Societa’/Scheidler

La fine della megamacchina. Sulle tracce di una civiltà al collasso – Scheidler Fabian – Castelvecchi (2024)

Quando la frustrazione e la rabbia dei cittadini superano una certa soglia, quando il «gregge confuso» (Walter Lippmann) sfonda il suo recinto e diventa incontrollabile, la politica ha in linea di principio due opzioni: o fare concessioni reali al popolo, stabilire una maggiore giustizia sociale, educare; oppure proteggere gli interessi dei ricchi e dei potenti distraendo il gregge e presentandogli capri espiatori per canalizzare la rabbia.
La strategia del capro espiatorio funziona particolarmente bene in tempi di crisi perche’ cavalca l’insicurezza, la paura e la paranoia latente fornendole immagini concrete: il musulmano terrorista, l’immigrato criminale, il russo guerrafondaio, il cinese ingannevole, l’ebreo avido di denaro, l’europeo meridionale pigro, il tossicodipendente pericoloso, il parassita del welfare e cosiì via.
L’elenco di questi cliche’ e’ quasi infinito e varia da Paese a Paese. I circoli politici interessati ci giocano virtuosamente per distrarre dalle questioni sistemiche e dai conflitti di distribuzione, mentre parte dei media si offrono come megafono.
In questo modo, a partire dagli anni Duemila, i demagoghi di destra sono riusciti in molte parti del mondo a incanalare la rabbia dei cittadini in nuove immagini di nemici e ad arrivare cosi’ al potere: che si tratti del fascista Jair Bolsonaro in Brasile, di Donald Trump negli Stati Uniti, di Narendra Modi in India o di Giorgia Meloni in Italia.
Come gia’ accaduto in Europa negli anni Venti e Trenta, sta diventando evidente che parti del grande capitale finanziano le reti e i partiti di estrema destra perche’ vedono in essi l’ultimo baluardo per difendere i propri privilegi.
Le conseguenze sono fatali perche’ lo spostamento a destra esaspera ulteriormente tutte le dinamiche di crisi globale: il rischio di guerre, la divisione sociale e lo sconvolgimento delle basi naturali della vita.

Info:
https://www.goethe.de/ins/it/it/sta/rom/ver.cfm?event_id=26236804
https://www.rivoluzioneanarchica.it/fine-della-megamacchina-un-libro-di-fabian-scheidler/

https://www.officinadeisaperi.it/agora/il-senso-delle-parole/cosi-la-megamacchina-neoliberista-sta-distruggendo-il-nostro-mondo-da-il-fatto/
https://www.ilfattoquotidiano.it/fq-newsletter/fatto-for-future-del-26-marzo-2024/

Capitalismo/Serughetti

La società esiste – Giorgia Serughetti – Laterza (2023)


La fenditura verticale della societa’ genera, piuttosto, quelle forme di rivolta del «popolo» contro l’elite a cui in tutto il mondo occidentale danno voce i populismi.
Il desiderio di rivolta non nasce solo dall’acuirsi delle diseguaglianze, ma anche da quella «tracotanza» dei «vincitori», e dal sentimento di «umiliazione e risentimento» dei «perdenti», che Michael Sandel indica come l’esito politicamente piu’ funesto dell’etica meritocratica, di quella che chiama la «tirannia del merito»: la tracotanza meritocratica riflette la tendenza dei vincitori a godere troppo del proprio successo, dimenticandosi della fortuna e della buona sorte che li ha aiutati nel proprio cammino.
Quanti stanno ai vertici si compiacciono di essersi meritati il proprio destino, cosi’ come sono convinti che quanti stanno in basso si sono meritati il loro […]
La retorica del «se vuoi, allora puoi» diventa particolarmente tossica in condizioni di diseguaglianza dilagante e di mobilita’ sociale bloccata […]
Se la prima frattura e’ di carattere verticale, la seconda possiamo disegnarla in senso orizzontale: e’ quella che separa il «centro» dalla «periferia», dove le due nozioni assumono una valenza non solo geografica, ma anche sociopolitica e culturale […]
«Cio’ che rende periferica una parte della Francia, dell’America, della Gran Bretagna o dell’Italia», scrive il geografo Christophe Guilluy, «e’ innanzitutto il profilo sociale dei suoi abitanti, non la collocazione geografica».
Il «nuovo mondo emerso delle periferie» non riguarda soltanto le persone povere o migranti, ne’ solo i «segmenti marginali degli operai e dei contadini», ma anche «i dipendenti, i lavoratori manuali, i piccoli colletti bianchi, i giovani, i pensionati, gli abitanti delle zone rurali e di quelle urbane. Se li sommiamo l’uno all’altro, ci ritroviamo davanti l’intero insieme sociale».

Info:
https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/29695-patrizio-paolinelli-una-buona-societa-e-possibile.html
https://www.pandorarivista.it/articoli/la-societa-esiste-di-giorgia-serughetti/

https://www.retisolidali.it/la-societa-esiste-serughetti-serve-una-nuova-grammatica-delle-lotte/
https://www.sololibri.net/La-societa-esiste-Giorgia-Serughetti.html
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/recensioni/serughetti_fattoquot.pdf
https://www.doppiozero.com/la-verita-vi-prego-sulla-societa
https://eticaeconomia.it/la-societa-esiste/

Populismo/Piketty

Il socialismo del futuro – Thomas Piketty – Baldini+Castoldi (2024)

La strategia di Trump e’ quella classica: fa capire ai piccoli bianchi massacrati dalla globalizzazione che il loro nemico e’ il piccolo negro, l’immigrato, il messicano, il musulmano, e che tutto andra’ meglio se il grande miliardario bianco liberera’ il Paese dalla loro presenza.
Trump esaspera il conflitto razziale e identitario per evitare il conflitto di classe, di cui rischierebbe di fare le spese.
L’accento posto sulle fratture etniche ha svolto un ruolo centrale nell’intera storia degli Stati Uniti, e spiega in buona parte l’esilita’ della solidarieta’ e dello Stato sociale americano. Trump si limita a portare al parossismo la sua strategia, con – peraltro – alcune importanti novita’.
La prima. Fa leva su un’ideologia, quella della fortuna meritata, della sacralizzazione del mercato e della proprieta’ privata, che negli Stati Uniti, negli ultimi decenni, ha raggiunto livelli inediti, elevatissimi.
La seconda. La struttura del conflitto politico tende oggi a ramificarsi nel resto del mondo, specialmente in Europa. Un po’ ovunque, si vede crescere negli elettorati popolari un misto di tentazione xenofoba e di accettazione rassegnata delle leggi del capitalismo globalizzato. Dal momento che e’ illusorio aspettarsi grandi cose dalla regolazione della finanza e delle multinazionali, allora picchiamo duro sugli immigrati e sugli stranieri – se la cosa non ci fara’ forse del bene, ci fara’ comunque meno male.
Molti elettori di Trump o di Le Pen coltivano in fondo una convinzione assai semplice: e’ piu’ facile prendersela con gli immigrati che con il capitalismo finanziario, o immaginare un sistema economico diverso […]
La lezione principale, per l’Europa e il mondo, e’ chiara: e’ urgente riorientare la globalizzazione dalle fondamenta.
Le massime sfide del nostro tempo sono la crescita delle disuguaglianze e il riscaldamento climatico. Occorre metter mano a trattati internazionali che aiutino a rispondere a queste sfide e a promuovere un modello di sviluppo equo e duraturo. Si tratta di accordi di tipo nuovo, che possono contenere, se necessario, misure intese a facilitare gli scambi. Al cui centro, in ogni caso, non va posto il tema della liberalizzazione del commercio, la quale deve tornare a essere cio’ che non ha mai cessato di essere: uno strumento al servizio di obiettivi piu’ elevati.
In concreto, bisogna smettere di firmare accordi internazionali finalizzati alla riduzione dei diritti di dogana e di altre barriere commerciali senza includere nei trattati medesimi, fin dai primi capitoli, regole con tanto di stime, e regole vincolanti, tali da concorrere alla lotta contro il dumping fiscale e climatico: tipo tassi minimi comuni d’imposta sui profitti delle societa’ e target verificabili e sanzionabili di emissione di CO2. Non e’ piu’ possibile negoziare trattati di libero scambio in cambio di niente.

Info:
https://www.linkiesta.it/2023/05/thomas-piketty-ezra-klein-socialismo-partecipativo/
https://riccardosorrentino.blog.ilsole24ore.com/2021/08/27/piketty-un-sovranista-illiberale-sinistra/?refresh_ce=1

https://www.pandorarivista.it/articoli/capitale-e-ideologia-di-thomas-piketty/ 
https://www.micromega.net/piketty-stiglitz-capitalismo-socialismo
https://www.rivistailmulino.it/a/un-futuro-per-la-socialdemocrazia

https://lespresso.it/c/idee/2020/11/1/piketty-per-salvare-il-futuro-diamo-a-tutti-i-giovani-uneredita-di-cittadinanza/45519

Capitalismo/Scheidler

La fine della megamacchina. Sulle tracce di una civiltà al collasso – Scheidler Fabian – Castelvecchi (2024)


Una societa per azioni, se la si osserva da vicino, e’ una costruzione molto particolare.
E’ legalmente una «persona giuridica», negli Stati Uniti e’ addirittura una «persona morale» dotata di tutti i diritti costituzionali di cui altrimenti godono solo «persone fisiche».
A differenza di altre persone giuridiche, come le associazioni e le cooperative, il suo unico obiettivo e’ l’aumento del denaro degli azionisti. Poiche’ la societa’ per azioni non puo’ morire come le persone fisiche, in linea di principio puo’ durare per sempre. E’ quindi una specie di macchina con proprieta’ antropomorfe il cui unico obiettivo e’ la moltiplicazione infinita di denaro.
I circuiti e gli ingranaggi di questo gigantesco cyborg sono costituiti in gran parte da esseri umani ma a queste persone e’ permesso unicamente adempiere alle funzioni necessarie a realizzare lo scopo finale della macchina: se non sono funzionali a questo scopo, la macchina li espelle.
Le istituzioni piu’ potenti del mondo sono state create secondo questo principio e sono finanziariamente piu’ forti di molti Stati.
Nonostante possano essere in conflitto con i governi, sono le loro creature: solo gli Stati e i governi sono in grado di creare, mantenere e far rispettare le complesse costruzioni giuridiche necessarie alla loro esistenza, o meglio che ne costituiscono il nucleo […]
Ma come si e’ arrivati alla nascita di una istituzione cosi’ bizzarra e distruttiva?
Fino alla fondazione delle prime societa’ per azioni intorno al 1600, l’accumulazione di capitale era legata alla ricerca da parte delle persone di un profitto individuale. Se qualcuno non provava piu’ il desiderio di aumentare il patrimonio, ad esempio con la scelta di ritirarsi dalle scene e godere dei frutti della ricchezza accumulata, concludeva anche l’espansione economica.
Diverso e’ il discorso nella societa’ per azioni: qui l’accumulazione e’ diventata un’istituzione, mentre in essa le persone sono interscambiabili.

Info:
https://www.goethe.de/ins/it/it/sta/rom/ver.cfm?event_id=26236804
https://www.rivoluzioneanarchica.it/fine-della-megamacchina-un-libro-di-fabian-scheidler/

https://www.officinadeisaperi.it/agora/il-senso-delle-parole/cosi-la-megamacchina-neoliberista-sta-distruggendo-il-nostro-mondo-da-il-fatto/
https://www.ilfattoquotidiano.it/fq-newsletter/fatto-for-future-del-26-marzo-2024/

Societa’/Wagenknecht

Contro la sinistra neoliberale – Sahra Wagen- knecht – Fazi (2022)

All’idea di una societa’ come comunita’ solidale e responsabile Thatcher contrappose la formula: «There is no such thing as society», ossia ‘La societa’ non esiste affatto […]
Dove non vi e’ societa’, non vi e’ neppure responsabilita’ nei confronti degli altri. Ne’ verso la comunita’ ne’ verso i bisognosi. Al suo posto subentra come valore centrale la responsabilita’ nei confronti di se stessi.
Il senso di comunita’ e’ superato, ormai e’ visto addirittura come dannoso. Secondo il nuovo motto, le cose vanno meglio per tutti se ciascuno pensa esclusivamente a se stesso e al proprio vantaggio.
Per giustificare questa tesi, si faceva ricorso a un’interpretazione divenuta intanto cliche’ della famosa metafora di Adam Smith secondo cui il mercato indirizzerebbe le azioni degli individui egoisti al benessere collettivo come una mano invisibile.
In questo modo, ciascuno diventava responsabile solo per se stesso, e gli obblighi di solidarieta’ sopravvivevano al massimo nei confronti della cerchia ristretta della famiglia. Al di fuori di questa esistevano soltanto le leggi del mercato, che davano agli individui liberati da qualsiasi vincolo di lealta’ un contesto in cui cooperare.
L’ordinamento giuridico doveva solo garantire che nessuno utilizzasse mezzi sleali per raggiungere i propri fini egoistici […]
L’eroe della nuova epoca era forte, egoista, di successo, pronto al rischio, mobile e flessibile. Chi si arricchiva aveva fatto tutto bene, chi crollava era responsabile del proprio declino. Dalla societa’ come progetto comunitario si passava a un’associazione di egoisti, cui era permesso tutto cio’ che la legge non vietava esplicitamente […]
Le esigenze della mobilita’ e della flessibilita’ collidevano con il bisogno di fondare una famiglia stabile, di preservare i legami con la patria e di restare radicati nel proprio paese.
Nella nuova narrazione non c’era piu’ posto neppure per la fede religiosa, il richiamo alle tradizioni, l’umanesimo borghese o il legame con la nazione.

Info:
https://www.lafionda.org/2022/06/15/recensione-di-contro-la-sinistra-neoliberale-di-sahra-wagenknecht/
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2022/05/wagenknecht-lespresso.pdf
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2022/06/wagenknecht-domenica-il-sole-24-ore.pdf
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2022/07/wagenknecht-il-fatto-quotidiano.pdf
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2022/11/wagenknecht-lindice-dei-libri-del-mese.pdf
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2022/07/wagenknecht-avvenire.pdf
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-recensione_di_contro_la_sinistra_neoliberale_di_sahra_wagenknecht/39329_46608/
https://www.sinistrainrete.info/sinistra-radicale/27587-danilo-ruggieri-la-sinistra-alla-moda.html

Societa’/De Benoist

I demoni del bene. Dal nuovo ordine morale all’ideologia del genere – Alain de Benoist – Controcorrente (2015)


La societa’ economica si risolve oggi in societa’ di controllo.
Si dispiega una logica del dominio che non e’ la vecchia logica dello sfruttamento, ma una logica quotidiana e reticolare, ordinata a procedure di seduzione, schedatura e condizionamento.
«Gli individui non sono spogliati della loro individualita’ da una costrizione esterna, ma dalla razionalita’ stessa nella quale vivono» (Marcuse).
Per soddisfare il bisogno «securitario» (neologismo apparso all’inizio degli anni Ottanta), si dispiegano procedure fondate sulla segnalazione, la schedatura e la tracciabilita’[…]
La Nuova Classe vuole addomesticare il popolo perche’ ne ha paura, e ne ha paura perche’ le sue reazioni sono imprevedibili e incontrollabili. Per porre rimedio a questa paura, cerca di inculcarne un’altra al popolo: la paura di derogare alle norme, di pensare da solo, di ribellarsi contro il disordine costituito […]
La Nuova Classe non e’ una “classe” nel senso marxista della sua relazione con i mezzi di produzione, ma soltanto in un senso generale, metaforico. Essa designa coloro che detengono un capitale culturale (un sapere) e che utilizzano questo capitale per garantirsi una posizione sociale privilegiata rispetto a coloro che ne sono sprovvisti […]
Gli stessi membri della Nuova Classe possono provenire tanto dalla «sinistra» quanto dalla «destra» […]: lo spartiacque destra-sinistra funziona oggi come una cortina fumogena che dissimula l’unica vera distinzione che oppone, da un lato, i liberali, considerati nel loro insieme, che propendono per una vita politica neutralizzata e proceduralizzata, uno Stato terapeutico, una governance mondiale, una democrazia puramente rappresentativa e un discorso fondato sui «diritti dell’uomo», e, dall’altro lato, tutti coloro che, al contrario, insistono sull’autonomia locale, la democrazia diretta, le particolarita’ culturali e i valori tradizionalmente non negoziabili di appartenenza e solidarieta’.

Info:
https://www.ilfoglio.it/articoli/2014/01/22/news/i-banali-demoni-del-bene-51782/
https://www.barbadillo.it/38725-libri-i-demoni-del-bene-di-de-benoist-critica-al-pensiero-unico-e-al-gender/

https://ilmangiacarte.wordpress.com/2021/05/20/demoni-del-bene/
https://ilpensierostorico.com/de-benoist-demoni-del-bene/

Societa’/Todd

La sconfitta dell’Occidente – Emmanuel Todd – Fazi (2024)

Essendosi abituati a dettare i valori a cui il mondo deve aderire, gli occidentali credevano sinceramente, e stupidamente, che il pianeta intero fosse pronto a condividere la loro indignazione nei confronti della Russia. La loro aspettativa e’ rimasta delusa.
Una volta superato lo shock iniziale della guerra, il sostegno alla Russia, sempre meno discreto, ha iniziato a comparire un po’ ovunque.
Era prevedibile che la Cina, identificata dagli americani come il prossimo avversario in cima alla propria lista, non si sarebbe schierata a sostegno della NATO.
Nondimeno e’ da notare che, accecati dal loro narcisismo ideologico, i commentatori su entrambe le sponde dell’Atlantico sono riusciti per oltre un anno a prendere seriamente in considerazione l’eventualita’ che i cinesi non dessero il proprio appoggio alla Russia.
Ancor piu’ deludente, poi, e’ stato il rifiuto dell’India di lasciarsi coinvolgere […]
Nel caso dell’Iran, che non ha perso tempo a rifornire di droni la Russia, i commentatori della cronaca immediata non hanno saputo cogliere il significato di un simile riavvicinamento. Abituati ad accomunare i due paesi collocandoli tra le forze del male, i dilettanti della geopolitica presenti nei media, e non solo, hanno trascurato di rilevare quanto la loro alleanza non fosse scontata […]
Per quanto riguarda invece la Turchia, membro della NATO, essa appare sempre piu’ coinvolta in una stretta relazione con la Russia di Putin, un rapporto in cui ormai si fondono, attorno al Mar Nero, rivalita’ e una sincera intesa [..]
E invero, dopo un anno e mezzo di guerra, l’intero mondo musulmano sembra guardare alla Russia come a un alleato anziche’ a un nemico. E’ sempre piu’ evidente, infatti, come, riguardo alla gestione della produzione e dei prezzi del petrolio, l’Arabia Saudita e la Russia si considerino partner economici piuttosto che avversari ideologici. Piu’ in generale, ogni giorno che passa le dinamiche economiche del conflitto non hanno fatto che accrescere l’ostilita’ nei confronti dell’Occidente da parte del mondo in via di sviluppo.

Info:
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2024/10/todd-il-fatto-quotidiano.pdf?
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2024/10/todd-il-riformista.pdf?

https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2024/10/todd-il-manifesto.pdf?
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2024/10/todd-il-giornale.pdf?https://contropiano.org/interventi/2024/11/11/la-sconfitta-delloccidente-oligarchico-e-nichilista-0177418
https://www.quotidiano.net/magazine/libri/emmanuel-todd-gli-oligarchi-e-il-nichilismo-hanno-distrutto-le-democrazie-e-la-sconfitta-delloccidente-fd56b6be
https://www.repubblica.it/venerdi/2024/09/28/news/emmanuel_todd_sconfitta_occidente_ultimo_libro-423521727/
https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/29325-gian-marco-martignoni-la-sconfitta-dell-occidente.html

Populismo/Serughetti

Il vento conservatore. La destra populista all’attacco della democrazia – Giorgia Serughetti – Laterza (2021)

Le analogie concettuali tra il fondamentalismo del mercato tipico del neoliberismo e il populismo di destra sono numerose.
Ci sono almeno quattro aspetti che li accomunano:
il primo e’ la visione duale della societa’, che per il populismo e’ divisa in popolo ed elite o in «noi» e «altri», mentre per il neoliberismo e’ fatta di «mercato» e «non-mercato» (lo Stato, la burocrazia, la pianificazione economica).
Il secondo e’ l’omogeneita’ delle due parti, la prima delle quali assume valori esclusivamente positivi, la seconda esclusivamente negativi: «buono» e «cattivo», «onesto» e «disonesto» sono tra le coppie di aggettivi preferite dai populisti; «libero», «naturale», «efficiente» sono invece i termini che i teorici neoliberali associano al mercato, contro la «costrizione», il «dogmatismo», l’«inefficienza» delle forze avverse.
Il terzo aspetto e’ l’antagonismo tra volonta’ del popolo e volonta’ delle elite, da una parte, e tra «libero mercato» e «socialismo», dall’altra.
Il quarto e’ la polisemia e vaghezza concettuale dei termini di riferimento: «il popolo» per il primo, «il mercato» per il secondo.

Info:
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/2022/03/SERUGHETTI_DOMANI.pdf
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/2022/03/SERUGHETTI_FATTO.pdf
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/2022/02/SERUGHETTI_CORSERABRESCIA.pdf
https://www.ingenere.it/letture/il-vento-conservatore
https://www.retisolidali.it/il-vento-conservatore-intervista-serughetti/
https://www.osservatore.ch/il-nuovo-vento-conservatore-e-la-destra-antidemocratica_66328.html

Societa’/Fazi

Una civiltà possibile. La lezione dimenticata di Federico Caffe’ – Thomas Fazi – Meltemi (2022)

“Il lavoro”, scrive Polanyi, “e’ soltanto un altro nome per un’attivita’ umana che si accompagna alla vita stessa la quale a sua volta non e’ prodotta per essere venduta ma per ragioni del tutto diverse, ne’ questo tipo di attivita’ puo’ essere distaccato dal resto della vita, essere accumulato o mobilitato. […]
Nel disporre della forza-lavoro di un uomo, il sistema disporrebbe tra l’altro dell’entita’ fisica, psicologica e morale ‘uomo’ che si collega a questa etichetta”.
Questo, prosegue Polanyi, “significa alla fin fine la conduzione della societa’ come accessoria rispetto al mercato. Non e’ piu’ l’economia ad essere inserita nei rapporti sociali, ma sono i rapporti sociali ad essere inseriti nel sistema economico”.
Subordinare il lavoro al meccanismo di mercato significa, dunque, subordinare la vita stessa degli esseri umani, l’essenza stessa della societa’, alle leggi del mercato.

Societa’/Wagenknecht

Sahra Wagenknecht – Contro la sinistra neoliberale – Fazi (2022)

“Sinistra” era un tempo sinonimo di ricerca della giustizia e della sicurezza sociale, di resistenza, di rivolta contro la classe medio-alta e di impegno a favore di coloro che non erano nati in una famiglia agiata e dovevano mantenersi con lavori duri e spesso poco stimolanti.
Essere di sinistra voleva dire perseguire l’obiettivo di proteggere queste persone dalla povertà, dall’umiliazione e dallo sfruttamento, dischiudere loro possibilita’ di formazione e di ascesa sociale, rendere loro la vita piu’ facile, piu’ organizzata e pianificabile.
Chi era di sinistra credeva nella capacita’ della politica di plasmare la societa’ all’interno di uno Stato nazionale democratico e che questo Stato potesse e dovesse correggere gli esiti del mercato […]
Questa sinistra tradizionale esiste ancora oggi. La si incontra spesso nei sindacati, soprattutto ai livelli piu’ bassi. In quasi tutti i partiti socialdemocratici, pero’, e’ gia’ in minoranza, almeno per quanto riguarda i piani alti […]
L’immaginario pubblico della sinistra sociale e’ dominato da una tipologia che definiremo da qui in avanti sinistra alla moda, in quanto chi la sostiene non pone piu’ al centro della politica di sinistra problemi sociali e politico-economici, bensi’ domande riguardanti lo stile di vita, le abitudini di consumo e i giudizi morali sul comportamento […]
Cio’ che rende i rappresentanti di questa sinistra alla moda cosi’ antipatici agli occhi di molti e soprattutto dei meno fortunati e’ la loro innata tendenza a giudicare i propri privilegi come virtu’ personali e a presentare la propria visione del mondo e il proprio stile di vita come la quintessenza della responsabilita’ e del progressismo.
E’ il compiacimento di se’ di chi si reputa moralmente superiore, cosa che accade di frequente nella sinistra alla moda, e’ la convinzione, palesata in modo troppo insistente, di essere dalla parte del bene, del giusto e della ragione. E’ la supponenza di chi guarda dall’alto in basso lo stile di vita, i bisogni e persino il linguaggio di coloro che non hanno potuto frequentare l’universita’, vivono in piccoli centri e comprano da ALDI i prodotti per la grigliata perche’ il denaro deve bastare fino a fine mese […]
La sinistra alla moda risulta poco simpatica anche perche’, pur sostenendo una societa’ aperta e tollerante, mostra di solito nei confronti di opinioni diverse dalle proprie un’incredibile intolleranza, che non ha nulla da invidiare a quella dell’estrema destra […]
Se la sinistra alla moda non ha ancora mai considerato come un problema l’assenza persistente dalle proprie manifestazioni di piu’ della meta’ della popolazione, cio’ indica che almeno per alcuni dei suoi membri l’obiettivo non e’ piu’ quello di ottenere delle ricadute sul piano sociale. Non si tratta piu’ di cambiare la societa’, ma di trovare conferma di se’, tanto che anche la partecipazione alle manifestazioni diviene un atto di realizzazione personale: ci si sente a posto con la propria coscienza a manifestare per il bene insieme a persone che la vedono nello stesso modo […]
Gli operai delle industrie, i dipendenti con reddito basso, gli autonomi piu’ poveri e i disoccupati non solo disertano le manifestazioni della sinistra alla moda, ma vengono meno ogni giorno di piu’ quali membri ed elettori dei medesimi partiti. Del resto questa e’ la causa principale del declino in tutta Europa della socialdemocrazia, il cui nucleo duro degli elettori veniva proprio da questi ceti sociali.

Info:
https://www.lafionda.org/2022/06/15/recensione-di-contro-la-sinistra-neoliberale-di-sahra-wagenknecht/
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2022/05/wagenknecht-lespresso.pdf
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2022/06/wagenknecht-domenica-il-sole-24-ore.pdf
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2022/07/wagenknecht-il-fatto-quotidiano.pdf
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2022/11/wagenknecht-lindice-dei-libri-del-mese.pdf
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2022/07/wagenknecht-avvenire.pdf
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-recensione_di_contro_la_sinistra_neoliberale_di_sahra_wagenknecht/39329_46608/
https://www.sinistrainrete.info/sinistra-radicale/27587-danilo-ruggieri-la-sinistra-alla-moda.html