Capitalismo/Stiglitz

La strada per la libertà – Joseph E. Stiglitz – Einaudi (2024)

Oggi e’ il neoliberismo – la fede nei mercati non regolamentati e senza freni – ad aver portato a enormi disuguaglianze, offrendo terreno fertile ai populisti.
I crimini del neoliberismo comprendono l’aver reso i mercati finanziari liberi di far esplodere la piu’ grande crisi finanziaria nell’arco di tre quarti di secolo; l’aver reso il commercio libero di accelerare la deindustrializzazione; e l’aver reso le grandi aziende libere di sfruttare in egual misura consumatori, lavoratori e ambiente […]
Questa forma di capitalismo non incrementa la liberta’ nella nostra societa’. Ha invece portato alla liberta’ di pochi a spese dei molti. Liberta’ per i lupi; morte per le pecore.
Problemi simili si presentano a livello internazionale, rivelando interessanti e importanti correlazioni tra il concetto di regole e l’ideale di liberta’. Non che la globalizzazione proceda senza regole, ma quelle regole garantiscono liberta’ e impongono costrizioni in modi che generano ovunque lo stesso destino divergente per lupi e pecore: solamente, i lupi e le pecore sono distribuiti in diverse regioni e nazioni del mondo.
Insite nei cosiddetti «trattati di libero scambio» ci sono regole che riducono la liberta’ dei Paesi in via di sviluppo, dei mercati emergenti e delle persone che li’ vivono, mentre ampliano la liberta’ di sfruttamento da parte delle multinazionali.

Finanziarizzazione/Undiemi

Il ricatto dei mercati. Difendere la democrazia, l’economia reale e il lavoro dall’assalto della finanza internazionale – Lidia Undiemi – Ponte alle Grazie (2014)

Nella societa’ della finanza la tecnologia industriale e’ sostituita dalla tecnica del contrattuale: i prodotti finanziari prendono corpo e vita solo in virtu’ dell’uso sapiente dei concetti giuridici.
Un tempo i contratti servivano solo per far circolare le cose, ma oggi servono anche per farle, per creare prodotti finanziari.
Un’accorta combinazione di parole, giacche’ di parole sono fatti i contratti, crea a questo modo ricchezza. L’antica alchimia manco’ l’obiettivo di produrre da nulla l’oro; questa nuova alchimia giuridica lo realizza.
L’oro qui indica la ricchezza che si riesce a ottenere indipendentemente dalla creazione di valore «reale».
Tutti i nuovi strumenti finanziari sono stati creati sulla base di tali presupposti giuridici.
Si pensi ad esempio ai CDS (Credit Default Swap), ossia i titoli attraverso cui il creditore assicura presso un terzo il proprio credito dal rischio che il debitore non paghi.
Teoricamente questi titoli avrebbero dovuto fungere da stabilizzatori del mercato finanziario, ma nella realta’ si sono tradotti in un trampolino di lancio per una ulteriore spinta in avanti dell’alta finanza, visto che lo stesso assicuratore puo’, a sua volta, riassicurarsi con un altro operatore e cosi’ via.
In un mercato deregolamentato, questi e tanti altri strumenti finanziari derivati (titoli il cui valore dipende da quello di altri titoli o beni) hanno avuto un effetto moltiplicatore sulla instabilita’ finanziaria internazionale, amplificata da un altro moltiplicatore, e cioe’ quello dell’innovazione tecnologica che oggi permette di scambiare informazioni, e conseguentemente effettuare operazioni, a una velocita’ prima impensabile.
Una tale ingegnerizzazione finanziaria sarebbe stata dunque impossibile senza il supporto del know-how tecnologico e di un’adeguata meccanizzazione giuridica […]
Frammentare il rischio e sganciarlo dall’attivita’ da cui esso origina attraverso complessi strumenti finanziari significa consentire al capitalista di ottenere un guadagno senza preoccuparsi degli effetti sulle imprese non finanziarie che producono i beni e i servizi soggiacenti ai titoli negoziati.
La deresponsabilizzazione degli operatori economici e finanziari assume cosi’ una portata sistemica.

Info:
https://www.antimafiaduemila.com/libri/economia/930-il-ricatto-dei-mercati.html
https://www.ilfattoquotidiano.it/2014/10/20/libri-lidia-undiemi-vi-racconto-il-ricatto-dei-mercati-e-quello-sulleuro/303203/
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-spread_intervista_a_lidia_undiemi_autrice_del_libro_profetico_il_ricatto_dei_mercati/5496_24172/
https://www.carmillaonline.com/2024/03/29/il-salario-minimo-non-vi-salvera/

https://www.lafionda.org/2023/07/05/il-salario-minimo-non-ci-salvera-anzi/

Stato/Undiemi

Il ricatto dei mercati. Difendere la democrazia, l’economia reale e il lavoro dall’assalto della finanza internazionale – Lidia Undiemi – Ponte alle Grazie (2014)


Malgrado in origine l’espressione governance indicasse semplicemente il risultato dell’azione di governo, essa, nel tempo, e’ sempre piu’ stata ricondotta alla politica complessiva delle istituzioni finanziarie sovranazionali, come il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale, le quali definiscono gli standard o le norme comportamentali per l’assegnazione di prestiti o finanziamenti agli stati in crisi […]
Il fondamento della governance e’ storicamente rinvenibile nella presunta crisi dello Stato, ossia nel presupposto che le istituzioni nazionali siano incapaci di gestire il territorio a causa delle pressioni esercitate dagli sviluppi dell’economia e della finanza internazionale.
Mentre il governo viene piu’ o meno legittimato dai cittadini in base a un percorso democratico che e’ espressione di specifiche garanzie costituzionali, le varie organizzazioni internazionali, che pur si ritrovano a esercitare certe funzioni di governo nel territorio nazionale, sfuggono a qualsiasi forma di controllo popolare.
L’asserita crisi dello Stato affrontata mediante la creazione di una governance politica sovranazionale si traduce inevitabilmente in un deficit democratico.
Tra le istituzioni piu’ incisive a livello internazionale troviamo il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e la Banca Mondiale, che stabiliscono i principi da applicare nella conduzione dei rapporti economico-politici sovranazionali. Il quadro include anche organizzazioni definite come «direttori informali, senza alcuna potesta’ giuridica», per esempio il World Trade Organization (WTO), i forum permanenti G7, G8 e G20 e l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE).

Info:
https://www.antimafiaduemila.com/libri/economia/930-il-ricatto-dei-mercati.html
https://www.ilfattoquotidiano.it/2014/10/20/libri-lidia-undiemi-vi-racconto-il-ricatto-dei-mercati-e-quello-sulleuro/303203/
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-spread_intervista_a_lidia_undiemi_autrice_del_libro_profetico_il_ricatto_dei_mercati/5496_24172/
https://www.carmillaonline.com/2024/03/29/il-salario-minimo-non-vi-salvera/

https://www.lafionda.org/2023/07/05/il-salario-minimo-non-ci-salvera-anzi/

Europa/Scheidler

La fine della megamacchina. Sulle tracce di una civiltà al collasso – Scheidler Fabian – Castelvecchi (2024)


A meta’ degli anni Settanta si erano accumulate nei principali centri finanziari enormi quantita’ di capitale monetario, anche provenienti dagli Stati petroliferi, per i quali c’erano sempre meno opportunita’ di investimento redditizio a fronte della recessione globale.
Una strategia per investire questo capitale in modo sicuro e redditizio fu quella di offrire prestiti ai Paesi del Sud globale per il loro “sviluppo”.
Banchieri, economisti e consulenti politici occidentali sono accorsi in tutto il mondo per vendere ai governi delle ex colonie grandi progetti infrastrutturali finanziati con prestiti provenienti dal Nord e realizzati da aziende del Nord.
Di conseguenza, i Paesi del Sud globale si indebitarono enormemente per raggiungere uno “sviluppo” che, nella maggior parte dei casi, si rivelo’ essere una chimera.
Dal 1970 al 2000 il debito dei sessanta Paesi piu’ poveri e’ passato da 25 miliardi a 523 miliardi di dollari.
Molti dei debitori erano dittature sostenute o che erano state portate al potere dall’Occidente (Indonesia, Filippine, Brasile, Uganda, Congo o Haiti), che non dovevano praticamente rendere conto dell’uso del denaro, facendone sparire gran parte in conti svizzeri […]
Attraverso il flusso continuo di interessi che va dal Sud al Nord, i Paesi piu’ poveri del pianeta hanno sovvenzionato l’accumulazione di capitale, soprattutto nei centri finanziari di New York e Londra.
L’indebitamento del Sud del mondo, tuttavia, non costituiva – e ancora oggi lo e’ – solo un buon affare, ma e’ anche un mezzo di controllo politico: chi si indebita diventa ricattabile.
Gli “sporchi” interventi militari o paramilitari hanno potuto cosi’ essere sostituiti dalla “pulita” coercizione dell’economia.

Info:
https://www.goethe.de/ins/it/it/sta/rom/ver.cfm?event_id=26236804
https://www.rivoluzioneanarchica.it/fine-della-megamacchina-un-libro-di-fabian-scheidler/

https://www.officinadeisaperi.it/agora/il-senso-delle-parole/cosi-la-megamacchina-neoliberista-sta-distruggendo-il-nostro-mondo-da-il-fatto/
https://www.ilfattoquotidiano.it/fq-newsletter/fatto-for-future-del-26-marzo-2024/

Finanziarizzazione/Volpi

I padroni del mondo – Alessandro Volpi – Laterza (2024)


La finanza sta occupando ogni spazio possibile, non tralasciando alcun ambito.
Stanno sviluppandosi sempre piu’ persino gli strumenti finanziari che scommettono sul prezzo delle opere d’arte.
Non piu’ soltanto fondi che comprano e vendono opere e neppure soltanto opzioni di acquisto a scadenza. Stanno moltiplicandosi i contratti derivati che, appunto, derivano il loro valore dal prezzo dell’opera d’arte su cui scommettono, naturalmente senza possederla.
L’esito di un simile fenomeno e’ immaginabile: saranno le scommesse a determinare il prezzo delle opere, molto spesso senza alcun legame con il loro valore artistico e con le valutazioni della critica. Se i grandi fondi decidono che un artista e’ un fenomeno, scommetteranno per farlo diventare tale e ci riusciranno.
L’arte finanziarizzata serve solo a far fare soldi soprattutto ai fondi, che stravolgeranno l’idea stessa di mercato dell’arte.

Info:
https://www.thedotcultura.it/alessandro-volpi-ecco-chi-sono-i-padroni-del-mondo/
https://valori.it/fondi-padroni-mondo-libro-alessandro-volpi/

https://altreconomia.it/chi-controlla-i-padroni-del-mondo/
https://sbilanciamoci.info/i-fondi-dinvestimento-padroni-del-mondo/

Populismo/Serughetti

Il vento conservatore. La destra populista all’attacco della democrazia – Giorgia Serughetti – Tempi nuovi (2021)

La tendenza populista e’ a declinare la sovranita’ nazionale in termini prevalentemente culturali.
Ne e’ un esempio la politica di aperta avversione ai valori occidentali e al multiculturalismo alimentata da Vladimir Putin con lo slogan «La Russia non e’ Europa». In modo simile si muove Erdogan, con il suo richiamo identitario al passato ottomano della Turchia. Orban esalta la specificita’ culturale ungherese mentre alimenta il mito di un’Europa centro-orientale, culla di una variante piu’ tradizionalista della civilta’ occidentale. In India, Narendra Modi propaganda il nazionalismo culturale hindu. Trump ha mostrato a sua volta al mondo come lo slogan «Make America great again» abbia potuto veicolare un messaggio di grandezza destinato ai suprematisti bianchi.
Cio’ che i sovranisti al potere hanno in comune, scrive Appadurai, e’ la consapevolezza di non poter davvero controllare le economie nazionali, ormai ostaggio degli investitori stranieri, degli accordi mondiali, della finanza internazionale, del lavoro precario e del capitale in generale.
Tutti promettono una purificazione culturale nazionale come strada verso il potere politico mondiale.
Tutti simpatizzano per il capitalismo neoliberista, proponendone versioni adatte all’India, alla Turchia, agli Stati Uniti o alla Russia.
La politica dei confini solidi, della separazione e delle gerarchie tra gruppi etnico-razziali risulta infatti funzionale proprio al sistema di sfruttamento capitalistico della manodopera straniera e subalterna. Il che, come vedremo, deve indurre a dubitare della vocazione antiliberista di questa opposizione al «globalismo».

Info:
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/2022/03/SERUGHETTI_DOMANI.pdf
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/2022/03/SERUGHETTI_FATTO.pdf
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/2022/02/SERUGHETTI_CORSERABRESCIA.pdf
https://www.ingenere.it/letture/il-vento-conservatore
https://www.retisolidali.it/il-vento-conservatore-intervista-serughetti/
https://www.osservatore.ch/il-nuovo-vento-conservatore-e-la-destra-antidemocratica_66328.html

Finanziarizzazione/Galli

Arricchirsi impoverendo. Multinazionali e capitale finanziario nella crisi infinita – Giorgio Galli, Francesco Bochicchio – Mimesis (2018)

Il capitale finanziario domina i mercati e la politica: la riforma essenziale e’ quella di una sua regolamentazione al fine di responsabilizzarlo e razionalizzarlo, ma tale riforma diventa pressoche’ impossibile nel momento in cui lo stesso, per la posizione di dominio in cui versa, rifiuta ogni forma di controllo seria, effettiva, e incisiva […]
Conseguentemente, si pone la necessita’ di inserire tale riforma in un processo lungo di programmazione democratica dell’economia che ponga il capitale finanziario sotto il controllo pubblico.
Facile l’obiezione che lo Stato-nazione e’ troppo debole per realizzare tale ambiziosissimo risultato, di modo che, evidentemente, occorrerebbe quanto meno aspettare la costruzione effettiva dell’Unione europea su basi socialdemocratiche, il che e’ ben lungi dall’essere anche solo delineato […]
In definitiva, la finanza non va criminalizzata e nemmeno nazionalizzata, in quanto e’ necessaria per lo sviluppo dell’economia e deve essere dinamica e profittevole, ma e’ necessaria una direzione pubblica con controlli e indirizzi non burocratici e dirigisti ma tali da vincolare la finanza stessa alla sua funzione di selezione razionale degli investimenti da finanziare.

Info:
https://www.mimesisedizioni.it/rassegna/marchesi-libero-arricchirsi-impoverendo-galli-bochicchio.pdf
https://www.mimesisedizioni.it/rassegna/quotidiano-sud-arricchirsi-impoverendo-galli-bochicchio.pdf

Economia di mercato/Kurz

Il capitale mondo.Globalizzazione e limiti interni del moderno sistema produttore di merce – Robert Kurz – Meltemi (2022)

Tutta l’interminabile serie di fusioni e di acquisizioni “ostili” degli ultimi 15-20 anni prende le mosse dall’intreccio tra l’economia speculativa delle bolle finanziarie e l’economia reale. […]
Questo intreccio disperato, il cui fondamento e’ la crisi della terza rivoluzione industriale, si manifesta in forme differenti:
a) Fondamentalmente si tratta di processi di concentrazione che mirano a una partecipazione al “mercato delle imprese” del nuovo capitale finanziario. L’obiettivo non e’ l’espansione delle capacita’ produttive bensi’ lo smantellamento di certe imprese o parti di imprese per impadronirsi della liquidita’ oppure per gettarle nella circolazione dei titoli finanziari cosi’ da ricavare utili differenziali […]
b) Allo stesso tempo si punta a smantellare le capacita’ eccedenti nazionali e globali sul piano dell’economia reale cosi’ come nel settore bancario e in quello assicurativo sulla scia della contrazione del mercato mondiale. Non e’ raro che un’impresa ne acquisti un’altra all’interno e all’estero solo per chiuderla il piu’ velocemente possibile, cosi’ da eliminare un concorrente fastidioso dal terreno sempre piu’ angusto della riproduzione capitalistica […]
c) Una percentuale, anche se inferiore, delle acquisizioni si verifica per motivi legati all’outsourcing. Alcuni settori dell’impresa incorporata vengono recisi per essere venduti sul “mercato delle imprese”, certi altri invece conservano la loro funzione per l’impresa, cosicche’ l’acquirente possa cancellare la corrispondente funzione nella propria […]
d) Solo in una minoranza di casi abbiamo davvero a che fare con un’espansione reale (economico-aziendale) delle capacita’, nel momento in cui le imprese vengono acquisite sulla base di un calcolo economico globale, cosi’ da produrre merci sui diversi mercati del globo, assorbendo potere d’acquisto.

Info:
https://sinistrainrete.info/marxismo/22910-massimo-maggini-introduzione-a-il-capitale-mondo.html
https://anatradivaucanson.it/introduzioni/introduzione-a-il-capitale-mondo
https://www.ambienteweb.org/2022/05/21/sinistrainrete-joe-galaxy-il-capitale-mondo-sguardo-su-globalizzazione-complottismi-e-dintorni/
https://ilmanifesto.it/se-la-critica-di-valore-e-denaro-conta-piu-della-lotta-di-classe

Finanziarizzazione/Galli

Arricchirsi impoverendo. Multinazionali e capitale finanziario nella crisi infinita – Giorgio Galli, Francesco Bochicchio – Mimesis (2018)

Il capitale finanziario ha dato libera stura al proprio volto peggiore e alla speculazione, che, contrariamente a quanto avvenuto fino ad adesso, e’ ora in grado di arrecare danni non piu’ sopportabili.
In virtu’ del ricorso abnorme ai contratti derivati, che sono la forma piu’ rischiosa di investimenti, le banche d’affari americane sono andate in crisi gravissima nel 2008, e in violazione dei principi del liberismo e’ stato necessario il salvataggio da parte del Tesoro americano, con un esborso pauroso.
Le banche d’affari, dopo il salvataggio, sono riuscite a impedire qualsivoglia riforma del settore finanziario e hanno continuato imperterrite nei loro comportamenti ultra-speculativi, operando anche a danno degli Stati sovrani deboli e compiendo illeciti paurosi.
Chi potra’ risanare gli effetti della prossima crisi, inevitabile (a meno di un riformismo socialdemocratico di sinistra conflittuale e incisivo e non rinunziatario, che il capitale ben difficilmente rendera’ possibile, riformismo socialdemocratico di sinistra che unirebbe contestualmente le caratteristiche di salvare il sistema e di consentire alla classe salariata di organizzarsi) visto il dissennato ricorrere delle banche d’affari alla speculazione, alla ricerca di profitti enormi, convinte di traslare sullo Stato e sul risparmio le perdite?

Info:
https://www.mimesisedizioni.it/rassegna/marchesi-libero-arricchirsi-impoverendo-galli-bochicchio.pdf
https://www.mimesisedizioni.it/rassegna/quotidiano-sud-arricchirsi-impoverendo-galli-bochicchio.pdf

Capitalismo/AA. VV.

AA. VV. – Rapporto sulle disuguaglianze nel mondo – La Nave di Teseo (2019)

Negli ultimi decenni, in quasi tutti in paesi si e’ osservato un generale aumento del rapporto fra ricchezza netta privata e reddito nazionale.
E’ sorprendente vedere come questa situazione consolidata non sia stata praticamente toccata dalla crisi finanziaria del 2008 e nemmeno dalle bolle speculative nei mercati finanziari di paesi come il Giappone e la Spagna.
Ci sono stati aumenti eccezionali dei coefficienti ricchezza/reddito in Cina e in Russia che, in seguito alla transizione da un’economia a orientamento comunista a una a orientamento capitalista, sono rispettivamente quadruplicati e quintuplicati. I coefficienti ricchezza/reddito in Russia e in Cina si stanno avvicinando ai valori registrati in Francia, nel Regno Unito e negli Stati Uniti.
A partire dagli anni ottanta, la ricchezza pubblica e’ diminuita nella maggior parte dei paesi. La ricchezza pubblica netta (patrimonio pubblico meno debito pubblico) e’ recentemente diventata addirittura negativa negli Stati Uniti e nel Regno Unito ed e’ appena positiva in Giappone, Germania e Francia.
Si tratta di una condizione che indubbiamente limita la capacita’ dei governi di controllare l’economia, ridistribuire i redditi e attenuare la crescente disuguaglianza.
In Cina la proprieta’ pubblica e’ molto diminuita, ma resta ancor oggi alta: dal 2008, la ricchezza pubblica netta si e’ stabilizzata al 30% circa della ricchezza nazionale (rispetto al 15-25% in Occidente durante il periodo dell’economia mista, tra il 1950 e il 1980.

Info:
https://www.sinistrainrete.info/teoria-economica/18217-nicolo-bellanca-l-ideologia-del-capitalismo-ideologico-sull-ultimo-libro-di-piketty.html