Europa/Balibar

Etienne Balibar – Crisi e fine dell’Europa? – Bollati Boringhieri (2016)

A che cosa serve, comunque, riflettere e dibattere sul futuro dell’Europa o della sua moneta (da cui diversi grandi Paesi si tengono fuori: la Gran Bretagna, la Polonia, la Svezia), se non si tiene conto delle tendenze reali della globalizzazione?
La crisi finanziaria, se la sua gestione politica rimane fuori della portata dei popoli e dei governi, e’ destinata a produrre una formidabile accelerazione delle tendenze in atto.
Di che cosa si tratta?
In primo luogo, del passaggio da una forma di concorrenza a un’altra: da quella tra capitalismi produttivi a quella tra territori nazionali, nella quale ciascun protagonista, a colpi di esenzioni fiscali e di abbassamento del valore del lavoro, tenta di attirare maggiori capitali liquidi del proprio vicino.
E’ evidente che l’avvenire politico, sociale e culturale dell’Europa, e dei Paesi che la compongono, dipende da questo: sapere se l’Europa costituisce un meccanismo di solidarieta’ e di difesa collettiva dei suoi popoli contro il rischio sistemico oppure, al contrario (sotto l’impulso di alcuni Stati, momentaneamente dominanti, e della loro opinione pubblica), un quadro giuridico per intensificare la concorrenza tra i suoi membri e tra i suoi cittadini.

Info:
https://www.illibraio.it/libri/etienne-balibar-crisi-e-fine-delleuropa-9788833928449/
https://www.lindiceonline.com/osservatorio/economia-e-politica/balibar-crisi-europa-ordoliberale/
https://www.sinistrainrete.info/politica/9646-etienne-balibar-populismo-e-contro-populismo-nello-specchio-americano.html

Europa/Zielonka

Jan Zielonka – Contro-rivoluzione. La disfatta dell’Europa liberale – Lasterza (2018)

I contro-rivoluzionari sono probabilmente ingenui a pensare che un ritorno agli Stati-nazione possa risolvere tutti i principali problemi, ma io mi chiedo se le liberta’ liberali possano ancora essere mantenute nell’Europa che noi abbiamo creato.
E mi chiedo anche se il liberalismo potra’ essere efficacemente difeso in assenza di una volonta’, una solidarieta’ e una speranza collettive che confinano con il mito.
Non siamo riusciti a creare una societa’ civile europea e un’autorita’ pubblica europea capace di spingere in avanti il progetto liberale. Non sorprende, dunque, che sempre piu’ cittadini europei ci stiano abbandonando e stiano invece avallando politiche superate ma familiari di gloria nazionale, comunita’ morale, e muri che separano un gruppo da un altro.

Info:
https://ilmiolibro.kataweb.it/recensione/catalogo/440518/chi-ha-lasciato-senza-difese-la-democrazia/
https://www.pandorarivista.it/articoli/contro-rivoluzione-jan-zielonka/3/
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788858129937
http://www.atlanticoquotidiano.it/recensioni/rivoluzione-la-disfatta-delleuropa-liberale-jan-zielonka/
https://ilmiolibro.kataweb.it/recensione/catalogo/440518/chi-ha-lasciato-senza-difese-la-democrazia/

Europa/Balibar

Etienne Balibar – Crisi e fine dell’Europa? – Bollati Boringhieri (2016)

La «crisi greca», con tutto cio’ che rivela, continua a essere una delle cause principali della paralisi della societa’ e dell’economia europee, malgrado l’apparente sproporzione tra le dimensioni della Grecia e quelle dell’Europa nel suo insieme. E’ vero che il governo Tsipras, dopo essere stato costretto a subire il diktat europeo del luglio 2015, oggi applica docilmente le istruzioni della troika in fatto di compressione dei salari e delle pensioni, di disciplina di bilancio e di privatizzazioni, anche se tenta di fare in modo che questa politica di austerita’ e di espropriazione della ricchezza nazionale risulti meno ingiusta possibile nei confronti della parte piu’ stremata della popolazione.
Tuttavia, questa politica non ha in nessun modo l’effetto di rilanciare l’economia della Grecia (e in realta’ non e’ neppure il suo obiettivo), ma sta facendo sprofondare il Paese in una grave recessione: il prodotto interno lordo e’ sceso a un livello di gran lunga inferiore a quello di prima dell’inizio della crisi (2008), la disoccupazione (soprattutto giovanile) rimane altissima e la percentuale della popolazione che vive al di sotto della soglia di poverta’ aumenta continuamente.
Non bisogna dimenticare che la troika continua a rifiutare (o a rinviare a un futuro indeterminato) la ristrutturazione del debito pubblico greco, richiesto con insistenza dal FMI stesso, e che i crediti promessi, versati con il contagocce, non vanno a finanziare nessun programma di risanamento nazionale, ma vengono assorbiti quasi interamente dal pagamento degli interessi o dai rimborsi di prestiti pregressi – cioe’ sono recuperati dal sistema finanziario.
In parole povere, i contribuenti europei, se pagano direttamente o indirettamente per questi crediti, non fanno altro che sovvenzionare le banche.
La domanda che si pone allora e’: che rapporto c’e’ tra questa strategia distruttiva (di cui ho detto che si avvicinava a una «vendetta» politica prolungata) e le prospettive deprimenti dell’economia europea nel suo insieme, che accentuano il suo ritardo nella congiuntura mondiale?

Info:
https://www.illibraio.it/libri/etienne-balibar-crisi-e-fine-delleuropa-9788833928449/
https://www.lindiceonline.com/osservatorio/economia-e-politica/balibar-crisi-europa-ordoliberale/
https://www.sinistrainrete.info/politica/9646-etienne-balibar-populismo-e-contro-populismo-nello-specchio-americano.html

Europa/Rodrik

Dani Rodrik – Dirla tutta sul mercato globale – Einaudi (2019)

Nel marzo 2017 l’Unione Europea ha celebrato il sessantesimo anniversario del Trattato di Roma che diede vita alla Comunita’ economica europea.
In effetti, c’era molto da festeggiare: dopo secoli di guerre, sconvolgimenti politici e uccisioni di massa, l’Europa risulta vivere in pace e in democrazia.
In un’epoca di disuguaglianze, le nazioni europee presentano i divari nel reddito piu’ bassi che in qualunque altro posto del mondo, e l’Unione Europea ha guidato felicemente il passaggio sotto la propria ala di undici ex paesi socialisti.
Questi, pero’, sono i traguardi del passato.
Oggi l’Unione sta attraversando una profonda crisi esistenziale e il suo futuro e’ tutt’altro che certo. Se ne colgono i sintomi dappertutto: la Brexit, gli allarmanti livelli di disoccupazione giovanile in Grecia e in Spagna, l’indebitamento e la stagnazione in Italia, l’ascesa dei movimenti populisti e la reazione di rifiuto nei confronti dei migranti e dell’euro.
Sono tutti segnali che puntano nella stessa direzione: le istituzioni europee necessitano di una revisione decisiva.

Info:
https://ilmanifesto.it/la-vocazione-globale-del-capitalismo/
https://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2019-02-04/temperare-l-iperglobalizzazione-162827.shtml?uuid=AFhMOTC&refresh_ce=1

Europa/Mounk

Yascha Mounk – Popolo vs. Democrazia. Dalla cittadinanza alla dittatura elettorale – Feltrinelli (2018)

A seguito del crack finanziario del 2008, i paesi sudeuropei erano sull’orlo del fallimento.
Tuttavia, facendo parte dell’eurozona, non potevano né svalutare la moneta né dichiararsi insolventi.
La contrazione dell’economia e’ durata quasi dieci anni.
I tassi di disoccupazione si sono impennati. E’ diventato sempre piu’ chiaro che alcune delle istituzioni piu’ importanti dell’Ue non erano sostenibili nella loro forma attuale.
Per evitare che la crisi dell’euro si ripresenti alla prossima recessione, il continente deve o eliminare la moneta unica o compiere un grande passo, per quanto impopolare, verso una maggiore integrazione politica.

Info:
https://www.linkiesta.it/it/article/2018/05/12/yascha-mounk-il-populismo-fa-paura-ma-nel-lungo-periodo-la-democrazia-/38075/

Europa/Zielonka

Jan Zielonka – Disintegrazione. Come salvare l’Europa dall’Unione europea – Laterza (2015)

Alcuni Stati europei si troveranno in competizione con le loro potenti regioni, mentre altri dovranno trasferire notevoli poteri alle grandi città più prospere.
Si allarghera’ anche la divaricazione tra i diversi paesi e alcuni assomiglieranno a Stati falliti mentre altri saranno piu’ simili a imperi.
Gli Stati si integreranno inoltre in modo disomogeneo: alcuni aderiranno soltanto a poche strutture integrative selezionate, mentre altri cercheranno di essere a bordo (se non al timone) di un gran numero di reti e associazioni europee.

Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/recensione-a-disintegrazione-di-jan-zielonka/
https://www.notiziegeopolitiche.net/recensione-a-jan-zielonka-disintegrazione-come-salvare-leuropa-dallunione-europea/
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&task=schedalibro&isbn=9788858120460&Itemid=97

Europa/Stiglitz

Joseph E. Stiglitz – L’euro. Come una moneta comune minaccia il futuro dell’Europa – Einaudi (2017)

L’euro e’ stato creato con tre speranze:
1) che avrebbe portato a una maggiore coesione europea e quindi all’integrazione;
2) che la piu’ stretta integrazione economica avrebbe portato a una crescita piu’ veloce dell’economia; e
3) che questa maggiore integrazione economica e la conseguente maggiore integrazione politica avrebbero garantito la pace all’Europa.

Info:
http://temi.repubblica.it/micromega-online/stiglitz-e-possibile-salvare-l-euro/
https://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2018-07-06/stiglitz-italexit-e-l-ultima-spiaggia-l-italia-e-meglio-restare-ma-l-euro-va-riformato-154718.shtml?uuid=AEpvLEIF&refresh_ce=1
http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/stiglitz-39-39-39-italia-sufficientemente-grande-ha-176313.htm

Europa/Zielonka

Jan Zielonka – Disintegrazione. Come salvare l’Europa dall’Unione europea – Laterza (2015)

L’integrazione europea avrebbe innanzitutto dovuto sbarazzarsi della politica di potere. Gli Stati grandi e ricchi non dovevano piu’ angariare quelli piccoli e poveri.
Soprattutto, l’Europa non doveva essere dominata dalla Germania.
Oggi una manciata di paesi a «tripla A» dirige l’Europa con la Germania al posto di guida. L’eguaglianza fra gli Stati membri e’ sparita.
Vengono scritti nuovi trattati che guardano solo ad alcuni Stati, crescono le interferenze esterne e arbitrarie negli affari interni e le politiche vertono eminentemente sulle sanzioni, invece che su aiuti e incentivi.

Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/recensione-a-disintegrazione-di-jan-zielonka/
https://www.notiziegeopolitiche.net/recensione-a-jan-zielonka-disintegrazione-come-salvare-leuropa-dallunione-europea/
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&task=schedalibro&isbn=9788858120460&Itemid=97

Europa/Mounk

Yascha Mounk – Popolo vs. Democrazia. Dalla cittadinanza alla dittatura elettorale – Feltrinelli (2018)

L’“autorità indipendente” piu’ potente al mondo e’ forse la Commissione europea.
Nella maggior parte dei paesi, il potere della burocrazia e’ in qualche modo limitato dalla presenza di un capo di governo forte, da un lato, e dall’energia di un’assemblea legislativa che ha il sostegno concreto dei cittadini comuni, dall’altro. Nell’Unione Europea, invece, le priorita’ politiche generali vengono stabilite nel corso di un vertice dei capi di governo degli stati membri che si incontrano solo poche volte all’anno. Dal canto suo l’assemblea legislativa si forma in una competizione elettorale che vede una scarsa affluenza alle urne e che gli elettori considerano per lo piu’ come un’occasione per protestare contro i governi nazionali, in parte perche’ i poteri del parlamento europeo sono comunque molto ristretti. Di conseguenza la Commissione, un’organizzazione di burocrati di carriera, e’ storicamente il motore della maggior parte delle attivita’ dell’Unione: e’ la Commissione a proporre, stilare e implementare molti degli atti legislativi europei.

Info:
https://www.linkiesta.it/it/article/2018/05/12/yascha-mounk-il-populismo-fa-paura-ma-nel-lungo-periodo-la-democrazia-/38075/

Europa/Gila

Paolo Gila – Capitalesimo. Il ritorno del feudalesimo nell’economia mondiale – Bollati Boringhieri (2013)

Come nel passato feudale – dove gli incarichi, i titoli e i ruoli venivano assegnati a livello locale dal governante ai sottoposti attraverso il criterio della cooptazione e l’investitura era la forma rituale che suggellava e fortificava questo sistema – nell’epoca contemporanea avviene la stessa procedura, ma su scala mondiale e con sfumature piu’ sottili.
L’era del Capitalesimo punta sullo sviluppo di una serie di istituzioni sovranazionali (Nazioni Unite, Banca Mondiale, Fondo Monetario Internazionale, ecc.) in relazione con la forza delle aree economiche e monetarie (Nafta, Unione Europea, ma anche Opec, ecc.) sotto la guida tecnica di realtà come la Federal Reserve, la Banca Centrale Europea, e con l’aiuto di associazioni internazionali non-governative, per affermare un cambiamento dei rapporti di forza, dove gli stati, le comunita’ locali, i club territoriali e professionali vengono stemperati e indeboliti.

Info:
http://www.spazioterzomondo.com/2013/04/recensione-paolo-gila-capitalesimo-bollati-boringhieri/
https://www.sololibri.net/Capitalesimo-Paolo-Gila.html