Societa’/De Benoist

I demoni del bene. Dal nuovo ordine morale all’ideologia del genere – Alain de Benoist – Controcorrente (2015)


La mercificazione della salute va tuttavia di pari passo con la medicalizzazione dell’esistenza che fa della salute una sorta di nuova religione laica, dove il corpo si e’ definitivamente sostituito all’anima […]
Questa ideologia medica, di origine americana, rientra nell’ambito di un igienismo dogmatico che, sfruttando l’ipocondria degli individui, si concretizza in una sorveglianza sempre piu’ grande degli stili di vita […]
Le grandi crociate contro l’alcool, il sesso o il tabacco, o ancora la velocita’ al volante, che si basano sui testi sacri dell’expertise sanitaria, fanno parte di questa biopolitica che risponde al «diritto alla felicita’» cercando di regolamentare i comportamenti, pur continuando a inscriverli in una logica di consumo e pubblicita’ per il solo profitto del mercato. Esse mirano a ridurre i costi sanitari, ma in realta’ li fanno esplodere sottomettendo tutti a una permanente medicalizzazione […]
Se un tempo la lettura del giornale aveva sostituito la preghiera del mattino, oggi l’ossessione della salute si impone a coloro che si occupano del loro corpo come prima ci si preoccupava della propria anima. L’attenzione per il corpo esprime un desiderio di benessere a ogni costo. Fa parte del «materialismo pratico» contemporaneo. Le cure del corpo sono alimentate dal fantasma del corpo perfetto (il corpo reale e’ sminuito in nome di una visione ideale), dall’idea che «la bellezza e’ ingiusta» e dal vecchio sogno dell’eterna giovinezza, tanto piu’ presente oggi in quanto la societa’ moderna rifiuta la morte.

Info:
https://www.ilfoglio.it/articoli/2014/01/22/news/i-banali-demoni-del-bene-51782/
https://www.barbadillo.it/38725-libri-i-demoni-del-bene-di-de-benoist-critica-al-pensiero-unico-e-al-gender/

https://ilmangiacarte.wordpress.com/2021/05/20/demoni-del-bene/
https://ilpensierostorico.com/de-benoist-demoni-del-bene/

Populismo/Scheidler

La fine della megamacchina. Sulle tracce di una civiltà al collasso – Scheidler Fabian – Castelvecchi (2024)


La nazione e’, secondo la definizione dello storico Benedict Anderson, una «comunita’ immaginata».
Nessun italiano potra’ mai conoscere i suoi 60 milioni di compatrioti, nessun cittadino statunitense potra’ mai conoscere gli altri 320 milioni di statunitensi […]
Eppure, ancora oggi, molti credono di far parte di una grande comunita’ di italiani, statunitensi o indiani, di formare una comunita’ con un destino comune, e questo anche quando i propri compatrioti li trattano male ogni giorno. Per molte persone, l’astrazione della nazione e’ diventata il sostituto di una comunita’ reale, di una effettiva partecipazione e di una vera solidarieta’; tale idea, inoltre, e’ stata in larga misura strumentalizzata per distrarre dai conflitti sociali e per mobilitare le persone secondo gli scopi della Grande Macchina, fino alla guerra […]
L’idea di nazione come comunita’ di popolo, infatti, distrae dalle lotte condotte in nome della giustizia e di una partecipazione autentica che attraversano trasversalmente tutte le societa’. Costruisce un corpo nazionale in cui proprietari di fabbriche e operai, ministri della guerra e soldati collaborano insieme a uno scopo comune superiore. Suggerisce ai singoli di far parte di un grande progetto comune: la costruzione di una gloriosa nazione, una sorta di super-famiglia.
L’idea promette che un po’ del fascino della grandezza nazionale ricada sulle singole e desolate vite degli individui.
Il nazionalismo e’ stato una leva decisiva nel manovrare sezioni significative di quelle forze critiche nei confronti del sistema, comprese quelle della classe operaia, in un’illusione che stabilizza il sistema e, in ultima analisi, di suicidio.
Passo dopo passo, l’idea di nazione doveva essere spogliata del suo contenuto socio-rivoluzionario, gli antagonismi di classe dovevano essere messi in secondo piano e i punti in comune dei rispettivi “popoli” posti in evidenza. I mezzi di comunicazione di massa in rapida espansione fornirono a tal proposito un importante servizio; soprattutto le scuole, l’esercito e l’universita’ divennero centri di indottrinamento dell’idea di nazione […]
Con le bandiere e gli inni, vennero deliberatamente creati dei simboli di identificazione attorno ai quali venne inscenato un culto quasi religioso.
La storiografia ha costruito storie nazionali millenarie in cui gli antichi popoli germanici divennero “tedeschi”, i Galli divennero “francesi” e gli anglosassoni divennero “inglesi”; nel processo, la storiografia creo’ miti nazionali e “tradizioni inventate” che dovevano legittimare la struttura artificiale dello Stato-nazione come se fosse un qualcosa di naturale […]
L’equazione che si volle stabilire si presentava piu’ o meno cosi’: popolo = nazione = Stato.
Che questa manovra potesse riuscire, almeno in parte, e’ un’impresa sorprendente.

Info:
https://www.goethe.de/ins/it/it/sta/rom/ver.cfm?event_id=26236804
https://www.rivoluzioneanarchica.it/fine-della-megamacchina-un-libro-di-fabian-scheidler/

https://www.officinadeisaperi.it/agora/il-senso-delle-parole/cosi-la-megamacchina-neoliberista-sta-distruggendo-il-nostro-mondo-da-il-fatto/
https://www.ilfattoquotidiano.it/fq-newsletter/fatto-for-future-del-26-marzo-2024/

Lavoro/Balzano

Il salario minimo non vi salverà – Savino Balzano – Fazi 2024

Ormai ossessivamente si sente ripetere un dato: l’Italia e’ l’unico paese europeo a registrare una contrazione dei propri salari reali nel trentennio 1990-2020.
Il dato e’ stato rilevato dall’OCSE e cio’ che emerge e’ piuttosto inquietante: il nostro paese registra una contrazione dei salari reali del 2,9%, in totale controtendenza rispetto ad altre realta’ nazionali.
I paesi con maggiore crescita salariale sono quelli dell’ex blocco sovietico (la Lituania registra un incremento del 276,30%, l’Estonia del 237,20%, la Polonia del 96,50%, solo per fare alcuni esempi). Anche i paesi scandinavi tracciano trend positivi (la Svezia consegue un incremento del 63% e la Danimarca del 38,70%). Non solo realta’ distanti dalla nostra riescono a distinguersi: la Germania incrementa il potere d’acquisto dei salari del 33,70%, la Francia del 31,10%, la Grecia del 30,50% e la Spagna del 6,20%
Nel gennaio 2022, il Ministero del Lavoro ha presentato un documento sul lavoro povero nel paese intitolato “Relazione del gruppo di lavoro sugli interventi e le misure di contrasto alla poverta’ lavorativa in Italia” (ultimata nel novembre 2021). Secondo il rapporto, nel 2019 l’11,8% dei lavoratori italiani era in condizioni di poverta’ (si consideri che la media europea era del 9,2%). Il 25% dei lavoratori, stando ai dati, percepiva un salario al di sotto della soglia minima utile a evitare la categoria del lavoro povero […]
Nel luglio dello stesso anno, l’ISTAT ha pubblicato il suo rapporto annuale con esiti a dir poco sconcertanti: circa 4 milioni i dipendenti del settore privato con una retribuzione annua lorda inferiore ai dodicimila euro annui. Inoltre, 1,3 milioni di lavoratori italiani percepivano una retribuzione oraria inferiore a 8,41 euro lordi l’ora. Un milione di lavoratori, poi, aveva diritto a una retribuzione povera sia su base annuale che oraria. In definitiva, un terzo circa dei lavoratori italiani era a bassa retribuzione, povero.

Info:
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2024/02/balzano-la-verita.pdf?
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2024/05/balzano-il-giornale.pdf?

https://www.ildiariodellavoro.it/il-salario-minimo-non-vi-salvera-di-savino-balzano-fazi-editore/

Green New Deal/ Stiglitz

La strada per la libertà. L’economia e la societa’ giusta – Joseph E. Stiglitz – Einaudi (2024)


Le esternalita’ sono ovunque. Pur essendo state queste ultime sempre presenti e rilevanti, i cambiamenti in corso nella struttura della nostra economia e del mondo le hanno portate al centro della scena.
La gestione delle esternalita’ e’ una delle questioni fondamentali di politica economica: scoraggiare attivita’ dove ci sono esternalita’ dannose (negative) e incoraggiare attivita’ dove ci sono esternalita’ positive.
Viviamo su un pianeta piu’ affollato, la cui popolazione e’ triplicata tra il 1950 e il 2020. In questo breve lasso di tempo della storia umana il Pil globale e’ cresciuto quindici volte, spingendoci fino ai limiti del pianeta.
La manifestazione piu’ importante di tutto cio’ e’ il cambiamento climatico, una minaccia esistenziale.
Ma non e’ l’unica esternalita’ ambientale. Siamo tutti danneggiati dall’inquinamento dell’aria e dell’acqua e dalle discariche di rifiuti tossici […]
Vediamo gli effetti del cambiamento climatico tutt’intorno a noi, e il mondo ne sperimentera’ sicuramente ancor di piu’ la portata negli anni a venire.
Il cambiamento climatico non riguarda solo il riscaldamento del pianeta di qualche grado; comprende l’incremento di fenomeni atmosferici estremi. Piu’ siccita’, piu’ alluvioni, piu’ uragani, piu’ periodi di caldo estremo ed estremo freddo, innalzamento del livello dei mari e dell’acidita’ dell’oceano, con tutte le conseguenze disastrose che cio’ comporta, dai mari agonizzanti, agli incendi nelle foreste, alla perdita di vita e beni.

Info:
https://sbilanciamoci.info/stiglitz-il-neoliberalismo-e-un-fallimento/
https://ilpontedem.it/2024/06/22/joseph-e-stiglitz-la-strada-per-la-liberta-economia-e-buona-societa/

https://www.milanofinanza.it/news/la-lezione-del-nobel-joseph-e-stiglitz-un-capitalismo-progressivo-per-una-societa-giusta-202309152206147720
https://www.open.online/2024/11/22/il-premio-nobel-stiglitz-per-litalia-conseguenze-pessime-dalla-firma-del-patto-di-stabilita/

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2024/11/22/il-nobel-per-leconomia-stiglitz-la-ue-e-tornata-allausterita-con-donald-paghera-due-volte/7776961/

Geoeconomia/Todd

La sconfitta dell’Occidente – Emmanuel Todd – Fazi (2024)

La particolarita’ delle oligarchie occidentali e’ che le loro istituzioni e leggi non sono mutate.
Formalmente, sono ancora delle democrazie liberali, dotate del suffragio universale, di Parlamenti e talvolta di presidenti eletti, nonche’ di una stampa libera.
A sparire sono stati invece i costumi democratici.
Le classi piu’ istruite si ritengono intrinsecamente superiori e le elite, come abbiamo detto, si rifiutano di rappresentare il popolo, al quale non resta che adottare dei comportamenti bollati come populismo.
Ovviamente, sarebbe un errore credere che un sistema del genere possa funzionare in maniera armonica. Il popolo rimane alfabetizzato e la base del suffragio universale, alla quale si sovrappone la nuova stratificazione educativa, e’ tuttora viva. Pertanto, la disfunzione oligarchica delle democrazie liberali necessita di essere regolata e controllata.
Che cosa significa questo? Semplicemente che, essendo le elezioni una procedura ancora in vigore, il popolo deve essere tenuto fuori dalla gestione economica e dalla distribuzione della ricchezza; in sostanza, deve essere ingannato.
Tutto questo richiede un impegno da parte della classe politica, ed e’ persino diventato il lavoro a cui essa riserva la priorita’.
Da qui l’isterizzazione dei problemi razziali o etnici e le chiacchiere inutili su temi seri quali l’ecologia, la condizione femminile e il riscaldamento globale.
Tutto questo ha delle ripercussioni, negative, sulla geopolitica, sulla diplomazia e sulla guerra. Completamente assorbiti dalla loro nuova professione – vincere le elezioni, che ormai non sono altro che delle rappresentazioni teatrali, le quali pero’, come il teatro vero, richiedono impegno e competenze specifiche –, i membri delle classi politiche occidentali non hanno piu’ il tempo di formarsi nella gestione delle relazioni internazionali.
Di conseguenza, si affacciano sulla scena mondiale senza avere gli erudimenti di base necessari. Peggio ancora, abituati a trionfare sui meno istruiti in patria, faticosamente ma il piu’ delle volte con successo (del resto, e’ il loro mestiere), e con cio’ credendosi confermati nella loro superiorita’ intrinseca, si ritrovano a fronteggiare degli avversari reali che difficilmente riescono a impressionare, e i quali, loro si’, hanno avuto il tempo di concepire il mondo senza dover spendere – questo bisogna riconoscerlo – tante energie per prepararsi alle elezioni russe o alle lotte di potere interne al Partito Comunista Cinese.

Info:
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2024/10/todd-il-fatto-quotidiano.pdf?
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2024/10/todd-il-riformista.pdf?

https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2024/10/todd-il-manifesto.pdf?
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2024/10/todd-il-giornale.pdf?
https://contropiano.org/interventi/2024/11/11/la-sconfitta-delloccidente-oligarchico-e-nichilista-0177418
https://www.quotidiano.net/magazine/libri/emmanuel-todd-gli-oligarchi-e-il-nichilismo-hanno-distrutto-le-democrazie-e-la-sconfitta-delloccidente-fd56b6be
https://www.repubblica.it/venerdi/2024/09/28/news/emmanuel_todd_sconfitta_occidente_ultimo_libro-423521727/
https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/29325-gian-marco-martignoni-la-sconfitta-dell-occidente.html

Finanziarizzazione/Volpi

I padroni del mondo. Come i fondi finanziari stanno distruggendo il mercato e la democrazia- Alessandro Volpi – Laterza (2024)


In una ventina d’anni alcune societa’ finanziarie hanno conquistato l’economia mondiale e non solo.
Si tratta in particolare di quattro o cinque grandi fondi speculativi – a cominciare da Vanguard e Black Rock – che, ancora marginali all’inizio del nuovo millennio, hanno cavalcato le crisi, hanno beneficiato dell’operato delle banche centrali e dei governi, e hanno sfruttato, accelerandolo, il processo di smantellamento degli Stati sociali e di privatizzazione della societa’.
In estrema sintesi sono diventati i veri “signori del mondo”, in grado di condizionare i prezzi e gli scenari economici e politici in maniera assolutamente determinante.
Oggi, tali fondi possiedono una larga fetta del capitale di tutte le piu’ grandi imprese mondiali di quella che viene definita economia reale e sono decisivi nella tenuta delle monete e nelle sorti dei debiti degli Stati.

Info:
https://www.thedotcultura.it/alessandro-volpi-ecco-chi-sono-i-padroni-del-mondo/
https://valori.it/fondi-padroni-mondo-libro-alessandro-volpi/

https://altreconomia.it/chi-controlla-i-padroni-del-mondo/
https://sbilanciamoci.info/i-fondi-dinvestimento-padroni-del-mondo/

Europa/Massolo

Realpolitik. Il disordine mondiale e le minacce per l’Italia – Giampiero Massolo, Francesco Bechis – Solferino (2024) 


E’ del tutto evidente che, se vuole svolgere un ruolo, l’Europa deve riformarsi in profondita’ e aumentare la propria capacita’ di reazione.
Evidente, ma non praticabile, almeno a breve, perche’ qualunque disegno riformatore dei Trattati richiede l’unanimita’ degli Stati membri. Il voto all’unanimita’ e’ una zavorra che l’Europa non puo’ piu’ permettersi, pena la perdita di qualsiasi credibilita’.
Migranti, aiuti all’Ucraina, rifinanziamento del bilancio: quante volte negli ultimi anni e’ bastato un solo pollice verso, dell’Ungheria di Viktor Orban o perfino della piccola Malta, per mettere nel congelatore qualsiasi decisione?
Rinviare, procrastinare, in definitiva, non decidere affatto. Per quanto limitativo sia lo status quo, l’Europa resta ostaggio del suo «comma 22»: una riforma del sistema non e’ in vista, per colpa di quegli stessi veti che la ingolfano quotidianamente.

Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/realpolitik-di-giampiero-massolo-e-francesco-bechis/
https://www.agi.it/estero/news/2024-05-30/libri-realpolitik-massolo-attrezzarsi-per-un-mondo-anarchico-26583006/

https://www.ilmessaggero.it/libri/realpolitik_il_libro_che_mette_ordine_al_disordine_mondiale-8109413.html
https://formiche.net/2024/06/recensione-di-realpolitik-massolo-bechis/#content
https://blog.ilgiornale.it/franza/2024/06/15/realpolitik-il-disordine-mondiale-e-le-minacce-per-litalia-il-libro-dellambasciatore-massolo-e-del-giornalista-bechis/

Economia di mercato/Stiglitz

La strada per la libertà. L’economia e la societa’ giusta – Joseph E. Stiglitz – Einaudi (2024)


Le piattaforme di social media sono state in grado di avvantaggiarsi sia dei progressi dell’intelligenza artificiale, che consente una migliore somministrazione di informazioni diverse a utenti diversi, sia della nuova comprensione del comportamento umano e dell’elaborazione delle informazioni.
Hanno sviluppato la capacita’ di creare comunita’ online separate tra loro che rafforzano le credenze piu’ disparate, frammentando la struttura informativa al di la’ di quanto sia mai stato possibile prima e in modi che hanno aumentato la polarizzazione della societa’ […]
Le piattaforme hanno ideato una strategia – vincente per loro, ma disastrosa per il resto della societa’ – basata sulla polarizzazione, o l’engagement by enragement (coinvolgimento fomentato da risentimento). I diversi gruppi sociali provano rabbia per diversi motivi, percio’ il modello d’affari delle piattaforme spinge a fornire a ogni utente qualsiasi tipo di informazione capace di fomentarne il risentimento.
Ma frantumare in questo modo l’ecosistema informativo conduce naturalmente alla polarizzazione sociale.
Ai gruppi vengono fornite informazioni che rafforzano le loro credenze o il loro senso di ingiustizia. I loro feed non comprendono articoli o informazioni che possano contrastarli.
Questi effetti risultano amplificati perche’ le credenze sono interdipendenti. Le nostre credenze sono influenzate da quelle delle persone con cui interagiamo. Cio’ e’ particolarmente vero se chi fornisce l’informazione riesce a veicolarla in modo coerente a un dato contesto culturale […]
Ecco perche’ un fattore determinante piu’ importante rispetto al fatto che una persona creda o no alla realta’ del cambiamento climatico non e’ il suo livello d’istruzione (come ci si potrebbe aspettare) ma la sua appartenenza politica.

 

 

Capitalismo/Scheidler

La fine della megamacchina. Sulle tracce di una civiltà al collasso – Scheidler Fabian – Castelvecchi (2024)


Il debito costituisce uno strumento centrale del processo di “accumulazione attraverso espropriazione”.
Chi si indebita perde spesso la terra, la proprieta’ e la liberta’ a favore dei creditori non appena si trova in difficolta’ di pagamento. La violenza strutturale del debito e’ stata, ed e’, una delle ragioni decisive della concentrazione della proprieta’ e del potere nelle mani di pochi.
Visto che l’economia mondiale capitalista si trova in una crisi permanente dalla meta’ degli anni Settanta, l’economia del debito e’ diventata uno dei metodi piu’ importanti per continuare ad accumulare, e questo secondo due modalita’: da un lato, il crescente indebitamento degli Stati e delle famiglie assicura un flusso permanente di denaro ai proprietari di ricchezza. Dall’altro il debito fornisce un mezzo per appropriarsi dei beni ipotecati dagli Stati e dai cittadini.
Che si tratti di Grecia, Irlanda, Italia o Spagna, Slovenia o Polonia, Messico, Egitto o Thailandia, il debito pubblico e’ stato, e viene utilizzato, come leva per forzare la svendita dei beni pubblici agli investitori privati. Anche lo sfratto di oltre dieci milioni di cittadini statunitensi dalle proprie case a seguito della crisi finanziaria del 2008 costituisce un esempio di questa moderna forma di accumulazione originaria.
Il debito e’ anche un mezzo per imporre una conformita’ sociale e l’obbedienza. Le alte tasse universitarie, ad esempio, costringono gli studenti a indebitarsi enormemente e al termine degli studi ad accettare lavori anche alle condizioni piu’ avverse per soddisfare i propri creditori.

Info:
https://www.goethe.de/ins/it/it/sta/rom/ver.cfm?event_id=2623680
https://www.rivoluzioneanarchica.it/fine-della-megamacchina-un-libro-di-fabian-scheidler/

https://www.officinadeisaperi.it/agora/il-senso-delle-parole/cosi-la-megamacchina-neoliberista-sta-distruggendo-il-nostro-mondo-da-il-fatto/
https://www.ilfattoquotidiano.it/fq-newsletter/fatto-for-future-del-26-marzo-2024/

Stato/Rodhes

Capitalismo Woke. Come la moralita’ aziendale minaccia la democrazia – Carl Rodhes – Fazi (2023)

Occorre qui fare attenzione a come utilizziamo la parola “democrazia” […]
Il concetto di democrazia non va confuso con l’idea del moderno Stato liberale democratico […]
Nell’attuale congiuntura storica, «gli impegni dello Stato democratico per l’uguaglianza, la liberta’, l’inclusione e il costituzionalismo sono ora subordinati al progetto di crescita economica, di posizionamento competitivo e di valorizzazione del capitale».
Cio’ non significa che la prosperita’ economica non sia essenziale, ma piuttosto che la direzione di tale subordinazione dovrebbe essere ribaltata al fine di preservare la democrazia.
L’ideale democratico vede la prosperita’ economica al servizio del popolo e non viceversa. Anziche’ su un potere aziendale woke, la vera democrazia si fonda sul credere prima di tutto nella sovranita’ popolare.
Il potere enorme e sempre piu’ crescente delle imprese, con la loro influenza sulla politica contemporanea, rappresenta semmai la regressione a un neofeudalesimo, incui l’autorita’ politica spetta a chi e’ economicamente potente piuttosto che alla volonta’ del popolo […]
Le grandi imprese costituiscono una nuova elite, il cui potere sulla societa’ si sta rapidamente sostituendo a quello del governo democratico. A livello politico, le grosse aziende determinano sempre piu’ le leggi che dovrebbero regolamentarle. Dal punto di vista economico, invece, esercitano il proprio predominio eliminando la concorrenza e assicurandosi grandi contratti governativi.

Info:
https://www.micromega.net/capitalismo-woke/
https://maremosso.lafeltrinelli.it/interviste/capitalismo-woke-libro-carl-rhodes

https://www.centromachiavelli.com/2023/12/23/capitalismo-woke-recensione/
https://www.lafionda.org/2023/11/24/capitalismo-woke/
https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/12/26/capitalismo-woke-guardiamoci-bene-dalle-cause-che-trasformano-la-moralita-in-profitto/7391473/
https://www.corriere.it/economia/opinioni/23_febbraio_27/risveglio-capitalismo-filosofia-woke-che-addormenta-utili-521a9a10-b698-11ed-9695-a3af2d07bb2a.shtml
https://www.corriere.it/economia/opinioni/23_febbraio_27/risveglio-capitalismo-filosofia-woke-che-addormenta-utili-521a9a10-b698-11ed-9695-a3af2d07bb2a.shtml