Economia di mercato/Balzano

Il salario minimo non vi salverà – Savino Balzano – Fazi 2024

Se siamo nelle condizioni in cui siamo e’ colpa principalmente delle politiche economiche forzate dall’Unione Europea.
Per la verita’ l’Unione non agisce da sola, ingenti piani di finanziamenti condizionati spingono con forza nella medesima direzione e la concessione dei crediti e’ quasi sempre vincolata a riforme neoliberiste molto simili a quelle imposte dalle istituzioni comunitarie.
In tal senso opera ad esempio il Fondo Monetario Internazionale, ma anche la Banca Mondiale. Pure l’OCSE ha nel tempo supportato determinate trasformazioni, penso ad esempio alla sua intensa azione di moral suasion in favore della flessibilizzazione del mercato del lavoro.
Sotto il peso di tali politiche il risultato e’ uno e inevitabile: il paese avvizzisce e con esso il gettito fiscale; sotto il peso dell’austerita’ come nuovo contratto asociale imposto ai popoli, il debito pubblico tendera’ ad aumentare (a dispetto della narrazione che racconta che i tagli servano a ridurlo) e il tutto a corroborare retoricamente gli argomenti a sostegno di ulteriore rigore e di ulteriori strette alla spesa pubblica.
E cosi’ via, si va avanti senza fine, tranne che per brevissimi momenti, piccoli interventi nelle parentesi “emergenziali”, utili semplicemente a evitare che il sistema collassi su se stesso e che i moltissimi poveri diventino tanto poveri da mettere a repentaglio la serenita’ dei pochi ricchi.

Info:
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2024/05/balzano-il-giornale.pdf?
https://www.ildiariodellavoro.it/il-salario-minimo-non-vi-salvera-di-savino-balzano-fazi-editore/

Societa’/Wagenknecht

Contro la sinistra neoliberale – Sahra Wagenknecht – Fazi (2022)

Il liberalismo di sinistra non e’ solo una narrazione culturale, ma nei suoi messaggi manifesta anche la massima adesione al liberismo economico, allo smantellamento dello Stato sociale e alla globalizzazione, pur dando a tale impostazione politica un sound progressista.
Il liberalismo di sinistra, dunque, viene non a torto identificato con una politica che, per molti, ha effetti socioeconomici manifestamente sfavorevoli.
La destra, opponendosi al liberalismo di sinistra, parla proprio a questi svantaggiati, non solo a livello culturale, ma anche sul piano degli interessi materiali. Ecco perche’ i voti dati alle destre, che pure portano avanti, nel complesso, programmi ispirati al liberismo economico, non sono cosi’ irrazionali come potrebbero sembrare a prima vista.
Cio’, naturalmente, non significa che abbiamo bisogno dei partiti di destra per risolvere i problemi derivanti dalla globalizzazione o dalle migrazioni, ma che, se tutti gli altri partiti si rifiutano anche solo di ammettere l’esistenza del problema, la destra va a riempire una falla che molti percepiscono come un immenso vuoto all’interno del sistema politico […]
Anche l’Unione Europea di oggi, infatti, e’ un progetto elitario, sostenuto soprattutto dalle classi elevate e dal ceto medio dei laureati, insomma dalle classi che traggono maggiore profitto dai trattati in vigore.
Gli operai, i lavoratori a basso reddito, ma anche i piccoli imprenditori, percepiscono invece molte delle regole dell’Unione Europea come in contrasto con i propri interessi. Vale la pena notare, in questo ambito, come non solo nel caso della votazione sull’uscita del Regno Unito dall’Unione, ma in tutti i referendum sui trattati europei, la maggioranza dei voti a favore dell’Unione veniva dalle classi privilegiate, mentre i voti contrari giungevano in prevalenza dagli strati sociali piu’ svantaggiati.

Info:
https://www.lafionda.org/2022/06/15/recensione-di-contro-la-sinistra-neoliberale-di-sahra-wagenknecht/
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2022/05/wagenknecht-lespresso.pdf
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2022/06/wagenknecht-domenica-il-sole-24-ore.pdf
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2022/07/wagenknecht-il-fatto-quotidiano.pdf
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2022/11/wagenknecht-lindice-dei-libri-del-mese.pdf
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2022/07/wagenknecht-avvenire.pdf
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-recensione_di_contro_la_sinistra_neoliberale_di_sahra_wagenknecht/39329_46608/
https://www.sinistrainrete.info/sinistra-radicale/27587-danilo-ruggieri-la-sinistra-alla-moda.html

Populismo/ISPI

L’Europa nell’età dell’insicurezza. Le sfide di un continente fragile – ISPI – Mondadori (2024)


La percezione di insicurezza generata dall’immigrazione non e’ totalmente priva di ragioni.
Al netto dei pregiudizi, vi sono alcuni motivi per i quali alti flussi immigratori, soprattutto se irregolari o non affiancati da buone politiche pubbliche d’integrazione dei neoarrivati nella forza lavoro e piu’ in generale nella societa’ ospitante, possano generare sentimenti di insicurezza crescente.
E’ per esempio vero che una persona straniera tendera’ in media a essere piu’ povera di una nativa. Nell’Unione europea, per esempio, uno straniero non comunitario ha un reddito medio netto di circa 15.000 euro, del 21 per cento piu’ basso rispetto a un cittadino europeo […]
Inoltre, anche se non c’e’ ragione di pensare che un afflusso di manodopera straniera possa «rubare il lavoro» a un nativo (la massima parte delle ricerche trova effetti nulli o addirittura positivi), questa percezione e’ diffusa e radicata nella popolazione generale sia negli Stati Uniti sia in Europa […]
C’e’ infine una netta correlazione fra stranieri e criminalita’ che ha spiegazioni immediate e semplici, ma che per la sua evidenza presta il fianco a facili strumentalizzazioni. In Italia, per esempio, a fronte di una popolazione straniera di circa il 9 per cento sul totale della popolazione, le denunce e gli arresti degli stranieri nel 2022 erano il 34 per cento del totale […]
Malgrado l’aumento del numero degli stranieri nel corso del tempo, gran parte delle societa’ occidentali negli ultimi decenni sono diventate piu’ sicure, non piu’ violente. Tra il 2008 e il 2021, per esempio, in Italia il numero di stranieri residenti e’ aumentato del 67 per cento, da 3 a 5 milioni. Nello stesso periodo il numero di furti denunciati e’ diminuito del 43 per cento, quello delle rapine del 65, quello degli omicidi volontari del 51.

 

Europa/Tocci

La grande incertezza. Navigare le contraddizioni del disordine globale – Nathalie Tocci – Mondadori (2024)


Ci sono poi motivi specifici per il disprezzo dell’integrazione europea.
Effettivamente la Ue e’ un costrutto intrinsecamente liberale. Nonostante il progetto europeo nascesse negli anni Cinquanta, l’Europa che conosciamo e’ quella dagli anni Ottanta in poi, ossia l’Europa del mercato unico, dell’euro e di Schengen, un periodo storico caratterizzato, come abbiamo visto, da un neoliberismo spinto.
E’ un’Europa che ha creato la moneta unica ma stenta a compiere il passo successivo verso un’unione fiscale, un’Europa in cui ha regnato il dio della concorrenza interna, ma che per decenni non si e’ occupata con la stessa alacrita’ e dedizione della crescente competizione internazionale, a partire da quella cinese.
E’ un Europa in cui sono state aperte le frontiere interne prima di sciogliere i nodi riguardo alla gestione di quella esterna. Quindi, quando si abbatterono sull’Europa la crisi finanziaria e la recessione, non solo l’Unione non era attrezzata per affrontarle, ma le sue istituzioni e molti dei suoi Stati membri, i cosiddetti «frugali», percorsero la via opposta a quella intrapresa da Washington con Barack Obama.
Mentre gli Usa perseguirono immediatamente e aggressivamente una politica monetaria anticiclica, gli europei lo fecero solo molto dopo, ossia con l’arrivo di Mario Draghi alla guida della Banca centrale europea nel 2011. Dal punto di vista fiscale, Washington fu meno espansiva, iniettando solo circa 1 miliardo nell’economia statunitense nel 2009, ma gli Stati dell’eurozona fecero addirittura il contrario, perseguendo l’austerita’.
Non a caso, negli Stati Uniti la crisi passo’ a partire dal 2009, mentre in Europa si trascino’ per anni. La Bce non poteva stampare moneta facilmente come faceva la Federal Reserve (il cui dollaro e’ la principale valuta globale) e l’Unione europea non disponeva di una capacita’ fiscale per introdurre misure anticicliche nell’economia europea. Inoltre, l’ideologia ordoliberale era diffusa in Europa.
Affrontare la crisi diversamente richiedeva un cambio di paradigma che gli europei non riuscirono a compiere per tempo. Alla fine si fece il minimo sindacale per evitare il crollo dell’euro, avviando i primi passi verso un’unione bancaria, e quando Draghi da governatore della Bce dichiaro’ che avrebbe fatto «whatever it takes» per salvare l’euro, i mercati si calmarono.
La casa comune europea rimase in piedi, ma ne usci’ devastata economicamente, socialmente e, appunto, politicamente.
Di conseguenza, l’euroscetticismo negli anni della crisi dell’eurozona schizzo’ alle stelle.

Info:
https://formiche.net/2024/10/grande-incertezza-libro-nathalie-tocci/#content

 

Geoeconomia/Massolo

Realpolitik. Il disordine mondiale e le minacce per l’Italia – Giampiero Massolo, Francesco Bechis – Solferino (2024)


Lo stare al mondo si traduce ancora prevalentemente nella difesa coriacea e a tratti un po’ dogmatica dei singoli interessi nazionali.
Ora che il disimpegno americano e le sfide di Russia e Cina imporrebbero all’Europa di proiettare potenza e di assumere un ruolo come blocco, di rafforzare l’autonomia strategica in settori chiave come la difesa, l’innovazione e il digitale, l’energia, succede l’opposto.
Sono piuttosto gli Stati membri, alcuni piu’ di altri, a servirsi dell’Unione per aumentare il loro peso nazionale e la loro proiezione esterna, in sostanza a sovrapporre il proprio interesse nazionale all’interesse europeo. Il risultato e’ lo stallo.
Il rischio concreto, spesso confermato dai fatti, e’ l’irrilevanza dell’Europa nel suo complesso sullo scenario globale.
Questa visione riduttiva, molto identitaria ed eccessivamente pragmatica finisce per muovere tutti i grandi Paesi europei […]
E’ un metodo che persiste, nonostante tutto, favorito anche dalla bolla nella quale per molto tempo si e’ cullata l’Europa. Quel triplice sogno dell’era merkeliana, gia’ piu’ volte ricordato e ormai tramontato, di garantire la resilienza del continente, delegando la sicurezza agli americani, le forniture energetiche ai russi, i mercati ai cinesi.

Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/realpolitik-di-giampiero-massolo-e-francesco-bechis/
https://www.agi.it/estero/news/2024-05-30/libri-realpolitik-massolo-attrezzarsi-per-un-mondo-anarchico-26583006/

https://www.ilmessaggero.it/libri/realpolitik_il_libro_che_mette_ordine_al_disordine_mondiale-8109413.html
https://formiche.net/2024/06/recensione-di-realpolitik-massolo-bechis/#content
https://blog.ilgiornale.it/franza/2024/06/15/realpolitik-il-disordine-mondiale-e-le-minacce-per-litalia-il-libro-dellambasciatore-massolo-e-del-giornalista-bechis/

Europa/ Scheildler

La fine della megamacchina. Sulle tracce di una civiltà al collasso – Scheidler Fabian – Castelvecchi (2024)


In Europa, istituzioni non elette e dominate da lobbisti industriali, come la Commissione Europea e l’“Eurogruppo”, determinano una parte considerevole dell’agenda politica; i programmi di austerita’ che impongono autoritariamente sono sulla buona strada per distruggere il progetto di integrazione europea.
La perdita di credibilita’ della democrazia
rappresentativa ha due facce. Da un lato, le correnti antidemocratiche che si affidano a soluzioni autoritarie stanno guadagnando vigore da piu’ parti; l’ascesa di nuovi movimenti e partiti estremisti di destra in tutto il mondo ne e’ un tipico esempio, come pure il trionfo dei fondamentalisti teocratici. Anche gli appelli a una ecodittatura o a un governo mondiale tecnocratico si fanno sempre piu’ forti […]
D’altro canto, in tutto il mondo e’ iniziata la ricerca di nuove forme di democrazia che superino i filtri della rappresentanza, del denaro, del debito e dell’opinione pubblica manipolata; ne sono un esempio il movimento dei “Senza Terra” dell’America Latina, il movimento “15-M” spagnolo, la “Primavera Africana”, le innumerevoli iniziative territoriali negli Stati Uniti nate dal movimento “Occupy” e anche molti movimenti influenzati dal pensiero di Gandhi in India.
La democrazia rappresentativa non e’ piu’ intesa come l’obiettivo finale da raggiungere, ma come una tappa intermedia sulla via dell’autentica autodeterminazione e auto-organizzazione […]
Si tratta quindi di difendere il parlamentarismo dalle forze autoritarie e dal “colpo di Stato delle multinazionali”, costruendo al contempo nuove strutture alla base per superare gradualmente i limiti della democrazia rappresentativa. Questa doppia strategia e’ ancora piu’ importante perche’ la democratizzazione dal basso e’ ancora agli inizi e richiede molto tempo. La democrazia di base e i principi del consenso sono gia’ praticati con successo in molte strutture locali, dai negozi per bambini alle cooperative.
Ma come questi principi possano essere trasferiti a forme organizzative piu’ ampie e’ ancora in gran parte una questione aperta.

Info:
https://www.goethe.de/ins/it/it/sta/rom/ver.cfm?event_id=26236804
https://www.rivoluzioneanarchica.it/fine-della-megamacchina-un-libro-di-fabian-scheidler/

https://www.officinadeisaperi.it/agora/il-senso-delle-parole/cosi-la-megamacchina-neoliberista-sta-distruggendo-il-nostro-mondo-da-il-fatto/
https://www.ilfattoquotidiano.it/fq-newsletter/fatto-for-future-del-26-marzo-2024/

 

Europa/Jappe

Le avventure della merce. Per una nuova critica del valore – Anselm Jappe – Mimesis (2023)


Non e’ necessario tracciare qui un bilancio degli orrori prodotti dalla societa’ della merce nella sua attuale fase neoliberale. Sono perfettamente conosciuti.
La tanto apprezzata “mano invisibile” ha cominciato a picchiare all’impazzata. Stiamo tutti diventando “non redditizi”.
Oggi le crisi non derivano piu’ dalle imperfezioni del sistema produttore di merci, ma al contrario dal suo completo sviluppo […]
Bisogna abbandonare l’illusione che i problemi posti dal mercato possano ancora trovare delle soluzioni sul terreno della stessa economia di mercato […]
Per oltre centocinquant’anni, il movimento operaio e democratico ha accettato il capitalismo e tentato di applicargli mille catene e di circondarlo di mille recinzioni. Abbiamo visto che la prima crisi di valorizzazione, la prima vera contestazione e’ sufficiente perche’ la bestia dimentichi di essere stata addomesticata e spezzi tutte le sue catene.
Il capitalismo reso “sociale”, “democratico”, “umano”, e anche “ecologico”, con uno sforzo durato un secolo, puo’ ritornare da un giorno all’altro il capitalismo bruto: un sistema feticcio cieco, pronto a divorare qualsiasi cosa pur di sopravvivere.

Info:
https://ilmanifesto.it/se-la-critica-di-valore-e-denaro-conta-piu-della-lotta-di-classe
https://sinistrainrete.info/marxismo/25682-anselm-jappe-alcuni-punti-essenziali-della-critica-del-valore.html
https://www.sinistrainrete.info/marxismo/29578-roswitha-scholz-critica-del-valore-alla-vecchia-maniera-commenti-sul-conservatorismo-di-sinistra-di-anselm-jappe.html

Europa/Massolo

Realpolitik. Il disordine mondiale e le minacce per l’Italia – Giampiero Massolo, Francesco Bechis – Solferino (2024) 


E’ del tutto evidente che, se vuole svolgere un ruolo, l’Europa deve riformarsi in profondita’ e aumentare la propria capacita’ di reazione.
Evidente, ma non praticabile, almeno a breve, perche’ qualunque disegno riformatore dei Trattati richiede l’unanimita’ degli Stati membri. Il voto all’unanimita’ e’ una zavorra che l’Europa non puo’ piu’ permettersi, pena la perdita di qualsiasi credibilita’.
Migranti, aiuti all’Ucraina, rifinanziamento del bilancio: quante volte negli ultimi anni e’ bastato un solo pollice verso, dell’Ungheria di Viktor Orban o perfino della piccola Malta, per mettere nel congelatore qualsiasi decisione?
Rinviare, procrastinare, in definitiva, non decidere affatto. Per quanto limitativo sia lo status quo, l’Europa resta ostaggio del suo «comma 22»: una riforma del sistema non e’ in vista, per colpa di quegli stessi veti che la ingolfano quotidianamente.

Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/realpolitik-di-giampiero-massolo-e-francesco-bechis/
https://www.agi.it/estero/news/2024-05-30/libri-realpolitik-massolo-attrezzarsi-per-un-mondo-anarchico-26583006/

https://www.ilmessaggero.it/libri/realpolitik_il_libro_che_mette_ordine_al_disordine_mondiale-8109413.html
https://formiche.net/2024/06/recensione-di-realpolitik-massolo-bechis/#content
https://blog.ilgiornale.it/franza/2024/06/15/realpolitik-il-disordine-mondiale-e-le-minacce-per-litalia-il-libro-dellambasciatore-massolo-e-del-giornalista-bechis/

Europa/Streeck

Globalismo e democrazia – Wolfgang Streeck – Feltrinelli (2024)


L’Unione europea, nel caso specifico, potrebbe essere definita un impero di tipo liberale, o con piu’ precisione, neoliberale, retto cioe’ da una “libera” economia di mercato (leggasi “capitalista”) quale dottrina politico-economica uniformante e vincolante e da una promessa di prosperita’ collettiva e di democrazia per tutti.
Da un punto di vista formale, gli stati membri di un impero liberale devono potersi rapportare “alla pari” l’uno all’altro, mantenendo la parvenza di un’adesione volontaria; al contempo, al centro spetta il dovere di responsabilita’ di mantenere le promesse di crescita e ricchezza nella periferia dell’impero, configurando i rapporti imperiali di potere in relazioni internazionali rette dal diritto, mentre i governi nazionali piu’ o meno democraticamente incaricati, dal canto loro, hanno il compito di fungere da intermediari tra la potenza egemone alla guida dell’impero e le popolazioni degli stati membri, giacche’ la loro posizione e atteggiamento nei confronti del centro sono di vitale importanza per la coesione stessa dell’impero.

Info:
https://www.fondazionedivittorio.it/lezione-streeck-limiti-potenzialita-della-ue-egemonie-planetarie-popoli-crisi
https://www.doppiozero.com/wolfgang-streeck-neoliberalismo-e-poi

https://www.corriere.it/la-lettura/24_giugno_21/come-sonnambuli-la-guerra-la-lettura-anteprima-nell-app-1af31e72-2fe1-11ef-8a97-996e27b017a2.shtml
https://ilmanifesto.it/uneuropa-svizzera

Societa’/Scheidler

La fine della megamacchina. Sulle tracce di una civiltà al collasso – Scheidler Fabian – Castelvecchi (2024)

Quando la frustrazione e la rabbia dei cittadini superano una certa soglia, quando il «gregge confuso» (Walter Lippmann) sfonda il suo recinto e diventa incontrollabile, la politica ha in linea di principio due opzioni: o fare concessioni reali al popolo, stabilire una maggiore giustizia sociale, educare; oppure proteggere gli interessi dei ricchi e dei potenti distraendo il gregge e presentandogli capri espiatori per canalizzare la rabbia.
La strategia del capro espiatorio funziona particolarmente bene in tempi di crisi perche’ cavalca l’insicurezza, la paura e la paranoia latente fornendole immagini concrete: il musulmano terrorista, l’immigrato criminale, il russo guerrafondaio, il cinese ingannevole, l’ebreo avido di denaro, l’europeo meridionale pigro, il tossicodipendente pericoloso, il parassita del welfare e cosiì via.
L’elenco di questi cliche’ e’ quasi infinito e varia da Paese a Paese. I circoli politici interessati ci giocano virtuosamente per distrarre dalle questioni sistemiche e dai conflitti di distribuzione, mentre parte dei media si offrono come megafono.
In questo modo, a partire dagli anni Duemila, i demagoghi di destra sono riusciti in molte parti del mondo a incanalare la rabbia dei cittadini in nuove immagini di nemici e ad arrivare cosi’ al potere: che si tratti del fascista Jair Bolsonaro in Brasile, di Donald Trump negli Stati Uniti, di Narendra Modi in India o di Giorgia Meloni in Italia.
Come gia’ accaduto in Europa negli anni Venti e Trenta, sta diventando evidente che parti del grande capitale finanziano le reti e i partiti di estrema destra perche’ vedono in essi l’ultimo baluardo per difendere i propri privilegi.
Le conseguenze sono fatali perche’ lo spostamento a destra esaspera ulteriormente tutte le dinamiche di crisi globale: il rischio di guerre, la divisione sociale e lo sconvolgimento delle basi naturali della vita.

Info:
https://www.goethe.de/ins/it/it/sta/rom/ver.cfm?event_id=26236804
https://www.rivoluzioneanarchica.it/fine-della-megamacchina-un-libro-di-fabian-scheidler/

https://www.officinadeisaperi.it/agora/il-senso-delle-parole/cosi-la-megamacchina-neoliberista-sta-distruggendo-il-nostro-mondo-da-il-fatto/
https://www.ilfattoquotidiano.it/fq-newsletter/fatto-for-future-del-26-marzo-2024/