Europa/Undiemi

Lidia Undiemi – Il ricatto dei mercati. Difendere la democrazia, l’economia reale e il lavoro dall’assalto della finanza internazionale – Ponte alle Grazie (2014)

Guardando piu’ da vicino la creazione della nuova governance europea, non si puo’ fare a meno di notare qualcosa di inusuale, e cioe’ che alcuni dei principali strumenti di gestione della crisi sono stati posti in essere al di fuori dell’ordinamento dell’UE.
Piuttosto che ricorrere alle norme contenute nei trattati fondamentali, si e’ deciso di realizzare una serie di accordi utilizzando il metodo intergovernativo piuttosto che un atto normativo europeo, vale a dire istituendo accordi internazionali al di fuori del diritto dell’Unione; il riferimento e’ in primo luogo al MES, impropriamente definito «fondo salva-stati», e al Fiscal Compact.
Siamo cosi’ di fronte a una sorta di doppia governance europea: quella prevista dai trattati fondamentali dell’Unione – Trattato sull’Unione Europea (TUE) e Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE) –, che incarnano il paradigma della crescita, e quella dei nuovi accordi intergovernativi, che introducono regole di gestione della crisi non incluse nel tradizionale quadro normativo […]
La nuova governance, in corso di evoluzione, si articola in sette assi principali di intervento: – il semestre europeo, il quale si concretizza in una serie di raccomandazioni elaborate dalla Commissione Europea, approvate dal Consiglio UE e avallate dal Consiglio Europeo, di cui gli stati devono tenere conto quando dispongono le politiche di bilancio relative all’anno successivo; – il patto Euro Plus, che consiste in un accordo firmato da ventitre paesi aderenti che si impegnano a realizzare determinate riforme in alcuni settori (competitivita’, occupazione, sostenibilita’ delle finanze pubbliche e maggiore stabilita’ finanziaria); – il Fiscal Compact; – le modifiche al patto di stabilita’, in parte gia’ introdotte nel cosiddetto six pack, un pacchetto di sei atti legislativi (cinque regolamenti e una direttiva) che mira a una piu’ rigorosa applicazione del Patto di Stabilita’ e di Crescita (PSC); e nel cosiddetto two pack, composto da due regolamenti e orientato a completare il ciclo di sorveglianza di bilancio; – la sorveglianza sugli squilibri macroeconomici (gia’ applicata in base a due regolamenti del six pack); – i meccanismi per la stabilita’ finanziaria della zona euro, fra cui il MES; – il patto per la crescita (growth pact).
Il panorama degli interventi appare complesso e disarticolato, soprattutto se si pensa al fatto che tre diversi accordi coinvolgono un numero differente di paesi (ventitre il patto Euro Plus, diciassette il MES e venticinque il Fiscal Compact); il che fa pensare che sia stata realizzata una sorta di «integrazione differenziata». Come dire: a ciascuno la sua Europa […]
Se siete un po’ confusi per via dei nomi e delle sigle sappiate che e’ soltanto perche’ siete stati attenti. Hanno utilizzato quasi la stessa denominazione per tre strumenti che si differenziano tra loro per variabili non certo trascurabili: Meccanismo Europeo di Stabilizzazione Finanziaria (EFSM), affidato alla Commissione e al Consiglio; Dispositivo Europeo per la Stabilita’ Finanziaria (EFSF), gestito con la creazione di una societa’ lussemburghese; Meccanismo Europeo di Stabilita’ affidato a una organizzazione internazionale.

Info:
https://www.antimafiaduemila.com/libri/economia/930-il-ricatto-dei-mercati.html
https://www.ilfattoquotidiano.it/2014/10/20/libri-lidia-undiemi-vi-racconto-il-ricatto-dei-mercati-e-quello-sulleuro/303203/
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-spread_intervista_a_lidia_undiemi_autrice_del_libro_profetico_il_ricatto_dei_mercati/5496_24172/

Capitalismo/Undiemi

Lidia Undiemi – La lotta di classe nel XXI secolo. La nuova offensiva del capitale contro i lavoratori: il quadro mondiale del conflitto e la possibile reazione democratica – Ponte alle Grazie (2021)

Elemento fondamentale della propaganda neoliberista e’ l’idea che i capitalisti vogliano il ritorno al libero mercato.
In verita’ e’ esattamente il contrario.
Il capitale si nutre di un sofisticato e programmato uso delle leggi per introdurre, sia negli ordinamenti interni che in quelli internazionali, principi e vincoli che mirano a compromettere l’equilibrio costituzionale dello Stato sociale, al fine di favorire la salvaguardia del sistema capitalista a ogni costo.
Cio’ sta avvenendo con un ribaltamento di prospettiva.
I diritti sociali sono nati per assicurare un benessere superiore alle masse rispetto a un sistema improntato sulle mere liberta’ individuali, che non teneva conto del dislivello di forze tra lavoratori deboli e capitalisti forti. L’obiettivo che oggi si pone la comunita’ internazionale, salvaguardare sempre e comunque il capitalismo cosi’ com’e’.
Ecco perché l’attacco contro i lavoratori e lo Stato sociale non assume le sembianze di uno scontro diretto (anche se nella sostanza lo e’), ma passa attraverso la politica della salvaguardia dell’interesse «superiore» dei mercati

Info:
https://www.lidiaundiemi.it/libri/la-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo
https://www.lacittafutura.it/recensioni/la-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo
https://www.sinistrainrete.info/politica/23735-lidia-undiemi-reagire-e-non-aspettare-il-manifesto-della-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo.html
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-lidia_undiemi__reagire_e_non_aspettare_il_manifesto_della_lotta_di_classe_nel_xxi_secolo/39130_47187/
https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/03/05/undiemi-la-pace-sociale-e-una-trappola-per-i-lavoratori-serve-una-ripresa-della-conflittualita-dal-governo-mi-attendo-nuova-riforma-lavoro/6120731/

Capitalismo/Undiemi

Lidia Undiemi – La lotta di classe nel XXI secolo. La nuova offensiva del capitale contro i lavoratori: il quadro mondiale del conflitto e la possibile reazione democratica – Ponte alle Grazie (2021)

Dopo la fase di crescita economica del secondo dopoguerra, il mondo inizia a sperimentare quella che lo studioso Andre Gunder Frank definisce «economia del debito», ossia un sistema economico alimentato da un susseguirsi di recessioni, sempre piu’ intense, a cui si e’ fatto fronte con politiche restrittive, in primo luogo con lo smantellamento del welfare pubblico e con la drastica riduzione della spesa pubblica.
Questi interventi furono adottati in Occidente indipendentemente dal colore politico della maggioranza allora al governo in Francia, in Portogallo, in Spagna, in Grecia e in Italia; stessa cosa avvenne in Gran Bretagna. Nonche’ nei Paesi dell’Est e del Sud del mondo sotto diretto intervento del Fondo Monetario Internazionale.
Austerita’, privatizzazioni e liberalizzazioni sono stati i tre Washington Consensus per tutti gli anni Ottanta e Novanta, rientrando in tale espressione le direttive di politica economica imposte ai Paesi in via di sviluppo che si sono trovati ad affrontare una crisi economica.
Margaret Thatcher e Ronald Reagan sono stati considerati i principali fautori dell’avvento del neoliberismo.

Info:
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Stato/Undiemi

Lidia Undiemi – La lotta di classe nel XXI secolo. La nuova offensiva del capitale contro i lavoratori: il quadro mondiale del conflitto e la possibile reazione democratica – Ponte alle Grazie (2021)

La distruzione dei diritti dei lavoratori non e’ solo una «questione di classe».
In una prospettiva piu’ ampia non bisogna trascurare che tale processo mette a rischio la tenuta dei sistemi democratici. Non e’ un caso che la difesa del lavoro abbia ricevuto specifica garanzia costituzionale […]
In modo piu’ o meno esplicito, in ambito costituzionale europeo i diritti sociali hanno assunto un ruolo di primo piano nella promozione di una societa’ piu’ egualitaria e democratica. Cio’ nella consapevolezza che il dislivello tra le due classi dominanti puo’ essere ripianato solo attraverso l’intervento dello Stato, che si impegna a limitare gli abusi di potere e a garantire la giustizia sociale.
In questo percorso, il diritto del lavoro assume una vera e propria funzione redistributiva, rappresentando nella realta’ di tutti i giorni il principale strumento a disposizione delle masse per ottenere una piu’ equa spartizione della ricchezza […]
Con la costituzionalizzazione della difesa del lavoro – accanto alla liberta’ di impresa – le democrazie europee occidentali hanno fatto si’ che lo Stato assumesse il compito di garantire la convivenza tra liberismo classico e socialismo, ovvero tra capitalismo e democrazia.
L’essenza di questo compromesso e’ il riconoscimento della conflittualita’ e del ruolo fondamentale della mano forte dello Stato nel ripianare lo squilibrio di potere contrattuale sbilanciato in favore di chi detiene i mezzi di produzione

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Capitalismo/Undiemi

Lidia Undiemi – La lotta di classe nel XXI secolo. La nuova offensiva del capitale contro i lavoratori: il quadro mondiale del conflitto e la possibile reazione democratica – Ponte alle Grazie (2021)

La post-ideologia, dovendo consentire l’allontanamento dalle ideologie di destra e di sinistra, viene fatta in apparenza coincidere con la non-ideologia, ossia con un pensiero politico apparentemente senza identita’ e senza passato.
La conseguenza principale del diffondersi della post-ideologia e’ la disseminazione di formazioni politiche con programmi disorganici, legittimate a non avere, proprio perche’ post-ideologiche, una visione della societa’ strutturata e di lungo periodo.
I partiti post-ideologici operano pertanto occupandosi delle contingenze del momento, attuando provvedimenti estemporanei solo apparentemente in contrasto con la cultura neoliberista, come le misure antipoverta’ con redditi ai limiti della sopravvivenza, spacciate come soluzione e non come strumenti temporanei.
Non si pensa, in altri termini, a come impedire che gli individui diventino poveri, ma al modo in cui farli sopravvivere una volta che lo sono diventati

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Lavoro/Undiemi

Lidia Undiemi – La lotta di classe nel XXI secolo. La nuova offensiva del capitale contro i lavoratori: il quadro mondiale del conflitto e la possibile reazione democratica – Ponte alle Grazie (2021)

Un motivo c’e’ se i padri costituenti hanno posto una copertura costituzionale alla conflittualita’: il suo disconoscimento e’ tipico dei regimi totalitari, in cui il dissenso rispetto agli interessi prevalenti del sistema deve essere represso in ogni modo.
Le costituzioni nate nel secondo dopoguerra sono state bene attente a evitare che i governi di turno potessero privare le masse di specifici strumenti di difesa, come il conflitto, per lo piu’ incarnato nel diritto di sciopero.
Garantire la conflittualita’ significa infatti assicurare anche la sopravvivenza dei sistemi democratici: l’alternativa e’ il pensiero unico, che e’ l’antitesi del pluralismo.
L’antagonismo pertanto svolge un ruolo estremamente importante nelle relazioni di lavoro, poiche’ consente di calibrare interessi contrapposti, e quindi di mantenere un equilibrio costituzionalmente sostenibile.

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Europa/Undiemi

Lidia Undiemi – La lotta di classe nel XXI secolo. La nuova offensiva del capitale contro i lavoratori: il quadro mondiale del conflitto e la possibile reazione democratica – Ponte alle Grazie (2021)

In pratica, l’esperienza ellenica dimostra come, una volta commissariato, il Paese in difficolta’ sia sottoposto alle direttive e al controllo del MES e delle istituzioni europee per un periodo di tempo indeterminato, che puo’ durare decenni, anche in ragione del fatto che, una volta dentro a questo sistema di credito-debito, in caso di ulteriore necessita’ di liquidita’ il Paese deve o puo’ ricorrere a fondi europei che seguono la stessa logica.
Questa forma di concretizzazione politica del neoliberismo postula dunque la sostituzione dei governi, espressione di competizioni politiche cosi’ come previsto dalle costituzioni dei singoli Stati, con un governo ultra statale e ultra decennale privo di legittimazione democratica.
Al governo nazionale sottoposto al commissariamento non resta che attuare riforme prestabilite e calate dall’alto.
Non vi e’ alcun dubbio che si tratti di una sostituzione vera e propria. Per comprenderlo basta leggere i memorandum d’intesa, che contengono appunto prescrizioni dettagliatissime su come dirigere un Paese, ovvero su quali riforme attuare negli svariati campi della sua vita sociale e politica: pensioni, lavoro, pubblica amministrazione, giustizia, attivita’ produttive, servizi pubblici, privatizzazioni, welfare e tanto altro.

Info:
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Lavoro/Undiemi

Lidia Undiemi – La lotta di classe nel XXI secolo. La nuova offensiva del capitale contro i lavoratori: il quadro mondiale del conflitto e la possibile reazione democratica – Ponte alle Grazie (2021)

Le principali organizzazioni sindacali sono cadute nella trappola della «pace sociale» abbandonando la conflittualita’.
Sull’altare della competitivita’ delle imprese, la politica ha spinto sempre piu’ il sindacato a sacrificare le proprie pretese in favore dei lavoratori.
Questo si e’ rivelato un grave errore […] un sindacato non ha la capacita’ ne’ il potere di intervenire sulle scelte imprenditoriali che determinano la competitivita’ e la produttivita’. Il sindacato puo’ e deve far si’ che, anche utilizzando la piu’ aspra forma di conflittualita’, una certa quota di profitto vada ai lavoratori sotto forma di retribuzione e migliori condizioni di lavoro […]
In estrema sintesi, il ruolo del sindacato non e’ quello di partecipare alla produzione della ricchezza, ma di contrattare una sua piu’ equa redistribuzione […]
Lasciare che sia la politica a risolvere il problema della redistribuzione a valle del funzionamento del sistema capitalista significa accontentarsi di qualche sussidio che non potra’ mai essere paragonato all’idea di un salario come diritto inalienabile di un individuo libero, e anche responsabilizzato.
Si cadrebbe infine sempre nell’inganno della «pace sociale», con l’arbitro – appunto la politica – che si trasforma in giocatore, e con l’inevitabile ricaduta nell’autoritarismo del pensiero unico.
La conflittualita’ non e’ superabile in un sistema democratico.

Info:
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Lavoro/Undiemi

Lidia Undiemi – La lotta di classe nel XXI secolo. La nuova offensiva del capitale contro i lavoratori: il quadro mondiale del conflitto e la possibile reazione democratica – Ponte alle Grazie (2021)

I casi di lavoro di alcune delle piu’ importanti multinazionali al mondo […] mostrano una tendenza piuttosto evidente del ritorno al lavoro ripetitivo e standardizzato di stampo fordista dei primi del Novecento […]
Nell’illusione che sedere davanti a un monitor anziche’ davanti a un pezzo di carta avrebbe significato svolgere chissa’ quale funzione, i lavoratori pionieri di questa nuova realta’ hanno ben presto capito che si trattava di qualcosa di simile alle catene di montaggio delle grandi industrie che producono beni materiali.
Tempi di lavoro scanditi dai sistemi applicativi, modalita’ di esecuzione dei lavori rigidamente predeterminate e altamente standardizzate, e avanti cosi’ per tutta la giornata lavorativa e per quelle a seguire.
I lavoratori divengono dei meri esecutori di una macchina tecnologica che tiene per se’ le conoscenze del mestiere, e dietro la quale ovviamente si cela il team manageriale che da’ gli input al sistema.
L’euforia dell’ingresso nel nuovo mondo ha fatto credere che si trattasse di lavori professionalizzanti, e che per questo potessero rientrare nella categoria di lavori autonomi, come alternativa al lavoro subordinato. Essendo invece questi lavori assolutamente qualificabili come lavori dipendenti, ossia diretti e controllati dall’imprenditore con margini di autonomia irrisori, la conseguenza e’ stata il dilagare della precarieta’, poiche’, com’e’ noto, un contratto di lavoro autonomo fornisce minori garanzie e diritti retributivi rispetto a un lavoro dipendente […]
Essere produttivi oggi e’ sempre piu’ legato alla quantita’ di lavoro manuale che si riesce a svolgere, anche se si tratta di prestazioni che un tempo venivano considerate altamente o discretamente qualificate.
Le macchine processano il lavoro, i dirigenti detengono il know-how, che traducono in algoritmi all’interno delle macchine, e il lavoratore deve per lo piu’ eseguirlo nel minor tempo possibile. Questo spinge i mercati a concentrare la competitivita’ sul costo del lavoro […]
Ne deriva che il tempo di lavoro – e non la competenza – diventera’, o tornera’ a essere, il protagonista indiscusso delle dinamiche del lavoro, degradandone ancora di piu’ il valore umano.
La tecnologia non sta cambiando solo il lavoro, sta cambiando anche l’essere umano e il suo rapporto con il mondo esterno

Info:
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Stato/Undiemi

Lidia Undiemi – La lotta di classe nel XXI secolo. La nuova offensiva del capitale contro i lavoratori: il quadro mondiale del conflitto e la possibile reazione democratica – Ponte alle Grazie (2021)

Almeno sino a quando resteranno vigenti le costituzioni nazionali, il capitalismo neoliberista avra’ bisogno dello Stato sociale per sopravvivere: perche’ qualcosa va pur distribuito alle masse, dopo averle private dei diritti e aver ridotto le loro retribuzioni ai minimi termini.
L’unica strada percorribile per non mettere in discussione lo status quo in conseguenza di pesanti proteste e’ quella di compensare le perdite subite nel privato con minime elargizioni pubbliche.
La sostituzione dei diritti in capo ai singoli con i sussidi statali mette, sempre entro certi limiti, d’accordo i capitalisti e i partiti della «pace sociale».
Lo Stato sociale di un modello socialista non e’ lo stesso Stato sociale di un modello neoliberista.
Una cosa e’ costruire e mantenere uno Stato sociale che redistribuisce prevalentemente in favore dei piu’ deboli, in un contesto di generale benessere della collettivita’. Altra cosa e’ uno Stato sociale che deve tenere a bada il malcontento di una societa’ in cui prevale il malessere a causa della distruzione dei diritti e conseguentemente dell’aumento della poverta’ e della disuguaglianza.

Info:
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