Green New Deal/Scheidler

La fine della megamacchina. Sulle tracce di una civiltà al collasso – Scheidler Fabian – Castelvecchi (2024)


L’uso industriale del carbone fossile inauguro’ una nuova era nella storia del pianeta Terra chiamata da alcuni geologi Antropocene.
In soli duecento anni le attivita’ umane, con un impatto migliaia di volte superiore al passato dovuto allo sfruttamento delle energie fossili, hanno radicalmente rimodellato la crosta terrestre, la biosfera e l’atmosfera.
Nel corso di questo processo non solo e’ stato messo in moto un enorme aumento della produzione di beni, ma, contestualmente, e’ stata innescata una delle piu’ grandi estinzioni di massa nella storia della Terra.
Mai, dai tempi delle prime alghe verdi-azzurre, piu’ di tre miliardi di anni fa, una singola specie ha cambiato la forma del pianeta in modo cosi’ profondo come l’Homo carbonicus. Mentre le alghe verdi-azzurre hanno reso possibile la diffusione della vita sulla Terra con l’invenzione della fotosintesi, la societa’ umana del carbonio e’ in procinto di spazzare via di nuovo gran parte dell’evoluzione […]
Ha piu’ senso chiamare la nuova era “Capitalocene” piuttosto che “Antropocene”, perche’ non e’ stato l’uomo in quanto tale a guidare questo sviluppo, ma la dinamica della messa a profitto infinita di capitale.

Info:
https://www.goethe.de/ins/it/it/sta/rom/ver.cfm?event_id=26236804
https://www.rivoluzioneanarchica.it/fine-della-megamacchina-un-libro-di-fabian-scheidler/

https://www.officinadeisaperi.it/agora/il-senso-delle-parole/cosi-la-megamacchina-neoliberista-sta-distruggendo-il-nostro-mondo-da-il-fatto/

https://www.ilfattoquotidiano.it/fq-newsletter/fatto-for-future-del-26-marzo-2024/

Green New Deal/Keen

L’economia nuova. Moneta ambiente complessita’. Pensare l’alternativa al collasso ecologico e sociale – Steve Keen – Meltemi (2023)

La crescita delle nostre economie implica una crescita del nostro impiego di energia.
Una crescita continua non puo’ non tradursi in un’alterazione significativa del nostro pianeta, e la nostra economia, in ultima analisi, finirebbe per distruggere la vita sul pianeta Terra – e questo non ha niente a che fare con il riscaldamento climatico: e’ una conseguenza delle leggi della termodinamica.
In virtu’ della seconda legge della termodinamica, il ricorso all’energia per svolgere lavoro implica la generazione di una quantita’ prevedibile di dissipazione o di scarto. A un ritmo di crescita economica globale sostenuto, come il 2,3% annuo attuale – un tasso di crescita peraltro ritenuto al giorno d’oggi troppo basso, in quanto porterebbe a una crescita continua della disoccupazione – l’energia dissipata aumenterebbe la temperatura sulla superficie della Terra di 100°C per il venticinquesimo secolo.
A un tasso di crescita globale del 2,3% (scelto convenientemente perche’ rappresenti un aumento di ordine 10 ogni secolo), raggiungeremmo la temperatura a cui l’acqua bolle in circa quattrocento anni da oggi […]
Non credo sia necessario specificare che la vita sulla Terra per allora sarebbe scomparsa del tutto – e il capitalismo ben prima.
L’unico modo in cui la crescita possa essere sostenuta per piu’ di due secoli da oggi richiederebbe che l’umanita’ diventi una “specie multi-planetaria”, per citare Elon Musk. Questo potrebbe effettivamente succedere prima che le leggi della termodinamica ci portino all’estinzione. Tuttavia, il riscaldamento globale non ci concede il lusso dei secoli: abbiamo a stento qualche decennio.

Info:
https://kriticaeconomica.com/letture-kritiche/economia-nuova-steve-keen/
https://che-fare.com/almanacco/politiche/declino-italiano-e-cambiamento-climatico/
https://jacobinitalia.it/salvare-leconomia-da-se-stessa/
https://www.carmillaonline.com/2023/10/18/il-morbo-neoclassico/
https://www.micromega.net/baruffe-tra-economisti-la-questione-climate-change/
https://generazioneliberale.com/2023/03/05/keen-galbraith-ha-portato-la-realta-nelleconomia-e-per-questo-e-stato-dimenticato/

Green New Deal/Scheidler

La fine della megamacchina. Sulle tracce di una civiltà al collasso – Scheidler Fabian – Castelvecchi (2024)


La macchineria della moltiplicazione infinita di denaro ha bisogno, per poter funzionare, di un apporto sempre crescente di energia e materie prime, che d’altra parte si trasforma, in modo altrettanto rapido, in una produzione di rifiuti e gas serra.
Il legame tra crescita economica e distruzione del pianeta e’ cosi’ evidente che basta usare i cinque sensi per coglierlo.
Chiunque attraversi le foreste devastate del Borneo o dell’Amazzonia, le coste inquinate dal petrolio della Nigeria e del Golfo del Messico, le regioni contaminate intorno a Fukushima e Cernobyl’, i giganteschi flussi di rifiuti nell’Oceano Pacifico, le distese di terra negli Stati Uniti avvelenate dal fracking, i paesaggi devastati dalle miniere di rame, oro, bauxite e uranio in Papua Nuova Guinea, India, Ghana o Cile, e le valli montane del Pakistan o del Nepal gia’ devastate da alluvioni millenarie (per dare solo una piccola e arbitraria selezione della devastazione planetaria) non ha bisogno di leggere gli studi scientifici, che peraltro riempiono intere biblioteche, sulla rovina della biosfera per rendersi conto che un sistema che distrugge i propri mezzi di sussistenza a un ritmo cosi’ elevato non ha futuro […]
Gli elementi di una nuova narrazione emancipatoria negli ultimi decenni si sono definiti sempre piu’ chiaramente, anche se a volte sembrano perdersi nel caos generale del mondo. Al centro c’e’ la costruzione di un nuovo ordine economico:
• che sia al servizio del bene comune piuttosto che del profitto;
• che sostituisca la crescita infinita con un’equa distribuzione;
• che sia in grado di cooperare con i sistemi che sostengono la vita della Terra invece di distruggerli;
• che promuova la solidarieta’ transnazionale piuttosto che la competizione globale;
• che garantisca uguali diritti indipendentemente dall’origine, dal colore della pelle o dal genere;
• che sostituisca l’auto-organizzazione e l’approfondimento della democrazia a strutture autoritarie.
Mettendo insieme questi aspetti, emergono i contorni di una profonda e completa ristrutturazione della societa’, in grado di occuparsi insieme delle radici comuni delle crisi sociali ed ecologiche.

Info:
https://www.goethe.de/ins/it/it/sta/rom/ver.cfm?event_id=26236804
https://www.rivoluzioneanarchica.it/fine-della-megamacchina-un-libro-di-fabian-scheidler/

https://www.officinadeisaperi.it/agora/il-senso-delle-parole/cosi-la-megamacchina-neoliberista-sta-distruggendo-il-nostro-mondo-da-il-fatto/
https://www.ilfattoquotidiano.it/fq-newsletter/fatto-for-future-del-26-marzo-2024/

Green New Deal/Mancuso

Fitopolis, la città vivente – Stefano Mancuso – Laterza (2023)

In una manciata di anni, se paragonati alla vita della Terra, la specie umana e’ diventata una forza tellurica in grado di mutarne la storia.
L’avanzata della nostra specie e le sue attivita’ negli ultimi 10.000 anni hanno cambiato il metabolismo energetico del pianeta con una forza paragonabile soltanto alla colonizzazione della Terra da parte delle piante.
Gli esiti di questa rivoluzione sono al momento del tutto al di fuori delle nostre possibilita’ di previsione. La verita’ e’ che, sebbene anche il solo banale buon senso suggerisca di evitare eccessivi danni ai nostri ecosistemi, non sappiamo cosa fare per limitare il nostro impatto sul pianeta senza rallentare la crescita economica; e il fatto che sembriamo incapaci di porre un freno anche al piu’ insignificante dei consumi non pare il viatico migliore per un futuro felice.
In ogni modo, nulla si potra’ ottenere senza innovazione non solo tecnologica, ma soprattutto sociale. Abbiamo bisogno di innovare immaginando forme di governo globali che siano in grado di ridurre al minimo il consumo dei beni comuni prima che ci si avvicini a soglie critiche, le quali una volta varcate non potranno piu’ essere recuperate o lo potranno soltanto a costo di grandi sacrifici.
Escogitare un modo per realizzare tutto questo sia nella sfera sociale sia in quella tecnologica e’ la sfida del nostro futuro. Quali che siano le soluzioni che immagineremo, di una cosa possiamo essere certi: perche’ esse funzionino, dovranno avere un impatto fondamentale sul modo in cui operano le nostre citta’. Sono le citta’, infatti, il luogo della nostra aggressione all’ambiente, nonostante occupino soltanto una esigua porzione della superficie terrestre […]
Se vogliamo avere un’idea strettamente quantitativa dell’impatto delle citta’, le descrizioni non bastano piu’ e dobbiamo rivolgerci ai numeri. E i dati ci dicono che oltre il 70% del consumo mondiale di energia e il 75% del consumo di risorse naturali sono a carico delle citta’. Cosi’ come lo e’ l’emissione di circa il 75% della CO2 e la produzione del 70% di rifiuti.
Uno studio del 20211 sulle emissioni di gas serra da parte di 167 citta’ distribuite su tutto il pianeta ha dimostrato che 25 megalopoli da sole sono responsabili per la produzione del 52% delle emissioni di gas serra. Le citta’ asiatiche emettono la maggior parte dei gas a effetto serra e la maggior parte delle citta’ dei paesi sviluppati produce emissioni di gas serra pro capite significativamente piu’ elevate rispetto a quelle dei paesi in via di sviluppo.
L’energia consumata dagli edifici di qualunque tipo (residenziali, istituzionali, commerciali o industriali) contribuisce con una produzione di gas serra tra il 60% e l’80% alle emissioni totali nelle citta’ nordamericane ed europee, mentre in un terzo delle citta’ oltre il 30% delle emissioni totali deriva dal trasporto su strada.

Info:
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/recensioni/mancuso_corsera.pdf
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/recensioni/Robinson_mancuso_19nov23.pdf

https://www.laterza.it/wp-content/uploads/recensioni/mancuso_avvenire.pdf
https://www.pandorarivista.it/articoli/fitopolis-la-citta-vivente-di-stefano-mancuso/
https://maremosso.lafeltrinelli.it/recensioni/fitopolis-la-citta-vivente-stefano-mancuso-libro

Green New Deal/Chomsky

Minuti contati: Crisi climatica e Green New Deal globale – Noam Chomsky – Ponte alle Grazie (2020)

Il livello medio di consumo di energia fossile, e quindi le emissioni, all’interno di un dato paese sono molto disuguali in base al reddito e al consumo complessivo.
Considerando la popolazione globale nel suo insieme in base al reddito, nel 2015 il 10% piu’ ricco della popolazione mondiale era responsabile di quasi la meta’ di tutte le emissioni legate al consumo personale, mentre il 50% piu’ povero era responsabile solo del 10% delle emissioni totali basate sul consumo.
E’ vero che la Cina, dove dai primi anni Ottanta si e’ registrata una crescita economica mai vista nella storia, e’ oggi il piu’ grande produttore di emissioni di CO2, con 9,8 miliardi di tonnellate nel 2017 (il 27% delle emissioni globali), a fronte dei 5,3 miliardi di tonnellate degli Stati Uniti (il 15% delle emissioni globali).
Tuttavia, anche in questo caso, se osserviamo la produzione pro capite in quello stesso anno, le 7 tonnellate delle emissioni cinesi sono comunque inferiori alle 16,2 tonnellate degli Stati Uniti.

Info:
https://lecopost.it/cultura-sostenibile/minuti-contati/
https://duels.it/industria-culturale/con-minuti-contati-noam-chomsky-e-robert-pollin-ci-avvertono-il-nostro-tempo-sta-per-scadere/

https://politicaassociazione.it/dati/8/chomsky-minuti-contati.pdf
https://www.sololibri.net/Minuti-contati-Chomsky-Pollin.html

Green New Deal/Crawford

Né intelligente né artificiale.Il lato oscuro dell’IA – Kate Crawford – il Mulino (2021)

L’enorme ecosistema dell’IA si basa su molti tipi di estrazione: dalla raccolta dei dati ricavati dalle nostre attivita’ ed espressioni quotidiane, all’esaurimento delle risorse naturali e allo sfruttamento del lavoro in tutto il mondo per costruire e tenere in funzione questa vasta rete planetaria.
E l’IA estrae molto di piu’ da noi e dal pianeta di quanto sia generalmente noto […]
I minerali sono la spina dorsale dell’IA, ma la sua linfa vitale rimane l’energia elettrica. Il calcolo avanzato e’ raramente valutato in termini di emissioni di carbonio, combustibili fossili e inquinamento; metafore come «il cloud», la nuvola, sembrano alludere a qualcosa di fluttuante e delicato all’interno di un’industria naturale e verde.
I server sono nascosti in anonimi data center e le loro caratteristiche inquinanti sono assai meno visibili dei fumi delle ciminiere delle centrali elettriche a carbone.
Il settore tecnologico pubblicizza con forza le sue politiche ambientali, le iniziative di sostenibilita’ e i progetti di gestione dei problemi legati al clima con l’utilizzo dell’IA come strumento di risoluzione di problemi.
Fa tutto parte di un’immagine pubblica, fortemente voluta, di un’industria tecnologica sostenibile senza emissioni di carbonio.
In realta’, serve una quantita’ enorme di energia per far girare le infrastrutture di calcolo di Amazon Web Services o Microsoft Azure, e l’impronta ecologica dei sistemi di IA che girano su queste piattaforme e’ in crescita […]
«Il cloud e’ una tecnologia estrattiva ad alta intensita’ di risorse che converte l’acqua e l’elettricita’ in potenza computazionale, lasciando dietro di se’ una quantita’ considerevole di danni ambientali che poi cela alla vista».
Gestire questa infrastruttura ad alta intensita’ energetica e’ diventato uno dei problemi principali e l’industria ha, senza dubbio, compiuto sforzi significativi per rendere i data center piu’ efficienti dal punto di vista energetico e per aumentare il ricorso a energia rinnovabile.
Ma gia’ oggi l’emissione di anidride carbonica dell’infrastruttura computazionale mondiale e’ pari a quella dell’industria aeronautica al suo culmine e sta crescendo a un ritmo sempre piu’ veloce.

Info:
https://www.doppiozero.com/ia-ne-intelligente-ne-artificiale
https://www.irpa.eu/recensione-a-k-crawford-ne-intelligente-ne-artificiale-il-lato-oscuro-dellia/

https://www.laciviltacattolica.it/recensione/ne-intelligente-ne-artificiale-il-lato-oscuro-dellia/
https://transform-italia.it/ne-artificiale-ne-intelligente/
https://www.questionegiustizia.it/articolo/ne-intelligente-ne-artificiale-il-lato-oscuro-dell-ia
https://medium.com/@g.bientinesi/la-recensione-n%C3%A9-intelligente-n%C3%A9-artificiale-il-lato-oscuro-dellia-k-crawford-9215ab054c85

Economia di mercato/Crawford

Kate Crawford – Né intelligente né artificiale.Il lato oscuro dell’IA – il Mulino (2021)

La durata media di uno smartphone e’ di soli 4,7 anni.
Questo ciclo di obsolescenza alimenta l’acquisto di piu’ dispositivi, moltiplica i profitti e aumenta gli incentivi all’uso di pratiche di estrazione non sostenibili.
Dopo un lento processo di sviluppo, questi minerali, elementi e materiali attraversano poi un periodo straordinariamente rapido di scavo, lavorazione, miscelazione, fusione e trasporto logistico, percorrendo migliaia di chilometri per essere trasformati. Cio’ che inizia come minerale rimosso dal terreno, eliminati i residui e gli «sterili», viene quindi trasformato in dispositivi che vengono prima utilizzati e poi gettati, per finire sepolti in discariche di rifiuti elettronici in luoghi come il Ghana e il Pakistan.
Il ciclo di vita di un sistema di IA, dalla nascita alla morte, ha molte catene di approvvigionamento frattali: forme di sfruttamento del lavoro umano e delle risorse naturali e massicce concentrazioni di potere aziendale e geopolitico.
E lungo tutta la catena, un consumo di energia continuo e massiccio mantiene il ciclo in funzione.

Info:
https://www.doppiozero.com/ia-ne-intelligente-ne-artificiale
https://www.irpa.eu/recensione-a-k-crawford-ne-intelligente-ne-artificiale-il-lato-oscuro-dellia/
https://www.laciviltacattolica.it/recensione/ne-intelligente-ne-artificiale-il-lato-oscuro-dellia/
https://transform-italia.it/ne-artificiale-ne-intelligente/
https://www.questionegiustizia.it/articolo/ne-intelligente-ne-artificiale-il-lato-oscuro-dell-ia
https://medium.com/@g.bientinesi/la-recensione-n%C3%A9-intelligente-n%C3%A9-artificiale-il-lato-oscuro-dellia-k-crawford-9215ab054c85

Capitalismo/Fraser

Nancy Fraser – Capitalismo cannibale. Come il sistema sta divorando la democrazia, il nostro senso di comunita’ e il pianeta – Laterza (2023)

E’ ben noto a molti che le societa’ capitaliste istituzionalizzano una specifica dimensione economica, caratterizzata da una particolare astrazione nota come «valore», in cui le merci sono prodotte da lavoratori salariati sfruttati attraverso mezzi di produzione in mano ai privati e vendute dagli imprenditori a un prezzo stabilito dai mercati, il tutto con l’obiettivo di generare profitti e accumulare capitale.
Quello che spesso viene trascurato, tuttavia, e’ che questa dimensione dipende in modo costitutivo, si potrebbe dire parassitario, da una serie di attivita’ sociali, strumenti politici e processi naturali che nelle societa’ capitaliste sono definiti non-economici.
A tali elementi, considerati al di fuori dei loro confini, non viene riconosciuto alcun «valore», sebbene costituiscano i presupposti indispensabili dell’economia […]
Ne’ il profitto ne’ il capitale sarebbero possibili senza quei processi naturali che assicurano la disponibilita’ di input vitali come le materie prime e le fonti di energia.
Condizioni essenziali di un’economia capitalista, queste istanze «non-economiche» non sono esterne al capitalismo, ma sue parti integranti […]
L’economia del sistema e’ costitutivamente dipendente dalla natura, sia come rubinetto che fornisce input necessari alla produzione sia come scarico per lo smaltimento dei suoi scarti.

Info:
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/recensioni/fraser_rep.pdf
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/recensioni/fraser_lalettura.pdf
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/recensioni/fraser_corsera.pdf
https://jacobinitalia.it/#facebook
https://jacobinitalia.it/il-capitalismo-cannibale/

Societa’/Reich

Robert B. Reich – Supercapitalismo. Come cambia l’economia globale e i rischi per la democrazia – Fazi (2008)

Il reciproco corteggiamento tra il supercapitalismo e i nostri istinti piu’ bassi potrebbe essere alla base anche dell’ondata di obesita’ che affligge le nostre societa’.
Gli americani e molte altre popolazioni in giro per il mondo hanno oggi facile accesso a una valanga senza precedenti di prodotti ipercalorici e di cibo spazzatura.
La forte concorrenza tra le aziende di fast food ha liberato un torrente di cereali zuccherati, grassi spuntini, porzioni enormi di carni fritte, bevande super-zuccherate e un orrendo pane fatto di carboidrati raffinati […]
Il numero di calorie che assumiamo e’ passato da una media di 3.300 al giorno nel 1970 a 3.800 alla fine degli anni Novanta: il doppio della quantita’ richiesta per soddisfare il fabbisogno energetico di gran parte delle donne adulte, e un terzo in piu’ del fabbisogno della maggior parte degli uomini, e molto piu’ di quanto abbiano bisogno i bambini e gli anziani.

Info:
https://www.lastampa.it/economia/2008/07/05/news/il-supercapitalismo-1.37093927/
https://www.astrid-online.it/static/upload/protected/Reic/Reich_Gaggi_Corriere_22_6_08.pdf
https://espresso.repubblica.it/affari/2008/05/28/news/fra-supercapitalisti-e-nuovi-poveri-1.8591/
https://www.ilsecoloxix.it/mondo/2008/08/21/news/cosi-il-supercapitalismo-sta-uccidendo-la-democrazia-1.33385408

Geoeconomia/Termini

Valeria Termini – Energia. La grande trasformazione – Laterza (2020)

Nella filiera industriale della produzione di energia da fonti rinnovabili, invece, la Cina e’ all’avanguardia, forte in ogni fase.
In primo luogo per la disponibilita’ di terre rare, materie prime essenziali per la produzione di batterie, pannelli solari e altri prodotti intermedi, delle quali la Cina dispone nel proprio territorio (la maggiore quantita’ di terre rare nel mondo si estrae nella provincia di Jiangxi) e controlla larga parte dell’estrazione nel piccolo nucleo di paesi per lo piu’ in Africa – il Congo ha il 60% delle riserve mondiali di cobalto, concentrate nella regione meridionale di Lualaba, e la Cina ne controlla oggi la maggior parte grazie alla politica di lungo periodo impostata nel nuovo millennio […]
Scendendo poi a valle della filiera produttiva, la Cina dispone delle principali imprese che operano nel mondo nella tecnologia piu’ avanzata del digitale, indispensabile per la diffusione della generazione di energia elettrica distribuita attraverso reti e contatori intelligenti da innestare anche sulla telefonia mobile; tre di esse sono parte delle prime dieci imprese mondiali nella classifica di Bloomberg.
Infine, la Cina e’ sulla frontiera tecnologica della produzione di energia eolica e solare e della componentistica […]
Il tasso di crescita degli investimenti nelle fonti pulite e’ stato molto elevato: nel 2016 la Cina ha investito 78 miliardi di dollari in energie rinnovabili, superando gli Stati Uniti (46,5 miliardi) e l’Europa (59 miliardi). Al punto che nel 2018 il 40% dei nuovi impianti di produzione elettrica da fonti rinnovabili nel mondo e’ in Cina.

Info:
https://www.laterza.it/images/stories/pdf/9788858138823_TERMINI%201.pdf
https://www.laterza.it/images/stories/pdf/9788858138823_TERMINI%203.pdf
https://www.pandorarivista.it/articoli/energia-la-grande-trasformazione-di-valeria-termini/