Capitalismo/Mattei

L’economia è politica – Clara E. Mattei – Fuori- scena (2023)

Le privatizzazioni, cardine dell’austerita’, riproducono il meccanismo dell’accumulazione primitiva.
Sempre piu’ spesso oggi governi impoveriti vendono la terra da cui numerosi loro cittadini traggono il sostentamento, gettandoli in nuove forme di dipendenza dal mercato.
Nel XXI secolo, per esempio, la corsa alle terre dei Paesi del Sud del mondo, soprattutto in Africa, si e’ acuita. Secondo la Banca Mondiale, dal 2008 al 2012, piu’ di 56 milioni di ettari in tutto il mondo – pari quasi al doppio del territorio italiano – sono stati oggetto di «negoziazione fondiaria». Grosse multinazionali acquistano la terra dal governo o direttamente dai contadini poveri e impongono sgomberi.
Il fenomeno del land grabbing (accaparramento delle terre) è in grande espansione […]
Se aggiungiamo le nuove frontiere della privatizzazione, dall’acqua alla diffusione dei semi geneticamente modificati che i contadini devono comprare da Monsanto o da altre corporation, vediamo che ci sono ancora molte sfere per ampliare la nostra dipendenza dal mercato e dunque la nostra coercizione economica.
L’espropriazione dei mezzi di sussistenza e’ un fenomeno che non si ferma mai: costituisce la linfa vitale del capitalismo. 

Societa’/Stiglitz

La strada per la libertà. L’economia e la societa’ giusta – Joseph E. Stiglitz – Einaudi (2024)


I diritti di proprietà vanno definiti.
I diritti di proprieta’ e le regole che normano i contratti sono costrutti sociali, cose che progettiamo e specifichiamo per far progredire gli interessi della societa’. Non sono stati consegnati sul Sinai, ne’ traggono origine da una qualche misteriosa legge di natura.
La societa’ deve inoltre decidere quali contratti debbano essere considerati accettabili e vadano fatti rispettare dallo Stato […]
Molti, a destra, sembrano non capire questo punto, oppure, per essere piu’ precisi, vogliono regole che facciano pendere la bilancia del potere ancor piu’ dalla parte dei potenti.
Secondo il principio della liberta’ di contratto, sostengono che il governo dovrebbe far rispettare i contratti privati a prescindere da quanto l’accordo abbia caratteristiche di sfruttamento, se i contratti sono sottoscritti volontariamente. La destra insiste sull’applicazione dei contratti anche se ci sono grandi asimmetrie informative e persino se una parte ha tratto in inganno l’altra.
I suoi esponenti consentono e persino facilitano azioni cooperative intraprese in determinate forme tramite persone giuridiche come le corporations, proibendo al tempo stesso come collusive altre forme di cooperazione, per esempio la creazione di sindacati in difesa degli interessi dei lavoratori.
E rendono piu’ difficoltose le azioni cooperative volte a rientrare dalle perdite subite da lavoratori e consumatori e causate dalle aziende.

Info:
https://sbilanciamoci.info/stiglitz-il-neoliberalismo-e-un-fallimento/
https://ilpontedem.it/2024/06/22/joseph-e-stiglitz-la-strada-per-la-liberta-economia-e-buona-societa/

https://www.milanofinanza.it/news/la-lezione-del-nobel-joseph-e-stiglitz-un-capitalismo-progressivo-per-una-societa-giusta-202309152206147720
https://www.open.online/2024/11/22/il-premio-nobel-stiglitz-per-litalia-conseguenze-pessime-dalla-firma-del-patto-di-stabilita/

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2024/11/22/il-nobel-per-leconomia-stiglitz-la-ue-e-tornata-allausterita-con-donald-paghera-due-volte/7776961/

Finanziarizzazione/Volpi

I padroni del mondo – Alessandro Volpi – Laterza (2024)


Un tema centrale nella questione del ruolo dei fondi e’ costituito dal loro rapporto con l’indebitamento, a cominciare da quello pubblico […]
Ormai da anni, le agenzie di rating esprimono pagelle che sono determinanti nella formazione delle strategie di investimento dei fondi pensione e dei fondi istituzionali e persino nell’elaborazione delle condotte monetarie della Banca centrale europea.
Orientano il vastissimo mondo del risparmio gestito e incidono sull’istituto di Francoforte, che, pur dotato di propri organismi di valutazione, considera in maniera assai attenta i giudizi delle agenzie.
Sappiamo che le tre agenzie principali sono Moody’s, Standard & Poor’s e Fitch, ma forse ricordiamo meno quale sia la loro proprieta’.
Vale la pena effettuare un breve ripasso.
Moody’s appartiene a Warren Buffett, attraverso il fondo Berkshire, e ad una decina di grandi fondi finanziari, tra cui Black Rock. Standard & Poor’s è controllata, attraverso McGraw-Hill, da un grande fondo come Capital World e, di nuovo, da Black Rock, Vanguard e Capital Research and Management, mentre Fitch e’ riconducibile ad Hearst Corporation.
In sintesi, i soggetti che esprimono valutazioni decisive sulla finanza, pubblica e privata, sono nelle mani di realta’ che partecipano direttamente al mercato finanziario e che ovviamente sono tutt’altro che imparziali.
Le sorti delle finanze pubbliche nel mondo discendono dunque dalle valutazioni di societa’ private che ovviamente devono fare profitti e che sono partecipate, in particolare dopo la crisi del 2008, dai piu’ grandi fondi finanziari del pianeta (come quelli che sono impegnati a scommettere a piene mani contro il debito italiano vendendo assicurazioni in caso di suo fallimento). Ma cio’ che rende ancora piu’ incredibile una simile situazione e’ che queste agenzie hanno gia’ causato enormi disastri finanziari, come nel 2001 e nel 2008 (pur garantendo lautissimi proventi ai loro azionisti).

Info:
https://www.thedotcultura.it/alessandro-volpi-ecco-chi-sono-i-padroni-del-mondo/
https://valori.it/fondi-padroni-mondo-libro-alessandro-volpi/

https://altreconomia.it/chi-controlla-i-padroni-del-mondo/
https://sbilanciamoci.info/i-fondi-dinvestimento-padroni-del-mondo/

Economia di mercato/Stiglitz

Joseph Eugene Stiglitz – Il prezzo della disuguaglianza: Come la società divisa di oggi minaccia il nostro futuro – Einaudi (2014)

Uno degli aspetti della teoria delle «forze del mercato» al centro dell’attenzione da ormai piu’ di un decennio e’ la globalizzazione, ossia la piu’ stretta integrazione tra le economie del pianeta.
A questo livello piu’ che a qualunque altro le forze del mercato vengono plasmate dalla politica.
Per la globalizzazione, importanti quanto la diminuzione del costo dei trasporti e delle comunicazioni sono stati infatti i cambiamenti subiti dalle regole del gioco. Fra questi vi sono la riduzione degli ostacoli al flusso di capitali attraverso i confini e la riduzione delle barriere commerciali (per esempio l’abbassamento delle tariffe sui beni di importazione cinese che permette loro di competere con quelli americani in qualsiasi campo).
Sia la globalizzazione degli scambi (il movimento di beni e servizi) sia la globalizzazione del capitale (l’integrazione del mercato finanziario internazionale) hanno contribuito ad accrescere la disuguaglianza […]
Essendo riusciti a far si’ che i governi definissero le regole della globalizzazione in modo da rafforzare il potere contrattuale delle corporations nei confronti dei lavoratori, questi grandi gruppi economici possono ricorrere alla leva politica e pretendere tasse piu’ basse con la minaccia di lasciare il paese e andarsene altrove, in luoghi dove il trattamento fiscale sarebbe migliore.
Naturalmente, nell’indurre l’agenda politica che porta le forze del mercato a lavorare per loro, i grandi gruppi non agiscono a carte scoperte. Non sostengono la globalizzazione – la libera mobilita’ del capitale e la protezione degli investimenti – dichiarando che li arricchira’ a spese del resto della societa’. Presentano ragionamenti speciosi su come tutti ne beneficeremo.

Info:
https://www.aggiornamentisociali.it/articoli/il-prezzo-della-disuguaglianza/
https://www.ocst.ch/il-lavoro/425-approfondimenti/2181-la-disuguaglianza-il-suo-prezzo-e-cio-che-si-puo-fare-per-eliminarla
https://tempofertile.blogspot.com/2013/06/joseph-stiglitz-il-prezzo-della.html
https://www.sinistrainrete.info/neoliberismo/15721-joseph-stiglitz-per-combattere-le-disuguaglianze-bisogna-abbandonare-subito-le-idee-di-milton-friedman.html

Stato/Brown

Wendy Brown – Il disfacimento del demos – Luiss University Press (2023)

L’interpretazione piu’ diffusa del neoliberismo e’ che incarni un insieme di politiche economiche in linea con il suo principio di base: l’affermazione del libero mercato.
Parliamo di deregolamentazione delle industrie e dei flussi di capitale; di una radicale riduzione delle misure statali di welfare e protezione per i piu’ vulnerabili; della privatizzazione e dell’appalto di beni pubblici, dall’istruzione, i parchi, i servizi postali, le strade e il welfare sociale alle carceri e agli eserciti; della sostituzione di regimi fiscali e tariffari progressisti con regimi regressivi; della trasformazione di tutti i bisogni o desideri umani in un’impresa redditizia, dalla preparazione per l’ammissione al college ai trapianti d’organo, dall’adozione ai diritti di emissioni, dall’evitare le code ad accaparrarsi un posto in cui stendere le gambe su un aeroplano; e, piu’ di recente, della finanziarizzazione di ogni cosa e del crescente predominio del capitale finanziario sul capitale produttivo nella dinamica dell’ economia e della vita di tutti  i giorni […]
I detrattori di queste politiche e pratiche si concentrano di solito su quattro effetti deleteri.
Il primo e’ una disuguaglianza intensificata, in cui gli strati piu’ alti acquisiscono e mantengono una ricchezza ancora piu’ cospicua, quelli in fondo alla scala finiscono letteralmente per strada o nei sempre piu’ numerosi quartieri poveri urbani e suburbani del mondo, mentre lo strato mediano lavora piu’ ore per un salario piu’ basso, minori benefit, minore sicurezza e minori promesse di pensionamento o di mobilita’ verso l’alto rispetto all’ultimo mezzo secolo […]
La seconda critica rivolta alla politica economica e alla deregolamentazione dello Stato neoliberista riguarda la commercializzazione volgare o immorale di oggetti e attivita’ considerati inadatti alla mercatizzazione. L’accusa e’ che la mercatizzazione contribuisce allo sfruttamento o al degrado degli esseri umani (per esempio, bambini di madri surrogate del Terzo Mondo per ricche coppie del Primo), perche’ limita o stratifica l’accesso a cio’ che dovrebbe essere accessibile e condiviso per tutti (istruzione, natura incontaminata, infrastrutture), o perche’ permette cose terribili o gravemente ingiuriose per il pianeta (traffico d’organi, diritti di emissione, deforestazione, fratturazione idraulica […]
In terzo luogo, i critici del neoliberismo inteso come politica economica di Stato sono angosciati anche dalla crescente intimita’ tra il capitale aziendale e finanziario e lo Stato, e dal predominio delle  corporation nelle decisioni politiche e nella politica  economica […]
Spesso, infine, i critici della politica neoliberista sono preoccupati per la devastazione economica provocata dal predominio e dalla liberta’ del capitale finanziario, soprattutto per gli effetti destabilizzanti delle bolle e di altre fluttuazioni radicali dei mercati finanziari. Resi evidenti dallo shock immediato e dalla lunga coda del tracollo del capitale finanziario del 2008-2009, questi effetti sono messi in rilievo anche dalle crepe che si vanno sempre piu’ allargando tra le sorti di Wall Street e la cosiddetta economia “reale”

Jnfo:
https://www.equilibrielmas.it/2023/11/29/wendy-brown-il-disfacimento-del-demos-la-rivoluzione-silenziosa-del-neoliberismo-luiss-university-press-roma-2023/
https://www.dinamopress.it/news/wendy-brown-lo-svuotamento-silenzioso-della-democrazia/
https://www.ilmanifestoinrete.it/2023/07/01/per-farla-finita-con-lhomo-oeconomicus/
https://www.sinistrainrete.info/politica/27901-pierluigi-fagan-democrazia-o-barbarie.html
https://pierluigifagan.com/2024/04/16/democrazia-o-barbarie/

Capitalismo/Chomsky

Noam Chomsky – Poteri illegittimi. Clima, guerra, nucleare: affronta le sfide del nostro tempo – Ponte alle grazie (2023)

Il neoliberismo e’ una variante del capitalismo in cui le politiche economiche propendono pesantemente a favore dei privilegi delle grandi aziende, di Wall Street e dei ricchi.
Il neoliberismo s’impose a livello mondiale intorno al 1980, a partire dall’elezione di Margaret Thatcher nel Regno Unito e di Ronald Reagan negli Stati Uniti.
Tra le massime priorita’ del neoliberismo, cosi’ come attuato in tutto il mondo, troviamo: tagliare le tasse ai ricchi e allo stesso tempo la spesa pubblica per i non ricchi; indebolire le tutele per i lavoratori da un lato e per l’ambiente dall’altro, cosi’ come qualsiasi minima misura a favore di un’occupazione piena e dignitosa; dare mano libera alla speculazione finanziaria e allo stesso tempo garantire salvataggi agli speculatori ogniqualvolta i mercati entrano, inevitabilmente, in crisi.
Il neoliberismo ha rappresentato una controrivoluzione ai danni del capitalismo socialdemocratico/del New Deal/dello Stato sviluppista nelle sue diverse varianti, affermatosi in gran parte grazie alle vittoriose lotte politiche dei partiti progressisti, dei sindacati e dei movimenti sociali tra loro alleati, a partire dalla Grande depressione degli anni Trenta fino ai primi anni Settanta.

Info:
https://sbilanciamoci.info/la-missione-suicida-del-capitalismo-e-la-scelta-delleuropa-sulla-guerra/https://ilmanifesto.it/la-missione-suicida-del-capitalismo-e-la-scelta-delleuropa-sulla-guerra
https://www.larivistadeilibri.it/noam-chomsky/
https://www.estetica-mente.com/recensioni-libri/poteri-illegittimi-clima-guerra-nucleare-affrontare-le-sfide-del-nostro-tempo-noam-chomsky/94026/

Economia di mercato/Magatti

Chiara Giaccardi, Mauro Magatti – Supersocieta’ – il Mulino (2022)

Le grandi corporations digitali – a cominciare da Google, Facebook, Amazon, Apple – sono state capaci, nella prima decade degli anni 2000, di imporre un diritto proprietario sui dati personali raccolti dai loro utenti, creando un modello di business radicalmente nuovo.
Cio’ ha dato luogo a un’enorme asimmetria informativa che ha consentito a pochi centri di potere – per lo piu’ privati, ma in prospettiva anche pubblici – di appropriarsi di una quantita’ di conoscenza senza precedenti e di utilizzarla per estrarre valore.
Massimizzando il proprio vantaggio tecnico – anche per l’assenza di una legislazione regolativa – le grandi tech companies (specie Google e Facebook) hanno decuplicato i guadagni, sfruttando il fatto che fosse l’individuo connesso a fornire la materia prima, sotto forma di dati attitudinali e comportamentali.
Per rendersi conto della questione basta chiedersi come sia possibile che Google – una delle cinque societa’ piu’ capitalizzate al mondo – non faccia pagare nulla ai suoi utenti. E la risposta sta nel fatto che, come si dice, «se il servizio e’ gratis, il bene sei tu»

Info:
https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/siamo-entrati-nella-supersociet-diventeremo-stupidi-o-pi-liberi
https://www.bioeticanews.it/il-libro-supersocieta-di-c-giaccardi-e-m-magatti/
https://www.pandorarivista.it/pandora-piu/liberta-nella-supersocieta/
https://www.c3dem.it/supersocieta-un-libro-di-magatti-e-giaccardi/
https://www.recensionedilibri.it/2022/06/16/giaccardi-magatti-supersocieta-ha-ancora-senso-scommettere-sulla-liberta/
https://ildomaniditalia.eu/la-super-societa-e-la-scommessa-sulla-liberta-in-un-saggio-di-chiara-giaccardi-e-mauro-magatti-recensione-sullosservatore-romano/

Capitalismo/Rodhes

Carl Rodhes – Capitalismo Woke. Come la moralita’ aziendale minaccia la democrazia – Fazi (2023)

Il capitalismo woke, nato alla fine del XX secolo ed esploso nel XXI (nel mondo anglofono, in prevalenza), cela ben altro.
Cela – o meglio, manifesta dandola per ovvia e irreversibile – la fine della distinzione tra politica, societa’ e terzo settore; la societa’ e’ un unico magma informe, in cui i poteri forti sono quelli delle corporations, non certo quelli politici.
E’ questo lo scenario del neoliberismo maturo, naturalmente, in cui le grandi aziende, i loro AD, danno per scontato che lo Stato abbia fallito nel risolvere determinate questioni sociali e che tocchi all’economia gestirle o direttamente oppure sponsorizzando movimenti politici di massa come, ad esempio, Me Too, Black Lives Matter, o le cause ambientali.
Non piu’ quindi i vecchi investimenti culturali nei grandi musei e nelle grandi biblioteche fondate nel Novecento dai “baroni ladri” ritiratisi in pensione, ma nuovi investimenti sociali delle aziende, che vogliono surrogare la politica.
L’economia non si limita a invadere l’intera societa’, ma si sostituisce direttamente allo Stato […]
[Lo] slittamento semantico e’ certamente quel che oggi ha interessato la parola “woke” […]
Adesso, infatti, l’uso convenzionale di questo termine non indica semplicemente l’essere attenti alle ingiustizie sociali. Serve, invece, a connotare una persona con una moralita’ falsa, superficiale e politicamente corretta. Pensate, ad esempio, a celebrita’ super-ricche come Leonardo DiCaprio e Katy Perry, che volano in Sicilia a bordo di un jet privato per partecipare, in un resort di lusso, a un vertice sul clima finanziato da Google. Risulta difficile non essere scettici circa l’autenticita’, o quantomeno la coerenza, del loro impegno politico […]
In sostanza, l’uso negativo del termine “woke” suggerisce che chi sostiene cause politiche progressiste sia in realta’ ipocrita e inefficace nel suo agire politico. Se qualcuno vi denigra definendovi un woketard o un appartenente ai wokerati, vi sta accusando di essere ossessionato dall’apparire eticamente giusto su questioni che spaziano dalla protezione dell’ambiente alle politiche identitarie. Vi sta inoltre accusando di abbracciare il “wokismo” perche’ ritenete che farlo sia alla moda.

Info:
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2023/09/rhodes-il-venerdi-di-repubblica.pdf
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2023/09/rhodes-la-lettura-corriere-della-sera.pdf
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2023/10/rhodes-domani.pdf
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2023/10/rhodes-avvenire.pdf
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2023/12/rhodes-avvenire.pdf
https://www.lafionda.org/2023/11/24/capitalismo-woke/
https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/12/26/capitalismo-woke-guardiamoci-bene-dalle-cause-che-trasformano-la-moralita-in-profitto/7391473/

Economia di mercato/Banti

Alberto Mario Banti – La democrazia dei followers. Neoliberismo e cultura di massa – Laterza (2020)

In breve, le politiche neoliberiste poggiano su quattro mosse fondamentali:
a) una drastica riduzione della pressione fiscale, soprattutto sui redditi molto alti: in questo modo si pensa che la piu’ ampia disponibilita’ di risorse possa stimolare gli animal spirits dei grandi investitori e degli imprenditori, sollecitando l’adozione di soluzioni tecnologicamente innovative; per questo si pensa anche che le risorse date ai ricchi possano indirettamente beneficiare anche il resto della popolazione;
b) questa netta riduzione della pressione fiscale comporta un piu’ magro bilancio a disposizione dei governi; ne deriva un taglio progressivo e in qualche caso molto pesante della spesa pubblica, che non risparmia settori chiave della vita collettiva (dal sistema sanitario a quello educativo, a quello assistenziale, alle infrastrutture e comunicazioni);
c) a tutto cio’ si collega un culto mistico del «mercato autoregolato» in nome del quale si realizzano ampi piani di privatizzazioni: le aziende possedute dallo Stato vengono messe sul mercato e vendute al miglior offerente, e non importa che siano aziende da ristrutturare o che siano aziende promettenti dal punto di vista delle performance economiche; giacche’ il principio e’ che un operatore privato (persona fisica o corporation che sia) e’ un attore economico piu’ razionale ed efficiente di qualunque agenzia che appartenga allo Stato, inesorabilmente dipendente da logiche politiche estranee alla piu’ pura razionalita’ economica;
d) infine, sempre in nome dello stesso principio, si procede con la «deregulation», ovvero l’attenuazione dei limiti e dei controlli che lo Stato esercita sulle attivita’ produttive: una decisione che ha comportato – tra le altre cose – un monitoraggio meno severo sulle condizioni effettive in cui i lavoratori svolgono le loro attivita’; e un monitoraggio ancor meno severo sui processi di inquinamento, i quali hanno contribuito all’accelerazione di imponenti cambiamenti climatici che, alla lunga, potrebbero avere conseguenze disastrose per la stessa sopravvivenza della specie umana.
Lo sviluppo delle politiche neoliberiste ha coinciso e si e’ intrecciato con il pieno dispiegamento della globalizzazione nelle sue plurime declinazioni.

Info:
https://www.editorialedomani.it/idee/commenti/la-fragile-democrazia-dei-follower-il-like-al-posto-del-voto-atxsrm5k
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/recensioni/banti-5.pdf
https://www.letture.org/la-democrazia-dei-followers-neoliberismo-e-cultura-di-massa-alberto-mario-banti
https://www.pandorarivista.it/articoli/la-democrazia-dei-followers-di-alberto-mario-banti/
https://www.lacittafutura.it/recensioni/la-democrazia-dei-followers

Economia di mercato/Undiemi

Lidia Undiemi – La lotta di classe nel XXI secolo. La nuova offensiva del capitale contro i lavoratori: il quadro mondiale del conflitto e la possibile reazione democratica – Ponte alle Grazie (2021)

Per comprendere gli effetti della globalizzazione sul conflitto di classe e sulle democrazie mondiali, occorre dare uno sguardo al modo in cui le multinazionali si sono espanse nel mondo, e all’influenza che queste sono capaci di esercitare sui sistemi politici nazionali.
Il termine «multinazionale» sta a indicare un’impresa che organizza e coordina attivita’ che travalicano i confini nazionali […]
In pratica, la multinazionale si espande nel mondo usando il modello di gruppo di societa’, in cui le societa’ che vi appartengono sono legate da rapporti di controllo societario.
Un importante indicatore economico del legame fra sviluppo delle multinazionali e utilizzo di societa’ controllate sono gli Investimenti Diretti Esteri (IDE), che un operatore di mercato effettua in un Paese diverso da quello in cui risiede il centro direttivo della sua attivita’ (la holding).
L’investimento viene realizzato mediante acquisizione di partecipazioni dell’impresa che si intende controllare all’estero (IDE Brownfield o M&A), oppure attraverso la creazione di una filiale nel Paese in cui ci si intende insediare (IDE Greenfield).
Cio’ al fine di consentire alla societa’ madre di esercitare i poteri di direzione e di gestione della societa’ partecipata o costituita.
L’integrazione dei mercati a livello mondiale e’ dipesa in misura sempre maggiore dagli IDE, con operazioni di fusione e acquisizioni societarie internazionali.
Gli IDE possono assumere la forma di investimenti orizzontali o verticali. I primi consistono nel trasferimento di capitali, tecnologia e piu’ in generale di quei fattori che consentono la produzione in loco, per soddisfare il mercato locale; tale strategia viene definita anti-trade, poiche’ elimina la pratica dell’esportazione. Gli investimenti verticali si hanno invece quando il processo di internazionalizzazione dell’impresa passa attraverso la delocalizzazione dei vari stadi della produzione, i cui beni, attenzione, non sono destinati a essere consumati esclusivamente laddove vengono prodotti, ma a soddisfare le esigenze di consumo di altri Paesi.
Per tale ragione questa forma di IDE viene considerata pro-trade, cioe’ che stimola il commercio internazionale. Quest’ultima tipologia di investimenti diretti si e’ notevolmente sviluppata a partire dalla seconda meta’ degli anni Novanta, dando luogo a ingenti piani di delocalizzazione produttiva.

Info:
https://www.lidiaundiemi.it/libri/la-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo
https://www.lacittafutura.it/recensioni/la-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo
https://www.sinistrainrete.info/politica/23735-lidia-undiemi-reagire-e-non-aspettare-il-manifesto-della-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo.html
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-lidia_undiemi__reagire_e_non_aspettare_il_manifesto_della_lotta_di_classe_nel_xxi_secolo/39130_47187/
https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/03/05/undiemi-la-pace-sociale-e-una-trappola-per-i-lavoratori-serve-una-ripresa-della-conflittualita-dal-governo-mi-attendo-nuova-riforma-lavoro/6120731/