Lavoro/Somma

Abolire il lavoro povero – Alessandro Somma – Laterza (2024)

Tra coloro i quali reputano che si stia avvicinando la fine del lavoro, e’ diffuso il convincimento che esso debba essere sganciato dal reddito.
Di qui la proposta di un reddito di cittadinanza o di base, ovvero di un beneficio individuale, universale e incondizionato sufficiente quantomeno a consentire ai suoi destinatari di non lavorare.
Alcuni fautori di questa misura la celebrano come corrispettivo per la diffusione del lavoro non retribuito tipica del capitalismo cognitivo, e persino come espediente attraverso cui giungere al superamento del capitalismo tout court.
Le origini del reddito di cittadinanza sono peraltro di tutt’altro segno: prende corpo nel campo neoliberale come espediente con cui rendere accettabile lo sfruttamento lavorativo, e consentire nel contempo di abolire o quantomeno ridimensionare il welfare.
Il reddito di cittadinanza e’ stato al centro di innumerevoli dibattiti, i quali non sono pero’ riusciti a produrre risultati concreti: la misura non ha mai visto la luce.
In sua vece si e’ istituito un reddito minimo garantito, volto a sostituire o integrare il salario sino alla soglia della poverta’ relativa, tuttavia solo a coloro i quali si rendono disponibili al lavoro e alla formazione professionale.
Il reddito minimo garantito e’ cioe’ un beneficio condizionato, utilizzato nell’ambito dello Stato sociale attivatore, per consentire alle imprese di corrispondere salari al di sotto della soglia di poverta’ relativa e ai pubblici poteri di avallare una simile prassi attraverso l’integrazione retributiva nella misura necessaria e sufficiente a raggiungere quella soglia.
Il tutto perseguendo l’occupabilita’ in luogo della piena occupazione, ovvero la capacita’ dei lavoratori di stare sul mercato: finalita’ corrispondente alla sostituzione del diritto al lavoro con il diritto di lavorare.

Info:
https://www.ildiariodellavoro.it/abolire-il-lavoro-povero-per-la-buona-e-piena-occupazione-di-alessandro-somma-edizioni-laterza/
https://www.glistatigenerali.com/lavoro-autonomo_dipendenti/abolire-il-lavoro-povero-il-lavoro-non-e-finito-checche-ne-dica-la-politica/
https://www.recensionedilibri.it/2024/02/03/somma-abolire-il-lavoro-povero/
https://www.sinistrainrete.info/lavoro-e-sindacato/27701-lelio-demichelis-lavoro-povero-con-vita-digitale-o-vita-povera-con-lavoro-digitale.html

Green New Deal/Scheidler

La fine della megamacchina. Sulle tracce di una civiltà al collasso – Scheidler Fabian – Castelvecchi (2024)


Un aspetto che finora e’ stato poco preso in considerazione e’ il legame tra le pandemie e l’aggressiva colonizzazione della natura da parte della megamacchina.
L’origine del virus SARS-CoV-2 al momento della pubblicazione di questo libro non e’ ancora stata chiarita.
Due sono i possibili scenari discussi dagli scienziati: uno e’ che abbia avuto origine da un laboratorio dove venivano effettuate manipolazioni dei coronavirus; l’altro e’ che sia stato trasmesso dai pipistrelli attraverso altri ospiti animali intermedi.
In entrambi i casi, l’intervento umano nei sistemi naturali costituirebbe il fattore decisivo.
Se l’ipotesi di laboratorio fosse confermata, l’intervento sempre piu’ profondo dei ricercatori sui genomi degli organismi viventi e dei virus sarebbe responsabile della catastrofe, una forma di colonizzazione molecolare strettamente legata all’idea che l’uomo debba sottomettere e dominare la natura.
D’altra parte, se si dovesse scoprire che il virus e’ di provenienza animale, si tratterebbe solo dell’ultimo di una lunga serie di agenti patogeni derivanti dalla rapida avanzata della distruzione della biosfera.
Gia’ a partire dagli anni Settanta, nuovi e talvolta letali agenti patogeni sono apparsi con sempre maggiore frequenza, diffondendosi rapidamente in tutto il mondo grazie alla globalizzazione del traffico di merci e della circolazione di persone. Tra questi l’HIV, l’Ebola e la zika, patogeni che causano l’influenza aviaria e suina, e vari tipi di coronavirus, tra cui il virus della SARS.
Circa il 75% di queste nuove malattie proviene dagli animali, per due terzi dalla fauna selvatica e per un terzo dagli allevamenti.

Info:
https://www.goethe.de/ins/it/it/sta/rom/ver.cfm?event_id=26236804
https://www.rivoluzioneanarchica.it/fine-della-megamacchina-un-libro-di-fabian-scheidler/

https://www.officinadeisaperi.it/agora/il-senso-delle-parole/cosi-la-megamacchina-neoliberista-sta-distruggendo-il-nostro-mondo-da-il-fatto/
https://www.ilfattoquotidiano.it/fq-newsletter/fatto-for-future-del-26-marzo-2024/

Geoeconomia/Todd

La sconfitta dell’Occidente – Emmanuel Todd – Fazi (2024)

Resta il fatto che l’Occidente e’ oligarchico e che allo stato attuale il sistema della NATO, molto piu’ che una protezione contro la Russia, rappresenta un meccanismo di controllo da parte di Washington sulle elite e sugli eserciti suoi vassalli […]
L’asse Washington-Londra-Varsavia-Kiev e’ oggi la direttrice principale del potere americano in Europa.
Tuttavia, tengo a sottolineare pure che due piccoli Stati, la Norvegia e la Danimarca, sono parti essenziali del meccanismo di controllo di Washington sul vecchio continente: la Norvegia per le azioni militari, la Danimarca per la sorveglianza sui capi europei.
La mia personale ammirazione per i paesi scandinavi […] non mi impedisce di considerare la Norvegia e la Danimarca come delle gigantesche portaerei americane ormeggiate al nostro continente, proprio come lo Stato di Israele e’ una portaerei statunitense ormeggiata al Medio Oriente.

Info:
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2024/10/todd-il-fatto-quotidiano.pdf?
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2024/10/todd-il-riformista.pdf?

https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2024/10/todd-il-manifesto.pdf?

Finanziarizzazione/Undiemi

Il ricatto dei mercati. Difendere la democrazia, l’economia reale e il lavoro dall’assalto della finanza internazionale – Lidia Undiemi – Ponte alle Grazie (2014)

Nella societa’ della finanza la tecnologia industriale e’ sostituita dalla tecnica del contrattuale: i prodotti finanziari prendono corpo e vita solo in virtu’ dell’uso sapiente dei concetti giuridici.
Un tempo i contratti servivano solo per far circolare le cose, ma oggi servono anche per farle, per creare prodotti finanziari.
Un’accorta combinazione di parole, giacche’ di parole sono fatti i contratti, crea a questo modo ricchezza. L’antica alchimia manco’ l’obiettivo di produrre da nulla l’oro; questa nuova alchimia giuridica lo realizza.
L’oro qui indica la ricchezza che si riesce a ottenere indipendentemente dalla creazione di valore «reale».
Tutti i nuovi strumenti finanziari sono stati creati sulla base di tali presupposti giuridici.
Si pensi ad esempio ai CDS (Credit Default Swap), ossia i titoli attraverso cui il creditore assicura presso un terzo il proprio credito dal rischio che il debitore non paghi.
Teoricamente questi titoli avrebbero dovuto fungere da stabilizzatori del mercato finanziario, ma nella realta’ si sono tradotti in un trampolino di lancio per una ulteriore spinta in avanti dell’alta finanza, visto che lo stesso assicuratore puo’, a sua volta, riassicurarsi con un altro operatore e cosi’ via.
In un mercato deregolamentato, questi e tanti altri strumenti finanziari derivati (titoli il cui valore dipende da quello di altri titoli o beni) hanno avuto un effetto moltiplicatore sulla instabilita’ finanziaria internazionale, amplificata da un altro moltiplicatore, e cioe’ quello dell’innovazione tecnologica che oggi permette di scambiare informazioni, e conseguentemente effettuare operazioni, a una velocita’ prima impensabile.
Una tale ingegnerizzazione finanziaria sarebbe stata dunque impossibile senza il supporto del know-how tecnologico e di un’adeguata meccanizzazione giuridica […]
Frammentare il rischio e sganciarlo dall’attivita’ da cui esso origina attraverso complessi strumenti finanziari significa consentire al capitalista di ottenere un guadagno senza preoccuparsi degli effetti sulle imprese non finanziarie che producono i beni e i servizi soggiacenti ai titoli negoziati.
La deresponsabilizzazione degli operatori economici e finanziari assume cosi’ una portata sistemica.

Info:
https://www.antimafiaduemila.com/libri/economia/930-il-ricatto-dei-mercati.html
https://www.ilfattoquotidiano.it/2014/10/20/libri-lidia-undiemi-vi-racconto-il-ricatto-dei-mercati-e-quello-sulleuro/303203/
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-spread_intervista_a_lidia_undiemi_autrice_del_libro_profetico_il_ricatto_dei_mercati/5496_24172/
https://www.carmillaonline.com/2024/03/29/il-salario-minimo-non-vi-salvera/

https://www.lafionda.org/2023/07/05/il-salario-minimo-non-ci-salvera-anzi/

Europa/Tocci

La grande incertezza. Navigare le contraddizioni del disordine globale – Nathalie Tocci – Mondadori (2024)

Nell’eta’ dell’insicurezza, l’Europa non puo’ fare a meno di un bilancio comune adeguato per affrontare le sfide epocali in corso.
Il modello economico europeo che si basava sulla dipendenza dagli Stati Uniti per la difesa, dalla Russia per l’energia e dalla Cina per l’industria e’ a soqquadro. Questo significa da un lato ridurre drammaticamente le attuali voci di spesa del bilancio comunitario che riflettono un’era passata: oggi il 30 per cento del bilancio europeo e’ destinato all’agricoltura, un’aberrazione se si pensa alle priorita’ del XXI secolo.
Dall’altro, significa fare un balzo in avanti nell’integrazione europea verso un’unione fiscale, necessaria per assicurare gli investimenti nei beni pubblici europei, come la difesa, il clima e l’energia, la salute pubblica e la tecnologia.
Ma per renderla possibile serve che paesi reticenti come la Germania gettino il cuore oltre l’ostacolo, rendendo programmi quali Next Generation EU strutturali, ma anche che paesi come l’Italia dimostrino serieta’ nel perseguire le riforme necessarie per rimettere i conti pubblici in ordine.
D’altronde non si puo’ pretendere che la Germania paghi di piu’ se l’Italia, che ne beneficerebbe, non dimostra responsabilita’ ed efficienza nella spesa pubblica.
Detto questo, non tutto si riduce alla spesa pubblica.
L’aumento della produzione industriale europea richiede in primo luogo investimenti privati, che fioriscono quando sono presenti altre condizioni essenziali.
Sono fondamentali l’ammodernamento delle infrastrutture, la semplificazione burocratica, la formazione professionale e un sistema di immigrazione che possa compensare il declino demografico del continente e attrarre manodopera ed eccellenze globali.

Info:
https://formiche.net/2024/10/grande-incertezza-libro-nathalie-tocci/#content

Economia di mercato/Balzano

Il salario minimo non vi salverà – Savino Balzano – Fazi 2024

Se siamo nelle condizioni in cui siamo e’ colpa principalmente delle politiche economiche forzate dall’Unione Europea.
Per la verita’ l’Unione non agisce da sola, ingenti piani di finanziamenti condizionati spingono con forza nella medesima direzione e la concessione dei crediti e’ quasi sempre vincolata a riforme neoliberiste molto simili a quelle imposte dalle istituzioni comunitarie.
In tal senso opera ad esempio il Fondo Monetario Internazionale, ma anche la Banca Mondiale. Pure l’OCSE ha nel tempo supportato determinate trasformazioni, penso ad esempio alla sua intensa azione di moral suasion in favore della flessibilizzazione del mercato del lavoro.
Sotto il peso di tali politiche il risultato e’ uno e inevitabile: il paese avvizzisce e con esso il gettito fiscale; sotto il peso dell’austerita’ come nuovo contratto asociale imposto ai popoli, il debito pubblico tendera’ ad aumentare (a dispetto della narrazione che racconta che i tagli servano a ridurlo) e il tutto a corroborare retoricamente gli argomenti a sostegno di ulteriore rigore e di ulteriori strette alla spesa pubblica.
E cosi’ via, si va avanti senza fine, tranne che per brevissimi momenti, piccoli interventi nelle parentesi “emergenziali”, utili semplicemente a evitare che il sistema collassi su se stesso e che i moltissimi poveri diventino tanto poveri da mettere a repentaglio la serenita’ dei pochi ricchi.

Info:
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2024/05/balzano-il-giornale.pdf?
https://www.ildiariodellavoro.it/il-salario-minimo-non-vi-salvera-di-savino-balzano-fazi-editore/

Capitalismo/Mattei

L’economia è politica – Clara E. Mattei – Fuori- scena (2023)

Le privatizzazioni, cardine dell’austerita’, riproducono il meccanismo dell’accumulazione primitiva.
Sempre piu’ spesso oggi governi impoveriti vendono la terra da cui numerosi loro cittadini traggono il sostentamento, gettandoli in nuove forme di dipendenza dal mercato.
Nel XXI secolo, per esempio, la corsa alle terre dei Paesi del Sud del mondo, soprattutto in Africa, si e’ acuita. Secondo la Banca Mondiale, dal 2008 al 2012, piu’ di 56 milioni di ettari in tutto il mondo – pari quasi al doppio del territorio italiano – sono stati oggetto di «negoziazione fondiaria». Grosse multinazionali acquistano la terra dal governo o direttamente dai contadini poveri e impongono sgomberi.
Il fenomeno del land grabbing (accaparramento delle terre) è in grande espansione […]
Se aggiungiamo le nuove frontiere della privatizzazione, dall’acqua alla diffusione dei semi geneticamente modificati che i contadini devono comprare da Monsanto o da altre corporation, vediamo che ci sono ancora molte sfere per ampliare la nostra dipendenza dal mercato e dunque la nostra coercizione economica.
L’espropriazione dei mezzi di sussistenza e’ un fenomeno che non si ferma mai: costituisce la linfa vitale del capitalismo. 

Geoeconomia/Zizek

La nuova lotta di classe. Rifugiati, terrorismo e altri problemi coi vicini – Slavoj Žižek – Ponte alle grazie (2016).

Nonostante tutte le critiche al neocolonialismo economico, molti ancora non sembrano accorgersi appieno degli effetti devastanti che ha avuto la globalizzazione dei mercati su molte economie locali, deprivandole della loro elementare autosufficienza […]
Il caso che piu’ chiaramente dimostra le nostre colpe e’ l’odierno Congo, che si afferma ancora una volta come il «cuore di tenebra» d’Africa […]
Gia’ nel 2001, un’inchiesta delle Nazioni Unite sullo sfruttamento illegale delle risorse naturali congolesi aveva appurato che il conflitto in atto nel paese riguarda soprattutto l’accesso, il controllo e il commercio di cinque risorse minerarie fondamentali: coltan, diamanti, rame, cobalto e oro.
Dietro la facciata della guerra etnica, scorgiamo cosi’ i meccanismi del capitalismo globale.
Il Congo non esiste piu’ come Stato unitario; e’ una molteplicita’ di territori governati da signori della guerra locali che controllano la loro striscia di terra servendosi di eserciti che, di consueto, annoverano bambini drogati.
Ognuno dei signorotti fa affari con un’impresa o una compagnia straniera, che sfrutta il piu’ possibile le ricchezze minerarie della regione. Ironia della sorte, buona parte dei minerali viene usata per costruire prodotti ad alta tecnologia, come computer portatili e cellulari.
Dunque scordatevi che si tratti di condotte selvagge da parte degli indigeni: togliete dall’equazione le industrie straniere high-tech e tutta la narrazione a base di guerre etniche fomentate da antiche passioni va in pezzi.
E’ da qui che dobbiamo cominciare se vogliamo davvero contribuire a interrompere il flusso di rifugiati che proviene dai paesi dell’Africa.
La prima cosa e’ tener presente che la maggior parte dei rifugiati proviene da «Stati falliti», Stati in cui ogni autorita’ pubblica e’ quasi del tutto destituita, per lo meno in ampie zone dei paesi in questione (Siria, Libano, Iraq, Libia, Somalia, Congo e cosi’ via). In tutti questi casi, la disintegrazione del potere statale non e’ un fenomeno puramente locale ma il risultato di decisioni economiche e politiche internazionali; in alcuni, come in Libia e in Iraq, e’ persino il diretto risultato di interventi occidentali.
Il nuovo fenomeno degli «Stati falliti» fra la fine del ventesimo e l’inzio del ventunesimo secolo non e’ – chiaramente – un involontario e sfortunato accidente; e’ piuttosto uno dei modi in cui le grandi potenze praticano il colonialismo economico.

Info:
https://www.studocu.com/it/document/universita-degli-studi-di-modena-e-reggio-emilia/semiotica-dei-media/libro-zizek-riassunto-veloce-la-nuova-lotta-di-classe/8305531

Stato/Undiemi

Il ricatto dei mercati. Difendere la democrazia, l’economia reale e il lavoro dall’assalto della finanza internazionale – Lidia Undiemi – Ponte alle Grazie (2014)


Malgrado in origine l’espressione governance indicasse semplicemente il risultato dell’azione di governo, essa, nel tempo, e’ sempre piu’ stata ricondotta alla politica complessiva delle istituzioni finanziarie sovranazionali, come il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale, le quali definiscono gli standard o le norme comportamentali per l’assegnazione di prestiti o finanziamenti agli stati in crisi […]
Il fondamento della governance e’ storicamente rinvenibile nella presunta crisi dello Stato, ossia nel presupposto che le istituzioni nazionali siano incapaci di gestire il territorio a causa delle pressioni esercitate dagli sviluppi dell’economia e della finanza internazionale.
Mentre il governo viene piu’ o meno legittimato dai cittadini in base a un percorso democratico che e’ espressione di specifiche garanzie costituzionali, le varie organizzazioni internazionali, che pur si ritrovano a esercitare certe funzioni di governo nel territorio nazionale, sfuggono a qualsiasi forma di controllo popolare.
L’asserita crisi dello Stato affrontata mediante la creazione di una governance politica sovranazionale si traduce inevitabilmente in un deficit democratico.
Tra le istituzioni piu’ incisive a livello internazionale troviamo il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e la Banca Mondiale, che stabiliscono i principi da applicare nella conduzione dei rapporti economico-politici sovranazionali. Il quadro include anche organizzazioni definite come «direttori informali, senza alcuna potesta’ giuridica», per esempio il World Trade Organization (WTO), i forum permanenti G7, G8 e G20 e l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE).

Info:
https://www.antimafiaduemila.com/libri/economia/930-il-ricatto-dei-mercati.html
https://www.ilfattoquotidiano.it/2014/10/20/libri-lidia-undiemi-vi-racconto-il-ricatto-dei-mercati-e-quello-sulleuro/303203/
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-spread_intervista_a_lidia_undiemi_autrice_del_libro_profetico_il_ricatto_dei_mercati/5496_24172/
https://www.carmillaonline.com/2024/03/29/il-salario-minimo-non-vi-salvera/

https://www.lafionda.org/2023/07/05/il-salario-minimo-non-ci-salvera-anzi/

Societa’/Stiglitz

La strada per la libertà. L’economia e la societa’ giusta – Joseph E. Stiglitz – Einaudi (2024)


I diritti di proprietà vanno definiti.
I diritti di proprieta’ e le regole che normano i contratti sono costrutti sociali, cose che progettiamo e specifichiamo per far progredire gli interessi della societa’. Non sono stati consegnati sul Sinai, ne’ traggono origine da una qualche misteriosa legge di natura.
La societa’ deve inoltre decidere quali contratti debbano essere considerati accettabili e vadano fatti rispettare dallo Stato […]
Molti, a destra, sembrano non capire questo punto, oppure, per essere piu’ precisi, vogliono regole che facciano pendere la bilancia del potere ancor piu’ dalla parte dei potenti.
Secondo il principio della liberta’ di contratto, sostengono che il governo dovrebbe far rispettare i contratti privati a prescindere da quanto l’accordo abbia caratteristiche di sfruttamento, se i contratti sono sottoscritti volontariamente. La destra insiste sull’applicazione dei contratti anche se ci sono grandi asimmetrie informative e persino se una parte ha tratto in inganno l’altra.
I suoi esponenti consentono e persino facilitano azioni cooperative intraprese in determinate forme tramite persone giuridiche come le corporations, proibendo al tempo stesso come collusive altre forme di cooperazione, per esempio la creazione di sindacati in difesa degli interessi dei lavoratori.
E rendono piu’ difficoltose le azioni cooperative volte a rientrare dalle perdite subite da lavoratori e consumatori e causate dalle aziende.

Info:
https://sbilanciamoci.info/stiglitz-il-neoliberalismo-e-un-fallimento/
https://ilpontedem.it/2024/06/22/joseph-e-stiglitz-la-strada-per-la-liberta-economia-e-buona-societa/

https://www.milanofinanza.it/news/la-lezione-del-nobel-joseph-e-stiglitz-un-capitalismo-progressivo-per-una-societa-giusta-202309152206147720
https://www.open.online/2024/11/22/il-premio-nobel-stiglitz-per-litalia-conseguenze-pessime-dalla-firma-del-patto-di-stabilita/

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2024/11/22/il-nobel-per-leconomia-stiglitz-la-ue-e-tornata-allausterita-con-donald-paghera-due-volte/7776961/