ammontare delle pensioni e la qualita’ della previdenza sociale; il tutto in nome dell’«adattamento alla globalizzazione».
Lo Stato, dunque, non abbandona il proprio ruolo in materia di gestione della popolazione, ma il suo intervento non risponde piu’ agli stessi imperativi e alle stesse spinte. Al posto dell’«economia del benessere», che concentrava gli sforzi sull’accordo tra progresso economico e distribuzione equa dei frutti della crescita, la nuova logica considera le popolazioni e gli individui dal punto di vista piu’ angusta del loro contributo e del loro costo nella competizione mondiale.

Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/la-nuova-ragione-del-mondo-di-pierre-dardot-e-christian-laval/
https://ilmanifesto.it/la-trappola-del-capitale-umano
https://www.dianoia.it/public/rcs/rcs_21_34.pdf
https://www.leparoleelecose.it/?p=13014

Societa’/Magatti

Supersocieta’ – Chiara Giaccardi; Mauro, Magatti il Mulino (2022)

Dopo che la proletarizzazione consumeristica ha provocato una perdita di saper fare, ora la digitalizzazione, interferendo con i processi di attenzione, di apprendimento, di disidentificazione e critica, favorisce una perdita di «saper pensare».
Nella societa’ digitalizzata, il cervello e’ costantemente stimolato. Potenzialmente, una condizione favorevole.
Basta guardare i ragazzi di oggi per vedere quanto riescono a essere smart. A differenza dei piu’ senior, i nativi digitali sono multitasking, veloci, plastici.
La disponibilita’ di un accesso immediato alla memoria esterna, unito alla straordinaria capacita’ di elaborazione e trasmissione offerta dal digitale, apre opportunita’ straordinarie: mai gli esseri umani hanno avuto la possibilita’ di poter accedere immediatamente e a costo zero a tante informazioni e conoscenze.
Tuttavia, questo guadagno non e’ senza perdite.
Come imparare a trasformare questo patrimonio in sapere rimane ancora da capire. E, d’altra parte, e’ ormai evidente che gli effetti collaterali di questa ipersollecitazione si producono soprattutto sulla memoria e l’attenzione.
L’accelerazione della comunicazione rende difficile ogni sedimentazione. La memoria si sbriciola, anche perche’ il supporto digitale la rende sempre meno essenziale: il passato, la tradizione, l’esperienza non servono piu’ nel momento in cui tutto cambia velocemente, oltre a essere sempre reperibile sulla rete.
E di conseguenza viene meno il senso di essere parte di una storia, di un mondo.
La dimenticanza, lo sappiamo, porta a ripetere gli errori gia’ commessi, nell’illusione di poter ricominciare ogni volta da capo, scrivendo su una tabula rasa. Dato che tutto e’ ugualmente a portata di mano, tutto finisce anche con l’essere equivalente […]
Non c’e’ nessuna possibilita’ di procedere sensatamente nella direzione indicata dal nuovo ambiente tecnologico (digitalizzazione) e dalla nuova consapevolezza planetaria (sostenibilita’) senza una revisione profonda dei processi educativi e formativi.
Il tema del passaggio generazionale oggi sta tutto qua: a partire dal riconoscimento dell’inadeguatezza di un modo di pensare che, innovando e specializzando, aumenta le possibilita’ di vita ma insieme l’entropia, quali sono le condizioni per consegnare alle nuove generazioni la responsabilita’ di un nuovo pensiero e di una nuova forma di azione all’altezza della complessita’ in cui viviamo?

Info:
https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/siamo-entrati-nella-supersociet-diventeremo-stupidi-o-pi-liberi
https://www.bioeticanews.it/il-libro-supersocieta-di-c-giaccardi-e-m-magatti/
https://www.pandorarivista.it/pandora-piu/liberta-nella-supersocieta/
https://www.c3dem.it/supersocieta-un-libro-di-magatti-e-giaccardi/
https://www.recensionedilibri.it/2022/06/16/giaccardi-magatti-supersocieta-ha-ancora-senso-scommettere-sulla-liberta/
https://ildomaniditalia.eu/la-super-societa-e-la-scommessa-sulla-liberta-in-un-saggio-di-chiara-giaccardi-e-mauro-magatti-recensione-sullosservatore-romano/

Stato/Jappe

Le avventure della merce – Anselm Jappe – Mimesis (2023)

Lo Stato moderno e’ creato dalla logica della merce.
E’ l’altra faccia della merce; i due sono legati tra loro come due poli inseparabili. Il loro rapporto e’ cambiato molte volte lungo la storia del capitalismo, ma sarebbe un grave errore farsi trascinare dall’attuale polemica dei neo-liberali contro lo Stato (che e’ d’altra parte smentita dalle loro pratiche, quando sono al timone) a credere che il capitale abbia un’avversione particolare per lo Stato.
Tuttavia, il marxismo del movimento operaio e quasi tutta la sinistra hanno sempre puntato sullo Stato, a volte fino al delirio, prendendolo per il contrario del capitalismo.
La critica contemporanea del capitalismo neoliberale evoca di sovente un “ritorno dello Stato”, unilateralmente identificato con lo Stato-provvidenza dell’epoca keynesiana.
In realta’, e’ stato il capitalismo stesso a ricorrere massicciamente allo Stato e alla politica nella fase del suo insediamento (tra il XV e la fine del XVIII secolo) e a continuare a farlo dovunque le categorie capitaliste non fossero ancora state introdotte – i paesi in ritardo dell’est e del sud del mondo nel corso del XX secolo.
Infine, vi ricorre sempre e dappertutto nelle situazioni di difficolta’.
E’ soltanto nei periodi in cui il mercato sembra reggersi sulle proprie gambe, che il capitale vorrebbe ridurre i faux frais implicati da uno Stato forte.

Info:
https://ilmanifesto.it/se-la-critica-di-valore-e-denaro-conta-piu-della-lotta-di-classe
https://sinistrainrete.info/marxismo/25682-anselm-jappe-alcuni-punti-essenziali-della-critica-del-valore.html
https://www.sinistrainrete.info/marxismo/29578-roswitha-scholz-critica-del-valore-alla-vecchia-maniera-commenti-sul-conservatorismo-di-sinistra-di-anselm-jappe.html

Societa’/Serughetti

La società esiste – Giorgia Serughetti – Laterza (2023)


Due tendenze parallele che disegnano il panorama politico attuale nel mondo euroamericano: la crisi di una sinistra che si riconosce sotto il vessillo del progresso, da una parte; l’avanzata di una destra culturalmente reazionaria e socialmente conservatrice, dall’altra.
Negli ultimi anni, la nostalgia ha dato il tono all’offerta politica delle forze populiste di destra in molti paesi del mondo. Dal «Make America Great Again» di Donald Trump, a «Reconquete», il nome scelto da Eric Zemmour per promettere il ritorno alla grandeur francese, allo slogan «Take Back Control» dei sostenitori del Leave nel referendum sulla Brexit.
Il 25 settembre 2022, a Roma, nella notte della vittoria della destra delle elezioni politiche, Giorgia Meloni proclamava dal palco che l’«obiettivo grande», la promessa di riscatto rivolta a chi l’aveva sostenuta, era quella di «tornare a essere orgogliosi di essere italiani».
La via al futuro, in questa visione, passa dal riconoscimento di un desiderio identitario, dall’apertura di uno spazio di agibilita’ politica per affetti, vocaboli, gesti che sembravano ormai per sempre consegnati al passato.
Le forze politiche di destra rispondono dunque al desiderio di cambiamento radicale che nasce dalla «policrisi» del presente. Ma la meta che indicano non e’ nel futuro, e’ piuttosto in un sistema di simboli inteso a evocare le radici, la tradizione da conservare.
E’ nella triade valoriale «Dio, patria e famiglia», che rompe con l’idea di progresso, con la forza che ha sostenuto nell’ultimo secolo i progetti di emancipazione dalla diseguaglianza e dall’oppressione. Nella prospettiva della destra, gli avanzamenti sul terreno dei diritti delle donne, delle persone LGBTQ, delle minoranze sono non conquiste ma eccessi da rimuovere, per consentire la rifondazione di un ordine che ha radici in una presunta «natura», in cio’ che e’ senza tempo: nella famiglia «naturale»; nella patria come grande famiglia.
In questo sogno passatista si inserisce anche la fantasia […] in cui il desiderio di recuperare modelli familiari e di vita di meta’ Novecento, con le annesse gerarchie di genere, sessuali e razziali, si salda al rimpianto per un tempo caratterizzato dal consumo spensierato di energia fossile a basso costo.
Anche cosi’ si spiega la forza che assume il negazionismo climatico nella proposta identitaria dei partiti di destra. Questi sfruttano la diffidenza diffusa, soprattutto tra le classi meno abbienti, di fronte a una transizione ecologica che, si teme, presentera’ il conto soprattutto a chi si trova in una condizione socialmente e lavorativamente piu’ precaria.
Ma, anziche’ promettere di avanzare verso una transizione «giusta», negano il pericolo e prospettano il conforto di modelli di vita tradizionali.
Si comprende quanto immaginaria e immaginata sia la «casa» del cuore, la casa di un tempo, verso cui tornare. E quanto dannoso possa rivelarsi l’anelito che vi e’ rivolto, per la politica del presente.

Info:
https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/29695-patrizio-paolinelli-una-buona-societa-e-possibile.html
https://www.pandorarivista.it/articoli/la-societa-esiste-di-giorgia-serughetti/

https://www.retisolidali.it/la-societa-esiste-serughetti-serve-una-nuova-grammatica-delle-lotte/
https://www.sololibri.net/La-societa-esiste-Giorgia-Serughetti.html
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/recensioni/serughetti_fattoquot.pdf
https://www.doppiozero.com/la-verita-vi-prego-sulla-societa
https://eticaeconomia.it/la-societa-esiste/

Stato/Brown

Il disfacimento del demos – Wendy Brown . Luiss University Press (2023)

Rappresentare gli esseri umani come capitale umano ha molte ramificazioni […]
Innanzitutto siamo capitale umano non solo per noi stessi, ma anche per l’azienda, lo Stato o la costellazione postnazionale di cui siamo membri.
Quindi, anche se abbiamo il compito di essere responsabili di noi stessi in un mondo competitivo di altri capitali umani, nella misura in cui siamo capitale umano per le aziende o gli Stati che si occupano del proprio posizionamento competitivo, non abbiamo alcuna garanzia di sicurezza, protezione o persino sopravvivenza […]
Le crisi fiscali, i licenziamenti collettivi, l’esternalizzazione, la cassa integrazione e cosi’ via possono metterci in pericolo anche quando siamo investitori e imprenditori responsabili e dotati di buonsenso.
Questo pericolo incide addirittura sui bisogni essenziali, come il cibo e un tetto sulla testa, poiche’ il neoliberismo ha smantellato tutti i programmi di previdenza sociale.

Info:
https://www.equilibrielmas.it/2023/11/29/wendy-brown-il-disfacimento-del-demos-la-rivoluzione-silenziosa-del-neoliberismo-luiss-university-press-roma-2023/
https://www.dinamopress.it/news/wendy-brown-lo-svuotamento-silenzioso-della-democrazia/
https://www.ilmanifestoinrete.it/2023/07/01/per-farla-finita-con-lhomo-oeconomicus/
https://www.sinistrainrete.info/politica/27901-pierluigi-fagan-democrazia-o-barbarie.html
https://pierluigifagan.com/2024/04/16/democrazia-o-barbarie/

Societa’/Salmon

La politica nell’era dello storytelling – Christian Salmon – Fazi (2014)

Gli specialisti di ingegneria dell’informazione hanno scoperto […] che il cervello umano e’ incredibilmente capace di sintetizzare l’informazione a livello multisensoriale, quando questa gli e’ presentata in forma narrativa.
Invece di fornire le informazioni attraverso schemi, figure o liste, si creano dei racconti con l’aiuto dei computer e si impiegano a tal fine tutte le tecniche narrative sviluppate dal cinema, dal fumetto o dal romanzo.
Lo storytelling e’ un dispositivo di captazione delle attenzioni per mezzo della storia, dell’intreccio, della tensione narrativa. Non consente semplicemente di catturare l’attenzione, come fa il logo, l’immagine del marchio, ma anche di fidelizzare il pubblico, di guidare e trattenere l’ascolto grazie a veri e propri ingranaggi narrativi […]
«Siamo delle crapule romanzesche», scriveva Pierre Michon a proposito dei lettori. Potremmo dire lo stesso di noi in quanto elettori.
Fingiamo di interessarci alla crisi, al debito, alla disoccupazione, quando siamo assetati di storie, di eroi e di cattivi. Ci crogioliamo nei feuilleton politici che non hanno altro fine se non tenerci col fiato sospeso.
Seguiamo le campagne come una successione di episodi intriganti, un reality show permanente di cui i sondaggi e l’auditel misurano il successo.
Esigiamo della suspense, dei colpi di scena. Rivendichiamo la nostra dose di emozione. Siamo tutti delle Bovary dell’urna, avidi «di falsa poesia e di falsi sentimenti». Noi, il popolo romanzesco…
I politici sono diventati dei personaggi del nostro immaginario quotidiano, delle figure effimere delle nostre democrazie mediatiche. Sono i nostri presidenti.
La loro vittoria e’ la nostra. La loro follia e’ la nostra. Li vestiamo e li rivestiamo come degli avatar di Second Life o dei personaggi Playmobil. Consumiamo i nostri presidenti e li gettiamo dopo l’uso…
Tutti i sondaggi lo dimostrano. Non ci facciamo nessuna illusione sulla loro capacita’ di domare la crisi, quello che gli domandiamo e’ di incarnare un intreccio capace di tenerci sulle spine. Molto piu’ che della nostra fiducia, devono mostrarsi degni della nostra attenzione, all’altezza della storia […]
Cerchiamo racconti intimi, sorprese, rivelazioni. Intimita’ just in time. Nessun tempo morto. Emozioni a flusso costante.
L’obiettivo degli esperti di comunicazione politica e’ sincronizzare e mobilitare le emozioni. Votare e’ comprare una storia. Essere eletto e’ essere creduto. Governare e’ mantenere la suspense, applicare la gia’ citata ‘strategia di Sheherazade’.
I dettagli nauseanti sono apprezzati. Una certa volgarita’ nel tono e’ incoraggiata, rende autentiche le confessioni. Ombre e luci. Grandeur e decadenza. Trasgressione e pentimento.

Info:
https://www.repubblica.it/cultura/2014/11/24/news/christian_salmon_la_politica_prigioniera_dei_racconti_dei_suoi_leader-101287976/
https://www.ilfattoquotidiano.it/2015/02/16/politica-nellera-storytelling-renzi-linterprete-vecchia-destra-neo-liberale/1398969/

Green New Deal/Tocci

Fuori dal tunnel. Come l’Europa può suoerare la grande crisi – Nathalie Tocci – Solferino (2023)


Le scoperte tecnologiche, abbinate alle scelte contingenziali conseguenti, hanno sempre dovuto affrontare potenti resistenze al cambiamento, il che spiega la durata e la natura irregolare delle transizioni vissute in passato.
Le dimensioni degli investimenti, la forza degli interessi acquisiti degli operatori tradizionali, l’esistenza di reti e di catene del valore consolidate, i modelli comportamentali ostinati e la disparita’ di condizioni tra i potenziali perdenti e vincitori, con i primi di solito piu’ motivati a resistere al cambiamento di quanto non lo siano i secondi a promuoverlo, hanno sempre contribuito a rallentare la transizione da un sistema energetico a un altro nel corso della storia […]
Con la maggiore disponibilita’ e il calo dei costi delle tecnologie pulite, la decarbonizzazione avra’, economicamente parlando, sempre piu’ senso negli anni a venire.
La nostra transizione si compira’ dunque, proprio come le altre sono avvenute in passato. E come le precedenti, anche questa sara’ cumulativa e non sostitutiva per molto tempo.
In altre parole, il mondo si decarbonizzera’ progressivamente, con una crescente penetrazione delle fonti rinnovabili e delle tecnologie decarbonizzate, mentre continueremo a consumare gli idrocarburi.

Info:
https://elastica.eu/speakers/nathalie-tocci/
https://www.pandorarivista.it/event_listing/l-europa-nella-crisi-conflitti-energia-sicurezza-con-donato-bendicenti-e-nathalie-tocci/

 

Societa’/Magatti

Supersocieta’. Ha ancora senso scommettere sulla liberta’? – Chiara Giaccardi; Mauro, Magatti – il Mulino (2022)

La sostenibilita’ ora pone una questione che riguarda un bene comune, che e’ un fine collettivo.
Abbiamo dunque un problema: come concordare su questa priorita’. Cio’ significa, per esempio, convenire sul fatto che il livello di benessere immediato non puo’ minacciare la salvaguardia futura della vita.
Il che implica fare i conti con percezioni, interessi, paure, visioni del mondo divergenti, per tentare di trovare un accordo sui tempi e i modi della transizione.
Chiunque abbia il senso della complessita’ dei nostri mondi sociali si rende conto di quanto ardua sia questa operazione […]
E’ questo, in fondo, il nervo scoperto della sostenibilita’: e’ realistico pensare di poter arrivare al risultato facendo leva solo sull’intelligenza diffusa, la responsabilita’, la disponibilita’ di tutti a rinunciare a un vantaggio di breve termine per un bene futuro? Oppure l’obiettivo urgente che vogliamo raggiungere – la salvaguardia della vita sul pianeta – e’ talmente importante da giustificare una restrizione della democrazia, magari con la legittimazione scientifica e l’aiuto della regolazione tecnocratica? E, infine, quale sara’ l’impatto del percorso, difficile ma obbligato della sostenibilita’, sul rapporto tra democrazia e autocrazia nei rapporti internazionali?
L’esperienza del Covid di questi anni dovrebbe servirci da monito: se tanti sono stati i problemi e le difficolta’ nel combattere gli effetti di un solo virus, come sara’ possibile gestire la complessità associata ai giganteschi temi ambientali? E quale articolazione immaginare, allora, tra liberta’ personale e vincolo comune?

Info:
https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/siamo-entrati-nella-supersociet-diventeremo-stupidi-o-pi-liberi
https://www.bioeticanews.it/il-libro-supersocieta-di-c-giaccardi-e-m-magatti/
https://www.pandorarivista.it/pandora-piu/liberta-nella-supersocieta/
https://www.c3dem.it/supersocieta-un-libro-di-magatti-e-giaccardi/
https://www.recensionedilibri.it/2022/06/16/giaccardi-magatti-supersocieta-ha-ancora-senso-scommettere-sulla-liberta/
https://ildomaniditalia.eu/la-super-societa-e-la-scommessa-sulla-liberta-in-un-saggio-di-chiara-giaccardi-e-mauro-magatti-recensione-sullosservatore-romano/

Societa’/Stigkitz

La strada per la libertà. L’economia e la societa’ giusta – Joseph E. Stiglitz – Einaudi (2024)


Il pensiero che le persone possano essere acquistate e vendute o date a noleggio come una proprieta’ qualsiasi e’ intollerabile.
Eppure, quando giunse il momento di porre fine alla schiavitu’ nella maggior parte dei Paesi, erano gli schiavisti a essere indennizzati per la perdita dei diritti di proprieta’, non le persone in precedenza ridotte in schiavitu’.
Il fatto che qualcuno volesse indennizzare le persone che avevano sottratto il frutto del lavoro altrui, per non parlare della loro liberta’, rafforza la conclusione che la proprieta’ e’ un costrutto sociale […]
Possedere il brevetto di un medicinale salvavita mi da’ o mi dovrebbe dare il diritto di farlo pagare quanto voglio?
Gli Stati Uniti e l’Europa danno risposte differenti. Negli Stati Uniti, se il mio potere monopolistico e’ acquisito in maniera legittima, posso imporre qualsiasi prezzo io desideri. In Europa, gli abusi di posizione dominante non sono consentiti.
E’ un’altra dimostrazione del fatto che i mercati vengono definiti dalle regole imposte. In questo caso, credo sia chiaro quale sistema e’ migliore, ma e’ chiaro anche perche’ gli Stati Uniti hanno adottato il proprio.
Non perche’ dia risultati migliori. Ma perche’ in America i potenti, e in particolare le principali case farmaceutiche, hanno maggior peso nel fissare le regole.
Osservando le cose con gli occhi di qualcuno abituato alle norme europee, gli enormi extraprofitti delle case farmaceutiche americane che sfruttano il proprio potere monopolistico non hanno legittimita’ morale […]
Le regole determinano sia il funzionamento dell’economia sia la distribuzione del reddito che ne emerge […]
Ci sono molti possibili insiemi di regole e percio’ ci sono molte possibili distribuzioni di reddito in un mercato concorrenziale. Nessuno dipende dalla legge naturale e neppure dalle leggi naturali del pensiero economico, ma piuttosto dalle leggi create all’interno del nostro ordinamento politico tramite un procedimento politico a cui danno forma persone dotate di potere politico.
E’ questo il punto. Non possiamo scindere l’attuale distribuzione del reddito e della ricchezza dalla distribuzione attuale e storica del potere. Chi ha il potere tipicamente, anche se non sempre, cerca di perpetuarlo. Anche se possono appellarsi a idee di equita’ e giustizia mentre modellano le regole economiche e politiche, i potenti possono naturalmente, involontariamente o attivamente piegare quelle regole a favore dei loro interessi.

Green New Deal/Scheidler

La fine della megamacchina. Sulle tracce di una civiltà al collasso – Scheidler Fabian – Castelvecchi (2024)


L’uso industriale del carbone fossile inauguro’ una nuova era nella storia del pianeta Terra chiamata da alcuni geologi Antropocene.
In soli duecento anni le attivita’ umane, con un impatto migliaia di volte superiore al passato dovuto allo sfruttamento delle energie fossili, hanno radicalmente rimodellato la crosta terrestre, la biosfera e l’atmosfera.
Nel corso di questo processo non solo e’ stato messo in moto un enorme aumento della produzione di beni, ma, contestualmente, e’ stata innescata una delle piu’ grandi estinzioni di massa nella storia della Terra.
Mai, dai tempi delle prime alghe verdi-azzurre, piu’ di tre miliardi di anni fa, una singola specie ha cambiato la forma del pianeta in modo cosi’ profondo come l’Homo carbonicus. Mentre le alghe verdi-azzurre hanno reso possibile la diffusione della vita sulla Terra con l’invenzione della fotosintesi, la societa’ umana del carbonio e’ in procinto di spazzare via di nuovo gran parte dell’evoluzione […]
Ha piu’ senso chiamare la nuova era “Capitalocene” piuttosto che “Antropocene”, perche’ non e’ stato l’uomo in quanto tale a guidare questo sviluppo, ma la dinamica della messa a profitto infinita di capitale.

Info:
https://www.goethe.de/ins/it/it/sta/rom/ver.cfm?event_id=26236804
https://www.rivoluzioneanarchica.it/fine-della-megamacchina-un-libro-di-fabian-scheidler/

https://www.officinadeisaperi.it/agora/il-senso-delle-parole/cosi-la-megamacchina-neoliberista-sta-distruggendo-il-nostro-mondo-da-il-fatto/

https://www.ilfattoquotidiano.it/fq-newsletter/fatto-for-future-del-26-marzo-2024/