Lavoro/Srniceck

Nick Srniceck, Alex Williams – Inventare il futuro. Per un mondo senza lavoro – Produzioni Nero (2018)

Con la possibilita’ di un’automazione del lavoro su larga scala […] e’ molto probabile che il futuro ci presentera’ le seguenti tendenze:
• La precarieta’ delle classi operaie nelle economie dei paesi sviluppati si andra’ intensificando, per via della crescita del surplus di forza lavoro globale (prodotto da globalizzazione e automazione).
• Le «riprese senza lavoro» si protrarranno e si presenteranno con forme sempre piu’ marcate, andando a toccare principalmente i lavoratori che possono essere rimpiazzati da macchinari.
• Le popolazioni di ghetti, baraccopoli e slum continueranno a crescere per via dell’automazione dei posti di lavoro non specializzati, un processo reso ancora piu’ rapido dalla deindustrializzazione prematura.
• La marginalita’ urbana nelle economie sviluppate crescera’ sempre di piu’, in seguito all’automazione dei posti di lavoro non specializzati e pagati poco.
• La trasformazione dell’educazione universitaria in una semplice formazione al lavoro sara’ accelerata, nel disperato tentativo di produrre grandi quantita’ di lavoratori specializzati.
• La crescita continuera’ a essere lenta, rendendo improbabile la creazione di nuovi posti di lavoro che vadano a rimpiazzare quelli perduti.
• I cambiamenti al workfare, i controlli per l’immigrazione e l’incarcerazione di massa si intensificheranno, e i disoccupati saranno sempre piu’ soggetti a misure coercitive.
Naturalmente, nessuno di questi esiti e’ inevitabile.
Ma la nostra analisi si basa sulle tendenze attuali del capitalismo e sui problemi che, con molta probabilita’, emergeranno in seguito all’ulteriore crescita del surplus di popolazione.
Queste tendenze prefigurano una crisi del lavoro, e di conseguenza una crisi che colpira’ qualsiasi societa’ fondata sull’istituzione del lavoro salariato.

Info:
https://www.terrelibere.org/inventare-il-futuro/
https://lacaduta.it/riappropriarsi-del-futuro-secondo-srnicek-e-williams-bb0f904b2d0e
https://www.quadernidaltritempi.eu/liberi-dal-lavoro-il-domani-quasi-possibile/
https://www.anobii.com/books/Inventare_il_futuro/9788880560098/01b82e055beaceae9c
http://www.exasilofilangieri.it/presentazione-del-libro-inventare-futuro-un-mondo-senza-lavoro-n-srnicek-williams/

Capitalismo/Fraser

Nancy Fraser – Capitalismo cannibale. Come il sistema sta divorando la democrazia, il nostro senso di comunita’ e il pianeta – Laterza (2023)

A minacciare la nostra democrazia sarebbe il neoliberismo.
Il problema, tuttavia, ha radici piu’ profonde.
Il neoliberismo, dopo tutto, e’ una forma di capitalismo e l’attuale crisi democratica non e’ affatto la prima all’interno di questo sistema.
Ne’ e’ probabile che sia l’ultima, nel caso il capitalismo dovesse perdurare.
Al contrario, ogni fase importante dello sviluppo capitalistico ha dato origine a trambusti politici ed e’ stata da essi trasformata.
Il capitalismo mercantile e’ stato periodicamente scosso – e alla fine abbattuto – da una serie di rivolte di schiavi nelle aree periferiche e di rivoluzioni democratiche nei paesi del centro.
Il suo successore basato sul laissez-faire ha collezionato un secolo e mezzo di turbolenze politiche, tra cui molteplici rivoluzioni socialiste e fasciste, due guerre mondiali e innumerevoli rivolte anticoloniali, prima di cedere il passo, nel periodo interbellico e nel dopoguerra, al capitalismo regolato dallo Stato.
Quest’ultimo regime ha conosciuto a sua volta la sua dose di crisi politiche, trovandosi ad affrontare una massiccia ondata di ribellioni anticoloniali, la rivolta globale della Nuova Sinistra, una prolungata guerra fredda e una corsa agli armamenti nucleari prima di soccombere al rovesciamento neoliberista, che ha inaugurato la fase attuale del capitalismo globalizzante e finanziarizzato.
Un simile inquadramento storico consente di vedere l’attuale crisi democratica in una luce diversa.
I travagli politici del neoliberismo, per quanto acuti, rappresentano l’ultimo capitolo di una storia piu’ lunga, che riguarda le vicissitudini politiche del capitalismo come tale.
A essere incline alla crisi politica e a inibire la democrazia, piu’ che il neoliberismo, e’ il capitalismo stesso.

Info:
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/recensioni/fraser_rep.pdf
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/recensioni/fraser_lalettura.pdf
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/recensioni/fraser_corsera.pdf
https://jacobinitalia.it/#facebook
https://jacobinitalia.it/il-capitalismo-cannibale/

Populismo/Mason

Paul Mason – Il futuro migliore. In difesa dell’essere umano. Manifesto per un ottimismo radicale – il Saggiatore (2019)

C’erano 2,4 miliardi di persone sul pianeta quando venne firmata la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, nel 1949: un quarto di loro viveva in paesi sviluppati e democratici, con elite sociali plasmate dalle tradizioni dell’Illuminismo.
Oggi ci sono 7,5 miliardi di persone nel mondo e la maggioranza di loro vive al di fuori di sistemi democratici stabili, in societa’ dove i diritti umani sono negati.
Peggio ancora, le ideologie ufficiali di questi Stati sono totalmente antiumanistiche, per esempio la miscela di confucianesimo e scienza contabile che viene spacciata per «marxismo» in Cina, lo sciovinismo indu’ del regime di Modi in India e il nazionalismo da Grande Russia che anima Putin […]
Non meno importante, c’e’ l’attacco all’umanesimo portato avanti negli ultimi quattro decenni in nome delle teorie economiche del libero mercato. Imponendoci nuove routine, costringendoci ad adottare nuovi comportamenti e valori unicamente per sopravvivere, riducendoci a entita’ economiche bidimensionali, il modello economico noto come neoliberismo ha spazzato via le nostre difese comportamentali e intellettuali contro le varie forme di antiumanesimo da cui siamo bersagliati in questo inizio di xxi secolo.
Il punto di svolta, che ha materializzato tutti questi pericoli e li ha accelerati, e’ stata la vittoria di Trump, e l’ondata mondiale di populismo di destra che ha contribuito a scatenare […]
Trump ha vinto, in altre parole, perche’ un gran numero di americani possedeva riserve non sfruttate e non avversate di razzismo, crudelta’ e misoginia. E identificare nel razzismo e nella misoginia i fattori chiave che hanno spinto gli elettori bianchi a votare Trump ci permette di capire cosa lega il loro progetto a quello di miliardari come Bannon, Mercer e i Koch […]
Ed e’ qui che iniziamo a comprendere la natura storica della vittoria di Trump.
Ognuna di queste ideologie – il neoliberismo nazionalista di Trump, il suprematismo bianco e la misoginia dei suoi sostenitori – si fonda su una tesi biologica riguardo alla natura umana: che i neri siano inferiori ai bianchi, che le donne siano nate per servire gli uomini e provvedere alla riproduzione, che tutti gli abitanti della terra siano geneticamente inclini a competere, a massimizzare la propria ricchezza e a pugnalarsi l’un l’altro alle spalle per riuscirci […]
Insomma, Trump rappresenta qualcosa di piu’ di una scalata al governo federale da parte di una fazione del capitale statunitense consacrata al protezionismo e all’antistatalismo. Rappresenta il trionfo di una teoria reazionaria della natura umana in cui la disuguaglianza – di razza, sesso e condizione economica – e’ determinata dai nostri geni.

Info:
https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2019/2019_05_30-manifesto-Mason-1.pdf
https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2019/2019_10_01-Avvenire-Mason.pdf
https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2019/2019_07_01-Fatto_Quotidiano-Mason-1.pdf

Societa’/Reich

Robert B. Reich – Supercapitalismo. Come cambia l’economia globale e i rischi per la democrazia – Robert B. Reich – Fazi (2008)

E’ vero che a volte le preoccupazioni dei cittadini vengono messe al centro dell’agenda politica, specialmente quando i media riportano, per esempio, la toccante storia della delocalizzazione di un gran numero di posti di lavoro in Asia, o di una devastante fuoriuscita di petrolio da un oleodotto in Alaska.
Ma il potere che hanno queste storie di generare un cambiamento politico e’ limitato.
Gli elettori hanno un tempo d’attenzione alquanto limitato.
Per continuare ad attrarre i lettori e gli spettatori, i redattori e i produttori passano rapidamente al piu’ recente “scandalo della settimana”.
Gli attivisti di solito non hanno le risorse per catalizzare quell’indignazione momentanea e trasformarla in azione politica.
I grandi partiti sono troppo dipendenti dai finanziamenti delle corporation per rischiare di offendere Wall Street o un numero troppo grande di aziende.
A ogni modo, anche se lo sdegno populista permane, raramente genera una reazione nei circoli politici. Di solito viene facilmente reindirizzato contro le elite aziendali e “liberal” del paese.
Questo genere di rabbia si presta bene ai comizi di piazza, ma non e’ in grado di sostenere un movimento politico. Come conseguenza, abbiamo assistito a un progressivo calo di attenzione da parte della politica nei confronti delle questioni di giustizia o di equita’ sociale, nonostante un contemporaneo aumento delle disuguaglianze.

Info:
https://www.lastampa.it/economia/2008/07/05/news/il-supercapitalismo-1.37093927/
https://www.astrid-online.it/static/upload/protected/Reic/Reich_Gaggi_Corriere_22_6_08.pdf
https://espresso.repubblica.it/affari/2008/05/28/news/fra-supercapitalisti-e-nuovi-poveri-1.8591/
https://www.ilsecoloxix.it/mondo/2008/08/21/news/cosi-il-supercapitalismo-sta-uccidendo-la-democrazia-1.33385408

Economia di mercato/Giacomini

Gabriele Giacomini, Alex Buriani – Il governo delle piattaforme. I media digitali visti dagli italiani – Meltemi (2022)

Le protagoniste di questa fase economica e industriale non sono piu’ le vecchie compagnie automobilistiche, o quelle dell’energia, come e’ stato per molti decenni in passato, ma sono le piattaforme digitali.
Le cosiddette Gafam, le cinque maggiori multinazionali dell’ICT occidentali: Google, Apple, Facebook, Amazon, Microsoft.
La scelta dell’acronimo non è anodina. Diventa, anzi, un indicatore dell’orientamento teorico di coloro che scrivono.
Parlare di GAFAM, per indicare le cinque societa’ quotate in borsa con la piu’ alta capitalizzazione azionaria, mette in risalto tanto l’aspetto economico che quello tecnologico, e porta il dibattito in seno all’Unione Europea, dove la sigla è preferita all’americana espressione “The Big Five” […]
Seguendo il branding dei giganti del settore. Si parla allora di AMAMA per indicare Apple, Microsoft, Amazon, Meta (ex-Facebook) e Alphabet (ex-Google) […]
Per chi, invece, scommette sull’emergenza dei giganti cinesi e russi per debellare gli oligopoli digitali americani, ci sono gli acronimi delle grandi multinazionali cinesi BATX (Baidu, Alibaba, Tencent e Xiaomi) o russe VYTO (VKontakte, Yandex, Telegram e Odnoklassniki), senza mai dimenticare di stabilire delle comode tabelle di equivalenza dove Yandex e Baidu sono versioni locali di Google, Alibaba e’ “l’Amazon di Hangzhou”, VKontakte “il Facebook degli Urali” e via di seguito.
Cio’ che importa, al di la’ della forma finale dell’acronimo, e’ piuttosto la sua collocazione nella grande dinamica economica e sociale della Quarta rivoluzione industriale.
Quali sono i criteri di inclusione che permettono a un’azienda di aspirare al ruolo di “gigante della tecnologia”? Il numero dei suoi effettivi, il suo fatturato, i profitti, l’egemonia di mercato […]
Per quanto riguarda il fatturato, la crescita delle Gafam e delle altre imprese digitali procede a ritmi oltre dieci volte superiori rispetto a quelli della grande manifattura (+118,3% nel 2015-2019 rispetto al +10% delle multinazionali manifatturiere). La pandemia ha accelerato ulteriormente il processo di crescita delle WebSoft: soltanto nella prima meta’ del 2020, il fatturato e’ aumentato del +17%, rispetto alla contrazione del -11% della grande manifattura.
Il podio del 2019 vede Amazon, che ha registrato un fatturato di 249,7 miliardi di euro, al primo posto. Al secondo troviamo Alphabet (la holding di Google) con 144,1 miliardi, infine Microsoft con 112 miliardi. Seguono due aziende cinesi (JD e Alibaba) e poi Facebook, con 62,9 miliardi […]
A fine 2019, la vetta del podio della capitalizzazione e’ di Microsoft, con 1.072 miliardi di euro, segue Google con 822 miliardi di euro, terza Amazon con 816 miliardi di euro. Quarta Facebook con 521 miliardi di euro. Inoltre, nei primi nove mesi del 2020, i giganti del WebSoft hanno incrementato il proprio valore di borsa del +30,4%; nello stesso periodo la capitalizzazione delle multinazionali della manifattura si e’ ridotta del -6%.

Info:
https://www.meltemieditore.it/wp-content/uploads/roberto-manzocco-il-sole-24-ore-4-giugno-2023-italiani-preoccupati-per-il-diritto-alloblio-su-il-governo-delle-piattaforme-di-g.-giacomuni-e-a.-buriani-meltemi.pdf
https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/02/05/finalmente-un-libro-non-apocalittico-su-internet-ecco-il-governo-delle-piattaforme/6955609/
https://www.carmillaonline.com/2023/01/18/il-governo-delle-piattaforme-digitali/
https://www.pandorarivista.it/articoli/il-governo-delle-piattaforme-di-gabriele-giacomini-e-alex-buriani/

Green New Deal/Formenti

Carlo Formenti- Il socialismo è morto, viva il socialismo! Dalla disfatta della sinistra al momento populista – Meltemi (2019)

Un libro di Marco D’Eramo snocciola dati impressionanti sulle dimensioni raggiunte dall’industria turistica contemporanea: 277 milioni di posti di lavoro, pari al 9% del totale mondiale; 9,4% del Pil europeo (15,5 in Spagna e 10,2 in Italia, Paesi in cui pesa, rispettivamente, il 15,5% e l’11,6% dell’occupazione).
Dopodiche’ spiega che e’ sbagliato considerare come “postindustriale”, “postmoderna”, “immateriale” un’attivita’ che e’ invece caratterizzata da una materialita’ fatta di acciaio, automobili, aerei e navi, cioe’ da una “pesantezza” decisamente moderna che causa enormi devastazioni ambientali e ne fa una delle industrie piu’ inquinanti attraverso l’impatto dei trasporti e l’introduzione di rifiuti nell’ecosistema.
Ne’ si tratta solo di degrado ambientale, ma anche e soprattutto di degrado culturale: le citta’ europee (si pensi a Venezia, Roma e Firenze in Italia) si trasformano in altrettanti Luna Park per turisti americani e giapponesi (cui si aggiungono sempre piu’ russi e cinesi) in cui i cittadini “recitano” se stessi, mettendo in scena culture e tradizioni private delle loro radici storiche, per cui i fornitori di servizi divengono parte integrante del prodotto consumato.

Info:
https://www.mangialibri.com/il-socialismo-e-morto
https://www.fondazionecriticasociale.org/2019/03/18/a-proposito-di-carlo-formenti-il-socialismo-e-morto-viva-il-socialismo/
https://tempofertile.blogspot.com/2019/08/carlo-formenti-il-socialismo-e-morto.html

Populismo/Vanetti

Mauro Vanetti – La sinistra di destra. Dove si dimostra che i liberisti, sovranisti e populisti ci portano dall’altra parte – Edizioni Alegre (2019)

Perche’ e’ piu’ facile odiare chi arriva sui barconi rispetto agli immigrati “normali”?
Rispondere al quesito spiega bene l’appeal che questo odio puo’ avere proprio tra gente che si considera di sinistra.
– Primo motivo: perche’ un profugo non sembra un lavoratore. Un tunisino con un casco giallo da operaio innesca un’identificazione di classe, se anche tu sei un operaio o anche un altro tipo di lavoratore, riconosci un uomo nella tua stessa condizione […]
Molti si stupiscono sinceramente nello scoprire che, in Italia, le persone che godono del diritto d’asilo… lavorano.
Vedono solo i soccorsi in mare e allo sbarco, il periodo in cui gli sbarcati sono trattenuti nel sistema d’accoglienza e non capiscono che quella e’ solo una fase di alcune settimane […]
– Secondo motivo: perche’ un profugo sembra un “poverino” che chiede aiuto. Chi chiede aiuto puo’ suscitare volonta’ di aiutare, nelle persone sensibili; disprezzo per la sua debolezza, nelle persone dure d’animo. In nessun caso la sua posizione spinge all’identificazione e quindi a una vera empatia […]
– Terzo motivo: perche’ un profugo non sembra avere in mano la sua vita. La stessa idea di profugo fa pensare a qualcuno che semplicemente scappa e quindi e’ passivamente spinto in giro per il mondo da qualche disgrazia.
Naturalmente non e’ cosi’: un profugo e’ in realta’ costretto a prendere un grande numero di decisioni difficili e coraggiose, ma questo e’ complicato da capire per chi non e’ un profugo. Se una persona non sembra avere il controllo del proprio destino, assomiglia a una cosa, e siamo spinti a trattarlo come un oggetto da spostare.
Il Trattato di Dublino tra gli stati dell’Unione europea smista i profughi come fossero dei pacchi postali.

Info:
https://www.marxismo-oggi.it/recensioni/libri/455-la-sinistra-di-destra-un-libro-di-mauro-vanetti
https://edizionialegre.it/recensioni/liberisti-e-rossobruni-i-nemici-interni-alla-sinistra-giacomo-russo-spena-da-micromega/
https://edizionialegre.it/recensioni/osservazioni-su-un-libro-stimolante-antonio-moscato-dal-blog-movimento-operaio/

https://edizionialegre.it/recensioni/la-liquefazione-della-classe-internazionale/
https://www.dinamopress.it/news/la-sinistra-destra-vecchia-nuova/

Capitalismo/Fraser

Nancy Fraser – Capitalismo: Una conversazione con Rahel Jaeggi – Meltemi (2019)

Due diverse funzioni “allocative” di mercato specifiche del capitalismo: l’allocazione delle materie produttive e l’allocazione delle eccedenze […]
La prima idea e’ chiaramente racchiusa in una sorprendente frase di Piero Sraffa: il capitalismo e’ un sistema per “la produzione di merci per mezzo di merci”.
Questo sistema mercatizza tutti i principali materiali diretti alla produzione di merci, inclusi il credito, gli immobili, le materie prime, l’energia e i beni strumentali, come macchinari, impianti, attrezzature, tecnologie e cosi’ via […]
Il secondo punto […]: il capitalismo usa i meccanismi di mercato per determinare come il surplus della societa’ verra’ investito.
Non c’e’ nessun altro tipo di societa’, per quanto io ne sappia, in cui e’ lasciato alle “forze di mercato” decidere questioni cosi’ fondamentali su come le persone vogliono vivere […] delega alle forze di mercato delle piu’ importanti questioni umane, per esempio, in cosa le persone vogliono investire le proprie energie collettive, come vogliono bilanciare il “lavoro produttivo” con la vita familiare, il tempo libero e altre attivita’, quanto e cosa vogliono lasciare alle generazioni future.
Invece di essere trattati come argomenti di discussione e di processi decisionali collettivi, essi sono trasferiti a un apparato per stimarne il valore monetario […]
Il capitalismo fa affidamento sui poteri pubblici per stabilire e far rispettare le sue norme costitutive. Un’economia di mercato e’ inconcepibile, dopo tutto, in assenza di un quadro legale che sostenga l’impresa privata e lo scambio di mercato. La sua storia in primo piano dipende in modo cruciale dai poteri pubblici al fine di garantire i diritti di proprieta’, far rispettare i contratti, giudicare le controversie, sedare le ribellioni anticapitaliste  […]
Allo stesso modo, sono stati gli stati territoriali a mobilitare la “forza legittima” per reprimere la resistenza alle espropriazioni attraverso cui sono nati e sono stati sostenuti i rapporti di proprieta’ del capitalismo.
Infine, sono stati quegli stessi stati a nazionalizzare e assicurare il denaro.
Storicamente, potremmo dire, lo stato ha costituito “l’economia” capitalista.

Info:
https://kriticaeconomica.com/letture-kritiche/finalmente-siamo-tornati-a-parlare-di-capitalismo-nancy-fraser/
https://www.meltemieditore.it/wp-content/uploads/fazio-jaeggi-manifesto-capitalismo-fraser.pdf
https://www.meltemieditore.it/wp-content/uploads/fazi-manifesto-capitalismo-fraser.pdf
http://www.linterferenza.info/contributi/nancy-fraser-capitalismo-conversazione-rahel-jaeggi/
https://jacobinitalia.it/il-capitalismo-si-infiltra-nelle-nostre-vite-quotidiane/

Geoeconomia/Termini

Valeria Termini – Energia. La grande trasformazione – Laterza (2020)

Tre indizi mostrano la trasformazione politica che si sta preparando attraverso il gas e il nuovo quadro aperto dal GNL [gas naturale liquefatto], dopo il via libera di Trump alle esportazioni.
Gli Stati Uniti, resi piu’ indipendenti dalla produzione in Medio Oriente, possono esportare il loro gas per nave nei due principali bacini lontani della domanda, in Europa e nell’Asia-Pacifico.
Sfidano il predominio russo in Europa e i loro carichi di GNL raggiungono l’Asia attraverso i mari cinesi meridionali. Da cio’ nasce un ridimensionamento della centralita’ della regione del Golfo e del Mediterraneo nella strategia statunitense, se non in chiave di contenimento della potenza russa e di un pericoloso interesse militare per i mari cinesi meridionali.
Il secondo indizio e’ nella politica del Qatar, che lascia l’OPEC dopo la barriera politica eretta da Arabia Saudita, Bahrein ed Emirati Arabi nel grande conflitto per il dominio della regione del Golfo che contrappone il regno saudita all’Iran, cui il Qatar e’ legato da interessi comuni.
E’ un contrasto che non si esaurisce certo nelle differenze religiose e culturali tra sciiti e sunniti, ma vede coinvolte ancora una volta le due potenze mondiali: la Russia, con l’Iran insieme alla Turchia, e gli Stati Uniti, con l’Arabia Saudita e di recente, in parte, Israele.
Infine la Russia, posta di fronte ai nuovi scenari del GNL, si attrezza anche sul terreno delle infrastrutture per il GNL, costruendo nuovi impianti di rigassificazione e liquefazione. Cio’ mostra perche’ la Crimea e il Mediterraneo hanno assunto un ruolo centrale: sono necessarie a Putin anche per ospitare le infrastrutture per gli scambi di gas e contrastare l’arrivo degli americani che rischiano di indebolire il potere russo nella competizione sul gas, sul quale la Russia costruisce il proprio bilancio pubblico.
Nella nuova abbondanza di gas il Mediterraneo gioca un ruolo centrale anche per le scoperte di grandi riserve: il nuovo giacimento di Zohr, in Egitto, si affianca a quelli trovati nei primi anni Duemila nel Mediterraneo Orientale; essi offrono un bacino di risorse che ha superato le esigenze interne dei paesi produttori della sponda meridionale – Israele, Egitto, Giordania – ed e’ pronto per essere esportato […]
Il futuro del gas e’ centrale nella grande trasformazione energetica: il gas e’ il combustibile scelto nella transizione per garantire la continuita’ del servizio energetico, poiche’ le sue emissioni di CO2 nell’atmosfera sono le piu’ contenute tra i combustibili fossili e le fonti rinnovabili non sono ancora del tutto autonome.
Anche i costi relativi giocano a favore del gas tra le fonti fossili; i prezzi del gas sono divenuti estremamente convenienti nei nuovi scenari aperti dallo shale gas negli Stati Uniti e dal trasporto via mare del gas liquefatto, che ha aperto il mercato a una concorrenza globale.

Info:
https://www.laterza.it/images/stories/pdf/9788858138823_TERMINI%201.pdf
https://www.laterza.it/images/stories/pdf/9788858138823_TERMINI%203.pdf
https://www.pandorarivista.it/articoli/energia-la-grande-trasformazione-di-valeria-termini/

Societa’/Chang

Ha-Joon Chang – Economia commestibile. Comprendere la teoria economica attraverso il cibo – il Saggiatore (2023)

Il dibattito sulla disuguaglianza e’ stato condotto per troppo tempo in maniera errata, perche’ si e’ pensato soltanto ai risultati e alle opportunita’ trascurando i bisogni e le capacita’.
La sinistra ha pensato che l’uguaglianza dei risultati per tutti fosse la cosa giusta da perseguire, ignorando che ogni individuo ha esigenze diverse.
La destra ha ritenuto che bastasse la parita’ di opportunita’, senza rendersi conto che una competizione veramente equa richiede una certa uguaglianza di capacita’ tra gli individui, che non puo’ essere garantita senza un considerevole grado di uguaglianza dei risultati nella generazione dei genitori, ottenuta attraverso la redistribuzione del reddito, la garanzia di accesso a servizi di base di qualita’ e la regolamentazione dei mercati […]
Nello sport, prendiamo molto sul serio le differenze di capacita’ dei potenziali concorrenti e facciamo di tutto per creare gare veramente eque.
Non soltanto ci sono le Paralimpiadi, ma anche le divisioni di genere, le fasce d’eta’ e le classi di peso.
Soprattutto negli sport con classi di peso, come il pugilato, la lotta, il taekwondo e il sollevamento pesi, la visione di cio’ che e’ una gara equa puo’ essere estremamente rigida.

Info:
https://www.criticaletteraria.org/2023/02/economia-commestibile-ha-joon-chang.html
https://saggiatore.s3.eu-south-1.amazonaws.com/media/rassegne/2023/2023-02-A/2023_02_04-Tuttolibri-Chang-1.pdf
https://ilfattoalimentare.it/economia-commestibile-dalla-storia-dellalimentazione-per-spiegare-leconomia.html