Lavoro/Harvey

David Harvey – Cronache anticapitaliste. Guida alla lotta di classe per il XXI secolo – Feltrinelli (2021)

Nell’epoca precapitalista, diciamo nel Quindicesimo, Sedicesimo secolo, il lavoratore in generale aveva il controllo dei mezzi di produzione (i suoi utensili) e diventava esperto nel loro uso.
Il lavoratore esperto diventava un monopolista di un certo tipo di conoscenza e di un certo tipo di comprensione, che, nota Marx, erano sempre considerati un’arte.
Quando pero’ si arriva al sistema di fabbrica e, ancora di piu’, quando si arriva al mondo contemporaneo, le cose non vanno piu’ cosi’. Le competenze tradizionali dei lavoratori sono rese superflue, perche’ tecnologia e scienza prendono il predominio e tecnologia, scienza e nuove forme di conoscenza sono incorporate nella macchina.
L’arte scompare […] le nuove tecnologie e la nuova conoscenza vengono incorporate nella macchina; non sono piu’ nel cervello del lavoratore, che viene messo da parte e diventa un’appendice della macchina, la sua semplice balia.
Tutta l’intelligenza e tutta la conoscenza, che un tempo appartenevano ai lavoratori e davano loro un certo potere monopolistico nei confronti del capitale, scompaiono. Il capitalista, che prima aveva bisogno delle competenze del lavoratore, e’ affrancato da quel vincolo e la competenza ora e’ incorporata nella macchina. La conoscenza prodotta da scienza e tecnologia fluisce nella macchina e la macchina diventa “l’anima” del dinamismo capitalista […]
Il dinamismo di una societa’ capitalista, quindi, viene a dipendere in modo determinante dalle innovazioni perpetue alimentate dalla mobilitazione di scienza e tecnologia attraverso il business delle innovazioni perpetue.

Info:
https://www.idiavoli.com/it/article/cronache-anticapitaliste
https://www.kulturjam.it/editoria-narrazioni/david-harvey-cronache-anticapitaliste/
https://www.marxist.com/david-harvey-contro-la-rivoluzione-la-bancarotta-del-marxismo-accademico.htm
https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/21563-guido-maria-brera-cronache-anticapitaliste.html
https://www.doppiozero.com/materiali/david-harvey-laccumulazione-come-spoliazione

Capitalismo/Hickel

Jason Hickel – Siamo ancora in tempo! Come una nuova economia puo’ salvare il pianeta – il Saggiatore (2021)

Il punto, qui, e’ che la Rivoluzione industriale (e la crescita industriale dell’Europa) non emerse ex nihilo.
Fece leva su materie prime che erano prodotte da schiavi, su terre sottratte ai popoli colonizzati e lavorate nelle fabbriche dai contadini europei espropriati a forza dalle recinzioni.
Tendiamo a pensare a tutte queste cose come a processi distinti, ma operavano tutti seguendo la stessa logica di fondo. Le recinzioni furono un processo di colonizzazione interna e la colonizzazione fu un processo di recinzione. I contadini europei furono espropriati delle loro terre proprio come successe agli amerindi (anche se, e’ il caso di notare, questi ultimi furono trattati molto peggio, esclusi totalmente dal regno dei diritti e perfino da quello del genere umano). E la tratta degli schiavi non e’ altro che la recinzione e la colonizzazione dei corpi, corpi appropriati in nome dell’accumulazione delle eccedenze, proprio come le terre, e trattati allo stesso modo, come una proprieta’.
Si potrebbe essere tentati di trattare questi momenti di violenza come semplici aberrazioni nella storia del capitalismo.
Ma non lo sono. Sono le fondamenta del capitalismo. […]
In Africa, i colonizzatori si trovarono di fronte al problema di quella che chiamavano esplicitamente «la questione del lavoro»: come convincere gli africani a lavorare nelle miniere e nelle piantagioni in cambio di bassi salari. Gli africani generalmente preferivano il loro stile di vita fondato sulla sussistenza e non avevano molta voglia di spaccarsi la schiena andando a lavorare nelle industrie europee. I salari promessi nella maggior parte dei casi non erano sufficienti a indurli ad accollarsi un lavoro che consideravano inutile. Gli europei erano furibondi di fronte a questa resistenza e risposero costringendo le persone ad abbandonare le loro terre (la legge sulle terre indigene in Sudafrica estromise con la forza la popolazione autoctona confinandola all’interno di riserve pari al 13% appena del territorio complessivo) o obbligandole a pagare le tasse in valuta europea. In entrambi i casi, agli africani non resto’ altra scelta che vendere il proprio lavoro in cambio di un salario.
Lo stesso processo di recinzione e proletarizzazione forzata ando’ in scena ripetutamente durante il periodo della colonizzazione europea, non solo nelle colonie inglesi, ma anche in quelle spagnole, portoghesi, francesi e olandesi, con esempi troppo numerosi per riportarli qui. In tutti questi casi, la scarsita’ fu creata di proposito per favorire l’espansione capitalista.

Info:
https://oggiscienza.it/2021/05/08/siamo-ancora-in-tempo-jason-hickel/
https://www.ilsaggiatore.com/wp-content/uploads/2021/04/2021_04_20-Manifesto-Hickel.pdf
https://www.linkiesta.it/2021/03/salvare-il-pianeta-rapporto-natura/

Stato/Harvey

David Harvey – Cronache anticapitaliste. Guida alla lotta di classe per il XXI secolo – Feltrinelli (2021)

Il Trattato di Vestfalia del 1648 mise un po’ di ordine su questo caos in tutta Europa, ponendo fine al lungo periodo di guerre di religione, guerre tra etnie, guerre tra clan, guerre di tutti contro tutti.
Si fondava sostanzialmente sull’idea che dovesse esserci una cosa chiamata stato, uno stato nazione, all’interno del quale esisteva una forma di sovranita’. L’idea generale era che ogni stato dovesse rispettare quella sovranita’, l’integrita’ e i confini di ogni altro stato.
Non sempre e’ stato cosi’ nella storia successiva, ma si e’ trattato di un accordo importante. Ha chiarito e reso stabili le strutture territoriali del potere in Europa. E’ stato accompagnato dalla diffusione di una logica di potere politico ed economico contenuto e chiuso all’interno di una struttura territoriale stabile […]
Sono nate istituzioni statali con determinate strutture gerarchiche che esercitavano il controllo sulla popolazione all’interno dello stato […]
Esistono dunque due logiche del potere. Da un lato, una logica territoriale che e’ collegata allo stato e alle sue istituzioni; dall’altro una logica capitalista, che deriva dalla circolazione e dall’infinita accumulazione di capitale in gran parte attraverso le azioni di interessi privati […]
Questo potere si innesta in un contesto in cui agiscono anche le forme territoriali del potere. Spesso la relazione fra miliardari capitalisti e potere territoriale dello stato e’ problematica. I capitalisti piu’ potenti e le loro fazioni sovente cercano di fare dello stato un agente dei loro interessi; il potere dello stato pero’ e’ piu’ complicato, perche’ lo stato deve rispondere ai desideri e ai bisogni di una popolazione molto varia di cittadini ed e’ possibile che i miliardari non siano poi cosi’ amati da quella popolazione.
Il grande interrogativo riguarda la legittimazione di chi ha il potere nello stato […] Le forme monetarie del potere non sono stazionarie o statiche, ma costantemente in movimento. Una delle questioni piu’ difficili per uno stato e’ prevenire, controllare o addirittura contenere quel movimento perpetuo. Le forme del potere dello stato, piu’ statiche e vincolate in senso spaziale, sono messe continuamente alla prova dal movimento del capitale.

Info:
https://www.idiavoli.com/it/article/cronache-anticapitaliste
https://www.kulturjam.it/editoria-narrazioni/david-harvey-cronache-anticapitaliste/
https://www.marxist.com/david-harvey-contro-la-rivoluzione-la-bancarotta-del-marxismo-accademico.htm
https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/21563-guido-maria-brera-cronache-anticapitaliste.html
https://www.doppiozero.com/materiali/david-harvey-laccumulazione-come-spoliazione

Capitalismo/Brancaccio

Emiliano Brancaccio – Democrazia sotto assedio. La politica economica del nuovo capitalismo oligarchico – Piemme (2022)

Sarebbero duemila in tutto il mondo i fortunati che hanno oltrepassato il miliardo di dollari di patrimonio.
E’ una ristretta cerchia di grandi proprietari che nel 2020, complessivamente, e’ arrivata a detenere una ricchezza di 10.000 miliardi di dollari.
Il dato proviene dalla banca svizzera UBS, che ogni anno pubblica un rapporto sui patrimoni dei grandi ricchi […]
Il rapporto insiste sul fatto che la crisi pandemica ha avuto effetti contrastanti sulle diverse classi sociali: un aumento della disoccupazione e della poverta’ tra i comuni mortali, a fronte di un ulteriore incremento del 7 per cento delle ricchezze in capo ai miliardari. Stando al rapporto UBS, non si era mai registrata una forbice sociale cosi’ ampia […]
Osservando i modi prevalenti in cui questi grandi ricchi impiegano i loro denari, si scopre che investono in larga parte in immobili: appartamenti, ville, palazzi, terreni edificabili. Cio’ significa che una quota rilevante dei loro redditi viene dalla solita, comoda, rendita immobiliare […]
Per giunta, a guardar bene i dati, si scopre che una parte sempre piu’ rilevante di queste grandi ricchezze proviene da lasciti ereditari. Ossia, tra i miliardari e’ sempre piu’ alta la percentuale di rampolli di famiglia, a loro volta figli e nipoti di miliardari.
Come si spiega la tendenza all’aumento degli ereditieri?
Il motivo risiede in un’evidenza segnalata dall’economista Thomas Piketty: da circa quattro decadi, in media, il tasso di rendimento del capitale e’ piu’ alto del tasso di crescita del reddito che viene prodotto ogni anno. Cio’ significa che il reddito che si riesce a creare durante un’intera vita di lavoro cresce meno rapidamente del capitale, incluso il capitale ereditato […]
Sebbene si fatichi ad ammetterlo, l’odierno capitalismo sembra somigliare sempre di piu’ all’ancien regime aristocratico. O peggio, a una sua degenerazione oligarchica.

Info:
https://www.emilianobrancaccio.it/2022/01/03/democrazia-sotto-assedio/
https://www.ilponterivista.com/blog/2021/06/24/democrazia-sotto-assedio/
https://www.micromega.net/brancaccio-capitalismo/
https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/22123-sandor-kopacsi-su-democrazia-sotto-assedio-di-brancaccio.html
https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/democrazia-sotto-assedio-29606

Capitalismo/Piketty

Thomas Piketty – Una breve storia dell’uguaglianza – La nave di Teseo (2021)

Consideriamo ora un fatto di fondamentale importanza.
Il fatto che, dopo il 1980, siano stati rimessi in discussione lo Stato sociale e l’imposta progressiva non ha trovato eco solo nei dibattiti. Ha trovato il modo di materializzarsi anche in un complesso di regole e di trattati internazionali tesi a rendere il cambiamento il piu’ irreversibile possibile.
Il cuore di queste nuove norme e’ la libera circolazione dei capitali, senza alcuna contropartita in termini di regolamentazione o di fiscalita’ comune.
Riassumendo, gli Stati hanno adottato un sistema giuridico in cui gli attori economici possono acquisire un sacro, o quasi, diritto di arricchirsi, grazie alle infrastrutture pubbliche e alle pubbliche istituzioni di un paese (sistema scolastico, sanitario ecc.), per poi spostare i loro attivi, con un tratto di penna o un clic del mouse, in un’altra giurisdizione, senza che non sia stato previsto nulla per rintracciare le ricchezze in questione e metterle a contributo in modo equo e coerente con il resto del sistema fiscale.
Si tratta de facto di una nuova forma di potere censitario: gli Stati firmatari di tali trattati, a partire dal momento in cui rifiutano di attenersi a quanto deciso dai governi precedenti, possono spiegare in totale buona fede ai cittadini che e’ impossibile mettere a contributo i primi beneficiari della fuga di capitali (miliardari, multinazionali, alti redditi) e che di conseguenza essi devono appellarsi ancora una volta alle classi popolari e medie che hanno avuto il buon gusto di rimanere saggiamente radicate al loro paese.
La logica e’ inoppugnabile.
La reazione delle classi subalterne lo e’ altrettanto: completamente pervase da un senso di abbandono e di odio per la globalizzazione

Info:
http://www.lanavediteseo.eu/item/una-breve-storia-delluguaglianza/
https://www.criticaletteraria.org/2021/11/thomas-piketty-una-breve-storia-dell-uguaglianza.html
https://www.doppiozero.com/materiali/thomas-piketty-la-storia-maestra-di-uguaglianza
https://www.repubblica.it/cultura/2021/11/17/news/l_anticipazione_cosi_il_clima_cambiera_la_nostra_vita-326752782/

Capitalismo/Harvey

David Harvey – Cronache anticapitaliste. Guida alla lotta di classe per il XXI secolo – Feltrinelli (2021)

Oggi sta diventando una domanda cruciale: come contrastare quella che e’ in effetti l’illegalita’ del capitale?
Purtroppo, non e’ ipotizzabile che prevalga la teoria del capitale proposta dall’utopismo dell’economia politica classica. Non si puo’ piu’ (ammesso che sia mai stato possibile) sostenere che il capitalismo possa essere pensato come un sistema pacifico, legale e non coercitivo.
In effetti, cio’ con cui abbiamo a che fare qui non e’ solo il proseguimento, ma il riapparire di sistemi di espropriazione violenta sorti nel passato.
Conviviamo con una forma di capitale basata non sull’uguaglianza dello scambio ma sulla violenza certa dell’espropriazione e della spoliazione […]
Non dobbiamo pensare solo all’accumulazione del capitale basata sullo sfruttamento del lavoro vivo nella produzione […] Dobbiamo considerare anche pratiche di accumulazione basate sulla spoliazione pura e semplice […] il capitalismo contemporaneo dipende sempre piu’ dall’accumulazione per spoliazione, anziche’ dall’accumulazione per sfruttamento della forza lavoro nella produzione.
Che cosa intendo dire? […] La crescente centralizzazione del capitale […] comporta che il capitale rubi e consolidi risorse di piccoli produttori che sono stati costretti a cessare la loro attivita’.
Fusioni e acquisizioni sono operazioni sempre piu’ diffuse. Il grande capitale prevale sui pesci piccoli, se li mangia, per cosi’ dire, e comincia ad allargare il suo potere e la sua massa semplicemente inglobando altri capitali. Ci sono “leggi” della centralizzazione del capitale. Le grandi aziende capitalistiche inglobano le piu’ piccole, creando cosi’ una situazione di quasi monopolio in cui le grandi aziende capitalistiche dominano su tutto il resto e possono imporre i prezzi che vogliono.
Guardiamo per esempio l’ascesa di Google: quante piccole aziende ha assorbito Google nella sua espansione per arrivare a essere la grande azienda di oggi? […] Il leveraged buy-out diventa comune. Esistono strategie di ogni genere per facilitare i buy-out e le acquisizioni. Se viene ridotto il flusso di liquidita’ per qualche settore dell’economia e se le aziende sono in difficolta’, se non nell’impossibilita’, di rifinanziare i propri debiti, possono essere costrette alla bancarotta anche se la loro attivita’ e’ sana. Banche e istituti finanziari possono acquisire quelle aziende e trarre grandi profitti una volta reimmessa la liquidita’ […] Qualcosa del genere e’ successo durante la crisi immobiliare negli Stati Uniti. Molte persone si sono trovate costrette (in qualche caso a quanto pare illegalmente) a cedere il valore della loro casa per pignoramento. Non potendo i proprietari pagare i loro mutui, un gran numero di abitazioni e’ stato venduto a prezzi bassi di pignoramento. Ed ecco arrivare una societa’ di private equity come Blackstone che acquista le case pignorate a prezzi di svendita. In poco tempo Blackstone diventa il proprietario di immobili piu’ grande del paese, se non del mondo. Ora possiede migliaia e migliaia di abitazioni, che affitta con margini di profitto elevati. Quando il mercato immobiliare si riprende, e a seconda del mercato in cui ti trovi (a San Francisco e New York si e’ ripreso abbastanza in fretta, in altri luoghi no), poi puoi rivenderle con profitti enormi. Questo e’ un segmento molto grande dell’economia, che si sviluppa sulla base di un processo di accumulazione senza avere niente a che fare con la produzione […]
Anche Apple ha acquistato un’importanza enorme attraverso pratiche capitalistiche commerciali di appropriazione nel mercato, anziche’ attraverso l’organizzazione di capacita’ produttiva nel punto di produzione. Il capitalismo industriale, in un certo senso, e’ diventato sempre piu’ subordinato al capitalismo commerciale e a forme di rendita del capitalismo.
I meccanismi attraverso i quali lavorano il capitalismo della rendita e il capitalismo mercantile sono sempre piu’ quelli dell’appropriazione e dell’accumulazione per spoliazione, anziche’ l’organizzazione della produzione e lo sfruttamento del lavoro vivo nella produzione. Questo e’ il tipo di societa’ capitalista verso cui ci siamo spostati. E’ una societa’ che non puo’ essere contrastata con le tecniche classiche

Info:
https://www.idiavoli.com/it/article/cronache-anticapitaliste
https://www.kulturjam.it/editoria-narrazioni/david-harvey-cronache-anticapitaliste/
https://www.marxist.com/david-harvey-contro-la-rivoluzione-la-bancarotta-del-marxismo-accademico.htm
https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/21563-guido-maria-brera-cronache-anticapitaliste.html
https://www.doppiozero.com/materiali/david-harvey-laccumulazione-come-spoliazione

Geoeconomia/Arrighi

Giovanni Arrighi – Adam Smith a Pechino – Mimesis (2021)

“Si fa presto a dire imperialismo.” […]
Nel suo significato piu’ generale esso indica un’estensione o un’imposizione di potere, autorita’ o influenza su altri stati o su comunita’ ancora prive di ordinamento statale.
In questi termini possiamo ritrovare l’imperialismo in una grande varieta’ di forme distribuite su un amplissimo arco temporale.
Ma per capire perche’ la piu’ grande potenza capitalistica della storia mondiale, gli Stati Uniti, abbia sviluppato un apparato militare senza precedenti quanto a capacita’ distruttiva e mostri una cosi’ forte tendenza a impiegarlo nel piu’ ambizioso progetto di controllo dell’ordine mondiale mai concepito, cio’ che dobbiamo studiare e’ quello specifico tipo di imperialismo che Harvey chiama “imperialismo capitalistico” o “imperialismo di tipo capitalistico”.
Harvey definisce l’imperialismo di tipo capitalistico come la “fusione contraddittoria” di due componenti: “la politica imperiale dello stato” e “il processo elementare di accumulazione capitalistica nella sua dimensione sia spaziale sia temporale”.
La prima componente ci rimanda alle “strategie politiche, diplomatiche e militari a cui ricorrono gli stati (o le coalizioni di stati che agiscono come un unico blocco di potenze) nella loro lotta per affermare i propri interessi e raggiungere i propri obiettivi sullo scenario globale”. Questa lotta e’ guidata da una “logica territoriale del potere”, cioe’ da una logica che vede, come fondamento della ricerca del potere, il controllo di un territorio e delle sue risorse umane e naturali.
Invece la seconda componente si riferisce al flusso di potere economico nello spazio, in ingresso e in uscita dalle singole entita’ territoriali […] per mezzo della pratica quotidiana della produzione, del commercio, degli spostamenti dei capitali, dei flussi monetari, degli spostamenti di forza-lavoro, dei trasferimenti di tecnologia, delle speculazioni valutarie, dei flussi di informazione, degli stimoli culturali e cosi’ via.
Il motore di questi processi e’ una “logica capitalistica del potere”, cioe’ una logica che vede, come fondamento della ricerca del potere, il controllo del capitale economico […]
Benche’ la logica di potere territoriale e quella capitalistica non siano riducibili l’una all’altra e anche se a volte e’ quella territoriale a essere in primo piano, “cio’ che rende l’imperialismo di tipo capitalistico diverso da ogni altra concezione imperiale e’ che in esso la logica predominante e’ quella capitalistica”.

Info:
https://www.sinistrainrete.info/estero/22190-sandro-mezzadra-il-modello-cinese-e-lo-spazio-del-conflitto.html
http://effimera.org/il-modello-cinese-e-lo-spazio-del-conflitto-di-sandro-mezzadra/
https://www.mimesisedizioni.it/download/12739/e816dca0af4b/simone-pieranni-il-manifesto-4-febbraio-2022-sfide-e-quesiti-intorno-al-modello-cinese-su-adam-smith-a-pechino-di-arrighi.pdf
https://www.mimesisedizioni.it/download/12571/6eb5c7fab8b8/simone-pieranni-il-manifesto-29-dicembre-2021-lanno-della-tigre-nelle-mani-del-serpente-xi-su-adam-smith-a-pechino-di-arrighi.pdf
https://www.pandorarivista.it/articoli/adam-smith-a-pechino-giovanni-arrighi/
http://www.proteo.rdbcub.it/article.php3?id_article=747

Green New Deal/Hickel

Jason Hickel – Siamo ancora in tempo. Come una nuova economia puo’ salvare il pianeta – il Saggiatore (2021)

Per cinquecento anni il capitalismo ha fondato le sue fortune sull’estrazione di risorse dalla natura.
Ha sempre avuto bisogno di un «fuori», esterno a esso, da cui depredare valore senza pagare, senza offrire in cambio nulla di equivalente.
E’ questo che alimenta la crescita. Imporre un limite all’estrazione e allo spreco di materiali sostanzialmente equivale ad ammazzare la gallina dalle uova d’oro […] Ogni volta che sembra esserci un conflitto fra ecologia e crescita, economisti e politici optano per quest’ultima e sperimentano modi sempre piu’ creativi per indurre la realta’ a conformarsi alla crescita […]
Nessuna di queste persone si preoccupa mai di giustificare la propria premessa di fondo, cioe’ l’assunto che continuare a espandere l’economia anno dopo anno, per sempre, sia necessario. E’ una cosa che viene semplicemente recepita come un articolo di fede […]
Ma se questo assunto fosse sbagliato? Se i paesi ad alto reddito non avessero bisogno della crescita? Se fosse possibile migliorare il benessere umano senza dovere per forza espandere l’economia? Se fosse possibile generare tutte le innovazioni di cui abbiamo bisogno per una rapida transizione alle energie rinnovabili senza un solo dollaro di Pil in piu’? Se invece di cercare disperatamente di disaccoppiare il Pil dall’uso di risorse ed energia fosse possibile disaccoppiare il progresso umano dal Pil? Se riuscissimo a trovare una strada per liberare la nostra civilta’, e il nostro pianeta, dai vincoli dell’imperativo della crescita?
Se siamo pronti a immaginare favole fantascientifiche frutto di mere ipotesi per continuare a spingere avanti la macchina dell’economia esistente, allora perche’ non provare a immaginare semplicemente un tipo di economia completamente diverso?

Info:
https://oggiscienza.it/2021/05/08/siamo-ancora-in-tempo-jason-hickel/
https://www.ilsaggiatore.com/wp-content/uploads/2021/04/2021_04_20-Manifesto-Hickel.pdf
https://www.linkiesta.it/2021/03/salvare-il-pianeta-rapporto-natura/

Capitalismo/Harvey

David Harvey – Cronache anticapitaliste. Guida alla lotta di classe per il XXI secolo – Feltrinelli (2021)

La generazione del Sessantotto, se vogliamo chiamarla cosi’, era antagonista a tutto cio’ che era il capitale e la risposta del capitale e’ stata: “Vi diamo la liberta’ individuale e anche noi la apprezziamo, e struttureremo tutto in base alla liberta’ individuale, in particolare sul mercato, in modo che abbiate una grande liberta’ di scelta nel mercato. In cambio voi vi scordate della giustizia sociale”.
Questo e’ stato il patto col diavolo offerto alla generazione del Sessantotto da Reagan e Thatcher negli anni settanta e ottanta, fino all’era Clinton negli anni novanta.
Arrivati agli anni novanta, molti hanno cominciato ad accettare che, se avessero finito per avere dei problemi, la colpa sarebbe stata loro. Quel sistema, in effetti, funzionava benissimo. Funzionava benissimo per gli ultraricchi e per gli imprenditori di successo. Gli ultraricchi diventavano piu’ ricchi, piu’ ricchi e sempre piu’ ricchi. Il divario fra quel che guadagnavano i Ceo e quel che guadagnavano i singoli dipendenti si allargava e diventava piu’ ampio, e ancora piu’ ampio.
Poi siamo arrivati al 2007-2008 e alla grande crisi.
Sembrava che il sistema fosse fallito […]
Quello che sostengo e’ che il neoliberismo non e’ finito nel 2007-2008. Ha perso la sua legittimazione, in particolare la legittimazione politica.
Il malcontento nei confronti del sistema c’era, ed e’ diventato piu’ profondo, piu’ profondo e ancora piu’ profondo. In altre parole, le persone hanno cominciato ad alienarsi dal sistema economico in cui si erano trovate.
Al contempo, pero’, il sistema in se’ non stava cambiando. In effetti, dal 2007-2008 i ricchi hanno tratto vantaggio piu’ di chiunque altro. Hanno applicato la dottrina del “mai lasciare che una buona crisi vada sprecata” e l’hanno effettivamente usata a proprio beneficio. Se esaminate i dati relativi a Regno Unito e Stati Uniti, troverete che il primo 1 per cento ha accresciuto la propria ricchezza e il proprio potere del 14, 15 o addirittura del 20 per cento, mentre la ricchezza e il potere degli altri sono stagnati o diminuiti, dopo il 2008. Il progetto neoliberista non è arrivato al capolinea; e’ andato avanti. Ma e’ andato avanti in una situazione in cui non era piu’ legittimato come in precedenza

Info:
https://www.idiavoli.com/it/article/cronache-anticapitaliste https://www.kulturjam.it/editoria-narrazioni/david-harvey-cronache-anticapitaliste/
https://www.marxist.com/david-harvey-contro-la-rivoluzione-la-bancarotta-del-marxismo-accademico.htm
https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/21563-guido-maria-brera-cronache-anticapitaliste.html
https://www.doppiozero.com/materiali/david-harvey-laccumulazione-come-spoliazione

Economia di mercato/Chomsky

Noam Chomsky – Crisi di civilta’. Pandemia e capitalismo – Ponte alle Grazie (2020)

L’attenzione per la massimizzazione dei profitti «non sempre e’ coerente» nemmeno con la «sopravvivenza dell’umanita’», per prendere a prestito le parole contenute in un memo della piu’ grossa banca statunitense, la JP Morgan Chase, trapelato sulla stampa.
Nel documento si legge, tra le altre cose, che «la sopravvivenza dell’umanita’» e’ a rischio se continueremo a percorrere questa strada, e in questa strada sono inclusi anche gli investimenti della banca stessa nel settore dei combustibili fossili.
La Chevron, per esempio, ha annullato un promettente progetto di energia sostenibile perche’ c’e’ piu’ profitto nel distruggere la vita sulla Terra […]
E giustamente, secondo la dottrina neoliberista.
Come ci hanno insegnato Milton Friedman e altri luminari neoliberisti, il compito dei dirigenti aziendali e’ di massimizzare i profitti. Qualsiasi deviazione da questo dovere morale minerebbe le fondamenta del «vivere civile» […]
La versione neoliberista del capitalismo e’ in vigore dai tempi di Reagan e della Thatcher, e anzi era sorta poco prima.
Non credo che ci sia bisogno di esaminarne nel dettaglio le tremende conseguenze.
La generosita’ di Reagan verso i super ricchi ha una diretta rilevanza oggi che un altro salvataggio e’ in corso. Reagan elimino’ prontamente il divieto sui paradisi fiscali e su altri stratagemmi per scaricare l’onere fiscale sui cittadini, e fu lui ad autorizzare il riacquisto di azioni proprie (stock buyback) – uno strumento volto a gonfiare il valore dei titoli e arricchire il management aziendale e gli ultraricchi (che possiedono la maggior parte delle azioni) indebolendo al contempo la capacita’ produttiva dell’impresa.
Tali cambiamenti hanno avuto conseguenze smisurate, nell’ordine delle decine di bilioni di dollari.
In generale, queste politiche sono state progettate per favorire una piccola minoranza mentre il resto si barcamena alla meno peggio. Per questo ci ritroviamo con una societa’ in cui lo 0,1% della popolazione detiene il 20% della ricchezza mentre la meta’ che si trova negli strati inferiori possiede un patrimonio netto negativo e tira avanti di stipendio in stipendio.

Info:
https://www.illibraio.it/news/ebook-e-digitale/chomsky-virus-ebook-1380886/
https://ilmanifesto.it/lo-stato-di-gravita-permanente-secondo-noam-chomsky/