Economia di mercato/Chomsky

Noam Chomsky – Le dieci leggi del potere. Requiem per il sogno americano – Ponte alle Grazie (2017)

Negli anni Settanta, quando il mondo economico comincio’ a manovrare per controllare le legislazioni, vi fu un enorme sviluppo delle lobby.
Furono messe in campo molte energie per provare addirittura a scrivere le leggi utilizzando i lobbisti.
A quell’epoca il settore industriale era fortemente irritato dall’avanzamento dello stato sociale avvenuto negli anni Sessanta, in particolare sotto Richard Nixon […]
Durante l’amministrazione Nixon furono varate la legge per la tutela dei consumatori (CPSC) e le norme per la sicurezza e la salute sul posto di lavoro (OSHA), e fu istituita l’Agenzia per la protezione dell’ambiente (EPA). Alle industrie tutto questo non andava giu’, ovviamente: non gradivano ne’ l’aumento delle tasse ne’ il sistema di regole.
Cosi’ agirono di concerto per ribaltare la situazione: le attivita’ di lobby si intensificarono e furono creati nuovi think tank, come l’Heritage Foundation, per condizionare il sistema ideologico.
Inoltre, le campagne elettorali divennero molto piu’costose (in parte come risultato dell’uso della televisione). Contestualmente la finanza allargo’ in modo straordinario la sua presenza nell’economia.
E allora comincio’ la deregolamentazione selvaggia.

Info:
http://www.archiviostorico.info/libri-e-riviste/8738-le-dieci-leggi-del-potere
https://www.parliamodisocialismo.it/2021/12/08/le-dieci-leggi-del-potere-requiem-per-il-sogno-americano/
https://www.anobii.com/books/le-dieci-leggi-del-potere.-requiem-per-il-sogno-americano/9788833311272/0221bd0ebc7778df6c/reviews

Lavoro/Undiemi

Lidia Undiemi – La lotta di classe nel XXI secolo. La nuova offensiva del capitale contro i lavoratori: il quadro mondiale del conflitto e la possibile reazione democratica – Ponte alle Grazie (2021)

I casi di lavoro di alcune delle piu’ importanti multinazionali al mondo […] mostrano una tendenza piuttosto evidente del ritorno al lavoro ripetitivo e standardizzato di stampo fordista dei primi del Novecento […]
Nell’illusione che sedere davanti a un monitor anziche’ davanti a un pezzo di carta avrebbe significato svolgere chissa’ quale funzione, i lavoratori pionieri di questa nuova realta’ hanno ben presto capito che si trattava di qualcosa di simile alle catene di montaggio delle grandi industrie che producono beni materiali.
Tempi di lavoro scanditi dai sistemi applicativi, modalita’ di esecuzione dei lavori rigidamente predeterminate e altamente standardizzate, e avanti cosi’ per tutta la giornata lavorativa e per quelle a seguire.
I lavoratori divengono dei meri esecutori di una macchina tecnologica che tiene per se’ le conoscenze del mestiere, e dietro la quale ovviamente si cela il team manageriale che da’ gli input al sistema.
L’euforia dell’ingresso nel nuovo mondo ha fatto credere che si trattasse di lavori professionalizzanti, e che per questo potessero rientrare nella categoria di lavori autonomi, come alternativa al lavoro subordinato. Essendo invece questi lavori assolutamente qualificabili come lavori dipendenti, ossia diretti e controllati dall’imprenditore con margini di autonomia irrisori, la conseguenza e’ stata il dilagare della precarieta’, poiche’, com’e’ noto, un contratto di lavoro autonomo fornisce minori garanzie e diritti retributivi rispetto a un lavoro dipendente […]
Essere produttivi oggi e’ sempre piu’ legato alla quantita’ di lavoro manuale che si riesce a svolgere, anche se si tratta di prestazioni che un tempo venivano considerate altamente o discretamente qualificate.
Le macchine processano il lavoro, i dirigenti detengono il know-how, che traducono in algoritmi all’interno delle macchine, e il lavoratore deve per lo piu’ eseguirlo nel minor tempo possibile. Questo spinge i mercati a concentrare la competitivita’ sul costo del lavoro […]
Ne deriva che il tempo di lavoro – e non la competenza – diventera’, o tornera’ a essere, il protagonista indiscusso delle dinamiche del lavoro, degradandone ancora di piu’ il valore umano.
La tecnologia non sta cambiando solo il lavoro, sta cambiando anche l’essere umano e il suo rapporto con il mondo esterno

Info:
https://www.lidiaundiemi.it/libri/la-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo
https://www.lacittafutura.it/recensioni/la-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo
https://www.sinistrainrete.info/politica/23735-lidia-undiemi-reagire-e-non-aspettare-il-manifesto-della-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo.html
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-lidia_undiemi__reagire_e_non_aspettare_il_manifesto_della_lotta_di_classe_nel_xxi_secolo/39130_47187/
https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/03/05/undiemi-la-pace-sociale-e-una-trappola-per-i-lavoratori-serve-una-ripresa-della-conflittualita-dal-governo-mi-attendo-nuova-riforma-lavoro/6120731/

Lavoro/Patel

Raj Patel, Jason W. Moore – Una storia del mondo a buon mercato. Guida radicale agli inganni del capitalismo – Feltrinelli (2018)

Ci sono piu’ esseri umani costretti al lavoro forzato nel Ventunesimo secolo di quanti ne siano stati trasportati durante la tratta atlantica degli schiavi.
L’Organizzazione internazionale del lavoro ha appurato che c’erano quasi 21 milioni di persone obbligate al lavoro forzato nel 2012, di cui 2,2 milioni erano costrette dallo stato (lavoro dei detenuti) oppure da milizie ribelli. Dei rimanenti 18,7 milioni, 4,5 erano implicati nello sfruttamento sessuale e 14,2 nello sfruttamento economico forzato.
Per fare un confronto, furono 12,5 milioni gli africani ridotti in schiavitu’ e tradotti attraverso il Middle Passage, cioe’ la tratta atlantica […]
[Alcuni studiosi hanno stimato il valore del lavoro di assistenza, non pagato, dalle donne] Un’equipe delle Nazioni Unite ha proposto di valutare attorno ai sedicimila miliardi di dollari tutta la fatica non riproduttiva non pagata, se fosse adeguatamente ricompensata. Di questi, undicimila erano rappresentati dal lavoro non pagato femminile.
Significava circa un terzo dell’attivita’ economica totale del pianeta, una cifra che sarebbe ancor piu’ rilevante se le banche non si fossero gia’accaparrate una fetta sempre piu’ grossa dell’economia mondiale.
In Gran Bretagna i piu’ recenti studi hanno rivelato che il lavoro riproduttivo vale piu’ delle imposte pagate dal possente settore dei servizi finanziari di Londra.
Altri ancora hanno insinuato che le stime dell’Onu siano troppo basse e che l’“attivita’ casalinga non di mercato” equivalga all’80 per cento del Pil mondiale: quasi sessantamila miliardi di dollari nel 2015.

Info:
https://www.feltrinellieditore.it/opera/opera/una-storia-del-mondo-a-buon-mercato/
https://www.perunaltracitta.org/2019/04/15/una-storia-del-mondo-a-buon-mercato/?print=pdf
https://www.unilibro.it/libro/patel-raj-moore-jason-w-/storia-mondo-buon-mercato-guida-radicale-inganni-capitalismo/9788807173417

Europa/Khanna

Parag Khanna – Il movimento del mondo. Le forze che ci stanno sradicando e plasmeranno il destino dell’umanita’ – Fazi (2021)

Di chi e’ la colpa di quello che assomiglia a tutti gli effetti a uno scontro di civilta’ che si snoda lungo le strade delle citta’ europee?
La mancata integrazione degli immigrati e al tempo stesso lo sciovinismo di molti cittadini europei, che non accettano come loro eguali le persone provenienti dalle ex colonie – e, a dire il vero, provenienti da qualsiasi altro luogo al mondo –, si dividono equamente le responsabilita’.
In un caso e nell’altro, la soluzione migliore per integrare i milioni di migranti attualmente presenti sul suolo del continente sembra essere l’attivita’ di agenzie di polizia che reclutino uomini e donne con un background etnico capaci di comprendere le sfumature culturali dei vari gruppi in gioco e di proteggerli l’uno dall’altro.
L’altra ovvia misura, che da tempo attende di essere realizzata, e’ la creazione di programmi massivi di apprendimento linguistico che rendano gli immigrati capaci di diventare funzionalmente autosufficienti e idonei all’ingresso nella vita lavorativa.

Info:
https://lepenneirriverenti.altervista.org/il-movimento-del-mondo-le-forze-che-ci-stanno-sradicando-e-plasmeranno-il-destino-dellumanita/
https://librieparole.it/recensioni/4791/il-movimento-del-mondo-parag-khanna/
https://www.mangialibri.com/il-movimento-del-mondo
https://www.shipmag.it/invito-alla-lettura-il-movimento-del-mondo-di-parag-khanna/

Societa’/Zakaria

Fareed Zakaria – Il mercato non basta. Dieci lezioni per il mondo dopo la pandemia – Feltrinelli (2021)

Il Covid-19 e’ anche una divisione di classe.
Nel 2019, l’Ufficio delle statistiche sul lavoro ha diffuso un rapporto che quantificava la flessibilita’ lavorativa degli americani.
Tra i cittadini con laurea triennale o titolo di studio superiore, quasi la meta’ riferiva di lavorare da casa almeno ogni tanto. Tra chi aveva solo il diploma liceale, meno del 10 per cento aveva mai lavorato da casa, per scendere al 3 tra chi non aveva finito le superiori.
Allora non sorprende che, quando s’e’ abbattuto il Covid-19 e sono partiti i lockdown, sono stati quelli che non potevano lavorare da casa i piu’ danneggiati. Soltanto il 13 per cento dei membri delle famiglie che guadagnavano piu’ di 100.000 dollari e’ stato licenziato o messo in aspettativa, rispetto al 39 per cento di quelle con meno di 40.000 dollari di reddito.
Nel mondo, con la ripresa dell’economia, chi ha la laurea o una preparazione avanzata se la cavera’ probabilmente meglio di chi non le ha, e le grandi imprese andranno meglio di quelle a conduzione familiare.
Il divario tra le elite con un titolo di studio e gli altri si ampliera’.

Info:
https://www.feltrinellieditore.it/opera/opera/il-mercato-non-basta/
https://www.sivempveneto.it/la-lezione-della-pandemia-esce-anche-in-italia-lultimo-libro-di-fareed-zakaria-esperto-di-geopolitica-e-analista-della-cnn-ecco-perche-il-mercato-non-basta-a-risollevarci/
https://www.libreriavolare.it/recensioni-libri/saggistica/quello-che-ci-unisce-e-il-mercato-non-basta/
https://www.repubblica.it/cultura/2021/05/26/news/l_intervista_la_lezione_della_pandemia-302900481/

Lavoro/ Undiemi

Lidia Undiemi – La lotta di classe nel XXI secolo. La nuova offensiva del capitale contro i lavoratori: il quadro mondiale del conflitto e la possibile reazione democratica – Ponte alle Grazie (2021)

Quando si discute di occupazione, tutte le attenzioni sono concentrate sui numeri.
L’obiettivo primario e’ quello di aumentare il numero degli occupati e diminuire quello dei disoccupati. Grafici e tabelle statistiche vengono sventolate da ogni parte per giudicare se i governi hanno agito bene oppure male […]
E’ sorprendente come il valore umano e sociale del lavoro sia stato mortificato sino al punto da non essere piu’ oggetto di interesse in ambito politico. Eppure il decadimento della qualita’ del lavoro e’ sotto gli occhi di tutti. In Germania hanno inventato i mini-jobs a 450 euro al mese, una miseria. In Gran Bretagna i contratti a «zero ore»: non e’ previsto un minimo di ore settimanali e il lavoratore potrebbe ritrovarsi con un pugno di mosche in mano a fine mese. In Italia la furbata delle collaborazioni per meta’ autonome e per meta’ subordinate: l’importante e’ avere lavoro a basso costo. In Spagna le riforme del governo Rajoy hanno precarizzato il lavoro di milioni di spagnoli […]
L’occupazione dei numeri e’ sostenibile solo dal lato del capitale, che dal suo canto trae il massimo vantaggio dall’appoggio di governi che valutano positivamente l’offerta di lavoro a basso costo, purche’ aumenti la disponibilita’ di posti di lavoro.
Questa e’ la mentalità del capitale, questa e’ la logica che applicano le aziende per generare il massimo del profitto possibile, per cui i lavoratori sono numeri, sono costi.
Cosi’ come gli esperti di finanza cercano di vendere i titoli in borsa, i partiti cercano di piazzare i posti di lavoro in politica. Anche in questo caso, la societa’ non fa altro che interiorizzare il linguaggio e gli obiettivi del capitale.
Accettare passivamente questo stato di cose e’ sottomissione, prima culturale e poi politica.
La supremazia dei numeri, del valore meramente oggettivo del lavoro, non e’ compatibile con i valori costituzionali, e ancor prima con quei valori che hanno consentito all’umanita’ di evolversi dalla schiavitu’. L’aumento dell’occupazione precaria e malpagata e’ il peggior fallimento della politica degli ultimi decenni.

Info:
https://www.lidiaundiemi.it/libri/la-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo
https://www.lacittafutura.it/recensioni/la-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo
https://www.sinistrainrete.info/politica/23735-lidia-undiemi-reagire-e-non-aspettare-il-manifesto-della-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo.html
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-lidia_undiemi__reagire_e_non_aspettare_il_manifesto_della_lotta_di_classe_nel_xxi_secolo/39130_47187/
https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/03/05/undiemi-la-pace-sociale-e-una-trappola-per-i-lavoratori-serve-una-ripresa-della-conflittualita-dal-governo-mi-attendo-nuova-riforma-lavoro/6120731/

Lavoro/Undiemi

Lidia Undiemi – La lotta di classe nel XXI secolo. La nuova offensiva del capitale contro i lavoratori: il quadro mondiale del conflitto e la possibile reazione democratica – Ponte alle Grazie (2021)

Quella che sembra essersi smarrita e’ l’identita’ dei lavoratori nella societa’ democratica, assediati dalla propaganda neoliberista che, sovvertendo il valore costituzionale e democratico del lavoro, spinge a farli apparire quasi come destinatari di un atto di beneficenza dell’imprenditore, o un problema da risolvere per i politici, che devono soddisfare a tutti i costi le richieste degli «investitori stranieri».
Le persone diventano numeri, costi, fattori della produzione, elementi di grafici ed equazioni, e le leggi vengono plasmate in base agli obiettivi fissati dalla ragioneria del potere.
Cosi’, governi ed esperti si affannano a censire il numero degli occupati e dei disoccupati, di cio’ che bisogna fare per aumentare le unita’ di lavoratori che possono vantare un impiego. Non importa poi se si tratta di lavori temporanei e malpagati, di lavori che mai e poi mai qualcuno avrebbe svolto se non per arrivare a fine mese, magari dopo aver passato anni di sacrifici a studiare per inseguire il lavoro dei propri sogni […]
Il lavoro viene cosi’ ridotto a un mezzo di sussistenza, di soddisfacimento delle esigenze di consumo.
Pian piano ci si abitua all’idea che un lavoro vale l’altro, l’importante e’ sopravvivere […]
«riducendo il lavoro a una forza, poi a un’unita’ di misura astratta e infine al suo costo […] il capitale ha reso i lavoratori insensibili al contenuto stesso del lavoro» […]
Se il lavoro diviene nel linguaggio comune un mero mezzo di produzione, allora l’espressione «mercato del lavoro» – alla stregua di un qualsiasi mercato di beni e servizi – puo’ essere condivisa senza esitazione, nonostante evochi l’idea che un lavoratore equivalga a una merce.
Le parole sono importanti, il linguaggio economico non puo’ essere trasposto cosi’ com’e’ nel campo delle relazioni sociali, per cui si dovrebbe preferire l’espressione «mondo del lavoro»

Info:
https://www.lidiaundiemi.it/libri/la-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo
https://www.lacittafutura.it/recensioni/la-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo
https://www.sinistrainrete.info/politica/23735-lidia-undiemi-reagire-e-non-aspettare-il-manifesto-della-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo.html
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-lidia_undiemi__reagire_e_non_aspettare_il_manifesto_della_lotta_di_classe_nel_xxi_secolo/39130_47187/
https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/03/05/undiemi-la-pace-sociale-e-una-trappola-per-i-lavoratori-serve-una-ripresa-della-conflittualita-dal-governo-mi-attendo-nuova-riforma-lavoro/6120731/

Lavoro/Undiemi

Lidia Undiemi – La lotta di classe nel XXI secolo. La nuova offensiva del capitale contro i lavoratori: il quadro mondiale del conflitto e la possibile reazione democratica – Ponte alle Grazie (2021)

La legalita’ e’ come la liberta’: puo’ rappresentare il bene ma anche il male della societa’.
Dipende dalla qualita’, ovvero dallo scopo, delle leggi che il cittadino e’ tenuto a rispettare.
In un sistema democratico fortemente incardinato sul principio di legalita’, in cui la gestione della conflittualita’ e’ sempre piu’ regolamentata dalle norme statali, queste sono in grado di influenzare con maggiore rapidita’ i rapporti di forza tra capitale e lavoro.
Nel mondo del lavoro si sta gradualmente passando dagli anni dell’ingiusta assenza di regole in difesa dei lavoratori agli anni dell’ingiusta proliferazione normativa in favore del capitale.
Questo fa si’ – come emerso in modo evidente all’alba delle politiche neoliberiste con gli scontri tra il governo Thatcher e i minatori inglesi – che i lavoratori debbano confrontarsi con due grossi centri di potere, che sono appunto i governanti e i capitalisti. In tale contesto, la legalita’ rischia di divenire per i deboli piu’ un mezzo di sopraffazione che uno strumento di tutela.
E’ necessario chiedersi che tipo di affezione alla legalita’ ci si puo’ aspettare da un giovane precario soggetto a sfruttamento «a norma di legge».
Allo stesso modo, c’e’ da chiedersi che idea di legalita’ possa avere un lavoratore supertassato e con sempre meno servizi pubblici a disposizione, quando viene a conoscenza del fatto che le multinazionali riescono a pagare molte meno tasse di lui. Tale ragionamento puo’ essere esteso anche all’imprenditore locale, imbrigliato in un complesso sistema di burocrazia e tassazione.
Se il costo sociale della «legalita’ ingiusta» diviene troppo alto, bisogna aspettarsi che la collettivita’ tenda verso la disaffezione allo Stato e a tutto cio’ che esso rappresenta.

Info:
https://www.lidiaundiemi.it/libri/la-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo
https://www.lacittafutura.it/recensioni/la-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo
https://www.sinistrainrete.info/politica/23735-lidia-undiemi-reagire-e-non-aspettare-il-manifesto-della-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo.html
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-lidia_undiemi__reagire_e_non_aspettare_il_manifesto_della_lotta_di_classe_nel_xxi_secolo/39130_47187/
https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/03/05/undiemi-la-pace-sociale-e-una-trappola-per-i-lavoratori-serve-una-ripresa-della-conflittualita-dal-governo-mi-attendo-nuova-riforma-lavoro/6120731/

Lavoro/Kurz

Robert Kurz – l capitale mondo. Globalizzazione e limiti interni del moderno sisitema produttore di merce – Meltemi (2022)

Al momento si cerca insistentemente di mantenere a un livello estremamente basso i costi di trasporto, nonostante il prezzo del petrolio sia aumentato piu’ volte nel corso di diverse fiammate, applicando strategie “dumping” ai mezzi di trasporto, sia attraverso il “dumping” salariale, che si fonda sull’impiego di lavoratori a buon mercato della periferia, sia attraverso l’utilizzo di automezzi, aerei e navi ormai da tempo in cattive condizioni, nel piu’ totale disprezzo di qualsiasi norma di sicurezza.
Uno spettro che comincia con gli avventurosi camion da spedizione dell’Europa orientale, generalmente condotti da guidatori sovraffaticati fino allo sfinimento, che, in casi estremi, circolano per le strade solo col freno motore, passa attraverso la manutenzione deficitaria dei velivoli delle linee aeree a basso costo e arriva infine alle navi-cisterna, ai mercantili e ai traghetti ormai logori e pericolosi per la sicurezza collettiva, spediti in giro per gli oceani.
Gli incidenti e le catastrofi sulle vie del trasporto internazionale, sempre piu’ frequenti e ben noti ormai da tempo, potrebbero peggiorare ulteriormente nel tentativo di compensare i nuovi aumenti dei prezzi energetici.

Info:
https://sinistrainrete.info/marxismo/22910-massimo-maggini-introduzione-a-il-capitale-mondo.html
https://anatradivaucanson.it/introduzioni/introduzione-a-il-capitale-mondo
https://www.ambienteweb.org/2022/05/21/sinistrainrete-joe-galaxy-il-capitale-mondo-sguardo-su-globalizzazione-complottismi-e-dintorni/
https://ilmanifesto.it/se-la-critica-di-valore-e-denaro-conta-piu-della-lotta-di-classe

Economia di mercato/Harvey

David Harvey – Cronache anticapitaliste. Guida alla lotta di classe per il XXI secolo – Feltrinelli (2021)

I capitalisti sono destinati a incontrare difficolta’ nel mercato perche’ pagano sempre meno i lavoratori, e il mercato si riduce sempre piu’.
Questa e’ una delle contraddizioni centrali dell’era neoliberista, cioe’: “Da dove arrivera’ il tuo mercato?”
Le risposte possono essere varie.
Una si basa sull’espansione geografica: l’ingresso di Cina, Russia e dei paesi dell’ex Impero sovietico dell’Europa orientale nel sistema capitalistico globale ha aperto nuovi enormi mercati e grandi possibilita’.
Esistono molti altri modi di formulare una risposta al problema, ma la piu’ importante e’ stata dare alle persone carte di credito.
Lasciamo che si indebitino. Spingiamole a indebitarsi.
Creiamo livelli sempre piu’ alti di debito.
In altre parole, se i lavoratori non hanno abbastanza denaro per acquistare una casa, si presta loro il denaro per comprarla.

Info:
https://www.idiavoli.com/it/article/cronache-anticapitaliste
https://www.kulturjam.it/editoria-narrazioni/david-harvey-cronache-anticapitaliste/
https://www.marxist.com/david-harvey-contro-la-rivoluzione-la-bancarotta-del-marxismo-accademico.htm
https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/21563-guido-maria-brera-cronache-anticapitaliste.html
https://www.doppiozero.com/materiali/david-harvey-laccumulazione-come-spoliazione