Economia di mercato/Mattei

Ugo Mattei – Beni comuni. Un manifesto – Laterza (2011)

La guerra per il controllo di Internet, una volta che questo e’ diventato l’infrastruttura fondamentale del capitalismo cognitivo, e’ durata assai poco.
Il governo degli Stati Uniti ha fatto pesantemente valere, anche con l’uso della minaccia penale, la «proprieta’» della Rete, sulla base del fatto che il suo sviluppo era stato condotto presso infrastrutture di ricerca finanziate con fondi federali (del complesso militare-industriale).
I tentativi di governare Internet a mezzo di qualche organizzazione istituzionale globale (Internet Society) sono stati cosi’ ben presto rintuzzati.
Nel territorio degli Stati Uniti si trovano infatti praticamente tutti i c.d. root servers, cioe’ la quindicina di computer su cui fisicamente si fonda il Domain Name System, il sistema di assegnazione degli indirizzi Internet senza il cui continuo mantenimento la Rete sarebbe inservibile, come una megalopoli in cui le persone abitino senza indirizzo o come una grande biblioteca senza sistema di catalogazione libraria.
Internet non sarebbe in alcun modo concepibile senza un potere di assegnazione degli indirizzi e il controllo del livello base dell’indirizzazione conferisce un autentico potere di vita e di morte sulla fruibilita’ della Rete per i suoi utenti.
Tale potere di assegnazione, strettamente gerarchico in barba alla retorica della Rete, trova la sua «norma fondamentale» nel Root Server A – la radice della piramide, strettamente gerarchica ancorche’ invertita –, che a sua volta si trova in territorio statunitense (ed e’ quindi controllato dal suo governo)

Info:
http://www.prodocs.org/wp-content/uploads/2016/12/1.7-Un-MANIFESTO-per-i-beni-comuni_Mattei.pdf
https://www.juragentium.org/books/it/mattei.htm
https://gognablog.sherpa-gate.com/beni-comuni-il-manifesto-di-ugo-mattei/
https://www.lavoroculturale.org/beni-comuni-un-manifesto/antonio-iannello/2011/

Europa/Fraser

Nancy Fraser – Capitalismo cannibale. Come il sistema sta divorando la democrazia, il nostro senso di comunita’ e il pianeta – Laterza (2023)

[L’]Unione europea, un tempo considerata l’emblema della «democrazia post-nazionale», si e’ affrettata a eseguire gli ordini dei banchieri e degli investitori, perdendo la sua pretesa di legittimita’ democratica agli occhi di molti.
In generale, il capitalismo finanziarizzato e’ l’era della «governance senza governo», cioe’ di un dominio senza la foglia di fico del consenso.
In questo regime, a fare la parte del leone nelle regole coercitive che oggi governano vasti settori dell’interazione sociale in tutto il mondo non sono gli Stati ma strutture di governance transnazionali come l’Unione europea, l’Organizzazione Mondiale del Commercio, il Nafta e il Trips.
Non dovendo rendere conto a nessuno e agendo prevalentemente nell’interesse del capitale, questi organismi stanno «costituzionalizzando» le nozioni neoliberiste di «libero commercio» e «proprieta’ intellettuale», inserendole a forza nel regime globale e impedendo a priori una legislazione democratica in materia di lavoro e di ambiente

Info:
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Societa’/Reich

Robert B. Reich – Supercapitalismo. Come cambia l’economia globale e i rischi per la democrazia – Fazi (2008)

Il reciproco corteggiamento tra il supercapitalismo e i nostri istinti piu’ bassi potrebbe essere alla base anche dell’ondata di obesita’ che affligge le nostre societa’.
Gli americani e molte altre popolazioni in giro per il mondo hanno oggi facile accesso a una valanga senza precedenti di prodotti ipercalorici e di cibo spazzatura.
La forte concorrenza tra le aziende di fast food ha liberato un torrente di cereali zuccherati, grassi spuntini, porzioni enormi di carni fritte, bevande super-zuccherate e un orrendo pane fatto di carboidrati raffinati […]
Il numero di calorie che assumiamo e’ passato da una media di 3.300 al giorno nel 1970 a 3.800 alla fine degli anni Novanta: il doppio della quantita’ richiesta per soddisfare il fabbisogno energetico di gran parte delle donne adulte, e un terzo in piu’ del fabbisogno della maggior parte degli uomini, e molto piu’ di quanto abbiano bisogno i bambini e gli anziani.

Info:
https://www.lastampa.it/economia/2008/07/05/news/il-supercapitalismo-1.37093927/
https://www.astrid-online.it/static/upload/protected/Reic/Reich_Gaggi_Corriere_22_6_08.pdf
https://espresso.repubblica.it/affari/2008/05/28/news/fra-supercapitalisti-e-nuovi-poveri-1.8591/
https://www.ilsecoloxix.it/mondo/2008/08/21/news/cosi-il-supercapitalismo-sta-uccidendo-la-democrazia-1.33385408

Capitalismo/Vanetti

Mauro Vanetti – La sinistra di destra. Dove si dimostra che i liberisti, sovranisti e populisti ci portano dall’altra parte – Edizioni Alegre (2019)

Il meccanismo sfruttato dalla Germania con l’euro e’ simile a quello che ha permesso al Nord Italia di colonizzare il Mezzogiorno in seguito all’unificazione nazionale.
Le merci a basso costo prodotte dal triangolo industriale Torino-Milano-Genova hanno surclassato l’industria del Regno delle Due Sicilie, destinando il Meridione al ruolo di mercato interno per i capitalisti settentrionali e serbatoio di manodopera e materie prime.
Gli investimenti da nord a sud hanno da allora preso in genere la forma delle cattedrali nel deserto, fabbriche come quelle di Melfi o di Taranto o di Pomigliano, dove col ricatto occupazionale era possibile per i padroni strappare concessioni su concessioni dallo stato, dai sindacati e dagli enti locali: un tipico rapporto coloniale.
Tuttora le grandi famiglie capitaliste italiane sono quasi tutte del Centro-Nord.

Info:
https://www.marxismo-oggi.it/recensioni/libri/455-la-sinistra-di-destra-un-libro-di-mauro-vanetti
https://edizionialegre.it/recensioni/liberisti-e-rossobruni-i-nemici-interni-alla-sinistra-giacomo-russo-spena-da-micromega/
https://edizionialegre.it/recensioni/osservazioni-su-un-libro-stimolante-antonio-moscato-dal-blog-movimento-operaio/

https://edizionialegre.it/recensioni/la-liquefazione-della-classe-internazionale/
https://www.dinamopress.it/news/la-sinistra-destra-vecchia-nuova/

Green New Deal/Fraser

Nancy Fraser – Capitalismo cannibale. Come il sistema sta divorando la democrazia, il nostro senso di comunita’ e il pianeta – Laterza (2023)

Per definizione, le societa’ capitaliste demandano al capitale, o meglio a coloro che si dedicano alla sua accumulazione, il compito di organizzare la produzione.
Questo sistema autorizza la classe dei capitalisti a estrarre materie prime, a generare energia, a determinare l’uso del suolo, a progettare sistemi alimentari, a esplorare la biodiversita’ in cerca di nuovi medicinali e a smaltire i rifiuti, di fatto concedendo loro la parte del leone nel controllo su aria e acqua, suolo e minerali, flora e fauna, foreste e oceani, atmosfera e clima, vale a dire su tutte le condizioni di base della vita sulla Terra.
Le societa’ capitaliste conferiscono cosi’ il potere di gestire le nostre relazioni con la natura a una classe fortemente motivata a distruggerla.
Certo, a volte i governi intervengono a posteriori per mitigare i danni, ma in modo reattivo e senza mettere in questione le prerogative dei proprietari.
Sempre un passo indietro rispetto a chi emette gas serra, le norme ambientali vengono facilmente aggirate dagli espedienti messi in atto dalle aziende.
Lasciando intatte le condizioni strutturali che autorizzano le imprese private a organizzare la produzione, queste regolamentazioni non alterano il fatto fondamentale: il sistema conferisce ai capitalisti il movente, i mezzi e l’opportunita’ per sbranare il pianeta.
Sono loro, e non gli esseri umani in generale, ad averci regalato il riscaldamento globale. E non per caso o per semplice avidita’. Piuttosto, la dinamica che ha diretto le loro azioni e che ha portato a questo risultato e’ insita nella struttura stessa della societa’ capitalista.
Da qualunque punto di vista si osservi la questione, la conclusione a cui si arriva e’ sempre la stessa: le societa’ organizzate in modo capitalistico hanno nel proprio Dna una contraddizione ecologica che le predispone a scatenare «catastrofi naturali».
Tali disastri, nient’affatto accidentali, si verificano periodicamente nel corso della loro storia. Pertanto, queste societa’ presentano una tendenza intrinseca alla crisi ecologica.

Info:
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Capitalismo/Fraser

Nancy Fraser – Capitalismo cannibale. Come il sistema sta divorando la democrazia, il nostro senso di comunita’ e il pianeta – Laterza (2023)

A minacciare la nostra democrazia sarebbe il neoliberismo.
Il problema, tuttavia, ha radici piu’ profonde.
Il neoliberismo, dopo tutto, e’ una forma di capitalismo e l’attuale crisi democratica non e’ affatto la prima all’interno di questo sistema.
Ne’ e’ probabile che sia l’ultima, nel caso il capitalismo dovesse perdurare.
Al contrario, ogni fase importante dello sviluppo capitalistico ha dato origine a trambusti politici ed e’ stata da essi trasformata.
Il capitalismo mercantile e’ stato periodicamente scosso – e alla fine abbattuto – da una serie di rivolte di schiavi nelle aree periferiche e di rivoluzioni democratiche nei paesi del centro.
Il suo successore basato sul laissez-faire ha collezionato un secolo e mezzo di turbolenze politiche, tra cui molteplici rivoluzioni socialiste e fasciste, due guerre mondiali e innumerevoli rivolte anticoloniali, prima di cedere il passo, nel periodo interbellico e nel dopoguerra, al capitalismo regolato dallo Stato.
Quest’ultimo regime ha conosciuto a sua volta la sua dose di crisi politiche, trovandosi ad affrontare una massiccia ondata di ribellioni anticoloniali, la rivolta globale della Nuova Sinistra, una prolungata guerra fredda e una corsa agli armamenti nucleari prima di soccombere al rovesciamento neoliberista, che ha inaugurato la fase attuale del capitalismo globalizzante e finanziarizzato.
Un simile inquadramento storico consente di vedere l’attuale crisi democratica in una luce diversa.
I travagli politici del neoliberismo, per quanto acuti, rappresentano l’ultimo capitolo di una storia piu’ lunga, che riguarda le vicissitudini politiche del capitalismo come tale.
A essere incline alla crisi politica e a inibire la democrazia, piu’ che il neoliberismo, e’ il capitalismo stesso.

Info:
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Capitalismo/Fraser

Nancy Fraser – Capitalismo: Una conversazione con Rahel Jaeggi – Meltemi (2019)

Due diverse funzioni “allocative” di mercato specifiche del capitalismo: l’allocazione delle materie produttive e l’allocazione delle eccedenze […]
La prima idea e’ chiaramente racchiusa in una sorprendente frase di Piero Sraffa: il capitalismo e’ un sistema per “la produzione di merci per mezzo di merci”.
Questo sistema mercatizza tutti i principali materiali diretti alla produzione di merci, inclusi il credito, gli immobili, le materie prime, l’energia e i beni strumentali, come macchinari, impianti, attrezzature, tecnologie e cosi’ via […]
Il secondo punto […]: il capitalismo usa i meccanismi di mercato per determinare come il surplus della societa’ verra’ investito.
Non c’e’ nessun altro tipo di societa’, per quanto io ne sappia, in cui e’ lasciato alle “forze di mercato” decidere questioni cosi’ fondamentali su come le persone vogliono vivere […] delega alle forze di mercato delle piu’ importanti questioni umane, per esempio, in cosa le persone vogliono investire le proprie energie collettive, come vogliono bilanciare il “lavoro produttivo” con la vita familiare, il tempo libero e altre attivita’, quanto e cosa vogliono lasciare alle generazioni future.
Invece di essere trattati come argomenti di discussione e di processi decisionali collettivi, essi sono trasferiti a un apparato per stimarne il valore monetario […]
Il capitalismo fa affidamento sui poteri pubblici per stabilire e far rispettare le sue norme costitutive. Un’economia di mercato e’ inconcepibile, dopo tutto, in assenza di un quadro legale che sostenga l’impresa privata e lo scambio di mercato. La sua storia in primo piano dipende in modo cruciale dai poteri pubblici al fine di garantire i diritti di proprieta’, far rispettare i contratti, giudicare le controversie, sedare le ribellioni anticapitaliste  […]
Allo stesso modo, sono stati gli stati territoriali a mobilitare la “forza legittima” per reprimere la resistenza alle espropriazioni attraverso cui sono nati e sono stati sostenuti i rapporti di proprieta’ del capitalismo.
Infine, sono stati quegli stessi stati a nazionalizzare e assicurare il denaro.
Storicamente, potremmo dire, lo stato ha costituito “l’economia” capitalista.

Info:
https://kriticaeconomica.com/letture-kritiche/finalmente-siamo-tornati-a-parlare-di-capitalismo-nancy-fraser/
https://www.meltemieditore.it/wp-content/uploads/fazio-jaeggi-manifesto-capitalismo-fraser.pdf
https://www.meltemieditore.it/wp-content/uploads/fazi-manifesto-capitalismo-fraser.pdf
http://www.linterferenza.info/contributi/nancy-fraser-capitalismo-conversazione-rahel-jaeggi/
https://jacobinitalia.it/il-capitalismo-si-infiltra-nelle-nostre-vite-quotidiane/

Capitalismo/Fraser

Nancy Fraser – Capitalismo cannibale. Come il sistema sta divorando la democrazia, il nostro senso di comunita’ e il pianeta – Laterza (2023)

Molti pensatori di sinistra intendono il capitalismo in modo troppo ristretto, come un mero sistema economico.
Concentrandosi sulle contraddizioni interne all’economia, le loro analisi equiparano la crisi capitalistica a disfunzioni economiche, come depressioni, bancarotte a catena e crolli del mercato. In questo modo si precludono una comprensione completa delle tendenze alla crisi del capitalismo, trascurando le sue contraddizioni e le sue forme di crisi non-economiche […] Un esempio […] e’ la contraddizione socio-riproduttiva della societa’ capitalista.
I marxisti hanno giustamente individuato il segreto dell’accumulazione nella «sede nascosta» della produzione di merci, dove il capitale sfrutta il lavoro salariato. Ma non hanno sempre compreso appieno che questo processo si basa sulla sede ancora piu’ nascosta del lavoro di cura non retribuito, spesso svolto da donne, che forma e rinnova esseri umani pronti a nutrire le file della «forza lavoro».
Profondamente dipendente da queste attivita’ socio-riproduttive, il capitale non attribuisce loro alcun valore (monetizzato), le tratta come gratuite e infinitamente disponibili e compie pochi sforzi, nel caso migliore, per sostenerle.
Lasciato a se’ stesso, quindi, il sistema capitalista, data la sua incessante spinta verso un’accumulazione illimitata, rischia sempre di destabilizzare gli stessi processi di riproduzione sociale da cui dipende.
Un altro esempio […] e’ la contraddizione ecologica.
Da un lato, l’accumulazione del capitale dipende dalla natura, sia come «rubinetto» che fornisce input materiali ed energetici alla produzione di merci sia come «scarico» per smaltire gli scarti di quest’ultima.
Dall’altro, il capitale non riconosce i costi ecologici che genera, di fatto dando per scontato che la natura possa rigenerarsi autonomamente all’infinito.

Info:
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Capitalismo/Fraser

Nancy Fraser – Capitalismo cannibale. Come il sistema sta divorando la democrazia, il nostro senso di comunita’ e il pianeta – Laterza (2023)

Il capitalismo e’ inconcepibile, dopo tutto, in assenza di un quadro giuridico in grado di sostenere l’impresa privata e lo scambio di mercato.
La sua scena principale dipende in modo cruciale dai poteri pubblici per garantire i diritti di proprieta’, per far onorare i contratti, per dirimere le controversie, per soffocare le ribellioni anticapitalistiche e per mantenere l’offerta di moneta, che costituisce la linfa vitale del capitale.
Storicamente, questi poteri sono stati inquadrati per lo piu’ all’interno di Stati territoriali, in alcuni casi operanti a livello transnazionale come potenze coloniali o imperiali. I sistemi giuridici di tali Stati hanno stabilito i confini di quegli spazi apparentemente depoliticizzati in cui gli operatori privati potevano perseguire i propri interessi «economici», liberi da un lato da interferenze «politiche» manifeste e dall’altro da obblighi clientelari derivanti dai legami di parentela.
Sempre gli Stati territoriali hanno mobilitato la «forza legittima» per reprimere la resistenza alle espropriazioni che hanno dato origine e hanno sostenuto i rapporti di proprieta’ capitalistici.
Infine, gli stessi Stati hanno nazionalizzato e garantito la moneta.
Storicamente, potremmo dire, e’ lo Stato ad aver «istituito» l’economia capitalista.

Info:
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Lavoro/Fraser

Nancy Fraser – Capitalismo cannibale. Come il sistema sta divorando la democrazia, il nostro senso di comunita’ e il pianeta – Laterza (2023)

La sostituzione del lavoro di fabbrica sindacalizzato con un lavoro precario nei servizi si accompagna a un abbassamento dei salari, che tendono a scendere al di sotto dei costi socialmente necessari della riproduzione.
Lavoratori che prima erano «solo» sfruttati ora sono anche espropriati.
Questa doppia condizione, riservata in precedenza a delle minoranze e adesso sempre piu’ generalizzata, e’ aggravata dall’assalto al welfare state.
Il salario sociale diminuisce, mentre le entrate fiscali in passato destinate alle infrastrutture pubbliche e ai diritti sociali vengono dirottate verso il servizio del debito e la «riduzione del deficit» nella speranza di placare «i mercati».
Mentre i salari reali vanno a picco, i servizi un tempo forniti dal settore pubblico, come l’assistenza all’infanzia, vengono scaricati sulle famiglie e sulle comunita’, cioe’ principalmente sulle donne, che nel frattempo sono impiegate in lavori salariati precari e quindi sfruttate ed espropriate su due fronti.
Nel centro come nella periferia, inoltre, una corsa al ribasso sta portando i governi a ridurre le tasse sulle imprese, impoverendo ulteriormente le casse dello Stato e giustificando apparentemente una maggiore «austerita’», tendenza che di fatto innesca un circolo vizioso.
Ulteriori regali alle imprese svuotano di contenuto diritti del lavoro faticosamente conquistati, esponendo i lavoratori, un tempo protetti, a possibili violazioni.

Info:
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