Economia di mercato/Danovaro

Roberto Danovaro, Mauro Gallegati – Condominio Terra. Natura, economia, societa’ come se futuro e benessere contassero davvero – Giunti (2019)

Nella teoria dominante in economia, la natura riveste tutt’al piu’ il ruolo di un soggetto passivo coinvolto in un’esternalita’, definita come l’effetto di un’attivita’ economica su un soggetto non impegnato nell’attivita’ medesima.
Per semplificare, se si produce un danno all’ambiente, viene generata un’esternalita’ negativa per la zona dell’insediamento e per l’ambiente (e quindi anche per gli esseri umani che ne fanno parte). Un’esternalita’ e’ fonte di un costo collettivo che per definizione non e’ incorporato nel costo di produzione dell’impresa e che quindi sfugge alla determinazione del prezzo di mercato. Si tratta di un tipico fallimento del mercato, che, da solo, non puo’ correggere gli effetti dell’esternalita’.
Una tassa ad hoc, come la carbon tax per le emissioni di CO2, puo’ alleviare tale distorsione, purche’ venga effettivamente utilizzata per mitigare i cambiamenti climatici e contrastare gli effetti di tali cambiamenti sugli ecosistemi naturali e sull’uomo.
Quando il mercato fallisce nella capacita’ di autoregolarsi, l’intervento di un agente esterno – per esempio un’autorita’ pubblica che impone tasse ambientali – puo’ essere migliorativo. In questo modo l’agente pubblico trasforma l’esternalita’ in un onere per chi la causa, forzando l’impresa a tenerne conto nelle sue decisioni future.
Tutto cio’ presuppone che sia possibile monetizzare i danni ambientali, ma questi possono essere molto diversi ed estremamente difficili da valutare. […] Credere di poter attribuire un prezzo a tutto e’ estremamente limitativo, perche’ non si possono valutare in termini economici salute e benessere.

Info:
https://sbilanciamoci.info/condominio-terra/

Europa/Canfora

Luciano Canfora – La democrazia dei signori – Laterza (2022)


Lo scenario al quale man mano ci stiamo avvicinando e’ il seguente: votano soprattutto gli abitanti delle metropoli, pero’ essenzialmente quelli delle «zone a traffico limitato» (ZTL).
Nelle fasce di popolazione proletaria e sottoproletaria (tra loro sempre meno distanti) il non voto si afferma, via via, e diviene la scelta dominante. Di conseguenza, nell’ambito delle minoranze votanti, i partiti elegantemente progressisti hanno chance di essere finalmente maggioranza numerica.
Probabilmente sosterranno anche che e’ bene che la tendenza sia quella perche’ gli ancora votanti sono da ritenersi i soli cittadini consapevoli, consci dei loro doveri civici, oltre che meglio acculturati ecc. ecc. Una tale prospettiva, che nelle maggiori citta’ italiane e’ divenuta realta’ nelle elezioni amministrative dello scorso 3 ottobre, comporta l’autoesclusione dallo spazio politico dei gruppi sociali che si trovano ormai nella duplice condizione di socialmente deboli e politicamente non rappresentati.
Si viene cosi’ a realizzare una modernissima forma di «suffragio ristretto»: che era l’orizzonte ideologico, oltre che legislativo-costituzionale, del liberalismo nel secolo XIX. Un «suffragio ristretto» non piu’ imposto per legge ma realizzato per selezione ‘naturale’ ed autoesclusione.

Info:
https://www.laterza.it/scheda-libro/?isbn=9788858147405
https://www.marx21.it/cultura/la-democrazia-dei-signori-luciano-canfora/
https://www.pulplibri.it/luciano-canfora-la-vittoria-delle-oligarchie-la-reale-natura-della-nostra-democrazia/

Societa’/Zakaria

Fareed Zakaria – Il mercato non basta. Dieci lezioni per il mondo dopo la pandemia – Feltrinelli (2021)

In quasi tutte le ere la storia avanza lungo i sentieri battuti, e i cambiamenti sono difficili. Ma il nuovo coronavirus ha ribaltato la societa’.
La gente e’ disorientata.
Le cose stanno gia’ cambiando, e in un’atmosfera del genere ulteriori cambiamenti sono piu’ facili di prima.
Pensate solo ai cambiamenti che abbiamo accettato nella nostra esistenza a causa della pandemia. Abbiamo accettato di isolarci per lunghi periodi. Abbiamo lavorato, tenuto riunioni e discussioni intimamente personali parlando al portatile. Abbiamo seguito corsi in rete e ci siamo fatti visitare da dottori e terapisti usando la telemedicina.
In un mese le aziende hanno cambiato politiche che di solito ci sarebbero voluti anni per rivedere. Dalla sera alla mattina le citta’ hanno trasformato le strade in tante aree pedonali e i marciapiedi sono diventati bar all’aperto. L’atteggiamento verso le persone precedentemente ignorate o snobbate sta cambiando, come possiamo vedere nella formula di recente adozione “lavoratori essenziali”.
E i governi hanno aperto i cordoni della borsa a livelli un tempo inimmaginabili, che potrebbero portare a una molto maggiore disponibilita’ a investire in futuro.
Questi cambiamenti potrebbero essere l’inizio di qualcosa di nuovo oppure semplici contrattempi transitori.
Abbiamo tanti possibili futuri di fronte a noi. Potremmo decidere di rinchiuderci e scegliere il nazionalismo e il gretto interesse oppure vedere in questa pandemia globale un incitamento alla cooperazione e all’intervento globali. […]
Guardiamo l’Unione Europea. All’inizio la pandemia ha spinto i suoi membri alla chiusura. Hanno sigillato i confini, hanno fatto a gara per aggiudicarsi il materiale sanitario e si sono accusati a vicenda di venalita’ e malizia. La popolazione era fortemente contraria alla Ue nei paesi piu’ colpiti come l’Italia. Ma dopo lo choc iniziale gli europei hanno iniziato a riflettere su come gestire le ricadute del Covid-19, ammettendo che il virus stava sottoponendo a uno stress senza precedenti il continente, e in particolare i suoi membri piu’ deboli.
Grazie alla saggia guida delle maggiori potenze, Francia e Germania, nonche’ dei vertici della Ue, si e’ giunti nel luglio del 2020 a un accordo per emettere bond europei che consentiranno ai paesi piu’ poveri di accedere a fondi che sono in pratica garantiti dai piu’ ricchi. Potra’ anche sembrare un dettaglio tecnico, pero’ e’ un clamoroso passo in avanti verso un’Europa piu’ profondamente connessa. I leader europei hanno visto la direzione in cui li spingeva il Covid-19 e hanno reagito. Una pandemia che all’inizio separava le nazioni potrebbe dimostrarsi il catalizzatore di quell’unione piu’ coesa da tempo cercata.
Possiamo vedere in atto in tutto il mondo la medesima tensione tra integrazione e isolazionismo. La pandemia spinge i principali paesi a guardare esclusivamente a se stessi, ma i leader illuminati capiranno che l’unica vera soluzione a problemi come le pandemie – cosi’ come il cambiamento climatico e la cyberguerra – e’ guardare all’esterno, verso una cooperazione maggiore e migliore.

Info:
https://www.feltrinellieditore.it/opera/opera/il-mercato-non-basta/
https://www.sivempveneto.it/la-lezione-della-pandemia-esce-anche-in-italia-lultimo-libro-di-fareed-zakaria-esperto-di-geopolitica-e-analista-della-cnn-ecco-perche-il-mercato-non-basta-a-risollevarci/
https://www.libreriavolare.it/recensioni-libri/saggistica/quello-che-ci-unisce-e-il-mercato-non-basta/
https://www.repubblica.it/cultura/2021/05/26/news/l_intervista_la_lezione_della_pandemia-302900481/

Finanziarizzazione/Chomsky

Noam Chomsky – Precipizio. Il capitale all’attacco della democrazia e il dovere di cambiare rotta – Ponte alle Grazie (2021)

Esistono altri focolai del male che affligge la popolazione.
La finanziarizzazione estrema dell’economia e la priorita’ data al valore per gli azionisti negli anni neoliberisti, accelerate dai «Chicago Boys» di Reagan, hanno determinato l’allontanamento del mondo aziendale dal modello di risparmio e investimento degli anni di grande crescita del capitalismo regolamentato.
William Lazonick ha analizzato molto bene l’«economia del riacquisto di azioni proprie (buyback)» tipica della reazione neoliberista. Secondo Lazonick, «bilioni di dollari che si sarebbero potuti spendere in investimenti produttivi sono stati invece usati per riacquistare azioni proprie in modo da aumentare il prezzo delle azioni», arricchendo i ricchi ma senza garantire un’attivita’ significativa o costante ne’ beni utili.
La Apple, la maggiore societa’ del mondo per valore di mercato, in passato produceva innovazione e sviluppo. Con il suo nuovo amministratore delegato Tim Cook e’ diventata la «regina del riacquisto», arricchendo gli azionisti (e il management).
Anche altre aziende si comportano allo stesso modo.
L’imbroglio fiscale repubblicano del 2018 sta sortendo gli stessi effetti, a tutto svantaggio dei lavoratori e dei cittadini in generale. Il rapido incremento delle speculazioni ha avuto conseguenze simili. E lo stesso vale per le ripetute crisi finanziarie seguite alla deregolamentazione, che penalizzano fortemente i poveri e i lavoratori ma non i veri colpevoli del settore finanziario, che vengono anzi salvati con i danari pubblici e ne escono piu’ ricchi di prima.

Geoeconomia/Arrighi

Giovanni Arrighi – Adam Smith a Pechino – Mimesis (2021)

Il vero vantaggio competitivo cinese non e’ tanto che l’operaio di produzione costi il 5% del suo corrispettivo americano, quanto che l’ingegnere o il direttore di reparto costino il 35% o anche meno.
Allo stesso modo, le statistiche che mostrano come i lavoratori americani impegnati in aziende ad alta intensita’ di capitale siano diverse volte piu’ produttivi dei colleghi cinesi, ignorano il fatto che questa maggiore produttivita’ deriva dall’impiego di macchinari complessi per l’automazione delle operazioni e della movimentazione allo scopo di sostituire altri lavoratori.
In questo modo i costi dovuti al lavoro si riducono, ma aumentano quelli dovuti all’impiego del capitale e alla sua gestione.
Le fabbriche cinesi invertono questa tendenza, cercando il risparmio sul capitale e accrescendo il ruolo giocato dal lavoro. Per esempio, progettando le parti in modo che siano prodotte, maneggiate e assemblate manualmente, i costi in conto capitale si riducono nel complesso di un terzo. Per di piu’, le fabbriche cinesi impiegano, come ci si aspetterebbe dalla tesi di Sugihara, lavoro di alto livello a buon mercato non solo al posto di macchinario costoso, ma anche al posto di dirigenti altrettanto costosi.

Info:
https://www.sinistrainrete.info/estero/22190-sandro-mezzadra-il-modello-cinese-e-lo-spazio-del-conflitto.html
http://effimera.org/il-modello-cinese-e-lo-spazio-del-conflitto-di-sandro-mezzadra/
https://www.mimesisedizioni.it/download/12739/e816dca0af4b/simone-pieranni-il-manifesto-4-febbraio-2022-sfide-e-quesiti-intorno-al-modello-cinese-su-adam-smith-a-pechino-di-arrighi.pdf
https://www.mimesisedizioni.it/download/12571/6eb5c7fab8b8/simone-pieranni-il-manifesto-29-dicembre-2021-lanno-della-tigre-nelle-mani-del-serpente-xi-su-adam-smith-a-pechino-di-arrighi.pdf
https://www.pandorarivista.it/articoli/adam-smith-a-pechino-giovanni-arrighi/
http://www.proteo.rdbcub.it/article.php3?id_article=747

Capitalismo/Brancaccio

Emiliano Brancaccio – Democrazia sotto assedio. La politica economica del nuovo capitalismo oligarchico – Piemme (2022)

Sarebbero duemila in tutto il mondo i fortunati che hanno oltrepassato il miliardo di dollari di patrimonio.
E’ una ristretta cerchia di grandi proprietari che nel 2020, complessivamente, e’ arrivata a detenere una ricchezza di 10.000 miliardi di dollari.
Il dato proviene dalla banca svizzera UBS, che ogni anno pubblica un rapporto sui patrimoni dei grandi ricchi […]
Il rapporto insiste sul fatto che la crisi pandemica ha avuto effetti contrastanti sulle diverse classi sociali: un aumento della disoccupazione e della poverta’ tra i comuni mortali, a fronte di un ulteriore incremento del 7 per cento delle ricchezze in capo ai miliardari. Stando al rapporto UBS, non si era mai registrata una forbice sociale cosi’ ampia […]
Osservando i modi prevalenti in cui questi grandi ricchi impiegano i loro denari, si scopre che investono in larga parte in immobili: appartamenti, ville, palazzi, terreni edificabili. Cio’ significa che una quota rilevante dei loro redditi viene dalla solita, comoda, rendita immobiliare […]
Per giunta, a guardar bene i dati, si scopre che una parte sempre piu’ rilevante di queste grandi ricchezze proviene da lasciti ereditari. Ossia, tra i miliardari e’ sempre piu’ alta la percentuale di rampolli di famiglia, a loro volta figli e nipoti di miliardari.
Come si spiega la tendenza all’aumento degli ereditieri?
Il motivo risiede in un’evidenza segnalata dall’economista Thomas Piketty: da circa quattro decadi, in media, il tasso di rendimento del capitale e’ piu’ alto del tasso di crescita del reddito che viene prodotto ogni anno. Cio’ significa che il reddito che si riesce a creare durante un’intera vita di lavoro cresce meno rapidamente del capitale, incluso il capitale ereditato […]
Sebbene si fatichi ad ammetterlo, l’odierno capitalismo sembra somigliare sempre di piu’ all’ancien regime aristocratico. O peggio, a una sua degenerazione oligarchica.

Info:
https://www.emilianobrancaccio.it/2022/01/03/democrazia-sotto-assedio/
https://www.ilponterivista.com/blog/2021/06/24/democrazia-sotto-assedio/
https://www.micromega.net/brancaccio-capitalismo/
https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/22123-sandor-kopacsi-su-democrazia-sotto-assedio-di-brancaccio.html
https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/democrazia-sotto-assedio-29606

Economia di mercato/ Boitani

Andrea Boitani – L’illusione liberista. Critica dell’ideologia di mercato – Laterza (2021)

Nella produzione di automobili, le prime tre compagnie hanno oggi il 31% del mercato mondiale. In quello dei soft drinks i primi tre produttori hanno l’86% del mercato negli Stati Uniti. Le tre piu’ grandi catene di supermercati hanno il 58% in Gran Bretagna. La China National Tobacco Corporation controlla il 44% del mercato globale delle sigarette. Apple da sola ha il 36,5% del mercato globale dei tablets e il 24% del mercato degli smartphone. Le cinque piu’ grandi imprese mondiali avevano, nel 2019, una capitalizzazione cumulata pari al Pil della Germania.
Tra il 1983 e il 2016 i profitti delle duecento piu’ grandi imprese del mondo sono aumentati del 362%, mentre le persone da loro occupate sono aumentate solo del 14% […]
La presenza – prima negli Usa, poi nell’Unione europea e negli Stati che la compongono – di una severa legislazione antitrust, combattendo le concentrazioni e i cartelli, ha limitato la formazione o quantomeno l’abuso delle posizioni dominanti sui mercati da parte delle imprese giganti, ma non e’ riuscita a impedire la formazione di grandi ricchezze concentrate in relativamente poche mani.
Ricchezze – sottolinea Colin Crouch (2012) – che consentono di influenzare la politica democratica attraverso lobbies attrezzate e penetranti, facendo aumentare il peso dei pochi rispetto a quello dei molti non solo sul mercato ma anche sul terreno delle istituzioni e percio’ mettendo in discussione gli equilibri politici e non solo quelli economici.

Info:
https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/21400-andrea-boitani-l-illusione-liberista.html
https://www.lavoce.info/archives/91181/l-illusione-liberista/
https://www.eticaeconomia.it/lillusione-liberista/

Green New Deal/Hickel

Jason Hickel – Siamo ancora in tempo. Come una nuova economia puo’ salvare il pianeta – il Saggiatore (2021)

In un sistema orientato alla crescita, l’obiettivo spesso e volentieri e’ di non soddisfare i bisogni umani, e addirittura di perpetuarli.
Una volta che ci rendiamo conto di questo, diventa evidente che ci sono pezzi enormi dell’economia fondati attivamente e intenzionalmente sullo spreco, e che non assolvono a nessuno scopo umano riconoscibile.
Primo passo: mettere fine all’obsolescenza programmata […] Le aziende, nel disperato tentativo di incrementare le vendite, cercano di creare prodotti fatti appositamente per rompersi ed essere sostituiti dopo un periodo di tempo relativamente breve […]
Secondo passo: tagliare la pubblicità […] Possiamo dire che stanno applicando la fratturazione idraulica alle nostre menti. Siamo esposti a migliaia di annunci pubblicitari ogni giorno, e ogni anno che passa diventano piu’ insidiosi. E’ un assalto contro la nostra coscienza, la colonizzazione non solo dei nostri spazi pubblici, ma anche delle nostre menti. E funziona. Le ricerche rivelano che la spesa pubblicitaria ha un impatto diretto e altamente significativo sul consumo materiale […]
Terzo passo: passare dal concetto di proprieta’ al concetto di uso […] Passare dal concetto di proprieta’ al concetto di uso puo’ avere un impatto notevole sul volume di produzione materiale. Condividere un’unica attrezzatura fra dieci famiglie significa ridurre di dieci volte la domanda di quel prodotto, e al contempo far risparmiare alle persone tempo e denaro […]
Quarto passo: mettere fine allo spreco alimentare […] Mettere fine allo spreco alimentare in teoria potrebbe dimezzare le dimensioni dell’industria agricola continuando a garantirci accesso a tutto il cibo di cui abbiamo bisogno. Questo ci consentirebbe di ridurre le emissioni a livello mondiale fino al 13%, e al tempo stesso di rigenerare fino a 2,4 miliardi di ettari di terreni usandoli come habitat per la fauna selvatica e per lo stoccaggio delle emissioni. […]
Quinto passo: ridimensionare le industrie distruttive per l’ambiente […] Prendiamo l’industria della carne bovina, per esempio. Quasi il 60% delle terre agricole del mondo e’ usato per l’allevamento di manzi, o direttamente, per far pascolare il bestiame, o indirettamente, per coltivare foraggio. La carne di manzo e’ uno degli alimenti piu’ inefficienti del pianeta quanto a impiego delle risorse, in termini di suolo ed energia utilizzati per caloria o sostanza nutriente […]
Eppure la carne di questo animale e’ tutt’altro che essenziale per l’alimentazione umana: rappresenta appena il 2% delle calorie che consumiamo. Nella maggior parte dei casi, l’industria potrebbe essere ridimensionata senza alcun danno per il benessere umano. I vantaggi di questo ridimensionamento sarebbero sbalorditivi. Passare dalla carne di manzo alla carne di animali non ruminanti o a proteine vegetali come fagioli e legumi in genere potrebbe liberare piu’ di 28 milioni di chilometri quadrati di terreni: le dimensioni degli Stati Uniti, del Canada e della Cina sommati insieme. […] Gli scienziati dicono che ridimensionare l’industria della carne bovina e’ una delle misure piu’ incisive che possiamo attuare ed e’ fondamentale per evitare cambiamenti climatici pericolosi.

Info:
https://oggiscienza.it/2021/05/08/siamo-ancora-in-tempo-jason-hickel/
https://www.ilsaggiatore.com/wp-content/uploads/2021/04/2021_04_20-Manifesto-Hickel.pdf
https://www.linkiesta.it/2021/03/salvare-il-pianeta-rapporto-natura/

Societa’/Zakaria

Fareed Zakaria – Il mercato non basta. Dieci lezioni per il mondo dopo la pandemia – Feltrinelli (2021)

Il movimento planetario della gente verso le citta’ negli ultimi decenni e’ forse la novita’ demografica piu’ gravida di conseguenze nella nostra vita.
Da quando gli esseri umani si sono stanziati per la prima volta, dieci millenni or sono, la stragrande maggioranza ha vissuto nelle fattorie, in campagna. Ora non e’ più cosi’.
Nel 1950 meno di un terzo della popolazione mondiale viveva in citta’, ma nel 2020 la percentuale era salita a oltre la meta’. Sta crescendo e ancora crescendo, a un ritmo equivalente all’aggiunta di una nuova Chicago nel pianeta ogni due settimane. Entro il 2050, secondo le stime dell’Onu, piu’ di due terzi degli esseri umani vivranno in citta’.
Per dare alloggio a questo afflusso, non solo stanno sorgendo nuovi centri urbani ma quelli esistenti si espandono. Nel 1800 c’erano solo due citta’ con almeno un milione di abitanti: Londra e Pechino. Nel 1900 erano circa quindici. Nel 2000 il numero era salito a 371. E si prevede che per il 2030 supereranno le 700, di cui 125 in Cina.
A quel punto il mondo puo’ prevedere di ospitare oltre quaranta megacitta’, ovvero quelle con più di 10 milioni di abitanti […]
Le citta’ sono tornate. Hanno trovato nuova vita economica nei servizi, dalla finanza alla consulenza all’assistenza alla persona. Nonostante l’avvento di fax, e-mail, telefonate economiche e videoconferenze, le citta’ si sono reinventate in mille modi diversi, affidandosi a un semplice punto forte: agli esseri umani piace stare assieme, mescolarsi […]
Nei settori come finanza e tecnologia la gente trae enormi vantaggi dallo stare vicino a dove succedono le cose, s’incontrano nuove persone, s’impara ogni giorno da qualcuno e si possono confrontare gli appunti: e sono quasi tutti contatti che avvengono per caso. […]
Le 300 maggiori aree metropolitane del pianeta producono la meta’ del Pil globale e due terzi della crescita del Pil.
Le città sono il modo ideale per organizzare gli esseri umani ai fini della vita moderna, perche’ permettono di incrociarsi, lavorare e giocare, il tutto nello stesso posto. Contribuiscono ad accumulare il capitale economico e sociale su cui si basano le societa’ sane. Sono anche le unita’ geografiche piu’ adattabili, capaci di reagire costantemente alle pressioni esercitate da tendenze generalizzate o dai propri abitanti.

Info:
https://www.feltrinellieditore.it/opera/opera/il-mercato-non-basta/
https://www.sivempveneto.it/la-lezione-della-pandemia-esce-anche-in-italia-lultimo-libro-di-fareed-zakaria-esperto-di-geopolitica-e-analista-della-cnn-ecco-perche-il-mercato-non-basta-a-risollevarci/
https://www.libreriavolare.it/recensioni-libri/saggistica/quello-che-ci-unisce-e-il-mercato-non-basta/
https://www.repubblica.it/cultura/2021/05/26/news/l_intervista_la_lezione_della_pandemia-302900481/

Geoeconomia/Arrighi

Giovanni Arrighi – Adam Smith a Pechino – Mimesis (2021)

Si dice spesso che l’espansione economica cinese si differenzia dalla precedente espansione del Giappone per la sua maggiore apertura al commercio estero e agli investimenti stranieri.
L’osservazione e’ corretta, quello che e’ sbagliato e’ dedurne che la Cina si sia allineata alle prescrizioni neoliberali del Washington Consensus, come spesso fanno anche intellettuali di sinistra […]
Sia la Cina che l’India negli anni Settanta si sono tenute alla larga dalle banche occidentali, risparmiandosi cosi’ la crisi del debito. Entrambe hanno mantenuto fino a oggi il controllo sui movimenti dei capitali, evitando flussi e riflussi speculativi di denaro “caldo” attraverso i propri confini. Entrambe mantengono tuttora una presenza significativa dello stato nell’industria pesante […]
Il successo delle riforme cinesi andrebbe invece ricondotto al fatto che in esse il gradualismo non e’ stato abbandonato per essere sostituito da qualcuna delle terapie shock suggerite dal Washington Consensus; al fatto di aver riconosciuto che per mantenere la stabilita’ sociale bisogna che le ristrutturazioni procedano di conserva con la creazione di nuovi posti di lavoro; e al fatto di aver cercato di garantire il riutilizzo operoso delle risorse che l’intensificarsi della concorrenza espelleva dal processo lavorativo.
Sebbene la Cina abbia accolto fin dall’inizio del periodo delle riforme i consigli e l’aiuto della Banca mondiale, lo ha sempre fatto anteponendo l’“interesse nazionale” cinese a quello del Tesoro degli Stati Uniti o del capitale occidentale […]
Il governo cinese ha anche accolto bene gli investimenti diretti dall’estero, ma, di nuovo, solo se valutava che fossero funzionali all’interesse nazionale del paese

Info:
https://www.sinistrainrete.info/estero/22190-sandro-mezzadra-il-modello-cinese-e-lo-spazio-del-conflitto.html
http://effimera.org/il-modello-cinese-e-lo-spazio-del-conflitto-di-sandro-mezzadra/
https://www.mimesisedizioni.it/download/12739/e816dca0af4b/simone-pieranni-il-manifesto-4-febbraio-2022-sfide-e-quesiti-intorno-al-modello-cinese-su-adam-smith-a-pechino-di-arrighi.pdf
https://www.mimesisedizioni.it/download/12571/6eb5c7fab8b8/simone-pieranni-il-manifesto-29-dicembre-2021-lanno-della-tigre-nelle-mani-del-serpente-xi-su-adam-smith-a-pechino-di-arrighi.pdf
https://www.pandorarivista.it/articoli/adam-smith-a-pechino-giovanni-arrighi/
http://www.proteo.rdbcub.it/article.php3?id_article=747